UN GIRO IN MACCHINA 2019
L’AUTOMOBILE, LA CO2 E LA DISINFORMAZIONE TARGATA GREENPEACE Se le auto emettono una dose rilevante di CO2, elimina la produzione di auto e avrai eliminato il problema. Sfortunatamente, non è così.
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reenpeace ha riunito 15.000 persone sabato 14 settembre, in occasione del Salone di Francoforte, al grido di “make love not CO2”, indicando nella produzione di auto una fonte importante di anidride carbonica, il gas serra responsabile del riscaldamento globale. Il ragionamento è semplice: se le auto emettono una dose rilevante di CO2, elimina la produzione di auto e avrai eliminato il problema. Sfortunatamente, non è così. In sintesi, e anticipando le conclusioni, continueremmo ad emettere CO2, ma possiamo scegliere di farlo in un’economia in salute oppure avendo danneggiato seriamente uno dei suoi (nostri) pilastri. Entrando nel merito, in questa commedia, che vorrebbe a tutti i costi diventare tragedia, ci sono tre soggetti: Greenpeace, l’industria automobilistica e i cittadini. Greenpeace poggia la sua chiamata alle armi su dati recentemente diffusi, la cui comunicazione molto discutibile recita. “Il settore automobilistico, con 86 milioni di auto vendute nel 2018, si stima sia responsabile di 4.8 gigatonnellate (Gt) di CO2 equivalente, circa il 9% del totale delle emissioni globali di gas serra, più delle emissioni dell’intera Unione Europea (4.1 Gt)”. Come stanno davvero le cose? Le auto vendute oggi emettono intorno a 100/130 gr/ km di CO2 (arrotondiamo a 150, per eccesso) e percorrono circa 20.000 km/anno. La calcolatrice dice 250 milioni di tonnellate di CO2, ossia un ventesimo (1/20) di quella denunciata da Greenpeace, che si può ottenere, senza mentire, accostando dati reali di grandezze diverse. Il “settore automobilistico” sono tutte le auto 126