retail&food 03 2023

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Bergamo e Brescia: capitali della cultura e dello shopping

Nel 2023 gli investimenti premiano i territori delle due città lombarde

GS Retail, in stazione i nuovi brand esteri

Nasi (Arcus): “I nostri outlet in rampa di lancio”

Dossier: tutto su cashless e pagamenti digitali

Marzo 2023 In caso di
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di MIlano Roserio per la restituzione al mittente previo

ELOGIO DELLA SEMPLICITÀ

Capita sempre più spesso di confrontarsi con realtà, persone e aziende, che fanno fatica. I conti nel retail, nella ristorazione in particolare, non tornano. Gli sforzi e le complessità aumentano, mentre i margini si assottigliano.

Si fatica a trovare collaboratori, dalla base alla cima della piramide, ma anche location valide a prezzi corretti. Senza contare il tema della finanza, il carburante per crescere. Che esiste ed è straordinariamente abbondante ma fatica ad irrorare il campo del retail.

Le bolle stanno scoppiando? I più fragili stanno “saltando”? Ci sarà una “pulizia” di insegne e prodotti? E questo è un bene?

Non so dire. Ma sono domande utili da tenere a mente, credo. Per affrontare un futuro molto incerto, preoccupante ma anche stimolante e, finalmente, con il segno “più” davanti a tanti numeri e percentuali, crollati sotto al peso del Covid e oggi risorti.

Le statistiche e i dati raccontano che le persone, l’economia, il Paese, si siano rimessi in moto. Ma con un movimento lento, accorto, timoroso del suo stesso entusiasmo.

Per questo la semplicità sta divenendo una parola chiave in questa fase. Scegliere soluzioni semplici, adottare progetti e procedure chiare e non arzigogolate, evitare soluzioni tecnologiche affascinanti ma di difficile gestione, puntare ad un’offerta più “corta” ma selezionata ed affidabile (qualità!) con prezzi adatti ai tempi e al ceto medio in sofferenza, quindi contenuti. Valorizzare le proprie persone con percorsi di ingresso e crescita chiari e corretti.

Il mercato c’è, il retail e la ristorazione a catena hanno la forza per farcela.

EDITORIALE pag. 1 | retail&food | Marzo 2023

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Anno 18 · numero 3 marzo 2023

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pag. 3 | retail&food | Marzo 2023 SOMMARIO 4 News 18 News Opening 22 Cambi di Poltrona 23 News Sostenibilità 4 Stock options 8 Rubrica legale 14 Retail Glitch 16 Dal Tabaccaio 21 Grazie e scusa 57 Duty free world 58 New travel markets 62 Collaborations e Co-Branding RUBRICHE 34 24 38 56 World Travel Retail 59 News | International 60 News | Servizi e Fornitori 63 Vetrina 42 TRAVEL | Aeroporti Napoli Capodichino, il traffico ritrovato spinge i consumi e lo scontrino medio 24 DOSSIER | Pagamenti Cashless society 30 MASTER FRANCHISING Blooming Group specialisti nel food 34 RETAIL | Destinazioni Bergamo e Brescia, capitali anche dello shopping 37 BRAND ANALISYS Genuino: è pronto il piano di sviluppo 38 TRAVEL | Stazioni GS Retail: “Aumentare il livello dell’offerta è una scelta vincente” 45 TRAVEL | Analisi dei dati Traffico passeggeri, gli scali medi tornano ai livelli 2019 46 OUTLET | Operatori Torino, Roma, Sicilia: Outlet Arcus sulla rampa di “ri-lancio” 48 MISTERY FOOD Flower Burger, esperienza ok dentro il centro commerciale 50 FOOD | Scenari Ghost kitchen della discordia: il vero nodo sono i regolamenti 51 MERCATO | Eventi Dai canoni ai licenziamenti aspetti legali nel mirino 52 GDO | Storie Nella GDO cresce il nervosismo tra le insegne 54 LEGAL&RETAIL Minaudo (Cocuzza & Associati): “Focus sulle dinamiche aziendali” 55 EVENTO | Retail Real Estate Scenari Immobiliari: il settore corre a due velocità 32 BRAND ANALISYS 101 Caffè pronto a esportare il nuovo formato fast gourmet

Rossella Barile, Director di CNCC – Consiglio Nazionale dei centri Commerciali ci ha lasciati. A Rossella eravamo sinceramente affezionati. Per la sua schiettezza, la sua ironia, la sua risata sincera. Ci mancherà. Dalla redazione di retail&food e da tutto il Gruppo Edifis, un abbraccio a Roberto e sentite condoglianze alla famiglia e allo staff del CNCC.

BUY

STOCK OPTIONS

NEUTRAL SELL

GEOX

Balzo dei ricavi 2022 per il colosso di Mario Moretti Polegato: ricavi +20,8% su base annua a 735,5 milioni di euro. La guidance 2023 prevede una crescita ulteriore compresa fra il 6% e l’8%, con margini lordi in miglioramento.

STARBUCKS

Il primo trimestre fiscale, chiuso a gennaio, registra un record dei ricavi netti a 8,7 miliardi di dollari e uno scontrino medio in rialzo del 9%, nonostante la debolezza della Cina, dove i ricavi calano ancora del 29%.

RALPH LAUREN

I dati del terzo trimestre fiscale, con 1,83 miliardi di dollari di ricavi, superano le attese degli analisti che avevano previsto 1,76 miliardi. In controtendenza rispetto a molti altri brand, crescono anche le vendita in Cina.

PANDORA

Il gruppo danese chiude il 2022 con ricavi passati da 23,4 a 26,4 miliardi di corone e un margine Ebit al 25,5 per cento. Le prospettive 2023 però sono caute: ricavi stimati fra -3% e +3% ed Ebit stabile al 25%.

OVS

Il gruppo rinuncia a Coin, ma i dati 2022 fanno volare il titolo. Le vendite nette volano a 1,5 miliardi. Nel quarto trimestre, in particolare, +11% di ricavi (420 milioni) e margine Ebitda in aumento del 10%.

BASICNET

Il gruppo italiano archivia il 2022 con ricavi consolidati a 386,1 milioni (+30%) e vendite aggregate dei prodotti a marchio Kappa, Robe di Kappa, K-Way, Superga, Briko e Sebago a 1,27 miliardi di euro, +34,1% sul 2021.

ADIDAS

Secondo i dati preliminari del 2022, il risultato di esercizio vedrà utili in forte contrazione, a circa 254 milioni contro il miliardo e mezzo di euro registrato nel 2021. Pesa ancora la delicata questione della linea Yeezy di Kanye West, artista con cui il brand ha interrotto la collaborazione.

KERING

Nei dodici mesi di esercizio, il colosso del lusso supera per la prima volta i 20 miliardi di ricavi. Eppure l’ultimo trimestre evidenzia dati problematici, con ricavi in flessione del 7% (su base comparabile), con una flessione marcata per il marchio Gucci: -11%.

CHIPOTLE

L’ultima trimestrale del brand americano di “mexican grill” ha deluso gli analisti, riportando un utile per azione pari a 8,29 dollari, contro un’attesa di 8,90, e ricavi a 2,18 miliardi contro 2,23. Il management non ha fornito previsioni sulla crescita 2023.

NEWS pag. 4 | retail&food | Marzo 2023
Ci ha lasciato Rossella Barile di CNCC

MIND Village (Lendlease), entrano anche Caffè Vergnano e Anytime Fitness

Lendlease, responsabile dello sviluppo privato di MIND Innovation District in partnership con Arexpo, ha annunciato l’arrivo nel MIND Village di Caffè Vergnano 1882 e della palestra in franchising Anytime Fitness. La caffetteria occuperà alcuni spazi nel Village Nord, dove l’apertura è prevista per il secondo semestre 2023. La nuova caffetteria offrirà all’interno del MIND Village un servizio completo diventando un luogo da vivere nella quotidianità. Anytime Fitness prenderà circa 400mq all’interno dell’edificio del Village Sud, dove la palestra aprirà a fine marzo e sarà accessibile 365 giorni all‘anno, 24 ore al giorno, 7 giorni su 7.

McDonald’s: avanti in Italia con 50 aperture l’anno

McDonald’s punta a un piano da circa 50 aperture l’anno in Italia, fra 2023 e 2026, così da sfiorare alla fine del periodo i mille ristoranti. Lo ha affermato Dario Baroni, amministratore delegato, in un’intervista a QN, Quotidiano Nazionale. “I nuovi punti vendita serviranno a consolidare la presenza al Nord e rafforzare la penetrazione del Centro Sud” ha specificato il manager. L’affiliazione è al centro della rete del brand. Attualmente i ristoranti italiani sono 670, il 90% dei quali gestiti in franchising grazie a 140 imprenditori partner. Per quanto riguarda invece la forza lavoro, oggi McDonald’s in Italia impiega 32.000 addetti e conta di assorbirne altri 12.000 con le nuove aperture. L’azienda ha spiegato che la selezione si concentrerà in massima parte sul personale di sala e cucina senza esperienza pregressa, così da formare direttamente le risorse tramite percorsi di formazione interni.

Gruppo Calzedonia, ricavi oltre i 3 milardi nel 2022 e nuovi investimenti nel retail

Fatturato in forte crescita nel 2022 per il gruppo Calzedonia che raggiunge i 3 miliardi di euro, +21,6% a cambi correnti e +20,2% a cambi costanti, rispetto ai 2,5 miliardi del 2021. Lo rende noto il gruppo veronese – cui fanno capo i marchi Calzedonia, Intimissimi, Intimissimi Uomo, Falconeri, Atelier Emé, Antonio Marras, Tezenis e Signorvino – anticipando i dati di bilancio. Aumenta la quota di fatturato estero, che si assesta sul 58,5%. Crescono i punti vendita sia all’estero che in Italia, con 252 nuovi negozi, dei quali 196 all’estero. Con i marchi del gruppo operano 5.328 punti vendita, di cui 3.484 all’estero e 1.844 in Italia. Gli investimenti commerciali ammontano a circa 280 milioni, sia sui canali retail ed eCommerce che sul fronte logistico e produttivo. Nel 2022 il gruppo ha aperto anche negli Stati Uniti, in Francia, Spagna e Brasile.

Mediaworld, nel 2022 fatturato in crescita del 2,4%

Mediaworld prosegue la sua crescita sul mercato italiano chiudendo il 2022 con un fatturato pari a 2,7 miliardi di euro (+2,4% rispetto all’anno precedente), uno dei più alti nella storia trentennale dell’azienda e il migliore degli ultimi dieci anni. L’Ebit si attesta a 26,6 milioni di euro, in aumento di 3,2 milioni (+13,7%) rispetto all’anno fiscale 2019 (ultimo pre-pandemico). La catena di elettronica di consumo, parte di MediaMarktSaturn Retail Group, ha inoltre registrato un aumento delle vendite sia sui negozi fisici (+1,5% rispetto all’anno precedente) sia sull’online (+0,9% anno su anno). Determinante nella crescita di Mediaworld è stato anche il massiccio piano di investimenti da 40,2 milioni di euro. Di questi 28,5 milioni di euro sono stati investiti per la ristrutturazione di 22 punti vendita, l’apertura di 3 nuovi negozi e del secondo Tech Village a Roma.

NEWS pag. 5 | retail&food | Marzo 2023

Per il Centro di Arese fatturato in crescita, le visite del 2022 superano il pre-covid

Il Centro di Arese chiude il 2022 con numeri che superano il pre-covid: +15% di affluenza rispetto al 2019. Le visite dello shopping center tra i più grandi d’Europa hanno raggiunto i 17 milioni. Dai dati forniti dal centro per il 2022 emerge anche il 10% in più di nuovi clienti e un tempo di permanenza medio dei visitatori all’interno della galleria di circa 3 ore. Risultati positivi anche per le vendite. Il fatturato dell’anno appena concluso è di oltre 600 milioni di euro – in crescita del 25% rispetto al 2021, con una revenue del +10% per il comparto ristorazione. Tra le performance più significative del 2022, indicative sono le vendite delle gift card pari a 43.000 che hanno registrato un giro di affari di oltre 4,2 milioni di euro, l’opening di Abercrombie&Fitch che ha scelto Il Centro per il suo ritorno in Italia, la nuova apertura per il comparto ristorazione di Fra Diavolo e Strabò nuovo nato in casa Dispensa Emilia.

Per Sonae Sierra +22% di nuovi contratti di leasing nel 2022

Il 2022 è stato un anno di continua crescita e ulteriore consolidamento per Sonae Sierra. L’azienda ha siglato 57 contratti, rinnovi inclusi, registrando un incremento del 22% rispetto al 2021. Il tasso di occupancy globale per il portfolio di gestione di Sonae Sierra in Italia attualmente supera quota 99%. Diversi operatori hanno rinnovato o siglato per la prima volta contratti di leasing. Tra i nuovi contratti firmati figurano Boss, Mediterranea, Momentum, North Sails e l’estensione di Dyson a CityLife Shopping District di Milano; Funside e Lama Optical a Gli Orsi di Biella; Timberland e un nuovo format Levi’s al centro commerciale Le Terrazze di La Spezia. Nella ristorazione ci sono state altre aperture, come il restyling di Tbone Station a La Galleria di Parma e la ristrutturazione della Galleria Centrale, storico edificio commerciale nel cuore di Reggio, con la sua trasformazione nel food market “Il Mercato eat&meet” grazie a 17 punti vendita dedicati interamente al cibo.

Il gruppo Pinalli passa a Indie1 (HIG Europe)

Il Gruppo Pinalli passa a Indie 1, veicolo d’investimento indirettamente controllato da HIG Europe Capital Partners III, fondo di private equity gestito da HIG Capital. L’accordo prevede l’acquisizione del controllo esclusivo indiretto delle quattro società, attive nel commercio di profumi e cosmetici di lusso, di proprietà di LL Pinalli Investment. La holding della famiglia Pinalli possiede partecipazioni anche in Quadrifoglio (20%), Pinalli Beauty Experience (40%), Pinalli & Benessere (40%), Gilema (30%) e Pinalli Natural Touch (4%). La catena di profumerie Pinalli oggi conta 63 beauty store in otto regioni italiane (Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte, Liguria, Toscana, Trentino-Alto Adige). HIG Capital lo scorso settembre aveva acquisito anche il controllo di Acqua&Sapone.

CBRE punterà su high street e parchi commerciali premium

CBRE ha presentato il proprio “2023 Italy Real Estate Market Outlook” sul commercial real estate in Italia. Guardando le prospettive per le singole asset class, nell’ambito del Retail gli investitori si preparano ad affrontare strategie di uscita dagli investimenti outof-town condizionati anche dalla scadenza dei finanziamenti su immobili. Per CBRE, la centralità della location premierà le proprietà lungo le principali vie del commercio, guardate con interesse da investitori alla ricerca di prodotto stabilizzato o opportunità value-add. Le strategie di espansione dei brand saranno più selettive e si concentreranno sempre di più su high street e gallerie/parchi commerciali prime. Nella ricerca di spazi verrà data crescente importanza alla disponibilità di superfici da dedicare ai prodotti venduti online.

NEWS pag. 6 | retail&food | Marzo 2023

TRIBUNALE DI CATANIA SEZIONE FALLIMENTI

INVITO A MANIFESTAZIONE DI INTERESSE

Fallimento: ALIGRUP S.P.A. in liquidazione - n. 51/2021 RGF

Giudice delegato: dott. Lucia De Bernardin

Si vendono i due cespiti appartenenti al Fallimento A ligrup S.p.a. in liquidazione, Centro Commerciale Le Zagare e Centro Commerciale Le Ginestre.

INVITO A MANIFESTAZIONE DI INTERESSE

Il Centro Commerciale Le Zagare è sito in San Giovanni La Punta (CT), facilmente accessibile e perfettamente visibile dalla Tangenziale San Giovanni La Punta. È costituito da 55 unità commerciali, per un totale di GLA pari a 25,522 mq. Il rendimento operativo netto è pari ad euro 2.327.356,38. Il valore del centro è pari ad euro 26.453.137,00.

Si vendono i due cespiti appartenenti al Fallimento Aligrup S.p.a. in liquidazione, Centro Commerciale Le Zagare e Centro Commerciale Le Ginestre.

Il Centro Commerciale Le Zagare è sito in San Giovanni La Punta (CT), facilmente accessibile e perfettamente visibile dalla Tangenziale San Giovanni La Punta. È costituito da 55 unità commerciali, per un totale di GLA pari a 25,522 mq. Il rendimento operativo netto è pari ad euro 2.327.356,38. Il valore del centro è pari ad euro 26.453.137,00.

Il Centro Commerciale Le Ginestre è sito nel territorio di Tremestieri Etneo , su una strada provinciale collegante Tremestieri con Mascalucia. Il Centro sviluppa circa 1 milione di visitatori annui, con 29 unità commerciali e un totale di GLA pari a 10.072 mq, Il rendimento operativo netto è di euro 551.157,00, mentre il valore del Centro è fissato in euro 2.781.350,00.

Il Centro Commerciale Le Ginestre è sito nel territorio di Tremestieri Etneo, su una strada provinciale collegante Tremestieri con Mascalucia. Il Centro sviluppa circa 1 milione di visitatori annui, con 29 unità commerciali e un totale di GLA pari a 10.072 mq, Il rendimento operativo netto è di euro 551.157,00, mentre il valore del Centro è fissato in euro 2.781.350,00.

Il termine per la presentazione di offerte non vincolanti per entrambi i cespiti è il 31 marzo 2023, a seguito della quale potrà essere dato accesso alla data room .

Il termine per la presentazione di offerte non vincolanti per entrambi i cespiti è il 31 marzo 2023, a seguito della quale potrà essere dato accesso alla data room.

Il prezzo base è di euro 29.000.000,00 per entrambi i cespiti, le offerte inziali non potranno essere inferiori al 75% di tale somma.

Il prezzo base è di euro 29.000.000,00 per entrambi i cespiti, le offerte inziali non potranno essere inferiori al 75% di tale somma.

Le offerte vincolanti (BO) dovranno pervenire entro il 31 luglio 2023, seguirà la valutazione delle stesse.

Le offerte vincolanti (BO) dovranno pervenire entro il 31 luglio 2023, seguirà la valutazione delle stesse.

Entro il 30 settembre 2023 avverrà la pubblicazione dell’avviso di vendita.

Entro il 30 settembre 2023 avverrà la pubblicazione dell’avviso di vendita.

Infine, entro il 28 febbraio 2024 è prevista la stipula dell’atto definitivo.

Infine, entro il 28 febbraio 2024 è prevista la stipula dell’atto definitivo.

Per qualsiasi ulteriore informazione o al fine di ricevere copia del Teaser contenente le info più rilevanti, si prega di rivolgersi a f51.2021catania@pecfallimenti.it. Si attendono manifestazioni di interesse non vincolanti entro il 31/03/2023.

Per qualsiasi ulteriore informazione o al fine di ricevere copia del Teaser contenente le info più rilevanti, si prega di rivolgersi a f51.2021catania@pecfallimenti.it. Si attendono manifestazioni di interesse non vincolanti entro il 31/03/2023.

Il presente Avviso non costituisce un invito ad offrire, né un’offerta al pubblico ex art. 1336 c.c. o una sollecitazione del pubblico risparmio o sollecitazione all’investimento ex art. 94 e ss. del D.lgs. 24 febbraio 1998, n. 58.

Il presente Avviso non costituisce un invito ad offrire, né un’offerta al pubblico ex art. 1336 c.c. o una sollecitazione del pubblico risparmio o sollecitazione all’investimento ex art. 94 e ss. del D.lgs. 24 febbraio 1998, n. 58.

Il presente Avviso, il Processo ed ogni atto connesso saranno regolati esclusivamente dalla legge italiana. O gni controversia relativa al, e/o derivante dal, presente Avviso e/o dal Processo sarà rimessa alla giurisdizione italiana del foro competente.

Il presente Avviso, il Processo ed ogni atto connesso saranno regolati esclusivamente dalla legge italiana. Ogni controversia relativa al, e/o derivante dal, presente Avviso e/o dal Processo sarà rimessa alla giurisdizione italiana del foro competente.

La Rubrica Legale a cura di Cocuzza & Associati Studio Legale, Milano

Farina di grillo. Uno spunto per parlare dei “nuovi alimenti” nella UE

Inaspettatamente, il mese di gennaio 2023 verrà ricordato non soltanto per la classica dieta di inizio anno e neppure per la preparazione al Festival di San Remo, ma anche per aver offerto ai consumatori dell’Unione Europea una nuova opportunità di svago in cucina: la farina di grillo. Per essere precisi, la “polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus (grillo domestico)” passata alla cronaca come “farina di grillo” ha avuto la sua epifania nell’Unione Europea dal 3 gennaio 2023, con una apposita autorizzazione della Commissione Europea (il Regolamento di Esecuzione 2023/5) all’impresa che ha fatto richiesta di introdurlo nel territorio dell’Unione, come è necessario per tutti i “nuovi alimenti”.

A cosa fa riferimento l’espressione “nuovi alimenti”? Il Regolamento UE 2015/2283 li definisce così: “qualunque alimento non utilizzato in misura significativa per il consumo umano nell’Unione prima del 15 maggio 1997”. Con una semplificazione, quindi, si può dire che si tratta di tutto quanto non siamo abituati a mangiare già da diversi anni. La normativa europea, infatti, prevede che tutti questi nuovi alimenti debbano essere autorizzati dalla Commissione e inseriti in un apposito elenco.

L’autorizzazione viene concessa dopo uno studio dei dati scientifici sull’alimento e solo a seguito di un parere dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA). Per ottenere tale autorizzazione, già nel 2019 l’impresa richiedente ha presentato alla Commissione l’apposita domanda per l’immissione sul mercato dell’Unione della farina di grillo quale nuovo alimento, richiedendone l’uso nel pane e in molti altri elementi.

La richiedente ha inoltre dovuto presentare alla Commissione studi e dati scientifici a sostegno della domanda, ossia una descrizione dettagliata del processo di produzione e di altri dati, anche a sostegno della sicurezza del prodotto: tutte queste informazioni saranno protette per 5 anni dalla data di autorizzazione del prodotto. A seguito della ricezione di questi dati l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA)

ha analizzato quanto ricevuto e adottato un parere scientifico volto, anche, a rassicurare tutti sulla sicurezza del prodotto.

Da quest’anno, quindi, i nuovi prodotti che conterranno questo alimento dovranno indicare sull’etichetta la denominazione “polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus (grillo domestico)” e, inoltre, dovrà essere indicato che tale ingrediente può provocare reazioni allergiche nei consumatori con allergie note ai crostacei e ai prodotti a base di crostacei, ai molluschi e ai prodotti a base di molluschi e agli acari della polvere.

Va segnalato che, benché il percorso per introdurre un “nuovo alimento” all’interno dell’Unione Europea sia abbastanza lungo, il vantaggio per le aziende innovative, che si fanno carico di presentare una richiesta di autorizzazione di un “nuovo alimento” è sostanziale: la facoltà esclusiva di introdurre il prodotto all’interno dell’Unione per un termine di 5 anni, salvo che qualcun altro ne faccia richiesta e produca studi scientifici adeguati (diversi da quella della prima richiedente). Nel caso di specie, tuttavia, da notizie di stampa risulta che altre aziende abbiano già presentato domanda di autorizzazione alla Commissione.

Da quello che riportano i produttori, si tratta di un altro passo nella direzione della sostenibilità, infatti, la farina di grillo non vuole sostituirsi alle farine di cereali, ma affiancarsi a queste con l’obiettivo di dare un apporto proteico importante, paragonabile a quello delle carni rosse, avendo un impatto ambientale dichiaratamente inferiore.

Sarà interessante vedere nei prossimi anni come brand e consumatori accoglieranno questo “nuovo alimento” – e altri con caratteristiche simili - all’interno dell’Unione: la sostenibilità avrà la meglio sul naturale timore verso gli ingredienti che non siamo abituati ad utilizzare? Quello su cui possiamo fare affidamento, viste le analisi e le verifiche delle autorità è la sicurezza del prodotto, circostanza che ci può permettere di provare tutti i “nuovi alimenti” con fiducia.

pag. 8 | retail&food | Marzo 2023

Pizzium e Crocca: piano per 15 aperture nel corso dell’anno

Dopo le dodici pizzerie a marchio Pizzium inaugurate nel corso del 2022, il gruppo annuncio un nuovo piano di espansione per l’anno in corso. Pizzium, progetto nato nel 2017 dalla collaborazione tra Stefano Saturnino e Nanni Arbellini, oggi conta 35 punti vendita in Italia. L’anno scorso sono arrivate le prime location al Sud, come Salerno e Napoli, più altri punti strategici, al di là di Milano che rappresenta ancora lo zoccolo duro della rete. Il 2023 prevede un’ulteriore espansione, con 15 punti vendita, tra cui La Spezia e il consolidamento in altre città come Genova, Roma, Verona e Milano. La strategia include anche il brand Crocca, acquisito lo scorso anno, per il quale si prevedono almeno 5 nuove pizzerie. Le prime saranno a Gallarate, Brescia e la seconda su Torino.

Arcaplanet, 50 negozi e nuovi formati in arrivo nel 2023

Arcaplanet ha chiuso il 2022 con 600 milioni di euro di fatturato (+50% sul 2021) e accelera nel piano di nuove aperture. La società ligure, lo scorso anno, ha assorbito Maxi Zoo Italia. Ma in una nota, afferma che la crescita dei ricavi sarebbe stata a doppia cifra anche a perimetro costante. Ora, per il 2023, l’obiettivo è di procedere con un ulteriore allargamento della rete retail. Arcaplanet, guidata dal Ceo Nicolò Galante, punta a 50 nuove aperture specialmente nel Sud Italia. Accanto a questo, verranno destinati nuovi investimenti per potenziare il canale eCommerce, che a regime dovrebbe apportare un quinto dei ricavi totali (oggi è sotto il 10%).

Arcaplanet sta lavorando anche per offrire ai consumatori format inediti di negozio. Un primo passo, sarà l’estensione del servizio “Pet Wash” (toelettatura e lavanderia), per ora disponibili solo in una cinquantina di punti vendita.

Torna Cibus 2023

Il 29 e il 30 marzo 2023 alle Fiere di Parma torna Cibus. Il Salone internazionale del Food&Beverage made in Italy si presenta nella sua tipica veste degli anni dispari, “Cibus Connecting Italy”, format di fiera compatto, che in due giorni sviluppa un programma mirato di eventi, panel e cooking show. In esposizione oltre 1.000 brand e circa 500 nuovi prodotti. Sono attesi 20.000 professionisti.

Cosmetica Italia, volano GDO e profumerie

Il Centro Studi di Cosmetica Italia ha presentato la nuova Indagine congiunturale. Con 13,2 miliardi di euro il settore cosmetico nazionale supera i livelli pre-Covid. La grande distribuzione resta il canale più rappresentativo (42,5% dei consumi) con un incremento dell’8,2% nel 2022 e una previsione di +5,1% per i primi sei mesi del 2023. Seguono la profumeria (+16,5% nel 2022 e +11% per il 2023) e la farmacia (+4,8% nel 2022, +3,2% nel primo semestre 2023).

