GIORNALE MEDICO DEl.
R: ESERCITO E DELLA n; AIARINA
Vol. I Anno XXXXIII .
•
VU!iHEIH ~:'ìntCO TrPOGl\AFO DELLI! LL. lUI. IL RK K LA 1\SGINA
-
Roma, 1895
"
CONTRIBUTO ALLA
CHIRURGIA OPERATIVA' del dott. Giorgio Festa. medico di !11 classe neUa R. manna
Nel pubblicare il presente lavoro ho voluto por tare un modesto eontributo al la chirurgia operativa, e riunir e tutti i casi clinicamente piu interessanti che ebbi l'opportunità di studiare e di operare duran te il 1• semestre del mio servizio di sostituto nell'ospedale di Santa Maria della Consolazione. Avendo a tale scopo pmfitLato di un breve periodo d'aspet. tativa accordatomi dal Ministero, sento il dovere d'inset·ire io questo giornale i risultati più impor tan ti che fino ad ora ho ottenuti nel campo della pratica operativa; e in pari tempo son lieto di poter rivolgere uua parola di caldo l'iograziamento all'eg regio prìmario, prof. Emidio Tassi, il quale nelle contingenze più difflcili diresse l'opera mia con sapiente ed amorevole consiglio. Mentre da una parte ho pt·ocurato di Lraltara molto riassuntivamente la storia clioica de' miei operati, accennando soHanto alle manifes tazioni sintomatiche più salrenti in base a cui fu stabilita la diagnosi delle loro infermità, dall' altro ho credulo vantaggioso dilfondermi in moùo speciale nello studjo delle lesioni più g ravi che in Msi ho riscontrato, nelle particolarità dell'atto operativo, e nelle svariate con!liderazioni cui hanno dato luogo i t•isultali otlenuli nei sin· goli casi.
CO\TRIBI.il'O
:-.1 ello ure\'e ~talisliea eli e ora fil propongo di presentare, ho ruccolto: uu caso di fibro-adenoma della tiroide, uno d' igrome omalico della bo1 ~a mucosa prepalellaredestra, un terzo di legatura dell'Iliaca esterna per aneurisma traumatico dell'arteria crurole; 13 casi di ernia inguiuaJe operati col processo di cura radicale d~>l Bassini, 9 laparotomie per ferite penetranti della t•egione addomiusle, e infine alcuni cas1 di fer1le d'arma da fuoco e di altre lesioni traumatiche per cui fu necesl'ario uno ~peciale intervento chirurgico. La slerihuat.ione dei ferri, •lelle medicature e dai fili da sutura fu sempre eseguita col s1stema piu ~emplice, facendoli bollire pet• IO minuti prim1 m acqua di l'onte, e i r·1sullall ottenuti furono cosh~nlernenle soddisfacenli, imperocché, all'iufuor·1 di un caso di er·n•a lnguinale diretta bilaterale, i11 cui, al -~· g iorno dall'operazione, si s tabilì un'infiltrazione suppurativa piuttosto diffusa, e di un ca;;o di resezlone dell'amaro, itt cui eblJe luogo una limitata infe~ion e rlel conneLLivo sotLoculaneo, luLLi gli altri operati guaril'ODO per rrirna intenzione, e fra questi, alcuni soltanto presentarono una lieve reazione {logisticR intorno a uno o due punli di sutol'a. Come rnez.zo di disinfezione bo usato quasi esclusivamente una l'IOiur.ione molto alluugata Ji deulocJoru1'0 di moJ·· curio {0,20-0,:JO p. 1000), spel'lso mi son set·vito di SCIIa acqua di fonte bolht.a, pet·b sempre ho cercato ùi evitare le solu:tioni anlisPtliche troppo concenlrale (Hg Cl' l t/'1.-2 p. 1000), giacchè a me sembra che •ruesle esercitino un'azione cos1 potentemente irrilanle su1 t,es~:;uti. che, alterandone forse la funzioualil-8 e l'mtima costituzione, impediscono che il proces"'O cicatriziale s i svolga colla necessaria rapidità. Mal#!rado poi abbia sempre posto la massima cura nel preparare 11 materiale d'operazione, pu re. nel rimuovere la pr imr medicatura, io i.ttluni de'miei 9perati mi é accaduto Ji osservare che?, mentre era avvenuta l'adesione pe1·felta e regolare det mat·gini della rerita, attraverso il tt·am1t~ di alcuni punti di sutu ra si era formata una ROcciolina di pu8.: detersa la parte e tolti i Oli, la cicatr-izzazione aveva luogo rapidamente." Di <JUesto fatto, che talvolta interviene ancho quando si sieno usati tulli i mezzi per r endere scrupolosamente asettica la regione su
\
ALLA CHIRUl\GlA OI'SR \ TI V.'"
\
5
cui si deve operare, il pror. Durante dà una spiegazione mollo persuasiva , facendo rilevare che ne~li sbocrhi delle gla ndole cutanee stanno coslant.ernenle lllnidtalr, ed in gran di<~sima copia, i J:termi della !'luppurazione, f(er•mi che, quand(l incontrino un terr eno adatto ul loro svrluppo, vi att"rchi!>.C<'Ino e rapidamente !ti moltiplicano: è pert!if• rha nella !:ulura cutanea egli preferisce servw~i dei flli d'argento o dr !16l8, a preferenza di quelli di catgut, t:tiaccM quP"li, malg rado pos..ano !!"l'ere perfeU.amenl'=l !'>lerilizzatr , pUI'P., per l e pr opr iol& mtrinseclte alla lorv natur11, olTrona all'demeuto inìt!Uivo condizioni favorevoli di vita e di sviluppo. Que«la ipote<~i, che è staln oggi drmostrala in modo evicl~>nle dai ltwori !lporiment<~li del doll. Farina (1), rendP.rt•l>he racile la l'lpiegazioue dell'oriJ:tine di tali asce~qolini; <> infalli, quando l'asep<1i della rt>~ione su cui si opera fu curala col rnnsqimo scr upolo, e quando per la «utura dello pelle SI t' VIli l'u o dei tllì tli ral~t, é ben dillicile che ìl proce.,so di cicatrice non proceda colla più soùùisracente regolar•tA.
( li G. P4111114 . - La settfe1t. tlclla pellt dOJIO la dhiofuiune. E1tratlo dal Pokclnt lco, ,·ol. l, C. o. fasr. 5, t~•-
6
CONTRIBUTO
l.
Fibro- adenoma del lobo des tro della 5laadola tiroide. - E•tlrpaaloae.
Giuseppe E.. di ann1 26, bracciante. natiYO di Scrofano. è ri1:overnto oell'ospedalo il 21. nprile, per esser·vi curato di un tumore della regione rervicule. L'inf!'rmo ha un'ottusitit dJ mente cosi pronunziata, elle ci è diOicìle raccogliei'O un•aoamuesi déttn~liata e completa. ~essu no de'suoi parenti e antenati ha mai sofferto di ma· lattie cougeoer·i alla sua: egli $LesM ~oùè sempre buona sal ure fino a l t aoui. ma in quest'epot·a, secondo egli nfrerma, per J'ahiluùine di po11are •IPi gro:;SI pesi sul cupo, com t nciò o.ù apparfrgli nella re~ ione luler·ale cles tra del collo, allato ùelln trachea e in prossimità della cartillagino riroide, un tumorello duro. mob1lissimu rhe andò prl.lgressivamente crescendo. e elle ttttnalmente misur·n lu grandezza di una arancia. All'esame ohhieuivo il tumore si presenta sul margme antt>riore dello sterno cleitio-masloideo. circa nf'l suo mezzo; è mobilissimo. e non alT:lllo nderente ai tes,u ti ~he gli "ovrast.lll no; ha una fotma perfellameute srerica, ~rantl•• ljU31llO un 'arancia. duro, dt consisten1.a elastica e J;Ollilmente bPrnoccolulo alla sua supet·Hcie. Non offr·e pui~<IZioot, se~ue i mo' irnenli ùi deglutizione, e la. p~ll e chr lo riropre non presenta alterazionì di ~orta. La sutt pr~senzn ind uce leggen fenomeni di comp re-;~io ne :-u lla Lracher1 e ~ul fascio nen eo-vascolnr•e corrispondente.
;:;
e
.. ......... ~
t
.....
.::
fi6ro -..atlenol1)a della slandole ltrolde
.;:--
Zon• p•r.fenca lperpl.tsta tle9!t ~lemenf, cellu/8ri .;
Zons
c~
/r~/r
lpr:rp!tw.; del lts~ulo f',6roso
ALLA ClilRURGlA OI'ERAIIVA
7
Operazione. - Il giorno 2 maggio procedo all'eslirpnzione del tumore, che riesco ad enucleare senza grande difficoltà. La capsula involgerlte. essendo ricca di una rete vascolare sviluppaLissima, mi obbliga acl allacciature molleplici: lego anche la liroidea superiore ed inferiore, e, trovando molto Jarfi:o il peàuncolo che l'unisce aJI'istmo della glandola, pror cedo alla legatura mullipln di questo, attraversandolo con fil i da sutu1·a. L'emostasi è completa, l'infermo non ba perduto cbe poche stilla di sangue, sicché riunisco per !;trati i tessuti iocis1, ed . applieo una buona medicatura. Noi giorni che seguono all'operazione l' infermo è sempre apirettico, mal~r&.do dnrante la narcosi cloroformica abbia presentato sintomi d'asfissia ell e ci hanno obbligato alla respirazione artiticiale e alle iniezioni eccitanti. L ' 8 maggio tolgo la medìcatura e i punti , essendo avvenuta un;.t riunione perfella, e il ·12 gli permelto di tornare alle sue occupazioni. Nell'operare qtLesL'infermo non mi sono punto preoccupato dei pericoli dellc1 cachessia strumipriva, imperocchè, malgrado tut.to il louo destro ed in gran parte aocbe l'istmo della ~!l an dola fossero invasi dagli elementi del neoph1sma, pure il lobo sinistro, sebbene atroGco ft schiacciato: conservava tuttora integra la sua funzione. All'esame macroscopico il tumore si presema costituito da una massa glohosa, compatta, lievemente bitorzoluta e solcata da grossi vasi alla superficie. Praticandovi un taglio luogo l'asse maggiore vi sì scorge una porzione periferica ed una centrale: la prima ha nppena nno !!pessore di 5 millimetri, e rassomiglia molto pel colorito e per la consistenza alla glandola normale, la seconda è costituita da un tessuto connettivo libroso, irl'egolarmente disposto , in mezzo a cui stanno delle piccole lacune contenenti una so-
CONTRIBUTO
stanza viscida o colloidf' . .M icroscopi.::amente poi la porzione corlicale pre~entn evidentissima un'iperplasia del tessuto adenoide, mentre In pute centt•aie è costituita prevalentemente Ila fasci di tessuto fib roso che s'iotrerciano in ùit"erse ùìreziont, impigliando qua e la elementi cellulosi giovani, il co1 carattere non appare troppo ben delìnit•). e circoscmendo in dtver.;i punti degli spazi lacunari non comunicanti fra loro. (\ edi tav.).
Jaroma ematleo della borsa mueo•a p...epatellare
deNtra. - Ennelenzlooe.
Domenico Ll. , di anni ~7. contadino, nati\O di Piscino(), •! ricoverato nel nostro ospedale il 4 setlembre, per esservi cu.rato di un \'oluminoso tumore che presenta nella regione anteriore del ~i noce hio destro. T dati anamnestici che da lui ci rengono rorniti sono abuaslanza precisi per. staLu lire il modo con cui si sviluppò la sua mnlauia; il mesuere che egli esercita non lo ha mai obbli~alo a rimanere pe•· lungo tempo coi ginocchi in lerra. però fu ripetutnmente esposto all'azione di cause meccaniche e irritative locali. Cirt.:a 8 anni fa. cominciò ad nnet·lire la presenza di una tumefazione neJia regione anteriore del ~iooccbio destro, tumefazione che nei primi tempi non ~li ha mai recatu gravi di:.Lurbi alla deambulazione, e che andò pr·o~ressiramente l'Cmpre rrescendo Da due anni a quesca parle pel'l) l'aumento di volume è :;tato cosi rapido cbe or a ha raggiuoto la gra.ndei'.za di una testa di neonato. non gli permelle più dt camminare Jiberametlle ed. in certo modo , impedisce anche la completa estensione dell'arto. All 'esame ohhiettivo si dl~m nella regione anter ionl ùel
.\LLA CHIRURGI.\ OPERAI'l VA
giMct~hio
ùestro una i n tnme~cenza molto volumino:;a, di forma ovoidale. coll'asse parallelo alla direzione dell'arto, è mobile in lutti i sensi: i tessuti r:he In r1coprono, benchè a~soui~liati, sono normali e non tonlraggono 3der-enze colla sua superficie: è tevi~ata e perfeHameote un ìfor·me, llutlunnte e a pareti molto d1stese: non hn trasparf\ozn, nè prescllliL alcuna comunicazione colla ravitir arlirolal't>. Opt'Ta-:ione. - 11 ~ioruo i. ùopo ave1· preparato convenientemente 1'iofe1 mo, procedo all'enucleazione del tumore: .-ircoscrivo dapprima nn lembo eli,.,~oide dellll pelle. indi In disseco all'intorno. lino ai margini della rotula: qut la dissezione si rende più Jahorio:-a per le nderenze che il tumor·o conlme colla capsula articolare, però. superato qnest'ostncolo, l'enucleazione è compiuta. Lnvo e disin fetto ne· curn.lamenLe la pnt·Le, regolarizzo i m;11·gini deJJn pelle, e Il riunisco per pritna. Applico una hnona medicatura, eù immobilizzo l'arto con una stecca del Mace'H~ n . Nej giorni successh·i all'operazione le cosi' pr·orerlono co11i regolarmente che la termoli'(encsi non snl>i~ce la benchr miuima alterazione: al settimo giorno tolgo la medicatura e ì punti. essendo avvenuta uno riunione perfetta, però continuo per qu,th:be tempo a tenere imrnouilizzata la parle, onde evitare il pericolo elle i margini rlella cicatrice. troppo r·eceote, possano allontanarsi. Jl '2~ seuemhre l'infermo ò licenziato dall'o:~pedu l e. Esaminato il tumore, presenta una parete che anleriOrmenu~ é assai assolli~liata, mentre nella pa1•te clte l'univa alla caps1rla a1·ticolare ed alla I'Otula {.1 notevolmente i"pes· sila. ed io taluni punli addirittura cartilla;.tioea. Incisa, perrnelle la fuoriuscita di nna quaotitit abbondantissima di un liquido denso, rosso-bruno, in cui nuotano dei coaguli mollo consistenti e del granuli di apparenza terrosa. Al-
IO
CUI'iiBIIIUTO
l'interno però non vi ~ :~ l enna traccia di quei s~lli lonf:ti · tudinali, di cui parla Albert, (l ) che la div1dano tn compartimenti, e che. meotrP, secondo il suo giusto modo di vedere, uon sar·euhero nella piìt gran parte dei ca i che una proliferazione 1lella pareto, stanùo all'o,,enazione di l!'roriep, costituirebbero una \era e propria div1s1one di ùue igromi prepatellari "' rloppati l'uno vicino all'altro.
A.oeurls01a traumatic o • purle d e ll' a rteri a eraralr •lnlwtra. -
Le,.atura d e ll'Iliaca e 8(r rna . -
""n•t•uCaz lonc d e l 3 n Inferiore d e lla e o •cl a ~ol proee1uo GriUl .
Politori Eo~enio, di anni W. n::.ti\'0 tli 1\occa dr Papa. è condouo all'ospedale il maltrno del :; ago~to per noa le-
;.;iooe nolenta della t'oscia sini tra. Datran:unnesi ··he ~gli c1 ha fornito abbiamo potuto rilevare t'hl' il iti luglio, c1oè a dire t O ~iorni prtma .clte io lo ''isilassi, fu ferilo da nn rolpo di lrtnc<'ILO nella regione antero-taterale esterna di'Ila cosda -.ioi~tra. H.rtla ferrla, molto profomlu. t>ltiH• luogo un'emorragia abiJondanLe e cont111ua che 11 chirurgo tlel pa~'e riuscì .. frenart> ,-oltanto con nn 'energira cnmpre,;$ÌO tle. però, dopo alcuo1 ~iorni, nel rimuovere lu meùic·atora. si ll\'Vide che oelln regione crurale. f' preds .• mente nl diso lio del pont o tli Poupart, esistovu utl tumore percettiuilt• anche alla VIsta, compres;1hile, e pulsante: si tmtt:na ~en za dubbio di un nneuri--mn traumal1Co sp111·io, con•.-.·utivo a Jest"ne dell'arh·r1a crurale. perciò l'inviò .ti no~lro o"wùnle. onde fo,.se nssoggeltalo nlia cura più conveniente. (Il ALhERT. -
Cllit·urqlt rlmiqut• ti !led. ()ptral., lom. 3, pasr. '!18
·" I.A CU I Rl'llt:IA OPt:R \li\"A
lt
E :srtmr. obbiettirv . - L'infermo i· profoodamentt' anemico) ba .;colorate le- mucose, il polso i' dellohssimo e fretJuente,
e accusa un senso di bruciore in corrispontlenz:l della ferita. On qualche giorno la sua lcrmoJ(enesi si eleva ad un grado ahbastnnzn elevato, e 0(\l momenlo in cui i• ricevuto nell'ospedale ra~giUnge i 39° C. Esaminando la regcone colpcta) vi si osserva un'intumellcenza pinttuc;to diiTusa. che non i eleYa di troppo sul hvello normale clelle parti. Questo !muore si lascca comprimere e ridurre, ed oU're nl t.atto e alla vista una pul,azione con carauere nellamente espansivo: alla palpazcune ~ all'uscoltat.cono fa perceprre nn rumore di «oflìo rnde, a~pro, che si e-tendo aodre ,tf di sopr.t dell'arcata crurale. Operu.;iun~'. l'enemlo conto dello sfato generalo dell'i nfermo, o tiel pericolo ~ra\ i"simo in cui potreuhe incorrec·e per un 'emorra~ia secondaria, elle difficilmente potrebbe evi tursi rimuo\ endo In rl'letli,·;tturn. tro,·o necl·~~ariu d i pratica n~ la legatura <lei l'iliaca esterna corri..,pondeote. ~el ;,-iorrro ~tes"o 111 cui l'infermo l' rkoverato nell'o~pednle, lo ·ottopon:ro all'atto operatn-o, scegliendo il processo di M. Du\'al: prt>parato convencentcmenle e clot·oformtzzato. traccio no'inciscone cutanea che, parleodo a due dcta inden tro e un dito in.-opra ùell.t .;pina ihaea an11•rior superiore. ùcsct>nda, con un ùecorg,, le~~ermente com·e,;so in has o ed in fuort, verso ìl ponte di Pouparl. e ~i arresti ad no cernuuetro tn fuorc del suo rentro . Parallelamente all'asse della fenln. cutanea cnctdo la rascia super·ficiale, l'aponeno...i dell'obliquo esterno ~ gli strati muscolari ~ùl tost.lnti, fino alla fascia tra.-;\'ersale. Qut giunto, la mcido per· tn t1:1 1\·~ten.,ione della ferct.l, e comincio a dc,laCl'arla tlal pernonao; però, in uu punto in rui L":li c mollo aderente. uvvicme in questo unn pcccola lncerazioM d.e mi
1':!
ohhliea a pa,.san i on lì lo da ~utut·a: raf!~Ìoogo rapidamente il margine ùello p::oa ·• isolo l'arteria, allontanando il nN' o J(entto-crurale che 1'1crotnpn)..rna. vi Pll"!IO ,jl t.ltsotto un filo per me1.zo di un ago dt Ucr.h.11nps. e la le~o. \ IJUeslo JHIIILO un assistente esnmtna il tnmore aneurismatico le t' UÌ pulsnzioui sono completamente sop prc.;~e. Riuni.;co allora 1 trssuli per strati succe:;st\ i, c>Ù ;~pp l ico una huoua medica tora. Tolta la medi ·atura della le--ione ripot·tnt.a ùall' in fermo nella re :rione esterna •ldln cosl'ia. ne esce una Illi :lOti t :, ahbourl:lllto di 3-1rumi san!!ni~ni: m•·llico anche qnesla, !asciandola aperta. ond(l ftn'OI'Ìt'e l'eliminoziope del ~ao~ue dfuso che ancora vi :;i trova. (i ll!fOsto. Le contltziorri ~Pne rali dell'infermo sono ootovol mente migltoratA, prrù ncctha un sen~o di dolore nella regione poplitea dell'arto malato. dolore rhe s1 e~acerha e tlivie11e iusopporlahile alln pnlpntìone. 7 a!f0$10. - Lrt tMmogt!ne.. i dell'infermo e torrlata nd uno stato pre~,ochè normale. il pol"o é più pieno e meno fre•ptente, però peN:.te il dolore del giorno precedente•. Ordtno nn'.tlimentazione auhonùante ,, ruso moderato tb culTi• e ··ognac. ~ a!Josto. - La temperatura Ì) uormnle, J'infer·mo =>rnut re volcn tiort, è sc.o mpa r~o 111 grnn parte il pal lore delle muco:.e . L'at•to mah\lo, mnlgmrlo l'appltcnzione continua d1 t.otti~lie ~~ulrle, l' sempre freddo, sperialmente in corris.pondt>nt.n delle falangi del ptede: :;ul ùur"o tli que..to e nella re;zione anteriore della gam Ila ~ ...i stono t! elle cui azze rosee circos-:riue. 9 ngMlf1. - Le clai::ne ootnle nel giorno prer.edt•Olr si sono dttru~e. non -.orl>assa no però i limiti dell'arttcoln:lione del ~inocchi o: la temperntUI'II dell'arto è relativameute r·rnl-
Af.LA CHIItof\GlA OPI'RAI IVA
13
zala. però le estremità delle dita sono an··or-.t freddis ime, dolenti ed Immobili. mal,:rado la ,•olontil dell'infermo . Applico uu sottil e impacco di sublimato. allìne di prevenire un'infezione locale, e conLinuo l'uso delle bottiglie calde. IO agosto. - Persistono le condizioni del giorno precedente; il pt·ocesso cnngrenoso sem1J1·a rimanere circoscritto e superficiale. Il rtgnçto . - Tolgo i punti dPIIn ferita faua per praticare la le).f:ttnl·a del vaso: vi è uno leggera e :;uperlkiale infe1.ione, causala dall'mfiltrazione rli unno nelle medicature. che non :>i polè evitare. Nei ).!iorni ~uccessivi le condizioni locali dell'infermo s1 mnntengono le stesse, il proces!'O cnngrenoso e asettico e profondo. ma sempre ci rcoscn tto ai 2 te1•zi inferiori della gamlw : continuo le applicazioni ctdde, e utLendo qualche giorno nucor·n, prima Ji protedere all'umputuzioue, li '30 agostol t:ioè a d tre l :)gioroì dopo la legatura tlell'nrterìa, l~ temperatura comi n ~,;ia nuovamente ad a-scendere, sicchl>, $enza atteodt~!'e che il processo !lnngreuoso SI delimiti ulteriormente. a fine di evitare i pericoli di una f,trava infezione, risolvo di pr:~ticnre l'ampulnzione della coscia col processo Grilli. l i 2~ opero l'infermo, ed o:.ser·vo che la elevazione di temperalu r·a cede immecliatnn'lente dopo l'nllo operatho. Le sue co ndizioni genera li >'anno pro~ ressi va mente migliorando, "dopo pochi giorni è in piena coovalescenzn.
Uopo aver così ~ucciotamen le clescl'Ìlto il metodo clte ho don1to se~ uire nella cul'a di questo iufermo, credo utile rilevaro che nei cnsi d'aneuri:-:mt 1rauma:ici, quando lo sLato dell'indi,·iduo non sia cosi grave da imporre senz.'allro un intervento chirurgico immediato, è prudente auendere pil'r che si può prima di procerlere alla legatura del vaso: in
CONTRIBUTO
tal modo si ha tempo di rein te~ra re la massa ~nngu i~oa impoverita dall'emormgia che l' infermo può aver sofferto, e di farle riacquistare quell'~oergin im pulsiva che è necc:;snria. onde attivare In circolazione collaterale. che dovrà çoi nutrire le regioni souostantt alla parte ferita. Negli aneul'ismi 'lpoutanei si staiJilisce lentamente e progre.~si ramenle l'ostacolo rircolatorio uei ram1 periferici del vas1.1 dilatato, e con pari lentezza e prog1·ess1one si va ristabil endo il circolo collateral<', a fine rli portare gli elementi nutriLizi alle parti che dnlla v1a principale ne vengono man mano private; quindi e che, quando in questi rasi -j procede alla legaturo del vaso, le condiwmi circolatorie souo gia così bene compensate, che r1illicilrnente ne :;eguooo alterazioni l{ravi. E n qnesto propostto rttmmento d"aver ns~istito il mio egregio primario. prof. Tassi, nella legatura dell'iliaca esterna, per aneurisma :.pontaneo dell'artel"in. crurale, in un soggello nel quale, dopo l'allo operativo, non si ebbe neppure la piu lieve diminuzione di temperatura nell'arto corrispondenti'. ~ el nostro infermo non era certo ti caso di procrastinare, imperocchè, meotro da una parte lo stato iperpiretico in cui ci si pre·entò accennan ad una probabile nlt.erazione del sangue elfu:;o tra le masse mu~colnri della coscta, dal l'altra ci s'imponeva l'intervento •mmediato per scon!\'iurare il pericolo 1mm•nente di un'emorngia che. 10 un or~ani smo già co ·i profonrlamente esaurito, avrebhe avut!l effetti senza dobbio peroic10si.
