XVI. IMMAGINARE
XVI. IMMAGINARE 7. Riproduzione della Carta a T-O attribuita a Onorio di Autun, XII secolo. Royal Geographical Society, Londra.
di terre emerse poste nell’emisfero boreale, alle quali ne doveva corrispondere un’altra dall’altra parte del globo (gli «antipodi»). Ma questa teoria, sebbene mai del tutto abbandonata, cedette presto all’altra, che immaginava le terre emerse come un disco circondato dall’oceano e diviso in tre grandi masse continentali: una a est, l’Asia, grande quanto le altre due insieme; l’altra a nord, l’Europa; la terza a sud, l’Africa. I tre continenti erano divisi da un grande braccio acqueo orizzontale (costituito dal fiume Tanai che separava l’Europa dall’Asia, e dal Nilo che separava l’Asia dall’Africa) e da uno verticale (il Mediterraneo, che separava l’Africa dall’Europa). I due bracci d’acqua, uniti, venivano a formare una T, lettera sacra della redenzione e figura della croce. Al centro del mondo era posta la città di Gerusalemme, dove il Signore era stato crocifisso ed era risorto. All’estremo Oriente (o secondo altri in un’isola occidentale dell’oceano) sorgeva il Paradiso Terrestre, da cui nascevano i quattro grandi fiumi del mondo: Tigri, Eufrate, Nilo, Gange. Ai margini del mondo, inesplorati, secondo la tradizione abitavano curiose e inquietanti creature fra l’umano e il ferino, i «mostri». Paese per eccellenza di mostri e di meraviglie era l’India, nell’antichità conquistata da Alessandro Magno e poi – si diceva – evangelizzata dall’apostolo Tommaso. Solo a partire dai viaggi in Asia di mercanti e di missionari, nel Duecento, quest’immagine del mondo si andò articolando e modificando. Nel mondo dei vivi, o meglio ai suoi margini, c’era spazio anche per le anime dei defunti. Inferno e (a partire dall’XI secolo circa) Purgatorio si localizzarono in vari luoghi: isole oceaniche, montagne, vulcani (per esempio l’Etna), infine – come volle Dante – in un grande abisso sotterraneo.
7 8
11
9
10
8. Particolare del Paradiso Terrestre, in forma di castello, della carta disegnata nel 1448 dal benedettino Andreas Walsperger. In questa carta Gerusalemme è al centro del mondo. 9. Descrizione di un abitante dell’India in una miniatura del XII secolo.
166
IL TEMPO La nostra idea del tempo è fondamentalmente lineare; al contrario, il mondo medievale aveva un’idea che condivide sì la nostra linearità, ma che è anche, allo stesso tempo, ciclica. Per un verso il tempo ritorna continuamente nel ritmo delle opere, dei mesi, delle stagioni, della liturgia, che ogni anno riproponeva l’arco della vita del Cristo come modello cosmico e cronico attraverso il Suo ruolo di Kosmokrator e di Kronokrator; per un altro, è teso tra la creazione voluta da Dio e l’Apocalisse, la fine del mondo, che sfocerà in un regno eterno. Questo era il tempo cosmico scandito appunto dal girare delle sfere attorno alla Terra; il tempo che, come Agostino aveva spiegato, era nato con la Creazione. Il peccato
10. Creazione delle stelle, particolare del Mosaico della creazione. Duomo di Monreale. 11. Disegno di un orologio in una miniatura del Libro della conoscenza dei meccanismi ingegnosi, opera di al-Jaziri, vissuto nel XIII secolo.
167