Ovs rinuncia all’acquisto di Coin

Dopo 6 mesi di trattativa, le due aziende hanno annunciato lo stop. Ovs conferma “la valenza commerciale del brand e del network” ma per il momento preferisce “proseguire nell’azione di deleverage che, in questo contesto di mercato e alla luce delle attuali quotazioni, appare rappresentare il miglior interesse per i suoi azionisti”. L’acquisizione di Coin, inoltre, è stata giudicata “troppo onerosa”.

Vestopazzo

chiude l’anno a +27%

Il brand italiano di bigiotteria e accessori moda Vestopazzo chiude il 2022 con un fatturato di oltre 21 milioni di euro, con un incremento del 27% rispetto al 2021. Aumentati anche il numero dei negozi tra Italia, Spagna, Portogallo e Grecia, per un totale di oltre 100 punti vendita, con gli store monomarca raddoppiati tra il 2020 e il 2021 tra Italia ed Europa.

Nuovo hub fiorentino per Just Eat

Just Eat ha inaugurato un nuovo hub a Firenze. Si tratta del secondo polo logistico del mercato food delivery in Italia, dopo quello di Roma inaugurato nel 2022. L’Hub, di oltre 500 metri quadrati è disposto su due livelli e si trova in zona Piazza della Libertà. Con una flotta di 50 biciclette fornite dall’azienda, opererà con oltre 30 rider dipendenti e 3 impiegati con mansioni di coordinamento.

Coop Alleanza 3.0 ha affidato a Svicom “Ambasciatori”, il suo asset del Quadrilatero bolognese. Nato nel 2008 da un innovativo progetto di ristrutturazione funzionale, Ambasciatori si qualifica come “urban food district”, dove convergono le proposte più complete di Librerie.coop ed Eataly nei format più rappresentativi. Con questo nuovo incarico, si amplia il portfolio degli asset mixed-use gestiti da Svicom.

NEWS pag. 9 | retail&food | Marzo 2023
“Ambasciatori” passa a Svicom
IN BREVE

AFRICANS

retail&food con Amani per garantire casa, scuola e salute ai bambini e alle bambine di strada di Nairobi, in Kenya, e Lusaka, in Zambia.

Una raccolta fotografica che ci offre uno sguardo sull’Africa ma che allo stesso tempo ce lo restituisce, a ricordarci che uno scambio, in quanto tale, prevede sempre almeno due direzioni.

Per ricevere questo calendario

Amani Ong Onlus

Via Tortona 86, 20144 Milano

tel. +39 02 48951149

bottega@amaniforafrica.it

www.amaniforafrica.it

2023
FOTO MAURO DE BETTIO TESTO PIETRO VERONESE

Autogrill: oltre 4 miliardi di ricavi nel 2022, Roverato è il nuovo AD

Autogrill ha chiuso l’esercizio 2022 con ricavi a 4,1 miliardi di euro, in crescita del 50% sul 2021. Al netto delle cessioni e a cambi costanti, il recupero rispetto al 2019 è dell’88%. A guidare la performance sono state le attività negli aeroporti (2,7 miliardi di euro), seguite da quelle in autostrada (1,06 miliardi) mentre gli altri canali sono a 294 milioni. Circa metà dei ricavi arriva dal Nord America. L’Europa vale 1,49 miliardi di euro (+34%) mentre il mercato genericamente definito internazionale è a 502 milioni di euro (+163% sul 2021). I nuovi contratti aggiudicati durante l’esercizio hanno portato un valore di circa 1,3 miliardi di euro, e includono gli aeroporti di Roma Fiumicino, Salt Lake City, Bangalore e Doha. Quelli rinnovati, invece hanno raggiunto circa 2,2 miliardi di euro. Inoltre, a seguito del passaggio della quota di Edizione a Dufry, Autogrill ha presentato il suo nuovo Cda: Paolo Roverato (nella foto) è stato nominato nuovo Amministratore Delegato, Bruno Chiomento è il Presidente.

Sushisamba, debutto a Milano nel 2024 al 18 piano della Torre Velasca

Sushisamba, ristorante newyorkese che coniuga cucina giapponese, brasiliana e peruviana, aprirà nel 2024 il suo primo locale italiano al 18° piano della Torre Velasca, a Milano. Sushisamba, che è nel portafoglio di Sunset Hospitality, ha già ristoranti a Doha, Dubai, Las Vegas e Londra. La Torre Velasca, oggetto di un’opera di riqualificazione sviluppata da Hines, è di proprietà di Hines European Value Fund (Hevf) attraverso Hevf Milan 1, un fondo gestito da Prelios, con Hines Italy in qualità di development manager. “Questo primo accordo di locazione rappresenta un’importante pietra miliare per il nuovo progetto della Torre Velasca, evidenziando sia la sua capacità di attrarre brand internazionali, non ancora presenti in Italia, sia di creare esperienze uniche valorizzando edifici storici e proiettandoli in una dimensione contemporanea”, si legge in una nota. Advisor dell’operazione sono Cbre, Colliers e Dils, che si stanno occupando della commercializzazione degli spazi.

Johnny Rockets, capoluoghi nel mirino per accrescere la rete

Johnny Rockets, catena di fast food della famiglia bresciana Groppetti, punta a espandere la rete in franchising nel corso dell’anno. Dopo due aperture recenti nel milanese, a Rozzano (centro commerciale Fiordaliso) e Carugate (centro commerciale Carosello), la catena arrivata in Italia nel 2016 è alla ricerca di nuovi partner in affiliazione, per mettere a segno almeno tre aperture all’anno. Le città in rampa di lancio dovrebbero essere ancora Milano, seguita da Bologna, Verona, Firenze, Napoli e Torino. Johnny Rockets conta nel mondo circa 350 ristoranti. Dal punto di vista dei locali, prevede due format principali. Il primo è quello “express”, adatto a centri commerciali, che fruisce dei tavoli in condivisione e prevede una superficie minima di 70 mq. La seconda opzione è quella del formato tradizionale, con tavoli di proprietà e almeno 200 metri quadrati.

Secondo i dati preliminari dell’Istat, l’inflazione a gennaio si attesta al 10,1% su base annua. Un livello ancora molto alto, che non si registrava da settembre 1984, ma in deciso attenuazione rispetto all’11,6% del mese precedente. “Le rilevazioni Istat sull’inflazione di gennaio mostrano un quadro in leggero miglioramento, che rispecchia i dati del Pil registrati nel 2022, entrambi in controtendenza rispetto alle previsioni pessimistiche degli ultimi mesi” ha commentato Mario Resca, presidente di Confimprese. “Si tratta di un segno positivo che mostra la buona tenuta dell’economia italiana, in parte dovuta alla stabilizzazione dei prezzi energetici regolamentati. Auspichiamo che i segnali positivi continuino e si rafforzino, nonostante l’incertezza del quadro internazionale”. Il calo si deve essenzialmente al “freno” arrivato sui prezzi dei Beni energetici regolamentati, con le tariffe a -10,9%, e al rallentamento di quelli degli Energetici non regolamentati, passati da +63,3% a +59,6%. In leggero calo anche gli Alimentari non lavorati (da +9,5% a +8,0%).

NEWS pag. 11 | retail&food | Marzo 2023
Resca (Confimprese): “Dati Istat incoraggianti. Buon segnale per il retail”

Al via la QUINTA edizione del Foodservice Award Italy

Una formidabile occasione di confronto e di networking fra operatori e fornitori di prodotti e servizi dell’area foodservice

Novità 2023!

Nel pomeriggio si terrà il Foodservice Summit 2023

Riservato a Founders e C-levels dei brand finalisti e agli sponsor del Summit

L’edizione 2023 culminerà con Gala Dinner e premiazione che avranno luogo mercoledì 24 maggio

all’interno dello Stadio San Siro (G. Meazza) di Milano

Ristorando Eventi

Promosso da EDIFIS Srl Viale Coni Zugna, 71 20144 Milano

per partecipare e sponsorizzare:

info@foodserviceaward.it

www.foodserviceaward.it

*concorso aperto a tutte le catene di ristorazione che operano in Italia con almento 3 punti vendita info e regolamento su www.foodserviceaward.it

Partecipa anche tu!

chiusura iscrizioni 14 aprile 2023

Sponsor Platinum sponsor al 28 febbraio

Event Partner

Sponsor Gold

Sponsor Silver

candidati al 28 febbraio
Associazioni Partner

IL VALORE DEL NOSTRO CAPITALE UMANO

Il retail specializzato non food, secondo The European House – Ambrosetti, è un settore che impiega circa 2,6 milioni di persone in Italia. Per intenderci, oltre 5 volte l’industria tessile. Se a questo dato tentiamo di aggregare quelli relativi al food, ai centri commerciali e a tutto l’indotto indiretto, i numeri lievitano in modo impressionante. Diventano cifre impensabili, un po’ come quando tentiamo di immaginare l’infinito, se consideriamo che parte importante della nostra industria siamo tutti noi, i consumatori, che la muovono dal basso.

Da un punto di vista macroeconomico, ci insegnano che per capitale umano si intendono le competenze, conoscenze ed esperienze maturate dagli individui, considerate in termini di valore (o di costo). Da un punto di vista più sociologico, è per la prima volta la OCSE a definirlo come l’insieme delle conoscenze, abilità, competenze e altri attributi degli individui, che facilitano la creazione di benessere personale, sociale ed economico. Meglio ancora, il valore del capitale umano sta nell’unicità di ciascuno, nella differenza che possiamo fare ogni giorno, soprattutto in tempi in cui il mare è agitato e la linea d’ombra non ci consente ancora di vedere terra. Perché realmente, il retail è un organismo vivo e ogni cellula conta tanto, anche quando non ci è così evidente, connessa com’è a quella shopping bag o a quello scontrino, che il cliente infine porta via con sé.

Mai come ora, è fondamentale affrontare ogni tema con tutto quello che di meglio quel giorno la vita ci ha messo tra le mani e nella testa, con tutta l’energia che troviamo, anche di lunedì mattina. E non è affatto scontato ricordarci che ciascuno di noi ha sempre un ruolo fondamentale come chi, per professione tiene insieme grande parte della nostra comunità, magari da anni. Lo fa quotidianamente, spesso dietro le quinte e con sorrisi inaspettati, rendendo la nostra vita migliore. A volte, nemmeno ce ne rendiamo conto a dovere. Altre invece, ricordiamo bene quel sorriso, quella energia e quella persona.

Oggi, però, dai numeri vorremmo allontanarci, nel tentativo di parlare del valore anche intangibile del nostro capitale umano, senza retorica, con molta umiltà.

Il valore del capitale umano, insomma, si nutre di piccoli gesti. Quindi oggi, appena hai finito di leggere, alza la testa, guardati intorno e sorridi al primo che vedi, tra i tuoi colleghi. È importante farlo, adesso.

In loving memory of Rossella Barile

pag. 14 | retail&food | Marzo 2023
di Monica Cannalire

Ikea aprirà un punto Plan & Order all’interno del centro commerciale Metropolis di Rende (Cosenza). Si tratta di una scelta strategica per Ikea Italia, che va nell’ottica di sviluppo della multicanalità. Ikea, infatti, non è presente in Calabria con un punto vendita fisico. Il centro Metropolis appartiene al portafoglio di Nuveen. Come riferito dall’agenzia Askanews, Ikea ha inoltre pianificato l’apertura di nuovi punti nel formato “planning studio“, a Roma e Milano. Per quanto riguarda i punti vendita tradizionali, sempre secondo l’agenzia, le prossime aperture in rampa di lancio riguardano i grandi bacini del Nord: Bergamo, Treviso, Verona, Torino e Como.

Benetton si impegna a modificare i contratti di franchising, l’Antitrust chiude l’inchiesta

L’Antitrust ha chiuso il procedimento aperto su Benetton a seguito di una richiesta avanzata da un rivenditore (ora fallito) del marchio in franchising senza infrazioni, ma chiedendo alla società di assumere impegni per modificare le regole del contratto di franchising. Le modifiche proposte dalle società del gruppo Benetton “sono idonee a garantire un margine di autonomia nelle scelte imprenditoriali dei franchising, compatibilmente con la necessità di garantire standard qualitativi e uniformità di immagine adeguati al corretto funzionamento del sistema”, si legge sul Bollettino Antitrust. Inoltre, “Benetton ritiene di aver sempre agito nel pieno rispetto della disciplina in materia di dipendenza economica, pertanto, contesta integralmente ciascuna delle prospettazioni contenute negli atti del procedimento ed in particolare nel Provvedimento di avvio”, continua il testo. La società si impegna comunque ad adottare un pacchetto di misure volte a superare le preoccupazioni espresse dall’Autorità. Le modifiche riguardano l’eliminazione della ricognizione del debito e procedura di sospensione delle forniture in caso di inadempimento dell’affiliato; il budget e la formazione dell’ordine; il riassortimento dei prodotti; le condizioni generali di vendita; le fasi conclusive del rapporto; il recesso.

Osservatorio CNCC, un 2022 in pieno recupero per i centri commerciali

L’industria dei centri commerciali chiude il 2022 con una crescita del +13,7% rispetto al periodo precedente e un sostanziale ritorno ai livelli pre-Covid. È questa la sintesi che emerge dal monitoraggio realizzato dall’Osservatorio del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali – CNCC. Rispetto al 2019, i fatturati dei centri commerciali sono quasi in linea con un lieve calo di circa il -3%. Migliorano anche gli ingressi, seppure con un recupero più lento: il 2022 si chiude, infatti, con una notevole crescita rispetto al 2021 (+14,1). Sebbene il gap si stia gradualmente riducendo, il raffronto con il 2019 registra ancora -15%. Rispetto al 2021, tutte le categorie merceologiche riportano un andamento in crescita, ad esclusione dell’elettronica di consumo che presenta una minima flessione (-0,3%): la migliore performance è data certamente dall’accelerazione della ristorazione (+43%), cura persona, salute (+18,5%), cultura e tempo libero (+14,3%), abbigliamento (+15,3%), attività di servizi (+10,6%) e beni per la casa (+9,2).

WeArena porta gli eSport in tour nei centri commerciali Carmila

WeArena Entertainment, network di parchi di intrattenimento digitali e organizzatore di competizioni eSports, ha siglato una partnership con Carmila Italia per portare “on tour” le sue attività in alcuni centri commerciali italiani del gruppo. Il tour è partito il 13 febbraio dal centro commerciale Vercelli e terminerà l’8 aprile. All’interno dei mall verranno predisposti spazi dedicati con stand allestiti con console di ultima generazione per permettere agli utenti di giocare gratuitamente. Oltre al centro commerciale Vercelli, il tour toccherà anche I Viali Shopping Park (Torino), Gran Giussano (Monza Brianza), Thiene (Vicenza) e Brianza (Milano).

NEWS pag. 15 | retail&food | Marzo 2023
Ikea: pronte 5 nuove città e primo tassello in Calabria al centro Metropolis

Bomaki cresce e porta il format “rapido” nei centri commerciali

Novità e aperture in arrivo per Bomaki, la catena di ristoranti a tema nippo-brasiliano fondata nel 2013. Arriva un nuovo punto vendita in Zona Navigli a Milano, riaprirà il locake in Zona Murazzi a Torino, mentre a Roma, verso fine marzo, Bomaki sbarcherà in zona Prati e a maggio a Ponte Milvio. Inoltre, Bomaki sta sviluppando un nuovo formato casual chiamato “Bomaki Rapido”, di cui un’apertura è già stata fatta a Milano (via Buonarroti). Il concept, però, è studiato appositamente per i centri commerciali e in questo canale le nuove aperture saranno a fine marzo presso Le Gru di Grugliasco (Torino) e a fine ottobre nel nuovissimo centro di Cascina Merlata a Milano. Bomaki è un’iniziativa sostenuta dai soci fondatori Giuseppe Grasso, Francesco Zambon e Jeric Bautista, più un gruppo di investitori supportati da Augens Capital e Bic Capital.

Conbipel, conti su nel 2022. Effetto positivo dal fondo di Singapore

Conbipel ha chiuso il 2022 con una crescita delle vendite likefor-like del 38%. Secondo il management, si tratta di un andamento che ha superato le aspettative, specialmente per il periodo delle festività (dicembre-gennaio) in cui le vendite hanno corso di più che nello stesso periodo pre-pandemia. Conbipel, lo scorso maggio, dopo essere finita in amministrazione straordinaria, era stata acquisita da Grow Capital Global Holdings PTE, operatore di private equity di Singapore. Il nuovo azionista aveva condotto l’operazione con l’ausilio di Invitalia e degli studi legali Pirola Pennuto Zei e associati, Gianni & Origoni, insiema a Pwc Italia e Ranalli. Il passaggio aveva riguardato 167 punti vendita e circa 1.400 addetti, oltre il 90% della forza lavoro. Oggi la maggioranza fa capo al veicolo italiano BTX Italian Retail and Brands srl.

UN GIORNO DI DIGITALE FOLLIA

Entra lei, con i capelli appena fatti, le unghie rosso carminio o terra di Siena lunghe espaventevoli. «Ho questo pacchetto da restituire, mi stampa lei l’etichettaaaaaa?» bercia affannata dalla porta. Scorgo la faccia solo dopo qualche istante quando molla il fardello. Le misure sono 90-60-90. Del pacchetto, come lo chiama lei. Categoria nuova quella delle stiliste che comprano e rivendono su internet, nei siti che solitamente iniziano con la lettera V. Scambiano giornalmente stracci usati spedendoli in giro per l’Europa, guadagnando soldi in nero facendo la sola felicità dei corrieri. Due giri col furgone al giorno e 96 consegne come record massimo nei giorni della festa del bambinello, al freddo nella capanna con asino e bue.

Internet ha cambiato la vita di tutti. Non sempre in meglio.

Una nota azienda di gioco con montepremi miliardario verga le schedine che noi tabaccai emettiamo giornalmente con il suo spot: “Gioca online sul nostro sito, per te 15 euro in regalo”. Facciamo pubblicità a un nostro competitor online. Lo trovo pazzesco.

Entra Mr. Magoo in salsa veneta che mi chiede perché non funziona “il coso”.

Mi impongo la faccia da prete e cerco di capire di che si tratta. Dopo trenta domande mie e dodici bestemmie sue capisco che parla del QR Code della bolletta e lui lo sta cercando sul sito della banca.Dopo aver perso quindici minuti aspettando la carta di credito, si lamenta del costo del servizio che è più alto di quello delle poste per i pensionati.

Ed ecco che alle 19.25 mentre mi accingo a chiudere bottega, si infila il pensionato che si lamenta: «Perché non mi hanno dato u bonus?». Parla di un sito di scommesse.

«Ma che ne so?!» gli rispondo e lo espello consigliandogli di leggere un libro. DI CARTA.

NEWS pag. 16 | retail&food | Marzo 2023
Dal Tabaccaio 2030 Milano centro

Seguici su

KFC avanza con Original Bucket (Sapori artigianali): apertura a Cantù

KFC approda anche nella Brianza comasca e apre un punto vendita a Cantù, nel centro commerciale Bennet. Il brand che porta in Italia il pollo del Capitano arriva così a 68 locali, in 15 Regioni italiane, tra città, centri commerciali e travel. “Siamo orgogliosi di aver portato il marchio KFC anche nella provincia di Como e proprio nella sua seconda città” commenta Corrado Cagnola, amministratore delegato di KFC Italia. “In questa nuova location, creiamo 15 nuovi posti di lavoro sul territorio e offriremo tutte le possibilità di esperienza che i clienti KFC ben conoscono, dal take-away al delivery. Naturalmente sarà possibile anche pranzare nella food court del centro commerciale” afferma Mauro Tiberti, amministratore delegato di Original Bucket. Nella rete di negozi italiani di KFC, la Lombardia è quella con la maggiore densità, 21 ristoranti. Di questi, 18 sono gestiti da Original Bucket srl, società che fa parte del gruppo Sapori Italiani. Original Bucket è franchisee di KFC dal 2017.

Dispensa Emilia sbarca al Bicocca Village

Dispensa Emilia ha aperto un punto vendita all’interno del centro commerciale Bicocca Village. Si tratta del 33esimo locale in Italia, il quarto a Milano. Il brand, entrato nel portfolio degli investimenti di Investindustrial, dallo scorso marzo è guidato da Alessandro Medi, come amministratore delegato, che ha preso il posto del fondatore Alfiero Fucelli. L’obiettivo dichiarato al momento della nomina era di raggiungere circa 60 punti vendita in un triennio. Nel nuovo punto vendita, il brand offre il suo menù classico, che parte appunto dalla tradizione emiliana, come gnocco fritto, tigelle, pasta, insalate. Dispensa Emilia propone anche una app proprietaria, che permette di accumulare punti, ordinare e pagare dal tavolo, oppure prenotare l’asporto.

Elnos shopping, ecco il grande flagship di Yamamay

Yamamay ha aperto un grande negozio monomarca all’interno del centro commerciale Elnos di Brescia. Lo store, inaugurato lo scorso 11 febbraio, occupa una superficie di 250 metri quadrati e propone le collezioni uomo e donna del brand. Per Yamamay, proprietà di Pianoforte Holding (famiglia Cimmino) questa formula è la più tradizionale, ma circa due anni fa era stato lanciato anche il progetto Yamamay Man, ossia quello dei negozi monomarca, di dimensioni minori, ma interamente dedicate all’uomo. L’ultimo store di questo tipo era stato inaugurato a ottobre, a Salerno. L’azienda, nell’ottica di una differente comunicazione rispetto al passato, a gennaio aveva anche presentato il suo sito corporate.

Frankly Bubble Tea “scende” in metro di Porta Romana

Frankly Bubble Tea ha chiuso il 2022 con 4,5 milioni di ricavi ed ha inaugurato il 2023 con l’apertura del decimo negozio. Il nuovo punto vendita si trova all’interno della stazione della metropolitana milanese di Porta Romana. Si tratta del quinto store nel capoluogo lombardo. Il brand è presente anche a Torino, Bologna, Bergamo, Pavia e Monza. Nel commentare i conti 2022, il fondatore Franco Borgonovo ha spiegato la strategia di crescita a medio termine. “Il 2022 è andato ben oltre le nostre aspettative. Ora l’obiettivo è arrivare a 24 nuove aperture nei prossimi 2 anni, per poi entrare nel mercato europeo per diventarne il punto di riferimento entro il 2025”. Sul finire del 2022, Frankly aveva incassato un aumento di capitale pari a 2,5 milioni di euro, sottoscritto da CDP Venture sgr e da ALiCrowd II, più di un centinaio di piccoli investitori in crowdfunding. Per il 2023, la società si attende ricavi per 7,5 milioni, volume che rappresenta una crescita del 66% su base annua.

NEWS | Opening pag. 18 | retail&food | Marzo 2023

“Il Baretto” trova posto nell’hub Spiga26

Spiga 26, il nuovo hub creativo del Quadrilatero milanese della moda, accoglie la nuova location del noto ristorante milanese Il Baretto. Si tratto di quello che in precedenza era noto come “Il Baretto al Baglioni”. Inoltre, in chiave retail, è stata allestita un’innovativa area dedicata a temporary shop per brand che si occupano di moda e design, cui hanno già aderito Bovy e Diesel Living with Moroso. Nata dalla riqualificazione dello storico Palazzo Pertusati, Spiga 26 è un spazio in cui Hines ricopre il ruolo di investitore e development manager. Nei 3.000 metri quadrati retail, su tre livelli, già ospita altre realtà del lusso e della moda, tra cui Moschino, Sergio Rossi, Peserico, Borsalino, Drumhor, Baldinini. Negli spazi direzionali, da 7.000 metri quadrati, è arrivata la sede milanese di Kering.

Hamerica’s anche al Barberino Designer Outlet

Hamerica’s ha aperto un nuovo ristorante all’interno del Barberino Deisgner Outlet, in provincia di Firenze. Per la catena ispirata al cibo e alle ambientazioni al 100% americane, si tratta di un nuovo step nell’espansione all’interno degli outlet. In precedenza, infatti, erano stati aperti anche i punti vendita al Palmanova Village e al Designer Outlet Noventa. Hamerica’s è un brand di proprietà di Foodeliciuos srl, che vede Ivan Totaro come fondatore. L’amministratore delegato di Hamerica’s è Davide Gionfriddo, che in passato aveva avuto esperienze in Percassi e in Autogrill. La catena ha raggiunto quota 27 ristoranti, per lo più concentrati al Nord, con l’eccezione di Firenze e Roma, e con otto locali nella sola Milano.

Portobello, società quotata che abbina l’attività di barter editoriale/pubblicitario a quella retail, tra fine 2022 e inizio anno ha messo a segno una doppia apertura. La prima in Liguria, a Sarzana, all’interno del centro commerciale “Centro Luna”. Il secondo in provincia di Bergamo, a Curno, nel centro commerciale omonimo. In entrambi gli store, da circa 500 mq di ampiezza, vengono venduti casalinghi, elettronica e regali, tessile e abbigliamento, cura della casa e della persona. Portobello aveva chiuso il 2021 con 88,2 milioni di ricavi. L’appuntamento per l’approvazione dei conti dell’esercizio 2022 è il prossimo 20 marzo, con il Cda, seguito a metà aprile dall’Assemblea degli azionisti.

Con Rimini e Limbiate, Marlù punta a 50 monomarca

Marlù, marchio di gioielli creato dalle tre sorelle Morena, Monica e Marta Fabbri, ha appena inaugurato un nuovo negozio monomarca nel centro di Rimini. Poco prima, invece, il brand aveva aperto uno spazio da 70 metri quadrati, all’interno del centro commerciale Carrefour di Limbiate. Con queste operazioni salgono a 48 i negozi monomarca in Italia del brand, di cui una decina gestiti direttamente, gli altri in franchising. Marlù è già presente nei centri di numerose città, tra cui Catania, Bari, Bologna, Firenze, Milano, Napoli, più anche una presenza a Budapest.

NEWS | Opening pag. 19 | retail&food | Marzo 2023
Portobello supera i 30 negozi con Sarzana e Curno

Obicà, avanti con il restyling. Dopo Torino e Roma, nuovo Cocktail bar a Milano

Procede senza sosta il piano di rilancio di Obicà Mozzarella Bar, riacquistato a metà 2021 dalla famiglia Scudieri. Il 2022 si era chiuso con una nuova apertura prestigiosa, in pieno centro città a Torino, dove il ristorante si è sistemato al piano terra della Rinascente, nell’esclusiva via Lagrange. “Con questa operazione, diamo seguito a un rapporto consolidato, con Rinascente, che va avanti ormai da quindici anni” aveva affermato Davide Di Lorenzo, amministratore delegato di Obicà Mozzarella Bar. Ora a Milano, dopo il ristorante di via Cusani, ha riaperto il locale che il brand aveva occupato per anni, in zona Brera, in via Mercato 28. Il nome questa volta è “Il Bar in Via Mercato”, un locale completamente trasformato, che assume la veste di “cocktail bar con cucina”. Una location di fascia alta, che si presta per lunch veloce, aperitivi con cocktail speciali firmati da uno dei barman più innovativi, Oscar Quagliarini, e cena.

