Dal Bosco era l’uomo a cui Tanzi si riferiva sistematicamente per acquistare arte; era il suo consigliere e allo stesso tempo colui che si occupava dell’acquisto delle opere; aveva praticamente carta bianca nel comprare. Secondo Sonia Farsetti, Presidente dell’Associazione Nazionale delle Case d’Asta Italiane, infatti, “C’è necessità di rendere materiale, tangibile, un patrimonio instabile, fragile e indissolubilmente legato al castello di carte false costruito da Tanzi, quale era quello della Parmalat, acquistando dei beni facilmente trasportabili e nascondibili, oltre che prestigiosi.” La raccolta sarebbe quindi nata esclusivamente come strumento di distrazione di capitale e non per le velleità artistiche del cavaliere. Ciò che risulta evidente, analizzando la lista dei lotti dell’asta, è che gran parte delle opere sono disegni, spesso su carta. Questi costano per loro natura meno dei dipinti ed è quindi probabile che del Del Bosco ne avesse giustificato l’acquisto per via del nome, nonostante il valore non fosse appunto dei più alti. Pubblico o privato? Una volta terminata la parabola storica sulle origini di questa collezione, non resta che analizzare la modalità con cui questa collezione sarà venduta. Per farlo però, bisogna tenere a mente lo scopo di questa vendita: contribuire al risarcimento di quei risparmiatori frodati nel 2003. In casi di fallimento, normalmente, il giudice responsabile dell’ufficio indice un’asta giudiziaria che dispone la vendita forzata di alcuni beni del soggetto indebitato; Scomodo
Ottobre 2019
questo con il fine di soddisfare, in parte o del tutto, i relativi creditori. Lo Stato quindi, incassa la totalità dei proventi delle vendite e con questi risarcisce i creditori. In un caso di bancarotta della portata di Parmacrac, sono stati sequestrati dalla Procura tutti quanti i beni di proprietà di Callisto Tanzi, tra cui (nonostante i vari ostacoli) la famosa collezione d’arte.
Latte su tela 75 x 85 mm
A differenza da quanto vorrebbe la norma, non tutti i lotti di questa collezione sono stati pubblicati e messi all’asta sul sito istituzionale di aste giudiziarie di Parma, nel quale chiunque può fare la propria offerta sui vari beni sequestrati. Per 55 lotti si è deciso di affidare la vendita ad una casa d’aste privata, Pandolfini appunto; lo Stato ha quindi evidentemente ritenuto fosse meglio appaltare la vendita delle opere di maggior valore ad un privato, nonostante, probabilmente, dovrà pagargli una sostanziosa commissione per il servizio (a volte però le case d’asta, previo accordo con il venditore, si accon-
tentano di guadagnare esclusivamente dai fee sulla vendita). Inoltre, è interessante che Il 29 ottobre, formalmente non ci sarà un’asta giudiziaria, ma in apparenza una normale asta di opere appartenenti ad un collezionista privato. Infatti, non è possibile trovare nessun collegamento tra l’asta in questione e la figura di Callisto Tanzi. Basti pensare che il nome dell’asta è : “Tesori ritrovati, impressionisti e capolavori moderni da una raccolta privata”. Ogni legame con l’origine di questa collezione, e con la reale funzione di questa vendita, non è minimamente nominato da Pandolfini. In realtà, quando viene venduta all’asta una collezione di opere, si tende a lasciare anonimo il proprietario. Questo avviene soprattutto in quei casi in cui il venditore non vuole far supporre dei prblemi finanziari a suo conto, o non vuole si sappia che ha opere d’arte. Il nome del proprietario si comunica invece in quei casi in cui la stessa appartenenza a tale persona aumenta il valore della collezione. Su tutti basti vedere la recente asta delle opere d’arte possedute in vita da David Bowie, che ha raggiunto prezzi molto elevati rispetto al reale valore delle opere in sé. Questo però non fa altro che sottolineare la contraddizione di questa operazione; infatti sui maggiori quotidiani è comunque uscita la notizia della vendita della collezione di Tanzi da parte di Pandolfini.L’elemento centrale della discussione, è che questa non può essere considerata una collezione tra le tante, avendo avuto il crac Parmalat una rilevanza e una risonanza enorme a livello nazionale. 61