EMOZIONI O SCIENZA? LA TRANSIZIONE ELETTRICA METTE ALLE CORDE LE CASE Il peso degli investimenti.
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o scorso anno nel Mondo sono state vendute 1,35 milioni di auto elettriche e poco più di 600.000 ibride plug-in. Le due tecnologie apparentemente si somigliano, ma in realtà sono profondamente diverse, sia per chi le fabbrica sia per chi le usa. Secondo uno studio di Alix Partners, società di consulenza del settore, per assemblare il motore termico e la trasmissione che servono a muovere le macchine a combustione interna (ICE) ci vogliono in media 6,2 ore di manodopera. Nel caso di auto ibrida plug-in (PHEV), le ore salgono a 9,2 (quasi il 50% in più) per l’assemblaggio aggiuntivo del motore elettrico e del pacco batterie. All’opposto, per un’auto solo elettrica le ore scendono a 3,7, ossia il 40% in meno, poiché la trasmissione è meno impegnativa e il motore termico nemmeno c’è. Per i clienti, le differenze non sono sulla scala più/meno, ma su quella aggiunta/rinuncia. Un’auto PHEV consente di non rinunciare alle comodità oggi scontate nell’uso dell’auto: l’autonomia lunga e il rifornimento dovunque e in pochi minuti. Al tempo stesso, aggiunge tutti quei plus emotivi di ispirazione ambientalista, che danno la sensazione di non inquinare l’aria e non riscaldare il pianeta con le emissioni. Queste componenti, sebbene emotive, sono fondamentali nelle scelte che i governi stanno cercando di imporre al settore automobilistico. Se la partita si giocasse sui fatti, staremmo guardando ad altri cambiamenti. Le rilevazioni scientifiche dicono infatti che le macchine che circolano nel Mondo fuori dall’Europa emettono il 4% della CO2 antropica, mentre quelle europee il 2%. Circa il 25% proviene dalle centrali di 175