STORIA E POLITICA

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Storia e Politica. Annali della Fondazione Ugo La Malfa - xxxi, 2016

Ettore Cinnella

Per un giudizio storico sulla rivoluzione bolscevica

Che cosa dobbiamo intendere per rivoluzione bolscevica? Il giudizio storico non può prescindere da una preliminare e rigorosa precisazione terminologica e concettuale, specie nei numerosi casi – come quello che trattiamo – in cui si sono sovrapposti più significati del termine, diversi e persino fuorvianti. È infatti largamente diffusa, non solo nella pubblicistica ma anche tra gli studiosi, la credenza che la rivoluzione bolscevica debba identificarsi con la rivoluzione russa, o meglio con il suo momento decisivo e culminante dell’autunno 1917. E tutti, o quasi tutti, ripetono da sempre che fu il partito di Lenin il principale artefice, oltre che il trionfale vincitore, del processo rivoluzionario apertosi nel febbraio-marzo e conclusosi con l’insurrezione d’ottobre e la nascita del governo sovietico. Beninteso, è antica consuetudine distinguere le due fasi della rivoluzione del 1917, quella democratica di febbraio che abbatté il regime zarista e l’altra che, dopo mesi agitati e convulsi, portò i bolscevichi al potere. Ma tanto gli ammiratori della prima, i quali rimpiangono l’occasione mancata dell’avvento della democrazia in Russia, quanto gli apologeti della seconda i quali – oggi meno numerosi – giudicano positiva l’esperienza sovietica, sono concordi nel ravvisare in Lenin il massimo demiurgo della rivoluzione russa. Ma è davvero così? Un celeberrimo storico britannico, autore della monumentale A History of Soviet Russia in 14 volumi (1950-1978), si propose di «scrivere non la storia degli avvenimenti che hanno caratterizzato la rivoluzione – questi sono stati narrati più volte – ma dell’ordinamento politico, sociale ed economico che ne è emerso». Orbene, i primi tre lunghi libri, che volevano avere «carattere di introduzione» al resto dell’opera, s’intitolavano The Bolshevik Revolution, 1917-1923: «Il fine che mi sono proposto in essa non è di dare una narrazione esauriente degli avvenimenti di questo periodo, ma un’analisi di quei fatti che hanno modellato le principali linee dello sviluppo successivo. Per esempio, il lettore non troverà una narrazione esauriente della guerra civile»1. In effetti, bisognerebbe intendere per rivoluzione bolscevica, senza confonderla con la rivoluzione russa, anzitutto l’esito bolscevico del terremoto rivoluzionario del 1917, cioè la presa del potere da parte dei bolscevichi guidati da Lenin. Ma è anche lecito indagare il trionfo del bolscevismo nell’autunno 1917 in una più ampia prospettiva, osservando come il partito comunista abbia plasmato la società russa e creato il sistema sovietico negli anni successivi all’insurrezione d’ottobre. In questo senso possiamo chiamare rivoluzione bolscevica, seguendo le orme di Edward H. Carr, il processo di genesi e formazione del mondo

1

Edward H. Carr, La rivoluzione bolscevica. 1917-1923, tr. it., Einaudi, Torino 1964, pp. XI-XII.


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