LA FRENATA DELL’USATO PESA SUI BILANCI DEI DEALER Distribuzione. I concessionari soffrono per l’aumento degli stock di vetture di seconda mano.
N
ella gestione del business di vendita di auto usate, tutti i principali indici finanziari della concessionaria media sono in marcato peggioramento, nel primo trimestre dell’anno. Lo riporta l’osservatorio trimestrale Agos curato dal Centro Studi Fleet&Mobility. Lo stock è salito di oltre il 3% e questa in sé potrebbe pure passare per una buona notizia, visto che i concessionari ancora intercettano troppo poco di questo mercato che è di gran lunga più profittevole per loro, per importanti ragioni. Prima fra tutte, che possono scegliere cosa acquistare in base alla domanda che vogliono soddisfare, senza imposizioni di modelli, versioni e quantità da parte dei costruttori. È così che funziona ogni commercio al dettaglio del mondo. Il problema è che la maggiore disponibilità di offerta non incontra una domanda più alta, anzi. Questo stock di auto impiega più tempo a uscire, rimanendo sul piazzale in media 75 giorni, il 9% in più del valore medio dello scorso anno, quando uno stock inferiore, 85 auto, girava ben 5,3 volte. Nel primo trimestre invece, il magazzino ha girato a una velocità di 4,9 volte nell’anno. Quanto questa minore vivacità delle vendite sia legata al prezzo medio è difficile dirlo. È un fatto che il valore medio a livello nazionale, che dunque sconta differenze anche marcate tra le diverse aree del Paese, si è attestato nei primi tre mesi a 8.335 euro, rispetto agli 8.218 del 2018. Non si tratta di un incremento sensibile, appena sopra un punto percentuale, che infatti non è stato sufficiente a 93