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Non necessariamente si nasceva in casa perché non c’erano ospedali: dei miei fratelli minori, uno è nato in un piccolo paese nell’ospedale che non c’è più e l’altro in casa in una città dove l’ospedale c’era e c’è. Ora di regola si nasce in ospedale o clinica, magari in giorni programmati; i primi vicini del neonato non sono fratelli e consanguinei ma estranei multicolori; talvolta il padre è un codice a barre. I miei genitori sono nati in un paese in cui non si nasce più: i bimbi di qualche giorno nati nell’ospedale della vicina città vi immigrano da quel comune. Capisco che alla maggioranza dei neonati non importerà niente risultare nati nel paesello dove abitava la madre, forse non sapranno mai il nome di quel paese e diranno solo di essere nati in Europa o in Italia, sapranno dov’era l’ospedale in cui sono nati perché sarà scritto in qualche posto, un nome di cui i loro nonni forse mai sapranno molto. Ma chi è nato in quel paese, chi ha avuto antenati lì venuti al mondo, vissuti e sepolti magari non gradisce che i suoi figli e nipoti risultino nati nel paese tradizionalmente avverso e compaesani di persone di paesi lontani. Visto che, quando è noto, la denuncia di nascita arriva comunque al Comune di residenza della madre, troverei più giusto indicare quello nei documenti ufficiali. Es. Nati all’ospedale di Vicenza: Luigi Rossi da Caldogno (VI) nato il 20.11.2011 [Vicenza] cf = RSS LGU 11S20 B403N Giovanna Bianchi da Vicenza nato il 21.01.1012 [Vicenza] cf = BNC GNN 12A61 L840X In quel comune il neonato era prima e subito dopo la