dallo studio al progetto di restauro • francesco masci
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Figg. 6.2, 6.3 Chiesa di San Giorgio alla Costa, fotopiano del progetto di conservazione
Prospetti Chiesa di San Giorgio
Nell’analisi dei complessi edilizi oggetto di studio gli studenti hanno operato in 4 fasi di ricerca principali: la prima di ricerca bibliografica ed archivistica; la seconda dedicata alla lettura tecnica del modo di “murare”, affrontato prima sulla base di un’accurata indagine sul campo e poi seguita da un puntuale lavoro d’interpretazione, comprensione e riordino del materiale; la terza fase, invece, che è stata orientata a definire e spiegare il ‘come’ ed il ‘perché’ delle diverse tipologie, dei diversi materiali e degli elementi di degrado, ha portato alla mappatura cromatica delle superfici (Fig. 6.4), per poter individuare e catalogare i colori di ciascuna superficie (Fig. 6.5), sia essa muraria, tinteggiata, lapidea o affrescata, e per produrre delle tabelle con codici di colore e ipotizzare la fase di intervento. La quarta fase, di cui ne parleremo nello specifico nei paragrafi successivi, è stata quella di redazione del progetto di restauro conservativo e del progetto di riabilitazione funzionale dei complessi monumentali. Il progetto conservativo Come più volte ripetuto nei capitoli introduttivi del libro, la fase di studio del degrado, delle cause che l’hanno prodotto, dell’analisi dei materiali con la necessità di campagne conoscitive preventive (saggi pittorici, prove di carico, analisi strutture lignee, ecc.), condotta in modo rigoroso, è uno strumento indispensabile per gli interventi manutentivi e/o di restauro conservativo. Partendo da questo assunto, è necessario però chiarire che non esiste una metodologia codificata che precisa in maniera univoca i confini del progetto di conservazione, le regole ed i protocolli a cui attenersi, in quanto ogni forma di degrado ha le sue specificità. Con riferimento alla lettura delle patologie che interessano i materiali esistono, in particolare, delle ‘raccomandazioni’, elaborate dai gruppi di ricercatori dell’Istituto
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