Esperienze di conservazione e restauro | Giuseppe Alberto Centauro

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esperienze di conservazione e restauro • giuseppe alberto centauro

Alla base di qualunque Sistema Informativo, stanno la scomposizione e la codifica degli elementi tecnologici identificabili nel manufatto (Germanà, cit., p. 64); i dati raccolti nell’ambito dei progetti di restauro, dalla scala architettonica fino a quella urbana, sono tipicamente caratterizzati da origini e contenuti eterogenei: è dunque importante riuscire ad estrarre da questa ingente mole di dati informazioni utili e operativamente spendibili per le finalità di analisi e monitoraggio e per efficientare i processi decisionali; tali informazioni devono inoltre essere facilmente gestibili dalle risorse umane coinvolte a diversi livelli gerarchici. Infatti, non è sufficiente che i dati siano semplicemente raccolti e conservati in modo strutturato perché ciò li renda utilizzabili nei processi decisionali: occorre una metodologia analitica basata su strumenti che trasformino i dati in informazioni e le informazioni in conoscenze in grado di dare informazioni immediate sull’andamento dei fenomeni monitorati. La BI può fornire dunque, anche nel settore dei Beni Culturali, una soluzione efficace a queste problematiche. Un altro aspetto cruciale che interessa la gestione dei dati afferenti al patrimonio architettonico è garantire l’interoperabilità tra dati prodotti e i tradizionali SIT (“Sistemi Informativi Territoriali”) in uso presso gli enti pubblici. La tecnologia su cui si basa la BI completa ed integra quanto fino ad ora realizzato su tecnologie Geografiche anche dette GIS – Geographic Information Systems realizzando analisi molto complesse ed estremamente efficaci nella rappresentazione. Il valore aggiunto della BI infine, sta proprio nella possibilità che tale tecnologia offre di approfondire le analisi, individuare le cause di determinati fenomeni, ipotizzare scenari previsionali, monitorare e controllare in continuo il proprio patrimonio di informazioni (Rezzani, cit.). Per tale motivo questo insieme di tecnologie risultano vantaggiose in applicazione ad un ambito, quello del restauro architettonico, che richiede comprensione dei dati (da quelli storici a quelli sugli interventi), documentazione della ‘filiera’ che li ha prodotti, semplificazione nell’analisi delle informazioni orientata alla corretta pianificazione degli interventi, monitoraggio. Business Intelligence per i Beni Culturali: flusso di lavoro ed elaborazione dati Il concetto di Business Intelligence applicato al mondo dei Beni Culturali può sembrare un ossimoro eppure il periodo storico che stiamo attraversando è legato a doppio filo a processi di trasformazione digitale – si parla di ‘economia 4.0’, ‘digital trasformation’, ecc. – che interessano i settori più disparati, dall’ingegneria biomedica all’agricoltura; quindi perché non dovrebbe interessare anche il settore del nostro patrimonio architettonico? Nel provare a dare una risposta a tale quesito, occorre partire dalle problematiche. Un sistema di gestione dati nel mondo aziendale ha spesso un’architettura complessa, personalizzata (o customizzata) per specifiche esigenze aziendali ed in grado di regolare non solo i dati, ma l’intera vita lavorativa di tutti i dipendenti e i collaboratori dell’azienda stessa. In ambito aziendale tale infrastruttura è possibile poiché basa i propri principi di funzionamento su standard di riferimento – software gestionali per l’amministrazione, la gestione del personale, la fatturazione, ecc. – già presenti sul mercato, per poi rigenerare


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Il progetto conservativo

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L’importanza del metodo

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L’analisi dei valori

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Business Intelligence per i Beni Culturali: flusso di lavoro ed elaborazione dati

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Normative di riferimento

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Sviluppi e prospettive future

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Introduzione

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Il percorso formativo

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Premessa

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pages 23-28

Nota del curatore

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