ALLA CHIRURGIA OPXRATIVA
15
IL
Filippo B., di anni 31,manuale, nativo d1 Arsoli, è ricevuto nell'ospedale il 6 aprile pe1· essere assoggellnlo alla cura ra~ <licale dell'ernia inguioale col processo del prof. Bnssmi. Dall'anamnesi raccolt..'l non rìsulta nuJia che abbia rapporto colla presente infermità. Egli narra di non aver mai soffer to altre malattie che lievi catarri gastro-intestintlli; nell' il dicembre 1893, mentre recava sulle spalle nn gro:.so peso, provò come un senso di scricchio lìo nelln re~ione in~o;uinale destra, a cni seguì un dolore sordo e cosi intenso, che l'obbligò a deporre il peso di cui si era caricato le spalle: portando la mano nell'inguine, avvertì la presenza di un tnmorello allungato, molle, che pl'ima non aveva, e che fino ad og~i gli ha recato soltanto dei lie\·i disturbi, consistenti sopratuLLo in nn senso ùi pesante~za corrispondente alla parte roalat.a, senso che si rendeva più molesto nei ~iorni in cui minacciava un 'alternzione barometric(l, e cbe gl'impediva di nttendere alle sue occupar.ioni. Operazione. - Il giorno 8 aprile, dopo aver somministrato un purgante salino e l'allo ese,guire all'infe1·mo oo enteroclisma, procedo all'operazione radica le. Nessun incidente ha. luogo durante l'atto operativo: disseco il sacco con e'trema facilità, non essendovi alcun'aderenz.n cogli elementi del fu nicolo, spermnlico, lo lego al 'ÌUO peduncolo, Mlraversandolo con ILO lilo di seta n. ~. lo recido e ne affondo il moncone.
CII:\TIIIIIUTO
Taglio allora la fa.;ch del Cooper parallelamente all'a .;e dPIIa ferita cutanea, e, lli-.taccatala dal tessuto adiposu pre> pertloneale, la sntnro. in!lieme al m:11·gine del retto addominale al lahro Interno del ponte di Poupart. R1co~utuito in tal modo il pmno posteriore del canale in-tnioale. vi adagio gh clementi tlel runH:olo spemmtico, risrahili.sco l'inte~ritll •lell'apone' ro ...i ùell'obliqoo ~terno . e riuoi:;eo ron sutura a .. opragitto le labbra reci~e della fascm "uperlìcial e e della pelle. Esegu1111. ttiHl huonu medicatura. e risTe;,:liat() l'mfermo, gli sommini•tro nna pu·cnla do~ di opio. 011tle calmare la peristabi intestinale. Durnnle i primi 6 ;,:torni nessun'alterazione nella termo~enesi. Fai:"CIO pur~are l'infermo con 2:.> ~r. di solfato di soda . .\1 i 0 giorno rimuovo In medicatura, e, trovando ben cir·1triunta lu feritu, tolgo 1 punti. 11 Hl aprile l'infe1·mo ahbandonn t'ospeclale t'Oillf.lll'tamente guarito.
F. Giuliano, marinaio~ di noni S.9, uativo di C:lo;.tilllamm:u e viene accollo nel nostro osped~le il i aprile. per e...,~r~. sottopo~to alla cum r.tdicale dell'ernia. J.'untca rual:tttia •li cni ha 'offerto m 'ila .-ua fu un'inft>ZIOne blenorragica. \ ll'eti1 d1 3;; anni. mentre era alla pesca dei tonni, volle cln solo Lit•nre un'ancora pesant1ss1mu, e nella violenza lielt.> srorw senti come se la parte infcrioro della parete aclùommale CI'Cle:s:se. Sul momento non Yi prestò attenzione, ma dopo R giot·ni aV\·erti nJ,:Ii inguini un senso d1 prur1to tloloro,;o e, toccandusi. si accorse dell'esistenza di due piccoli tumoreui che nella stazione orizzontale seompa-
ALL.\ CBJRIJBGTA OPRJI!\TI\'\
li
rivano. t11mori molli, indolenti. e dei quali il destro andò acquistando proporziOni sempre piil rimnuhevuli, rn~ntre il sinistro rimn:;e stnzionario. Per ronsi~Jìo tli un medicn applicò il eiolo bilaterale. Dopo d'allora ha soiTerto d1 qunullo in tJuando dei li e' 1 disturbi nell.1 defec:~zione, non ma1 purù unn vera ~ta'-i fecale. o,,rrrt:iont>. - Trovo inutile procc•lerfl ad un'uper:tt.ioue rudkale dal lntn tle~tro, e,,enùovi una pura e :-.r.mplke JlrOlruc;ioni" cl t> l pt>rttoneu per ~linnra mento !lt>IJ'Ol'i ti d n i nterno del ranale inguinale. 1'0n n•Nllti:.!linmento ed alrulìa pronunzt:Hi!<simn dei p1ani muscolari. scnz.t che per altro vi s1a formazione di un proprio e vero snrco ern1arin di~centlente lnngo il canale. Perciò mi limito, pel•uomento, nù opernrr n sinistm, seguendo sempre il metodo del Bnss1ni. li 1:l up1·ile, dnpo In solita preparazione dell'inl'ormo, lo soltoponi-(O nll'ltlto operativo: lun ~a e laboriosa riesce la dissezione del sacro Jlt'l' le rnòllepliei aderenze da es·o contratte cogli elementi del fu ni· colo spermatico. Il suo colleuo è ctrcondato da un lipoma cnp•·ulat·e abhn-tnnza \'Oiuminoso, Il crema"tere è multo :;vi· luppato, e notevolmente ispe.ssita t· In vngmale cumune, coSICChì• è necessnrio esciderne unn huonn porzione. 1\Jcoblitoita la parete po~terinre del rnnale pt·ocedo agli all1·t temp1 dell'atto operativo. ~e~ oendo le norme ~eueralt. li J!iorno 18 rimuovo la medicatura. e trovo una legJ,:era infiltrazione nE'l bordo :;uperiore dt•lla rt•riln CUllllCI\ mi astenni dal rimuo,erla lìno a qnesto momento, nonostante In lieve ipertermia giornal iera che l' infl'rmo pre..entnva {:liu .8-38 C.). s1curo che 11uesta del\ e'se allr1buir:'i al nas· sorlumento ùe1 transuJati e al tn111mn operat1vo, antichi· ad inre~ione. ToiJ.:o nua parte dei punll, e rivel-!go 1'111fernw ùopo f. giorn1: trovando perfellamente detersa lu linea di 1\Uturn, levo i pu nti rimanenti, ed nvplico In solita metlicatura. 2
t~
CCii\fHIIJIJ1tl
l'rallnnto •lelobo o~,;ervar·e che, immediatamente tlopo l'opu · r..tzionc, :;i r·accltl,;e nella Yaginale comune un abbonùnnte versarnento che ora. coll'uso del ghi:,r.cio e dei mezzi compre:o 1\1, ~ i o ;!rnn parte raai;.;orl.uto. Il ~O l'infermo rtpreode le "-IlO allitnali occu pazioni.
T. Auguste•, itnpie;.:a to, d1 aoni 3ì, nali\'O di Osimo. entra IO C[lle:.t'o;.pedale il 3 ma~gtO per eS~('r curalO tlr ern1a 10-
guioalo. ~ulla risulta dai dati anamn~Lid che pos~IL ~piegare una predrspos1Lione ereditaria della malatll:t da rut c pre,;entemenLe niTetto. ,\ 17 urlnt. :;t~nzn alcuna causa che egli pos·m ricordar•• s'anide che la mPl<t <:mi-.tra dello :;eroto era aumentata di rolume per la presenz,, di un tumore molle che nf'lla stazionn omzontnle sromparint. e tornn\'a. poi so tto ltmpulso della tu:; ·c Per consi!liu Ili nn <:an t'l rio applicò il cinto, ma a 20 anni dovelle prestare :-;ervtzto milttarP. non e,;,;enrlo in lui stata nconosciutn la malattia, 1.' .;Jrlise l'n.,o ,Jel rinLo. lnfaui il tumore che o;.:li ~weYa nolato nello scroto non si riprodu--~e più lino ali età di :JU nnn1. epoca in cui fu uuoYa· mente nhbliHato ad applicar~ ìl cinto. Ot>trll.:imu. ommtnilltt"<tto all'infermo il solito pur:!:lllte -.alino che so;.:ltamo prt'Sl'riV't>re prima di prncedrre aJI'OperaZÌOriC radicale deiJ'ern·a. e fallO llll clistere di .ICqlLa tepida e leg~ennenl~ salata, Cl accingi.uno il ~iol'lro 4. runJ.{;.ttO all'atto operattvo. Tutto pro ·ede regolarmente: ancht~ h dis~PJ.ione tlel snc·co, che ha pareti !>Otlrlissirue e facilmente lacerallili, sr ,·urnpie
\1.1 \ ClllRl RGI \ Or BR.\ TI\'\
Hl
tenta inridenti: in corr i-,Jurntlenz.l ciel oo colleuo e,.,i Le un piccolo li[IOtna l!.• pgnlare elle nlluramo cura di asportare: eseguiamo la coslllnt.illne ùel nuovo piano poslPriore, sccomlo il c:istE'ma Ò1 Ba,.,in •, e riun1amo i :e--suli per strali. Nt•i gio1 n1 rnn,t•cuLivi all'operazrnne le co~e proredooo $cuhJi,.facrrw•menle. di ;.:ui~a t•he solo al / 0 !.!le rno, rioè nell' li IIIII,!.(J.!ill. rimuovo h medrt•atur·a ppr· lochel't' 1 puntr: os~eno una lim ir•llr sima mlìllr.lt.ronP .siP-rO .sao;.:ui;.!llll nella parte superiore cler horclr della fe rii:\. l\innoro In ureditaLura . Il 16 l'infermo C!>Ce Jall'o,..petlnle completnmente guarilo.
IErnl.- lncohto-~o«~ rotale destra.
\1.. ... \ ntonJO. di anni :n. romano, c\ ricoverato nell'·,~ped a le il 24 aprile pt•r ferite •la laAJ;o (r:boio) multiple della re;.: CUli' noteliore e latt•rale ... ioi,;tra del t•ollo. (;u rtto di 'Jllt.',l!'. rnchlra deshlt•rio di :;ortopor~i alla cura radieaÌP 1li un'pruin eire porta gii1 da i>O nunr 1.' 1'1\ia rhe nnn glt lta mai l' rucurato oot~ v u l i cllsllll bi in 111110 quPstu pl'riodo tli tf'mpo, ad eccezioni'! tli dolori. or m•·II«J or più tnlc•nsi. clw s'im1•iia"ano lnngu la rrf(ione lom"are llPi .ciorni di c.llrÌ\o l~mpo. I l 1nmo1e o··cupa lil re~tlllll' 111ROÌnu ~Cl Olttle df>,tra, pÌUllCI'-lO voluminu:>o, e !ii l'idut•e t.on faciliti• Op,.m :itml'. - Il G magg10, dopo n ver~ li souwli ni,Lralo un por::;wt•· saltuo e l 1111 hu"n dn;Lerc tepido '·'Jlonall'. prnce lu ll'auo operalÌ\'tl. r lte r j, ,,.e moll11 l1horio,;u, .. ja P"r l:t "P""'Jua dt>lle pareti nd•lnrninalr e per In loro ah· bonJ;tnt .. ,,,.,r tiMiuat.ron ... sia p 1 le aderenze tnl1me dte il ~:LCCO l.'n OII'nG c•oglt elumen11 1i1•l rttnicolo spermnlii'O 8
e
20 CO.'\TRIDUTO colla va;?inaiP.. Il succo ste,so '\ circondato da uno o;trnto l>pessissuno di te:-.. uto adipo..o e. nella sua interna superfice, presenta una ltmitala aderenza del granùe epiploon: distaccata •tue~tn. e t·iùouo il 'ascea·p, le::ro il sacco Hl corrasponùenzn tlt>l ~no colletto, lo e.,;;cido, e ne affondo il pedoncolo. 1\itmi~co. secundo le norme generali dellate dal 8assini. l.t parete posteriore del canale inguinale, :-ntoro, al di sopra del cordone speamatieo. i lallltri <lt>ll'nponeHo'i tlell'ollliflUO esterno, e riunisco pea· prima i tessuti soprastanli. Le corHltl.iont tlell'inrermo, uopo l'operazione, si conservano sempre molto huoue, ~ollanlo nei prami );ionu acrusa un inten .. o doloa·e nella n•gione lomhare, e presenta nn le~giero ~r.11lo d'illero, dipend.;nte forse dall'azione troppo JWO iun ~ntn della nnt·eosi clorof•H·micn. Tutto ciò però no D è aceompagnato cla a•enzione fehuriiP. TI giorno 12 rimuovo la medtratura e tolgo i punti. 1111to es~encio rìunato re,:ohlrmente. Osseno nuovamente lanfermo il l~. e il 19 esce dnll'o.;pedale.
E rnia has uluale
dlre tta- bllat eral ~.
rf..... t:e--are, facchino. di anni 36, natÌYo d1 1\ornn. entra nell'ospetlnle il i9 maggio per esser curato ùi ernia
inj!ninale. n.1ll'annmoel\i dtc tla lUI lto potuto racco~lier~ r·isult:. cho l:! anni fa. in st>goito acl unn ,rono, gli si manafestò, in conispomlen1.n della rexinne mguinale smistra, una protuberanza piit o meno sf,•rica, molle, spontaneamente riduciuile, e cltf'. linu all'epoca alLua le, non gli hn ancora
~l
ree:tlo gravi di~turbr. D1 p(lclu me"'· per le ~te-.se rau,e e nello sle~so modo. st è proùouo uno sflnncamento del pPriloneo nnche nell'inguine destro. L'indi\"iduo è mollo rohu.;to: all'csamP ohb i~Uivo presenta due bozze sferic he, <)eli,t grandezza di un mandarino. nelle re~ioni inj.!ntna!l: ra•fucendole con una manorra mnnu de '' av\' erte che non esisti' un , .. ro collello. e~s t.>ndo il dinmt'Lro ùell'orilil·"o tli co· municazJon .~ fra peritoneo e sacco e·tPso pre ...s'a poco qunnto il "'' g,:1ior diametro di que:-.L!>. In tali comliziona i• t•viùenle r.he ùilli..:ilmente potrebbe a'·er luogo uno :,tt-an~olamPnto cl••l vi.;c·en· rontennto nel --acco ste,.;o; caomalgrado riten~o ulilt• operart> r:Hiicalmente l'infermo, più che pt>r :-.cougiurare il peric·olo di ~ra\'i complic·n:ioni. per rendere ptu rnh hta e pin rest;;tente la p1rete a1ldominale. òuranlt' ~ li 1\lorzi e la rn,~!:i,IO ne che i visceri VÌ ponno esere ttlti'C. l~ inutile ngl•in11gere che il sacco erni ario. ò'llmiJo i lnlt, pro· trurle non ll.dl'oriflcio interno del cannle inguinnle, ma in pro~·ÙJIItà ll• l ~110 orifici o e:;terno. per ~r.ancame n to dt>l piano por.terim P. l.'infermo ha rostipazi•)ne ed urm lejlgera hrunclull• t•atarrnlt•, però, n )\Ila rstanza, l'opero appena en trnto in () pedale. dopo :1\eq!li somministrato il c;olrlu pu rl.(a nt~> ~n linn ed il 'lllito cl·stere. IJpfra:Ù•Ilt'. Il 30 mll!!gio e!'leguo l'upern1.ione, pr·a ticarllic,l.\ dall'uno e dall'altro lato coiJP meJwame notme: rieo~titui~co il piano posterior·e del cnnale ingurnale ~enza e~ti,lere il s:~cco. mn ridncendolo. e poi sutu rando h1 fa:wan trasver~a ed ti mar~ine del m. retto addominale nl lahro interno rlel ponte dt Poa parl: ri ada)!JO !\Opra gli elementi clt>l f,mi.-ello ~perm lliCO. che dn amho i lati ho rmveuu to lldt•rt!llli ·d bnr·do eslerno del sacco. e riunisco l'apunevro:ii dell'ohltriuo esterno. il souocutnneo, e poi la pelle. Appltco
una hunna medica tura. e son e).llio l'infermo come nei cas i pree ed ent1. Però, dal giorno dell'atto uprrativo. la lempernlura s'innalza, tendendo ad un· .,~ensione pro,!ressha, cos•cch~, al ~· giorno. esamino la medicotum o m'accorgo che è ahhondnntemente inliltrnta t.l.'urina. Lrt rimuovo, e t•·ovu t mar~iu1 delle fl.'r·ite. per un' eslt•n:;iont' di JJUrecchi ceutimetrl. tumidi, arro:.sati. dolenti: il prepuzio sle~so e lulla la r.ute dell'.1"ta ~ono edematosi: tolgo d'ambo i bti alcuni punii e colla pre:;sione faccitl nSt!irtl una qnanlilà notevole eli ~ierosilil infilt•·ata noi conneuivo e di sun~ue in vm da 1ler!ener azionP purolenln. \ ppl•ro un'impacco di soLiimato all' l p. l 000 elle rinll!l\ o foetplt!n temente nella giornata. ~ dopo tlue )!lorni la ternper •tura ritorna norm de. Prose~uo per qualche tempo a rmno\'ill't! le medH:atur~ per due \ol1e al giorno , lino a che. poro dopo, ht 3uperfice sa •!eteri!" e cnmincì-1 :1 \!raoulare regol rmente. Oelll•o osservare che, la urouchit• catnr:·.,l~ da cm er a alfello l'infermo. prima d'e ·~cre operato, si :t~)!nnò in se~nllo nll'azione del dorofonniu. tentlC'ndo sd ncquiswre nn carattere diffusivo: la tosse è Jn.;islcllle, e l'e~peuoratu puru!Pnln e altbon la111c. Prescrl\'<• en~>r)ttCI e~petturnnti e una lieve tlose ù1 morlinn, onde ~·,drn art> lo stimnlu alla L•1sse. Uopo qualche giorno pu re nelle vit' Nspiratcll'le si ~taui li::.ce uno stato di mij.!l lùrnmento proAressivo. P nl 1-; ~111go.o si pub constatare che i falli llron.!hiali sono quasi romplelamenle srompnni. Il ~:i giugno recento i lii<U,;ini dPlle due f01'1le e riu nisco per pl'llllrl. Il 2tl wlgo i punti, eso;.endo nneonla •·egolarmenle l'ade,•one. Tengo l'mft•rmo oell'ospetlnle per •fUalche ~aorno ancora, e p01 lo l•ccnt.lo. completnmente ,:u.1r1to.
\l. !.A ClflllllRI. IA OPIR \TI\ A
• lrnla lnaulno - haterliltlllllale d e8tra .
lt. . .. \ ngusto, t• omme•~o. d1 anni ~ 1 . na11vn ùi .Monli>rolon lo, entra nt•ll o~pe,Jall' il ~ g111gno. \ quanto egh na1·ra, l'anno sror.;o, souopostu alla vi sJI ·l ~an i t:m a dPI ron-;i~l io tli leva, fu r imantlatu per erni,1; tiuu a '1111'1 tnOltll'ltto pero non si em mai an·orto tit•lla malauia t:he l'afl1 1.:,.!eva. ' on ne 1t.1 mai "uto tlisturho ,IJ orta, e ,.j :;olluponl3 ad una t·um rarlic:~le per e'.ilarrw le t'OII~egut!nz, . e lP po~sihi li romplicaziont. \ 11'••,-.~me oblut'l tl\o prP•ent.l nella regione in!!nina'e rlt! ... ll'n un tumore molle, allungalo, pi rìfurme, rariltneute l't•lucihtlt.'. questo lllmore non i· mollo \Oiumino,.o. e dap!Hre sotto l• mpul . .o dei colpi ùi to,.se. L'orilil'lll io t~>11111 dt>l cannle in)!uiunle i• ~liancn l o eri Ot't'upato dnll11 pa1·te ptù rb trNta del tumore ,-te ... ~o. Opl'l'lt :. i tlllf. Il n giul!nO lo <;Oitopongo all'uper.IZhllle radirale. serontlo il processo dt>l llas:~ini: n e,;~u nu difficoltil ,·mcon ln •turante l'allr> Operativo . .\ Ila dissezioni' clel sarco rin\eninuw un lipoma ahlmst:lllza volltm1 nosu trn gli 1'!1'm~uti tlel cordone. l·pon•n chP ader•sco nl londo del sat't'O ,., niarin P che lo precedeue. trnendolo •et·o. uf\llt sua diSCI!.;a lunJ,ro il •·annlP io).{uinaiP. La '(!tione dt· ll·' fa,du trntwt>rsale. la ricostituz•one riPIIa Il rrete ptbteriorc del can.1 le, c la ,;utunt degli strati '"prrlici,tli ..,j comp10no rnpulamenta e ron e3allezza. l'ratiro la ~olita rnedicatnra. che 1imuovo al 6° g-iut uu. Tullo è riuuito regnlarmentt>, ad er"t•zionf' d~>l l o e :?0 JlllOltJ tl i "utura. uell'alto della ferita t•utaoea, ove esist~
CO:"!Titl UUTil
una limitatissirn 1 infiltrazione. HetPrgo, lOlJ.!o i punti, e rinnovo la med1c •Uma ogni due ~o:ior·ni. li ;.;iorno 28 ~o:iugno, vale ll dire l o l!iorni dopo d'aver tolto r punti, ognr traccia di suJIPUt'nzione è scompar,a, di gursa che riUnisco nuovamente i margini allontnnati ron un punto tli sutura, e dopo crualchP ~iorno lrcenzro l'infermo, c~ornpletamente r·rstahilitu.
F..... \u ~n,Lo. pillore, di anni ~O. natiro di lloma. ~ accollo nell'ospedule il ~ lu:!lio . Dalle uotitie annmne,liche rhe P.:li ci ha potuto foruire sr rileva rho ne;;suno della sua fi•utigha, nè rrt linea dil'ella, ne in linea collutera le. soiTI'i m·ti ùi mal:iltio rongeoeri. Egli non a-ammeot.'\ con pr~ t:i sione l'epoca in cui cominciò arl appnrir;.tli il tumor(l ernioso, oè ,;a clire ,.e pos"a esserno stata r.uu a detem1inante uno sforto: sohaotn ne aHerti In preserm1 1i. unni fa, ntlt> 1\ 1lire all'etu di ci rca 6 anni. Ora ~i assog;!elta ad un 'op•·razione ra!l.eale per poter es;;ere :~mrrle.,su al serrizi11 militare. All'esame ohlueuh·o locale si scnt·ge un Lumoretto piriforrne lungo ti c.111ale ingu;nnle 1le~tro. tumore dte scompare nr>Jia ~tazione nr·tzzonlàle. e ..,j ripre-5-entn -;olln l'tnt· pul$o der eolpi ùi tosse. L'orttìdo tnlerno •lei canale è ampio ~ sfìant•atu, mentre a si ru"Lra •·onsenn le fll'oporzwot nor111alr. Il Lnmore i> rnollt•, non fa a' Vt•rtire alla riduzione rumori dr sorta, non provoca dolora oll'mfermo. ma è lar;.pmenle aùtnente agli elernenta del fnukoln ~per mati co.
\LLA CHlRUliGI,\. OPERATIVA
.\~sa,ggeLtato
n.lla solita preparazione, viene operato 3 giorn i dopo il suo ingresso nell'ospedale. Oprrazionr. -Nessun incidente ha luogo durante l'opernwme: il sacco si distacca con faei lilit dagli elementi del cordone, rhe sono riuniti e situati lou ~o il ~uo bordo inlel'llo: un piccolo lipomn clte gli aderisce viene estirpalo, iml1si proceùe alla legatura del sacco in corrispondenza del suo r111lello (aLtraver,;andolo con un lì lo di seta N. 4). si esciJe, :-i f•l la n costiiU7.10De del piano posteriore. e si rioDiscono a s11a1i i tessuti sovrastant i. Dopo qualche ora dall'operaziune, sommin istro nll'infermo una lieve pozione di opio (' soltonilrato di uismoto. ~on ha luo~o nessuna renzione febLt·ile, sicchè al a· gtorno rimuovu la medicalura e tolgo 1 punti: una lieve quantiHt di snngue è ra<"colto fr:• i Lordi dolla fer ita cut\men. lo facci., uscire cou uu po' di pressione, e poi medr·~o nuoYa.menle. Ula ~· medicatr1ra r ioven;ro in un punto mollo circoscrtlto della linea ùi sutura una tenue copi;1 di pus: delf:lrgo od applico una nuovn meclic<llurn. Trn,;corsi ancora pochi ~iorni, l'infermo riprende le sue uccnpaziooi abiluali.
•)rnla l_oaulnate deHtra (obllfJUB I n t e rna ).
