FIERE
Il messaggio politico di Slow Fish 2021 È urgente approvare la legge SalvaMare, i rifiuti portati a terra dai pescatori non devono essere considerati “speciali”! Questo è il principale appello emerso dai quattro giorni in presenza di Slow Fish, evento dedicato al mare e ai suoi abitanti. A Genova tanta voglia di partecipare e creare nuove relazioni Il Mediterraneo affoga sommerso dai rifiuti, i pescatori (che trovano sempre meno pesci) potrebbero e vorrebbero fare la loro parte ma non possono, perché i rifiuti pescati accidentalmente o generati dall’attività di pesca sono considerati “speciali” e soggetti a una procedura di raccolta e trattamento complessa e onerosa che scoraggerebbe chiunque. Ed è proprio questo l’appello che lancia Slow Food nel giorno di chiusura della decima edizione di Slow Fish, la manifesta-
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zione che dal 1 al 4 luglio ha animato quattro piazze del centro di Genova. «Urge una soluzione immediata al problema e potrebbe essere la tanto attesa Legge SalvaMare, che prevede la possibilità di conferire i rifiuti accidentalmente pescati in mare e i rifiuti volontariamente raccolti in ambiente marino in apposite strutture di raccolta, anche temporanee, allestite in prossimità degli ormeggi» dichiara Marco Dadamo, biologo marino ed esponente dell’advisory board di Slow Fish.
«Gli operatori della piccola pesca, che danno un importante contributo alla sostenibilità del mare, devono essere messi nelle condizioni di poter svolgere il loro già difficile lavoro senza correre il rischio di essere soffocati dai costi e dalla burocrazia. È importante che la nostra classe politica prenda consapevolezza del ruolo strategico della piccola pesca in Italia, in termini di lavoro e ambiente, ma anche per gli aspetti legati alla cultura e alle tradizioni» continua Dadamo.
IL PESCE, 4/21