Esperienze di conservazione e restauro | Giuseppe Alberto Centauro

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approfondimenti Marta Castellini

L’indagine scientifica tra conservazione e ricerca: il caso della Cappella Barbadori-Capponi nella chiesa di Santa Felicita Premessa L’avvio di uno studio scientifico, finalizzato alla redazione di una tesi di laurea, costituisce un importante momento di relazione tra il ricercatore, i tutors universitari e i referenti per l’istituzione che presiede al manufatto. Si instaura così la possibilità di un confronto tra soggetti diversi, utile a indirizzare l’esperienza di ricerca verso risultati condivisibili sia con la comunità scientifica, sia con gli operatori preposti alla conservazione del bene architettonico. Nello specifico, questo contributo delinea il percorso della mia tesi di specializzazione presso la Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio dell’Università degli Studi di Firenze – discussa con la relazione del professore Giuseppe Alberto Centauro – che indaga le vicende della cappella Barbadori-Capponi nella chiesa di Santa Felicita a Firenze, scrigno architettonico delle pitture pontormiane e la cui redazione originale è tradizionalmente attribuita a Filippo Brunelleschi. (Fig. 1.36) La prospettiva di indagine globale, adottata in questo studio, ha permesso di elaborare delle valutazioni di tipo conservativo, funzionali al cantiere di restauro allora in corso, nonché di ottenere risultati utili a ricucire la lacuna conoscitiva su questa architettura. La definizione di un progetto di ricerca condiviso L’idea di un progetto di tesi sull’architettura della cappella Barbadori-Capponi69, nasce in concomitanza con l’avvio del cantiere di restauro che, tra febbraio 2017 e marzo 2018, ha interessato il manufatto, comportando la temporanea rimozione degli apparati pittorici di Pontormo: la tavola della Deposizione (restaurata e poi esposta a Palazzo Strozzi nell’ambito della mostra Il Cinquecento a Firenze), gli affreschi staccati dell’Annunciazione e i quattro tondi degli Evangelisti70. La possibilità di indagare le murature a vista ha quindi costituito l’occasione per studiarne materiali componenti e loro messa in opera, al fine di valutare lo stato di conservazione degli elementi costitutivi. Il primo obiettivo da perseguire, funzionale al restauro allora in corso, era dunque quello di coordinare, documentare e analizzare criticamente i dati emergenti dalle indagini diagnostiche svolte, per conto della Soprintendenza

pagina a fronte Chiesa di Santa Felicita, cappella Barbadori-Capponi Elementi architettonici brunelleschiani con tracce di doratura


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