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a Valdagno era come prima a Vicenza. Nessun problema 50 anni fa nemmeno a Candelo (BI) ad avere rapporti amichevoli con i vicini di origine veneta e buoni con altri veneti, piemontesi, calabresi, ecc.. Anche nel vicino paese, dove tuttora per mesi viviamo, inizialmente era come una volta in un piccolo centro. Sono ventisei appartamenti su tre piani, ripartiti in quattro blocchi con ognuno la sua entrata, la sua scala, la sua cantina ma con cortile e prato comuni. Tra le sei famiglia della mia scala i contatti erano frequenti, ma anche con gli altri condomini erano cordiali, salvo le immancabili eccezioni. Ma di quei condomini siamo ora rimasti solo in pochissimi: la maggioranza sono per me persone sconosciute, comprese due o tre famiglie di cinesi. Anche nella città dove siamo arrivati venti anni fa abbiamo subito familiarizzato con la maggioranza dei condomini, una ventina di famiglie su sei piani. Da giovani credo sia normale fare nuove conoscenze, ma alla mia età è più probabile che vengano a mancare quelle vecchie, a morire. E anche qui dei conoscenti iniziali sono rimasti solo due sposi e non conosco i nuovi arrivati, tranne una famigliola con due bambini e un cane, ma solo di vista, se li vedo insieme e vicino casa. Dal mio pianerottolo si entra in altri due appartamenti: uno è disabitato, nell’altro ogni tanto c’è qualcuno, non so chi. Forse è solo colpa mia o dell’età, ma davvero io non conosco i miei vicini. Forse per molti altri non è così.