BUROCRAZIA: UN RAPPORTO COMPLICATO
GUIDA PER POTER CAPIRE AL MEGLIO LA MACCHINA BUROCRATICA ITALIANA Il 23 Maggio, Giuseppe Conte in un'intervista a Milano Finanza ha espresso la volontà del governo di procedere con un grande piano di semplificazione della macchina burocratica statale, presentando questo piano come “la madre di tutte le riforme”.L'emergenza COVID di questi mesi ha nuovamente acceso il dibattito in Italia sulla necessità di riformare un sistema burocratico considerato all’unanimità lento e inaffidabile: un banco di prova importante per il Governo, che solo tramite una semplificazione dell’apparato potrà facilitare il processo di ripresa economica del Paese.
LA BUROCRAZIA È UN MODELLO CHE APPARTIENE AL PASSATO Già fin dalla creazione del termine, avvenuta per volontà dell’economista francese de Gournay , la parola “burocrazia” ha avuto sempre un senso dispregiativo: il “potere degli uffici”,che riguarda concretamente con l'organizzazione dello stato e dovrebbe avere in se, come anche scritto da M.Weber, le caratteristiche di una divisione del lavoro e dei compiti che sia il più possibile scaglionata per fasi e per competenze. Sostanzialmente il concetto vitale è che ognuno amministri il suo compito con professionalità ed imparzialità, secondo incarichi assegnati gerarchicamente e tramite una selezione del personale che sia il più possibile basata sulle competenze per garantire efficienza, trasparenza e legalità delle forme. Questo modello organizzativo tuttavia si presenta oggi nel nostro paese, ma anche in molti altri paesi Europei, piuttosto carente se pensiamo alla qualità del tipo di servizio che offre. Il grado di efficienza che questo modello rappresenta risulta ulteriormente degradante se rapportato alle spese in termini di freno imposto al progresso sociale ed in termini di concreta tutela dei diritti del singolo cittadino.
COME UN'OMBRA CHE CI SEGUE TUTTI I GIORNI L'ufficio studi della CGIA di Mestre, associazione di artigiani e di piccole imprese, pubblica il 18 Aprile 2020 un lavoro sull'impatto in termini di spesa che la burocrazia ha sulle imprese italiane, che secondo la ricerca ammonterebbe a circa 57 miliardi annui su tutto il territorio nazionale, di cui ben 32 miliardi spesi dalla piccola e media imprenditoria italiana, che rappresenta il cardine economico del nostro Paese. In ordine Milano, Roma e Torino sono le città che più ne risentono: le vetrine che l’Italia usa per mostrarsi al mondo sono quelle maggiormente soffocate dal peso della macchina burocratica. Come avviene in concreto questo? L'Italia ha, rispetto agli altri stati europei, una quantità di materiale normativo che fa rabbrividire: il “The European House – Ambrosetti” stima una normativa che conta le 160 mila norme contro le 7 mila e le 5 mila e cinquecento di Francia e Germania. Il sovrapporsi di legislazioni di vario livello su medesimi temi fa si che ogni attività che opera nei limiti della legalità si trovi a fronteggiare problemi prima di tutto di comprensione e, in seconda battuta, attuativi non indifferenti.
Scomodo
Maggio 2020
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