U...•. l.nigi. ruoco, di anni ~3, nativo di .\.ccnm oli, è ncrolto nell'ospetlnle il ~6 lu ~d io. ~ am1 d'es"et'e all'ello dalla presente 111fermili1 da circa "- anni: fu in seguito ad uno sforzo violent o che vi rle nppal·irsi un tumore nella reJ.rione ioguinale delltra, tumore non molto voluminoso, nè troppo ben definito per la sua forma, che non gli lta mrti arrecato ~trn\'i òislurbi e che,
CO'l TRID UTO
dall'epoca della sua rnnnifestnzione. ha sempre contenuto per nwzzo di un cinto. ~ull'nltro si rileva dai dnti anamnestici che po~sa in IJnnkhe ffi( du avt>r rappoato cotrinfennita =-un . .:\ on presellla ne~snna trauin d'infezioni specifìcho. tJI'e.,ame ohl.lit:UI\0 oiT•·e, nella re.!ione ioguinale •le-.tra. on 'i nwme,cem:~ ~r.,n.·a molle, ridu~iuile, hl tjuale semllra fiaocllt•!!gia la nll'esterno da:.!li e 1emi'Dll del ··ordona :-:permatico; olio l'ampnJ,o dei ~ulpi di to,se Il tumore si r~> ode piit appari~ct:Hite. !..1 f'elle e i te.-snti che In ricuopmuo selli O perfl'lt,unente nunnnli. flprra::io11•. 1'1ep.u·ato convenientemente l'infermo con una somanlllistraz1one di :w gr:unmi cl1 solfato di ~•Jda ed un cl1'tere ~apo n ato. procE'tlo. dopo due Kiorn i lini .;uo ingre~so nell'ospedaiP., alla rn ra radienle, st>guentlo, come ne~o:ll altri c;ui, 1l metodo del Bassini. Tutto proretlt• regolarmente: l.1 tli,....ezwne del sacco ha luogo con rop1ditil, però, essendo molto largo il ~uo pedum:olo. anzil:}u\ lej.!arlo. lrovo opportuno pnlticnrvr un 1 'Ulura Jinrare, c pui t>sciderlo. Gli altri tempi flell'nltn operntivo :.1 compiono egualmeute ltt•ne. Applit•o uoa medicalura :-tenlizzata e -o n egli o l'infermo. 0 ~l tì ~Ì(Jr•no, non essendosi verifirala alrn n 'nllera~ione nella lt•rmo~cne~i, rimuo'i'CJ la med1catura e tolgo i puntt: uoa lie\·e IJIHl nlitit rli sangue l'er:.alcl fra i !tordi della ferita funne~ce mctliante nn pu' .li p1·e... sione: lnn~o i mar,zin e-asl~ un lieve :•rros... nruento. \pplico una ouoH\ medicatura. l>opo due !!io mi os~et vo ancora l'infermo. e lo t1·nvn r.ornplctarucnte guarito .
ALLA CHIRURGIA OPERATIVA
27
Ernia lnr;ulno-lnt~rsthr:lal c d elit ra .
f ..... Pietro, impiegato, di anni z7. nali\'O di Teramo, ''iene accollo nell'ospedale il .S. ai!OSIO. Opero l'infermo nel giorno ste-;so iu cui è r!cevuto. es"endosi r.tià precedentemente pur·galo ron 30 gr·ammr di Slllfalll di soda. O:tll'auamnesi rilero che non ha mni avuto malnllie che poss:10o avere rappm·to con l'nlluale infermitù: );olo da poch i mesi si è accorto dr un lurnorclto n ~lln regione inguinale destra, appnrso semm t•an~u apprezzabile: non ;.:li da dolore, ne disturbi ù'allru natura, ·e ora chiede di essere llSsogeeHato ad un'oper·nzic.ne radit•,de per non èssere congedato dall'ufficio che r·icuopr·e. All'esame obbiettivo presenta, nella regione inguinale d e~l ra, un tumore piuttosto sfer·ico. che solLI) l'impul~o dell:l tosse si rende piò appariscente, wmore che si alfucl'ia appPna all'ori!Jeio interno del cannle, e che all'infuori è limitato da un ampio sfiancamento della p:~ rele muscolare. Il cm·dooe sper-mnlico è mollo rolumionso e fa sporgenza al di soltn deHa pelle. Il tumore el'Oioso è molle e spon taneamente ridncihile. fJprm: ionr. - L)rt.> pJrata la camera oper:tlorin rollt> ~o lite precau~ioui. e sottoposto l'infer·mo a nnreosi cloruformr ·n, 1lò principro all'allo operatoriu ioetdentlo l•• pelle e là fa· cia superciale per un'esh•osione di circn 12 ,. m. l'\ltl'igliala anche l'nponeno.;i dell'ouliyuo esterno. ed iso· la to rl cordone, Ira gli elementi di rrucsto rinvengo nn lìpnma ''olominosissimo, pìriforme. ciJe a prrmo n:'pello lllCIIlis<'e il sacco erniario: lo isolo aecnratamentè e lo e>cido, dopo averne legato l'a pico e dopo aYel'lu disluc-
t;O.'HIIIIICTU
c.llo tlal ,·ero ,a,:co, ch6 c ph:culi,.... imo e ader~nLe all.t ,.na partt• posteriore. Pro,~etlo re~ol1rmente ai lt>mpt successivi. ttltraversanrlo ti collarellu del :;ncco con un filo di -.eta :'\. :t legandolo e poi allondandoue il pednncolu. incido nmp1ament~ la fascia dt>l Cooper e r1 coslllu1sco il piano posteri ore. i~t>Cuendo in tutto rl metodo Bassini: Infine, cornplet;tta l'emostasi, riunisco l'apooevro .. 1 del ~1anrle obliquo e i tes ... uti sovrnstnntr. Applico una medieatu ra steriltuata. Dur·•nte la notte facc1o prendere all'i nfermo una ptct•ol.• dose <h opio, e lo !lorve,l{lto uei j!iurni sncc<'"s•ri. \ l .)• j.\iorno. nvenclo notato un'elevazione di tem peratur·a nella l'era precedente Psam1no la parte operal'l, mn non \1 [• nessuna traccia d'inft•zione locale: lP fo.;e prot:Ptiono bene. lino a che, nl 7° l.!iorno. tolgo i punti. Alla 2' medu~nlura tro\ o nella puttP. alla della ferila una tennis~ ima 1nccultu di pus :lll'iutorno d1 un filo eia sutura sollot·ulaneo. Uelergo In pa1·te. e metliw di nuovo. Oupo pochi giorni lutto è Lnrn·llo olle rond11.100i normnl1, e lmfermo ahban lona l'ospedale, complt•Lamente guarito.
f~ rnla
l naulnale dt'111tra obllf&Ull l11te rna.
r .... Anlonw, facchino, di anni :l~. nalivo tl1 Hecannti, entra nell'o<-pcdnlt• il l'!! agosto. per· es!lere operato di ernta in"utnnle. Stando alla -.u~ narra7.iune, cirt•n 8 ann i fa. cadendo da un'nlleua piulto:~lo constdere'Vole, senti come lacerarsi il ventre in corri.;pondenza t1ella regione inguinale destra: JHipnndu htin tl\amente la parte malnta, a\ \'erli la presenz:t d1 un tumorf'. comparso all'nnproni:;o, non molto
Al.l . .\ t.UIRUii(ll \ OP&IIATI\'A
Yolumino~o .
~! l
ma dolt·nti,,imn. net :;toro t su"Cè~si' i il dolore si attenuo e put ùispar1 e. m:1 il lllmore bene h~ .n se~ni to non ~l i aH'SSf> dato piu de1 gr:n i dt~turbi. ondò accJIIÌStando proporLioni seutprt> ma~A iori. l)opn pudtt nnnt, in ~eguitv ad noo sforzo violeuto. gli s; s1ilu ppò un'intume~r enr.a eguale alla pnmn nella re;,:ione ingu1nale stoistr:t. Ricor.;e allur.1 al ron~•~lio di un medtco, il quale gli prescr1:.~8 l'uso clt an C 010 uilrttetale. E.,ame obbirttit:t), - ~elln regione tnl-(uinale de~Lra l'infermo preo.enta un tumore sft>rico della ~nodezzn •ii nna arancia, tumore che si riduce r Ici lmente imprimendo una lejl~CJ·n prl's~ion a sulla :<un superO cie, e rtappnre d'un lrauo ~ouo l'impulo.o lei colpt di tosse: non pro1ora dolore. è molle. ouu.:o alla percussione. e r1roperto ùa te~ StJti per-foltamente n orm:~li. t:li elementi del cordoue :<per· mattro lo lt tnrhe)!11tauo all'~~teruo: 1\ rtlìrto addominale Ùt>l canalr 101-(u inllle. bencltò :-riancato, ,. libero. ~ ella re~iCloe inguino-scrotale ~i ni ~ tra olTre un tumore ras~cuni\.:liante al pr1mo per la consi~tenl.l, per la lidocibililit, e per la maggior parte degli altri rarn tlllri esteriori: però la forma ne è oltlun~·'· con uu· e~l tt>mità ptù ,.,)lllmino,a \ Prso lo scroto. ~o:lt elementi del cordone spr rmatwo sonu dissociaLI intorno aù esso, e l'orilicio interno del r;•oalc ioguinulc sembra occupato dall.1 sua porzit•Utl piu •ùtretta. llpt'Ta:wnf . -Noi ~•o rno ste-;~o in rui l'infermo è actuho oell'o ~pedal e. lo preparo t·on un clistere ulculi nu e colla sommin• ~Lraz io n e Ili poche ~occi" di tintura d'opio, indi l'opero dell'ernta ingntnale tlestra, che richiama 111 muf!o specia le la nua allenzione, e~sendu la più antica o prot.abilm tnte la piU diflirolto~a per l'atto operat1vo. Incisa la pelle e la rascin snperlìciale, e di\ 1Qa l'apo·
nevros• dell'ohluJUO e~terr.o. ~ero ntl o le norme ron,;iJ:rate tlal Bass10i, isolo ti cordon<• spermatico dal sacco t•t·nJnrio, il quale p1·utrucle al loto rstei'Oo del muscolo r·otLo: la fascia del Cooper Ì' spin ta innn nzì nd esso in modo che lo riveste e lo srgue perfellamen te nel suo lrngtUo vcr so In reg·one scrota le; lM <J ae~ta fa Wl ed ti ·nero vi ~ un litlo stratd di arlipe properitonenle. ,j, ~i--a clte sembre · •·ebbe, a prtnw lll'pello, c!te i 'isrel'i erniati. " m modo particolare il grande omenlo, vt fossero nderen tt . lucido la fascia dal pube all'orilicio intet·no del canale iuguiuale, "egnendo parallelamente la tlirumne rlella rcrit'l r.ntnue·r, la. dt·tac~o dall'ndtpe properiltlu~ale che circonda il •acco. e ne ~porto la parte che rtmnne e~uberante Jl' r la ~u a protrnzione. In seguito. dislact·atu •l sacco dnllo atlerrnze che con tt·ne coi tessuti limilrolì, e ridotti i vi~cet·i cho contiene, ne lisso ti colletto t•on un lungo l,.lemnwr. lo suturo al di sotto. lo recido. c ne niTondo ti Jwtlunculv. Eseguito co-.i •l tem~o piit intere,~ante e piit lahorio;;{) dell'operazioni>. procedo alla ricosll tuzior.e del pio no posteriore del cnnal e inguinalo e nIla riunione dei d h e n;i strati di tessuti prccedenternenltl incisi . .\pplicl) una medtcatura tet ilinata, e attendo che l'i nftormo 1 riablt1a dalla narco~i doroformica, per 'omministrargli la 'olita pozione rri opio e ma;!isteru Ji hi,nuno. ~es,unn renLione febbrile ha luo;o nei ,:i or n i 'Ut'rt>~ sivi all'operazione, sicche al (i" giurtlo rirnuuvo In tnPti icatora e LOI).(n i punti , non ossendo rnccoltu lun ~o:o il Lr;\mite della fer1la llPppure una "tilln di ~a n g11P. 11 10° giorno t'mfermo è in grado di wrnare nlle sue occupazion i.
.\LI.\ COIRUI\GIA 011&RATIV\
31
Erula ln ~uloo-lnterAtlalale 8ln18tra .
0 .. .. . l~ a-p:tl e, fal'chino, di nnn1 S.G. nati\'O d1 Uoma. i.• accolto ndl'ospednlt• il :?u a~osto. La sua CthhiU7.tone li~wa é molto roLnsta. L'origini:' della snn infa1'1niti1 ebbe lungo in seguito ad uoo sforzo violento che e)!U f~c~: cin·a 3 anni fa solle\ando un peso assai ,.on -iden~'ole. Ira port.llo d cinto per lungo tempo: ma, com'egli dice, ~11 è sloto piu di mole·t10 che ùi \antag,:io; del r•··to, se ,.j to,?lie t pia lche le~gero sen-o d i dolore r.he dnl rnoala ingu111ale !''irradia luo~o la regione lombare. e:.lSpManùosi ori ;iorni Ili calli\'O tempo. il tumore eruiosu non gli ha mni recnto :: ltro disturbo. \ltwtlrnentf' presenta nella reg1011P inguinale deslra una intunwscenz:l molle, pasloo;n. facilmente riducillile, neoperla oi pellt> n orm~le. d1 fnrma piit o meno -ft>rica, lìan· che~..:nHà ali'l•,tcrno <hgli elementi 1lel funicolo .sprrmatico: solto l'impulso clei •·olpi di to,;se .;i rende molto più appariscellle elle non sia nelle <'Ood1zioni ordinarie. o discende, lu n~o il t'a nale 111 ~uina le. llno allo scroto. Ot~"ra:irm•. (lreparato 1'1nfertno :;ecoodo le solite norme. lo sottopongo il S!:iOI'OO 7 lil.'llembre aiJa cura radicale: nP,snn mt·ult>nte ha luo}!o durante l'alto operativo. le a•lereuze clu> il sacro ha col cremnstere e coAli elmnenti del cordone :;per·mat1co mhiamano in morlo speciale la mia nlliVIIi•: rompiuta la. di~sezione. rilt~\'0. m corrispondenza dtll rolleuo, un I"JIBS~Imento cartillng1neo del sacco, notevole P •r la sua e~ten~ione: lo suturo. nurnversandolo con un lilo. lu le~u illl'mtorno, ue rer.ido la parte esuberante, e poi ne aiTon«lo il peduncolo. Eseguo la nco,titnziono del piano po-
CO~TIIIDUTO
:;tt>nor~, vi adagw glt elementi del corilone, dopo nver rifor-
mato Intorno old es. i la va~ i na le, e innne suturo i tessuti sonapposti. Applico una buon,, medtrntura, e. quando l'infermo è risvegliato. gli ~omministro la solita pozione di opio e bisrouto. \ 1 i' giorno ~~~o t punti: 1:1 riunione è per f•~tta. Il 3t l'tnfermo torna alle ""e occupaziont.
B rnla lr•• ulnale 1JIPI111Cr a dlre>U aa .
r ..... Antonio. facdtino. cl'anoi 32, nativo di Rec.1na ti. fu gia accolto nell'ospedale ti 1~ agosto, et! uperato d t ernta in~uinal e destra. L'nnamnesi e l'esame obbiettivo che a lui s1 t·tferiscono, ~ono ;,:1à litatt rtassunll sommartamente al decimo ca.;o. Oprra :ionr. - Il giorno :w a)!osto lo preparo per opera l'lo dell'ern ta che presenta alla regione iuguinale sinistra. Nel procedimPoto rlell 'auo operativo inconltO le stesse difliI'Oith r he giù incontrai dall'altro lato, e le stv~se anomalie di rnppc.rt1 frn t tessuti . L'opernztone l' rondotta a termine coo rapillilit ed eSI\Ilezza: nessuon reazione fehhr ile nei giorni ~o cce"~' "t. \ l i " !!iorno, vale a dirl' al 3 sellcmhre. tolgo i pun ti: tra i margini della fc1'1ta nun i.• raccolta nP.ppure una stilla di ~an.!uP, pero il tranute corri,;pondente ad alcuni pnut1 tlt sutura é leggermente inlinmmnlo . \ledico, e dùpo tre giorni. rimos-,a le medicatura, trovo scomparsa ogni renztune nogtslira . L'i nfel'mo cominci1l a leva rsi di leLto, c H 9 abbnndona l'o,.pedale compleL1mente ~uari to.
~r,.la '"•nl na~lnte r atl zh•le
• lnl t.C ra .
ti .. ... Ga~lano. rommesso poslall•, di anni 37. nattvo di Ruma. è ricevuto ti ~iorno l:; ·ellemllre, per es.~en• sollopo,to alla t·ura ra•lirnle dell'ernia in,.:uinale. l.n sua infennita data da circa :l anni: in .;eguito aù uno sforzo, an•p.rti un intPnilo dnlorP nt>lh regwne in!.lutnale •-rDJ:>tra, doloro che lerllamente di;pune. e diede luogo alln comparsa di un pircolo tumore molle. riducibtle. contenibile con rinto, allungato. e s•toato al lato esterno del cnrùone spemu1tico. E'\amio.tndo l'infermo ,-j rileva che il tumore ernioso occupa esallntnenle il ranale inl{Uinnle, il qu:~le non 6 pitt ollli•Juo, rna renilinro. con orificio interno largamenlP sHnncato ; è n•lt?r••nte agi t elementi dt!l eonlone, i qualt peraltro non ;;ono llis~ocia11 intorno ad e~~o. Opttn; tnne. - Il J.!tOrno 17, dnpo aver· prep<111lto l'infermo colle :-.olito norme. lo sotwpon~o alrt\llo operativo: l'e:;ecuzione ùei di versi tempi procede con regolnr•ità e ra~ pi•lamentl"; c;o)tanlo uo po' dillirollo~n riesce la drs.;et.toue del saeco e l'escr~"ione di nn bpurua capsulare, piuttosto tolaminoso, che l{lt aderi~ce nll'e:.terno. Il sacco t• notevole pt'r lo -.pe~ ·ore dell~> sue pareti e per la sna conrormazione 0Slle!IÙO ùivi•O in tlue logge 0011 l'OffiUI1ÌCllfilÌ fr•a loro: è chiaro CIH• il colletto di un primo '-acco emiariu tlovova enersi obliterato per Oogosi allt'lll\"11, e che, rima nendo nel canafe iDAUtnale ed e::.ercrt.tndn un 1 trazione conttnu.t "IJIJ,t parte del peritoneo che con e~;;o ~i continuava, lll' ha prodotto llt t nuovo ,.fiaocamP-nto. donde lu fo•·mazione ùi una seconda lo •g1a. 3
:n
cO~lUIBI TO
~Jeùico conw al
solito l'infermo e dorante la noue ~li tintura ò'opio. Al 6' g1or•no rimuovo In meùicatut·a: lun}:o i mnt·gini della fl'l'ita non solò non è rncrolla 11lcuna ~tilln di sangue. ma nou vi ,·. neppure la piil leggera reazionr flogistica. Tolf.!O i punti ed r.pplico una ouoYa mediralura. l 'infermo cuminria ad lzar,;i ~·l no giorno dall'operazione, e all'Il <' lasci11 l'ospedale per tomare alle sue occupazioni. sommini~tro alcune goccie clt
Que,ti. di .:ui brevemante ho riferito. sono i casi •lt f'rnla in:!u=naltJ cho ~ouoph~t alla t'Ura r·ulicale dd Ba-.s'o1. e d1e Hno ad ora ho potuto raccogl:ere nella mia 'Lati.;tica. Sprsse \'olle ho rin~tluto i miei opt'mti. ma in ne.""uno di t>s"i si è peranco stabilito il più pa~colo accenno acl nna r1prvdu· zione: il cordone spermaliro scorro liberamente nr>l nuovo eaoale in,;uinale, la cui ooliqlllla, molto m.•~w1ore cho non sia nelle conrl1zion1 normal i, j.!arenllsce in gran parte i ri· 'llltali del prm·esso operat1vo. E,plornnclone l'nrilicio intt>rno. ed IO\ilanùo lmfer·mo a to~'\l rP , non ~olu lo rinven~-ro mollo l'i·Hrello, rnn mi {• anche facile penundermi rl1t' pel' 'fu:mto ener;;1ca po,;.;n es.;ere la pr.,~s1one endoadùomtDale. tlillicilrnante per quella quella vin potra avven1re un.1 prOli ustono del pentoneo. \!cuoi chi1 urgi hanno o,;sPrvalo rhe in t.1luni iuft•rmi operati col proresso del B;tssint. dopo uu c11rto periodo di tempo, corrispondentemente nl lato che pnma era nff,•llo d:t ernia in~uinnle, si ruanrfesta"~>a un'ernia cr·urale. Il meccaoi~mo per cu1 tal\'oha si staluli~ce questa pre,lt,.pu:-itione è fal'ile a comprendersi : quando :-i t'lcostltoi:.ce la p~trf>le posteriore delt•anale in,;oiua.lt! suturando nl lahhru inft•riore della tloccia ùi Ponpart il lembo interno della fascin del
AI.I.A l HrR URr. IA OPEI\.\TI YA
Cooper. elle fu pn•('e,lenteuu•nte ìnt::s1. ed il mar~ine d~l reuu addom111.1le, h.t luogo uno spo ·tarnento dt que.. to ' er~o l'e:;terno chij servo a render~ più i'Oiida & più resistente la p:tr·ete stfi,S:l: pt•rò nel medesimo tempo :.i st t!.ill~ct• oua t:tle 1ens1one dt•t tes=-oti prepentoneali 10 prossinlltà dt·l· l' •n·.tta rrurale, rlw questa sp01•ge all'mn:tnzt, e ne rendfl piu raciiJilente permeal.ule d c wal~. Orn. se nel l'II'OSlrum• il pi.1no posteriore si h :t cura di far passare i liti, ùa un lato non troppo •Il ùi la òel mari(ÌIIe del muscolu reuo. e dnll'"lu·o qnnlclle mtlltmetr·o al di sopra del labhro interno tldl.t do.-l· ta. io ere lo cbe d pericolo dt qne.;La complicanza secondarnl \ enga, se non con assoluta certezza, certo con grande pl'obabililn. allontanalo. giacchè in tal ~nkt, mrntt·e la parete ron5ena an tt' .:!t'O ti ,;uo "P·•s,-ore e la "'M robu· stl't.za. non si trova poi in uno stato ù 1 tensione ~overclnu m~>ute esa~erato.
Del rintnnente é vero che non Lutti f,!l'tndl\ 1du1 si pn•· 11tnno ~>gu nl mente bene a questo si~tema Iii cum radicale, ma nell 1 ~ r.m m&!f(omnza de• casi. quando andtt• le 1l'tnt!' mat.ifestaztOni dclln malauut 1'15 tlxano nd un'epClrn mollu remuta ( l ), se non e~i--te un vero eveutramento o ,;e le pareti adùuminalì non sono e'trem:mwntc a.;s<~lll,.tliate, ,·. sempre possibile rt~tab lire le condiz;on1 normali uei rapport i dei tessuti, t' in•lun'l qnt>lle mo lilìt•ationi eh,.. sono noc~ ~a r i e ad evitare la riprotlu1.iunr clell'ernia. l n6oe. studiando ' risultati 1-(eneraltr.t•nte oltenuti tuo qttesto TUt>tndo, si den> cnnventre dtc sono soddbracen tìs!ltrni, e t•ht• con·i!\p1ndouo nella mao·Pra piu prt'ri'a al couCello dell'atto operattvo: le L'undtzioni an.ttomit·he .. ulle
-
CO'\T!UBU!O
quoti e~so i! lmsato, condizioni che nun possono certamente 'ariare t!a 1111 individuo all'altro. o la precisione con cui può essere ~se),(UIIO sono una Ynlrda garanzia alla ·na riu'tita; tjUiucli. facendo eco al ~iud1zio degli oper·atori che giit l'hanno :.p~>rimentato, non e'ilo ad :tlfermare elle. s1a nel cnncello teorico clae nei risultnli pratici, il proce...... o del 8ass10i i· quello che. fra llltli. meglio rispond~ alle inù•caziooi dr una cura radicale.
Hl.
Ferlta dd la milza- Laparotomla- Guarlr;loue. ~1.. ..
