N U OVA RI VISTA DI C OU NSE L IN G F ILO SOF ICO, N. 16 , 2 0 20
Tra distopie complottismo e paure esistenziali. Cronache dalle terre del confine Alberto Donati1
“Il nostro rapporto con la verità passa attraverso gli altri. O andiamo verso la verità con loro o non è verso la verità che andiamo”. M. Merleau-Ponty, Elogio della filosofia
L
a distopia e la sua gemella felice, utopia, derivano da un sentire che affonda le radici nella Grecia antica. L'etimologia della parola infatti è una variazione di utopia letteralmente “non luogo”, con mutazione del prefisso u- “non” in dis- “cattivo” e “topos – τόπος – luogo”. Quindi luogo cattivo, luogo da tenere a distanza. Distanza: vi ricorda qualcosa in questo tempo dell'assenza delle relazioni sociali? Il "luogo cattivo" dunque è il "topos" da distanziare. Cosa succede se quel luogo l'abbiamo immaginato - con l’aiuto della letteratura, del cinema e delle serie tv introiettato e anticipato nelle nostre autonarrazioni e visioni notturne? Dalle visioni distopiche, che in qualche modo interpretano una escatologia sociale al complottismo, che ne individua i mezzi, il passo è breve; solitamente quelle complottiste sono liquide, plastiche fluide come il fiume di Eraclito perché, contrariamente alla “realtà ufficiale”, sfruttano l’ambiguità e il dubbio come valori fondanti della conoscibilità fenomenologica del mondo e si presentano come “framework” per chiunque si senta smarrito, escluso o, più semplicemente, deluso Alberto Donati, Ravenna (6 settembre 1963), si è Laureato a Bologna in materie economiche. Appassionato di filosofia è il presidente dell’associazione culturale Agendafilosofica, con la quale organizza da 15 anni festival di filosofia ed eventi culturali. Lavora in un istituto di credito da oltre 30 anni. Dal 2019 frequenta il Master triennale di specializzazione in Counseling Filosofico (II anno) all’Istituto Superiore di Filosofia, Psicologia, Psichiatria (ISFiPP) di Torino. 1
89