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Storia e Politica. Annali della Fondazione Ugo La Malfa - xxxi, 2016
Stefano Garzonio
La letteratura russa in Italia negli anni della Rivoluzione. Il ruolo degli emigrati
Sulla seconda pagina del settimanale “La Russia nuova” di martedì 13 agosto 1918 troviamo, a firma M. Starowierow, un articolo intitolato semplicemente Massimo Gorki. L’autore del testo, lo scrittore emigrato Michail Pervuchin (1870-1928)1, intendeva mettere in risalto l’atteggiamento ambiguo del grande scrittore nei confronti della patria, dei suoi destini, della guerra e del socialismo. Lo faceva riportando brani d’una lettera ricevuta dallo scrittore «mistico-russo», Aleksej Zolotarëv, anche costui all’epoca esule in Italia e strettamente legato all’impresa della «Biblioteca russa» di Umberto Zanotti-Bianco2. Nella sua lettera a Pervuchin, ampiamente citata nell’articolo e risalente al 1916, Zolotarëv si sfogava del comportamento di Gor’kij ancora nei primi anni della Grande Guerra, un comportamento che avrebbe messo in evidenza le «divergenze profondissime ed insanabili tra il Gorki-individuo, Gorki-russo, ed il Gorki l’uomo del partito»3. Il nostro così concludeva la sua missiva: «Gorki l’individuo, Gorki il russo, desidera la vittoria russa. Gorki lo schiavo della dottrina falsa, lo schiavo del partito, egli desidera la disfatta russa. Ed io non posso restare più suo amico». Pervuchin, anche sulla base dei dispacci pubblicati da Virginio Gayda sulla “Stampa”, constata che Gor’kij, tornato in patria, è ora osteggiato dai bolscevichi per l’orientamento del suo giornale “Novaja Žizn’”, ma allo stesso tempo ritiene che il grande scrittore, «se egli è ancora tra i vivi», sta pagando 1 Su questa figura si veda L’Italia sui giornali e i periodici dell’emigrazione russa in Lettonia (Le corrispondenze da Roma di Michail Pervuchin), “Res Balticae. Miscellanea Italiana di Studi Baltistici”, II (1996), pp. 201-218; S.M. Gučkov, Pervuchin Michail Konstantinovič, in Russkie pisateli (1800-1917) Biografičeskij slovar’ [Scrittori russi (1800-1917). Dizionario biografico]. t. 4, Izdat. Sovetskaja Ėnciklopedija, Moskva 1999, pp. 554-556; infine Stefano Garzonio-Bianca Sulpasso, Oskolki russkoj Italii. Issledovanija i materialy. Kniga 1 [Schegge dell’Italia russa. Ricerche e materiali. Libro I], Russkij Put’, Moskva 2013, pp. 82-86. 2 Cfr. Angelo Tamborra, Esuli russi in Italia dal 1905 al 1917, Laterza, Roma-Bari 1977, pp. 87-101; nonché le tante lettere presenti in Umberto Zanotti-Bianco, Carteggio 1906-1918, a cura di Valeriana Carinci, Laterza, Roma-Bari 1987. 3 M. Starowierow, Massimo Gorki, “La Russia Nuova”, 13 agosto 1918, p. 2. Sul complesso atteggiamento di Gor’kij nei confronti della prima guerra mondiale si veda il recente saggio di Lidija A. Spiridonova, Byl li Gor’kij poražencem? [Era Gor’kij un disfattista?], in Russkaja publicistika i periodika epochi pervoj mirovoj vojny. Politika i poetika. Issledovanija i materialy [La pubblicistica e i periodici russi dell’epoca della prima guerra mondiale. Politica e Poetica. Studi e materiali], a cura di Vadim Vladimirovič Polonskij et al., IMLI RAN, Moskva 2013, pp. 145-168.