UN GIRO IN MACCHINA 2019
AUTO E CONCESSIONARI, COME CAMBIA LA DISTRIBUZIONE CON L’ARRIVO DEI MEGA GRUPPI DI DEALER
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a formazione di grandi gruppi della distribuzione auto dovrebbe continuare nel prossimo decennio, secondo quanto espresso al Sole24Ore da molti operatori del settore, capi di case auto, titolari e manager di concessionarie. Lo scenario è occupato da alcuni fatti ormai chiari che spingono verso una concentrazione. Il primo è che occorre recuperare diversi punti di margine lungo la filiera. Fatto cento il prezzo di listino al cliente finale, oggi circa due terzi sono impegnati dalla produzione, fino al momento in cui l’auto esce dalla fabbrica. Nei prossimi anni, questa percentuale è destinata a crescere, a causa degli investimenti che l’industria europea sta pianificando per farsi trovare pronta con il prodotto di domani: sistemi di connessione e di assistenza alla guida, ma soprattutto l’elettrificazione, che costringe a notevoli trasformazioni in produzione. Di conseguenza, quei 30/35 punti di margine che oggi vengono impiegati per far arrivare la macchina a un cliente dovranno comprimersi, imponendo la ricerca di efficienze lungo la filiera. Già questo sarebbe sufficiente a spingere verso economie di scala che, riducendo i costi fissi, consentono di vendere auto con profitto. Ma c’è di più. Molto di più. Il dealer ormai non è l’unico canale di distribuzione: il sistema del noleggio già oggi trasferisce al mercato più di un’auto ogni quattro, spuntando sconti superiori al concessionario e non sopportando i suoi costi di struttura, di organizzazione e di magazzino. A questa fetta, destinata a crescere, si affiancherà il sistema dell’offerta di mobilità (car sharing e derivati), generando ulteriore pressione competitiva sul business dei concessionari. In secondo luogo, il più volte annunciato rimescolamento del70