In missione
100 anni di Suor Raimonda
di Alessandra Bruscagli
Sesto Fiorentino
“Ho vissuto una vita piena aiutando tante persone”
A
Camminando con fede 2/2020
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bbiamo incontrato Suor Raimonda nella pace e nel silenzio della sua cameretta, nel settore delle suore ammalate o convalescenti, che occupava da circa nove anni al convento della Suore di Santa Marta a Querceto, a pochi giorni dal suo centenario. Infatti Francesca, divenuta poi suor Raimonda, è nata il 23 novembre 1920 a Candida, in provincia di Avellino. “Nella nostra famiglia ci sono state due Suore – ci ha raccontato suor Raimonda – mia sorella, suor Irma, ed io, un’altra sorella si sposò e costruì la sua famiglia, e mio fratello emigrò in Canada e lì è morto qualche anno fa. Mia sorella, suor Irma, fu mandata in Cile, quando aveva 18 anni e ha lavorato sempre lì come insegnante di matematica; aveva tanti allievi che le volevano molto bene in Cile. Lei veniva a trovare la famiglia ogni tanto, ma quando è morta ha voluto che le sue spoglie riposassero in quel Paese vicino ai suoi ragazzi.” Quando è nata in lei la vocazione? “Sin da piccola ho sempre desiderato di fare la suora infermiera, ho iniziato il noviziato l’8 marzo del 1938. Avevo 18 anni e poi sono diventata suor Raimonda; nel 1945 sono stata a lavorare, già vestita da suora, all’ospedale di Luco di Mugello e ci sono rimasta per 5 anni, dopo sono andata a San Gimignano per circa 6 mesi e poi alla clinica privata Sanatrix di Roma, dal prof. Valdoni che allora era uno dei massimi esponenti della medicina. Ero caposala e ci sono rimasta per ben 22 anni”. Fu trasferita a Roma per volontà di Monsignor Montini e con lei anche suor Manuela, oggi madre superiora del convento di Santa Marta a Querceto.
Suor Manuela è infermiera e ci ha confidato che è stata proprio suor Raimonda la sua insegnante, che da lei ha imparato tutto. Nelle parole di suor Manuela si avverte un grande senso di gratitudine e di rispetto verso l’anziana sorella. In quel tempo hanno avuto un paziente importante, è stato operato lì Papa Paolo VI. “Per un periodo ho lavorato ad Arezzo – ha proseguito suor Raimonda, senza segni di stanchezza, ma anzi con gli occhi accesi e luminosi, mentre frugano tra i tanti ricordi in una casa dove ci sono bambini con handicap e dove fanno fisioterapia e riabilitazione in convenzione con la Regione Toscana”. Ha mai pensato che sarebbe potuta arrivare al traguardo dei cento anni di vita? “No, non pensavo che avrei vissuto tanto tempo, perchè nella mia lunga vita ho sofferto gravi malattie come la tubercolosi ghiandolare, ho superato numerose operazioni chirurgiche, sono stata tanto male, ma sono sempre guarita, anche se ogni volta pensavo che sarei tornata presto alla casa del Padre ed invece… eccomi ancora qui. Non mi resta che pregare ed aspettare la chiamata del Signore, non ho paura di morire”. E il bilancio della sua vita è in attivo? “Sì, sono molto contenta, ho vissuto una vita piena, perchè ho potuto fare quello che desideravo ed essere d’aiuto a tante persone, non mi sono mai pentita della mia scelta. Sulla mia strada ho trovato tante persone buone che mi hanno voluto bene. Mi dispiace solo di non avere più forze per poter aiutare e curare gli ammalati di Covid che hanno tanto bisogno in questi giorni difficili”. E per superare un mo-