PER ALLENARMI UN PO’
QUANDO BA LENA ERA TANTO PICCOLA Un miliardo di anni fa, una certa Ba Lena viveva sola soletta in un piccolissimo lago. Ba Lena era vivace, agile, scherzosa, infaticabile e il suo cruccio maggiore era la piccolezza. Spesso sospirava: “Tutti sono più grandi di me.” Su un albero Ci Cogna se ne stava tutto il tempo a spiare il lago. Appena un pesce affiorava, lo afferrava con il lungo becco e se lo mangiava in quattro e quattr’otto. Un giorno Ba Lena si affacciò sul pelo dell’acqua: voleva afferrare una libellula. Ci Cogna afferrò con il becco Ba Lena e se la portò su fino al nido. – Mi chiamo Ba Lena e sono il pesce più piccolo del mondo! – Mi sa che tu sei così piccola perché sei nata e cresciuta in questo lago piccolissimo, ma nei miei viaggi ho visto un lago immenso che chiamano mare. Tu diventeresti grandissima, smisurata, perché il lago chiamato mare è veramente grande. – Quanto grande? Due volte il nostro lago? Ci Cogna e Ba Lena partirono e giunsero fino all’oceano. Ci Cogna volò via, Ba Lena si gettò nel mare e dalla grande soddisfazione di trovarsi in un ambiente così grande, sentì che era già cresciuta ed era diventata il doppio. Il mare era davvero infinito; più Ba Lena nuotava felice, più cresceva. A farla breve, dopo appena un milione di anni, Ba Lena era diventata un pesce enorme. Ba Lena rimase nell’oceano, a dondolarsi sui flutti e a rimpinzarsi di milioni di pesci. Ogni tanto proietta nell’aria un getto d’acqua, che è la sua maniera di soffiarsi il naso mentre piange. Piange e mangia, mangia e piange per la grande nostalgia dei tempi felici in cui era piccola. Questo è il motivo per cui le balene oggi, ogni tanto, vengono ad arenarsi sulle spiagge e si lasciano morire all’asciutto, sulla sabbia. Alberto Moravia, Storie della preistoria
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