La Martina, flagship di lusso con bar interno

La Martina, brand con sede in Svizzera nato come marchio di abbigliamento sportivo per il polo, ha aperto un elegante negozio monomarca a Milano, in corso Garibaldi. Si tratta dello store più grande in Europa, per il gruppo della famiglia Simonetti, firmato dall’architetto Fabio Novembre. Il negozio, oltre a comprendere tutta l’offerta di La Martina, sia casual sia come abbigliamento tecnico per il polo, contiene anche un bar caffetteria a marchio El Bar del Polo, la cui gestione è affidata a un partner noto in città, El Carnicero, specializzato nella carne argentina. Proprio in Argentina, a Buenos Aires, era nato La Martina nel 1985. Secondo i piani dell’azienda, quest’anno verranno aperti almeno 8 negozi monomarca nel mondo, per decine di shop-in-shop.

12oz punta ancora sul travel: pronto il chiosco a Rogoredo

12oz, catena specializzata nel coffee-to-go, punta ancora sulle stazioni con l’apertura a Milano Rogoredo (Rfi). Si tratta di una scelta strategica, da parte del brand fondato da David Nathaniel, che in questo modo va a presidiare una stazione molto frequentata dai pendolari, ma che è anche l’approdo, importante, del nuovo collegamento ultrarapido di Trenitalia, che collega in 2 ore e 45 minuti con un servizio non stop Milano Rogoredo e Roma Tiburtina. Lo store di Rogoredo, senza sedute, solo asporto, è concepito come format veloce a uso passeggeri. “Un approccio che si adatta benissimo alla situazione del viaggio, consentendo di consumare la bevanda lungo il tragitto o una volta giunti a destinazione” secondo il Ceo, David Nathaniel. Nel corso del 2023 12oz ha già in programma nuove aperture. Questo nuovo punto vendita è il 22esimo in totale, il 19esimo a gestione diretta e l’ottavo nella città metropolitana di Milano.

Rossopomodoro arriva alle Zagare in Sicilia

Rossopomodoro ha aperto un ristorante nel centro commerciale Le Zagare, a San Giovanni la Punta (Catania). L’apertura è avvenuta in collaborazione con Odos Group. Per Rossopomodoro, guidata da un anno da Nicola Saraceno nel ruolo di amministratore delegato, si tratta della conferma di un piano di espansione, che sta presidiando sia i centri commerciali sia il canale travel. Ultimamente, il brand ha aperto in Piemonte al centro I Viali di Nichelino (To), cui va aggiunto un altro ristorante nel novarese, a Castelletto sopra Ticino. In ambito travel, invece, prosegue la collaborazione con Grandi Stazioni Retail, con aperture a Milano Centrale, Bologna Centrale e Roma Termini. Ma il brand, insieme ad Areas-MyChef, è di recente atterrato anche negli aeroporti, come Roma Fiumicino e Bergamo Orio al Serio (in foto).

NEWS | Opening pag. 20 | retail&food | Marzo 2023

Paolo Pastore – Executive Director Fairtrade Italia

Dopo un articolato percorso formativo, in Italia e all’estero, nel settore industriale, retail e logistica, dal 2001 Paolo Pastore ricopre il ruolo di Executive Director di Fairtrade Italia che rappresenta il Fairtrade International, il consorzio che garantisce filiere sostenibili dal punto di vista ambientale, sociale ed economico. Ha seguito l’apertura del mercato italiano alle produzioni Fairtrade, in particolare per le filiere del cacao, caffè, zucchero e frutta fresca, con una crescita continua che ha portato le produzioni certificate a un valore retail di oltre 550 milioni di euro nel 2021. Pastore fa parte, inoltre, del Consiglio Nazionale Cooperazione Sviluppo presso il MAECI e del board della ONG Halieus. Padovano, sposato con Valeria e padre di Giovanni, Francesca e Samuele, ama i viaggi, il nuoto, la montagna e le esplorazioni a breve e a lungo raggio. La peculiarità del suo ruolo fa sì che i suoi Grazie/Scusa si fondano tra vita privata e professionale e lo ringraziamo per averci parlato così apertamente di sé.

ri” dall’ ufficio aziendale, aiutato dal conoscere bene diverse lingue: francese, tedesco, inglese, spagnolo, portoghese. Non era scontato negli anni Ottanta. E i successi sono arrivati, non casuali, ma frutto dell’impegno, della dedizione e dell’etica nei rapporti. Crescere sul campo è stata la cifra del mio approccio professionale con tutte le difficoltà connesse. Non c’erano gli strumenti web e di comunicazione, si usava ancora il fax e la mobilità umana era complicata. Apprendere i nuovi strumenti e le possibilità offerte dal 2.0 al 4.0 ha arricchito la mia professionalità, grazie anche all’incontro con culture, modus operandi e vivendi diversi tra Germania, Est Europa e, per finire, in Fairtrade.

Il mio primo GRAZIE va al fratello di mio padre che ha svolto un prezioso lavoro di supplenza, anche nella mia vita professionale. Mai invadente, una persona con cui potevo discutere e ragionare, prendendo poi le mie responsabilità nelle scelte finali, non sempre facili. Grazie S.P. Grazie a mia madre M.M. che da sola ha cercato di non farmi mai mancare nulla, con enormi sacrifici che l’hanno indebolita nel corpo e nello spirito. E Grazie a mia moglie V.D., averla accanto anche nei momenti più duri e tribolati (succedono) nella vita professionale e familiare è stato un’ancora ed approdo sicuro. Nelle cose semplici e vere si ritrovano percorsi di vita e spazi comuni.

“Il mio percorso professionale è stato duro. Sono rimasto orfano di padre a 13 anni e mi sono dovuto arrangiare iniziando a lavorare presto e studiando la sera, con forza e perseveranza. Appena ho potuto ho scelto di lavorare “fuo-

Le mie SCUSE vanno ad A.C.: seconda persona arrivata a Fairtrade, con cui si era costruito un bel rapporto professionale che purtroppo si è incrinato a causa di incomprensioni sopraggiunte nella fase di crescita ed ampliamento del team. Le mie scuse si estendono a tutto il mio gruppo di lavoro: non è sempre facile guidare con chiarezza e vorrei che le cose venissero capite al volo, anche ora che lo staff si è ampliato in modo importante. Mi rivolgo a tutte le collaboratrici e i collaboratori: sappiate che il vostro “capo” ha fiducia in voi.”

pag. 21 | retail&food | Marzo 2023
A cura di Beatrice Ramazzotti Paolo pastore Paolo Pastore , Executive Director Fairtrade Italia

MICHELA BETTONI

Direttore commerciale di Iper Montebello spa

Dal primo gennaio 2023 Michela Bettoni assume il ruolo di direttore commerciale di Iper Montebello SpA, la business unit del gruppo Finiper dedicata agli ipermercati con insegna Iper La grande i. Prima donna in azienda con questa carica, Michela Bettoni ricopre le responsabilità di Direzione Vendite, Acquisti, Carburanti, IperDrive e Logistica. Originaria della bergamasca, Bettoni vanta un’esperienza ventennale nell’insegna Iper La grande i, dove ha ricoperto ruoli di crescente importanza nelle vendite, fino ad assumere le responsabilità di Capo Area e Direttore dei punti vendita più rappresentativi come Rozzano e Seriate.

MIRKO BALDINI

Amministratore delegato di Cbre Advisory Italia

CBRE ha nominato Mirko Baldini come nuovo amministratore delegato della divisione Advisory in Italia, a partire dal 1 aprile 2023. Mirko Baldini, già COO e Head of Property management Italy, ha maturato una grande esperienza nel settore immobiliare e raggiunto importanti risultati durante i suoi quasi 20 anni di esperienza professionale in CBRE. Baldini prenderà il posto di Alessandro Mazzanti, che continuerà però a ricoprire il ruolo di Presidente non esecutivo in CBRE e continuerà a supportare il business italiano fino alla fine di febbraio 2024.

LUKAS BROSI

Amministratore delegato Aeroporto di Zurigo

Lukas Brosi è il nuovo amministratore dell’aeroporto di Zurigo, Flughafen Zurich AG. Brosi ricopriva già la carica di Cfo e questo passaggio, secondo una nota della società, serve ad assicurare continuità di gestione. Prende il posto di Stephan Widrig, ex Ceo che ha lasciato volontariamente l’azienda per seguire una nuova avventura professionale. Brosi, 44 anni, svizzero del Canton Ticino, è economista aziendale di formazione. Entrato nella società nel 2009, era responsabile delle finanze dal 2017. In questo ruolo, ha anche assunto la responsabilità sui nuovi progetti di digitalizzazione e sulla parte di sostenibilità e ambiente, aspetti che potrà continuare a seguire. La sua nomina ha effetto dalla fine di aprile.

UGO TURI Amministratore delegato di Coin

PAOLO MUTTI

Direttore divisione High street di Svicom

Svicom Agency, società di intermediazione del gruppo Svicom, ha nominato Paolo Mutti alla guida della divisione High street & stand-alone. Mutti ha fatto il suo ingresso in Svicom nel 2020, a seguito dell’acquisizione della divisione retail di Agire (Gruppo IPI). Ora metterà a disposizione di Svicom Agency la sua lunga e consolidata esperienza professionale, maturata sia nello sviluppo di reti di vendita sia in importanti società di gestione di capitali di livello internazionale, con l’obiettivo di offrire una consulenza a 360° ai brand che investono nello sviluppo in città e landlord. Svicom ha chiuso il 2022 con all’attivo oltre 70.000 mq di GLA ricommercializzata e più di 300 punti vendita contrattualizzati, sia negli asset retail gestiti da Svicom, sia con incarichi diretti.

Il Cda di Coin ha nominato come nuovo amministratore delegato Ugo Turi. Manager di lungo corso, era già un componente del consiglio del brand di abbigliamento. In passato ha accumulato una vasta esperienza in imprese di rilievo, come Fininvest e Montedison. Secondo una nota dell’azienda, “Turi è stato scelto per guidare, con rapidità e sicura visione, la società nell’attuazione e nel conseguimento degli obiettivi posti dal Piano Industriale, in un momento di grande dinamicità per tutto il mondo retail”. Coin ha chiuso il 2022 con un fatturato di 300 milioni di euro, registrando una crescita rispetto ai 288 milioni dell’anno precedente. Il giro di affari complessivo si attesta sui 440 milioni di euro lordi e un margine operativo lordo di 18,7 milioni di euro, in linea con quello registrato nel 2021. A inizio febbraio, sempre in Coin, Marco Marchi è stato nominato nuovo presidente al posto di Giorgio Rossi.

PETROS PAPAGEORGIOU

Direttore vendite Ho.Re.Ca di Heineken Italia

Heineken Italia annuncia la nomina di Petros Papageorgiou, a partire dal 1 febbraio scorso, come Direttore vendite Ho.Re.Ca per l’Italia, a diretto riporto dell’amministratore delegato, Wietse Mutters. Petros Papageorgiou arriva dalla posizione di general manager di Fratelli Branca distillerie. Ha avviato la sua carriera lavorativa nel 2004 in Diageo, ad Atene. Nel 2011, sempre in Diageo, ha iniziato la sua esperienza professionale nel mercato italiano del beverage, fino a diventare nel 2013 direttore vendite On-Premise Italia. Nel 2015 ha assunto lo stesso ruolo in Coca-Cola HBC, mentre dal 2019 al 2022 ha ricoperto la carica di direttore generale di Lurisia, marchio del gruppo Coca-Cola.

pag. 22 | retail&food | Marzo 2023
CAMBI DI POLTRONA

Energia, rifiuti, sprechi: il Bilancio di Sostenibilità di Chef Express

Chef Express, società che gestisce tutte le attività di ristorazione del Gruppo Cremonini, ha pubblicato la nuova edizione del Bilancio di Sostenibilità, aggiornato all’esercizio 2021 e con perimetro esteso a tutte le Società controllate. Il valore economico generato nel 2021 mostra una crescita del 25% rispetto al 2020 e, dei 345 milioni di euro generati, il 97% sono stati distribuiti a dipendenti, fornitori e comunità locali. Per quanto riguarda l’ambiente, i sistemi di efficientamento hanno permesso di ridurre del 22% il consumo di energia elettrica e del 19% le emissioni di gas a effetto serra rispetto al 2020. Si registra, inoltre, che la metà dei rifiuti prodotti viene avviata a riciclo o recupero. Gli scarti alimentari dei ristoranti e dei punti vendita sono diminuiti del 24% rispetto all’anno precedente e alimenti per oltre 35.000 euro di valore sono stati recuperati e donati tramite la collaborazione con Banco Alimentare Dopo la pandemia, Chef Express ha avviato la ricerca di nuove risorse, arrivando ad assumere oltre 1.200 dipendenti nell’ultimo anno.

Breeam in-use, salgono a nove i centri certificati di IGD SiiQ

Due centri commerciali del portafoglio IGD SiiQ hanno ottenuto la certificazione Breeam in-use. Si tratta di Maremà di Grosseto e di Centro d’Abruzzo di San Giovanni Teatino (Chieti). La certificazione ambientale Breaam Official (Building Research Establishment Environmental Assessment Method) rappresenta uno degli standard internazionali più importanti e riconosciuti per la sostenibilità ambientale degli edifici. La valutazione interessa sia la prestazione ambientale dei centri sia l’attenzione per il benessere di chi ci lavora e chi li frequenta. Il Centro Commerciale Maremà, in particolare, ha raggiunto il livello “Excellent” sia nella sezione Asset Performance che nella sezione Building Management. Ad oggi, in totale sono 9 i centri commerciali certificati Breeam del portafoglio IGD (il 33%).

Oriocenter, anche nel 2023 torna l’iniziativa UCI Friendly

Forte del profondo legame con il territorio bergamasco, anche nel 2023 Oriocenter mette in campo progetti che coinvolgono la comunità e con un impatto positivo anche dal punto di vista sociale. Torna l’iniziativa UCI Friendly Autism, in collaborazione con UCI Cinemas, il progetto che offre gratuitamente alle persone con disturbi dello spettro autistico l’occasione di vivere qualche ora di spensieratezza davanti al grande schermo, in sala e in tutta tranquillità. Nel 2022, l’iniziativa aveva riscosso un enorme successo: erano state 33 le proiezioni con circa 3500 posti prenotati, per oltre 1500 famiglie partecipanti. Un progetto che prosegue anche nel nuovo anno con nuove proiezioni.

La charity di Pret a Manger “arruola” 250 rifugiati ucraini

Dall’inizio del conflitto in Ucraina, la catena inglese Pret a Manger ha assunto 250 rifugiati ucraini in fuga dalla guerra in oltre 100 locali del Regno Unito. I rifugiati lavorano in ruoli come chef, baristi e personale di sala. La maggior parte sono donne i cui partner e famiglie rimangono in Ucraina. Il programma di aiuti, lanciato nell’aprile 2022, è stato dalla The Pret Foundation, la charity del brand che si occupa di beneficenza, e fornisce aiuti finanziari, supporto psicologico, lezioni di inglese e spese di viaggio, buoni spesa. La Pret Foundation nasce nel 1995 con l’obiettivo di combattere la povertà in Inghilterra e in tutti i paesi in cui opera il marchio. Tutto l’invenduto viene raccolto e portato nei centri di accoglienza, nelle mense sociali e distribuito ai bisognosi e ai senza tetto. In un report redatto all’inizio del 2021 è certificato che nel corso del 2020 Pret ha donato 7,3 milioni di prodotti. Nell’aprile del 2022 l’azienda ha alzato il compenso minimo da 9,40 sterline (la soglia minima nel Regno Unito) a 10,15 sterline l’ora a 8.000 persone della sua forza lavoro

NEWS | ESG pag. 23 | retail&food | Marzo 2023

CASHLESS SOCIETY

Le nuove frontiere dello shopping mettono al bando il contante. E il checkout, in negozio e al ristorante, diventa sempre più phygital. Un’esperienza di pagamento che piace ai consumatori e permette ai retailer di fidelizzarli attraverso servizi innovativi di Paola Oriunno

Carta o contanti?”. Ok boomer… Dal punto di vista dei pagamenti, l’Italia è un Paese a due velocità: mentre le nuove generazioni sono più incuriosite da casse smart, app e pagamenti contactless, c’è ancora una larga parte di popolazione (e anche di retailer) tecnologicamente immaturi e ancora affezionati al cash. Secondo il report della Community Cashless Society 2022, (fondata da The European House Ambrosetti) oggi l’Italia è 29esima al mondo per incidenza del cash sull’economia e si posiziona al 24esimo posto su 27 Paesi UE, precedendo solo Romania e Bulgaria. Per fortuna, il comportamento dei consumatori (e dei retailer) sta cambiando e le novità corrono spedite, sia negli store che al ristorante. La pandemia ha accelerato il processo di digitalizzazione in un’ottica sempre più omnicanale e dalla prenotazione del tavolo al pagamento, fino ai buoni pasto dematerializzati, il digitale ora è integrato in tutta l’esperienza che gravita attorno a un pranzo o una cena fuori casa. Il panorama dei pagamenti digitali è in forte evoluzione e il Covid ha segnato uno spartiacque da cui non si torna più indietro. Se ancora per qualche anno, alle casse continueranno a farci domande da boomer, una nuova “cashless society” prenderà il sopravvento. La strada è segnata, non resta che percorrerla.

Ad oggi in negozio, 7 pagamenti digitali su 10 vengono effettuati avvicinando al Pos la carta, lo smartphone o lo smartwa

DOSSIER | Pagamenti
pag. 24 | retail&food | Marzo 2023
Transazioni digitali in crescita, lo smartphone piace sempre di più

tch. I dati emergono da un’analisi pubblicata ad ottobre 2022 dall’Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano.

Tecnologia RFID e self checkout, il futuro che ci aspetta

La modalità di pagamento tramite carta si conferma nel primo semestre 2022, la preferita per i pagamenti in store raggiungendo un totale transato di 79 miliardi euro (+49% rispetto al 2021) e rappresentando oggi il 64% del totale delle transazioni digitali. Sono però i pagamenti tramite smartphone e dispositivi indossabili a vivere la crescita maggiore: con un +139% negli ultimi 12 mesi, raggiungono un valore di 6 miliardi di euro nella prima metà dell’anno. Di questi, quasi il 90% è basato su tecnologia contactless Nfc. Il restante è appannaggio di app che si basano su altre tecnologie, come i Qr Code o la geolocalizzazione, e che rappresentano circa il 24% rispetto al numero di transazioni. Conferma questi dati anche l’Osservatorio Visa 2022, realizzato insieme alla società di ricerche Ipsos su un campione composto da 400 tra micro e piccoli esercenti in Italia: il 66% degli esercenti rileva un sostanziale aumento nell’uso di smartphone e wearable da parte della propria clientela, connesso a un contestuale incremento delle soluzioni contactless anche per i pagamenti con carta. “Siamo di fronte a un chiaro cambio di passo”, sottolinea Stefano M. Stoppani, Country Manager Visa Italia. “Dopo aver scoperto nel digitale una chiave per riemergere dal momento più duro dei lockdown, esercenti e piccole imprese ne hanno sperimentato i benefici. E oggi sono consapevoli che il digitale rappresenta un ampliamento delle potenzialità di business”. Nel corso dei prossimi quattro anni, gli intervistati si aspettano un’ulteriore diffusione dei pagamenti digitali in store.

Meno commessi alle casse, sempre più self-checkout. Le novità sono sotto gli occhi di tutti. Sia Zara (Inditex) che il gruppo Decathlon hanno introdotto anche nei negozi italiani la tecnologia RFID (Radio frequency identification), un metodo di pagamento che consente la scansione automatica dei prodotti negli “smart basket”, senza dover passare lo scanner sul codice a barre. Tra le nuove frontiere dello shopping (e molto apprezzata nella GDO) c’è anche la tecnologia “scan & go”. Cosa significa? Che è possibile acquistare un prodotto in negozio senza passare dalla cassa, utilizzando il proprio cellulare come scanner dei codici a barre (mobile self checkout) e come sistema di pagamento (mobile payment). Un sistema che piace ai consumatori, che risparmiano tempo, e conviene ai retailer, che attirano e fidelizzano i clienti con servizi innovativi, come digital couponing e proximity marketing. Ultima frontiera: i negozi non presidiati, come Amazon. Si tratta di soluzioni che semplificano sensibilmente la vita degli utenti, abbatten-

I nuovi trend di pagamento secondo Adyen

do i tempi di attesa e le file, e la logistica dei punti vendita (riduzione dei costi, migliore allocazione del personale). Tanti pro, qualche contro. Attraverso la collaborazione con 5 aziende italiane, Crime&tech ha analizzato i dati di oltre 100.000 transazioni effettuate nelle casse di self-checkout nel giugno 2022. Quello che è stato rilevato è la percentuale piuttosto alta (4,1%) di scontrini anomali, cioè scontrini che presentano una differenza tra i prodotti scansionati e quelli effettivamente in possesso del cliente. Per contro una sola azienda, che a differenza delle altre utilizza la tecnologia RFID, ha registrato valori decisamente inferiori (0,5%).

Verso quale direzione si muoveranno nei prossimi anni le piattaforme digitali? Secondo Adyen, i dispositivi di pagamento mobili, sempre più piccoli e rigorosamente portatili, diventeranno centrali e nei prossimi anni il numero di questi smart device è destinato a crescere ancora. Di pari passo si stanno muovendo anche le soluzioni di self check-out attraverso casse automatiche e servizi di pagamento individuale in cui non è più necessario il supporto del personale dei retailer. Un esempio virtuoso di questo trend è rappresentato da brand come Uniqlo e Nespresso, che già da qualche tempo hanno adottando questo approccio con grande successo. I processi di pagamento, come previsto già da qualche anno, fanno sempre più affidamento alla tecnologia offerta dalle super app e dai digital wallet. Fra i protagonisti di questo trend troviamo indubbiamente la generazione Z che, contraddicendo tutte le tradizionali norme bancarie, sta velocemente passando dallo status di “unbanked” a esperta di super app e portafogli digitali.

I pagamenti via app attirano l’interesse: nel 2022 il tasso di crescita è del +73% rispetto al 2021

(Fonte: Osservatorio Carte di Credito e Digital Payments)

pag. 25 | retail&food | Marzo 2023
In alto, una delle casse automatiche di Zara. In basso, il self check-out di Decathlon. Entrambi i negozi utilizzano la tecnologia RFID e sono in Corso Buenos Aires a Milano

Carte di debito e BNPL, è boom

E per chi non vuole perdersi il “divertimento” di un’esperienza di acquisto phygital c’è un’altra opzione: compra adesso e paga dopo, con calma. A rate. Cresce anche in Italia l’uso del Buy Now Pay Later (BNPL). Sempre più aziende permettono di utilizzare la formula del compra ora, paghi dopo. Tra i servizi BNPL più conosciuti troviamo l’unicorno svedese Klarna, PayPal e Scalapay, che possono essere scelti come modalità di pagamento al momento del carrello sui più noti negozi online, ma di recente sono disponibili anche nei negozi fisici. Secondo la ricerca Visa, il 25% degli esercenti intervistati lo offre già alla clientela. Tra i benefici di questo strumento, gli interpellati identificano l’aumento dei volumi di vendita perché il cliente può ampliare le possibilità di acquisto (40%), seguito dalla soddisfazione (36%) e fidelizzazione della clientela (29%). Tra i principali freni, i costi legati al servizio sono a pari livello con il timore che il cliente non rimborsi le rate (citato dal 28%) o non se ne possa verificare la solvibilità (29%), ma è indicata anche una maggiore complessità burocratica (26%). Anche l’Osservatorio carte di credito e digital payments fotografa una crescita esponenziale dell’uso di carte di debito e prepagate e dell’opzione rateale: ormai il 24% delle operazioni avviene via carta e Bnpl. Questo metodo di pagamento è molto amato dai giovani: numero di coloro che nella fascia d’età 18-34 anni conoscono il Buy now pay later (BNPL) sono più che raddoppiati nei primi sei mesi del 2022.

Cashless, il “sentiment” in Italia

Il 55% dei consumatori sarebbe più propenso ad acquistare presso rivenditori che offrono metodi di pagamento QR code o mobile POS mobile.

Il 63% degli italiani preferisce acquistare presso retailers che utilizzano la tecnologia per migliorare l’esperienza di acquisto tra in-store e online.

Il 28% delle aziende utilizza i dati di pagamento per comprendere il comportamento degli utenti e migliorare la customer experience.

Il 47% dei consumatori preferisce i retailer che ricordano le loro preferenze e i loro comportamenti di acquisto passati per creare un’esperienza di acquisto più personalizzata.

(Fonte: Adyen Retail Report 2022)

NASCE IL DIGITAL WALLET SUMUP PAY

ma di marketing e pagamenti integrati. A giugno 2022 il gruppo ha annunciato un aumento di capitale di 590 milioni di euro che, a coronamento dei suoi 10 anni di rapida crescita internazionale, ha portato l’azienda a essere valutata 8 miliardi di euro. Inoltre, in Italia ha stretto partnership nella GDO con Esselunga e Carrefour, e con catene di distribuzione specializzate in elettronica ed elettrodomestici di consumo, come MediaWorld, Unieuro ed Euronics.

Quali sono i numeri dell’azienda in Italia e nel mondo?

SumUp opera in 35 mercati e 3 continenti, per un totale di 3.000 dipendenti in tutto il mondo, con l’obiettivo di migliorare e semplificare l’infrastruttura di pagamento per i nano, micro e small business: oggi sono oltre 4 milioni i merchant che utilizzano SumUp a livello globale. Guardando allo storico della sua crescita, possiamo identificare un milestone molto rilevante nella fusione con Payleven, servizio di POS mobile che consente di accettare pagamenti con carta. A questo traguardo si è aggiunta nel 2020 l’acquisizione di Goodtill, azienda che offre soluzioni di pagamento digitali a ristoranti e retailer. Per alimentare l’espansione e la crescita internazionale, nel 2021 SumUp ha ricevuto un finanziamento record di 750 milioni di euro e ha acquisito la società Tiller in Francia, uno dei servizi digitali leader in Europa per commercianti e ristoratori, e Fivestars negli Stati Uniti, il più grande network americano di commercio locale che combina una piattafor-

Quali tipologie di servizi e prodotti sono riservate alle catene retail?

Le soluzioni SumUp vanno oltre la semplice accettazione della carta. Si inizia con i POS mobili, pensati per attività commerciali di ogni dimensione, che si collegano ai device tramite bluetoothe e permettono ai commercianti di accettare pagamenti digitali anche per le cifre più piccole, senza contratti e senza canoni fissi. A questo si affiancano i pagamenti da remoto di SumUp, che permettono di elaborare transazioni a distanza inviando un link di pagamento via SMS, Whatsapp, Messenger o e-mail. Una soluzione concepita apposta per gli small merchant e ristoratori è SumUp Cassa, la cassa cloud che consente di gestire in modo integrato e da remoto qualsiasi tipo di attività: dall’elaborazione degli ordini e l’accettazione di qualsiasi tipo di pagamento alle integrazioni con i partner. Inoltre, grazie agli aggiornamenti in tempo reale e alle rendicontazioni facili da interpretare, è possibile accedere ai dati relativi alle vendite, alle performance dei prodotti e al magazzino, oltre a tenere sempre sotto controllo in maniera semplice e veloce la contabilità nel rispetto delle disposizioni di legge vigenti in materia fiscale.

