LA SFIDA VERDE
U
na scommessa. Poco più di un anno fa la Commissione ha lanciato il Green Deal europeo con l’intento di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Non sono molti trent’anni di tempo per azzerare le emissioni di CO2, responsabili dell’effetto serra che innalza la temperatura media del pianeta con gravissimi rischi per la stessa umanità. Le istituzioni europee stanno man mano riempiendo di contenuti il loro programma: a dicembre il Consiglio europeo ha fissato un obiettivo intermedio «vincolante» per ridurre del 55% le emissioni di gas effetto serra entro il 2030 rispetto al 1990 e ha predisposto una legge sul clima per agire su tutti i settori, dall’energia che provoca il 75% delle emissioni, agli edifici che assorbono il 40% dei
L’UE VUOLE LA CARBON NEUTRALITY TRA 30 ANNI, L’ACEA: ENTRO IL
consumi energetici, dall’industria che utilizza solo il 12% di materiali riciclati, alla mobilità che produce il 25% delle emissioni. Una legge che dovrà comprendere incentivi e sostegni adeguati per assicurare una transizione, tenendo conto delle diverse situazioni nazionali di partenza. Più o meno nelle stesse ore, alla scommessa comunitaria si è aggiunta quella delle case produttrici di veicoli. Una sorta di rilancio sottoscritto dai costruttori associati all’Acea (European Automobile Manufacturers Association) – cioè DAF, Daimler Trucks, Ford Trucks, CNH Industrial, MAN, Scania e Volvo Group – che si impegnano a far sì che dal 2040 tutti i camion da loro prodotti saranno fossil free, cioè con propulsori che non utilizzeranno più carburanti fossili, in particolare il gasolio che
oggi alimenta in Europa il 98% del circolante medio e pesante. Per farlo, mettono sul tavolo investimenti
94,5% È la quota presidiata nel 2020 dall’alimentazione diesel nel mercato dei veicoli da trasporto sopra le 3,5 ton
6 maggio 2021
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