INTERVISTE
di Chiara Di Martino
U
na speranza concreta per la rigenerazione di tessuti muscolari gravemente lesionati da malattie, traumi o invecchiamento: non un solo studio, ma una “trilogia” pubblicata su un numero speciale di Nanomaterials, apre nuove frontiere nel campo della medicina rigenerativa – che consentirà di far crescere tessuti e organi in laboratorio e in futuro trapiantarli con sicurezza quando il corpo non può curarsi da solo - e di una delle sue branche, l’ingegneria tissutale, termine che compare attorno agli anni Settanta del Novecento. Dietro questo balzo della ricerca, che si affida a tecnologie sofisticatissime, c’è ENEA, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, protagonista di un progetto denominato Smarties – ancora in corso - finanziato dalla Regione Lazio, che ha coinvolto anche tre università italiane (Tor Vergata, Sapienza e Urbino) e due partner internazionali (National University of Singapore e Sechenov First Medical University of Moscow). A raccontare quali sono le implicazioni concrete, come sono state possibili e quali saranno i prossimi step è Laura Teodori, ricercatrice Enea e coordinatrice dello studio. Le piace parlare di trilogia. Ci spiega perché? «Perché si tratta di tre approcci – ciascuno guidato da un giovane assegnista - che convergono verso lo stesso obiettivo come risultato parziale del progetto, che si chiude tra un anno. Ma prima di entrare nel dettaglio, mi piace anche precisare che, come tutti i nostri lavori, anche questo presta grande attenzione all’ambiente. Una delle tre anime dello studio è infatti la click chemistry, la chimica a scatto, che fa parte della green chemistry e, imitando la natura, permette di sintetizzare sostanze complesse in modo semplice e rapido, unendo molecole più piccole». Quali sono queste tre anime? «Abbiamo coniugato electrospinning, matrice extracellulare e, appunto, click chemi-
12 Il Giornale dei Biologi | Ottobre 2020
RIGENERAZIONE BIOLOGICA DEI MUSCOLI LESIONATI
Studio internazionale coordinato dall’ENEA. Laura Teodori: “Alternativa a protesi e trapianti”
stry che ci hanno permesso di mettere a punto nostro lavoro a quel punto è stata, grazie al un sistema all’avanguardia per la rigenerazio- nostro retroterra scientifico, quella di utilizne del tessuto muscolare e, allo stesso tempo, zare come scaffold la matrice extracellulare, sostenibile sia per la salute del paziente sia opportunamente processata, come materiale per l’ambiente. L’electrospinning (o elettrofi- di partenza per l’elettrospinning. La matrice latura) è uno dei settori più promettenti delle extracellulare, ovvero la componente non celnanotecnologie con cui lulare del tessuto scelto è possibile produrre per produrre le nanofi“Abbiamo coniugato “scaffold”, ossia strutbre, ha molti vantaggi: ture tridimensionali in prima di tutto è priva electrospinning, matrice nanofibra, in grado di di cellule e quindi può extracellulare e click guidare la rigenerazioospitare le nuove cellune dei nuovi tessuti. In le che rigenereranno il chemistry” sostanza, sono impaltessuto, non contiene i cature in cui far crescecomponenti immunore le cellule. Avevamo iniziato 10 anni fa con genici del tessuto nativo che potrebbero causcaffold di matrice cellulare dececellularizzata sarne il rigetto, ma al tempo stesso possiede mettendo a punto il costrutto in laboratorio: naturalmente molte delle molecole responsail muscolo veniva decellularizzato per esse- bili dei processi rigenerativi». re reimpiantato su una lesione, per verificare E poi? se l’impalcatura vuota riusciva a ricostruirlo. «L’ultimo tassello è appunto la click cheQuesto approccio, però, aveva mostrato qual- mistry, utile per funzionalizzare lo scaffold , che problema (soprattutto di tipo meccanico), ossia per attaccare su questa impalcatura biocosì ci siamo spinti ancora oltre. La novità del molecole che permettano di aumentarne effi-