Esperienze di conservazione e restauro | Giuseppe Alberto Centauro

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dallo studio al progetto di restauro • francesco masci

L’analisi dei valori Da qualche anno a questa parte, a passo con i tempi e con il grande uso dei social network da parte dei giovani studenti di architettura, il corso di restauro ha introdotto una novità per aiutarli nella fase progettuale e di valorizzazione: la redazione di moodboard6, una tavola delle emozioni, dei valori e dei disvalori percepiti in un determinato contesto. L’elaborato è stato riproposto in modo originale dal Prof. Centauro nel percorso di studi orientativo del restauro per stimolare l’approccio conoscitivo proprio del restauro nel prendere coscienza dei valori da salvaguardare, per stimolare tutto questo da parte degli studenti (Tavv. 6.7-6.10). Nel campo del restauro la creazione di un moodboard come un concept di progetto significa riportare, una volta raccolti tutti i dati di rilievo, storici e documentari, un racconto ben strutturato per comunicare il proprio messaggio propositivo; una sorta di narrazione visiva volta a focalizzare il proprio processo creativo che porta al progetto di riabilitazione funzionale della fabbrica e di valorizzazione di parti o dell’intero complesso della fabbrica stessa. La rappresentazione visiva, fatta di immagini e di schizzi, è spesso molto più forte di mille parole o di un disegno geometrico leggibile solo da addetti ai lavori. Nel nostro caso specifico ci sono stati studenti che nel progetto di San Giorgio alla Costa hanno trovato ispirazione nelle grate del coretto o negli organi; nel progetto di Santa Felicita in Piazza, nella vita religiosa delle suore di clausura, nell’ascolto del silenzio che si ha all’interno del chiostro oppure nel percorso del Granduca lungo il Corridoio Vasariano (Tav. 6.11); nel progetto del Seminario Arcivescovile Maggiore alcuni moodboard si sono aperti più alla città e coinvolto la vita dei seminaristi con il quartiere di San Frediano, oppure hanno raccolto tutti i dettagli caratteristici di quel edificio per individuare un percorso conoscitivo di unione tra Lungarno e quartiere (Fig. 6.10); altri hanno individuato nel concetto di ospitalità la fonte di ispirazione del progetto. Per la Chiesa di San Francesco di Sales gli studenti hanno indicato il proprio moodboard nel percorso del silenzio; avere una chiesa che si trova all’interno di una corte accessibile solo da un ingresso e protetta dalle mura storiche di Firenze ha posto le basi per il loro progetto come luogo di preghiera, di rifugio e come sosta sulla via dei pellegrini. Il passo successivo è stato quello di trasferire le idee ed i concetti espressi nella tavola delle emozioni in un progetto condivisibile, che riportasse ‘vita’ laddove non era più presente o che individuasse una nuova funzione che fosse affine con la fabbrica stessa.

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Dall’inglese mood “umore” e board “tavola”.

Fig. 6.10 Seminario Arcivescovile Maggiore, al centro della vita del quartiere, schemi di progetto con analisi dei percorsi

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