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Storia e Politica. Annali della Fondazione Ugo La Malfa - xxxi, 2016
Olga Dubrovina
Politica estera e/o rivoluzione? I primi passi della Russia bolscevica in Italia: protagonisti, strumenti, sovrapposizioni
All’indomani della rivoluzione d’Ottobre il neonato governo sovietico deve affrontare le questioni di politica estera ridefinendo le proprie responsabilità in seno all’Intesa e il proprio atteggiamento verso la “vecchia” diplomazia internazionale. Nel secondo decreto pubblicato dal governo sovietico il 26 ottobre – secondo il calendario giuliano – 1917 veniva data risposta ai problemi che interessavano i governi europei sulla nuova politica estera della Russia sovietica. Vladimir Ilic Lenin, in veste di Presidente del Consiglio dei Commissari del popolo, dichiara l’immediata uscita della Russia dalla prima guerra mondiale e l’urgente avvio delle trattative con tutte le parti belligeranti. Inoltre annuncia il passaggio a un nuovo tipo di politica internazionale che prevede la trasparenza delle attività diplomatiche e «la pubblicazione di tutti i trattati segreti confermati o stipulati dal governo di latifondisti e capitalisti dal febbraio al 25 ottobre 1917»1. Tale azione non solo poneva drasticamente fine alla diplomazia tradizionale dell’epoca zarista ma annunciava anche l’avvento d’una nuova politica estera sovietica ispirata alle idee rivoluzionarie. Una volta preso il potere, i bolscevichi si aspettavano che il processo rivoluzionario avrebbe coinvolto tutta l’Europa occidentale. Insieme al Komintern la diplomazia sovietica nei primi anni rappresentava uno degli strumenti dell’esportazione della rivoluzione russa all’estero. Durante tutti gli anni ’20 i bolscevichi discutono sul ruolo della diplomazia nell’ambito dell’attività del governo rivoluzionario, trovandosi di fronte alla necessità d’elaborare propri principii sulla conduzione della politica estera2. Il “biennio rosso” italiano è stato inserito dagli storici sovietici nella mitologia rivoluzionaria comunista come un ricordo prezioso dell’azione internazionale a sostegno della giovane repubblica sovietica russa e del glorioso tentativo d’esportare la rivoluzione proletaria in Occidente3. In quel periodo il potere bolscevico si trovava ancora in una situazione
Dekret II Vserossijskogo s’ezda Sovetov “O mire” 26 oktjabrja 1917 g. [Decreto “Sulla pace” approvato dal II Congresso panrusso dei Soviet del 26 ottobre 1917], in Dekrety Sovetskoj vlasti [Decreti del potere sovietico]. Vol. 1, Moskva Izdat. Političeskoj Literatury, u.a. 1957, p. 16. 2 Timothy Edward O’Connor, Georgij Čičerin i sovetskaja vnešnjaja politika 1918-1930, Progress, Мoskva 1991, p. 16. 3 Si veda ad esempio K.V. Kobyljanskij, Zabastovka solidarnosti s Sovetskoj Rossiej 20-21 ijulja 1919 [Lo sciopero di solidarietà con la Russia sovietica del 20-21 luglio 1919], in Rossija i Italia [Russia e Italia], a cura dell’Akademija Nauk SSSR. Institut istorii., Izdatel’stvo ‘Nauka’, Moskva 1968, pp. 340-351; Kira Emmauilovna Kirova, Zapadnaja Evropa, 1917-j [L’Europa Occidentale nel 1917], 1