XXIV. LA NUOVA ARTE FIGURATIVA
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6. Giotto, Ascensione di san Giovanni. Cappella Peruzzi, Santa Croce, Firenze. 4. Giotto, Morte e Ascensione di san Francesco, cappella Bardi, Santa Croce, Firenze. 5. Giotto, Crocifisso. Tempio Malatestiano, Rimini.
Quella di Giotto per un verso, quella di Duccio di Buoninsegna per un altro. Giotto aveva lavorato con diverse commissioni tra Firenze, Assisi e Padova. Ma è al Giotto più tardo delle cappelle Bardi e Peruzzi in Santa Croce (1320-1325) che si deve guardare per comprendere l’innovazione «narrativa» della sua pittura. La commissione gli veniva da due delle più influenti e ricche famiglie fiorentine, in un periodo in cui la città era nel pieno della fase espansionistica, e la crisi ancora lontana. I soggetti scelti sono significativi: per la cappella Bardi alcune fra le storie di san Francesco, tratte dalla vita ufficiale scritta da Bonaventura; la scelta degli episodi si appunta su momenti della vita e della morte del santo: dalla scelta iniziale di povertà, con Francesco che si spoglia delle vesti dinanzi al vescovo di Assisi e al padre Bernardone, all’approvazione della Regola; dalla prova del fuoco dinanzi al sultano alla morte, con Francesco disteso nella bara e l’incredulo Girolamo che ricerca le stimmate; non mancano miracoli – l’apparizione di Francesco a sant’Antonio in una chiesa di Arles – e visioni, come quelle del frate e del vescovo di Assisi Guido; l’episodio centrale della vita di Francesco, le stimmate, è all’esterno della cappella, in alto. Collegati alle scene della vita, vi sono quattro riquadri di santi dell’Ordine. Nel complesso, quindi, siamo di fronte a un’interpretazione del significato dell’esperienza francescana – sia del fondatore che dell’Ordine – pienamente trecentesca, in cui gli aspetti carismatici e innovatori del movimento vengono accantonati in favore di una sua ridefinizione istituzionalizzata. Nella cappella Peruzzi la scelta dei temi si lega meno direttamente all’attualità, presentando affreschi con episodi della vita di Giovanni Evangelista e del Battista, in cui l’ispirazione naturalistica e al tempo stesso classicheggiante di Giotto
7. Duccio di Buoninsegna, Tentazione sul monte. The Frick Collection, New York.
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