collaborativo per l’esecuzione. Per questo suo progetto Sol LeWitt si concentrò sul concetto piuttosto che sulla realizzazione dell’opera stessa e quindi le creò esclusivamente attraverso delle istruzioni, queste ricche di un raffinato vocabolario di arte visiva che facevano riferimento a specifiche architettoniche e ad equazioni matematiche. LeWitt mise a disposizione di altri artisti e collaboratori momentanei le sue istruzione che venivano così fedelmente riportate su grandi pareti creando immensi piani colorati. Sol LeWitt credeva che l'idea dell'artista fosse un'opera d'Arte in sé e sulla base dell'idea, altre persone avrebbero potuto interpretarla realizzando e partecipando così ad un’opera stessa che diventava aperta.
Fig. 47 S. LeWitt, Wall drawing 462,1986; prima installazione a Galleria Studio G7, Bologna
4.3.16 LUCIO SAFFARO Nel suo dialogo Timeo, Platone ci disse che i poliedri regolari erano cinque (tetraedro, esaedro, ottaedro, dodecaedro, icosaedro) e non furono invenzioni, perchè tutt’ora rimangono cinque, essendo presenti in Natura. Sono la forma che assumono i virus, le molecole, ma soprattutto i cristalli, visibili anche ad occhio nudo, la cui classificazione è legata proprio alle simmetrie dei poliedri che ne rappresentano la struttura. L’attività di studio dei poliedri fu assai vivace fino ad Archimede, che ne scoprì anche altri, ma irregolari, però, come tutta la matematica del resto, si fermò durante il Medioevo per tornare in auge nel Rinascimento. Piero della Francesca li citò e disegnò tutti nel suo saggio “De quinque corporibus regularibus” e Leonardo li disegnò con gran attenzione sia nella forma piena che in quella scheletrica nel libro di Pacioli “De Divina Proportione”; Keplero (1571/1630) dimostrò essercene 13 possibili, compresi quelli irregolari, nel suo trattato Harmonices Mundi (1619) e tanti furono gli artisti rinascimentali che si lasciarono tentare da questa particolare ricerca inserendo nei loro dipinti poliedri regolari ed irregolari. Nel ‘900 l’artista che più di ogni altro ha eseguito uno studio straordinario sia di ordine matematico che pittorico su queste forme universali fu il pittore poeta e scrittore italiano Lucio Saffaro (1929/1998), che approfondì lo studio dei grandi matematici del passato, riprese gli studi rinascimentali sui poliedri e li ripropose, ampliati, in diversi articoli su riviste
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