Pilippo, falegname. di nnni ~4·, nativo di 1\om.a, il giorno H ma~ot~ro riene trn:.port,llo allo spedale in uno ,;tato !11 depressrone ~-:rav1ssima: 11 volto è e:-tr·emamenle pallido, le rnuco~e anemiche. rl polso piccolissimo c freqJLente. E~nnwtalu, pre~entn nella r·egiooe dell'tpocondrio srnistro una ferila d ;l punta este;a trasversalmente per ~ centimetri ~i tuata luugo la lrne:~ n'celiare med111, in wrrrspondenza dt•l decimo :-.pazio interco:>tale. La lesione i· penetrante, e i ,jntnmi dell'emorragia intenta ,'imponJ.{ono per la loro gravitù. Senza fra!Jporre indu~.:•. mi ardngo ad un sntet\·ento chirurgico. Otlml:itmr. - ~hriglio ampiamente la feriut: gcoOLo a liv~llo cldl'arcata co,tale, truvo una larga ferita trasversale luu!.!o d ma•·ginc utfer1ore della. IO' costola, attr:nerso cui negl1 atti e:.pir.twrr, geme una tNrue copia di :;angue: penetrando coll'iud•cc in detta ferita ~i palpa neuameule il bordo inferior·c dclht milzn, e l'a ngolo corrispondente ùel
Al. l.\ CTimURGI \ Ol'EIIATI VA
:n
eoloo. I,er nll'glio discoprire il tramtt" !Iella lesione e ragginn,~tere }!li organi vitali che ne .-ono stati lntertb,ali, lrovt• necessario resecare in qnesto punto In l o• co:;tnln, per un'esLen~ione di 8 centimetri. e. ottenuta in tal ;.wi~a un'ampia 'nprrficie d 1 ricerra. ancitfo il peritoneo clall'nlto al hasso, :-.t>guendo, per quanto ~ possibile. la tfire?.ione clelia feritn. ln t:ll mndo mi è facile portar fu01·i una 'lllantit,c ahbontl.ulli:',;ima d.i grumi s n n;._'Ui~ni rac:coltt Ira la ;;upt>rlicie i nll•rna deli' orf!ano spleu ico e il fo ntio dello ~to rnaco. P. OPIIo 5le.--;o t~>mpo ron~tnto m•lln rntlza una fer1tn larga e prufnnda, che dal bordo inferiore ,;j e~tende liM al :>uo do. Lo stomaco non presenta k:-;ioni ,, neppure d rnlon t1 n'' t'l'so. esi:>te JlCrò un 'abhonùn nte sulfusione ;;nu~Hilofna oel me:.ocolon. g~sendo In lesione splenica dillìr'ilmen L e access1bile, ò non P'''endo l'infermo soppOllat·e più n IUOS-{O la narcn~i clorufot·mira per lo stato ~ravp:si mo in cui ~i trovo, onzichi• prnucarvi tllHl sutura, faccio passare un fil di :;eta intorno all'ilo, e lo fP;ro :o,Lrellamente. \ rrestnlo co,-i l'l'morrn$!iil, t1chiuùo il pel'iloneo e ;;utol'o 1 tessuti ...(lvra.-tont i. 'iella sera dell'atto operaliYo la Lermo~ene~i dell'infermo $llt• ropul.tmente a 3!).!)• C.. ti pol~o da l ~j battute n minuto l '. è pil'colis,;tmo e t· l11ra intermilleole. La :-operfico del I'OI'po e il volto ~peciahneute sono madidt d'un stulure lred1ln. Ri,·ot ro ,em.'altro all'autotrasfu,Hme e alle iniezioni f!Ccilaut •. SoiWoto dopo l ~ ore comincio n raiiPntare le fa r.i,• ischPtuicbe. e approfitto delle buone contlìzioui di ~tornaco tit'll'infermo per utilizzare qup... t:t \'Ìn. ondP nparnre le pertlite dell a mas;:n ~·w~..rui~na . Ln stnto generale clell'infermo, mentre era ùisperulo dopptirna, comincia a OH;.!:Iiorare "enslbi lmNHe d1 l.!torno m ~iorno. fìno e che, ~iunto il :jo giorno, l'innovo la metll-
3M
CO'\TIIIBU fO
caLUra e ron.,tnto che il proce-~o di cicatrizzazione procede re~olarrn e nte .
Ossen o però cl te l'inrermu ha fimosi con urelri~e blenorragica. un liquido icoroso putritlissi mo scola dull'ot·ifìcio prepuztale. e chiazze c1 rtgr( nose cominciano a mnnifestt~ rst alla :-.uperlicie di qnthlo :-\hr'~lio 1u11o il tcs-.uto prepuz1ale, ed e.;ciflo h ' Ua larn.na ÌIHeroa, già COIDJ.IIet lmente ca n:.:re nata: canter izzu con una :<oluzionP ùi cloru:·o rli zinco all'X p. 100, c pot medtco con una so lu1.11me intensa dt wblimato in acqttu tli culce. La. L~ n • p et·u tura si conserva tm•gnlarmente elevata. e. continua l:l diiTustone dt IJUe:>lo prure--o rapidamente e Jlrc.rondameute distrullt r o. .\lalj!rado tuuc le nostre cure. nl -econdo gior no di questa compl icarlla, ~ur ta nei genitali t•stetni, lutto ti prl'puzto e buona pnrltl lil:ll glande !'(IliO di:..Lrulli. lutnnl o sembra che s'intzi un processo di delimitn;:ione, ma nt'llo ste:sso tempo. timo~.;a la medic;Jtura dalln re}!ione nperata. trovo un'ioullraLione purnleota uhfta,tanza este~a lun"o il trotlo superiore; dei margini della t'ertla, di gutsa che ~on rnstreuo a Lo~liere alcuni punii l'l'l' [nvorire l'uscrln Ùl'l pus, ed n metlknr·e con nno stuello di ~ arza. Tengo n fnr rilevare clw, l'ome prima ho ili'CPnoalo, ciò nct·udtle ul 7° giorno. meutre al ;>• tullu semhrava rrur111u l't•;,olarmente, r·er il che soppon;.:o rhe i ~ermi in[l'lli\i di cui erano inlil•rati 1 te~ sut i e,.,1e1 ni dei _!!t!Oilali. mc.--i in cir· colo, aùl11:111o attecchtto in rp1ell.J 1 ~·~ione del ,·ot·pu O\ c un recenlo trnumnlismo avea cr·flaLo 1111 punlo di mmor· t 'l'~i slenza orgutltcn. In breve ll•mpu ha luo~.:o In dt·lirnilazione del proce,su cangreno~o. però la snpptu.lz.one della ferila l' abt.ouJanle, e ai.Jboodante clel pari l'el'mimtlione ùei cenci cangreonti che dalla '"n 1-uperficie st dbtn.:rano. Essendo l'm[e•·mo io
ALL \
~HIB UI\Iìl \
OPittATI\'A
39
preda a<l unn pioemia gravissima, e consernndosi sempre alta la ,·on·a termograficn, somministro per parecchi giorni dosi elevate d1 ~>olfo·fennto di rhininn ed antiptretici. onde ~congiurare i pericoli deil 'es;t urimPnto che sussiegue ad uo 'iperpire~~ia troppo noteçuiP. Que;;to stato l1 co·e dora per molti Jtinrni. ciot dal 13 rnagr{io al 9 :,.:in~no, e ad ,.,,o ~ubt•ntra un periodo d1 collasso rosi )!r:n 1• che mi fa temere la prnlita dell'infermo Il snu ... tornaco é tan:o de· hoiP r..ht• non so:<tiene più ui· ciiJi, nr medtctne. Ila nna •ltanea proln~n rlle rie.;;co n vinrere Qollanto con clisteri a ha .... di upiu e bismuto. la t t a..piraziooe colnnea i• ahl•nn· •t.wte e conlinuu. il suo .;Lato c ad!lil'itlora mllratinco. t:111· nonpertanto cont inuo a ~urarlu a.;.-iduamente. nutreoùolo ··on cli,-teri di uova. peptom• ,. mar,;ala: sollt>vatllll)ne le forze cnrdillChl' con iniezioni eectlaiiLi, e, dopo 4 giorn1 di '1'• 1'~lo -t!ato, >eggo che le fonl' dello ·tornaco ~ono lievt•mente riovi,.:orite: ne approlillo per aumentare anche 1la que:,ta Tia lu nu tminoe. eù ho in ht·e, e la s olitlt~f.tziune tl i 'ederlo mi'(liorato notevolmente. Oopo qunlrhe tempo la ferita è del Lutto cicatrizzata. e l'i nfermo onl •tt io un pet·iodu di convnlescenzn, dnrante il tptnle si slahili.;cc nt>lle sne rondizioni J.!enerali un mi~lio· rnmento pror:ressi\'o raptÙI"'Irnu.
•·~rlta dt-1 1u~ rltooeo eon tuoroselta d'orueoto -
l •aparoto n alo - Gu.arl p;lone .
S... llornf>niro. •li anni ~l. terrauiere. nati m di Preno, il :;iorno U mn~g1o t•icevf'lle 10 rissa due fPrÌlt• di t•oll~>llo : UDJ nell a re..:tone po.,ll•rìure de~tra del torace i n •·ur· ri~(•onden za del 9" spazio tnlrr,·ostale, lungo la lmea "•·a-
40
CO'lTIUBVTO
polare, penetraute nella cav1ti1 plenrica, ma senza indizi di le::ione profonda del polmone ; l'altra, este~a obliquamente pe1· 2 centimetri, nella regione dell'epi~astrio luo~o la linea parasternate sinistra, con fuoruscita del grande omento. L'infermo, malgrado l'apparente gravitil delle lèsioni, gi unge all'ospedale in condizioni discrete; il suo volto è pallido, lievemente sr.olorate sono la mucosa lnbiale e le congiuntive, il polso è buono, pieno, un po' frequente. Non ha sudore, nè ansia. La ferita ad iominale che es~o presenta, essendo penetraclle. ci obbliga ad nn inten·euto immediato. Cn'orn dopo a\erlo ricevuto. i· lrasportnto nella sAla operatoria, ove mi accingo ad operal'lo. Opem.:iunc.- Nettata e d1sinfeltata convenientemente la parte, suturo. dopo che l' infermo fu solloposto a n;H·cosi cloroformica, l'omento fuoruscito, e lo escido. Sbrij!lio a strati la ferita per uu 'cs ten~ione di 'l~ centimetri, segucudo una d1rezione par,,IJela alla linea alba. ginngo sul peritoneo. h1 incido per tulla l'esten~ione della ferila, ne fisso i bordi con ùelle pinze di Pean . E!ltraggo i grumi sanguigni che rinvengo nel cavo periloneale. ed esamino una dopo l'altra le nnse intestinali per assicuranni che in esse non esiste lesiune. Io questo tPmpo dell'operar.ione, che mi è reso rl1 grave ùillìcolta per l'intolleranza che l'infermo ha pel cloroform io, ho cura d'involgere le intestina con pezze ùi j.{arza sterilizzata molto calde. e concentro le mie ricerche specialmen te sullo stomaco e sul colon trasve1·so. ~on arendo riuvenut<~ alcuna lesione, all'infuori di f]uella g1it os:>ervata nel ~rande omeoto, 1ichiudo a ~tra Li i tessuti che ave,·o antecerlentemento sbrigliati. Applico una buona medica tura. Suturo la ferita del torace, che non appare moJtQ graH', non esistendo emottisi. nè abbondante emotorace.
A.LLA CHIRURG IA OPERAT IVA
41
Al G• giorno dell'•1llo operaLivo non è ancora avvenuta nessunn ~ llerazione nella· tentlogenesi dell'infermo . rinno-vo la meùicatur a, e tro-vo che tolto proceJe regolar·mente. ! 11'8° giorno tolgo i punti, essendo avvenuta la riunione della ferita per 1a ìnten~ione. Trascorsi alcnni giorni di conv!!lescenza, l'infermo riprende le sue occupazioni. F e rita d e l dl11framma .
G... Au).!usto, di anni 28. tipografo, nntivo di Roma, è condotlo all'ospedale il ~6 magKio cor. due ferite da punta: la prima è es1esa obliquamente per 3 centimetri nella regione dell'ipocondrio siu islro, in corrispondenza dell'8° spazio intercostale, lungo la linea mamillare; la seconda è situata nella regione anterio1·e de:;tra del lorace 1 nel 3• spazio intercoslale lungo la linea ascel lar·e anteriore, e penetrao1e nel cavo dell'ascella, senza lesione di vasi interes~;a n ti . Lo stato generale dell'infermo f> buono . Disinfetto e suturo la seconda delle ci 11e ferite. Per la prima, non esistendo ematoma, nè essondovi ragioni per suppone una lesione non penetrante ed innocua, credo prudente intervenire. Op~ra,::ionr. - Preparate colle solite cure i ferr i e la camera o.per·atoria, sbr·iglio ampiamente, seguendo il tragiLi o percorso clall'at·ma: l'ohliqno estemo e le ultime digitazioni carnose del ~ran dentato sono recise dall'allo in basso, giu ngo sul1'8° spnz•o inlercoslnle e trovo ferilo il muscu lo e il diaframma in prossimit.à della sua in$erzione eostale; però la lesione no:1 è lrasfossa, quindi il periloneo non parlecipa n que~ta lesione. Su turo allora le parli ferite e riuni$cO i tessuti di prima intenzione. Al 7" Aiorno tol.gu i punti, e ali"~ 1° l'infrrmo esce dall'ospedale.
CO~TRIJIUTO
Ferlt11 d~l •raude oru~ntu , del m .. ao~r••trlo e d t>lla NlcrOI!iP dello Mtomaeo - (.Rparotomta Guarl,rlou~ .
B... t:arlo. fornaio, di nn ni ~~. nati,·o di Uomn, viene r·cenato nell' o,.pednle il l 3 giu.!no. per una Je,aoue violenta d t· Ila r•egione addomi nule. E~omioal<l, vrc,;enta u nn feri ta da punta t>,tesn verticalmeule per 2 centamE'Lri, nella regione laterale $IOÌ:.lr~ dPII'epiK·•~t rin. -ituatn. m pro";imitia del IJorùo co-tale sul proloogameuto <Iella linea mnrnnullarr: Ì' peoetrant•• in t•aorità con fnoru-rita J'oanentu. \Tal~rndo la gravilà appnr('ntc tlelh lesaone. le rond•tiuni ~enerala dell'i ofl:'rrno l'On o huonf•. Opera:imlt' -Fisso l'omento fuoriuscito con un klt>rnmer, disinfetln la regione ed applico una medicntura pruvvrsorh al ~uburnaLn. Qll'U'nnta mmut• dopo l'mfermo 1: snllnpo,;lo a uarco~i cloroformica. Suturo l'umento e ne es··ido 111 parte fuoriu:.cala: slm;.(lto per un'C$\ensioue di 12 centimt•lra e prmlllelnrnentt' allu linea alha la ft•rila, lino a r.n!ginn;tere il peritoneo: incido anche questo fts~anùone i mar~ani co n delle Peao, ant11 procedo all'e~araH: delle ansi" inte.,tlnali, del colon e dello --tom~co. lr: qnesto tem110 dell'uper·at.ione l'anfermo è tll·eso replicatnmenLe da conati al \OIIIÌLo. tii modo dte ci ron \ 1eoc 'Ospendere per qnalt'he miuutn. ltipre•o l'es:unt' òei vi:;ceri ~ l'l-;contro nel mezzo della <•rnrul~> curvatura dello stomaco una fer1tn della s.iero~>n. non molLo este,.a, nè profond.t. circondata d • uno. larga efTo,;1one ~:tn gua~'Tia. l\inHJO\O alcuni ~rumi ~;iucenti su una l1··ione curri~pon•lente •IPI mesogastrio. E~nmi n o nuovamente ti rolou tr:tsver o mn non mi é po,;~: biie 1 inn~oin i tr.u:cin tlt le-
ALI •.\ CHIRURGIA OPI:(RATIH
i:~
sione. Applico due punti di 'utur.t alla Lcmbert -.uJl.l ferita della si erosa Sl8'tricn per ran kin:•rnc i marj:lini , l'Utili o il peritoneo. i ndt procedo alla rtuoionc- :;uccesst\ u tl<•gl i ull1 i t&S!;Uti. ~ el primo ~ioroo che st>gue all'utto opcr.t lÌ\'O l'infl'I'IOO ,..j maouen~
opircllico. ma poi la h'mperatura comi nci-1 atl a-.cen.Jere ..~ 1 ... tahiJi;;cooo l·\ i denti m:lO :restazioni :Ji hronrhite uilntl'l nle diiTu~a. e in corri,.pondenza del lot.o polmonnre infer'tOI'tl de:;Lro il mnrllltlrc vesctcolure i• spt·nlo, essendo invet'l' distinlis:;imo il sollio bronchinle: in quesiti 7.1lna l'ollusitil i• completa, l'e,pellnralo per ~ •mf'lli h.t uo'npp:tr&nl.t rnygiuo ...a, i pomelli ..uno • rrn, ...ali. Frattantu 1'111fermo accn~a un tlolorc ioten"u nellu tl'~ioue acldoruinale. ros:ccllè. temendo lu sviluppo Ù1 nwt J.tr<n e peritonite. rimuovo la medicawrn, c trovo i margini della ferila edematosi lltl infillrali; lOJ j.(O i rnnti. e, dt\'IIIÌC:tti l m.•rgioJ. ne ~cola un ltquiùo dt odori' fecalotde Le condizioni generali mi:,!liorano raprdanlt'nte. r falli l•roncb iali tlrm i nn •conu •l'in Len,,ta, e la fer1ta dopo ~ Jtlornl c <'•>mpletamtlnle clete•·~.J, senza che ne l'in stato pos,;ibile ~t~OVI'i t·o il tram ite della lì:;lull• ::tercumcea. La socr·eziorle ce.;su tli e-:;ere fec:iloide. l'iofer·mo ha cvttc u 11.ioni regolar1, e t'untlnua 1:t dieta liquula prescr1tta nea ~odurrll anteceden ti. Come :~ppnrt tla ciò che ho rifl'rÌlu. wnteru(,oruue.trnt>nte ai fatti pulmonuli, si S\'Oise uell'tnfermo nna perilunite circoscritta, chu porlil l'aùesiune di un a ,)elle ultimo an~e del tenue al tram ite della re t ila pentoueale, e conseguen te fi,.to)a ster 'orlli'CU. lo qnal modo Ctu sia pOtUtO iiH èl ire pnlremmo 'oltantu congetturarlo. imperocché ncll'e!>am~: d»lle ar~:o.e mtesti nnli nnn ci fu ru:':;ibile discuop1 ire In pin li uve le:Houe. cct Lu è che que,la fn co~ì limitata e rbtrella eire ne uvvcnne in breve lo. clllu . . nr:J ~ponlaut>a.
CO\ T IUIIU TO
Hopn nlt•u uo rnPdit'atur(>, frequeu temenle rin novalt•. la superlit il! della l"l'nta ··omi ocia a granulare re~olnrmenle. per•'•· e~senrlo nnrora militan:i i fatti morl o·i che si "'iinpparono n caril'o rlegli org.lni respiratori, non mi t• po~ -.ilule s•Jlloporre an~or.1 l'infermo a nuova clorofnrmizz.nione per n·cent:nne e snturarne i mar~in i. Il 3!l giugno In lt>rmogene~i conJincia n nsahre: esamino l'infermo i? rin,en~o Ji mollo attenuale le ;'llttrnzionl hroocfliHii, però a destra esi:>te una nuo'a cornplicaozo, e~,eoclo,j ,_,·tluppata una pleuriti' e"~udatim siero,a. J'resc·riYo 1111:1 t'lira molto ntt"vn ed ener~ica (1:11'!-:o \escicanle. di.tforetici, di ure11ci) 1'11e pr·otrngj:1o lìnn al I!J Iodio. giorno in cu1 r"uni•H'O. prP\ia recentazione e rasr.hiamt>nlo. 1 margini chdla ferila. li ~il rinnoYo la mt•dicntul·a e toi~C> i punti: la rinniono t.· avv(•T'Intn in modo soddisf:wentissimo . .\ pplico una nuovn mcdicnlura, c comrnt'itt n far· le,are l'infermo. Il :; a~o~to, ri~tnhilito cornpletnmente anche nelle conrli~ionl :.ren,'rali. tomn alle snf' occupazioni.
Ferita IU~mpll ee del pctrltoneo F.morra::ta c.-1u 1tariM - l. apa roto mla - G u a rl ;tlone .
T... F ranre~c"· di nn111 ~.o. c:nntadino. nativo rli Pietrella. l· r.onriollo all'ospedale il giorno ~;, gmlo(no per· u on ferita t Iella r·e.!1one .lllflominale. E.:amin 110. prese ula u nn 1c,.1one eli root111110 a mnrvini nerti. nogolnre. e:.tesa per :} ceollmetrt. ndla. re.!rnnf' laterale sio1stra rlell'addome. l ren t•metro all'1nfuort e nl di,ouo della cicnl rice ornheli· rale, con tr-agitto ohlupto di ct rra ) ;j ren timelri. Il muscolo rello nddominalc di de:\tt·u è qua~i nettamente reci~o. e 11
.\LL\. CBIIIURC,; IA OPE BA IIV \
capo ~uperiore nutCJmlmente ritratto. l.'i nfHmu g1u n...:e at· J'o~peùniP in istiiiO tli elH'I'i'.zn . Oalla ll'l'ita che appa risce sull'a.J,Ion.e non ha perduto e non tu•r·Je '3 n ~uc. non ;j \> ematoma. e tntlavia il polso è piccolis!>imo e f•eq Ul'Oie. Ouen .wdo In rej.!IOoe in cui venne mferta la le:)ioue, st ~cor~e l' he la lam1nn anteriore della ,:u.una dt>l rt!llo addominale de,lro i• nmpiamenle reci:oa in ...en,(• ollliquo, "Pecallaod.. con una sollile candell'lla. ·i percMre un tramite eslt· o, m:t inrerto. che coo1luce rer.;o 11 pcritoneu. Fall.l la ;;olila toelelle dell,, re~iotw, Pd applicato un impacco provvJsorto, si prepara la :-tan1..1 da operatiODP. : -iiJ mtnu ll dopo l'infermo vi e tra:;luJrtalo e sotloposto n nar.-o-.a doroformica. preYia init>1.ione . onorutant'a eli l c·t}nti~nunm o di morfina. Oflt'l'll.:ionr. - Nella per,;nnsione elle la fer·itu t>Ìa pcnPlrJnttl, c non avendo potuto ben definire il lrnj.eiUo percorso ditll'urmu, credo utile approlillare della ' icinanzn della lesione cutanea alla ltnea allla, per el>e,:uire la laparotumin rnedinnn. Facc1o vuotare la vescica tbl un nssisleuto, ind1 ineitlo a strati i tessuti per un 'e,tealsione ùi l ~ centa m. a partire d 1 3 centim. nl di sopra della cicatrice omltt.'lil·ale. f~ iunt o sul peritoneo, non avendo putulìl ~e~uiro il tramite della feri la, e quindi non avendone l'ng;~ iuuto ti punlu le:.o, lo incido par,fllelamenle alla dlrE'lÌOOf' Ù••l lJ~IIO f,lllO, tl Dt! Jj,,.., i marl-!ini con delle pinze di Pean. Le an,..e inte.;tionli appaiono subito mtme dt so.n;rue; le a,.,ctllgo o le lavo cou ar.qc1-1 hollita teruda. poi e.;amintl la superOcae in terna del J)eritoneo pari~tale e, in \idnanza della cresta tliaca dema, ,.; rmvengo un'nmria ferila. Temendo che an que,.,to punto )'ossll rsser leso il colon ascendente o nnn delle ul time anse del tenue. inrido tutti i te:.suti lìno al peritoneo. ~eguendo una linea che, partendo dal centro ùelln ferita IOIII(ttndinale
Hi ~iu praticai''·
l.O'\ IR JOUTO
giunge tino alla lesione rinvenuta nel pentoueo. Ouen)!O cosi unn larga brecc1a a figu ra di T. altra· verso la '(llal~ mi . i• po,-.ihile versare tullo Il sangue r.onteouto nell.1 ,.,jero:-.a, ed e.;aminare accurat llllente i \Jc;ceri piu profon1li: ne,,unn lesione. all' infuori di una lieve altra~ione del l'O lo n ascen•lente. n•chiodo allora, suturando i diver:;i !'tr-ati con fili di ..eta, applico una hnona medic 11ura e una ,e,rh·n di çhiacrio. \1 3° giorno tlell'at!O oper·ativo t'infermo non laa :n ULO che due lir•vis~ime elevn•onr di temperatura serali (3 ° C.). però bi,.ogna nnche notare che non ha mai en1cunto. ed ha la lingua fortemente impatinata. La mattina tlel :)• gior·no glt presaivo O r.t•ntigrnmmi di calomelano. lllhlliO l' iofet 1110 h.t una tosse ins i~ tenle , che nOli mi riesco 1t vincer·o neppure colle closi ùi morfina piu elevate, al 7° J,tinnto sono ohblrgato a togl iere i punti, perdaè :a rutP m•nntcin tl1 nlcerar:;r intorno ad e;; i. ~on vi c intìl· trazione ~uppU1'11llra, pero non monca una rli~creta r:H'··nlta eli ,angne nella parte piu decli,·e della ferita . Sullo l' impull'o clelia tns,e i hordi ùi l]ue,t.l si allontanano. ~icchè anen.ln dte ::;iu reli~nta, per •·rnenl:lre c ravvicinare nuovamente i m·arg1ni con punti di sutura . .\ que,to "e··onlfo allo apPrativo pror.edo il giorno l i lu:!lio . Il ~3 tolJ(o i punti. ma, malgr·arlo la piu gran pa1·te •Iella ltnr'il d1 ;,tJlura ahhi1 reJ!oh.nnente arierllo, nel meuo •lell• ftm ta, "'a pl'r la C"lllu;.ità dei mar~in i, :. a per la tt-n· o;I(Jne eqn~er.~la dei LP.s,;u ti. rimane uno scollameuto lrmit.tto ad l ct•ntrm. e meuo di e,lensronc. ~J e,fko nnovalll~'O le. e poi. n~i giorni successivi. eèdto le g1·anulnz•oni, toccando •1 ueslo punto con un lapis di ni · tr.!lu d'argenro Sul li n•re del me~e Ji luglw l'infermo abbandona l'ospe· du le.
ALLA. CHfROltGIA OPtlUTIVA
FerUil d~l .-r a nde omento .. dell'lntt>l!ltlno tenuet:morra5ht cavJtar la - Versanaento di tuaCerle feea ll - Laparoton•la - GuariC{IOòe.
