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... E ORA to
conosco
Come mi sento PRIMA di iniziare? tranquillo/a preoccupato/a
cca a me!
DA ZIA UBALDA
VERIFICA FORMATIVA
“Meno male che oggi è mercoledì”, pensò Sara. I mercoledì erano sempre belli, anche se magari la scuola era stata barbosa. Di mercoledì Sara, dopo la scuola, andava infatti da zia Ubalda. Ubalda era l’unica zia di Sara ed era la sua zia preferita. Una volta Sara aveva pensato a come sarebbe stato se avesse avuto due zie oppure dieci e aveva deciso che zia Ubalda sarebbe comunque sempre rimasta la sua zia preferita. Zia Ubalda era semplicemente la persona più divertente, allegra e simpatica che Sara avesse mai conosciuto. Ma soprattutto zia Ubalda sapeva ascoltare. Trovava interessante tutto quello che Sara diceva. Altri adulti reagivano spesso con un “mm, già”, quando raccontava loro qualcosa e intanto pensavano a tutt’altro, oppure non capivano quello che Sara voleva dire. Zia Ubalda invece capiva tutto. Per esempio, di recente Sara era stata tormentata di nuovo dai pensieri. – Sto sempre a rimuginare su ogni cosa – si era lamentata con zia Ubalda. – È inutile, sono troppo sensibile. – Ma farsi venire dei pensieri è una cosa positiva – aveva risposto zia Ubalda. – La maggior parte delle persone pensa troppo poco. Vive così, alla giornata, trallallero trallallà. Spesso dice cose stupide. Ma tu no. Hai come delle antenne sulla testa e con quelle senti tutto quello che succede e allora poi ci pensi sopra. È proprio giusto fare così. Zia Ubalda non assomigliava proprio per nulla alla mamma di Sara, benché fossero sorelle. La mamma di Sara era alta e snella e aveva un viso delicato con un nasino fine e dritto, una bocca sottile e occhi da gatta. E aveva anche lunghi capelli biondi (ma erano tinti… in realtà i suoi capelli erano castani come quelli di zia Ubalda). S. Heinlein, In fuga con la zia, San Paolo
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