Gaetano de Maio, Country Manager Italia di SumUp Cassa

Quali sono state le novità recenti e quelle in rampa di lancio?

La novità del 2022 è stata SumUp Pay, la prima app rivolta ai consumatori. Si tratta, nello specifico, di un digital wallet che consente di attivare una Mastercard virtuale gratuita - ricaricabile tramite un’altra carta o con bonifico bancario - per scambiare denaro con gli amici e fare acquisti in modo veloce. Grazie a un programma di fidelizzazione integrato, da una parte permette agli utenti di risparmiare sugli acquisti quotidiani, dall’altra supporta la comunità delle piccole imprese, stimolando lo shopping a livello locale. Per il 2023 l’obiettivo è potenziare la suite di SumUp al fine di espandere sempre di più l’ecosistema di soluzioni integrate con un’attenzione sempre maggiore agli small merchant: da SumUp Cassa, a prodotti costantemente aggiornati e capaci di rispondere a ogni nuova esigenza di negozianti, ristoratori e utenti finali.

siness si è diffusa la necessità di vendere online. È proprio a partire da questo bisogno dei piccoli commercianti che SumUp, i cui servizi erano inizialmente focalizzati solo sui pagamenti in negozio, ha iniziato a sviluppare soluzioni per la vendita da remoto: in particolare due prodotti, il Pagamento via Link e il Negozio Online (quest’ultimo lanciato proprio nell’autunno del 2021 per consentire alle piccole realtà di creare con facilità il proprio e-commerce).

Riscontrate un diverso comportamento del consumatore nelle diverse aree del Paese?

Negli ultimi anni l’Italia ha visto un’importante accelerazione della tendenza al cashless, ma persistono ancora alcune differenze territoriali. Secondo quanto evidenziato dall’Osservatorio Pagamenti Cashless 2022 di SumUp, dal punto di vista geografico la crescita più importante del numero medio di transazioni cashless avviene in Valle d’Aosta (con un incremento del 43,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), Lazio e Lombardia. Anche guardando le prime dieci province, in base alla crescita del numero medio di transazioni per esercente, queste si trovano soprattutto al Centro e Nord Italia: Aosta è seguita da Bolzano, La Spezia, Lodi e Venezia. I dati, però, evidenziano una progressiva digitalizzazione dei pagamenti anche al Sud e nelle Isole: nella classifica sono pre-

senti Nuoro, Palermo e Cagliari. Per ridurre questo divario e consolidare ovunque la diffusione dei pagamenti digitali, è necessario continuare a lavorare sugli incentivi a livello statale sia per gli esercenti, che per i consumatori.

PUNTO CASSA CLOUD, SCONTRINO DIGITALE E BUONI REGALO, LE SOLUZIONI DI TILBY

Quali sono i numeri dell’azienda in Italia?

Tilby (ex Scloby) è stata fondata da Francesco Medda nel 2013 presso l’Incubatore del Politecnico di Torino ed è diventata un punto di riferimento per le aziende nel mondo della ristorazione e del retail. In seguito all’acquisizione nel 2020 da parte del Gruppo Zucchetti, la società è cresciuta rapidamente. Nel 2021 abbiamo assistito ad un’impennata di crescita, con un raddoppio dei nuovi punti vendita rispetto al 2020. Il trend positivo si è confermato anche nel 2022 con una crescita del 30% rispetto all’anno precedente. Oggi Tilby è presente in Italia, Spagna, Germania, Francia e Gran Bretagna.

Come commentate gli ultimi dati sui pagamenti elettronici diramati dall’Osservatorio Carte di Credito e Digital Payments di Assofin, Nomisma e Ipsos, con il contributo di CRIF?

I dati confermano la rapida crescita dei pagamenti con carta. A questo, possiamo aggiungere anche un altro elemento interessante ovvero la crescita dell’eCommerce e una maggiore consapevolezza e fiducia nei confronti della tecnologia. Si tratta di un trend che osserviamo da anni e che ha visto un’accelerazione tra il 2020 e il 2021, durante l’emergenza sanitaria, quando anche tra i micro-bu-

Francesco Medda, CEO di Tilby

Quali tipologie di servizi e prodotti sono riservate alle catene retail?

La principale soluzione di Tilby è il punto cassa cloud integrato con la funzione e-commerce, e la cassa automatica che permette di evitare assembramenti in cassa. A livello gestionale, inoltre, Tilby garantisce la possibilità di visualizzare da un unico punto l’andamento delle vendite di tutti gli store, confrontandoli e analizzandoli nel dettaglio. Tilby consente infine di gestire in modo totalmente compliant lo scontrino digitale: gli esercenti possono quindi emettere una ricevuta in formato digitale con la stessa validità fiscale e legale di quella cartacea. Attraverso questi servizi, Tilby offre la possibilità di implementare touchpoint digitali in luoghi fisici e di realizzare una completa integrazione tra online e offline, favorendo una maggiore fluidità dell’esperienza in store per i clienti e, lato esercente, di raccogliere informazioni e dati sui clienti stessi in modo semplice e sicuro per migliorare l’esperienza dell’utente.

Come commentate gli ultimi dati sui pagamenti elettronici diramati dall’Osservatorio Carte di Credito e Digital Payments di Assofin, Nomisma e Ipsos, con il contributo di CRIF?

I dati raccolti dall’Osservatorio sono allineati a quanto osserviamo ogni giorno nel mondo della ristorazione e del retail

in Italia. Gli esercenti italiani hanno infatti già iniziato da tempo ad adeguarsi, sia sul fronte dei pagamenti sia delle tecnologie, per digitalizzare il proprio punto vendita. Anzi, sulla base della nostra esperienza, possiamo dire che in Italia i ristoratori usano software più avanzati rispetto ai loro colleghi europei. Questo perché la varietà e la complessità dei menu nel nostro Paese è molto superiore e servono soluzioni più articolate per digitalizzare e ottimizzare i processi. Per quanto riguarda il Buy Now Pay Later, ha sicuramente più diffusione nel retail, a noi più vicino, che nella ristorazione. E in futuro potrebbero esserci ulteriori sviluppi rispetto all’integrazione con il sistema di cassa Tilby. Un trend in crescita, invece, è l’uso dei buoni regalo: che stanno prendendo piede anche nell’ambito della ristorazione, legate ad un’occasione speciale o a esperienze gastronomiche particolari. Con l’aumento dei costi derivato dall’inflazione in molte città italiane si sta diffondendo l’abitudine di regalare gift card spendibili in ristoranti o cocktail bar. Per questo motivo tra le ultime funzionalità integrate all’interno della cassa cloud di Tilby c’è la gestione dei buoni regalo”.

Quali sono state le novità più recenti?

“Innanzitutto, nel 2022 abbiamo annunciato e realizzato il nostro cambio di brand, passando da Scloby a Tilby. Un rebranding che si è inserito all’interno di un ampio progetto di crescita aziendale coronato con il nostro ingresso in Spagna, Germania, Francia e Gran Bretagna. Il nostro obiettivo principale per il 2023 è diventare il punto di riferimento per un numero sempre maggiore di aziende nel mondo retail e della ristorazione. Oltre a questo, vogliamo continuare a portare avanti il nostro processo di internazionalizzazione raggiungendo in nuovi mercati anche extra europei”.

47%

Percentuale di consumatori che preferisce i retailer che ricordano le loro preferenze e i loro comportamenti di acquisto passati per creare un’esperienza di acquisto più personalizzata.

45%

Percentuale di clienti che apprezza che i retailer offrano pubblicità o suggerimenti personalizzati.

(Fonte: Adyen Retail Report 2022)

TRAVEL RETAIL | Estate 2021 pag. 28 | retail&food | Marzo 2023

Riscontrate un diverso comportamento del consumatore nelle diverse aree del Paese?

I dati raccolti attraverso il nostro sistema di gestione dei punti cassa indica una tendenza sempre maggiore all’utilizzo della moneta elettronica, che si incrementa ancora di più nei mesi estivi. In generale, 4 euro ogni 10 incassati dell’esercente provengono da carte di credito o altre forme di pagamento digitali con le quali Tilby è integrato, come ad esempio app di mobile payment. A partire da questo scenario, sicuramente esistono delle regioni ancora legate ai contanti, come ad esempio Abruzzo e Molise. Tuttavia, le regioni con una maggiore predisposizione ai pagamenti elettronici sono equamente distribuite tra nord, centro e sud dello stivale: Puglia, Lombardia e Lazio sono infatti quelle con il fatturato medio più alto proveniente da pagamenti elettronici”.

ONYON: AL RISTORANTE CON L’APP

due anni hanno portato i consumatori a cambiare le loro abitudini e ad accelerare il processo di digitalizzazione: di fatto, ormai, per organizzare la propria giornata si fa riferimento al proprio smartphone. Era dunque necessario andare incontro a questa esigenza e supportare i ristoranti e i locali che stanno cercando di migliorare e semplificare quanto più possibile i processi interni e di gestione. Onyon ha l’obiettivo di migliorare la gestione degli ordini di pub, ristoranti e caffetterie, riducendo i tempi di attesa del cliente e aumentando scontrino medio e fatturato. Il self ordering, infatti, da una parte agevola il lavoro di camerieri, dall’altra permette ai clienti di ordinare e pagare al tavolo direttamente dal proprio smartphone, in totale autonomia e in qualsiasi momento, anche gestendo conti separati.

Da dove nasce l’idea?

Onyon, che è un acronimo per “On your own”, nasce come applicativo di self ordering da un’idea mia e di Paola Lombardi, co-founder del progetto: siamo una coppia ben collaudata come CEO e COO, considerando che insieme abbiamo già creato la startup del last mile delivery Pony Zero, cresciuta a livello nazionale grazie alle collaborazioni con Amazon Prime, Now e Just Eat Italia e acquisita nel 2018 dal gruppo internazionale del settore ristorazione Cigierre. Gli ultimi

Che vantaggi porta agli esercenti?

Onyon non vuole sostituire il lavoro di camerieri e gestori, ma vi si affianca, per aiutarli a organizzare al meglio gli ordini all’interno del locale. Grazie al self ordering, infatti, si evitano le attese dei clienti e si facilitano non solo gli ordini ma anche i riordini, che possono aumentare del 22% circa. Le seconde o terze ordinazioni, che risultano più semplici, portano di conseguenza ad aumentare lo scontrino (+12%). Infine, smaltendo più velocemente le file ed eliminando le attese, si favorisce il turnover dei tavoli, che si traduce in un maggior numero di clienti e, quindi, di fatturato. La semplicità nel

pagamento rappresenta un plus anche per i clienti: oltre a ordinare in modo immediato, con questo sistema possono gestire in app il pagamento dei conti separati, risolvendo così una problematica frequente e spesso fonte di disagi tra gestori e clienti. Recentemente abbiamo anche introdotto la possibilità di avere il menù multilingua, che consente di tradurre istantaneamente il menù nelle principali lingue internazionali, senza la necessità di alcun intervento da parte dell’esercente.

Come sta andando? Novità per il 2023?

Nel 2020 abbiamo raccolto un pre-seed round da parte di una holding di investimenti finanziari che ci ha permesso nel giugno 2021 di dare il via a una prima fase di pre-launch che si è conclusa con successo. Attualmente siamo attivi con oltre 200 locali, in particolare tra Torino e Milano dove registriamo una crescita costante. Siamo partiti da pub, cocktail bar, drink e locali da aperitivo e ora stiamo ampliando gradualmente la nostra crescita commerciale verso l’intero settore Food & Beverage come soluzione digitale per ristoranti, pizzerie, fast food, food-hub e centri commerciali. Adesso, oltre al consolidamento nelle città già attive, puntiamo ad espanderci su scala nazionale. I numeri iniziano ad essere incoraggianti ma siamo sicuri che questo è solo l’inizio di una soluzione, quella del self ordering, che nei prossimi anni avrà un’accelerazione importante e che sicuramente vedrà Onyon come uno dei protagonisti principali di questa trasformazione.

pag. 29 | retail&food | Marzo 2023
Marco Actis, CEO e Co-founder di Onyon Onyon è l’app di self ordering ideata da Marco Actis e Paola Lombardini e acquistata nel 2018 da Cigierre

BLOOMING GROUP SPECIALISTI NEL FOOD

La realtà torinese, 35 locali in portafoglio, vuole crescere ancora al Nord, forte degli accordi con marchi quali Burger King, Alice Pizza, Rossopomodoro. Gli investitori ci sono. “E anche la strategia: quella di una progressione ragionata” racconta il Ceo Davide Canavesio

L’autostrada A4 segna da sempre la dorsale principale dell’industria italiana. Proprio lungo questa direttrice, dal Piemonte al Veneto, passando per la Lombardia, si sta sviluppando l’avventura di Blooming Group, gruppo specializzato nella gestione di locali food&beverage, che oggi ha in portafoglio 35 punti vendita. Nato nel 2017 con la creazione di Bkno, la società si è “fatta le ossa” come franchisee di Burger King. A fine 2022 ha acquisito il concorrente Arlica Food che ha portato in dote altri 9 fast food del brand. Così il numero dei Burger King è salito a quota 18, attestando la società come principale franchisee, per numero di locali, in Italia. A questi si aggiungono anche gli 8 ristoranti in gestione, sui circa quaranta del brand, di BEFED, la catena del galletto di Gianpietro D’Adda.

Gli ultimi mesi hanno segnato invece l’esordio nel segmento “pizza”. A dicembre

è arrivato un accordo con Alice Pizza, che prevede un piano di 6 nuove aperture in due anni fra Torino e il Piemonte. Il primo store è già realtà. Inoltre, è stata avviata anche una collaborazione con

Rossopomodoro, che per ora ha preso la forma di un primo ristorante, aperto al centro commerciale I Viali di Nichelino, nella prima cintura di Torino. Blooming gestisce anche marchi retail come Il Barbiere e marchi propri, a valenza locale, com Lab, Il Barotto e Gallo’s. A livello di capitale, il 51% è in mano all’attuale amministratore, Davide Canavesio, classe 1971, manager e imprenditore, che vanta un lungo passato nel settore automotive, alcuni anni da presidente dei giovani imprenditori torinesi di Confindustria e un’ottima serie di relazioni nel tessuto economico locale, dove spicca la presenza nel Cda di Fondazione CRT. Fanno parte dell’avventura anche il vicepresidente esecutivo Maurizio Cimmino (che in epoca pre-Covid dirigeva la principale società italiana organizzatrice di eventi di street food), la vicepresidente Barbara Graffino, che è anche Ceo di Talent

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A.L.
Master Franchising
Davide Canavesio, amministratore di Blooming Group

Garden Fondazione Agnelli e dei Giovani imprenditori in seno all’Unione industriale torinese, più un gruppo di soci istituzionali e colleghi imprenditori. “Una compagine che ha deciso di investire in Blooming con un orizzonte temporale di dieci anni. Un’eccezione, nel panorama di oggi, e una grande manifestazione di fiducia” racconta Davide Canavesio in questa intervista a retail&food.

Tiriamo le somme del 2022. Come si è chiuso il bilancio?

In crescita, anche grazie alle acquisizioni. Il bilancio definitivo registrerà ricavi sopra i 30 milioni di euro.

I brand della ristorazione che avete in gestione rientrano nella categoria “fast casual dining”. Rossopomodoro fa un po’ eccezione. Qual è la vostra strategia complessiva?

Come gruppo, abbiamo consolidato l’esperienza grazie a Burger King, quindi è naturale che siamo specializzati su quel tipo di offerta. Questo, oggi, è un filone molto promettente. Ormai, agli occhi dei consumatori, l’offerta a prezzo contenuto non si traduce in minore qualità. Tanti brand di questo segmento, non solo i nostri, non vengono più identificati con il “junk food”. E anzi, io parlerei di “accessible food”. Questo tipo di proposta una volta catturava solo i giovani, adesso anche le famiglie e persino i lavoratori in pausa pranzo. Dunque, anche per noi imprenditori è una scelta vincente. Rossopomodoro, in effetti, è un discorso a parte, non siamo più nel “fast”. Per noi è l’esordio in un segmento nuovo. È una sfida che vogliamo affrontare, con un pizzico di prudenza.

Quante saranno le nuove aperture nel corso del 2023 e dove si concentreranno?

Cerchiamo una crescita ragionata. Dunque, con cinque nuove aperture nel 2023 saremmo soddisfatti. Per quanto riguarda le aree geografiche e i canali di vendita, di sicuro privilegiamo quelli con alta densità di persone. C’è ancora spazio per crescere proprio nel bacino che corre lungo la A4, magari verso est, non per forza in Piemonte. Siamo basati a Torino, ma in realtà nella regione sviluppiamo meno del 50% dei volumi. Potremo considerare altre province, oltre al capoluogo, ma non vogliamo pestare i piedi a operatori già affermati.

Gestite sempre direttamente i punti vendita o vi affidate a subaffiliati? E rispetto ai canali di vendita?

No, nessuna affiliazione. Siamo noi a gestire e questo è un punto qualificante nel nostro rapporto con i brand.

Nei vostri ristoranti lavorano centinaia di persone. Qual è il suo giudizio sul tema del difficile reperimento del personale nella ristorazione?

Non abbiamo una predilezione univoca, vagliamo le scelte di volta in volta, anche perché oggi in portafoglio abbiamo di tutto, compreso il “drive”. Possiamo dire che il centro commerciale è interessante, perché consente di rapportarsi con interlocutori professionali. Allo stesso modo, il travel offre ottime potenzialità, ma è un canale più complicato in cui entrare vista la presenza di grandi operatori consolidati.

Che ruolo riveste, invece, il delivery?

Prima del Covid pesava meno, sia come ricavi sia come fee da riconoscere alle piattaforme. Oggi la domanda è cambiata e non si tornerà più indietro. Il cibo a domicilio, quindi, è uno dei vari canali di vendita che occorre proporre ai clienti.

È importante, comunque, avere sempre un equilibrio nel portafoglio dei punti vendita. Alcuni ristoranti gestiti da Blooming arrivano addirittura a generare il 50% dei ricavi dalle app, in altri casi siamo prossimi allo zero. Dipende dalla zona.

Di sicuro è un problema presente, acuito dalla pandemia e dal reddito di cittadinanza che ha creato illusioni eccessive. Noi non usiamo il contratto di somministrazione, solo assunzioni regolari inizialmente a tempo determinato. Nonostante questo, succede spesso che ai colloqui si presenti meno della metà delle risorse interpellate. Riuscire ad aumentare la retribuzione media, nei contratti, sarebbe senz’altro d’aiuto. Ma le imprese dovrebbero fare lo sforzo di raccontare meglio queste professioni per renderle appetibili. Bisognerebbe che nella comunicazione trasparisse la serietà della ristorazione organizzata e, di contro, che si parlasse un po’ meno di cibo solo in relazione a Masterchef o simili. In Blooming lavorano tanti ragazzi che hanno iniziato semplicemente nello staff e poi sono diventati store manager, un ruolo importante che prevede anche la gestione economica, altri si sono trasformati in area manager. Questo è un percorso che, una volta acquisite le competenze sul campo, consente anche di sganciarsi per andare a sviluppare una propria idea imprenditoriale. Nonostante l’incertezza della congiuntura, in prospettiva il food e il retail restano settori con un enorme potenziale.

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101CAFFÈ PRONTO A ESPORTARE IL NUOVO FORMATO FAST GOURMET

Nel 2023 prosegue lo sviluppo secondo tante direttrici: shop-in-shop, angolo bar, eCommerce di prossimità.

“Obiettivo ambizioso: 500 negozi” secondo il fondatore Umberto Gonnella. Ed

L’Italia è tra i maggiori esportatori di caffè nel mondo. Non solo del chicco, ma della cultura dell’espresso a 360 gradi. L’appeal del made in Italy funziona bene anche quando la catena in questione nasce per esportare un prodotto specifico, relativamente moderno: la capsula. Fondata nel 2011, 101Caffè non ha mai smesso di crescere grazie a un’estesa rete in franchising. Nel 2021 è arrivata a generare circa 16 milioni di euro di vendite. Nel corso del 2023, è previsto un deciso balzo dei ricavi, grazie anche a un’imminente acquisizione. I negozi corrono all’estero anche nei Paesi più impensati, le capsule sono ecologiche e da poco è stata rilasciata l’app proprietaria. Intanto è partito il progetto delle caffetterie: “Siamo ambiziosi. L’obiettivo per il futuro è andare oltre il raddoppio dei negozi attuali” racconta Umberto Gonnella, Ceo e fondatore, in quest’intervista a retail&food

Partiamo dai numeri. Quanti sono i negozi, oggi? E qual è l’obiettivo?

Oggi contiamo oltre 200 negozi, di cui una ventina all’estero, dove per ora siamo

posizionati in 12 Paesi. Il nostro modello si basa sull’affiliazione. Cerchiamo di appoggiarci a partner affidabili, meglio ancora se forti su un determinato territorio e già pratici di retail. In futuro, credo che una dimensione ottimale sia attorno almeno ai 500 negozi, così da raggiungere uno stock importante di consumatori e sostenere il piano di investimenti.

Quali sono state le aperture recenti più significative?

In alcune zone, come la Lombardia, siamo già molto forti. E cresciamo rapidamente. Abbiamo aperto a Bari, a Imperia, a Chieti al centro commerciale Centauro. Per quanto riguarda l’Italia, sono interessanti alcune esperienze di shop-inshop, in collaborazione con altri marchi. Su questo filone, abbiamo inaugurato alcuni corner all’interno di negozi Kasanova

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Umberto Gonnella, fondatore di 101Caffè
A.L.
è in arriva un’acquisizione in Italia

E all’estero?

La Francia è il Paese per ora più importante, dove abbiamo sei negozi e già pianifichiamo altre aperture. Ma arriviamo anche in Egitto, Armenia, persino in Iraq, a Baghdad. Presto arriverà il Marocco. Non siamo certo un produttore come Illy, ma ugualmente, per il consumatore straniero, una proposta legata al cibo e al caffè che proviene dall’Italia conserva sempre un grande valore.

Come proseguirà lo sviluppo?

Con quali numeri e in quali canali?

Nel corso del 2023 prevediamo almeno una trentina di nuovi negozi. Non abbiamo preclusioni e guardiamo a tutti i canali di vendita, ma senz’altro ce ne sono alcuni più indicati e altri più difficili. Vendere il caffè monoporzione è più semplice nei centri commerciali, dove le famiglie si muovono dotati di carrello per la spesa, e funzioniamo altrettanto bene nei piccoli centri, come negozio di prossimità. Il travel è più complicato. In pandemia avevamo condotto un esperimento, con due punti in stazione a Milano e Roma, ma poi li abbiamo chiusi. Non era il posto ideale. Questo aspetto potrebbe cambiare con il nostro nuovo format che associa la vendita di capsule alla zona bar-caffetteria.

Allora parliamone. A Milano, sui Navigli, è arrivato il primo negozio con annessa caffetteria. Ha successo?

Enorme ed è proprio il format su cui puntare per il futuro, specialmente all’estero, e che vogliamo presentare ai master franchisee interessati a diventare partner. È un’idea che avevo in testa da tempo. La zona milanese dei Navigli è strategica, caratterizzata da un flusso di traffico denso ed eterogeneo, dove si mescolano turisti internazionali, giovani, residenti. Ecco perché riusciamo a coprire tutte le fasce orarie: dalla colazione del mattino, con prodotti tradizionali o più moderni tipo i pancake, fino all’aperitivo serale. E abbiamo introdotto anche il gelato, fra i prodotti top legati all’offerta italiana. Anche lo store di Imperia ha l’angolo bar, con in più una parte di market. Un’altra apertura di questo format avverrà a Torino, nella centralissima Via Po, questa volta in versione bakery, ma senza gelato. Cerchiamo infatti di adattare il negozio alle necessità e caratteristiche del luogo. E due punti vendita con caffetteria apriranno in Francia a breve.

Tutto questo come si riflette a livello di bilancio?

Il bilancio 2022 dovrebbe registrare un +3% dei ricavi. Nel corso del 2023, invece, prevediamo un balzo del 30%, grazie a una prossima acquisizione che stiamo per chiudere. Un’operazione del tutto amichevole, concordata con un concorrente che ci permetterà di coprire un territorio in cui siamo deboli.

La congiuntura non rischia di impattare sui piani di crescita?

Il costo dell’energia è senz’altro aumentato, un po’ anche per colpa della speculazione, e noi abbiamo risposto cercando di non scaricare tutto il peso sugli

affiliati. Sul fronte dei clienti, abbiamo notato una minima diminuzione dello scontrino medio, che resta intorno ai 22 euro. I consumatori fanno più attenzione, ma il caffè è una commodity a cui non si rinuncia.

Parliamo dell’ambito digitale. Quale ruolo riveste l’eCommerce per 101Caffè?

Certamente lo sfruttiamo come canale di vendita. Ma come casa madre siamo molto attenti a vendere il prodotto a un prezzo di listino, che non faccia concorrenza a quello in negozio. Sarebbe un controsenso a svantaggio degli affiliati. E poi, spingiamo per promuovere un eCommerce di prossimità. Questo significa che ogni partner della rete ha a disposizione una app in cui può portare il proprio catalogo digitale, ricevere l’ordine direttamente in cassa e con questo gestire la vendita in autonomia, magari recapitando a casa il prodotto grazie a un servizio di delivery, o con il ritiro in negozio da parte dell’utente.

Qual è invece l’impegno di 101Caffè sul tema della sostenibilità?

In primo luogo, le nostre capsule della linea Premium Caffè fanno parte del sistema Ethicap®, in sostanza sono capsule etiche, perché al 100% compostabili e certificate TUV. Mentre le capsule delle altre bevande solubili sono al 100% riciclabili nella plastica. Ovviamente, non possiamo rispondere di quanto avviene per le capsule di produttori terzi che vendiamo in negozio. Produrre capsule ecologiche costa anche il 10-15% in più, ma è un costo che nel corso del tempo andrà diminuendo. Oltre a questo, siamo un’azienda certificata BIO, abbiamo una linea certificata Rainforest Alliance e siamo anche attivi a livello di ESG. Sul territorio milanese supportiamo entità come i City Angels e l’Opera Cardinal Ferrari.

