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casa nostra, la faceva tremare, vi entrava col fumo e col rumore, il nostro marciapiedi era la sua banchina. La vedevamo fermarsi e passare: non l’abbiamo mai usata per andare verso Noventa, ma nell’altra direzione - a parte i brevi passaggi de sfroxo – qualche volta sì. Andavamo spesso dai nonni con il treno per Bassano e alla stazione FTV (Ferrovie Tramvie Vicentine) andavamo o a piedi o col “tran co·e tirache”. Le tirache sono le bretelle e il filobus era collegato alla linea elettrica aerea con due aste, due bretelle. La linea 1 da Porta Castello alla Stanga percorreva tutto Corso Palladio e tutta Porta Padova (Contra' e Corso), con fermata a quattro passi da casa nostra, all’andata e al ritorno. Sia la “vacamora” per Bassano che quella per Noventa dopo Santa Croce fermavano a San Bortolo, ma solo pochissime volte siamo scesi o saliti a questa fermata e forse una sola volta abbiamo preso il treno da o per Porta Padova, la fermata davanti casa. L’abbiamo invece usato per andare a Santa Croce a prendere combustibile per casa, non ricordo bene se sacchi di segatura o casate (vinacce pressate). Non ricordo se là c’era una segheria o una distilleria o vendita di combustibili: su quel tragitto non c’erano filobus e in città autobus non c’erano, ma c’era la vacamora. Della stazione FTV davanti al Campo Marzo ricordo che appena finita la guerra era un enorme, alto, freddo salone in cui spiccava una grande figura di diavolo (Super Iride, credo) e che vi si arrivava per una disastrata strada male illuminata, costeggiante lo spazio vuoto dove prima era il distrutto Teatro Verdi. Una sera tardi camminando in