P... Gi.wuoni. di anni~ ~ . contadino. nativo di Bell~!!ra, la nolle del 30 J.riu~no ricevette u_o colpo di pugnale nella re;;iune luterule desLra dell'addome. La ferila è !>ttuatn ~ centim. nl di sotto del hor·do co~ tnle, sul proluugameoto della linea mammillare, e da essa fuoriescono oltre 13 ceotirumi di g.l'ande epiploon L'infermo giunge all'o:;pedale circa 3 ore dopo la ri por·tata lesioM : fisso l'omento fuoriuscito con un ldetnmer, prC'paro la regione drt opera.re ell applico il soltlo unp<H'CO. Il suo a•rpello è molto soJTerenle, lo stalo genera le grave. Un'ora dopo viene condotto io sala optlraloria e clorofurmiz?.ato. Op~·~·t,:ione - Sbl·iglio la ferita per uu'esten"iooo Iii l :1 centirn. srguendo un l!'aj.!Ìllo leggermente ouliquo. e suturo l'omentll ruoriu~cito col solito metodo: e:;ciclo 1:1 par·re :-0· vr'1l3tnnte alla sutura e lo riduco, per me.d iu J>rOct>dere al1'111cisione òel peritoneo. Fisso i mar~ini dr questu co11 delle pinze tli Pean. indi rimuoro i pochi grumr sou~ut~ui che rinvengo nella cavità peritoneale; in que~to tetnpo dell'uperazione però mi acCOf1!0 che. miste al san!!ue v.;r~ato, I!SislriiiO delle matene Ili apparenza feculoide. Eumwo imrnetlintamenle le intestina, e io una delle ult tmo anse del tenue rin veol-(o una ferita lineare di due cenltmetri, Ol'clnsa Ila un bado fecale: in pr·ossimilà di e'Ma esiste una infiltrazione limitata della sierosa. Oisiufello nccuratameute. e pratico fru i margini della ferila i ntestinttle un doppio pinno di sutura alla Lember·L. Lavo la cnvitit periLOilO!lle,
48
CONTIUBUTO
e •ru 111lln m1 sono assieuralo cbe quesla è ben dt:~tersn,
richiuùo il periloneo o suturo gli :MaLi soprastant i. \leùico e faccio applicare una vescica di ghiaccio. l.o stato J(euerale dell'infermo è re$0 più grn\e dull'a.liooe del cloroformio. mal#tl'iltlo l'inalazione s.ia stata limitata e di b1·ere ùnrata, s1cché é necessario ricorrere alle ioiezion1 ewtauli di etere e di olio canforato. Poro dopo, qunntlo lo stato dall'infermo lo permette J!li somministro uM piccola do~e di Linrnra ù'opio, per auutire la. pel'iswls1 t o te,trnale. Durante i prtmi tre giorni dall'operazione la termogeue;;i as~cnde di poC'hi decimi sul normale. dal 4° in poi l'infèrrno i· apirelttco, si c~h~ al 6° gtomo rimuovo la medicatur·n e tolgo i punti ; unu piccola raccolta siero-sanguiooleuta mi costringe l\ ùivaricm·e in basso i bordi della ferita cutanea, però non vi è ln.lccia di suppurazione. Medico nuovamente con una soluzi one di snblimato e comincio u rar alza re l' infermo. li ;; agosto è in grado di tornare alle 'ue occupazioni.
FerUa ~enapllee d e l perltooeo - Laparo Co•ula Guarl;:looe.
G... Emidio, d1 anni 31. falegname, nativo di 'elletri, il I!ÌOI'OO l :j luglio -riene accompa){nalo aJI'Qspeùale pe1· una ferita della regione addominale. EsaminaLo, presenta nella re~ione laterale ùesLJ'a dell 'addome unn lesione di continuo a margini neLLi, lineare, s1tuata nn centimetro infuori della cic;u rice ombèlicale, estesa ouliquamente per un pollice, e dirella in basso verso il yeritoneo. Dalla ferita non sgorga sangue, il pol:;o è 1n ottime condizioni, ma, ciououostanLe,
.\LLA CHlRURliiA OPRRAfi\"A
nel Juhbio cht> possa esser penetrante, credo prudente in· Lt•rH•nire. Opmuiollf. - Addormentato l'infermo. procedo nli'allo operntrvo: avendo la !estone un tra)tillo ohliquo 'erso destra, inCHliJ, a 2 centim. infuori della ferita cutanea, la p~lle e il sotLocut.:meo. seguendo una linen perfeunmentc H't ticale; shn:;:lio J'aponeoro..;i del retlo atlclomioalo corri· ~pon ,J•·nt~. indi d•vido le fihre d! •ruesto parallel:unente alla loro 'iirt:J.ione. arr·ivando in hren• ""Ila lamina 'pn~tel'iore clell.t "tt.l gnainn. Fatt:1 l'emo.-tasi, :,i renrle vi'>ihile sul fuu.Jo di detta lamina nn a ferila tra~rersale. lar~a ~ CPu ti1net1i '' poro più, interessante 11 per-itoneo, e attraverso cui 11rou·udo il ~rund e omento. I ncHlu allor:t il peritoneo pet· lull n l'am piezza della ferila, ne lìss~1 i bordi con dello pinze di Pean. où P.samin o le anse de! tenue : ~ouo intri se di l'lnrl;.:ue, rnn non \"i è lesione d1 sorta: le lavo nct~uratamonte run ttCtJUa hollit.t. le asciugo. indi richiudo. suturando i dt\l•rsi ,.tra ti di tessuti. Ap plico un:t merltcatura ,;teriltzzatn. ~ t!"UIIIl reazione febbrile nei giorni 'lii'CC,,_ivi; nl u•. t'~5eOtio "'venuta la perfeua riunione tlet bnròi ùella ft>rit-• lol~o i punti, ed applico una nuora nwdicntura; il ~6 lu~lio l' inft!rnw lns~ia l'ospedaleJ complt>Lamente nstabilitu.
•4"rUa traaro8sa del dlatramma . • l .aparotomla • ••rte p e r a11eD!Ja acu.ta ~·... Perfetto, di an ni 5i. natiro d• San ' ito [\ ornano. porLin.tio, il conùotlo all'ospedalfl il 1G luj.llio. Presenta una fp' tta da punl<l e ùa taglto, este,-a tr.tsver:;almente per i rentitnetri in currispoudenz:t del !lq spazio interrostale sini stro, lunJolll In linea ascellat·e anteriot·e, ferita che inter·e:~s!l la i
:,;o
CO:\ IIIIIIGTO
pleurn, il hor·do infmore del polmone corrispondente e il dinfr.rmm,\ Oltre t{ue:-rn lesione, 1.. cui grm ità mr deciòe ad un iutervento chirurgico. l'infermo presenta altro .i ferile. dallt> quali ha perduto una cop•a abboodanti:-;sima di c;aDJ!IK', e trn c·ui unn é nella. r·ej.pone dorsale, in rorrispo ndenzn del Jo ·pazio rnt~>rcostale -,mi,;tro, penetrante profondamente nella cavitit pleurwn. le altre sono di minore entilit ed interessano la regione palmare e dell01tlea d(ll lato cornc;poodenLe. L'111fermo ha un polso piccolissimo e frel{uente. è pallrdo e maJtdo ,)t sutior freddo. H' sofTI.'rto dr reumatr ...mo nrlkolnre, pel 11uale fu congedaLo dnl scr,·izio militnre, cd ora è oppre::.:;o fretJuenterut?nte eia palprrazione dr cuore Tollo ciò serve a renderri più circo.:pNti nella narcosi rloroformu·a, rhf>, m1l~ratlo .1kunr lievr rncidenti, proc~de rPgolnrmeote lìno alla fìne drll'atto operativo fJtll'ra.:umc•. - Preparata la camt>ra opt>111torin colla ma 0gior· possibile rapidiln e addormeoL:1l0 l'infermo, shriglio amp·amente la ferit:~, seguendone rl tr.lJ,!illo mnscolo-cut:weo. Cht• J11'ess' a poco corrisponde al ÙOI'IIII rnferioro d~tla p• coSl{)la. Rst~ontral.\ nella pleura nna larg,t ferita tm"ver,ale, prtll'edo rapidamente alla resrzione tii un buon tratto della !l rthtola, dislacrandonfl prrmn il (ll'rio,lto, e lr~anùo l'alterin iuterco~tale corr·i ... poot.!ente. Ollengn rosi no' ampia hrecda dall.1 quale mi t• facile esaminare rl bordo iofl•r·rore del pulmorw e In. rupcrla dial'ramnwtic:a: usservnndo questi \Ìsrera. ri.;c-ontro una lieve rerrtn dt•l lemho pulmonarc, ed una ltu·~a le· ione del diaft·nmma, :-ituata a 4 centim. intlt•uu·o della sua tnsenrooe co~tllle, rn pr·o~hrtnita tlel perr1'ttr lro, lesione allra,erso c:ni fa ernia lo stomac·o ed in palle anche il gr·ande omt>nlo. :\e fisso i bordr con tlelle pinze eli Pean, la dilato. per poter rne,din e'aminare lo .;tomaro ed ·r~.;irurarmi che rn esso nou e~bte lesione t! i sorta, indi lo. ~uturo, e, prc1-
.\LL.\ Ullllt'RI;IA Ol'EliA Tl\' .\
tieata una buona irri;razione d1 aqua tepida, proce1lu alta riunione per prima dei tessuti sonastanti. Ou1·ante l'alLO -operativo l'infermo non ha perd uto che poche gocce ù1 snngne, però il l'UO pnl~o i• e-tremnmenre dl'hole, aritmico, di qunndo ill•}U:\OdO llllermlltente, SICChC. rmma di farlo tra,.pnrtare a ella rorsh. !!li p1·atico 'IU l! che ini<'t.ione souocul:mea di olio canforato e ca1Te111u. Nrlle ore wn•eculiYe all'ullo ope1·u1ivo c nel mallinn del aio1110 successivo le for•te tlell' infermo si consPrvano in uno statll di e~aurimento Pstremo; il ~ n o polso è piccolrssuno freq uente, "pes"o anche inlf'l'miueutt>: pratico l'nutotra.,fusione e, contempor.meamente clÙ init>ziont er.citanti. Lrasfnndo nel sottocutaneo unn soluz10ne tepttÌa tii cloruro di :-.odio al 0 .75 ·;o. 'lnlgrado le pi1i amorevoli cure l'infermo muore dopo p<>cho ore (7 pom.), con•enando integre lo sue facol!i1 tniPitellllali finu n;.:li e»trt>mi t:-lanti. Il malltno dt•l ~tiorno 20, per or1ltne dell'anlorita giucliziari •, vieue be,.:uita l':lulops a tlelc·adavere. tlalla quale risulta che, conforme alla dio~no~i falla nell'allo operaltYO, In ~lo m ncu p i \ i~ce ri addomlllali adiacenti nlln fer·ita diaframmatir-a :;ono inlegi'Ì, i margini di !JII e:.ta ~ono hene o cctnln llo, e nella pleurn 1.' Ot•l pe•·itooeo non è ver~aL'l. neppure la più .piccoh quan1iti1 di san;.:ue. l va-;1 de1 tltver~• or~nni oiTrono uaa. scar.;a iniezione ~an~niJ,.tn ', l'anrta è rt:.tretl.l m• l ..;uu ral•bro, con chiazze dt dPgeutwa7.10llc> atcromnto~n : OJ>sstma le..-lone or;.tanrrn pPrò .;emllrn e._i,tere nel cuore. Qu111d1 si stabiltsce che ltt morto s1a avvenuta per anemia uruta, iu seo~aato alla ~nve perdita di o;anJ!UC .;ubila dall'iuff:'JIOO.
CO\TRIBrTO
Ferita Cra 0o1fos•a del dlnframma - Ft.>riCa della mUza - l~erlCa dell'anttolo •plc nleo d e l eolon . l .a paro tomla- S ut u r t• della mlla:a - E nte roraDa - Gua rlttlooe .
1; •• Umlterto, d1 anni 1!'1, fntLorino telegratico. natiYo di 1\oma, la sera tlel 29 sl'Ucrullre 'iene &)!~redito c•on on violeuto colpo di pugnale: appena ric-evuta la le.,lOne fu pre;)o c·omu da on ~enso dc clehquio e cadde, mentre dalla fenta sgo r~nva una copia nhlwndanL1ssima di snnJ,?ue. Trasportato all'ospedale ed e.;amin.•to, olTre nell.t 1e~ ione dell' ipo~ondrio ,..joi:.tro una ferila c)a punta, n m•. rt(tOÌ nclli, e."-IE':18 OUIÌ•IUOIDente per 3 C(IOtimeLI'i Ìll COITl~pnndellZll del l o• spazio iulercostale, lun!!d la linea n,..cellare po"leriore. Da tal fe rita Il sangue fnnri esce ad ioter·valli e misto :\ holl.cine di tlrla durante gli atti espiratori. Lo slnlo J,!enerale dell infermo c gntve per l'nhhondantu emorrag111 sollerta : il vultn è pa l llcl i -.~imo, il pobn frequente e appena percettibile. la re,pirnziune dillìcoltosa. però le facoltu intellettive sono lullof·a llllegre. Per :.ostl'DPt'e le sue for·zc gli vengono ~omminislra ti al·· uni cucchiai clt cognac. e nello ~;~esso Letnpo :;j prn licano iniPZi Jni ipoder·mwhe eli Ptere solfnrcro e di olio canforato; si eset(ne nn impacco compressivo sulla ret:ione r~rtl.l. e. pnco dopo. lra, portalo nella sala cl oper·aztone, J'iofermo t' .;ottopo.;Lo a narcosi clorofur·oica. ()p, r11;tt1tU. - llisinfellaln ronven1entemenle la pa rte su rui ùtthho opt•rare. "hriglio la feril<t l'Ulanea per un'e,teo " sione di circn l i) centimetri. sPguemlo tlll docor~o parallelo al mnrJ.tine 1nferiore del h l o· ro~tola; mcido l'aponevrosi e le lligitazion i muscolari sottostanti. e pongo allo sco' orto
aoa larga lesione dell'in•err.ioue cos tale tJet diaframma: lu pleura ed il peritoneo in 1111estu punto .sono lesi e comunicanti, sicchè per avere uoa Lreccin cos1 nmpitt rhe mi permetta di porre 1n evidenza 1~ lesHlOI ri~cerali che hanno dato lungo all.1 profusa emorragia, sono obbligato n resecare per un buon trauo l'l l" ro•tola. f>ilato la ferita ùel diafra mma. prolunJ.:aUilola 10 bu•"o nel .perituneo parietale. e nt> lh~o i mal)~llll ron 1lt'lle pinze ll1 P~·an. E--.untno 1111metli.llumente la milzil. sul cui margine poslt'I'IOI'A ri11VPII )o!O Una f~IÌL,l l.u·r.a e prof,mtfa a lll:ll',!iDI s(ran,.pati. la 1lettli'~O cun 1111 tampone tli garza L!a;,;nato in una sulnz1one Lepida di sultlimal(J, indi nt! ra\ ,·ic111o i margini cnn Clni}Ut! punti di IIUi ura. molto profondi. alltJ "''opo di nrrt>stare l'emorragia. Ollt>nnto co~i l'intento e~amino i ' ist•eri luuitrolì e nell'an:,!olo :-plt•uicu del l'ulon mi i! possibilt> pntpare una seconda Ieri la , aLtra' erso l'Ili può ltbernmeate passare il !IliO indice : la fi i,infeno con molta Menmlel.zn, e po1 ne rav· "Yiciuo i hnrd i ron punt1 di :.ulura slacrai L f) uestu ternpo dell'operazione rie:-.ce molto lt10~o e diflicoltosu. noo sulo pen:hè il 'is•·ere giace )Jrofondament•• e non ,> aiTallo mobile. rna anche JH'rche la milt'l, ipl'rlroli··a, frhltìle e aderente in molt1 punlt al pentonco p:tnelillt•. non p re~cnltt eh~ un lien~ srmo ~r<Hio 11! "PO~tabilttà. f:om(linta J,1 sulnra pratico nel!,, r,an ta pt!ritonPnle unn. baona ;rriJ!az.UJue c;no acqua ltolhta, nmnovendo 1 ,.:rumi sanguigni che mi è po:.-ll,.le ra~gwngt•re; -.uturo 11 perttoneo " il diafn m:na. in H. prtmn di suturare anche la. pleura, estlffilllO il lwrdn inferiore del pulmooe cuni s.pondente. ma non " 1111vengo ne~suoa tr.tccia di lesionP. ~e ravvicino allora i mnrgin1 , e po1 , C•l lllplllltt l'elllos tn!ol, p1·ocedo nlla riunronc dl'i les,nll soHastantt. Applicati\ una lmooa r11eùicalll ra c ri~vc;;llato l'i nfermo,
CONTHIDLTO
gli somministro qoalcho goccia di tintom d'opio, a fina cJi · tenere lo anse intest10ali in uno stato di calma assoluta. ~ei pnmi s.tiorni che se!!uono all'llllo apPrativo. il ventre dell'infet·mo t\ te"o, tlolenle alln pres~ione, e la temperatura le)!germente fehiJrile: ordino l'applicazione di una hr;.1a Tescica dt ~hiaccto, e procuro dt calmn re l'irt·egutete:r.za dell'infermo con cptnlche iniezione ipo lermicn ai murlìna \l 5° giorno la tempet~.ttura. che precetlenlemenlc non ave·u m~i oltrepas,nlo i :} 0-3~.3° 1:. torna nei llmtlt normali. eù i• scompars.1 in !!t'an parte la dolnrahtlttil ed il gonliore d,•IJ'addomc. l' ratt'lnto continuo a teneri' l' infermo nù una dieta Tignrosamt•nte littuida. ed approliuo Jelle buone condizicmi dt•l .;no stomaco per retnte~rare 10 'Jn~to modo l'ahhond\lnte perdita dt :\angue. \l 7° I!Ìorno l'infermo è empre apirettico: rinno\o la medtcaturn e trolo che J'aùestone dei maq!ioi Ù!llln ferita è ayvennta perfellameote: nel :;uo bordo supertore il Iramite di alcuni punti di !;tllura rutanei pre,Pnta nna l iPvissima reazione Oogisticn. ma non vi b traccia d'inlìltr·nzione. i applica una nuo'a medicaLUra, dopo U\Pr tollo 1 punti, e ~~ comincia a r>ermcttere all'tnfet·mo la dieta ordtnariu. Dopo due ,!iorni l t ctculrice t' già ahhastanza re'''tente. e l'tnfermo è in pteoa convnlosccnza.
Om, ,)a tjuesto c d:1gli altri casi tli laparotomin che qut ho riferitt multa che. dat.t la stcurcu.n colla 'Junle :;i pnu O).!J.tÌ prort>clere agli atti operatn 1 anche pit't gra\'i. t' razionale che nelle ferile òell'aùdome, rJunodo ~i sospellt una !estone dPI peritoneo. :;t debba -.eoz'altro ttttf'nentre. Se la soln sierosa pltt'lecipn nlln le.qione, In lapurutontia si ridurrà atl un allo puramente e:,plornt 'o e 1 mnocno. ma :-6 e;; i·
ALLA L. Hill UI\t;rA OPERA'ri\'A
5:i
stono gravi lesioni -çj~cerali, come accada nella maggior parte der ~~a;;i, l' ioter\'ento non solo si rende necessnTio, m<t i• di un'importanza ussolntnmeuto .:apitnle per la vita dell'111fermo . E tale intervenlo dev'esser· sempre pronto. a fine di arrestar·e le emorragie. spesso gravissime, che si priJilucono quando fu rol pito nno de~li organi glaudolari, e 1li 6\'ituro i pericult tii un'infezione consecutivo, se le lèSioni i11teres:-ano lo stomaco o le anse inlesttnHii. In tJUI!lsl' ultimo dei rotei operati, mentre da uun pat'Lc l'i u·erH~nlo i mmet! iato ~ra gìol>tilicato dall' emorra~iu i mpo· ncnte clw nl' r.ompromelteva la \ itu, dnlrnltr·r. era indtscu ttbtle pe.r preYerure i pedcoli Ji ttna perttonite seuica 111 •(U:tle sarel1be r.eJ'lnrnenle seguita alla !estone che fu nnvenutn nel colon. IJuimli (levB ritener,, come uno det concellt piu elevuti della modernn cllirurgin. quello che ci guida ad un atto oper.llivo ogntqnaholt:t, lru\nndott io pre:.eoza ,Jj un trauma violento rlell'atltiotne, po!~slamo anche lontanamente sospet· tnre la le~IOOI! di uno dei visceri che d san contenu ti.
LV.
Fe ..ua d 'arm• da ruoeo n e lla r egione liott o eelpl tal• deslr.- .
Il .. Ralfaele, ùi anni 38, veuurioo, nativo di noma. il mnttino tlel 7 aprile, ricevelte un colpo ùi revolver, meolrt!
eru n ca~settn della sua cnrrozza: cadde a temt, riportando non larga ferita lacero-contusa nella r8j.(ione ft·ooto-orbitale
56
CO'\IRIIIUTO
destra, e rac.:tllto, venne trasportato all'ol'pedale in uno stato di s:rave ahhattrmenlo. \ ppena riceru1o, si pratica un'ar-t·ura ta disinfezi,me rlella regione ~olpita, indi sbriglio ì tessuti allo scopo di eslrnrre il proietlile: lungo il trumite della ferila rinvengo 2 sche~ge di piombo, e poi, incidendo trasvcrsalment~ i tessuti, pet· :;e~uirne il tra;:illo. ul •li sotlo dell'aponevrosi oucale, riti'OVt) la ma5~a p1 in!!lpale tlel proiettile schiat•ciata e incuneata nell'osso in prossimiti1 della protuher·anz:t occipilale esterna; la fisso con nntt pinza a hr·anclle rr\tllto rohuslll a la eslra~)!o: il tavolato esltwno dell'osso in questo punir> e .!'dtrggiato, però la perdit;1 di sostanza nou ne mtere;;sa tnlto lo .;l'essore. Rinoisl'O di l' inLPnzione. e tolgo la medicatura dopo sei ~iorni: la I'Ìrtn ione v pt>rfeUamentl' aHcnutn, e,·ceuo che nel pnnto le31> dal proielliiP, ove esiste uo'inlìlll·nzitme porulcntu limitaL•ssimn. Rinnovo la me.Jicatura o~ni 3 giomi, e trovandolo il 30 aprile in ouime condizioni, lo licent.io dnll'o<.pedale.
F.-rUa d ' arlllt' da f u oco
lare
o ~ll a ~~I one
a nrle o -
dC"@itrll .
" .. . Luigi, di nn ni 27. meccauico. nativo di Fermo. il mauino del !l maggio Lan tr. suiciria1·si con uu colpo .di r·evolver all'orecchio de:;tro. Con dolio all'ospedale 1nezz' orn dopn l' esplo:;iooe. lo 65nmino l" lo trovo io i~talo di piena coscenza. l movimenti mnscolari dellt\ metir destra del volto sono dd tuiLO paralizzati : vi i~ rniosi p• n tLOiilo accen tuata nelln pupilla ùell'occhio corrispondente: la perdi ta di snn~ue non fu molto considerevole. \.Ilo specilla1.ione rilev-o che 1l proiel·
•
ALLA «:lllttUI\GlA OPER.AU\' A
:r;
tile è penetrnlo in direlione perpendicolare al piano dell'orecchio pt~ r una profondità di oltre 5 ceutim .. ferendo le par·ti rnoll1 pot:hi millimetr·i :dl'ind1ell•o del meato uditivo esterno. Il --nono che lli pel'cepisce pe•·euoteotlo lo specillo contro il fondo del tram1Le della fe•·ita. dà la sensazinne nella d,•l proiellile, però mi a:;tengo dnl fW<llicame l'estrazione, :;it\ perchr e~~o ~iace profondamente sul!t\ base clel rra uio, sia per• evitnr·e il periculo cl1 determinare una gr:WE> t>morrngia o nna lesion e dei nervi cer\'lcalr profondi. \_d o;.;ni modo. riai fenomeni paralitici del volto. risulta chi:~ ro rhe è :n re nuta una lesione, o per lo meno una grn•e CP!I lttsione dol f1\cinle al suo punto di ll'l'Ìta del forame stilu-mJStoiùeo. f'ino alla sera Jel l t maggio l' infermo co nserva nna lucidezzn di mCnLP perfetl.n ed no'apiressin completa : da IJUt'l.lto momento però s' ini1ia uno state• di delirio, senza e h ~ pemltl·o vE:uga nlt~r:~ta la Lennogeoesi, delirio •·ontinuo e pf! tJU·tle );l f.111tasia dell'torct·mo é soverchiamenle eccitata. f) opo 3 giot ni questo tlelirio cessa. e le condizioni locr11i ùell'inferlllo, pur mnntP.nendosi qu,.lj furono nei ~ iorn1 anlocedenti (paralisi del facialc, lel!gera suppuraziooe nLtr:l\'er;;o 11 u·amits della feriLa), permettono che mi:.~liori d'a,,aj ti suo s1·1to generale. l'a-;,• oo cost molti g1orui, liurante i qnali 'rengono somministra ti all'infermo Jei lieçj calmanti : con tinua sempre unn li~>vc suppurazioue aHmvet·sù In ferila, tanto che mi fa ~pf:rare rhe, trasci nato insieme ai cenci. il proiettile pus.;a t'I'Otl~rsl man mano piu supedìcinle; infatti verso la rine dt>l aiuyno specillo con e~trerna delicatezza Id fel'ita, e St> nto il pt·oit•Uile a soli :J cenL1m . di profondità. tiò mrllgr,,do non tre. io prudente di pralir 1re uno shrigliamemo per potel'lo estrarre, e r\LLendo •tualcbe giorno un-
CO''H RIBUTO
cora coll'intcnziono di npplicani, ove sia possibile, una pinza dentaltt a sottilhsime branche. Crò. per altro, mi vteue tmpedtto, dovendo, per forza mag;:tote, lh:enziare l'infermo dall'ospedale. Il giorno i; n~usto In accolgo nuovamente. e, sembrandomi assai prù superficiale, tento l'estrazionP ciel proiettile: incido il padiglione ciell'ort•cchio lungo il uo mar;.rine po,.teriorc per un'estensione di 7 centim. circa, lo d t st:~cco dall'ap,lfi,j mosto11le, e, portaodolo fortemente in avanti. rli.;cuopro il punto J'ingres'o Jet proiettile: roo una pinza !inameni e dentata lo fi ...so e l'll!:;co ad e'ttrarne un rr ammento rhe n1• costrtni~c·e prcss' a poco la meLit dell.t ma-.,.a: il rt•sto mi i• impo~srllile rintracciarlo. stante la profonditi• in cui giace. 1\iunisro con punti di sotu ra l'inci-.ione pr·aticnta , e tlopu G giorni tolgo i pnotr essendo regolarmente :l\ venuta la riunionE'. Come ell'Plti immediatamenre consecuth•i nll'eslrat.ionc rilevo una diminuzione nolevolissimn clelln paral isi ùt>l [,tcralo. diminuzione che progredrsce ::-emçru piu rollf' applirazroni elettriche giornaliere a cui soltopoo~o r inf.. rmc.. e la scomparsa complela delln miosr cbe .,;r m~nife~tò nell'occhio dosLro. In seguito ha luogo andte un nhhn~:;amento ptu completo della palpebra superiore, più facile t l'azionE' dei mu,coli facciali che prima semhraHlno cnrnpletarnente paralizzati. ma alla corrente continua rirn.1ne sempre insensibile la zona di pelle che t' innt•J'\'nta dal cutaneo cervica((' superiore, ultimo rnmo dellu br;,nta ìnferrore del f.ccrale.