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BERGAMO E BRESCIA, CAPITALI ANCHE DELLO SHOPPING

Il nuovo smart district a Bergamo, i 25 anni di Oriocenter, l’attenzione al territorio di Franciacorta Village. Sono alcune delle realtà commerciali presenti sul territorio di Bergamo e Brescia, che quest’anno sarà l’epicentro italiano della cultura e (perché no?) anche del retail di Paola Oriunno

Si alza il sipario sulle nuove Capitali della Cultura 2023. Per celebrare l’evento e cogliere al meglio questa grande opportunità, i due capoluoghi lombardi si rifanno il look e mettono da parte ataviche rivalità per rimboccarsi le maniche e valorizzare le peculiarità di un territorio con un passato ricco di storia e un presente costruito attorno al saper fare concreto di tanti imprenditori. Lungo il percorso che collega i due centri, si snodano itinerari che toccano, oltre a luoghi importanti e bellezze paesaggistiche, anche numerose tappe per lo shopping italiano e internazionale, che per l’occasione sfoderano tutto il meglio della loro offerta food e retail nei principali centri commerciali del territorio. Con un’eccezione, quella di Chorus Life, che arriva a fine corsa per chiudere i festeggiamenti con un’inaugurazione speciale.

Sarà un 2023 da ricordare per la città di Bergamo, che avvia l’anno con le celebrazioni per la nomina a Capitale della Cultura e lo chiude con l’inaugurazione di Chorus Life, prevista a novembre del 2023. Il nuovo smart district bergamasco – promosso dal gruppo Polifin da una visione di Domenico Bosatelli e sviluppato da Costim (Polifin della famiglia Bosatelli al 60% e Unifin di Francesco Percassi al 40%) – si propone come un modello urbano integrato, incentrato sull’individuo e le sue necessità, nel quale benessere sociale, utile economico, architettura sostenibile e smart technology sono perfettamente integrati. Il cantiere procede spedito e una volta terminato ospiterà

25.000 mq di spazi aperti, piazze e aree verdi attrezzate, circa 15.000 mq destinati a negozi, ristoranti, servizi, un centro medico per esami e visite specialistiche, una palestra panoramica, un centro benessere con spa e un’arena con 6.500 posti che ospiterà eventi, concerti, gare sportive. Completano il progetto 74 soluzioni residenziali, un hotel e una sala conferenze multimediale. “Tutto ruoterà intorno al concetto di benessere, ma al centro ci sarà anche il tema dell’unione e dello scambio intergenerazionale, così

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RETAIL | Destinazioni
Un rendering del progetto di Chorus Life, lo smart district in arrivo a fine 2023 nel cuore di Bergamo
Chorus Life (Sonae Sierra): “Un nuovo smart district con il benessere al centro”

come era nell’idea iniziale di Bosatelli”, racconta a retail&food Lucia Riva, Leasing Country Manager di Sonae Sierra Italy, la società internazionale di servizi e investimenti immobiliari che ha siglato la partnership con Chorus Life per la commercializzazione dell’area retail.

che si voglia creare. Nascono format nuovi ogni due minuti, quindi bisogna essere in grado di coniugare le eccellenze locali, le più conosciute in città capaci anche di intrattenere, fino alle catene più note che spaziano dal sushi alla pizza. L’offerta sarà molto diversificata si va dalla pasticceria stellata all’healthy, fino alla ristorazione seduta con musica live”.

Anche la tecnologia avrà un ruolo da protagonista: “Lo smart district sarà gestito da una piattaforma digitale. App e automazioni gestiranno anche le zone food e retail. Per fare un esempio, durante gli eventi nell’arena sarà possibile fare le ordinazioni tramite smartphone. Il cibo sarà consegnato nelle aree predisposte nel corso dell’evento, restando comodamente seduti”, continua Lucia Riva. Anche la spa, i servizi e le visite mediche saranno fruibili tramite la piattaforma digitale di Chorus Life. “È stata creata un’interfaccia che permette di dialogare e interagire con tutto lo smart district. Anche le modalità di acquisto e di pagamento saranno superavanzate e cashless”, specifica la manager. Al momento, Sonae Sierra non si sbilancia sui nomi dei brand che entreranno nel progetto. “Siamo ancora in trattativa e non possiamo svelarli. Sicuramente abbiamo già stabilito l’ancora del supermercato, i nomi dei drugstore e la palestra. In campo sportivo stiamo trattando con marchi del settore tecnologia e fitness, ovvero fitness tracker, smartwatch, wearable per lo sport. Cerchiamo di fare un posizionamento premium” sottolinea la manager. “Quindi, non lusso, ma brand che si differenziano dai centri commerciali. Potranno essere marchi locali o che arrivano per la prima volta in Italia. Non mass market”. A che punto è la commercializzazione? “Possiamo dire che siamo a metà, abbiamo previsto circa 30 negozi, ma dipende dagli accorpamenti. Avremo dal negozio piccolo fino a spazi di 900 mq su due livelli”, specifica la Riva. Non mancherà il food e non sarà solo in versione “healthy”, ma accontenterà tutti i gusti. “Ormai il food è una delle ancore principali in qualsiasi shopping district

Il 2022 è stato un anno di nuove sfide per Oriocenter, alcune delle quali hanno lanciato il mall di Orio al Serio in una dimensione sempre più esperienziale e digital. Altre hanno coinvolto sempre più le persone e il territorio, andando a rimarcare il forte legame del centro con la sua provincia. Lo confermano i dati rispetto al 2019. Seguendo il trend già confermato nel 2021, la permanenza media nel mall è aumentata: solo il 18% dei visitatori resta meno di mezz’ora, il restante 82% si divide tra sessioni di shopping di 1 o più ore.

Il prolungamento delle sessioni di acquisti rende ancora più gradita la presenza all’interno dell’area commerciale di un’ampia e varia offerta di punti ristoro, per un totale di oltre 50 insegne e due food court dedicate. Nel 2022 l’offerta food è stata ulteriormente arricchita con l’apertura di 6 nuovi ristoranti: Alice Pizza, Bun Burgers, Ca’Pelletti, KebHouze, Marcellino il Sarto del Panino e Spazio Romolo. Anche il legame con la provincia di Bergamo è saldo: nel 2022, Oriocenter ha registrato un 71% di presenze di persone provenienti dalla provincia di Bergamo, con un incremento costante di clienti provenienti dalle province limitrofe. Altro dato interessante è la crescente presenza di stranieri: nel 2022, l’utenza straniera è stata l’11% del totale e le previsioni per il 2023 sono senza dubbio rosee, vista anche l’apertura degli eventi collegati a Bergamo-Brescia Capitale della Cultura. Un’occasione unica dal punto di vista turistico che anche Oriocenter non si lascerà sfuggire, diventando anch’esso –attraverso iniziative ad hoc – un luogo di cultura così come tutto il territorio bergamasco e bresciano. In ultimo, ma non per importanza, il 2023 rappresenta un grande traguardo per Oriocenter che celebra, infatti, il 25° anniversario dall’apertura. “25 anni al fianco dei nostri clienti e grazie ai nostri dipendenti, 25 anni di grande sfide, di progetti e collaborazioni con i territori, 25 anni di esperienza e primati nell’anticipare e delineare i trend della shopping experience, che hanno

Promos, 20 milioni stanziati sul territorio bresciano e novità in pipeline

Il 2023 di Promos, la “family company” guidata da Carlo Maffioli e dai figli Filippo e Tommaso, si apre con nuovi progetti e 20 milioni di euro stanziati sul territorio. In netta contro tendenza rispetto ai trend del territorio, nel 2022 gli asset del gruppo (Le Vele a Desenzano, il centro commerciale Europa a Palazzolo, il parco commerciale Campo Grande e il complesso commerciale Via Mantova a Brescia) sono tornati tornano ai livelli 2019 raggiungen-

do un footfall di oltre 12 milioni di visitatori l’anno e mantenendo un’occupancy del 95%. Il gruppo ha annunciato che nei prossimi 2 anni lavorerà su alcune rivalorizzazioni commerciali che renderanno maggiormente attrattive le strutture e contribuiranno a rilanciarle sul mercato. Tra i progetti di puinta, c’è l’investimento da 20 milioni di euro dedicato al più importante progetto di sviluppo in pipeline per il prossimo biennio 2023/2024: il restyling del complesso commerciale Le Vele (nella foto) che sarà completamente rinnovato, ampliato e reso open air. Interventi su verde, viabilità e parcheggi per il parco commerciale Campo Grande mentre al Centro Commerciale Europa saranno apportate migliorie a galleria, arredo ed illuminazione. Sarà invece presentato a breve il piano per la riqualificazione e rivisitazione dell’offerta commerciale per Via Mantova.

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Per Oriocenter doppia celebrazione, è l’anno del 25°
Chorus Life ha siglato una partnership con Sonae Sierra per la commercializzazione dell’area retail e servizi Nel 2022 Oriocenter ha arricchito l’offerta food con sei nuovi ristoranti. Nel 2023 festeggia i 25 anni dall’apertura

portato Oriocenter a essere l’approdo in Italia di brand storici e importanti” dichiara Ruggero Pizzagalli, Direttore di Oriocenter Selected Stores. “Tutto questo ha fatto di Oriocenter un’azienda di grande expertise e allo stesso tempo giovane, dinamica e con tutta l’intenzione di proseguire il cammino verso nuove sfide e traguardi sempre più grandi”.

Franciacorta Village (LFM), l’outlet con forte vocazione territoriale

La Franciacorta, terra di vino tra Brescia e il Lago d’Iseo, è facilmente raggiungibile da Milano e Bergamo e si estende per circa 200 km, comprendendo nel suo territorio una ventina di comuni bresciani. Tra questi, c’è anche Rodengo Saiano, località con una forte tradizione enogastronomica, ricca di antichi edifici storici, piazzette vivaci e nota anche per il vicino Franciacorta Village, gestito da Land of Fashion, gruppo italiano di outlet store dedicato al mondo della moda e accessori con oltre 150.000 mq di Gla distribuiti su cinque Village premium: Franciacorta Village, Valdichiana Village, Mantova Village, Palmanova Village e Puglia Village. Franciacorta Village (190 negozi) si sviluppa su un’area commerciale di oltre 32.000 metri quadrati. La struttura è quella di un vero e proprio borgo, con strade e piazze su cui si affacciano 190 negozi dedicati ai grandi marchi, bar, ristoranti e un moderno parco giochi. Più di una meta per lo shopping, è una vera e propria destinazione turistica. “La vocazione territoriale di Franciacorta Village è da sempre profondamente sentita”, spiega la Center Manager Francesca Monteleone. “E questo si può evincere dalle significative collaborazioni con i principali attori, istituzioni e stakeholder del territorio. Collaborazioni coltivate negli anni con convinzione, a tal punto che la valenza turistica dell’Infopoint di Franciacorta Village è oggi riconosciuta per decreto anche da Regione Lombardia,

che ha inserito la struttura a pieno titolo nella rete dei servizi turistici regionali”, dice la manager. “Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 rappresenta per Franciacorta Village una grande opportunità che siamo preparati e pronti ad accogliere. Il concetto di “Land” è uno dei valori strategici e fondamentali di tutto il network Land of Fashion. La posizione geografica di Franciacorta Village suggerisce un ruolo di cerniera tra le due città, che sono ormai di fatto un’unica area metropolitana. A ciò si aggiunge il valore della proposta di shopping declinata sia dalla notorietà dei brand presenti nel centro, sia dai servizi alla clientela che il Village propone sempre ai massimi livelli”, continua Francesca Monteleone. In occasione di un anno così importante, in cui i riflettori dei media e l’attenzione del Paese sono puntati sulle due città, Franciacorta Village si prepara ad accogliere clienti “di primo bacino” e turisti italiani e stranieri. Per sfruttare a pieno il ritorno della clientela internazionale, Land of Fashion si gioca una carta in più e debutta nel programma di fidelizzazione AirAsia Rewards. L’accordo, avviato a gennaio, permette ai possessori della Village Card Land of Fashion di accumulare 3 punti per ogni euro speso in qualsiasi boutique dei cinque Village. Il gruppo non è

nuovo a questo tipo di eventi. “Franciacorta Village è sempre stato presente negli eventi del territorio, stringendo partnership importanti finalizzate a una promozione sinergica delle bellezze di quest’area: ci piace ricordare, per esempio, la collaborazione attivata nel 2016 in occasione dell’installazione The Floating Piers o quella ancora attuale con la nota gara 1000 Miglia”. Le celebrazioni delle due Capitali della Cultura rappresentano un’occasione in più per il Village per far conoscere ai turisti e ai locali il piacere dello shopping “premium” nella terra delle bollicine.

Impossibile raccontare le due capitali italiane della cultura 2023 senza accennare all’aeroporto di Orio al Serio. Terzo in classifica per numero di passeggeri dopo Fiumicino e Malpensa, lo scalo bergamasco nel 2022 ha realizzato 13,1 milioni di passeggeri, solo il 5,1% in meno rispetto ai volumi 2019. E inoltre, secondo una raccolta dati effettuata da Aci World, ha chiuso l’anno realizzando un “en-plein” sul fronte della qualità dei servizi. I viaggiatori in transito apprezzano (il grado di soddisfazione globale è di 4,6 su un massimo di 5, contro un valore medio italiano di 4,2) e in occasione di Bergamo Brescia Capitale della Cultura, lo scalo li accoglie con uno spazio di vendita e degustazione di prodotti del territorio e con l’annuncio dell’avvio dei lavori per la realizzazione di un nuovo tunnel di collegamento tra l’aerostazione e la futura stazione ferroviaria dello scalo. L’obiettivo è quello di terminare le opere a gennaio 2024.

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In alto e in basso a sinistra, due immagini di Franciacorta Village, l’outlet store di Rodengo Saiano, in provincia di Brescia
L’aeroporto di Orio al Serio tra i top nei servizi

GENUINO: È PRONTO IL PIANO DI SVILUPPO

Il marchio triestino è stato tra i pionieri della proposta veloce, ma di qualità, salutare e sostenibile. Il Covid ha bloccato le aperture, ora si riparte. Già pianificato il bis a Milano

“Dieci anni fa, ci davano dei pionieri. Ma la ristorazione è andata proprio in quella direzione. Ci avevamo visto giusto”. A parlare è Stefano Lonza, imprenditore triestino, che insieme ad alcuni soci, dieci anni fa, aveva aperto il primo ristorante a marchio Genuino. Oggi il brand ha due punti vendita, quello originario di Trieste più uno a Milano, in via Turati, e nei prossimi mesi farà il bis nel capoluogo lombardo. L’ambizione, con un piano a medio termine, è di trasformare Genuino in una vera e propria catena. Il risultato doveva essere raggiunto ben prima. Ma quando le aperture iniziavano ad essere in rampa di lancio, la pandemia aveva spezzato tutto. Com’è andata?

Menu schematico: subito un successo

“A raccontarlo oggi, sembra quasi di voler scoprire l’acqua calda. E pure, io e i miei soci, desiderosi di iniziare un’attività imprenditoriale, siamo partiti da un esame concreto e quotidiano del nostro modo di mangiare” racconta Stefano Lonza, oggi amministratore della società. “In breve, mangiavamo bene a casa, male fuori. O troppo pesante, o con tempi di attesa lunghi. Il popolo del pranzo fuori stava cambiando: il classico ristorante aveva stufato, così come il triste petto di pollo con piselli scaldato al microonde. E iniziava ad esserci attenzione al naturale. Non tanto per una moda vegetariana, che ancora era una nicchia, ma semplicemente per il desiderio di alzarsi da tavola e sentirsi bene. Così, invece di importare dall’estero qualche format già esistente, abbiamo provato a partorire un’idea nostra”. Ne è nato quello che, ancora oggi, è il cuore di Genuino. Un menu semplice, suddiviso per categorie ben riconoscibili: carne, pesce o vegetale, nel formato panino, insalata o piatto combinato. Il tutto impreziosito da salse e verdure di stagione con ingredienti di qualità, come il riso integrale che arriva da un piccolo produttore piemontese. E con, già da subito, l’attenzione all’ambiente, con materiali

riciclati e compostabili e una trasparenza maniacale sulla presenza di allergeni.

“Quasi senza pubblicità, il primo giorno di apertura, a Trieste, avevamo la fila fuori. E per fortuna, anche se negli anni successivi sono sorte decina di altre proposte gastronomiche, siamo sempre cresciuti”.

Occhi puntati su high street e travel

Poi è arrivata la prima apertura milanese, in via Turati, dove il menu si è arricchito e diversificato, per esempio, con un capitolo specifico sui cereali e con la parte “bambini”, perché l’intenzione è di coprire tutte le fasce di clientela. Il tassello milanese doveva essere l’inizio di un piano di espansione da 3 o 4 aperture l’anno, ma poi è arrivato il Covid che ha portato un vero tsunami sulla ristorazione. Adesso, si può ripartire, grazie ai capitali ancora disponibili e a qualche buona relazione, che non guasta. Lo staff di Genuino, per fare un esempio, nel 2022 ha curato tutta la parte ristorativa dell’evento Homo Faber di Venezia, organizzato dalla Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship, diretta da Alberto Cavalli. La seconda bandierina milanese di Genuino è già definita: sarà all’interno del neonato Vetra Building, nei prossimi mesi, il tempo di concludere i lavori. Il punto vendita esistente, intanto, si aprirà anche alla fascia della colazione del mattino. Mentre i manager stanno mettendo a punto un piano di crescita che nei prossimi mesi prenderà una forma dettagliata e dovrebbe considerare la presenza in tanti canali di vendita, dalle zone a vocazione direzionale, fino ad high street e travel.

pag. 37 | retail&food | Marzo 2023
Brand Analisys
Stefano Lonza, co-fondatore di Genuino

GS RETAIL: “AUMENTARE IL LIVELLO DELL’OFFERTA È UNA SCELTA VINCENTE”

Cento milioni già spesi per riqualificare le stazioni. Grandi Stazioni apre le porte a nuovi brand esteri, come Yo! Sushi, LEON ed Exki. “E quando sale il prezzo medio, il fatturato si moltiplica” testimonia Sebastien de Rose, Coo della società. Avanti con i lavoi su Roma e Milano

Con 860 punti vendita, dislocati nelle 14 principali stazioni italiane, Grandi Stazioni Retail rappresenta un unicum in Europa. È l’unico a gestire una rete così estesa, perché in altri grandi Paesi, come Francia o Gran Bretagna, il mercato è più frastagliato. Inoltre, è l’unico ad aver mantenuto il business a 360 gradi, perché non si occupa solo della parte commerciale, ma gestisce tanti altri aspetti, dai servizi agli spazi pubblicitari. “È un vantaggio competitivo molto forte, perché rivestiamo il ruolo di interlocutore unico per un brand straniero che voglia approcciare il mercato italiano” afferma Sebastien de Rose, Chief operating officer. E infatti, tra le grandi novità di quest’anno, c’è l’arrivo di brand nuovi di zecca, nel segmento food, che hanno deciso di portare la loro proposta internazionale nel Belpaese.

Abbiamo lavorato seguendo alcuni criteri, tra cui diversificare e alzare l’offerta.

Arriva il primo punto vendita italiano di Yo! Sushi, catena con già un centinaio di locali nel mondo. Poi avremo l’esordio del brand inglese di fast food LEON e arriva anche Exki, altra catena internazionale ispirata all’healthy food. E ci saranno altri brand che, seppure non sia un esordio, continuano a svilupparsi. A Milano Centrale arriverà un Five Guys, mentre a Roma Termini aprirà un wagamama.

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di Adriano Lovera
TRAVEL | Stazioni
Una vista dell’inaugurazione della nuova Terrazza food di Torino Porta Nuova, avvenuta nel dicembre 2021. Un investimento da 20 milioni di euro
Partiamo dalle novità, dunque. Quali sono i nuovi brand che alzeranno il sipario nelle nostre stazioni?
L’esperimento di temporary store di Douglas, a Roma Termini, con la collezione make up di Chiara Ferragni

Proprio durante la pandemia, abbiamo approfittato per mettere in campo investimenti ingenti sulla riqualificazione delle quattro stazioni principali: Milano Centrale, Roma Termini, Napoli Centrale e Torino Porta Nuova. Su questi progetti abbiamo già speso 100 milioni di euro. Nel frattempo, sono cambiate anche le abitudini degli utenti e questo ha avuto un effetto diretto sulle vendite. Se prima il fatturato si concentrava nella fascia lunedì-giovedì, adesso la stazione “vive” anche nel weekend, in un certo senso è diventata una destinazione. Rispetto invece alle categorie merceologiche, tra 2021 e 2022 abbiamo investito tanto sul food, seguendo il trend della domanda. Ma nel 2023 si cambia registro e penso sarà l’anno del non food. Le prospettive sono buone. A livello di traffico prevediamo una crescita costante, anno su anno, del 3%.

Sono state messe a punto importanti riqualificazioni, mentre altri lavori restano da fare. A che punto siamo?

Con la Terrazza di Torino Porta Nuova e la food hall di Napoli abbiamo compiuto due opere preziose. Roma Termini, la cui prima parte era già pronta lo scorso settembre, sarà ancora un cantiere per tutto il 2023. La consideriamo una fase di

rodaggio per arrivare pronti al Giubileo del 2025, che porterà a Roma milioni di persone. Anche a Milano, in realtà, i lavori non sono terminati, ci sono ancora spazi da assegnare e ci prepariamo per accogliere le prossime Olimpiadi invernali.

Cerchiamo di approfondire qualche numero. Quali sono state le performance di ricavi e vendite?

L’ultimo trimestre 2022 è stato determinante come indicatore del trend imboccato. I flussi di traffico sono tornati ai li-

velli 2019, ma a livello di performance sul fatturato siamo addirittura cresciuti, su tutta la rete, ragionando su un perimetro like for like. A Roma Termini, in quel trimestre, la crescita media è stata del 18%, ma se guardiamo alla terrazza food appena rinnovata abbiamo registrato un +45%. La ristorazione ha fatto da traino, ma sono andati molto bene anche i segmenti “sport” e “accessori”, con punte di vendita anche del 30% superiori al pre-crisi. Se guardiamo al primo trimestre 2023, direi che per ora ci muoviamo in linea.

Come avete attraversato la pandemia e gli anni della ripresa? E come si presenta Grandi Stazioni all’appuntamento con il 2023?
Sebastien de Rose, Chief operating officer di Grandi Stazioni Retail Nel settembre 2021 è stata inaugurata la nuova Food hall a Napoli Centrale. Si tratta di 4.000 metri quadrati di spazi di ristorazione, per un investimento di 15 milioni.

Grandi Stazioni Retail ha puntato ad alzare mediamente l’offerta. È stata una mossa giusta?

Sì. I dati ci dicono che il cliente delle nostre stazioni ha un potere d’acquisto almeno del 30% superiore alla media generale del Paese. Questo ci ha consigliato di modificare il mix commerciale presente nella rete, riposizionandoci verso l’alto. Ecco perché, tanto per fare un esempio, abbiamo coinvolto uno chef come Antonino Cannavacciuolo, che sotto Natale ha portato la propria pasticceria nelle stazioni di Roma e Napoli. Mentre a Milano abbiamo portato avanti una collaborazione con il pasticcere Iginio Massari. Ma questo è accaduto non solo nel food. Pensiamo all’aver portato in stazione un marchio internazionale come Rituals.

Risultati?

Ottimi. L’esperienza con i grandi nomi della cucina ha avuto successo. Più in generale, abbiamo notato che a fronte di

una crescita del prezzo medio del 15%, si ottiene un balzo dei ricavi del 90%. Questa è la prova concreta che aumentare la qualità dell’offerta si traduce in un moltiplicatore di vendite.

Exki, brand internazionale di cucina healthy, è una delle novità 2023 di Grandi Stazioni Retail. LEON, proprietà di EG Group, è un altro dei brand internazionali che arriverà in Italia per mezzo di Grandi Stazioni Retail
| retail&food | Marzo 2023

No, attenzione. È un concetto da spiegare bene. Le nostre stazioni sono storiche, iconiche, sono una parte importante delle città e per questo vogliamo che siano in continuità con il contesto urbano. Eppure, non puntiamo a rappresentare un’alternativa al centro commerciale. E, per quanto in alcuni casi succeda, non pretendiamo che le persone si muovano da casa per andare a cena in stazione. Il nostro target restano i viaggiatori ed è per loro che cerchiamo di rendere la stazione un posto utile, dove risolvere una problematica del momento, concedersi un acquisto di necessità, o magari anche d’impulso, come gli occhiali da sole nuovi, e dove ovviamente trascorrere una pausa di ristorazione in un luogo piacevole.

E sul digital, quali sono i passi avanti da compiere?

Questa è senz’altro una sfida per il 2023. La quota di utenti che parte e ritorna nella stessa stazione è altissima, quindi i negozi sarebbero luoghi ideali per il click and collect. Qualche brand ha iniziato a lavorarci ma ancora pochi sfruttano questo potenziale. Vogliamo aiutarli per spingere su questa strada.

Superata l’emergenza della pandemia, com’è oggi il rapporto con i tenant? Sono emerse formule nuove?

A essere onesto, direi di no. Abbiamo sempre mantenuto un rapporto di collaborazione, ma non è cambiato niente neppure a livello di formule contrattuali.

Un ultimo accenno alla sicurezza. Le stazioni diventano più vivibili ma, specialmente le aree antistanti, sono ancora pericolose. Questo aspetto vi penalizza.

È vero. Si tratta di episodi, non della norma, ma sono aspetto problematici. In generale, la sicurezza nelle stazioni è rafforzata. Noi ci impegniamo a rendere gli spazi migliori, a creare occasioni in cui la stazione accoglie una parte “sana” della popolazione. Penso ad alcune mostre. Oppure al Villaggio di Natale proposto l’anno scorso in piazza Duca d’Aosta, di fronte alla stazione Centrale, che ha catturato 300mila visitatori. Anche Roma, per fortuna, è destinata a migliorare quando saranno terminati i lavori di rifacimento di piazza del Cinquecento.

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Sensation on ice è l’iniziativa natalizia, condotta con la Regione Calabria, che ha portato 300mila persone nel piazzale di fronte alla stazione Centrale di Milano. Il ristorante Roadhouse a Napoli Centrale è stata una delle novità della nuova food hall
Le stazioni, ammodernate e illuminate, puntano a diventare dei punti di riferimento delle città. Vogliono imporsi come luoghi di shopping tout-court?
Il negozio di Victoria’s Secret in Stazione Termini è il primo full assortment nel canale retail per il brand gestito in Italia da Percassi

NAPOLI CAPODICHINO, IL TRAFFICO RITROVATO SPINGE I CONSUMI E LO SCONTRINO MEDIO

Con quasi 11 milioni di pax, lo scalo riprende i volumi pre crisi. Dopo la riassegnazione del duty free (a Lagardère), sono in arrivo nuovi brand ed è pronta una gara per due spazi food. “Risultati oltre le aspettative” secondo Sergio Gallorini, direttore commerciale consumer di Gesac

Record di traffico, riassegnazione del duty free e nuove aperture imminenti da parte di alcuni brand della moda. Gesac, società di gestione dell’aeroporto di Napoli, festeggia il resoconto dei dati 2022 e scalda già i motori per una stagione primaverile ed estiva che promette bene, complici gli investimenti dei vettori che continuano a moltiplicare le rotte, a partire dalle low cost Ryanair, easyJet e WizzAir. Lo scorso anno, con 10,9 milioni di passeggeri, Napoli ha battuto di qualche decimale il 2019. Un successo in termini di volumi che ha sparso i propri effetti benefici sulla parte commerciale. Che, a breve, raggiungerà il 100% a livello di occupazione degli spazi. “L’anno scorso, la gara più importante è stata senza dubbio quella per l’affidamento dei 2 spazi duty free: il negozio walk through principale, di circa 900 mq, e quello satellitare da 90 mq” racconta Sergio Gallorini, Direttore commerciale consumer di GESAC. “La gara ha visto la partecipazione di tutti e

tre gli operatori europei più rilevanti, con assegnazione a Lagardère Travel Retail Italia”. Ma il duty free è stata solo una delle operazioni che hanno rifatto il volto del principale scalo campano.

