N. 32 MAGGIO 2020

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Gli internauti naufraghi Una questione centrale in merito al “digital divide” riguarda l’interiorizzazione a livello sociale delle competenze digitali. Come viene esplicitato dagli ultimi dati Istat sul livello della digitalizzazione citati negli articoli precedenti, emerge un effettivo aumento degli internauti. Tuttavia la problematica è che, tra chi usa internet, quasi la metà ha competenze digitali basse. Analizzando il tipo di connessione a disposizione in relazione ai vari nuclei familiari, diventa evidente uno dei principali aspetti di questo divario. Infatti, se nelle famiglie con almeno un minorenne la quasi totalità è dotata di un collegamento a banda larga (95,1%), tra le famiglie in cui i membri sono esclusivamente persone ultrasessantacinquenni la quota decresce drasticamente (34%). Anche solo con questi semplici numeri diventa lampante che una delle problematiche più rilevanti in Italia è adducibile ad una questione generazionale, fattore non secondario considerando che gli anziani over sessantacinque sono quasi 14 milioni e di questi la metà sono over settantacinque. Discriminanti Ulteriore causa di questo divario è il titolo di studio. Analizzando le persone che dispongono di una connessione a banda larga, questo fattore diventa palpabile, in quanto quasi la totalità delle famiglie con almeno un componente laureato ne dispone (94,1%), mentre, in quelle in cui il titolo più elevato raggiunto è la licenza media, questa percentuale è dimezzata (46,1%). Altre ragioni che alimentano questo divario sono di ordine economico, legate all’alto costo dei collegamenti o degli strumenti necessari, soprattutto per quanto riguarda la banda larga veloce. Dall’analisi combinata per generazione e titolo di studio, si può riscontrare che i laureati della generazione del “baby boom”, ossia le persone che nel 2019 hanno 54-73 anni, sono in gran parte internauti. Se questa generazione di laureati riesce ad avvicinarsi sempre più ai livelli di utilizzo dei giovani di 25-34 anni, i “baby boomers” con titoli di studio inferiori continuano ad essere notevolmente di meno. 12

Spesso le persone che non hanno conseguito un titolo di studio elevato, non sentono il bisogno di una connessione adeguata a causa di una incapacità di utilizzare un mezzo come internet. Questo fatto può diventare un circolo vizioso che si riversa anche sul versante occupazionale. Negli anni, tra gli occupati, si è gradualmente attenuato il divario tra dirigenti, imprenditori, liberi professionisti e operai per quanto riguarda le competenze digitali. Tali competenze sono ormai un aspetto fondamentale del proprio “curriculum”, infatti le “digital hard skills” o le “digital soft skills” stanno diventando tra le competenze più richieste nel mercato del lavoro. È quindi visibile come anche il lavoro si stia sempre più evolvendo verso il digitale, sollevando questioni di disuguaglianza rilevanti. Ad esempio, un fenomeno ormai acclamato è il divario digitale di genere, ossia l’esistenza di differenti “digital opportunities” tra uomini e donne, in particolare riguardo le diverse possibilità di accesso al mondo digitale. Anche in questo caso le motivazioni vanno ricercate nel titolo di studio raggiunto. Dai dati del MIUR emerge che difficilmente le donne frequentano scuole secondarie di secondo grado, rimanendo su un livello di competenze digitali abbastanza basso. Questo problema si rileva anche nell’infimo numero di ragazze che intraprende dei percorsi di studio informatici, dalle superiori all’università. Solo l’1,79% delle immatricolazioni a Facoltà come Ingegneria Informatica sono femminili, mentre per gli istituti tecnici la percentuale è del 16,3%. Le laureate nei corsi STEM sono il 31% per la triennale e 27 % per la magistrale in ingegneria, raggiungendo cifre simili anche nelle lauree per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Solo una minima parte delle donne si laurea in settori legati alla tecnologia, secondo il rapporto “Women Digital Age” della Commissione europea, il divario digitale di genere è su tutti i livelli, nell’educazione, nella carriera e nell’imprenditoria. Piani per il futuro Per tutte quelle persone che sono rimaste fuori dalla digitalizzazione, in particolare per una questione anagrafica, il cambiamento è stato brusco. Scomodo

Maggio 2020


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