Storia e Politica. Annali della Fondazione Ugo La Malfa - xxxi, 2016
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Nota del Curatore
C’è una contraddizione su come si vive o come si deve o dovrebbe vivere. Lev Tolstoj, Guerra e rivoluzione Doveva essere migliore degli altri il nostro ventesimo secolo Non farà più in tempo a dimostrarlo [...] Sono ormai successe troppo cose Che non dovevano succedere E quel che doveva arrivare Non è arrivato. Wisława Szymborska, Vista con granello di sabbia. Poesie 1957-1993
Già prima della crisi epocale 1989-1992 “l’eroico Ottobre bolscevico” aveva perduto il fascino con il quale la rivoluzione si era diffusa nell’immaginario collettivo europeo, prima che la propaganda ne alimentasse la retorica. A farglielo perdere aveva contribuito la letteratura assai prima e meglio dell’interpretazione storica. I poeti avevano assunto la rivoluzione d’Ottobre a materia della propria arte, ma erano naufragati sugli scogli del mare della vita – sopraffatti dal compito di trasfondere in un nuovo linguaggio il mito del progresso lineare e collettivo annunciato e promesso a tutti. I grandi scrittori continuavano ad essere dominati dal problema dell’uomo, a rispondere alle domande individuali della condizione umana. Tuttavia, chi scriveva – anche se non tutti – prima della crisi epocale del 1989-1992 doveva tener conto del fatto che la rivoluzione d’Ottobre – pur con tutti i costi umani, errori e crimini compresi – dimostrava che «il socialismo non era più un sogno» (Eric Hobsbawm). E anche chi, come Norberto Bobbio, invitava negli anni della “guerra fredda” i comunisti al dialogo, concedeva alla rivoluzione d’Ottobre il merito d’aver operato la trasformazione di un mondo feudale, socialmente ed economicamente arretrato, e riconosceva al mondo comunista, da essa creato, di essere l’erede e quindi la continuazione della rivoluzione tecnico-scientifica che caratterizza il pensiero moderno. Se, come è giusto, il presente pone i suoi quesiti alla storia, la crisi epocale del 19891992 ha liberato la storiografia dagli impacci legati a fini politici contingenti per rispondere alla domanda di cui qui interessa conoscere la risposta: quale è stato l’impatto della rivoluzione d’Ottobre in Italia? Nel titolo della sezione l’Italia ha la precedenza, essendo stata essa ad essere colpita dall’ondata rivoluzionaria. È bene precisare che per impatto qui si intende l’insieme delle reazioni immediate, di breve periodo, comprese tra guerra e immediato dopoguerra. Le domande a cui la sezione intende rispondere sono diverse dal tema dell’influenza politica esercitata dalla rivoluzione d’Ottobre nel lungo periodo, la cui rilevanza è vissuta fino alla crisi epocale del 1989-1992. Il termine ad quo della periodizzazione adottata non può che essere il 1917, il termine ad quem è lasciato indeterminato. E ne spiegherò le ragioni.