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I datori di lavoro dicevano che le feste erano troppe e sopra tutto che – essendo festività infrasettimanali – inducevano a fare i ponti, specialmente se cadevano di martedì o giovedì. E così si sono messi d’accordo e ne hanno abolite un po’ trasformandole in permessi retribuiti. In altri termini se la festa era per tutti il giovedì, il permesso retribuito sostitutivo di quella festa uno poteva farselo di lunedì o venerdì, ma bisognava chiederlo. Poi alcune feste sono state ripristinate, specialmente se interessavano i romani, prossimi a “colà ove si puote ciò che si vuole”. E così è tornata la Befana. Fra quelle abolite c’è l’Ascensione e la chiesa cattolica italiana, forzando un po’ l’aritmetica, concorda con lo Stato italiano nel dire che 40 giorni dopo una domenica è di nuovo domenica e non più giovedì, anche se le settimane sono rimaste di 7 giorni. Pasqua è Domenica di Pasqua, dopo 8 giorni (7+1 partendo da Pasqua) è Domenica in Albis, dopo 36 giorni (7×5+1) è domenica e dopo 40 Giovedì. Gli svizzeri che sono notoriamente precisi sanno fare il conto e ogni anno quando vedo per le strade liguri tante targhe svizzere in giorno feriale – fuori stagione – so che è l’Ascensione. Quest’anno i 40 giorni dopo Pasqua hanno coinciso col 2 giugno – Anniversario della Repubblica – e non c’erano solo svizzeri. Chissà se nel vicentino all’Ascensione si mangia ancora il cotechino con la lingua, se ancora aℓa Sensa se magna el coe§ìn coℓa lengua”, chissà se al giovedì o alla domenica. Anche il Corpus Domini cadeva sempre di giovedì: il giovedì successivo alla domenica dopo la Pentecoste. La