Negli ultimi mesi, hanno esordito il format “eccellenze della Costiera” per il food&-

beverage e Wycon nel make-up. Mentre sono di imminente apertura, nella moda, Fracomina e Camomilla, quest’ultimo già presente land-side, che si è aggiudicato uno spazio air-side. Carpisa, già presente in sala imbarchi, si trasferisce invece in uno spazio prima dei controlli. Sono in corso le gare per l’aggiudicazione di uno spazio enoteca-wine bar, dello spazio che rilascerà Carpisa, ed uno spazio di accessori per animali. Interessante è stato l’utilizzo temporaneo (da ottobre agli inizi di gennaio) di uno spazio in corso di aggiudicazione per la vendita di abbigliamento ed accessori a tema natalizi con il marchio Alcott Christmas. In primavera verranno poi pubblicati gli avvisi per raccogliere le manifestazioni di interesse, per l’area F&B land-side oggi destinata ai marchi Moccia e Mò cafè, i cui contratti sono in scadenza. Entro la primavera verrà poi realizzato un ampliamento della sala vip nei 70 mq circa attigui e rilasciati da Unieuro.

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A.L.
TRAVEL | Aeroporti
Sergio Gallorini, direttore commerciale consumer di GESAC
Quali sono le aperture più recenti e quelle imminenti in aeroporto?

A livello di performance delle attività, quali sono i risultati?

Complice un traffico estivo che ha permesso di battere il 2019, le performance di duty free e sala vip hanno superato le più rosee aspettative. In particolare, il nuovo operatore del duty free è stato in grado di aumentare il fatturato a passeggero già dal primo mese di apertura, con un incremento mensile a due cifre, che in alcuni periodi, per esempio l’inverno, ha toccato il +50% rispetto al 2019. Andamento esponenziale, e inatteso, anche per gli ingressi ed il fatturato della sala vip, che ha visto per il 2022 una crescita annuale del +57% del volume di affari, da cui è seguita la necessità di ampliarla già quest’anno. Sull’andamento generale della galleria commerciale siamo molto soddisfatti, con il fatturato complessivo in crescita del 2,1%, nonostante il duty free chiuso da marzo ad agosto.

e valigie” ha registrato una forte crescita che ha sfiorato il +20% e scontrino medio in crescita continuativa.

Quanto influisce la tipologia di traffico sui consumi?

L’aeroporto ha ritrovato le sue caratteristiche pre-pandemia, con una prevalenza del traffico generato da tratte internazionali o intercontinentali (fra il 65 ed il 75% a seconda della stagionalità) ed una forchetta compressa fra il 35 ed il 25% di tratte domestiche. Hanno contribuito il grande successo del volo diretto giornaliero da e per New York, come l’apertura di ulteriori destinazioni medio orientali come Adu Dhabi, Riyad (da aprile), che si aggiungono a destinazioni storiche come Tel Aviv e Dubai.

Nell’ultimo anno, su che cosa si è lavorato principalmente?

E per quanto riguarda lo scontrino medio?

Le condizioni definite sopra hanno portato a una riduzione del numero di scontrini, ma con un aumento del valore medio, con declinazioni diverse a seconda della categoria merceologica. Ad esempio nel food abbiamo osservato una migliore performance del segmento “generalista” (fatturato +16%, scontrini +8% e scontrino medio + 8%) rispetto a quello con connotazione locale (rispettivamente +4%, -31%, con scontrino medio +50%). Fra le categorie deboli, i ricavi si sono contratti per l’abbigliamento femminile, mentre ha raggiunto gli stessi volumi del 2019 quello maschile. In generale, ha dominato un comportamento tipico dei periodi di incertezza, nei quali i consumi tendono ad essere polarizzati verso l’alto o il basso. Di conseguenza, abbiamo avuto una categoria “souvenir” a +40% in termini di fatturato, ma scontrino medio fra i più bassi in termini assoluti, mentre quella “borse

Abbiamo cercato di mantenere lo stesso modus operandi precedente allo shock pandemico, ovvero osservare eventuali cambiamenti nei comportamenti di spesa, praticare un continuo scouting di mercato per osservare nuovi operatori e le strategie dei tradizionali, proseguire con le procedure di assegnazione. Uno degli aspetti a cui cerchiamo di essere più attenti è replicare anche nel nostro aeroporto la presenza di marchi che siano top performer o che non siano presenti in città, per continuare nel tempo ad incuriosire i passeggeri. Dal momento che il recupero dei volumi passeggeri pre-pandemici non è affatto omogeneo, nemmeno fra gli aeroporti all’interno del nostro Paese, continuiamo a percepire una maggiore cautela degli investitori retail.

Per quanto riguarda, invece, il rapporto fra tenant e società di gestione, oggi che cosa è cambiato?

L’approccio commerciale nei confronti dei nostri partner, durante la pandemia, è stato vincente: nessun operatore ha lasciato. Sicuramente la crisi ha favorito un approccio maggiormente flessibile, ad esempio noi abbiamo introdotto clausole di uscita, condizionate al mancato raggiungimento di un fatturato a passeggero: oggi né il cliente né il tenant dovrebbe aver interesse a mantenere un’attività in aeroporto che non sviluppi fatturati crescenti. Un esempio di tenore diverso è invece la flessibilità sugli orari di apertura: riconosciuta senza problemi fino a quando i volumi di traffico erano inferiori al 2019, ora che li abbiamo superati, facciamo un po’ più fatica a reintrodurli.

Quali sono stati i principali investimenti sul fronte “digitale”?

Per quanto riguarda le iniziative digitali, due investimenti principali. Il primo riguarda l’installazione di un circuito di schermi digitali per la pubblicità anche agli arrivi, armonizzandoli con quelli già presenti nella sala imbarchi. Il secondo riguarda l’upgrade del sistema “casse in rete”, che permetterà la lettura più veloce delle carte d’imbarco all’emissione dello scontrino, oltre che l’utilizzo di una dashboard, per il monitoraggio in tempo reale dell’andamento della galleria commerciale aeroportuale. Fra gli investimenti che migliorano l’esperienza digitale dei passeggeri rientrano il potenziamento dei kiosk per il self baggage drop che ha sicuramente anche ridotto i tempi necessari alle operazioni di check-in.

E sul versante della sostenibilità?

Lo scalo di Napoli ha ottenuto il livello 4+ Transition del Programma Airport Carbon Accreditation di ACI Europe, la massima certificazione ambientale in campo aeroportuale, riconosciuto solo a 18 società di gestione nel mondo. È un programma internazionale cui aderiamo dal 2013, che definisce e certifica le attività per gestire, ridurre e neutralizzare le emissioni di CO2. In più, GESAC implementerà un piano green, per un importo di oltre 16 milioni di euro, che prevede l’installazione di pannelli fotovoltaici, che consentirà all’aeroporto di avere una relativa autonomia energetica, la sostituzione del parco veicoli circolante in aeroporto con mezzi totalmente elettrici e interventi di forestazione urbana nelle aree sottostanti le direttrici di atterraggio.

ACCORDO CON ENAC: INVESTIMENTI PER 56 MILIONI

È stato firmato il primo febbraio il Contratto di programma per il periodo 20232026 tra Enac e Gesac. Per l’aeroporto di Napoli Capodichino, è prevista una serie di interventi volti all’ottimizzazione della capacità, attraverso progetti di innovazione tecnologica quali la realizzazione di un ‘infrastruttura tecnologica di base (CUTE - Common User Terminal Equipment) che consentirà la gestione del flusso passeggeri contactless e digital, sino allo sviluppo di uno smarth path biometrico. Seguiranno investimenti sulla sostenibilità, come la realizzazione di un impianto fotovoltaico per l’autoproduzione di energia, utilizzo di mezzi elettrici per assistenza ai passeggeri a mobilità ridotta (PRM), riduzione del rumore aeroportuale, e altri progetti di tutela ambientale. Il piano ha un valore di 56,5 milioni di euro.

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Nella foto, da sinistra: il direttore generale di Enac Alessio Quaranta; l’amministratore delegato di Gesac Roberto Barbieri; il presidente di Enac Pierluigi Di Palma; il presidente di Gesac Carlo Borgomeo

TRAFFICO PASSEGGERI, GLI SCALI MEDI TORNANO AI LIVELLI 2019

L’anno scorso si è chiuso in Italia con 164 milioni, a -15% rispetto al pre crisi. Sui grandi aeroporti pesa la debolezza del lungo raggio, mentre le destinazioni turistiche hanno già segnato il recupero

Il traffico aeroportuale, lo scorso anno, ha messo a segno una stagione in decisa ripresa. Secondo i dati di Assaeroporti e Aeroporti 2030, sono stati 164,6 milioni i passeggeri in transito nei nostri scali, più del doppio del 2021, anno in cui, tra effetti della pandemia e restrizioni alla circolazione, i viaggiatori furono solo 80,7 milioni. Nel confronto con il 2019, tradizionalmente preso come punto di riferimento pre Covid, il sistema in generale mostra ancora un deficit, con il recupero che si ferma all’85%. Ma in molti scali, che hanno beneficiato della stagione turistica ancora votata alla prossimità, il recupero è già stato centrato. Mentre restano indietro gli aeroporti dove si più sentire la debolezza del lungo raggio. Analizzando i dati, però, emerge come il trend sia in continuo miglioramento. Infatti, se nel primo trimestre 2022 il ritardo generale sul 2019 era del -39%, si è passati a -12% nel secondo, fino al record dei mesi estivi, -7%, seguito dal -9% degli ultimi tre mesi.

Ottima performance per il Sud

Guardando invece i dati per classi dimensionali, a trainare la ripresa sono stati gli aeroporti medi e piccoli. Tra questi si segnalano Milano Linate , Bari, Palermo e Napoli per la fascia tra i 5 e i 15 milioni di passeggeri; Brindisi, Alghero, Olbia e Torino per la categoria tra 1 e 5 milioni di passeggeri. Gli aeroporti con un traffico superiore ai 15 milioni di passeggeri sono invece caratterizzati da tassi di incremento meno marcati. In termini di numero di passeggeri transi-

tati, tra i primi 10 scali del 2022 si sono posizionati Roma Fiumicino, Milano Malpensa, Bergamo Orio al Serio e via via gli altri, come mostra la tabella in pagina. “Stiamo assistendo ad una forte ripresa del traffico aereo in Italia, superiore a quella di molti Paesi europei – ha commentato il Presidente di Assaeroporti Carlo Borgomeo – soprattutto grazie ai risultati eccellenti della stagione summer. Fa particolarmente piacere che gli aeroporti del Sud e delle Isole, con oltre

51 milioni di passeggeri e un incremento del 2,2% sul 2019, recuperino i volumi pre-Covid così velocemente, a riprova di quanto il trasporto aereo sia centrale per i territori e la mobilità di persone e merci. Ci auguriamo che, altrettanto rapidamente, venga superata l’esclusione sostanzialmente ideologica del nostro comparto dal PNRR e che cresca l’attenzione al settore nel quadro dalle scelte politiche di sviluppo. Includere il comparto in un piano di rilancio significherebbe non solo aiutare i gestori ma soprattutto rimettere al centro della ripresa gli stessi passeggeri, contribuendo, in una delicata congiuntura economica, al finanziamento di operazioni che guardino anche alla sostenibilità”.

Rispetto alle aree geografiche, le analisi dell’Enac (vedi grafico) mettono in evidenza il trend positivo registrato nell’area «Europa Extra UE», rispetto al 2019, che si deve sostanzialmente al fatto che dopo la Brexit i passeggeri del Regno Unito ricadono in questa categoria. Quindi ne emerge un +54,9% rispetto al 2019. Da evidenziare, inoltre, il grande balzo in avanti nel Nord America rispetto al 2021, mentre l’area peggiore rispetto al 2019 è ancora il Medio Oriente/Asia del Pacifico (-50%).

CLASSIFICA 2022, LE PRIME 15 POSIZIONI

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TRAVEL | Analisi dei dati
La Gran Bretagna traina l’extra Ue
Aeroporto Passeggeri % vs 2021 % vs 2019 Roma Fiumicino 29.360.613 151,7 -32,6 Milano Malpensa 21.347.652 121,9 -26 Bergamo 13.155.806 103,4 -5,1 Napoli 10.918.234 135,5 0,5 Catania 10.099.441 64,9 -1,2 Venezia 9.319.156 171,1 -19,4 Bologna 8.496.000 107 -9,7 Milano Linate 7.719.977 77,6 17,5 Palermo 7.117.822 55,5 1,4 Bari 6.205.461 88,7 11,9 Pisa 4.493.847 124,8 -16,6 Cagliari 4.396.594 59,6 -7,4 Torino 4.193.371 103 6,1 Roma Ciampino Fonte Assoaeroporti / Aeroporti 2030 3.475.902 49,4 -40,9

TORINO, ROMA, SICILIA: OUTLET ARCUS SULLA RAMPA DI “RI-LANCIO”

È un buon momento per gli outlet gestiti da Arcus: il Sicilia torna a riempirsi di turisti e avvia la fase 3, parte il cantiere di Roma, mentre Torino “è un capitolo a parte” ci ha detto Luca Nasi in questa intervista, snocciolando numeri e nuove abitudini di consumo che il gruppo monitora e sorveglia con grande attenzione. E che fanno ben sperare di Paola Oriunno

L’aria che si respira in casa Arcus Real Estate profuma di entusiasmo e di ottimismo. Complici anche i numeri dei saldi invernali del 2022, che hanno confermato un trend positivo tra presenze, spesa media e fatturato in aumento, il gruppo della galassia Percassi affronta con rinnovata energia i prossimi mesi che si presentano ricchi di sfide e di nuovi progetti con l’avvio della Fase 3 di Sicilia Outlet Village (30.000 mq di Gla, 140 store di marchi italiani e internazionali, aperto nel 2010, in provincia di Enna) con l’apertura prevista per l’autunno 2023, l’inizio dei lavori per lo sviluppo della Fase 2 di Torino e i lavori di ristrutturazione di Roma Outlet Village (ex Soratte Outlet, nel comune di Sant’Oreste) già in fase avanzata di commercializzazione. I tre asset immobiliari, insieme al recente ampliamento di Oriocenter (Bergamo), dal 2019 fanno parte della joint venture tra Stilo Immobiliare Finanziaria (holding di Antonio Percassi) e il fondo Orion European Real Esta-

te Fund V, gestito da Orion Capital Managers. Abbiamo fatto il punto sul 2022 e sui progetti in pipeline per il 2023 con Luca Nasi, General Manager di Arcus Real Estate.

no medio è aumentato di circa il 4% e una conversion rate dell’8%. Questo dimostra che i clienti hanno un’alta motivazione all’acquisto. Lo shopping negli outlet è più consapevole del periodo pre-pandemia. Per quanto riguarda il footfall, in Sicilia abbiamo fatto un più 10% rispetto all’anno precedente: un dato che non è ancora tornato ai numeri del 2019, ma va detto che su questo outlet ha pesato soprattutto il fattore benzina.

Abbiamo chiuso con un +18% in termini di fatturato sul 2021. Rispetto al 2019 siamo a circa -8%, ma sono numeri in linea con la situazione di mercato. Lo scontri-

Il Sicilia è stato una delle mete più ambite. Abbiamo visto un aumento significativo dei turisti americani, ma tra le nostre principali nazionalità ci sono anche Malta, Germania, Francia, Gran Bretagna e Svizzera. Sono cresciuti anche i turisti europei e italiani. L’outlet è a metà strada tra Palermo e Catania, basta un’ora di auto per arrivare. Naturalmente, mancano ancora i clienti provenienti dall’area asiatica e, naturalmente, dalla Russia.

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OUTLET | Operatori
Luca Nasi, General Manager di Arcus Real Estate Com’è andato il
2022? Partiamo dal
Sicilia
Outlet Village.
E sono tornati anche i turisti…

Cosa dicono i dati a proposito del tasso di ripetitività?

Sull’outlet siciliano abbiamo un tasso medio di ripetitività di circa 5 visite all’anno. Per Torino, che è un city outlet, è tra 8 e 9 volte. Un numero molto simile a quelli di un centro commerciale. Poi, naturalmente, bisogna fare valutazioni anche sul singolo cliente: lo statunitense viene una volta al Sicilia, ma per il maltese che è il nostro bacino principale di turismo abbiamo un tasso di ripetitività molto più alto.

Che ruolo ha il food nel percorso dei consumatori all’interno dei Village?

Il food nella shopping experience ha ancora un ruolo fondamentale. Il cliente è alla ricerca di qualità, nel cibo ma anche nel servizio, e di un buon rapporto qualità prezzo. Vuole sentirsi a casa. Tenendo conto di questi elementi facciamo scelte precise quando sottoscriviamo contratti nuovi. Le catene con questi standard sono sicuramente vincenti rispetto agli altri. A questo si aggiunge, per i brand da asporto, anche la ricerca da parte dei clienti del nome più conosciuto. Per quanto riguarda il food, in questo periodo sta emergendo molto forte il problema della reperibilità del personale. È uno dei grandi problemi che ci sentiamo ripetere spesso dai nostri brand partner.

È iniziata la fase 3 del Sicilia Outlet Village. Come procede?

Al netto delle difficoltà che abbiamo avuto nel sottoscrivere i contratti che permettessero di avere la garanzia dell’approvvigionamento delle materie prime, i lavori sono avanzati. Abbiamo già il 70% di pre-affittato. La fine dei lavori è prevista nell’ultimo trimestre dell’anno.

Cosa sta funzionando? C’è una fiducia ritrovata, le nuove modalità di acquisto phygital e la tecnologia hanno dato nuovo sprint al footfall?

Da quello che rileviamo, soprattutto grazie alle indagini del partner Doxa, dopo la pandemia c’è stata una maggiore attenzione nella scelta preventiva. I consumatori cercano prima, già a casa, il prodotto desiderato. Oltre a questo, c’è anche una maggiore fidelizzazione da parte dei brand. L’acquisto è mirato, è diminuito quello d’impulso e i marchi hanno implementato l’uso di nuovi strumenti digitali che hanno portato a una maggiore fidelizzazione dei clienti. L’insieme di tutto questo ha sicuramente aiutato ad attrarre e a ricostruire fiducia. Scelgo da casa quello che proverò o comprerò in negozio. Compro online per ritirare in presenza. Le dinamiche di acquisto sono cambiate e rapidamente. La permanenza nelle aree commerciali deve essere la più confortevole e integrata possibile, anche in termini di servizi.

E per quanto riguarda Torino?

Torino è un capitolo a parte. Rispetto al 2021, abbiamo chiuso il 2022 con un +15% di footfall e un -8% rispetto al 2019, numeri più o meno in linea con i dati di mercato. Per quanto riguarda il fatturato, abbiamo un + 24% rispetto al 2021, mentre rispetto al 19 abbiamo + 5%. Anche in questo caso lo scontrino medio è aumentato di circa il 3%. Negli ultimi anni Torino è diventata il centro di molte attività cul-

turali e sportive. Abbiamo riscontrato un aumento importante dei turisti da Francia, Spagna, Nord Europa, Stati Uniti, UK, Svizzera. A questo bisogna aggiungere l’aumento del traffico di Caselle, soprattutto per i voli low cost. Quindi l’outlet segue il trend di crescita del turismo nella città piemontese. Partiremo nel 2023 con la fase 2 dell’ampliamento. Vogliamo raddoppiare la dimensione portando l’outlet a circa 150 negozi in totale.

Dopo qualche anno di inattività, ripartono i lavori di ristrutturazione dell’outlet alle porte della Capitale. A che punto è la commercializzazione?

Entro quest’anno battezziamo l’inizio dei lavori. Siamo contenti perché siamo oltre il 55% di pre-affittato. Questo ci premia molto: vuol dire che i nostri brand partnership credono nella nostra capacità di gestione. È un altro progetto che ci impegnerà molto e nel quale io credo tantissimo perché pur essendo un centro proveniente da una storia di chiusura, ha potenzialità incredibili per il turismo. Al momento non possiamo fare nomi, ma posso anticipare che la parte food avrà, oltre alla presenza di soliti noti anche un’attività ristorativa locale, legata al mondo della Sabina.

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FLOWER BURGER, ESPERIENZA OK DENTRO IL CENTRO COMMERCIALE

Cibo buono, servizio rapido, niente plastica e app che funziona. Test superato per la catena di fast food vegana

Spesso, specialmente nei centri commerciali, la qualità della location aiuta il brand ad avere successo. Una regola che abbiamo toccato con mano, andando a provare in incognito un ristorante Flower Burger, la catena ispirata a un fast food salutare, fondata da Matteo Toto, che vuole crescere sia in Italia sia all’estero. Il punto vendita prescelto per la prova è quello all’interno del Bicocca Village di viale Sarca, a Milano. Un centro inaugurato nel 2005, che per molto tempo ha funzionato in prevalenza come “contenitore” del grande cinema multisala Uci, dove il piano terra soffriva cronicamente di pochi passaggi, poca offerta, e con un’area esterna non sfruttata. Molto è cambiato dopo il restyling del 2017. Oggi, infatti, nel centro sono sorte due aree food, una interna e una fuori, con tantissima scelta e un’affluenza sostenuta.

La nostra “prova” si svolge in un giorno feriale, nella pausa pranzo del 14 febbraio. Flower Burger si trova all’interno, in una zona ben illuminata e molto frequentata, tra visitatori del centro, studenti della vicina università milanese Biccoca e lavoratori degli uffici, tutti in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti. Il punto ristorazione è di piccole dimensioni, attorniato da altri brand come I Love Poke, Bun Burger, Fra Diavolo, Io e Te (un format dedicato al bubble tea). Prima di avvicinarci, scarichiamo la app sul cellulare. E dopo una rapida registrazione, siamo dentro. Si ordina in cassa, si paga e si riceve il dispositivo acustico, che suona quando l’ordine è pronto. Niente servizio al tavolo, si ritira il proprio vassoio. E niente menù cartacei, solo Qr Code o il tabellone ben visibile in alto, stile fast food. Lo

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A.L.
Mistery Food
A pranzo di martedì

staff è ridotto all’essenziale, come avviene quasi sempre in questi formati di piccole dimensioni, dediti a un consumo rapido: una persona prepara il cibo, l’altra si occupa della cassa e confeziona gli ordini per il delivery. C’è una discreta affluenza, ma non proprio un pienone. Quindi il mini-team è sufficiente per gestire la clientela.

eccessivo peso nello stomaco. I burger, anche se vegetali, sono saporiti. Anche il fritto è approvato, perché sia le patate sia le melanzane non sono unte, restano croccanti e sono accompagnate da salse fatte bene. Alla fine, il pranzo scorre rapido, proprio come questo format promette. Il conto è di 26 euro per due persone. Quindi un po’ alto, considerando la generica categoria “fast food”, ma tutto sommato in linea con la città e la proposta degli ingredienti se si guarda al tipo di catena nel suo specifico.

Particolari in linea con il mercato di oggi

Ordiniamo intorno alle 13.15. Il menù è vario, ma non ridondante. Caratteristica positiva. Tutto è racchiuso in quattro grandi categorie: gli appetizer, i burger (sei tipi), i contorni e qualche dessert, tra cui il milk shake e un tortino al cioccolato. Ovviamente, non c’è traccia di proteine animali. Anche il cheddar è vegetale. I “burger”, cuore del panino, sono per lo più a base di legumi. Non c’è quindi l’intenzione di richiamare il gusto della carne. Optiamo per un menù “funky cecio”, con burger di ceci e pane giallo (grazie alla curcuma) con contorno di melanzane fritte. E un menù “flower burger”, con burger di fagioli e pane viola (grazie all’estratto di carota nera), più il contorno di patate fritte. Da bere, acqua naturale, che è compresa e si prende in autonomia dal dispenser, che serve acqua fredda o a temperatura ambiente. Ci sediamo nella postazione con le sedute “ad altalena”, divertenti, magari non comodissime per addentare, ma ben tenute. E non cigolano. L’ordine arriva presto, non sono passati neanche 15 minuti. Il cibo, da subito, ha l’aria di essere invitante e con una porzione adeguata.Il pane è morbidissimo, il contenuto permette un bel morso soddisfacente, ma comunque senza sensazione di finale di

Come giudizio generale, Flower Burger è approvato perché sembra rispondere a tante delle caratteristiche richieste dalla ristorazione di oggi. Il locale, seppur piccolo, non è banale ed è gradevole e pulito. La preparazione dei panini avviene praticamente a vista e questo è un aspetto importante, che in sostanza obbliga all’attenzione e alla pulizia. Il

ritiro del delivery avviene da un lato apposito del “quadrato”, privo di sedute, così da non intralciare le persone al tavolo. La tecnologia fa la sua parte, grazie al menù digitale e a una app che funziona subito bene, caricando correttamente i punti dopo il pagamento. Si nota attenzione alla sostenibilità, infatti non c’è traccia di plastica. Il vassoio che regge il cibo è di legno, i bicchieri sono di carta, l’acqua viene servita sfusa. E ci sono alcune piccole accortezze gradite, come ad esempio alcune prese per la ricarica del cellulare. In più, il personale alla cassa, giovane, è cortese e sorridente. Caratteristica non scontata. Per l’occasione, visto che è San Valentino, viene offerto un mini sconto per una visita successiva, semplicemente compilando un post-it a forma di cuore, da appiccicare vicino alle casse. In sostanza, ci si alza sazi e con la sensazione che l’esperienza abbia risposto all’aspettativa, ossia una pausa pranzo veloce, ma non banale. A un prezzo non eccessivo, ossia lontano dal classico ristorante, ma posizionato su una fascia più elevata rispetto al trancio di pizza o al normale hamburger base di carne.

