elaborarono non più un’Arte d’imitazione ma di pensiero e misero in crisi la manualità nella produzione dell’Arte (ready-made) a favore dell’idea portatrice dell’opera. Abbiamo visto Picasso, all’epoca iniziatore con Braque (1882/1963) del movimento cubista, rappresentare sulla superficie piana della tela lo spazio e gli oggetti, poligoni intersecanti nelle loro molteplici sfaccettature secondo una simultaneità di visioni e prospettive, ed ora analizzeremo alcuni artisti, operanti in quel periodo meraviglioso di intensa trasformazione, che, più di altri, nelle loro opere hanno espresso con originalità il cambiamento stesso, legato alle Leggi Matematiche anch'esse in discussione. Molti artisti approdarono all’astrattismo, all’essenzialità di segni, altri al recupero delle ideali proporzioni, altri ai poliedri. Anche chi, inconsapevolmente, approdò alla geometria frattale, chi alle figure impossibili, chi all’utilizzo della sequenza di Fibonacci o di singole cifre utilizzate come soggetto e chi fu pioniere dell’Arte Optical. C’è l’imbarazzo della scelta,… 4.3.2 KAZIMIR MALEVIC Kazimir Malevič (1879/1935), fondatore del movimento Suprematista, con la sua pittura astratta e geometrica ridurrà al massimo la sua pittura nella ricerca ossessiva di forme assolute, liberate da ogni rappresentazione e necessità di descrizione, per giungere ad opere dove primeggiano solo geometrie primitive o tele monocrome. Esempi emblematici sono “Quadrato nero”del 1915 e “Quadrato bianco su fondo bianco” del 1919. Da ricordare quando Malevič, esponendo la prima volta il “Quadrato nero” a San Pietroburgo nel 1915 nell’“Ultima mostra futurista 0.10”, provocò un vero e proprio scandalo, collocando il dipinto nell’angolo alto della sala. Con questo atto Malevič intese richiamare volutamente le icone sacre della tradizione russa, sistemate in questa posizione nella casa di ogni russo, stabilendo così la supremazia della pittura pura, scevra da ogni implicazione col reale, che trovava così in quel momento storico la sua corretta collocazione. Fu un atto coraggioso, un azzeramento dell’Arte nella continua ricerca di strade e linguaggi nuovi, proprio come in quegli anni accadeva in ambito matematico, dove matematici-logici sognavano una nuova partenza per la somma disciplina assiomatizzando il suo stesso linguaggio per restaurare la sua insostituibile grandezza conoscitiva.
Fig. 24 K. Malevic, Quadrato nero, 1915, esposizione “ ULtima mostra futurista 0.10, Leningrado nel 1915
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