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due uomini sulle predelle posteriori o braccio meccanico su un lato: bastava un sacchettino da consegnare al scoa§aro quando suonava la trombetta, ma le strade erano mai ingombre di rifiuti, pulite dal spa§in con la lunga ramazza. Non c’erano oggetti di plastica ma di legno che, una volta inadatti all’uso, finivano nella stua; i vestiti venivano aggiustati, rigirati, passati al fratello minore (c’erano fratelli). Non c’erano rifiuti in giro e non ricordo se si pagava la tassa specifica, ma si poteva raggranellare qualche soldo consegnando giornali e materiale vario a quel tale che, pure su triciclo a pedali, girava per le strade di città e paesi gridando “Strasse, o§i, fero vecio!“. Nessuna emergenza rifiuti. NOTE. Vaca mora= locomotiva delle FTV Stua= stufa, serviva per cucinare e scaldare la stanza Scoasse=spazzatura (da scoa=scopa), rifiuti Scoa§aro=operatore ecologico un tempo detto netturbino, chi raccoglieva le scoa§e Spa§in=operatore ecologico un tempo detto spazzino Minestron=minestra di pasta, fagioli, patate, aromi Stra§e, ossi fero vecio=stracci, ossa, ferro vecchio. Un altro mondo Molti anni fa, quand’ero ragazzino, vivevo in un altro mondo. Non ero mai a casa, o quasi mai, ma mia madre sapeva sempre dove trovarmi, come lo sapevano quasi tutte le nostre madri. Lo sapeva e non mi veniva a cercare, non temeva che usassi droga (nessuno lo faceva), che subissi un incidente d’auto (quasi nessuno l’aveva) o con il motorino