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Tutto vegetale, ma il gusto c’è
Flower Burger presso Bicocca Village (Milano) Location ★ ★ ★ ★ ★ ★ ★ ★ ★ ★ ★ ★ ★ ★ ★ ★ Menu Servizio Interattività Rapporto qualità-prezzo testato martedì 14 febbraio, ore 13 ★ insufficiente, ★★ sufficiente, ★★★ buono, ★★★★ ottimo

GHOST KITCHEN DELLA DISCORDIA: IL VERO NODO SONO I REGOLAMENTI

Da Amsterdam a Parigi fino a Barcellona, tante amministrazioni cercano di limitare cucine e magazzini al servizio del delivery. Anche in Italia sarebbe opportuno intervenire in tempo

L’ultima, in ordine di tempo, sembra sia stata la municipalità di Barcellona. Secondo una delibera da poco approvata, le ghost kitchen, quelle che riforniscono soltanto il mercato del food delivery, potranno essere utilizzate solo in contesti suburbani industriali, ma non in centro città o in zone caratterizzate da attività famigliari o tipiche. Allo stesso modo, l’amministrazione ha bandito del tutto i “dark store”, ufficialmente per “non danneggiare i negozi di quartieri e non peggiorare la qualità della vita dei residenti”. Questi magazzini, su cui si appoggiano i servizi di recapito della spesa di operatori come Glovo o Getir, andranno riconvertiti in normali mini market oppure in magazzini all’ingrosso, ma senza collegamento al delivery. L’anno scorso, invece, si era mossa Madrid, con un provvedimento per limitare la superficie delle dark kitchen a 350 metri quadrati al massimo e con l’obbligo, per i locali, di approntare uno spazio interno in cui i rider sostano per aspettare gli ordini. In Francia, già dalla scorsa estate, il dibattito aveva assunto una dimensione nazionale, per via di un disegno di legge che avrebbe equiparato queste attività a quelle “commerciali al dettaglio”, invece che all’ingrosso, di fatto legalizzandone l’espansione. Un disegno cui si erano opposti tanti Comuni, tra cui Parigi, che nel frattempo aveva ordinato la chiusura di oltre 40 di queste

cucine, proprio perché installate in zone in cui non era permesso aprire attività all’ingrosso. Sul finire del 2022, a Madrid, la polemica aveva riguardato addirittura lo chef stellato Dani Garcia, reo di aver aperto una dark kitchen registrata in camera di commercio come “Laboratorio artigianale per realizzare modelli di opere 3D”. Le stesse critiche stanno raccogliendo i dark store, ossia quei magazzini che non fanno vendita al dettaglio, ma servono per rifornire il delivery della spesa degli operatori come Getir. Ma qual è il vero nodo della discordia?

solo gruppi di rider in attesa, che non arricchiscono niente, questo va detto con onestà”. Ma il problema principale riguarda controlli e regolamenti. “Una normale attività di ristorazione riceve continui controlli, a partire dalla Haccp sulla salubrità degli alimenti. Queste cucine, invece, non sono ancora inquadrate in modo univoco, sfuggono proprio alle categorie e quasi mai sono controllate. Ci sono tanti operatori seri, ma a un occhio esperto molti di questi luoghi sono inguardabili, lavorano senza il rispetto minimo delle procedure”. In Francia, qualche inchiesta aveva “beccato” alcuni addetti delle cucine a gettare nella spazzatura normale persino gli oli esausti. Le questioni relative alla qualità, poi, coinvolgono nel concreto anche i consumatori. “Infatti, non basta che un determinato brand pubblicizzi l’hamburger con carne di chianina sulla app. Chi verifica la tracciabilità della materia prima?”.

“Dal punto di vista linguistico, si fa un po’ di confusione tra cloud, ghost e dark kitchen. Ad ogni modo, il tema presenta almeno due aspetti” ragiona Michele Ardoni, fondatore di Dynamic Food Brands, impegnato a sviluppare un’idea evoluta di cucine collegate al delivery (Sciallami). “Da un lato, la situazione del contesto urbano è un problema. Un bel negozio porta footfall e aumenta la qualità di una strada. Una cucina virtuale porta

Sul mercato italiano, queste attività muovono volumi ancora relativamente bassi. Eppure, il trend è in aumento, anche perché sono le società di delivery a spingerlo. Le ghost kitchen, rispetto a un ristoratore tradizionale, sono in genere più performanti e condividono con le app quella che è la miniera d’oro di oggi, ossia i dati su consumo, preferenze e abitudini del cliente. Una regolamentazione seria del settore, sottoposto così a regole e controlli, porterebbe senz’altro a un aumento dei costi per le società e di conseguenza una crescita dei prezzi finali al consumatore. Ma come in tanti altri settori, il prezzo maggiorato è, o almeno dovrebbe essere, una tutela in più sul prodotto che si riceve a casa.

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FOOD | Scenari
Crescita sospinta dal peso delle app Controlli, questi sconosciuti
Michele Ardoni, fondatore di Dynamic Food Brands

DAI CANONI AI LICENZIAMENTI ASPETTI LEGALI NEL MIRINO

Nel retail, come in tutti i settori produttivi, l’adesione alle norme e il rispetto della giurisprudenza più attuale comportano problemi e tonnellate di ore di lavoro. Gli sforzi, però, restituiscono benefici a lungo termine e ripagano gli investimenti. Il punto sugli aspetti più salienti del momento è stato tracciato nel corso del quarto appuntamento di “Retail&Giurisprudenza” convegno organizzato da Confimprese a Milano, lo scorso 16 febbraio. Un evento cui non ha fatto mancare il proprio saluto iniziale il presidente Mario Resca. Sul palco, moderati dal direttore di retail&food Andrea Aiello, si sono alternati diversi professionisti, esperti ciascuno di alcuni ambiti chiave.

Lavoro, marcia indietro rispetto alla Fornero

Sul fronte della disciplina sul lavoro, alcune recenti sentenze della Corte Costituzionale hanno modificato l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori, in modo particolare rispetto al “Giustificato motivo oggettivo” dei licenziamenti. Con un effetto di ritorno al passato e di maggior rigidità. In pratica, come ha spiegato Marina Tona (Partner dello studio Legale Trifirò & Partners) sono di nuovo numerosi i casi in cui il giudice può disporre il reintegro obbligatorio, senza lasciare all’impresa la possibilità di risolvere il rapporto dietro indennizzo. È complessa da gestire anche l’eventualità delle richieste di crediti pregressi, secondo

Mario Cammarata, partner dello stesso studio. I giudici hanno in sostanza abolito la consuetudine della prescrizione a 5 anni, rendendo possibile la domanda di arretrati anche per periodi molto più lunghi. Giulia Comparini, partner dello studio Cocuzza & Associati, ha fatto invece il punto sul franchising e in particolare sulle controversie legali fra affiliato e franchisor, dove la questione è spesso il presunto abuso di dipendenza economica da parte del brand. Quasi mai, in effetti, questo viene accertato con sentenza. Ma anche l’Agcom vigila su questi aspetti e tre istruttorie recenti hanno riguardato brand noti come Benetton, McDonald’s e Original Marines. L’inclinazione prevalente delle società è modificare i modelli contrattuali per appianare subito le controversie. Leonardo D’Urso, co fondatore di ADR Center, ha ricordato invece una novità importante, che entra in vigore dal 1 luglio 2023 a seguito della riforma Cartabia: anche nei rapporti di affiliazione diventa obbligatorio almeno un tentativo di mediazione, prima di procedere con l’azione giudiziaria. Il 2023 è importante anche perché l’Italia dovrebbe procedere con l’attuazione della direttiva europea 2019/2161, la cosiddetta direttiva Omnibus. Che, come ha ricordato Davide Guardamagna (Managing Partner GeALex – Guardamagna e Associati) va a incidere su numerosi questioni del retail, a partire dalla protezione dei consumatori rispetto agli annunci di “riduzioni di prezzo” o “vendite scontate”.

Uno sguardo a real estate e compliance

Clausole dei contratti d’affitto e livello dei canoni sono sempre temi caldi, a livello immobiliare. Ancora di più oggi, alla luce delle rivalutazioni Istat. Alessandro Barzaghi, partner di Cocuzza & Associati, ha rammentato alcune possibilità concrete, come ad esempio inserire un “cap” sul canone, anche solo annualmente, e ha suggerito una buona due diligence sulle clausola Istat dei contratti in corso, che devono essere esplicitate per iscritto, pena la rinegoziazione. Occhio anche alle clausole ESG, spesso sottovalutate. Ugo Ettore di Stefano, di Lexellent, ha ricordato l’importanza di una concreta organizzazione per rispondere alle normativa in ambito compliance, non solo per evitare multe e adempiere alle norme, ma come occasione reale di migliorare i processi aziendali. Chiara Giannella, direttore “New Law Legal” di PwC TLS, si è soffermata invece sulla delicatezza del rapporto franchisee-franchisor in tema di protezione e utilizzo dei dati dei clienti. Infine nella tavola rotonda finale hanno portato la loro esperienza Daniela Pazzini, responsabile contrattualistica e procedure di Mondadori Retail; Enrico Silvestri, Head of Group Legal & Corporate Affairs di Prénatal Retail Group; Monica Sini, Legal Manager Europe di Autogrill; Alessia Vicini, responsabile ufficio legale di Galileo spa

Il punto sui temi più salienti per il settore nel corso del 4° appuntamento di “Giurisprudenza & Retail” organizzato da Confimprese A.L.
MERCATO | Eventi

NELLA GDO CRESCE IL NERVOSISMO TRA LE INSEGNE

Basta girare per i negozi della GDO per capire che alcune insegne stanno perdendo quel minimo di lucidità necessaria per affrontare un contesto inflativo di media/lunga durata dotandosi di strumenti adeguati. Per il momento, i fatturati gonfiati dall’inflazione reggono il confronto sull’anno precedente. Sempre meno i volumi. Lo si capisce dalle polemiche con i fornitori, dalla promozioni sempre più azzardate, dall’affanno dei fine mese. Dai confronti anno su anno.

L’inflazione cambia tutto lo scenario

Il cliente viene vellicato blandendolo con lo stagionato “vieni da noi che trovi il bianco che più bianco non si può” del famoso Dash della Procter & Gamble. Ma mentre il Dash è passato dal fustino al liquido fino al monodose di oggi, in molti nella GDO sono rimasti inchiodati all’idea che l’avversario sia solo e soltanto l’insegna concorrente. E la si batta sul prezzo. Pochi comprendono che, con l’inflazione, il vero “nemico” da affrontare è il contesto complessivo che dipende dalla struttura dei costi dell’impresa a monte e a valle, dalle sue dinamiche e dal peso politico e organizzativo che il settore nel suo complesso ha nei confronti di chi quei costi li determina o li governa. Senza questo approccio la semplice leva del prezzo più basso comprime solo i margini. Ed è una spirale difficile da fermare. E senza sottovalutare che i consumatori, estremamente sensibili di questi tempi, sono sempre più indotti a pensare che il prodotto, quando non è in promozione, ha un prezzo ingiustificato. Soprattutto i clienti più importanti, quelli che acquistano abitualmente quel prodotto. E questo spinge al nomadismo di insegna. In tempi di inflazione il consumatore controlla più di altri momenti il prezzo di ciò che acquista abitualmente. E collega promozioni e responsabilità degli aumenti all’insegna che li propone. Non all’azienda titolare del prodotto. Certo ci sono sempre i clienti spot che inseguono la promozione da “volantino”. Oggi ci sono poi le app tipo doveconviene.it o volantinofacile.it o promoqui. it che forniscono un quadro delle promozioni come mai in passato. Ma questi clienti difficilmente riacquistano lo stesso prodotto a prezzo pieno. In realtà l’abuso delle promozioni genera un circolo vizioso da cui è difficile uscire. Soprattutto in tempi di inflazione. Prima o

GDO | Storie
di Mario Sassi, senior advisor e blogger

poi ci sarà un competitor che applicherà al prodotto un prezzo più basso rispetto agli altri e si ritorna tutti al via come in un eterno gioco dell’oca.

Caroprezzi reale più forte delle statistiche

La domanda che molti manager si pongono è se esistono nella GDO margini a sufficienza per sostenere una deriva di questo tipo e per quanto tempo. Intanto il consumatore si sente preso in giro e rischia di non fidarsi più di nessuno. L’inflazione poi non colpisce tutti allo stesso modo. Non servono le statistiche per capirlo. Charles Bukowski spiega che “un uomo con la testa nel forno acceso e i piedi nel congelatore statisticamente ha una temperatura media”. Lo stesso vale per l’inflazione. Moneyfarm ha utilizzato l’indicatore di “inflazione effettiva” per comprendere meglio il peso sulle famiglie italiane. Con il supporto di Smileconomy, società indipendente specializzata in educazione finanziaria, ha calcolato che a dicembre 2022 l’inflazione misurata da ISTAT ha segnato +11,6% rispetto al dicembre 2021, ma per i profili tracciati l’inflazione effettiva va dall’11,5% al 18,3%, poiché i consumi concreti delle famiglie esaminate superano l’inflazione media del paniere ISTAT. In termini assoluti emerge che l’inflazione costa alle famiglie da 188 a 363 euro in più al mese, che, su base annua, significa tra i 2.000 e i 4.000 euro in più.

Ognuno, famiglia o singolo, quindi ha le sue abitudini di consumo, il suo stile di vita e quindi la sua inflazione. Le famiglie che concentrano la maggior parte delle proprie spese sui beni e sui servizi più irrinunciabili, come l’energia e i prodotti alimentari, subiscono inevitabilmente un’inflazione più alta delle famiglie che possono permettersi di diversificare maggiormente i propri acquisti. A questo va aggiunto il differente peso inflativo tra le grandi città e i piccoli centri. Le insegne che prima taravano i loro listini su un mix consolidato e conosciuto si trovano a dover fare i conti anche con la particolare tipologia di consumatori che entrano nei loro punti vendita che oggi hanno una possibilità di spesa differenti alterate significativamente dall’inflazione. Sia in termini reali che di aspettativa. Non è un caso che i discount, appena si è avuto chiaro il problema, hanno potuto adeguare subito in parte i loro listini, mentre la GDO tradizionale indugiava proprio per gestire la differente percezione da parte del consumatore tra le diverse insegne. Ma oggi quel margine si è ridotto. È vero che il prezzo di un prodotto considera costi, consumatori, competitor e obiettivi dell’azienda ma se l’inflazione cambia le carte in gioco per uno o più fattori in campo il rischio è che inseguirsi con un ribasso estemporaneo fa solo perdere la

percezione del valore dei prodotti ai propri clienti. E come conseguenza la stessa credibilità dell’insegna. Che fare quindi?

Con l’inflazione elevata e la crescita debole è molto probabile che nel 2023 la spesa per i consumi ristagni, per poi riprendere (forse) a crescere nel 2024. Se l’inflazione manterrà i suoi effetti negativi pur differenziati per reddito più che interventi generalizzati sul cuneo fiscale occorre innanzitutto sostenere i redditi bassi. Un’altra operazione potrebbe riguardare il rinnovo dei contratti di lavoro alleggerendone il peso fiscale e contributivo (almeno nelle tranche 2023 per evitare ricadute sul salario differito). Sul taglio dell’IVA ci sono diverse teorie. Un esempio su tutti in Danimarca. Coop 365discount, che fa parte di Coop Denmark, ha abbassato i prezzi dell’ortofrutta dell’equivalente dell’IVA, che in quel Paese è del 25%. Allo stesso tempo ha avviato una petizione tra i danesi per proporre livelli di IVA differenziati. Nel periodo della riduzione, le vendite di ortaggi sono aumentate del 44% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente, mentre le vendite di frutta sono aumentate del 23%. Da noi la critica è che se si dovesse abbassare l’IVA oltre a minori entrate per lo Stato il beneficio non sarebbe limitato ai meno abbienti. Infine si potrebbe concordare un sostegno alle politiche già in essere in molte insegne GDO su panieri specifici valorizzando determinati prodotti nazionali attraverso accordi di filiera. E alleggerire i costi dell’energia se i costi dovessero risalire. Per fare questo è fondamentale un percorso comune tra governo, agro-industria e distribuzione. Credo che i tempi siano maturi.

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Si può davvero ridurre l’Iva?
Il cortocircuito della rincorsa al basso costo

legali e di compliance. Per questo, auspico che la mia precedente esperienza in-house possa rendere lo studio ancora più attrattivo e rispondente alle esigenze delle aziende che cercano una consulenza.

Quali sono, oggi, gli aspetti che possono creare le maggiori criticità nelle partnership in ambito food&retail?

La consulenza è fondamentale per fare in modo che tenant e brand siano allineati. Ad esempio, in ambito real estate è cruciale la fluidità e rapidità nell’approvazione di un’apertura. Quando i processi non sono reattivi, si finisce per avvantaggiare concorrenti più snelli e dinamici. Anche su questo iter servono clausole ad hoc. Un altro aspetto sensibile, nel contesto di oggi, riguarda le cosiddette “green clause” nei contratti di locazione o affitto d’azienda con centri commerciali o fondi immobiliari. Questi elementi, quando impongono obblighi non bilanciati di compliance ESG in capo a chi occupa un punto vendita, possono costituire un costo nascosto, spesso sottovalutato dai tenant.

MINAUDO (COCUZZA &

ASSOCIATI): “FOCUS SULLE DINAMICHE AZIENDALI”

Conoscere le imprese dal di dentro è un plus per fornire una consulenza adeguata. “La fluidità delle operazioni può fare la differenza” spiega l’avvocato, ex general counsel di Percassi

Pietro Minaudo, che fino al 30 giugno scorso ricopriva il ruolo di General Counsel di Percassi, è entrato in Cocuzza & Associati in qualità di of Counsel, nella sede di Milano. Un percorso insolito, dal momento che i professionisti abitualmente iniziano a praticare all’interno degli studi, per poi magari effettuare il “salto” verso il mondo aziendale. “Io invece, dopo nove anni da pendolare tra Milano e Bergamo, ho deciso di accettare la sfida e affrontare il percorso inverso” spiega Pietro Minaudo in questo colloquio con retail&food. Minaudo infatti ha lavorato per quasi un decennio nel gruppo Percassi (dove rimane membro dell’organismo di Vigilanza), seguendo lo sviluppo della parte retail/real estate a servizio dei

principali brand del portafoglio, a partire da Kiko, poi Victoria’s secret, Nike, Starbucks, Lego, per finire con l’Antico Vinaio, l’ultimo brand entrato nell’orbita del gruppo. Prima ancora, era stato per sette anni Head of Corporate & Legal Europe di Autogrill e per tre anni General Counsel presso SAES Getters.

Qual è il valore aggiunto che un avvocato, proveniente dall’impresa, può fornire allo studio legale?

Uno studio tradizionale, seppur specializzato, non sempre conosce a fondo le dinamiche aziendali, i driver decisionali, oltre alle diverse sensibilità che la direzione può mostrare verso gli aspetti

L’andamento del mercato immobiliare si lega a doppio filo con il settore commerciale e retail. Qual è la sua visione sull’Italia? I valori, oggi, rappresentano un elemento di freno o di accelerazione di nuove operazioni?

Il mercato del real estate, in Italia, viaggia su un doppio binario: quello delle principali piazze retail, a più forte vocazione imprenditoriale o turistica (Milano, Roma, Venezia, Firenze, Napoli, ma anche Torino, Verona, Bologna, Bari) che presentano valori immobiliari importanti, difficilmente in contrazione, tipicamente concentrati su limitate aree geografiche o su note high street, le quali sono caratterizzate da elevata concorrenza e richiedono processi di negoziazione rapidi. Al di fuori di questi contesti, è il brand che, a seconda della propria strategia di sviluppo, può decidere di far valere la propria forza e notorietà investendo in location più decentrate o rendendo location anche decentrate “destination” per i propri clienti, facendo leva così su canoni di locazione inferiori.

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Legal&Retail

SCENARI IMMOBILARI: IL SETTORE CORRE A DUE VELOCITÀ

L’Italia del “retail real estate” viaggia a due (e forse più) velocità. Le differenze riguardano ambiti e contesti diversi. I consumatori tornano con entusiasmo e curiosità nei negozi fisici, ma le loro abitudini di acquisto online sono ormai continuative e definite. Il tempo dedicato allo shopping è diminuito e, parallelamente, lo scontrino medio è aumentato. E ancora: “I luoghi del commercio, i negozi, le grandi superfici, stanno cambiando forma e rapporto con lo spazio pubblico” aggiunge Francesca Zirnstein, direttrice generale di Scenari Immobiliari nel corso del convegno “Living in a two-speed world - Negozi di città e centri commerciali del nuovo decennio”, che si è tenuto a Milano il 22 febbraio 2023. “Una bipartizione di possibilità, interessi, costumi, sicuramente semplificativa della realtà ma molto descrittiva dell’attuale società. Una identificazione, anche generazionale, di mercato, di posizionamento, di possibilità, che porta a vivere in un mondo a due velocità, come spesso accade in periodi d’insicurezza”, dice Zirnstein.

Online e fisico, c’è (quasi) il pareggio

Nel corso del convegno, il dibattito ha toccato anche la questione dei contratti che richiede anch’essa, come ha sottolineato Giulia Comparini (Cocuzza & Associati), “un cambio di marcia”. “Il periodo pandemico ci ha aiutato a riflettere sui contratti e a capire che bisogna ritornare a una policy win win, vincente per tutti”, ha detto l’avvocato, puntando soprattutto sui temi della sostenibilità (Green Lease) e dell’omnicanalità. Sono sempre di

più i brand che virano verso in questa direzione. L’eCommerce ha subito una forte accelerata: impossibile frenare. Meglio, piuttosto, trovare una velocità di crociera che sia ottimale sia per gli acquisti online che offline. “L’online non preoccupa più”, ha detto Maddalena Panu (Savills) nel suo intervento, “siamo riusciti a gestire questo canale, fa parte dell’offerta che diamo ai nostri clienti”. Dello stesso parere è Fabio Porreca (Svicom): “L’eCommerce, che ha dominato lo shopping nel 2020 e 2021, non è più dirompente. Uno degli stereotipi a cui assistiamo in questo periodo è la narrazione dei centri commerciali come un settore maturo, se non addirittura in declino, a fronte dell’online in forte ascesa. Una visione che porta i più catastrofisti a paventare cambiamenti radicali e drastici, me che è semplicistica, non reale”, continua Porreca.

Lo confermano i dati. Secondo l’Osservatorio del CNCC (Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali), il 2022 ha visto un aumento del 14% del footfall rispetto al 2021 e, lato vendite, +13,7% su 2021e -3% sul 2019. “Ci davano per morti”, ha detto il presidente Cncc Roberto Zoia, sottolineando la resilienza del settore. “In questi anni è stato fondamentale il rapporto landlord/tenant, abbiamo trovato accordi e velocizzato un processo già in atto, consolidando un’unità di intenti che oggi porta a buoni risultati”, dice Zoia.

La relazione landlord e tenant resta comunque complicata, talvolta, così come quella con i consumatori. “Dobbiamo certamente recuperare gli ingressi, per aiutare la ristorazione, l’intrattenimento e i negozi più piccoli che vivono di traffico.

Come farlo? Attraverso un modo nuovo, più moderno, digitale, di dialogare con i clienti” conclude Zoia. Tante le aspettative riposte nel food che, durante il convegno, viene citato più volte come settore molto resiliente alla crisi su cui sono puntati gli occhi degli investitori. Qualunque nuovo progetto, oggi, punta sul food. Ha una responsabilità immensa. “Ma riuscirà il food a trainare il retail?”, lancia la domanda Andrea Aiello, direttore di retail&food, media partner dell’evento, nel suo intervento. “I flussi di visita nei centri commerciali sono cambiati e spesso i consumatori arrivano nei locali in orari diversi e anche inaspettati. Tanti altri si affidano sempre di più al delivery. Capire e interpretare questi movimenti e il cambio di abitudini rappresenta una grande sfida” conclude Andrea Aiello, che auspica anche maggiori investimenti sulle catene più piccole, “spesso più interessanti e innovative”.

Investimenti in Italia: -50% rispetto al 2019, c’è ancora incertezza

Il mercato immobiliare commerciale torna a crescere in Europa: 40 miliardi di euro di investimenti nel 2022 (+20% sul 2021), di cui quasi 1 miliardo in Italia. Crescono anche le quotazioni con prezzi e canoni di locazione in aumento dell’1% nel 2022 e previsioni di un ulteriore rialzo, superiore al 4%, nel 2023. È quanto emerge dal Rapporto 2023 sul mercato immobiliare commerciale di Scenari Immobiliari. Il volume degli investimenti, in Italia, è a -26% sul 2021 e indietro del 50% sul 2019. L’attenzione degli investitori resta concentrara sulle high street di Milano, Venezia e Roma. Rispetto alle grandi superfici commerciali, le principali operazioni sono di natura opportunistica e value-add, per lo più verso centri commerciali secondari concentrati al Nord. La Lombardia cattura più del 25% del totale (circa 270 milioni di euro), seguita da Veneto ed Emilia-Romagna, rispettivamente con quasi il 15% (134 milioni) e il 10% (84 milioni).

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Lento, veloce. Gli investimenti nell’immobiliare commerciale oggi viaggiano a due velocità. Corrono in Europa, rallentano in Italia. Doppia andatura anche in altri ambiti retail, ma un punto di incontro è possibile. Di questo si è parlato a Milano, al convegno di Scenari Immobiliari P.O.
EVENTO | Retail Real Estate

Sea e easyJet riaprono il T2 di Malpensa per l’estate

VARESE – Riapre dal prossimo 31 maggio il Terminal 2 dell’aeroporto di Malpensa, chiuso nel 2020 a seguito della pandemia e alla conseguente diminuzione del traffico. A fine 2022 sono inziati profondi lavori di riqualifica, che andranno avanti fino alla riapertura, che prevedono diverse novità. Tra queste, l’installazione di un’area check in dedicata al self bag drop, la ristrutturazione della zona controlli, una macchina con tecnologia TAC che permette un fast track senza necessità di estrarre I liquidi o gli apparecchi elettronici dal bagaglio a mano. E verranno anche realizzati nuovi spazi commerciali dedicati a shopping e ristorazione. Verranno anche effettuati interventi in chiave si sostenibilità ambientale, ad esempio con la sostituzione della vecchia centrale di condizionamento. A livello di traffico, il Terminal 2 è a servizio di EasyJet, che da quest’estate baserà a Malpensa 23 velivoli.

Ad Areas il contratto miliardario f&b a Barajas

MADRID – Areas Iberia si è aggiudicata il più grande contratto, nella storia degli aeroporti spagnoli, per la gestione del segmento f&b allo scalo principale della capitale, Adolfo Suarez Madrid-Barajas. Il contratto ha un valore potenziale di un miliardi di euro di vendite, lungo la durata dell’accordo di 8 anni, pari a circa il 70% di tutto il segmento food & beverage dello scalo. Areas ha già detto che è pronta a investire almeno 15 milioni nel rinnovamento degli spazi esistenti o nello sviluppo di nuovi format. Tra i brand coinvolti, già presenti, ci sono marchi internazionali come Starbucks e Burger King, nazionali come Rodilla e Santagloria, o anche novità come La Taberna de la Ancha e Aloha Poke.

Dopo la chiusura Covid, a Schiphol riapre La Place Express

AMSTERDAM - Dopo una chiusura che durava dal 2019, ha riaperto all’aeroporto internazionale Schiphol di Amsterdam il punto La Place Express, brand in portafoglio a HMShost. La società ha approfittato di questo periodo per mettere in campo un profondo rinnovamento del locale, che offre la consueta offerta di panini, insalate, spremute fresche, caffetteria, frullati. Il brand, ispirato a un’alimentazione naturale, era stato portato per la prima volta a Schiphol nel 2010.

