AMBIENTE
Pesca, Mediterraneo sovrasfruttato Il Wwf propone soluzioni per salvaguardare la biodiversità
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iodiversità a rischio con lo sfruttamento intensivo degli e le Aree Specialmente Protette di Interesse Mediterraneo, ecosistemi marini. Secondo il Wwf, se si mantenesse invaASPIM), ma per lo più è costituita da piccoli paper park. Infatti, riata la pressione attuale della pesca si potrebbe arrivare, appena l’1,27% del Mediterraneo è coperto da aree a vario titolo nei prossimi 50 anni, a una riduzione progressiva del peprotette che implementano i propri piani di gestione mentre scato e dei relativi profitti, un indebolimento degli stock ittici e un esiguo 0,03% è protetto integralmente. Questo “spezzatino” danni per gli ecosistemi. Per risolvere il problema le soluzioni disomogeneo di aree di limitata estensione non può agevolare ci sono ma vanno intraprese immediatamente per puntare ad il ripopolamento degli stock ittici sulla scala del Mediterraneo una pesca sostenibile e al buono stato ecologico previsti dalle nord-occidentale. direttive europee. Al contrario, il prezzo che pagherebbero le Secondo le simulazioni del progetto Safenet, reti di tante comunità e l’ambiente sarebbe altissimo. aree a protezione integrale possono ospitare una biomassa di È questa la sintesi di un lungo lavoro di analisi portato avanpesce comparabile a quella all’interno di grandi aree completi dal progetto Safenet (Sustainable Fisheries in Mediterranean tamente protette. Dopo una media di 10 anni possono offrire EU waters through networks of MPAs) finanziato dalla Commisbenefici di pesca molto maggiori. In particolare, è stato stimasione europea, a cui collabora anche il Wwf, to che le specie di alto valore commerciale per trovare soluzioni al problema della so(saraghi e cernie) aumentino di sei volte la Le aree a protezione vra-pesca che siano basate su strumenti di biomassa nelle aree protette collegate da gestione dello spazio marino nell’area del integrale possono garantire dispersione larvale rispetto alle aree non Mediterraneo nord-occidentale. protette. Invece, reti di aree protette non un vitale “serbatoio” «Il 2020 – ha dichiarato Giulia Prato, connesse da dispersione larvale non moMarine Officer del Wwf Italia – è un anno strano benefici per la pesca. di biomassa di pesce chiave per fermare e invertire la rotta che Inoltre, le simulazioni indicano che le sta portando al degrado della biodiversità. catture delle principali specie costiere poLe analisi suggeriscono che le soluzioni per portare benefici trebbero aumentare quando le zone a protezione integrale ricoall’ambiente e ai pescatori ci sono e che sono almeno 6 i pasprono il 10% della superficie delle aree marine protette stesse. si necessari per ottenere effetti positivi su alcuni stock ittici Anche la pesca a strascico beneficerebbe delle chiusure in oggetto sia della pesca a strascico che della piccola pesca ma determinati spazi: ad esempio nel Mar Tirreno settentrionale anche sulla salute degli ecosistemi marini». e nel Mar Ligure, con una pressione di pesca ai livelli attuali Uno dei pilastri delle soluzioni proposte è rappresentato nei prossimi 15 anni si stima un declino delle catture di nasello dalle aree marine protette del Mediterraneo: il 9,68% del bacino del 5-10%. Si può invece invertire la rotta tutelando un’area di è designata come aree marina a vario titolo protetta principalriproduzione e di concentrazione dei giovanili. La ricerca chiemente nel nord del bacino (includendo Aree Marine Protette de anche una migliore gestione della pesca ricreativa e della designate a livello nazionale, Siti Natura 2000, la parte maripiccola pesca per ridurre l’impatto su specie vulnerabili quali na dei siti Ramsar e delle riserve della biosfera dell’UNESCO tonni, squali, tartarughe marine e cetacei. (F. F.) Il Giornale dei Biologi | Febbraio 2020
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