ALLA CIDRUR GIA Ol'ERATIVA
59
Jo't'rlfa d 7&trn•e da rooeo nella re a:;lone !CoHo• pl · n o8a dellase apola sinistra (non pene tra nte) . Fer U.- d 'arJUe da fuo c o nella relklone pos t er iore d e l torac e sinistro, AJftuata lunJ'O la li nea seapolare In eorrls p o nd e an ;a d e l 6 ° tipa'l lo lntereos tale ( pene tra nte) ,
L.. . Clorinda. di anni 19. nativa dì Roma. e r.ondolla all'oRpcdn le il giorno 2 mn!!J!iO in nno stato di nllllntlimento grnvì:;simo: dall'esame locale e dallo slalo del polso no n semhra però che l'emorragia interna avvenuta sia di ~rnnde im porlnnza. Estrngt!o il primo dei due pr·oieuili. dn cui fu CIJipilo l'i nferma, trova ndosi a hreve profondità ùnl suo punto d'iiii-{I'I'.SSO, eù appl ico per la seconda lesione, fll() llo piiL gr11 ve, uu impaceo al snJdimaLo ed una \'escicn di ghiaccio. Te o ~o soll nvnta l'inferma con eccitanli e con una dieta. liltttida, ma v1gorosn, per parecchi giorni. amministro re;;olarrnenle un grarnmo di solfonal alla ·era, per conciliarle la colma ed il r ipo~o.
Tra5corronu parecchi giorni senza che la terroogenesi <~ia mPnomaruente alterala: rrmno"o la medica tura e procetlo nll'asrollaziolle del torace, dalla quale r·isulla che all'intomo del punto io cui è penetrato il proieuile nell'or~auo respiraLfll'ru esisle una leg:;rera ottu.situ, senza che pet·altm ,j sieno srnLnmi manifesti d'un emolorncé aùbo odanle. ~'i n izia il prt1••es..;u di ehminaz10ne delle escare nelle ferite cutanee. Hinnovo di quantlo in tJuando la meùicaturn, e t·omtnto un miglior·nmento progressivo del l'inferma. [l lfJ ma;rgio, persuaso che il proiellilo penetrato nel poi· rn11ne ~ini stro. e precisamente io quf'lla pnt'Le del sun lobo
ti O
C(J~TIU IH:i IO
inferiort:J dte non ha vasi cii calibro troppo con:;iderevole1 si :.ia incapsulato~ u~endtJ come 110 corpo estraneo aselli co, comineio a fnt· levare l'inferma di leuo, e dopo alcuni gH>roi torna con' alescente alla "ua aùitazione.
FerUa d'arm~ ùa fuo c o n e lla r e ,:ione outerlorfl HloltJ C-ra del Coraee.
S•. ..\ ntonio, di anni :3(), contadino, oarivo di Castel Jlaùama. il H ~~~~~uo 'i l•ne investito da un colpo ùi revolver·. Lo esamino soltan to 21- ore dopo l'an·enul~t lesione. TI ~uo sLI't lo genernle è hnono. All 'esame ohbiellivo preseuta, in corrispouilem:a del 3 ~ e~pozio inter·cost;tle sin istro, lungo la liuea ptu·uslernal e, uua fer·ittL circolare, del diametro di 8 millimetri cit·ctr, a margini p e~ti, introllessi e contusi: il tessuto pel'iforico per· un 'estensione di parecchi cen ti mt~ lri è tumiuo, arrossato e dolenlis·irno, sicchè è ùiiTicile esnminare minuzios.1meote la parte per assicumrsi che il proiellile sin o nn penelr•tto nella cnvita torncica. l.'e:.ame lisico d••gli organi respiralori dà ri:.ullati normali, non esiste emotul'ace, nè emollisi. Yedendo che le condizion i acll'i nfermo suno tanto soddisracenti. mrllgrado la w·aviLà npparenre della losione. mi Yiene il dubio che il proieuile pos,;a e!).Ser::-i arrestato nelle mliS$6 muscolari più proronrle o 11~-';.di spazi intercostalt corrispondenti .alla ferita cutunen: perciò, slu·iglio la feritn. pt'e\•ia narcosi clorofor·mtcn. e, se;wenùone il tramite, ~i u o go sul 3° spazio intercostale: anche il tnu:wolo tnlercoslale e la pleura sono reriti. il proiellile t\ incunenlo nel polmone in prossimità del bordo superiore del perlcardio, l> icc}r è non credo pmdeuLe
.\LLA GR 11\l'llf~U. OPKR ATI\' A
61
spingere più oltre Il' mie ìn vesligazinni, o mi limito a riebindere In fer ila. tenendo in o.. ~er\'3/.IODe r.nrellllll. Tra,.rorsi parecchi ;?ioroì della sua cle~en1.a ncll'o!;pPdnle, e ne;,.unn r.omplkazione e.-~endo..i ..,., ilicnln, lutto ci fn supporre che il proiettiiP si sia incnp5ulato. e perl'iò lkem~io l'infermo. Lo ri\"C!!!!O otto ~iorni dopo, e lu u·oro in nno ~taio pi~>uameote soddi:-facente. Ilo \"olntu riportare f]Ue'ta due ultimi ca ..i cii ferilt• d'al me da fUOCO, penetranti nefln COVIlÙ lnrat'icn. pprr.hi•! rualgr•(I()O non olTrdlltl ~lrnn iDieres:'e dal lato operativo. purP, clnnnn Jougo nd uun .. erie Ili con"ideruziooi 1li grundr impctrlnnza. eirca ilmoclo rh c'omporl.lrs• nelle les10ni d'urme tla fuoco rhe iolett'~snnn le :.n·aoJi cav1til. E A\ icll.' nt e che nelle ferile d'at·me da fuoco delln regionc1 adrlu:ninale, •Jn'lndo vi ~ia so~petto non . olo di pen~trazinne, ma di lesitHIO di alcnno degli l)l"goni, che vi ~on conlf'nuli. si dt>bh ~ prucedere. come recola ~o:ene raiP, ad un ntto operativo, t:ia cdu~~ in tnli ca<~i con oo intenento immediato e ra· tivrnle "i ha spe,.so gr·ande prohabiliti• di salvare l'rofermo da morte sit·nra. ~ elle lerite degli or!'ani toracici in,eco. e in modo partieolare tle•i pnlmoni. io credo che 'li dl'ltba attenrlPre !]u~ntn (trii ~i pui1, e nservare l'intervento immetliato ai cnsr in cui In YÌI3 dell'rnfermo;. pericolante per j!r.ne emorrnhiil, ed in r.ni -.j pot1'. nello ste~ o tempo. diagnu.;ticare con esntlezm l'uhirazione dt;l projettole. \!l'infuori rli que ... t~> cunti ngenz••. ,.. prudente allìdare alla natura il ròmpito di ripatrnr" alla lesrooe, e son·eplitu·e, per e5ser pronti n t•ombaurre i pericoli di IJualunqoe compl icazione. F. infatti r casi eli cui io ho riferito, e molti altri con essi, ~ono una prova elOtJUentissima che i proiellili possono talvolta rimo.·
CO~I II IIIU rO
nt>re incap... ulati in seno a1 'i.;reri, a guisa di corpi e~tranei pet·fett.nuente asellid. ~'ent.a at'l ecare alcun di:>turho alla loru funzione. TllltU\ (l) a que~lo propO!\IlO narra di una inferma che visse IH HÌ•II·ni con una p dl.t d1 r"voher nel ventricolo smi;;tro del cuot·e: alln sezione si potù constatare elle questa, a ridosso clelia sua parete postt:riore. era cir· condala da unr: massa Cihrino~n che l:t i::olava perfettnmente, e ... ul nuo ~a rdio era scomparsa 0!.:111 traccia del suo punto d'in;.;resso. t~oto lilpidamt•nte era anenuta la c11 atrilznzione; mt•ntre un st•cnndu pt·oit>lllk rinvrnulo $1lllt \'Oiln del diaframma. fu quello r.he ne produsse la morle.
Fraetora naal conaolldttta d e ll'ornero • lnlljtro. 1\ eN~Jtlon e .
11. .. F1orellino, tli anni IO, nnii\O di RonciJ,:lione. è n(;r.ullo n ell'rJ~pedale il 3 lu.!llo O.tll'anamnesi si rllt>Hl che. :-nl finire del me~e di tna~..:io Il p c ·olo infermo l.'adde. urlando forlemente il gomito swistro r.ontro il suolo: nli' urto llmnc dietro un clolure cost profondo ed acuto tlelln parte, eh,• p~r nkuni giorni non J.(h In pos•iuile tentare oh'un mo· V1mento dell'arto. Il go111ito· si xonliò nolcvolmenle. e cosi r irnno;e, lì no al giurno in cu1 fu 111viato a tfue:;t'ospednle, mal~rado il riposo e le applicazioni risolveut1 che ;.:lr f1uorw localmente prescriue. Osser·vo l'mfenuo :S-0 J,:ior·ni dopo la end uta. e lro\ o un po' raccorciato J'a,..,e del lm1ccic•: nella re:.:ione anterion' dell'articol az one tlel ~omito. nn poc•o al dr sopra dt•ll'in-
TcLLAUJ:, Cllir urg. elm., vul. l, 11ng. 5R
ALLA CHLRUUGJA OPER.<\.1tVA
63
terlinea articolare. esiste una tumefazione dura che si continua in alto colla diafi ~i dell'om~>ro , mentre in basso !'amLira rotoodeg~innte e levig<lla. T movimenti lnter·ali dell'arllcolazione (prounzione e snpinnzione della mano) non sono nff:J.tto impediti, però la lle.'ìsione ùell'avamhraccio non può efTeuuarsì quasi per nulla, ~:> ta nt e l'ostacolo che le opp(lne la Lumofnzione spor·genle di cui sopra ho riferito . cosicl'l1l• l'avambracci,, è in uoo st.ato di estensiune continua e forz:\ta. r r·npporti articolari fra l'ulnn. il radio e l'omero sono del tollo normali. Si tratla euza duhio di una frallura sopracondilaidea dell'omero. in cui il frnmmento supPriore di 11ueslo. spostato iu avanti, impedisce la flessione, mentre l'inferi ore, tirato inJielrc. ed in nllo riai tricipile estensore, per ln SUil inserzione sull'olccrano, meuLirebbe, a prin)o n"petto, una lnl!sazione posteriore. Il ,.domo R procedo alla r·esezione soLlo-periostf'a del callo oss~o. situo in posto i frammenti, essendo intnlla la capsnlu articolare, e tampono provvisoriamente per arr-estare l'amor· r1\gia del te~suto spu~noso del l'os,;o. Dopo ~ ~ioroi ::.uturo i tes<-u li n strati successivi. eJ :1 pplico un apparecchio mamovibile. Al 6' giorno. non essendosi mai veriOcnta un'alternzioue apprezzabile nella Lermogenesi nell'infermo, tolgo i pu nti, però vi è nel tramite della ferila un a tenue raccolta pnru· lenllt: lavo ac~urntamenle la par·te. clrenaggio con nn sottile stuello di garza, Pd applico una stE'cra aù angolo molto acuto, a fine dr tener bene a contallo i ~ frammenti dell'nmeru. e di l'òDdere me.glio servibile In mano. qualora dovesse avvenire un'ancliilosi p •rziale delrarticolnzione. Rinnovo la medicat:m• ogni 3 giorni. fino a cbe sia scomparsa ,,goi traccia d'iniezione. \ l 20° giorno la frattura f' ben co o!lo lidaln, però la ri-
6\.
CONTK1RU1'0
gidrlit der ligamenti articolari 1100 per·melle ancora che un grad(l molto limit:.tto nei movimenti di lle.;sionc e di estensitJne. Rinnovo con minor freq uenza l~ medicnture, e, dopo qun lche tempo, osset·vo che coll'esercizio continuato In parte 'a r·incquistando progressiyament~ la ~u a funzione.
Lull!lsazlon4" ealeanco-euboldea. del plt~de d e titro. Emartro ed etu~toma
p~ rlarticolare.
1' ... Cì. Batti~u1, di anni 50. negozi.111te. nntivo di ltoma, è condotlo all'o:;pedale il f 5 maggio per un trauma clel piede Jegtr·o. La lesione fu riportata cadenùo dn un:1 veunra, mentre il r.:wnllo. spavenLnlo, corre\'a all'impazzatn. li piede è de· formalo in modo che il .:;no margine tibiale c ripiegHLO ad an ~olo rieutrante; nel margine esterno, 3 centimetri indietro delln tnbt>rosità del '5° rnetntnrso, esiste nna sporgenza ossea elillita la qu~ l e dif\Leodo la pelle in modo rito minnecia di lac~ral'la.
Tento sn bilo In riduzione, facendo eseguire da un collegtl una m:1n0Ha di tr·azione di tnllo il piede ~uu·a~$e ùell:t gatnUil, mentre con i ùue pollici io respin~o fortemente in bns;;o la spot'J;{enzn ossea cbe, a mio avviso, non può esset· altro che la superlicie articolare del cnlcaguo (calcaneo-euhoidea), e nello .stesso tempo Pseguo una rnpil.la m:roovrtt di propulsione indietro. La lussazione viene co~i ridolla. Applico un apparecchio inamo\'ibile. e dopo alcuni giorni l'lntegriln delle parti ~ l'omplctnmente ristabilita: persiste soltn.nlo oun leggera dolornbilitit locale. ed un edema ci t·en~l'ritlo del pi('de che col ma~saJ,tgio e colle applicazioni risolventr va lentamente scompa1·endo.
.ALT,A Cni!lUJlGlA OPERATIVA
65
Consultando la letteratura clinica dei pt·incipali autori, quasi generalmente, non si trova alcun nccenno alla possibilità ùi una lesione di tal genere: Billrotb ( l ) dice soltanto che le lussazioni delle articolazio'ni rigide del piede sooo rarissime e derivano sempre da una violenza slrellamente locale, il eu i urto coglie le ossa del tarso mentre il piede sta fermo o nell'impossibilità di muoversi. Konig ('2) parla di una lussazione dei Ire cunerformi sullo sca(o ide, ma nvn dice neppur·e ~e e per quale meccanismo po;;sa aver loo~o uoa lussazione calcnneo-cuboiden. Nelnton (3), par·lando delle lussazioni ioter·tnrsee, accenna ad un caso di lussazione del gl'ande cuneiforme sullo scafoide, ma null'altro; e Tillaox sut·vola rapidamente sulla questione. ~ol tanto Dupllly e Reclus (4) aiTermano io modo assoluto che le lussazioni del calcagno, benchè raris!>ime, purtullavia sono oggi amme5se, anzi sono incontesLabil i IJUelle che hanno luogo coll'astragolo e col cuboide: due casi da essi riferiti e pnblJlicafi da Dumus (5) dimostrano come in questa se· conda var·ieta avvenga lo spostamento, e corrispondono perfettameTJte a Cfll61tO di cui noi aubitllno riferito. Quir.:di, consider·ando l'e:::trerna rarità di una lussazione di tal genere, ho creduto doverne tener conto nella raccolla dei casi clinici piri ioteressanli cile fino ad ora bo avuto la possibi li tà di studiare.
Il) l,l1LL110TR , vol. 1, parte 4•, sez. 2•, png. aos. (l ) KiìNto, vol. 111, pag. 6i0, tradur.. Vatlardi !893. (3) NèLATo~, Bltm. de .Palllol. ehimrg. - Pa.ris, i1!47. Tom. U, pag. 487. (4) Donn ET R.Bcr.us, 7'1-ctilf de chirurgie. Tom. IU, pag. 258. tG) DO/IlAS, Bun. gé11. de therap., !854.
5
6ti
SI~URCTII~II~, Il, PlS BtR~ORRAGICU EL'lEijUIRIT) NELLA TERAPEUTICA OCULARE
CONTRJBUTO CLINICO
La sptlt'iaiA osti nnzi ono cou cui le congiuntiviti gra nulose e le co u~J.;ll6rlli les ioni COI'neulr re~istono :..gli svariati trallnmenti t'Urativi hn f,tll() escogitare alcuni mezzi ternpici , i quali ll pr·tma 'i sta sernlll'ann lanto piu arditi in rrunnln t•he st .tdopt>r.tno -,u d'un or ~auo ;;otto llf!UÌ riguardo delicati,,tmo. f ra qttt•sti in mi IICl'uperò pnncipalmenle dell.t -.imlrcto· mi.L, e f~tr•) qui nel i hre \t! menzwne, e•l n titolo di ~oufro n t o. dell'ioocul:l/.iollc ·ici pus hlennrra;il:o e dell';oro'o lii iet{'ai· rily. Fu al 1\ udtler Iii [) •rm.-tadt che nel l ?l/. al co n~rl!.sS•) di Bru\dle,.-;, a..tccomiwdò ';, amente contro le affezioni Jl:l llnifurmi cor neali la .. inderlom aa, ~otto il nome di cirt'OIIL'Ìsione tlf.'lln t•oa·nPn. 1\el 1 8G~ il Furnari pubblicò un importante lavoro intorno n~o~la ollimi risultati da lui ollenuli in molti,stmi in· rea·mt dn tule opt"f·,tztonP. ~:ui diede il nome di tou ~ ura congiunlivalo, meutre gl'i nglesi più tardi la denominnrono
M SI,OECTOAIIA, IL PCS BLE~O IIRAG LCO E L\ EQCIIlln . KCC.
67
peritomio. ; ~ ~e egli non hn il merito da molLI aurihuitogli di a\·erln per primo escogil.tta, Lull;ll i a de1 e~l isi attribuire quello ÙJ averne bf>ne stod1ato il valore lf'rapeutico e di ai' PJ' eonlr:buito mollo a divulgarla. l n 'erì tft il conceuo della 5iudectomia non :;i può rlle•wre rM~ e del lullo IIUU\0 primu che Il h. ikhlet· ed Il Furna•·i a r es~e ro publtlicali 1 loro hlVfii'Ì. ~tacch~ le iudsioni e le st· .rilica7.ioni nll'intorno della rornea nelle sue aiTer.toni OugisiJche erauo praticate cnu Vllnla~gio ~Hl tla tempi remoti, e da e~se sorse l'i(lea d1 della operazioue. "timo intanlo opport11nu desrriven• 1! prm·esso operatorio, cnsi come il Fnrnn1; lo eseguiva, giar.cl1è uei moderni Lnll· tati ùi nllulmologin o non se ne fa menzione o non Si6 1111 accennano i denag-li, la cui omissione può rende re inutile l'operazione: farò quin di menzione dei risn ltnJi da lui otLenutì, ~;n l l a guida dei q1H11i lo ho ripetuto l'esperienze. FHUO seùe•·e l'iufermo e divaricRte le pnlpehr·e mPrcè un hlefn•·ostato, l'upPt·atore, con unu pinza n denti tenuta colla rnnno si n i~l ra . st~llev.tla congiuntiva 'erso In fHtrlt> supt•rìore e lt•sterna del aloho ocolt~re, se i opera sull'orcltio sinrslro, ''' invet'P ver:'.O la part~ snperiOI'è ed tntern 1 se operasi sul dt>stro. Con fo•·hici piccole e smu~.-e si prntir.a un occluello nella rond untiva, solto la qu:tle ,j fa scorrere nna delle punte dell'istrumenlo per incidel'ln prima lnliJ all'Intorno di:'Jia corne •: poscia, comi ori orlo dal ~PJCtnE'IllO supPrioro dell'ot•chio. si asporta una hentlella drcolnre d1 t•ssn. d1 vnria 111. m ., it~zza secondo i c:•., i. h.H]a ndo hcnt' pet·ò clte non sin tanto grande ùn arrivare Yerso il pulo posLe•·ior·e dPI gl11ho Ot'nlare. pl'!r· e1 ilare la fnrmazi1111~ d'un simh lefo.rn, e teneudo ronto rhe la conJ;:in utirn inci!;tl Len1l~ mnl lo n retra r ~i. Nrll 'c:;ci,Jere la beo.lella ron~i u nLiva l e i~ neccs:->nrio lallcinrna tempora neamente nn piccolo lembo aderente al cu i-
6S
L\ SINOECTO'tfl.\, Il. PUS OLB\ORR \l;iC•I E L'tP.QliiRIH
mine ciPI bordo superiore della cornea. giar.cht'.. tendendo il opt'rntivo a roteare in allo per· na...-conder,..j souo la pal pt>bra :.u perior·e, l'esplt!h\lllento dell'operat.ione SI renderebbe mal11;.:tvole ..enza J'aiutn dr l.'lle lembo, ti quale serve 111 presa pe1 ~-:irare l'occhio Ot,1 1lt; V'<ttte direzioni. \ :>por lata 1:1 bandella ne risulta ooa 'a~ta ferita circohre a causa della retrazione congi untiva le: dopo, coli~ $tes·e cesoie, SI e-:.crde nella mauiura più comiJieta e spe···e attorno al bordo corneale il tessu to cellulare sub~:on gtn nth alt!, elle nelle aiTe:r.ioni cronkhc corneali suol'essere mollo vascolarizzato. Si escideranno inoltre i br.llldt!lli tl1 coo~runth a che per a\ ,·eu tura fo:.:;ero rim.r:>ti adereou \er:.o In pertferia ùella eoruea. Cosi pratrcnndo reswno però ~em pre dell o pi cco l~ hri gl e rli l es ·uto cellulare vnscolanaaln aderenti alla '>clt'rulir ;~, e •tu61•• lu~o~na a,ponare rolla nvb, ma accurateua. Perriò forse d Furoan si serviva d'un uncino smusso a punta appialllt.l, tagliente sul llllt> concavo: lo applicn\n a piallo sulla ~clerotkn denudnlit, cercnnùo co~i di farlo pn$Sare sotto l~ bri 0he e quin1li liranùulo l~ recideva Occorrendo compll'lava colle ce:;ole l'asporlat.ione 11e1 fil amenti che non rimane' a a togliere roll'uucinc•. L'a~pnrtazrontl th qne•le uriglie però ~i può f.tre piu 1\.Jlevolmentt>, sollevnndole con una piccola pinza a tit:nli ~d e.-ici· <lendnle poi.colle forbrl'l. l lilament• infin11 .. fug{ti allt· cesoie e l'auell o va.-colrrre pem·w·r1enle s'mcidonb colla maglo( io r«~ uecurtlt(lZI.il posstlrile con uno sc:tnlicatore, 10 moÙ•J da essere certi ù avere IJeoe ripulrta e me:.,;a a nudo 1:\ sclerotica in pro:;sin, ,tà della tnseu•unt• corneale, ~i 1cchè è in •1uesto pnnto che il retiCOlo soperfictala clei vnsi rongiuntnali forum numerose ana:.to~lobo oculare durante l'atto
Mti.LA. Tfll\ PIWTICA OLlll \IIF.
