Parallasse
-------------------------------------------------------------------la rassegna stampa di Scomodo
Lo spostamento apparente di un oggetto causato da un cambiamento di posizione dell’osservatore è un effetto ottico noto come parallasse. Si tratta di un concetto potente, utile a descrivere il relativismo generato dalla molteplicità di interpretazioni dei fatti, soprattutto nell’industria dell’informazione. Spiegare questa molteplicità è l’obiettivo di questa rassegna stampa mensile.
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L’acquisizione del Gruppo Editoriale GEDI da parte di Exor ha sconvolto il panorama dell’informazione nazionale: se in precedenza i giornali del gruppo, specialmente Repubblica, hanno dimostrato di soffrire molto i cambi di gestione, con l’arrivo della holding guidata dagli Elkann stiamo assistendo ad uno stravolgimento senza eguali della linea editoriale delle varie componenti del gruppo, ora totalmente asservite agli interessi economici della nuova proprietà. Questo primo mese di gestione della nuova proprietà ha già creato molte criticità sulla nuova linea imposta, che rischia di minare la credibilità di uno dei pilastri dell’informazione italiana. Dei cambi di gestione mai semplici C’è stato un tempo in cui Repubblica era una meravigliosa macchina da guerra. Alla prima parte della sua storia, quella della direzione di Eugenio Scalfari, per la nostra età non abbiamo avuto modo di potere assistere, mentre la seconda parte della “stagione felice” di Repubblica, quella in cui fu direttore Ezio Mauro, è stata probabilmente per molti di noi quella in cui abbiamo scoperto il giornalismo. Gli anni in cui Berlusconi guidava il Paese attraverso la più grande crisi economica dopo quella del ‘29, concedendosi ciò nonostante festini e cene che molti trovavano inconciliabili con la posizione di Presidente del consiglio che ricopriva e ricorrendo spesso a leggi “ad personam”
che più che rispondere a problemi del Paese avevano come obiettivo quello di allontanare o far cadere i processi che lo riguardavano. Corrado Guzzanti, in un programma di Rai 3, scherzava: “Berlusconi: ‘scopo tutto il giorno, vi dà così fastidio se la sera lavoro un’oretta?’”. L’atmosfera era quella. Repubblica la raccontò come nessun altro giornale, mantenendo sempre uno sguardo corretto ed obiettivo ma senza fare sconti al governo. Soprattutto, scegliendo di portare avanti una linea chiara ed efficace che raggiunse il culmine con la pubblicazione delle famose “10 domande di Repubblica” a Berlusconi. Ogni giorno venivano pubblicate nelle prime pagine e si spiegava che non sarebbero state tolte fino a che Berlusconi non avesse risposto a tutte e dieci. Berlusconi denunciò il direttore Ezio Mauro per la pubblicazione “reiterata ed ossessiva” delle domande, ma perse la causa perchè i giudici decisero che erano “di interesse generale”. Fu Repubblica a scoprire che Berlusconi aveva partecipato alla festa dei diciott'anni di Noemi Letizia, e da lì partirono poi tutte le inchieste su Ruby e sui Bunga Bunga. Repubblica cavalcò legittimamente l’antiberlusconismo diventando quasi uno strumento di resistenza, il simbolo di una lotta politica e di una opposizione che c’era nel paese e che poi si concretizzava e materializzava nelle enormi piazze del “popolo viola” che chiedeva le dimissioni di Berlusconi. Scomodo
Maggio 2020