N U OVA RI VISTA DI C OU NSE L IN G F ILO SOF ICO, N. 16 , 2 0 20
Dicotomie e paradigmi di una pandemia Luca Francesio1
U
n atteggiamento filosofico come pratica di vita è un habitus che non può essere mai smesso, e che impone di porre domande e perseverare nella ricerca delle risposte. Come ci ha indicato Maurice Merlau-Ponty, la filosofia si colloca nel proprio tempo storico, ma senza accontentarsi di subire l’ambiente della circostanzialità storica : l’analisi filosofica permane in una sua intrinseca autonomia che la storia non può sostituire. La sua analisi si rivolge a quel potere di espressione che le altre forme simboliche si limitano ad esercitare, cercando di cogliere con rigore il momento nel quale il senso prende possesso di sé. Per questo essa si compie rinunciando a coincidere con ciò che è espresso anzi, da esso deve allontanarsi per scorgerne il senso. Ciò che è espresso è ciò a cui in modo ingenuo si concede l’assenso, in modo obbediente e meccanico. Assenso però che sovente crea le condizioni per la nascita di forme di disagio che possono anche evolvere in un generalizzato disagio esistenziale. L’illusione della parola mistificante non ci mette al riparo dalla necessità tutta umana della ricerca di senso. Per questo il disagio è essenziale alla filosofia, e il tempo che stiamo vivendo, questo tempo di pandemia, è tempo di profondo disagio. La pratica filosofica è chiamata a sostenere la sua parte, attraverso le sue proposte di analisi demistificatrice, e deve rispondere all’urgenza del momento. Non si tratta di tentare un’interpretazione immediata di questo fenomeno perché solo la giusta presa di distanza nel tempo ci concederà di farlo pienamente, né una spiegazione, perché non rientra tra i compiti della filosofia, ma di aiutare le persone a chiarire le nozioni che vengono riversate come un fiume in piena nella Laureato in Filosofia e Comunicazione, Senior Relationship Manager, allievo del II anno del Master triennale di Specializzazione in Counseling Filosofico SSCF & ISFIPP. 1
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