G:l
mosi ad nrc.olt> e !>l mt!HE' in comu ni.·azione col reticolo profondo formato rla vasi assai pnl picc•1lt. Colle forhici .;i asportano quindi dai contor·nt ùella cornea le esu·ewtlil Le tnlt dt>t \,tsi rnci,j collo scar·tfkatore. etl infine s'e,crde rl pircolo lemho con~iunltvale, aclereotc alla sommiliÌ del ,e.:meuto supt>riore della cornea, che h.r ;;prvrto dr pre~·· pt•r ~otirnn~ l'oc,.llio a 'olontit dPII'oprrntore. Lavata e r ipulila bene la fer·itn dai ).!rumi SllO.!uigni. il ~··ll·n nri hagn l\ a colla salrva la punta d'una prcrola pinza, la slri!ICÌnvn :;u d'un lapis di nitrato d'argento. ~ ton es~a .;corrt>\ n lt>:!;_!ermenle: e con molla prt>c·tuzione. ,ulla cornea innH.r clal panno, ùiri..:r.ndola dalla pt>nferia al centrn. C}urn Ji la str·rsdam circolarrnt~nto sullnnello dr cnngiunzione tra 111 cornt-a e h scler,>trr,\, ed rnfine con un',ltra pinLa haJ.!natn in una solnzioue alt1uao10 pilt t~nrien di nitrato d'argPnlu •·auslrca\'a tull.t la superfì,·re sderotrcalr dPnudata. Queste ratt-ticazioni Ùe\'ono ~''~era pr:uirate ,·on J.;rande precauzione, >.pt•t·ie qut>llt! sulla cornea, ~tarche sr que,.ta si tocca troppo intrn samente. si t·orre per lo O)('tto il risr.hio •li prll\ucarf" la formazinne dt macclue indrlehili; e :;e la canlertt.l.aztone i• troppo le;,:giero. onn );e ne agl'vola l' esfoliazicJOP dell'eprtelto. la 'compar,;a dei vasi ed ti riscbraramento. Ile norma br,ogna caustirnre ma.;éormentc• lt> parti uker .• te tlella cornea. pns,;are assai leggermente su quelle vascolarrt.zate ~ t·i~pellare le pnrti trasparenti. Pet (11'1 mi 2 o 3 1!iorui rotbe,·uth i all'oper;tzione •' opportuno npplrcare sull'n····bto tirlle cnmpre~-e uagnate 111 arqtJa rredda. t)uaudo ~i fa 11~0 •iella ft~chllur.l. questa non deve romprtrr\ere ti glouo ornlare flt'r entare la formazione di •tualdte brt~lilt nnormal~ ver.,cl la sezrone posterro"t' della eoogtUnltva ot·nl!)·palpelmtle.
/0
LA '-P.O f CT0\11 \, IL l'li'- ULENO RR AGII O E L'tEQU!RIT\
) lolleplir.t e:-pt>rtenze fet·r.ro rtlP.Dere al f nrnnri che 1:1 tonsura cu o ~o:innttvale spiE'gn~~e :-ingoiare ellieacia non ..;(Jlo contro il pannn flll'lleale, mn altre"i nelle cheratiti ulcero._e, m·lle le~10 n 1 contenti con~e('utive ad entropia, t>clropio e lnchiast, nelle in hh razion • 1oterlnmellari ematiche e linfaticho della cornea. nell'er.ln, •a tlellu curnt>a coo:>ecntiva al r.uunwllimento eli t•,.~a e nelle macchie rectnli sostenute da ~a 'Cular'uazioni pnt ziat.. l:.:li as•t·•·i,ce che nelle t•herntiti panni formi t>d ulcerosf' lu tousura ha ;.!l·aude eflìr.tcia contro In llogosi ocuhu't". la ln~rtntaZIOnt•, la futofobia ed 11 tlulore: e.;sn .trre~t:• il rammollimento 1>1l il pro;.rredire delle ulceraz•ont dPIIt I'OI nt'a: 1 va..,j ncul'ul'lnati "i :•lrofit.zano, l'epi tel io corneale ,; e-lulia e ne curi'HL!Ue 11 rischiaramentu : peri• p~r· oliPIIt'l'~" rpre,.ti r·l~n ltat i (· nuche neces$ario coatlitn<~I'O l'a~ionu d~ll'opt•raztone tou opportune cure consecuiive. A la la ~copu rtt~i rnsi pitllloSLtl liev i bastano i wllird asl l'i u1-!~llli: IIHI llt'Ì r:r;n i, '!U· ndo allt:'r:-tziout prrtfond~ corneali si rilenmo ....ouu il paonu. è nect>''·" io att·•ccarle rou ... uperficiali=-simc cnute1 izzazi<,ni rip••tute nImeno un.1 'ulta per .;eli imana. ovvt'ln soltuporle all' <ll~ioue prolun,.;ata di pomaro a.:triugt•flti. Talora l :i o :?O ~111rni clopo l' opl'raLione, malgrado l'nttenzion ~ llh'. '·' ndi alu ad t-re e sr:mlicare lUtli 1 '.t-i. i ,·etlo nu rmpparuc alcun i ,a,elllni, in tsf.e.·ie nellt> patti soperi(lrÌ ~ la er-:1h •lrl ~lul111 oculare .:1a tlPUUtlale •li •·nn~o:runt i \ .1. "" t'''' ten1luuo ;ut in\,Hlt·re la cotlll'.t t' 11110 ...compawnn mer,··· una nwtlwatura a:-trtngente, ltiso~utt pl'rl· curare tli tli•trul(t!L'rh mert:t'· l•• ,,•anlirawJUi o l'esci,iune, pt:rrlu'• fiO''""n ritardare etl impe1ltre 1l risdtinramento della t'O I'Ilt'.t. IJu•lnclo eutmmln gli Ot'rhi ~onu infet·mi. i· prPferihilt} uon Op('ral'l i ~llnllltanramrutt•, ma c·on all uui MÌOI 01 ù'in-
~~LI.A
CKII \PE.liTICA OLUI.\IU>
il
tervnllo. giarchè cosi il paziente lollern meglio l'nlln operatho, e h reazioni' flogisl1ca in na.;r.un ot•r.hio .!IUol'e~-
sere minore.
· panoiforme t> consertHivn alle L'ranulaziuni. tricbinsi od entr()pio occorre prnna e~pletare In cura di qne~te aiTeLiooi morbosP e poi ricorrere .llln ton«ura per 'incere ltl le.;ioni l'Orneali. 'enn 11i dtP pE"rdurando le loro ct~u~e IIIOd.lOse. poco 'antn~giu potrehhE>si uttem're dall'ullu opt·r·tivo. Se pt>rò le r.he•·atiti ,~a;1:olari ed nkew:.P sono ron,egudlza tlellt! ~raoulnzioni, ;;i•·rume qui'~ l'ultime a.;,ni tliffic:ilrnelllc ~·antnno alla ,:.{tl:trigiont· t·o,j non t'OH\iene :-emprt> auendt•rc In lnro srornpar:-~a. prr ec;pguu·e la sinde~ton 1 ia: ~im·clu'•, " pre''~10dt>r~ che talora lr lt>SIUIII t'OI'neali pu,.~ouo esi,lt'I'C1 indipcmdeniPrnenll' tlnlla rong~untivilP graunlosa. ,;tn il f1L1to rhe ahhandonando :1 s1'>IP lesioui cornllrlli P~'~' curare pruno l«> ~rntllllazioo 1. 'l nelle f;lltuo de t pro;:rP''' penl'l•losl, la \'ttst•nlal'izzazione e le inn ltrnzionr pnrl'nchimnlt numentnno. la cnr oea c;j ulter·a e può npac:u·,j 10 IIHIOÌt•ra IOdt>lt>lule. In tali eveorenze oecorre eo;eguire ~enza indug1u J'op~r·nziune per arrestare il pw~re:.su della lln•·o~i. lauto (tiu che tlalle o~sennzioni clinkhe ri,ulla .. Ile le ~otrann lal.ion i s1•vt>nte gunri,r·ooo piu facilm~nle dopo la wn'Hra rongiUIIll\aiP. l,lne•to ri"-ullato favorevoli· sulle ;;1·annla1.iuni il Furnari Jo alll'ihtti~ce in ,!ran parte al rallu t'Ire. in t't'~UIIu aJJ'a!JI•fllldilllle ';!nr~o di 'ao~ue dai te .... uti escis~i. •ne hf lt> palpl'lu·e vanno soggette a1l una depleziorlt' san).!ui;;n:l, ,la •tu.tle spie:.m nn' 1ziour• r·on1rn il procP,,o 111111 ho~>o eli ··ni .;ono :;etiP. lo olll't\ -~e snnu le ~ranulnzinni ttllclle dte t•a;.:ionano le l e~ion i t'(lrueall, q ne~ te alla lurn volla ,.,.,,, rilutbrnnu a soslPoere l'an·eziuM pnlpebral•'. la 'filale !JIIÌn•li ~e In chel':llite
LA St\UEl.TOlll~. JL l'l'' BL&.'OIIIIAGICO E L'UQUJRIT\
più (a•·•lrnente può ,,compar·rt> dopo l'eliminazione Jpj prodotti anurmah d1•1ln cnngiunttva hulbare e della rornea. La tonsura però uou dà buoni l'isultati qtutntln In cheratite 'asrolo,;a cronica, Hl intli' Hlui per lo ptù s•:rofolo:;i. c a:>5ot:iata a quell:t Y&rir.ta di granulazioni fun~ose, per cui le palpP.bn~ si prc,;entaoo fortemen[e ispes..ite, colla fa,·cia interna vtl:,:etante, ulcer 111, seceroente un liqui.!o purifMme abbondante. P fac..luwnte aao ~mi nnno al solo toccarlo ocl arrovr:lciarle. La trm ,.ura co n~iunti ,·ale 11urantc l'ullalmia pul'ult>n la nel petiudo disorvanìzzatot·o dPIIn flo~os1 i• n>ntroindu~nla: 111fall1 ti denudare 1i1 cnn;.ciuntiva una ,a,ta l'Uperfìcic uwlare potrebhe dar luogo pPr a.::s.,rltimenlo a sf:Horeloli con,e)!uenze. ie quali ne:.:li altri casi non s'h •nnu a temen·, rhè <~OI.t la guartgiune è tanto piil prontn quanta mn;,:giure acenratez1.a ~i pone nell'a.~porlnre complctamenlt' la cun,.,wntt>a e•l il te....nto congiunttntl~ ;;otlo .. t .. nti; meu·re inv t>~•' le briglie rellolari ed i \.tsi che per avveutur.t .;ì l.t~ciano in situ ritardano e t:~lura ostarolnno In ~narigione. rendendo sorNlle necessrmn una seconda npet·azittnl'. • Pt>r l'tiiUocutla e per ;.rli ouimi risultati nl'lla rnra dt>l panno corneale la ~indectomia i! preferibile nll'tnoculazinne> dt~l pus lll··•wrragt co, rhe. propoo;ta da F J;t~>gtr, lri)Ytl c·tltli r.• uton in FalliiL, HatrHIII, Yao ll uusllroerk. Watlunwn t. Bosdt. Haùer, \Vtlson. VIIITroy. Serlan Trrrier, Rom:~n f• molLi altri: ma, oltreclté l'inoculaztune può averi! uo·applic.LI.ione assai ptu ltmitntn dt>lla siod~><·tomia nella t•um dell'all'•!Ztoni rotneali, può Ilare essa luogo a gravis$ÌDIÌ ac··idenlt. s1no alla dt:llnJlinnc completa ,Jell'occhio . La lOtbura cnn..:•nntivale iur.• ui, mentre é ,rEwra tla tali pericoli. giol',l nella mad:.:ior J.nrte delle aiTtwuni cor-
oeali; io' ecl! l'iooculazione del pus ti da p ro~cri' er;;i a:.soluLnmenta CJU.tnclo d panno non C:1 este~o a tolto. ht cor· nea ma ak une ~ue parti ~ono ancora ~a n e. Coll'al'lportazione della rong1u0t1rn s1 tende :ul allontanare direttamente le radic1 del processo COI'tleale -enza prorot•are una dolorosa e perirolo:;n r·eazione; mentre d1e l' in oc ul :~zione del pus, per l'i u ~cire util(', deve anzi tut tu provocare un'inten-a oftalmia puruleota :h,-ociata ad acuti dolori, edema palpt•hrnle. cht>mo~i, cefalea. fehhre. in'onnin Pcc .. oftalmia le cui t•oo, egnenze pos.;ono p,:~e1·e esiziali. La too5um rongiuntiv:~le gtonl tatom anche ad arre~taa·e l'ect.l.;b corneale. dte ,..j ,ts ·or.•a alle ..:ral i cherattta. e puil fur.-e. -ecoodo Furnari. esser~ tentata con succc,so contro ~orli stalilomi mizinli ùella cornea. E"li inoltre l'ha trovn1a giove' ole coutro le nevraiJ,tie cirr umorlutane per1odichP e•l ostinnte complicate a.i anormali vrt~colamzazioni parziali o totali òelln ron~iuntita bulbare. Asserisce infine che la sindectom11 è pEli' lo •·heratiti ciò che l'iritlectomin vroposta dnl Gt·aefe, è pe l gla u ··o m:~ e per l'iridurorot•Jilr. "Pil?g •ndo entrambi una fa, ore\' OlP. aztone antitlogi-tira, calmante e modiflcatrire della vitalita c funzione clell'o.:chio. Ag~iuoge che 111 nlcnoi cnlli di glaucoma acuto, e ~n[lra lu lLu ù" i ri~o eoroitlite, l'e-rissione congimHirale. seguit.:t dn rntllerina.7.inne •lella ,..derotu·a me,..s'l a nudo, può ~o,;titn1re ron Yantaggio l'operazionP di Gr:u•ft>. C'olia 'mòectomt.t infntli ~i esportano i rnmt te1·minali rlello artrl'io mu:;colal"i e per Cllllseguenza lt~ ci liari :mtoriori, lP quali. dopo aver!} traver•at.t la ~clerotica. 111 \'Ìt'lnanza della rorne:~. vanno al .:r nde et•rrhio :trtt>rio-n rlell'iride. Il B;idl'r. st.lla f!uirla tlt:lle o.;senaz1on1 del f urnnra. :;i
74.
LA Sl 'lOECTO!IIA, JL PUS BLE'IORRAGJCO E t.'IJo:QliiRITY
servi molle volle della sindectomia ed ebbe a constatarne i favorevoli risultati: però consigliò dj astenersi dalle cauLerizzazioni col nitrato d'argento, poiché egli ebhe a deplorarne var·ie gt·avi con~egucnze; e cioè: una volla un'escara ùelln sclerotico, un'altra una gnne iridite suppuraLiva, una Le17.a un ascesso della cornea ed una quHrla voìta un'infiammazione intensa della comea e della ~clero t ica. l rni~liori risultati egli li otleuoe contro il panno coJ·neale, per la cura del qunle mo~trasi anche fautore della inoculazione del pus hlen •HTagico. Clté anzi esperimentò pure l'a:'svciuzione dei due mez1.i curativi inoculando in alcuni casi il po'i subito dopo prnticalr.. la :-indecto111ia. ed in altri eseguendo la tonsura a diversi periodi dell'oftalmia purulenla provocata dall' iuoculuzione: i risultati fu1·ooo meno soddi:-;facenli nel primo ca!IO che nel $6coodo, in cu i ril evò pn1·e che la soppurazionc fn as~ai più irlleusa. I l Lawson, dopo ripetuti e~pPrimenti, 'enne alla eonclusionl' che l'inoculazione del pus hlenorragico 1\ preferibile nei panni corneali molto spessi i quali intercs~ano tutta la. cornea, mentre la periLomia trova migliore nppl·cnzione nelle chcroLiti meno vascolari7.7.ate, contro le quali l'inocnlaziooe può presentare dei òannì serii. A"seri~ce pnre cbe qnaodo la cher.1tite non è molto intensa l'opentztone preliminare della :.i ndectomia può 5l.'rvire n prl'para1·e l'occhio all'inoculazione del pu ~. Ollénenòn:-ene un ri'\tdtalo piiL com piuto mentre i perir.oli diminuer,Jthero. lnfauì quunrlu l'ol;r.hio é del tutto guarito della peritomia, l'azione tlel pns san\ molto mitigatn, pet·chè essendo la llogosi purulenla proporzionale alla !-uperlìcie di ~>n~iun ti va oculo-palpehrale, dopo l'asporlattOnt> di e$Sa. la sua estensione non solo c'· diminuita. ma. per di piu al suo posto formasi 1111a eic 1Lrir.e inlOI'IIO nlla cornea, cil'atrice che in
l'if:LI,A TRB.APEU'ffCA OCULARE
7!)
c:erlo modo serve di barriera al progredire del processo supporativo congìuntivale. Il Warlomont, dopo esperienze praticate nel decennio 1871-1881 , raccomandò vivamente la sindectomia nelle affezioni panniformi della cornea, dichiarandola un mezzo veramente eroico, la cui azione è più eflìcace se è associata alla cauterizzazione della sclerotica merci! il nitrato d'ar gento, Ù1a non suole essere pronta, bensì lenta e sicura nel Lermine da 2 a G mesi. Questa operazione, egli dice. ha detronizzalo il metodo dell'inoculazione del pns blenonagieo, che dev'e:;sure riser · \'ULO esclusivamente ai casi di cherJtiti Lolaìi associate a gr,tnulazioni palpebrali voluminose, . nlle quali si concenu·a l'azione nsolutiva del processo Uogoslico provocato dal pus.. t)uando il panno non è este:<o a tnlla là superficie cornea:o e tjonndo la cornea presenta delle ukerazioni, l'inoculazione è controindicata; e cosi pure se il panno è nni!alentle. giacchè, nonostante ogni precauziolle, si potrebbe contagiare l'occhio sano . ~ el 1879 il Drière riferì cùe, su 19 casi di panno corneale Lra[t;Hj colla sindectomia, 4 rimasero immutati, 1'2 gnarir·ono complelnmenle e rtli altri mi~liorarono; difl'et·enze di risultati r.he egli attribuì all'incompleta asportazione vasa!e. Riguar·do all'uso che deve far5i Clelia sindectomia e dell'inocnlazione del pus hlenorra~co egli si dichinrò della stessa opinion e del Warlomo11l, e consi!fliò di :-ervirsi di pus deU'otlalmia purulenla dei neonati o del pus di uomo non si[ilitico, che ai.Jbi<t contratto la blenotTagia con donna alletta da leu correa. Se non chB posteriormente egli fece at~c urati esperimenti col pus blenorragico per· accreditarne l 'u~u. giaccbè il metodo dell'inoculazioue, a causa degli
76
1.\ ST:\OtCTON"lA, I L Pl::> UU:'iORR \GICO F L' I P.QUIRITY
insucce~si.
era stato dichiurato temerario e financo immo· rale, ma finì col dare la prefcren1.a alln sinderlomia. TI t:ritchcll, pure ammeltenclo che l'inocula~ione del pus giovi noi ca~i di panuo totale. la ritenne tullnvin pericolosa quando questo sia parziale, e deplorò eh(' la peritomia fo:-ose caduta io un ohlio immeritato. L'Abadit>, quantunque r~·utor(' dell'iooculnzione del pus. cons;gliò nondimeno di rirorrere alla periLom ia q Lwndo vi è panno senza granulazioni o con grann)a?.ioni le quali si presumA po~sano guarire coi mezzi ordinarii: quando invece e:;5e sono voluminose e resistono alle nllre cure, allora devesi ricorrere all'tniezione del pus. giacchè l'azione della blenorragia provocata s'esercita con grande predilezione :;ulle vegetazioni palpelmtli a vanlrl~!-(io della cornea, sulla q u al~ detta azione resta qna;;i sempre mite ~ limitata nlla superficie. :ici ·1l::IR6 il Prouf, nl rongresso della sncietil francese d'ottalmolo~in, St1::.teone l'efficacia della peritomia parziale praticata in vicinanza dE'gli asce~si ed ulceri gravi periferici della rornea. Si solleva un piccolo lembo di congiuntiva e si nsporta in modo che oltrepnssi d'un millimetro .:.i r·ca da c1aswn lato il setlore della rornea che è ~ede dell'infìammuzinnE'. Favorevoli risultati co11 questo metodo erano stati ottenuti gia prima del Pronf tla Armaigoar. Il Poucet confermò anch'egli che la peritomia parziale dia risullntr Roddisfact'nti, ma, pei molli lilam«:'ntil. nervosi . tagliati avtebbe visto !iorgere delle nevralgie persistenti; però questa complicazione non è stata notata da altri operatori, «' può ritenersi quindi un ;~ccideote molto prohlemallco. Chibr·et t' molli altri commendarono ruso della ~indèc tom ia nella eu ra della clr era lite pu!\tolosa, mas~ ime se re-
NELLA TEliAPiiU flCA OCULARE
77
eidiva; il risultato favor-evole in questi ~as i suoi essere pronto e sicuro. Coulro le macchie corneali recenti , sostenute tlu Yascolari?.zazioue 1JÌU o rneuo notevole, In sìndec lomia è slala riconosciuta utllissima, ~ i acchè pr(\vocando l'a1rolia dei vasi si inizia il rischiarumento della cornea, il quale 1JOi si cerca vieppiu di favorire con altr·i atlatti mezzi terapeutici, quali il calomelano, le pomate di precipitato rosso e giallo, le ::oluzioui di iod uro pot.assico ecc. Il De Wecker, fnulor·e anch'egli della sindectomia in vatie aiTezioni, pur riconoscendo che l'inoculazione- del pus per la cura delle granu lazioni inveterate e del vanno corneale r·i belle aveva preso un posto iqtportanle nella terapeulica oculare, LnLlavia confessò d'essere stato sempre ripugnanLe dal ricorrere ad uu tale mezzo, sia perché non gli sorrideva l'idea di r.ombuLiere una malallia contagiosa con on'altra non meno grave. sia perchè non sembrafìlgli puuto conveniente J'esP.~uire tali esperim en ti in clinica . Persuaso nondimeno che un'infiammazione purolenta spiegbi un 'azion e 1anto piu fa vorevole sull'occhio affeuo da cheralo-congiunlivite granulosa qttn nto più acuta è la llogosi stessa, fe ce ripelul i tentativi allo scopo di cercare d1 sostituire lo stato di puruler)za che provoca l'ino- • colazione del pus mercò l'uso prolungato di compresse lwgnutc io infusioni nromo licbe calde; ma dovè rinunciare a queste pruove, giacchè la purulenza sviluppnva~ i mollo lentamente e non avera nè l'intensità nè la durata suffi ciente per pro dnrr~:~ un polente ell'ello eliminatore sull e granulazioni e sul panno. Nel ·1882 invece egli per primo in Eut'<lpa ebbe a sperimentat·e razione dell'infuso ùei semi di iequirity ( Abms prrcatorius) , che da tempo r emotiss imo era adoperalo nel
/X
U~I'\OEt,;I0\11\, IL Pl' DIE'\OIIIIAGICO E t'IE()IJIRil\
Brasilt> cum~ rimedio popolare nella cora delle niTezioni oculari. Giu pr~cedt•ull•nH!nle la rtrwrnatn casa di prorloui chimici R i~.1111l e llusart di Parii!i aveva pregato il prore:\l'Orc Oe \\-ecker eli ,.perimentartl sugli occhi un alcaloide e--tratto tlai ,r•mi di ie1111irit) ma rJuesti non DP Oll~>nne alcun ~>ffeuo. Poco teu1po dopo on anti··o rlientc deJin ''~'~"o prores· sore. li'O\':tntlosi nel Brasile. PIJhe a patire una recitlhn di chemto-ron;.:runth ite granulo:<a che lo ridusse qua.;i c:ieco, e di cui ~unri mercé l'infuso dt>i semi di iertuirtl). Perciò crt>dc opportuno ÌO\ i are al [)e Wecl,er a Pari~i i semi del runedin òa cui 111e'a ottenuto tanto ~ionun ento. irhli· canùogli il mollo .come soleva adoperarsi in ·\ monca. 11 Uo WecJ;er infulli istitui non .;et·ie di csper·imenti coi quali venne alle se~ucnLi conclusionr. 1° Che l'~nru~o ili iequrrily è nn mozzo sicuro per provocare un·ortalmia pnrnleutn o meqlio rrupnle, In ··ni inten,iti• cresce se mvecc d'adoperare l'infuso per ...emplici lo~ioni, si LenJ.!OilO per qnakht> minuto sulle palpehrt' rovesrinte delll' compresse lmgnale in esso. La conJ.!ÌIInlha (!l'l' lo p111 dhenta lurgida P si ricopre d'una memhr na rrupale; ~ " L'applic.tzione dell'rnfu-o è poco doloro-.a e pro' O\'.a. al pari del pu.- blenorra,.!ico. una prnnla llof!u'' pu1ulenla, r,ol vnnta~gio però che non adoperasi unn materia pre~n d1t intlivhluo. sulla cui costituzione non i ù mui hastanzn .;i,·uri; 3" \lmler-nnùo pili n meno l'applicazione del rimedio merci! l'uso d'un numero rna;.rgiore o minore di lozioni, o varianrlo 1.1 t~O ll t'C nl razionc drll'illfu'io, si può a~sai meglio domi nare il grutlo di pul'lrlenzn che si vuole otte nere,
au-
~LLi\
T.KHAU UTJCA OCULARB
7\l
mtn tre coll' inoculnzione del pus. "'' la quantilù, nè la 'lualit:'l delln materia da inoculare possono forni.-ci nnn mi:.•uCJ qualsiasi. Così. menlre l'azione incompleta d' urm Ongo"i purnlenl.t provocata da non pr·ima applicazione ù'tnfuso di iequrrit) potrà essere facilmente accres~iu tn ron una seconda e pir'r ener,.-ica applicazione del rimedio. è hen dillicile fa re altrettanto col pus. anche perclt~; i• lten raro trovare infPrmi cbe si prestino alla ripetizione dell' IDOcnlaziom• . l rìsullati furono soddisfacenti negli infermi afTelli da granulnzioni rronidte torpide.. associale o no a lt>sioni corneali : anche nei casi in cui eSÌ$levnno aiTezioni ukerose delli\ cornea, l'eiTeLto fu per· lo pilt fnrorevulr n ulmenu esente dai pericoli inerenti all'inoculazioue del pu~; .f.~ l .:l cornea dm·aote l'evo luzione dell'orlnlmiu iequiritica non corre o.lcun rischio posiLivo: hisogntt però nvet· cura ,Jj non fn t·e una seconda !oziano ~e primn nou si i• sicuri che l'azione delta precedente ahhii\ raggiunto il s110 cnlmo, ~:io{• dopo l O o 34 ore. Fra i numerosi espet·imenli est~gu i t i, in un solo caso, in cni l'ofLalmia iNJUiritica fu si inten ~a cla a:~s umere a:;pello diftl!.rico, si prorlus:o.e sul1.1 r~rn en una de::quamazione circoscr ill:t e passeg)::ier·a; :jo L'iufo·o. di rui De Wecker proposo J'u;;o, deve pr,..pnrar i con dieci grammi di semi dt>conicnti e Ileo pol\ erilzatt, che si lasciano macerare per .:!i. ore in 600 grammi di n~"• Ju n fredda. per poi lìllral'ln. Tolorn egli adoperò senza incnm·enienli l'infa o al 3,5 p. cento; ma qne<:lo iu generalP deve l'itenersi trovpo ener~ico. L'i nfuso fallo n rreJtlo "em bra più e((i cace d i quello otlen u ~o a caldo. :\ella maggioranza dei casi non furono necesttnrie pi11 di !l lozioni. praticale nello spazio di Lt·e ~iOJ'nt: e qunnlo pit'1 la eongillntiva è alterata nelle sue qu:J!itiL lisiologiche e sostituita da tessuto cicatriziale, taruo pi•'t dlfTicilmrnle l'infuso pt'ovoca l'inllarnmazione.