Bottega Prosecco Bar anche in Turchia

ISTANBUL – Bottega Prosecco Bar ha aperto un punto vendita all’aeroporto internazionale di Istanbul. Il punto vendita, con la consueta pianta circolare caratterizzata dal nero e dal color oro, si trova alle partenze internazionali, nei pressi della luxury hall, la zona dei negozi di fascia alta. Con questa apertura il brand creato nel 2014 da Sandro Bottega raggiunge il numero di 30 nel mondo, sparsi tra aeroporti, stazioni, navi da crociera e hotel.

Maxi gara per i duty free Aena, si fanno avanti in tredici

MADRID – Tredici operatori, parte dei dieci gruppi più importanti al mondo del settore, si sono fatti avanti nella fase iniziale della gara indetta da Aena, relativa alla gestione dei duty free in 27 aeroporti spagnoli. Si tratta di: Heinemann, Smartseller, Lagardère, Aer Rianta, Dufry, Canariensis and DF, Bahrain Duty Free, Hotel Shilla, GMR, Setur, China Duty Free e gli americani di UETA. Ora i candidati hanno tempo fino al prossimo 3 maggio per formalizzare la propria candidatura, secondo i criteri spiegati nel bando. Il turnover complessivo di questa gara è calcolato in 18 miliardi di euro, che comprendono le vendite in 86 duty free più alcuni altri permessi in altre categorie merceologiche.

World Travel Retail pag. 56 | retail&food | Marzo 2023

Lagardère TR recupera oltre il 90& dei volumi 2019

PARIGI - Lagardère Traval Retail ha chiuso l’esercizio 2022 con ricavi a 3,92 miliardi di euro, in crescita del 65,4% su base annua, su un perimetro like for like. Rispetto al 2019, si tratta di un recupero superiore al 90%. In particolare, il bilancio mostra il ritorno della profittabilità, con un Ebit che ha raggiunto 136 milioni di euro, rispetto a un dato 2021 negativo. Sul fronte delle atee geografiche, si segnala il +91,2% dei ricavi dell’area Emea (esclusa la Francia) con una performance molto forte in Polonia ed Europa occidentale, e un ottimo risultato delle Americhe a +51,6%. Super record per il Canada a +223,6%.

AIRLINES NEED TO RETHINK THEIR ONBOARD DUTY-FREE OFFER, OR DROP IT I VETTORI DEVONO RIPENSARE DEL TUTTO LA VENDITA DUTY FREE A BORDO. OPPURE ELIMINARLA

Post-pandemic, airlines are reviewing all aspect of their business including inflight dutyfree sales – and dropping the service has become commonplace. Finnair just did that at the end of February, one of a long list of airlines deciding to stop trying to be a retailer in the air.

The reason the airline did away with selling items like perfumes and chocolates was that the retail offer had become “less important” to its customers. That’s not surprising when airport shops have a lot of what is supplied onboard, and passengers also have easy access to online routes to these types of products.

The Finnish carrier did not cite sustainability as a reason. However, not transporting goods to sell should help a little in reducing the airline’s carbon footprint.

Consuntivo 2022 IATA: ancora pesante il ritardo dell’Asia

GINEVRA – La IATA ha pubblicato i dati relativi al traffico aereo internazionale del 2022. Il traffico passeggeri, misurato in Rpk (passeggeri trasportati per chilometro volato) è aumentato del 64,4% rispetto al 2021 ed è stato, a livello globale, pari al 68,5% dei livelli pre-pandemia (2019). In volume, il traffico internazionale ha raggiunto il 62,2% dei livelli del 2019, mentre quello nazionale è già al 79,6%. Rispetto alle aree geografiche, in termini di Rpk, l’Europa (che conta per il 30,4% del totale) è cresciuta del 100,2% sul 2021, il Nord America (28,8% del totale) del 45,5%, mentre l’Asia Pacifico (22,4% del totale) è salita solo del 34%.

Inflight veteran, Vimal Kumar Rai (today manager at AirFi.aero) told me: “Pre-Covid, almost 40 airlines globally had given up on inflight retail. This move now is more about cost savings than anything else, given Finnair’s obvious challenges with respect to Asia in particular.”

More generally, when passengers plan to shop they don’t think ‘What can I buy in the plane?’ but ‘What can I buy when I get to the airport?’. That view partly reflects airlines’ inability to market their retail services well against what are often bright, colourful airport stores filled with exciting digital promotions and offers.

Airlines just can’t compete. Commenting on Finnair’s move, Jay Sorensen (IdeaWorksCompany), an expert on ancillary revenue, said: “This is a good decision. An airline either commits 100% to retail merchandising, or not. Otherwise, it’s just adding to overhead expenses. Now Finnair can focus on cafe sales without the distraction of merchandise. Online, home delivery is a better alternative for many.”

There are some inflight revivals. Kumar Rai said: “There’s a noted airline in Asia that is relaunching duty-free but only popular items like skincare, cosmetics, gadgets, liquor, and probably tobacco.” But he added: “The way this retail business is run currently – from operations, to payment processing, to logistics and the margins – makes it an inherently difficult one to keep running.”

These challenges are old but the fact that they remain is why inflight retail is dying a painfully slow death.

Dopo la pandemia, le compagnie aeree stanno rivedendo tutti gli aspetti della loro attività, comprese le vendite duty-free a bordo. L’abbandono di questo servizio è diventato comune. Ha appena annunciato questa strada Finnair, alla fine di febbraio, ed è solo una delle tante compagnie aeree che hanno deciso di smetteredioperarecome“retailer”involo.

La ragione per cui il vettore ha eliminato la vendita di articoli come profumi e cioccolatini è che l’offerta al dettaglio è diventata “meno importante” per i suoi clienti. Questo non sorprende,dalmomentocheinegoziinaeroporto hannopraticamentetuttociòchevienefornito a bordo, e ormai i passeggeri possono facilmente acquistare anche on line le stesse referenze.

Il vettore finlandese non ha citato la sostenibilitàcomemotivo.Tuttavia,ilfattodinontrasportaremercidavenderedovrebbecontribuirearidurreilsuoimpattointerminidiCo2.

Vimal Kumar Rai, veterano del settore inflight (oggimanagerdiAirFi.aero)mihadetto:“Prima del Covid, quasi 40 compagnie aeree a livello globale avevano già rinunciato alla vendita al dettaglioabordo.Questamossa,ora,èpiùlegataalrisparmiodeicosticheadaltro,vistele ovviesfidediFinnair,inparticolareperquanto riguardal’Asia”.

Più in generale, il fatto è che quando i passeggeri pianificano gli acquisti, non pensano: “Cosa posso comprare in aereo?”. Piuttosto: “Cosa posso comprare quando arrivo in aeroporto?”. Questo comportamento, in parte, riflette l’incapacità delle compagnie aeree di commercializzare bene i loro servizi di vendita al dettaglio, rispetto ai negozi aeroportuali, luminosi,colorati,pienidipromozionieofferte digitaliinteressanti.

Le compagnie aeree non riescono a competere. Commentando la mossa di Finnair, Jay Sorensen (IdeaWorksCompany), un esperto nel settoredeiricaviancillari,hadichiarato:“Èuna buona decisione. Una compagnia aerea dovrebbe impegnarsi al 100% nel merchandising al dettaglio, oppure lasciar perdere del tutto. Altrimenti, non fa altro che aumentare le spese generali. Ora Finnair può concentrarsi sulle vendite dei caffè senza la distrazione del merchandising.Ormail’acquistodiprodottitramitel’onlineèun’alternativamigliorepermolti”.

Eppure ci sono nel mercato alcuni “revival”. Ha aggiunto Kumar Rai: “C’è una nota compagnia aereainAsiachestarilanciandoilduty-free,ma solo per articoli popolari come cosmetici, gadget, liquori e probabilmente tabacco”. Ma ha aggiunto: “Eppure il modo in cui viene gestita attualmente l’attività - dalle operazioni, all’elaborazione dei pagamenti, alla logistica e ai margini - la rende intrinsecamente difficile da gestire”.

Queste sfide sono vecchie, ma il fatto che rimanganoèilmotivopercuilavenditaaldettaglioabordostamorendodiunamortedolorosamentelenta.

pag. 57 | retail&food | Marzo 2023 duty free world |
|
kevin_rozario@yahoo.com
by Kevin Rozario
London

BEST PERFORMING CHINESE CITIES

Grazie al rapido sviluppo economico e all’urbanizzazione degli ultimi 40 anni, la Cina è diventata uno dei mercati più dinamici a livello globale, spostando il centro economico del Paese dall’agricoltura all’industria manifatturiera e ai servizi.

La crescita economica ha portato, come sappiamo, ad un boom del mercato del Lusso che è passato dai 35 miliardi di dollari Usa nel 2014 ai 43 miliardi nel 2021 (CAGR del 4%), con una previsione di 63 miliardi entro il 2027, così come documentato nel gennaio di quest’anno dalla ricerca “luxury redefined” di KPMG China.

Questi trend non valgono però solo per il settore del lusso. Basti pensare che le vendite al dettaglio di beni di consumo nei tre principali cluster urbani, il delta del fiume Yangtze, il delta del fiume Pearl e l’area di Pechino-Tianjin-Hebei, rappresentano oltre il 43% del consumo totale del Paese.

L’urbanizzazione ha anche modificato le abitudini di acquisto. I consumatori che vivono nelle megalopoli, le cosi dette città appartenenti al Tier 1, hanno superato il concetto del Lusso acquistato per ostentare la propria posizione sociale e ora attribuiscono grande importanza alla buona qualità e agli alti livelli di servizio, ma sono anche attenti ad esperienze uniche come, ad esempio, un afternoon tea in un rinomato caffè o ad elevare la qualità delle esperienze quotidiane come la cucina casalinga con ingredienti di ricerca e di importazione usando pentole particolari. Considerando però la continua crescita del tasso di urbanizzazione, l’attenzione dovrebbe essere rivolta anche alle città appartenenti al Tier 2 (o inferiore) in quanto, crescendo nelle dimensioni e nella ricchezza, saranno le megalopoli del futuro mentre, nell’immediato, i consumatori di queste città hanno a disposizione maggiori redditi grazie ad un minore costo della vita. Ma quali sono le città cinesi con il maggior potenziale di crescita dimensionale ed economica? Per rispondere prendiamo come riferimento le indicazioni riportate nel “China Emerging City Rankings 2022 report” di Economist Intelligence. La classifica delle città emergenti con forte poten-

luca.esposito@layline-consulting.it

ziale di crescita è dominata dalle città della Cina orientale. Escludendo infatti le megalopoli (come Shanghai, Beijing, Shenzhen, Chengdu e Guangzhou), tra le città con meno di 10 milioni di abitanti, Hangzhou (provincia dello Zhejiang) è in cima alla classifica generale delle città emergenti nel 2022, seguita da altre della costa orientale come, Suzhou (provincia dello Jiangsu), Zhuhai (provincia di Guangdong) e Jiaxing (provincia di Zhejiang) che beneficiano della naturale vicinanza geografica con Shenzhen e Shanghai.

Queste città svolgeranno un ruolo importante nelle strategie di crescita nazionale. Oltre alle città costiere, segnaliamo anche Hefei (provincia di Anhui) per lo sviluppo di industrie strategiche emergenti. Mentre tra le megalopoli con più di 10 milioni di abitanti, Shenzhen nella sua attrattività ha superato sia Shanghai che Beijing in quanto è una delle città più sviluppate nel settore dell’alta tecnologia con le sue industrie principalmente legate all’intelligenza artificiale che stanno guadagnando progressiva popolarità tra gli investitori.

NEWS | International pag. 58 | retail&food | Marzo 2023
Travel Markets | a cura di Luca Esposito
New
Fig.2: source The Economist Intelligence Unit

Manifesto Market apre anche a Berlino, sarà il food hub più grande d’Europa

Manifesto Market ha aperto una nuova food court a Berlino nel centro commerciale The Playce (ex Potsdamer Platz Arkaden). Con 4.400 mq, 960 posti a sedere, 22 ristoranti e 4 bar su due piani, il Manifesto berlinese si prepara a diventare il più grande food hub d’Europa. Il nuovo spazio non offrirà solo cibo da tutto il mondo, ma anche eventi culturali e concerti. Previsti 150 eventi con musica dal vivo, DJ, influencer e artisti. La società Manifesto Market nasce a Praga nel 2018 da un’idea dell’americano Martin Barry, architetto paesaggista e fondatore di reSITE, un’organizzazione senza scopo di lucro focalizzata sulla progettazione urbana e architettura. Questo di Berlino è il secondo Manifesto Market dopo quello di Praga, nel quartiere di Andel. Il progetto di Martin Barry si è aggiudicato un premio al MAPIC Cannes 2022 come Best New Food and Beverage Concept.

Restaurant Brands (Burger King) chiude il 2022 a +13% e nomina un nuovo Ceo

Restaurant Brands International (Burger King, Tim Hortons, Popeyes e Firehouse Subs.), ha comunicato i risultati del 2022 e del Q1. Le vendite globali nel quarto trimestre sono cresciute di quasi il 12% e di oltre il 13% per il 2022. Le vendite consolidate sono aumentate di quasi l’8% nel quarto trimestre, guidate dalla crescita dell’11% di Tim Hortons e Burger King International. Le vendite digitali sono salite di oltre il 30% su base annua fino a superare i 13,5 miliardi di dollari nel 2022, rappresentando oltre un terzo delle vendite. Il brand Popeyes ha registrato un anno molto positivo accelerando sulle aperture: nel 2022 sono state 1.266. Il Consiglio di amministrazione di RBI ha inoltre nominato Joshua Kobza nuovo amministratore delegato dal primo marzo 2023. La società apre il nuovo anno fiscale con un nuovo CEO al timone e si prepara a un “ritmo di crescita accelerato per i prossimi 5-10 anni”, si legge nella nota stampa.

La catena di panini Subway verso la vendita

La catena di panini Subway, con circa 37.000 locali in tutto il mondo, è in vendita. La società ha rivelato che i suoi azionisti stanno valutando una possibile cessione assistiti della banca d’affari JP Morgan. Non c’è ancora nessuna indicazione sulle tempistiche, ma una cifra sta già circolando: il deal sarebbe di 10 miliardi di dollari. Subway fa sapere, inoltre, che la catena di sandwich ha chiuso un altro anno record. I dirigenti hanno ribadito che il 2022 ha superato le aspettative di vendita globali e la catena ha già ottenuto una crescita positiva per otto trimestri consecutivi in tutti i negozi del brand. L’azienda nata in Connecticut nel 1965 come Pete’s Super Submarines, è cresciuta fino a diventare un colosso della ristorazione veloce. In Italia conta 14 locali.

LLP Group (Reserved e Sinsay) si espande in UK e punta a 400 negozi in Europa

Il brand polacco Reserved sta per aprire due negozi nei centri commerciali londinesi di Brent Cross e Westfield Stratford e sta trattando per aprirne altri in diverse città del Regno Unito. Reserved ha inoltre annunciato che aprirà un secondo negozio in Oxford Street a Londra. I piani di espansione del rivenditore prevedono anche l’apertura di altri 400 negozi in Europa. Fondata nel 1999, Reserved fa parte di LLP Group e conta circa 460 negozi in tutto il mondo in 40 Paesi. Ha aperto il suo primo negozio nel Regno Unito in Oxford Street nel 2017. Reserved fa parte della multinazionale polacca LPP, fondata nel 1991 a Gdansk e proprietaria anche del brand Sinsay. L’espansione internazionale è un chiaro obiettivo per l’azienda polacca, che ha più volte affermato come l’Europa occidentale sia il suo obiettivo chiave. Per il marchio Reserved, sono inoltre in arrivo le prime aperture in Italia. Tra queste c’è anche uno store a Milano, in Corso Vittorio Emanuele.

NEWS | International pag. 59 | retail&food | Marzo 2023

Datalogic, nuovi scanner bi-ottici per il check out perfetto

Datalogic ha lanciato sul mercato la nuova serie di scanner bi-ottici Magellan 9600i e 9900i. I nuovi scanner si prestano in particolar modo per tutti i punti vendita che mettono a disposizione del cliente il self check-out, un’opportunità molto apprezzata, che rende vincente l’esperienza di acquisto, ma che molto spesso dà luogo a errori operativi o anche a tentativi di furto. Questi nuovi prodotti di Datalogic sono dotati di due opzionali telecamere “intelligenti” a colori, che insieme a una tecnologia hardware di apprendimento automatico potenziano al massimo l’intelligenza artificiale, assicurando prestazioni ottimali. In più, sono modulabili e si possono adattare in pochi passaggi per l’utilizzo tradizionale ai banchi cassa. Processori multicolore di ultima generazione consentono di leggere rapidamente i codici 1D e 2D più complessi, in un’area di visione adesso più ampia.

Installare dispositivi che ricambino l’aria negli ambienti chiusi, soprattutto dove c’è un intenso flusso di persone, è diventato fondamentale per la salute delle persone. Con Kit “Vario Co2” Vortice ha progettato un sistema di ventilazione che assicura questo processo, in relazione alla concentrazione di anidride carbonica, rilevata da un apposito sensore. Ogni kit è composto da due aspiratori elicoidali, installabili in corrispondenza di pareti, finestre o vetrine, che si attivano ogni volta che il sensore rileva un tasso di Co2 superiore a quello impostato. I due elementi funzionano in maniera combinata: uno espelle l’aria viziata e potenzialmente infetta, l’altro la reintegra con aria esterna. Il nuovo sistema è ideale per ambienti quali negozi, bar, uffici, aule scolastiche e mense, di volumetria pari a 50, 100 e 350 metri cubi, a seconda del modello. Secondo quanto dichiarato dal produttore, il kit è immaginato per garantire due ricambi completi d’aria all’ora.

Ingenico-Splitit per il Buy-now-pay-later ultra veloce

Ingenico ha stretto un accordo con Splitit, piattaforma di pagamento rateale in white-label, per offrire servizi di Buy now, pay later nei punti cassa fisici in negozio. Questa partnership dovrebbe ovviare a una rigidità che spesso caratterizza il tentativo di pagare a rate nelle casse dei negozi, ossia la necessità di richiedere al consumatore il download di una app, la registrazione, attivare una richiesta e dunque rallentare il processo, a scapito sia dell’esperienza d’acquisto, sia delle celerità delle operazioni in negozio. Splitit promette una soluzione di pagamento incorporata nel flusso di checkout già esistente. In altre parole, ogni consumatore con credito disponibile sulla propria carta di credito, qualunque sia il circuito, è automaticamente pre-qualificato per utilizzare Splitit per il valore del credito già disponibile, senza interessi e senza ulteriori passaggi.

NEWS | Servizi e fornitori pag. 60 | retail&food | Marzo 2023
Da Vortice il ricambio d’aria con sensore Co2

VMware allunga la vita dei Pos al punto vendita

VMware annuncia una nuova soluzione per aiutare i retailer a modernizzare i propri punti vendita. Sviluppata in collaborazione con Stratodesk, la novità serve in primo luogo a estendere il ciclo di vita dei Pos, con un processo di virtualizzazione e con l’aggiunta del supporto multi-cloud. Tecnicamente, si procede con il disaccoppiamento dell’hardware e del software originari, sostituiti con software di virtualizzazione VMware e sistema operativo NoTouch di Stratodesk. I retailer possono applicare patch e aggiornare i sistemi critici, come i controllori di pagamento; le organizzazioni che si occupano di sicurezza possono automatizzare il deployment di patch e aggiornamenti; i rivenditori sono in grado di realizzare uno scenario “Store-In-A-Box” in cui i sistemi hardware e software possono essere preconfigurati, spediti direttamente ai negozi e resi operativi in poche ore, in linea con il resto dell’organizzazione. I team di marketing possono aggiornare più rapidamente le soluzioni per l’analisi dei punti vendita.

Menù e Amazon insieme per un programma fedeltà

Menù, azienda specializzata nella fornitura di prodotti alimentari per l’ho.re.ca, annuncia una innovativa collaborazione con Amazon. Il colosso delle spedizioni entra nel programma fedeltà dell’azienda di Medolla, come fornitore di prodotti e del servizio di logistica. A partire da febbraio, i clienti in Italia di Menù che intendono entrare nel programma fedeltà “Vip” potranno usufruire di una vastissima gamma di prodotti, sia professionali che non, e di un servizio di consegna puntuale e preciso. I prodotti dell’ampio catalogo omaggi fanno parte della selezione di Amazon.it, che si occuperà anche dell’aspetto logistico di consegna. Per partecipare, il cliente, dopo aver aderito al Menù Loyalty Program “Vip Menù”, potrà consultare, tramite l’agente di zona, una piattaforma digitale e scegliere l’omaggio che preferisce. Una volta selezionato, la consegna avverrà secondo gli standard Amazon.

Unox sbarca nel Pontaccio Hub sul residenziale

Unox, società specializzata nella fornitura di forni professionali, dal 2020 è attiva anche del segmento residenziale di lusso. Adesso Unox è approdata nel nuovo Pontaccio Hub, una location inaugurata da poco nel quartiere milanese di Brera. Una sorta di via di mezzo tra un atelier di arredamento e un centro di innovazione dedicato a materiali sostenibili, design d’avanguardia e tecnologia. In particolar modo, a livello di prodotto, questo segnerà la definitiva consacrazione di SuperOven, forno che coniuga la tecnologia da ristorante stellato a un’estetica di primo ordine. Nel nuovo spazio milanese, accanto a Unox troveranno spazio altri brand come Spaghetti Wall e Staygreen Venezia.

NEWS | Servizi e fornitori pag. 61 | retail&food | Marzo 2023

Osservatorio Collaborations e Co-Branding a cura di BRAND JAM

di Paolo Lucci

IKEA e H&M, licensing e co-creazione per elevare la percezione di marca

Brand Jam osserva il mondo delle “collaborations” in licenza e attività di brand extension, sezionando con il suo Osservatorio Collaborations più di 300 casi innovativi ogni trimestre. Nella rubrica di questo numero di Retail & Food, abbiamo selezionato due casi, lanciati in contemporanea da H&M Home e Ikea. Entrambi alla ricerca di qualificazione, innalzano il percepito di marca tramite le collaborazioni con partner esterni, uno tramite licenza, l’altro con la co-creazione.

H&M Home ha lanciato una nuova collezione di accessori per la casa insieme al riferimento mondiale del colore, Pantone. L’obiettivo di questa partnership – in licenza da Pantone Universe - si regge sulla narrazione del potere del colore, riferito non solo al potere di modificare l’aspetto degli ambienti, ma anche di agire sulle emozioni delle persone che li vivono. Due palette di colori, una rilassante, denominata “Calm & Soothing”, l’altra energizzante, “Energy & Joy”, stimolano l’umore tramite collezioni di accessori per la casa. Copricuscini, vasi, vassoi, tavolini, piedistalli decorativi, fino a candele profumate sono le proposte di H&M Home x Pantone per ciascuna palette, tra cui il rosa, l’albicocca e il rosso per Energy & Joy e il pistacchio, il blu medio e il petrolio per Calm & Soothing. Grazie a questa collaborazione, H&M può fregiarsi dell’autorevolezza del brand Pantone, scelto da più di 10 milioni di designer e produttori che si affidano ai suoi prodotti e servizi per definire, comunicare e controllare il colore, dall’ispirazione alla realizzazione.

Con lo stesso spirito, Ikea collabora da tempo nello sviluppo di prodotti innovativi, creati con direttori creativi, designer e brand dall’elevata caratura, per comunicare in maniera fattuale la sua attenzione alla scena del design creativo. Dopo i prodotti creati dal compianto Virgil Abloh di Off-White e le candele Byredo, oggi Ikea propone un viaggio esplorativo tra gli effetti emozionali dell’illuminazione della casa, con un progetto, Varmblixt, nato dalla collaborazione con la designer olandese Sabine Marcelis. La collezione Varmblixt è minimal, ma di carattere: una lampada led dai tubi curvi in vetro bianco smerigliato, uno specchio da parete progettato con un pannello di vetro semitrasparente e una striscia luminosa, e due oggetti d’illuminazione ispirati a un tema ricorrente nell’opera di Marcelis: il “doughnut”. I prodotti hanno il ruolo di dimostrare come una serie di oggetti da “ingegneria della luce”, quando illuminati, possono diventare oggetti scultorei e opere di design quando vengono spenti. Anche in questo caso Ikea vuole elevare la percezione della propria marca tramite un’evoluzione estetica di oggetti quotidiani - dalla semplice funzionalità a esperienza emozionale - con articoli che possono trasformare l’aspetto, la sensazione e l’atmosfera degli ambienti di casa.

Le due collezioni sono ulteriormente valorizzata dalla scarsità, secondo la formula standard di questo genere di collaborazioni: sono edizioni limitate che non verranno riprodotte una volta esaurite.

pag. 62 | retail&food | Marzo 2023

Da Fumara il salmone a cubetti ideale per il pokè

Si presenta in confezioni da 120 grammi di salmone norvegese, affumicato e già porzionato. È la nuova proposta di Fumara, azienda con sede in provincia di Parma, che fa parte della linea firmata Foodlab. Il salmone in questo caso ha una leggera affumicatura della baffa, che garantisce alla texture una maggiore croccantezza rispetto al classico prodotto crudo. Oltre al salmone, questa linea comprende anche fishburger e altri tagli e formati di salmoni (affumicati, al naturale o aromatizzati). La nuova referenza oggi si trova a scaffale nella grande distribuzione.

Caffè Borbone propone la cialda “Light”

Caffè Borbone amplia l’offerta di miscele disponibili in cialde compostabili e presenta Miscela Light, con il 50% in meno di caffeina. Il nuovo prodotto è disponibile in esclusiva nella rete di negozi specializzati e sul sito ufficiale di Caffè Borbone. L’aroma inconfondibile in perfetto equilibrio tra un carattere vigoroso e una squisita dolcezza è assicurato dalla Miscela Blu che, combinata con la Miscela Dek decaffeinata, dà vita a un caffè cremoso e leggero. Le cialde compostabili conferiscono al prodotto un’elevata biodegradabilità e dimostrano come sia possibile concretizzare soluzioni sostenibili senza sacrificare sapore e gusto, mantenendo l’aroma tipico del caffè in un involucro di carta che può essere smaltito.

La Summer color edition per Goldplast

In tempo per la bella stagione, Goldplast presenta la nuova collezione di bicchieri Drink Safe ed entra finalmente nel mondo del colore. Una linea di calici colorati e decorabili, ideali per ogni progetto o evento, che conferisce stile, sicurezza, infrangibilità ed una piacevole sensazione al labbro, garantita dal bordo arrotondato ottenuto grazie ad una tecnologia di produzione brevettata. I bicchieri possono andare in lavastoviglie e riportano il marchio BPA free, ossia sono privi di bisfenolo A, un additivo della plastica che può essere dannoso.

VETRINA
SUMMER COLOR EDITION
RUOTA SVITA BEVI RIAVVITA

VYTA BISTROT

è un’oasi all’interno dell’Aeroporto Marconi di Bologna: un design elegante e accogliente che concilia il gusto e la prelibatezza di piatti sapientemente elaborati, promotori della sana italianità.

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