IX. L’ARISTOCRAZIA
IX. L’ARISTOCRAZIA
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mano destra sulla guancia del cresimando. In origine, probabilmente, siamo davanti a una vera e propria prova di forza, di coraggio, di capacità di sostenere il dolore, quindi può darsi che originariamente si trattasse di una vera e propria ferita, davanti alla quale il cavaliere si doveva comportare in modo virile, poi in seguito, naturalmente, tutto diventa semplicemente simbolico. Quando il cavaliere non combatte, la sua attività fondamentale è la caccia. La caccia che si esercita a livello signorile, nelle grandi riserve dei signori feudali, che si esercita nei confronti della grande selvaggina, quindi di vere e proprie belve, come l’orso, come il cinghiale, come lo stesso cervo che è fortissimo e anche piuttosto pericoloso, ed è un’attività al tempo stesso prerogativa che poi diventerà nobiliare, ma anche addestramento concreto alla guerra. All’interno del ceto feudale e dei ranghi dei milites, nel corso dei secoli bassomedievali si andrà formando il ceto nobiliare, la cui condizione cioè viene sancita dalla legge come trasmissibile di generazione in generazione. Sulle origini del fenomeno e sulla sua antichità la storiografia ha a lungo dibattuto. Oggi la tendenza prevalente, soprattutto negli studi di ambito francese e italiano, è quella a considerare la vasta gamma di ceti feudali dirigenti come «aristocrazie»; riservando il termine «nobiltà» per il periodo successivo almeno all’XI secolo (e questo, è bene precisare, nonostante le fonti del tempo non conoscano il termine «aristocrazia», ma impieghino indifferentemente quello di nobiles), quando cioè vi fu una codificazione giuridica dei privilegi legati all’appartenenza familiare, nonché una chiusura del ceto nobiliare, che trasformò i clan familiari da stirpi in lignaggi, grazie alla scelta di privilegiare la patrilinearità a favore del primogenito; una scelta che mirava a evitare la dispersione dei feudi quando questi divennero trasmissibili in eredità. La nobiltà di un lignaggio dovrebbe
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almeno in teoria prescindere dalle maggiori o minori ricchezze delle famiglie titolate: di fatto, le cose rimarranno più fluide e vi sarà a lungo la possibilità di acquisire titoli nobiliari grazie alla compravendita, se non attraverso politiche matrimoniali.
7. Scena di caccia, 1160 circa. Mosaico della parete occidentale della sala di re Ruggero, Palazzo Reale, Palermo.
GLI ORDINI MILITARI Con gli insediamenti latini in Oriente si venne a creare una nuova figura di cavaliere. Le forze che sostenevano il regno latino di Gerusalemme – subito minacciato dal circostante Islam, che, riavutosi dalla sorpresa, passò presto al contrattacco – erano essenzialmente costituite dall’aristocrazia crociata che presto s’imparentò con famiglie nobili siriaco-cristiane o armene, dalle città marinare italiane che avevano partecipato alla presa di numerose città costiere, nelle quali fondarono le loro fiorenti colonie mercantili, dagli Ordini religioso-militari fondati per proteggere i pellegrini. Queste militiae, che noi moderni chiamiamo impropriamente «Ordini religioso-militari», furono un’originale creazione della Terrasanta crociata: si tratta di Ordini religiosi la Regola dei quali era originariamente ispirata a quella canonicale agostiniana, ma che meglio si adattarono poi alla cenobitica benedettina. Al loro interno, oltre ai relativamente pochi sacerdoti, v’era un ampio gruppo di fratres «laici» – non provvisti cioè degli ordini canonici che distinguono chi faccia parte del clero – alcuni dei quali si davano ad attività varie secondo la tradizione inaugurata da Benedetto da Norcia, mentre alcuni altri (distinti in milites e in servientes a seconda che avessero o no, prima di entrare nell’Ordine, ricevuto l’addobbamento) avevano il compito di combattere per difendere i pellegrini e per presidiare le strade. Nel corso del secondo decennio del XII secolo, in due differenti punti della
8. Particolare degli affreschi della Camera del Cervo, bottega italo-francese, 1343: il ritorno dalla caccia col falcone. Palazzo dei Papi, Avignone. 9. Raffigurazione di un cavaliere con lo scudo crociato, affresco del XIII secolo. Cressac, Francia. 10. La chiesa-fortezza di San Giovanni a Portomarín, costruita dagli ospitalieri di San Giovanni sul camino di Santiago de Compostela.
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