UN GIRO IN MACCHINA 2019
AUTO AZIENDALI, TASSARE IL BENEFIT OLTRE IL 30% SIGNIFICA PENALIZZARE IL DIPENDENTE SU UNO STRUMENTO DI LAVORO Per l’associazione dei noleggiatori Aniasa, si tratterebbe di “una misura assurda, in quanto si tassa non solo l’uso privato dell’auto (come già è) ma quello lavorativo”.
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assare le auto aziendali oltre il 30% significa tassare uno strumento di lavoro al pari di una scrivania o di un computer da ufficio. Infatti, il 70% del valore dell’auto, che oggi non viene tassato, è relativo all’uso per lavoro, come andare a visitare clienti o spostarsi da una sede all’altra dell’impresa. Il 30% invece si riferisce alla parte di macchina che il dipendente non usa per lavoro, ma per i suoi scopi privati, tipo il sabato e domenica o quando sta in ferie. In queste occasioni, potendo godere dell’auto aziendale, riceve un benefit che costituisce retribuzione in natura e dunque va assoggettata a tassazione, come oggi accade. Diversamente, quando un dipendente si muove in auto per lavoro sta usando uno strumento dell’impresa, finalizzato al perseguimento dell’oggetto sociale, alla pari di un furgone, un computer o un biglietto aereo. Pensare di far pagare le tasse al dipendente su quel 70% è come fargliele pagare perché gode di una scrivania o di un viaggio in treno, niente di più e niente di meno. Anche secondo l’Aniasa, l’associazione dei noleggiatori, si tratta di “una misura assurda proprio da un punto di vista concettuale, in quanto si tassa non solo l’uso privato dell’auto (come già è) ma quello lavorativo”. Se dovese passare, l’effetto sarebbe devastante, secondo l’Aniasa: “Così si uccide il settore e si penalizzano i lavoratori. Questa misura affossa definitivamente il mercato dell’auto e colpisce in busta paga 150