in funzioni sinusoidali e gli atomi materiali in particelle elementari. Mentre il mondo matematico subiva importanti trasformazioni nelle sue fondamenta con le scoperte delle geometrie non euclidee, della relatività, dello spazio-tempo (la quarta dimensione), e quella della sua incompletezza, l’Arte assorbiva ogni novità e si proiettava verso nuovi linguaggi intorno alle nuove visioni del mondo senza più necessità di rappresentazione. L’Arte, già decollata verso nuovi orizzonti anche grazie all’invenzione della fotografia e poi del cinema, abbandona anch’essa le sue certezze ed i suoi limiti strutturali e si appresta alla sua stessa trasformazione di idee, strumenti e senso, svelando anch’essa la dinamica essenza del divenire dietro la statica apparenza dell'essere, da manifestare anche nelle opere d’Arte del nuovo secolo. 4.3.1 PABLO PICASSO E viene ad hoc un episodio avvenuto all’inizio del secolo a dimostrazione di quanto sia profondo il legame tra Arte e Matematica, tra una idea di un artista ben radicato nel suo tempo e quella di uno scienziato sempre pronto a mettere in discussione il conosciuto. Nel 1902 uno dei più famosi matematici dell’epoca, il francese Poincaré (1854/1912), pubblicò il suo libro, “La Science et l’hypothèse” dove affrontava il tema della simultaneità e la necessità di un approccio non euclideo alla geometrizzazione del mondo fisico. Il mondo matematico era in fermento e quello dell’Arte non disdegnò le sfide. Nel 1905 quasi in simultanea e non conoscendosi, due giovani di 26 e 25 anni, Albert Einstein (1879/1955), e Pablo Picasso (1881/1973), il primo con un articolo ed il secondo iniziando il suo quadro “Les Demoiselles d'Avignon”, affrontarono il medesimo problema della simultaneità degli eventi nell’universo. Picasso smontò il sistema percettivo spazio temporale finora adottato dalla pittura accademica, sulla base delle regole della rappresentazione prospettica, rompendo l’idea di un unico punto di vista per proporne tanti quante sono le postazioni degli spettatori e dipendendo anche dal tempo della loro visualizzazione. Dal canto suo Einstein nel suo articolo sulla “Elektrodynamik bewegter Körper” (“Elettrodinamica dei corpi in movimento”) spiegò la sua idea per cui il tempo dipendendo dallo stato e dal moto dell’osservatore, non può più essere sincronizzato da un unico punto di vista. L’articolo unifica parzialmente la meccanica e l’elettrodinamica e manda definitivamente in frantumi la concezione classica del tempo e la sua relazione con lo spazio. Tanto quanto, in contemporanea, stava facendo Picasso con l’Arte con le sue “Madamoiselles” mandando in frantumi la concezione dello spazio nell’Arte classica per avviare una rivoluzione nell’Arte figurativa, interpretando e partecipando alle scoperte del nuovo millennio ed allo spirito del suo tempo alle prese con la critica alla concezione newtoniana dello spazio e del tempo. Due approcci completamente diversi, l’intuizione poetica di un’artista e l’elaborazione analitica di uno scienziato, partirono dalla medesima fonte di ispirazione (il pensiero del matematico Poincarè) per giungere allo stesso risultato che non ammetteva sistemi di riferimento privilegiati, poiché la simultaneità non esiste! Einstein e Picasso, tra il 1905 e il 1907, scoprirono il concetto di relatività. Il primo, attraverso il principio di relatività galileiano e gli studi sull’invariabilità della velocità della luce, compì una rivoluzione nel campo della fisica e della matematica ed il secondo, Picasso, compiendo anch’esso una rivoluzione nel campo dell’Arte attraverso un 95