STORIA E POLITICA

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Storia e Politica. Annali della Fondazione Ugo La Malfa - xxxi, 2016

Roberto Morozzo della Rocca

Cattolici italiani e Russia rivoluzionaria

Nell’accostarsi ai rapporti fra cattolicesimo italiano e Russia rivoluzionaria va tenuta a mente una storia pregressa di sostanziale inimicizia tra Chiesa romana e Russia. L’identità della Russia zarista era connessa alla confessione cristiana ortodossa: nelle terre russe il cattolicesimo era considerato un elemento antistatuale e antinazionale. Inoltre il cattolicesimo era la fede dei polacchi, ovvero di tradizionali Erzfeinde che a loro volta, specularmente, disprezzavano l’ortodossia – graeca fides nulla fides. Limitazioni e divieti al cattolicesimo erano sempre stati drastici in Russia. Allorché le spartizioni settecentesche del grande Stato polacco-lituano fecero sì che nuovi territori ucraini e bielorussi fossero incorporati nei domini dei Romanov, fu precipitevole cura degli zar procedere a sopprimere le Chiese cattoliche di rito orientale presenti in quelle zone e a porre ostacoli alle attività dei cattolici latini1. Solo l’ortodossia aveva diritto alla protezione statale essendo la religione dell’impero – beninteso non era solo la religione dell’etnia russa ma per l’appunto la religione di Stato, essendo l’impero multinazionale e multietnico. Da secoli nei palazzi apostolici vaticani si guardavano Mosca e San Pietroburgo come avversarie e rivali sugli scenari dell’Europa orientale. E proprio alla vigilia della rivoluzione russa, nel 1916, la Santa Sede aveva eccezionalmente derogato alla sua linea di rigorosa neutralità nel conflitto europeo, col chiedere in segreto al kaiser tedesco d’impedire militarmente che la Russia riuscisse a impossessarsi di Costantinopoli. Si temeva che la Russia, assommando nei suoi

1 Su questo aspetto e sulla situazione del cattolicesimo nella Russia zarista del primo Novecento cfr. Roberto Morozzo della Rocca, Le nazioni non muoiono. Russia rivoluzionaria, Polonia indipendente e Santa Sede, Il Mulino, Bologna 1992; Antoine Wenger, Rome et Moscou: 1900-1950, Desclée de Brouwer, Paris 1987; Laura Pettinaroli, La politique russe du Saint-Siège (1905-1939), École Française de Rome, Rome 2015; nonché gli atti dei due convegni organizzati dal Pontificio Comitato di Scienze Storiche e dall’Istituto di Storia Universale dell’Accademia Russa delle Scienze a Mosca nel 1998 e a Vienna nel 2001: Santa Sede e Russia da Leone XIII a Pio XI. Vol. I, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2002 e (a cura di Massimiliano Valente) Vol. II, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2006. Sul cattolicesimo nell’impero zarista dopo le spartizioni settecentesche della Polonia, che accrebbero enormemente il numero dei cattolici sudditi dei Romanov, si vedano le opere dei due gesuiti Pierling e Boudou e, per contrasto, quella del procuratore del Santo Sinodo dell’ortodossia russa, Tolstoj: Paul Pierling, La Russie et le Saint-Siège: etudes diplomatiques, 5 voll., Plon-Nourrit, Paris 1896-1912; Adrien Boudou, Le Saint-Siège et la Russie. Leurs relations diplomatiques au XIX siècle, 2 voll., Librairie Plon, Paris 1922 e Editions Spes, Paris 1925; Dmitrii A. Tolstoj, Le Catholicisme romain en Russie, 2 voll., Dentu, Paris 1863-1864.


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