HO
1
LA Sll'HIECTOMlA , IL PUS Bl E'IORRAGlCO E L 1KQUIRITY
Qualche anno prima cho questi espt:ri menli si inizia~ sem iu Europa dal pro f. De Wecker. senza eonoserre che altri ... i fo.;se mai occupato di ~im i ti r·icerclte, il dott. Mourlt llrnztl. ùi Rio de Janeiro. nvevali p!'aticati ~u;di occhi affetti 1la cherato-ro n~iunt ìvi te ~mmnlosa. ricercando non solo l'efTetto dell'teqtairil)' 1n sostanza, ma anche separatnmenLt> quello dei vari principii ~tratti dai :.emi di e.sso dai chimici :'llello ed Oliveira, e cioè uo olio essenzi:lle, 1111 pt·incipw re.,inoso di rolor·e wil!io-,·erdastro ed nn altro tl1 cnlorilo binnc::mro. Ot>l p1·incipio resinoso }!rigio-v~r ilnstt·o nl'Ila priJpot·zione di 20 centigrammi su l O grnmmi d'acqua ollenne risultati sorprendenti nel termine lii un mese circa ( 1). Però i professori Castro Silva, Dene!Te, Satller, Laionti e NiMiini ni'garono, in seguito ttd esperienzè, le virtù tet·upeutiche dell' iequ1rity contro le granulazioni ed ìl pauoo, soggiungeuòo che la sna applicazione fece talora peggior.• re l'aiTezione oculare; ma il De Wecker aurìbni questi io~uceessi nll'u!\o poro energieo del rimPdio, $Ì da ollenere soltanto un'oftalm in di dehole ioteosita. [ profesqori Terson, l'onti. De la Pen:~, Moyne. Holdzicbet·. Dujardin, Braile.L Smith, Brown, Gillet Ile Grandmout, Bu,.I Ot:lli e molti altri ollennero anch'essi boooi ri:'uhali tlall' ÌI1C(Iliril). n Oujardin provò che f'SSO giova in i~perie nelle cheratiLi panoifurmi. anche se accompa~uate da incap:enti ulcera1.ioni, ma nelle quali la ron~irul liva palpebrale ~Ì:\ in L"lillo piullosto soddisfacente. Lo trovò alu·esi utile contro :,:li intorLìùamenti corneali pt'rsistenti dopo la cira!rizznzione delle granuJazioni o che coe(l) L'Ofllnlon& tlt•l S:ltllcr che I'IMJulrlty dovt>sse la sua :\tione ad un microbo spoclnlo Cu i!ltttoslr..tla prJYO. tll fondnmooto scienttllco.
:\KLLA T.ERAPEUTlC.:A UI.UL\RI
81
1istono con ;.:••mulnzioni lorpultl. l n conclusionl' ,:,j cun' in-e rbe l'effetto t' migliore nelle cheratiti che ntllle ~·nnginntinli. Il doli. :\l azza in seguito 11.d espenenze fnue nel 1 ~~O su 30 infermt venne alle seguenti ronclu~ioni in 'tnalch~ punto dt~cordi da quelli di De Wecker: l • l tre periodi deU'azione dE>II'it>quiril). irnta1iune, supp111-azione e risoluzione st~mbra ,,,riino secondo lù condizioni ~cncrali dt>gli tofèrmt: il t • periodo tnfattt i· J'ÌII curtu nei gio\nnt d1e nei 'ercht. mentre il t 0 si cumporta in mudo lfiV6tSI.r; il 3• J.IOI 6J,!It liOVÒ che. COOtlll· ri:lmenle alfe as,er·zi(IUÌ del f)e )\ 6l'kt!r. dura piu di Olln ginrni: !' L'applil·azionl3 dell'ioru~o dt tequirit) nelle cungiu :Jtivit i ~ r.llluluse croniche, con u senza complkunze corneali. è SPmpre preferi!Jile o. quello ùella rnatet·in J.liLrlllt>nta o blenorragica. perchè assai ptu iuuor.uo. Il Uonlel imece dagli espenme11t1 e~egniti su 30 fl!fPrmi. venne all:l roncln,iooe che l'it.>qnirit5 non "fJÌl'J!ll alcuna influenza ,·untro le :,:ranulazioni l' rhe non i.• snperiurt• oè al solfato tli rame, ol' nl nitratu d'at·gentrl. U pt·of. \lnnrredi, dalle esperienz" est>guile nel l RH:J <l \lodP.n.t. ,.Il 6U o··chi in :19 iurermt. olleune ti ~U p t•ento lli gnnr4;ionJ. ma tre coi'Oee, ~ia nlfPlll' da ulct:r.aliooi, ~i di~trns'l'ro in ..eguilo all'npplicnzione th•l rimedio. Egli pcrriù con ,j~Jia di non adoperare iufn,iuni conct'nlrale, sihltcne quelle al mezzo ed all'uno per rf'nlo. e di estf.!Uire p&l l't~dt ie lozinni a l?,~~ ori• d'inlenallu, 10 mnnit•rtt tl1\ otleuere nn'i nfìnmmnzione progre,,.iva. Hirnrd a pure tli tener prr.st'nte che la lemperalnm da !)Q > .\ 100' Jtsli'U/o{~C il pulPrt' dl'l prinet pio alli vo Ilei 1-(111111 dell'tettllll·it}. Secondo Bernard il tracomn. accompagnalo da pnuuo corneale piu o meno spesso, cou o senza ulcernzio ui, 1l 6
8?
LA SINDEI.:fOMIA, Il. Pl.iS DI Kl\Oili\AGICO "E t.'J&VUIDIT\
pi i• delle 'o Ile ;.:uari:.cc um Lameole alJe complicanze me re c\ I'1Ho di qul.'slo rimcdiu. Anche l'edropio della palpebra inferiore ca).{JOnato dalle granolazJc,oi pnò sparire mercè la retra1.ione della muco•. t provorala dall'oftalmia iequiritica. GJ'inrcrmi che pr·esentnno fabe grauulazioni non devono es~ere trattati co11'1er1uirit~ perché peggior·erebbero. E~li ha pun• ossennLo elle l'oftalmia 1ec1uiriLica s1 n1an1fesla piti forte su,.: li i od h idui :-crofuJo,.i che in i}ilelli a co~tituzione robn<>ta. Le rirP.rche istituite dal Foucher diedero i seguenti l'isull:t.ti: l.'ie•tuiril) pro\ ora unn llo,.:o,;i di natura piull(l:-tu l'l'upnle anziclu' purulent.t. merci• la quale, nel terrniue di Ili a GO giorni, j.juariscono le gr'anulazloni vere, su IWOIItclte, c•l i panni eurn eali, sclli-;a che s'ahbiano n temere gr·nvi compliranlo, ptu·rlti• nou si lasci la polvere del rimedio negli Ol'chi e non ~·adoperino info~ioni troppo ennl't'lltrale. Oc1·orrc C'Mtare di ottenere colle prime applir.l?.toni un giusto grado cl'infi:unm:tlione. ~ìacche ,oernhra dte l t> applicazioni posteriori sit•no meno eIli caci. E.:li prefen~ce •l• applirare ... uiJa rongin ntiva la pr1lrere fìni'isima det grani di ietJuiril~. tbportaodola po,l'ia immecliatamentc; on ero di adoperare u:l'infus ione pr epaa ala di recente ed .t freddo con 7 semt del t•imedio t n l ()l) gr a 111 mr d 'acqua. mcntrt' le tnfusioni antiche e quello ottenute a•l alla temperatura r1escono inalti>e. Uopo lo .;uddette til,l.'urdi op1o:ooi intorno al \lllurt• t •rapeutil'o dell'iequirit~. l'argomento fu discu:>so nr. l l H8i. innanzi ali•~ --ucictit fr;Hlt't'" • di ohalmologia, c rrctlo •JU Ì opportuno accennar·c hrevemenle fJUanto dai ,·nri oftnmo· logi fu esposto. Seconde il Coppor uno o clne lozioni con :nfuso al o o
~F.LLA
~()
f&RAPEUTIC.\ OCULAII8
83
p. cento basterebbero per gu:~rire nel t~rmine ùi uno .., due mesi i panni più. inveterati: :m l i-O infermi egli ()ltenne 7R qnarigioni. Però l'iequirìl) sar·ehbe inferiore al ~olf:1t0 ùi rnme. al nitrato d'nrgento ed all'acetato di piombo 10ella con~iunLivite ;.,TT·anuloJ:a pupillare ttl sun inizio, e cosi $piega percltè molti pratici non hnuno fiducia nell 'uso di -t]ueslo rimedio. Il dott. Menacho. sn circa 300 maiali nella clinica eli De Wt~cker, ebbe a confermRre In favorevoleJ azione r.lell' tequiril~, speci(nei pnoni scr·ofolosi, nella clteralile paren4:hìmale e negli ascessr eò ult:eri clelia cornea. Il dou. Yaller su '26 cast ottenne l O guarigion•, l O miglioramenti e 6 insuccessr: ma non ebbe a deplomre -alcuna spiacevole complicanza. l professori !badie, TersPn, Vacher, Nicati e M. Landolt .ammisero che l' iequirity soleva. dare dei buoni I'Ì!-\UILati, specte nei ca"i inveterati; però il Oor ed il l~alewwski dichiararono che, pur ritenendo utile il rimedio, se ne esage· ravnno glt eiTeLLi favotevoli, e che i mtl!lioramenli so;.:liono essere sovente Ili ureve durata; il (}nyel invece sostenne di avet·e oHennto quasi sempre de:.:li rnsucces;;i. Il doli . Pizzolli riferì che il prof. Fortunrlli di Roma. su 140 infermi, ehue ad osservare <'.bo ~e l'oftalntta tequiriLica potò tlar·e un piccolo numero di I'Ì sultali favorevoli nel le altera~ioui corneali, des'ìa invece era stata ineflìc;~ce nelle le!lioni congiuntirali. 11ello ste-so avviso fn il prof. :iicoJr ni di '1 ilnno, ag!!iungemlo rnnlu·e eire riteneva Il rimedio -capace di dare dei ri:>ultati tlr:.a,.tro•i. •:ome v-elle:;i i risultati della dr-;cus:;•one mnnnzi all a ~octelìt francese di oualmolo!ÌIL furi)DO an eh' essi assai rliscrepanti; e perciò il De Wecker, per r}uanto partigiano ilell'iequirity, non potendo Lultavia ritenere ancor·a ben ri-
Hi
t,A SJ'\OECTOMJA. Il 111.., DL~IIOIIII\I,ICO B t 'lBIJUIRITl
solutn la quc~tionr. rnt•r.omandò vi\'aruente n tolti 1{, rootinuan~ nt.•gli esperimemi per Yenire a conclus10ni irrt•fragahili e slahilire le Vt>l'l' indica1.ioni e controiodkaziuni del r·ime,fio. Piit tnrll1 Par1~oui, 1\unpp e l;nl~>znw:;ki conte~lnrono lb · solntamente gh I'ITelli favore\•ol i allrtltotti all'ieqotril) coutro le granulazioni eri, '":.ervnrono che se talor·a •q 8\ ''rra In gundgione, quest• suol'es~E>re fittizia e pa)l"epgiera. Contro qnhte n-.sE>rltoni il Copper nel l 8:S presPntò alla so~ietn francese d'ottalrnoJogia la ~e~uente ~tal ~ltCa d'm· fet rni affetti da tracomi tra tinti coll'infuso all' l p. reo t o di ir.quiril\. "u 11 8 ca,i ollenne 9i risollaLi ercellenti. l'tl l l migl'ornntenti: in tre le coniiziont rimasero immutate o l O intl tvuJui di sl'rtar·ono pr·imu di ultimare fa CUI'il. Si vel'iCirarorw pure H compfiranze. citA quasi tutte sparirono Sl\lli':ll ~''"v i conc;eguenzo. ~e llo !l lesso annn ti Wehster· sostenne che l'ieq uirit~ di't huont risultati. però prr non e~porn~ In corne,t a flann1. ocrorr't• adoperare un rnfusu leJ.:~iero all' f od l '/, p. cento, <' "oln n~>i ra~i di ~ranul.ttroni complirate a panno corornle 1leuso. hadando altre$Ì :ul npplicnr lo una volla al ~iorno cd a sosprnderlo subtto dopo la compar~a dei primi :;tntomi delln flo;o·:t ieqnil'ittt•a t:onsimile parere emtse anrha ti Pro~souiT, sogs:iungenclo che. per la cura dei tracomi cron1ci con panno. l'ieqniiÌI) è supl'nore a qualuOI(IIC altro rimedio. l'tiSit>riormen te Ronntah. \ h:ulie e Cousseranl si schicrnronn a lavo:-~ dell'it',Ju iril) · 'JI' ..st'nltimo però riferì d'avt•re «H;erçuto ulcerazioru ror11t>ali t' ~imhlefari. acciden ti che uttrilluiva e'rl usivamente allo hnhr.a no:porlaziooe della t'O · lt·ntl.l prodoLln daWnpplknzionc:> del farmaco. Ad e-~t si a~sociò il Gras.;ofli di Mifnno ammettendo cho
\ELU TEKAI'RUTICA OCUI.AilE
.., ..
otJ
l' iequirit) gio\·a nelle congionliYJLi gt·anulo~e IDVelerale lì:>socrate u pnnno corneale. e rilevando che il rimedio non provoca la llogost e quindi la goangione nei casi d' atr·olìa ùella eunginnlfvn e di x.erosi piu o meno completa. Egli inoltre fect- ,,sservare che desso ri esce insur!iciente nei ca:;i di pa nno pocu vascolat•izzaLo, complicati n vasti leucomi aderenti e nt>lle coo~inuLivili granulose recenti , anche .~e associ~Le a pannll: e dnnno~o se non esiste il panno, o se questo ù <iO IL:• fiLO [WrifPI'ÌCO e ~e la coruea presenta soluziOni di COntinuo l>i part•cclti nitrì sperimentutori .tll'oni non furono 4}j,.S(:'DI.rentt cln tali r.oodusioni, ma non mancat·on(> quellt eire s~;:uit arono Il ne~are all'iet[Uirity ogut '1rlù Le•·apeullca.
Dall'esame storico dei tre suo:;poiÌLi meloui di cura emerge che per cia~cuno di essi accadde tfllanlo suole nvvera•·si di ngni sussidio terapeulicu elle venga prcconizzato per la cura d'inrermna gravi e di diflicile guat·igione. \ l penodo di vtv o e talor:\ r1eco entu,;iasmo segue IJUello del lento abbandono : coloro i cruali più ...ostenner o l efficacia Ilei nu<n o rimedio, so· venle J'P,;r perples.;i dilll'int-redulit;l 1lei C(l!le).(hi o dagli insucces~i cln essi :uldotli, finiscono col stant'l\r.;t, t~ol tacere. e co~i l'tluliu pt~ue termine ml ogni disl'tmione :;cientifica. t:he tale sorte dovesse tocca•·e ai metodi deiJ'inocu laziono del P"" btenorra~ico e llell'upplicazione dell'i11fuso ùi ietruiril) etn facilmente prevetliùile perthè. uccerl:Hi i non lievi acc•d•·ntl che possono provocare, la fede io es:-:i duvem l'imant!rc scos::;a e la ripu~nauza deuli rnft!rmi e del med1co stesso non pulava lar.lare a prendere il sopr-av\·ento. Ma non può òil'si altreunruo per l'ohho 111 CUI t.· quasi eatlut;L ht ;)indeclornia. ~be . ruentro l! sceHa tli pericoli. suole ll'alll'a pa1·Le dare risuiLaLi assai soddisfacenti , n i· la scienzo.
Xli
I,A '-l NDECTO VI \ , IL Pl'S Jlllt\OUII.AGICO E I.'IEQU I RIT\
dispone ancora di mezzi m•liscut!llilmente migliori per ~iu slilìcarno l'alJhandooo. ()IIP~LO fc1rse 1\ dovuto alh rilullanta rhe per lo ptU s'int:on:r" in quelli rhtt sono affetti eia 1111 male cronico (.::oi si sono pl'r l 1111~a oiTerenza qtt.tsi alutuati), .11lorchl' loro si pt·opone un'oper.t7.ione rrneota, sl'nza potttr& cl'ahra parte tu;sicurnrli d'un:\ j.! uarigioriP rapilln e sicura. ()l"r formarmi inl~ntu nn conrello t•quo intoroo ni sudcletti lrt• lti610flt, in me1.z0 il li\llt:l. di,;p:U 1lit dt pareri e di rcsnhrlll, non ho muocato di adoperarli. gnidtuo però ~e111p1 e ila u1.. J!Hhlu cnterw nella scc,ltn di'gli infermi. e sopralullo da 'JnCIIo dt non ouo~ere cJ U.IIltlo non et·o swuro dt giovare. Uirò .tiJito che il pu' ltlt·norra~ico non m'i:'pirn' a 1-!ra l) fiducia prtrun ancora che mi dtJcides'i a sperimentarlo. ,;,. per la sua azione lroppo 'tolt•ntn e non mnde1·abilt> a volllnla del medico, sia pt•l·clu'• dotato di potere roul~ inso rlr!l lo renùt- in un arnhulatorio p~:~ricolo~o per gli allr1 pazienti. t'ho ndoperd.to m du~ci infer·mi adulti, affetti da panno 1111.11t! ecl inveterato in entramht li! cornee. '05tenntn tl:t ,!rauuh1.iooi volnmtno,-e ~d o~llnate. a'tPoendomi daTmol'nhu lo negli occhi che ave.;~rro tuttora qualche sezione della cornea lra~p;trent''· In pm1cip10. allo scopo di allenuare hl Yirulenza Ilei (lll:> bll:lnntTa)!ico genuino P :.r·emnrne 1 perkoli. lo rllluii a p·r rti ngunli quattro volte con urw sol u~in n e al mezzo per rnilll' di l11durnru d1 mercurio o qn.tllru \'nlte con quPIIn rl1 amio feoit·o al :~ .../ ... prepar.tndo la lllls.-t>lt !ne ore primn di adnpcrarla l risuiLall furono 1 sef.CtJPIIII: lu soluziOne falla cui llicloruro di met curio tre ,·o lte r1n'l'i inerte ed una rolt.r dietle lno).!O nd una lie' e reaziuM lln:!i,ti :n, e h~ ces~o al cprarto giorno. q•nzr1 p1·odrm't! n1\ dnnDCI ni• migliommcnto di sortii -
8i
la mi,cela coll'acido fenico rimase due volte inertu ed altre due ' nh~· provocò nua cougnanln tte purulelll·• a,;sni mite. t·h~ punto gion) al ri.;chiaramt!nto clelle coroPe. Ahbandonalo allora lJUe"w ,.j,tt>rua di attenuazione, ri~orsi all'uso di ttllri tre pus, cio1• ··inq•u~ Yolte a quello di una oualrnta purulenla d'un neonato, Lre volt<' a l(Ut>llo del per1odo acuto tl'nna hlenorJ·a~ia contmLla dn uomo non !lililitito ron tlnnna nltella as~ai p111 prultaiHimoute da leucorre·1 dJf' 1la hlenor1·a.;ia. per quanto potPill .;aperu dal pa7Ìf nle iste,•o, e cllH• a •tuello d'una hlt•n,ll·r.tgia ~euuiua :si ùerituu giorno eli dt'l'orsu. ~ et prim1 ollo inf~rmi ,.j ultf•llne una Ou,:o'i piulto!'to inlt'll'a. al ttnm iot> ùdl• quale ci nqnP tlc•lll' l G cornee rou:;egnirono un uolevnle rischiaramcntu. mentre le graoulnzinni si appmnaruno a~ nanllosi nli.\ .:rrnlrit.zat.tOIH': però in tre ùi e''i. dopo rir·ca .i. mesi, ,·ominr.iò a 1·ipr·odursi il panno rornl'ale. che unudimcno ti OJ per l'oòore oIle rure tnpie h t• comun i lu •tnaoto nll'intensit;'t dt•lla Oogo"i nu!t ri,,·ontrai sensibile dilrerenza fra quella pro\·o•·ata dnl pu" dell' oll:~lmia puruleu!l del neonato e IJIIell.r susctlatn l'ol pu'> pr<Weuieoh! rl:tll'indivitluo che ave"' avuto rapporti .·on donna qna'i cer· taml'nle leurorroica. Ucn d 1 versameute andò h~ luso~n rt nt•gli allrt due inft!rnll trauati •·ol pus blenorragico genurno, dappoidu'• in enu·amhi si sviluppò uua intensa ~n ngiuutivrle {Hll'ulenta n~socinta n futll clolur1 ciliat·i, l'efale,, eù ;uHII'l'SSHl . In nn ncdtio al quarto .:torno eompan e un ipopiu. che consecntivaull'nte ridt1e~" la pnra•'l'nLe.-j della ranwra <Hllc>riore. ~enza rh~ perii SÌ fo~.;ero \ erificate altri J.:l'a\·j aCr!lientt. Il ri~uh 1t•, lìnale in l[llesto inft>rmu fu Jd tollo negativo in eut rambi gli occhi; lllllntre nc>ll'alll'u il rischiaratllentn
8
L\ ~ ~~llf.CT0 \11 \, !1. l' l' S IILR~OIIIt \t. !l Cl E J.' IKI) l IRIT\
rornea l ~ l'n tar.to tnsi;mihranle e pas:;l'~gi•·ro che non \alev t prnpr=•ì ).t peua d t ricor rere nd un l',pedit>nte tanto tormentoso . Que,.tl t>siti sfa \'Ore\'Oii mi COO<.i,.d iai'Oilll di non roo li Il t131'l' ulteriormente in uoa '13 !.'i:, da molte .tltri perror'a ~e n 1.a i!~'''" pro clei paz1enu. <~ li e,pt•l'imen 11 roti' ietJUi rit) furnno pmi ical i su :10 inl'erm i ""rn>ntlomi ÙP,.:Ii io ln'i n fre Ilo a 'l'l. 2, 3 f' t • • co1 cpt311 fed in nHHhll dn :; a fl lozroni trl tre !!torni. l. infuso preparato a ~l0° r'lll..,d ineflìc·ace. Le dT~>zioni pre,... ntate tlai pa1.ien11 erauu lt~ ,eguuull : otto grnnnluzioni rrnoiche \olnmino:-r., l'he erano !:late infrntluu~amc>nte trottatA a lun~o coi caustid: ~ei con:,:iunti"iti ~r 1011'0,e ,Jj data p llllll~lO reo·ente (non anteriOri' ~Hit~ ni ~ 111e~i): due •·on;.riuntl\ 11i 1-(ranulose ncuh' : dne u-r. nulnztonl falsf': òt~ri t~on~iuntt\ itt ~rnnuluse run panno •·orneale Jenso l ll3lt', (et) mdUP d t essi lP COrne~ preseOiil\<1110 inoltre pit·cole ulr.cl'azioni). ··d infine 1lue intorhidnmenli cnrnPalt per~istenlt dopo la t·icatnanzinne delle !!ranulu710IIi.
'il'lla mn~:.!iot·nnz•l Jei t·u,i .,j s'iluppù una rongiu ntivile purulentu o aupale h eu t intt>n;;ilit p~>t ò, n parit:'t di t·onòiz une eiu.-· dato In sle"u titolo •lell'lllfu.;o, l'itlt•ntira maniera di opplil'ntionP, In :-lt>ssa naturn e ~radu dt!l pt·or~'"" morboso, fu ns,ai \'ariahile. t:lnto che mènlre un infu,;•> nl :l • m qu:lldtt' IDtlivitiUII nun rius ·i a provo,·a,·e elle una fl o,.:usi !lì t'ilr&llt•rt• pintlCISLO t':ltarrnlt•. in altri in-vet•e fu tnntn Ìlllen~ l Ùa f~ t· ll'merè -ò~?rie COIISP~ll•~nz . Rile' .11 ··he- la Cthlituzione clelwl•' a"'O~tilt.l a tempemmento l nr !lÌ t'Il spiecò una lll3U Ì(1',13 influ enza a fll\Cll'f' dell(t '"tluppo d'una fiMo-i crop:-.le, e chf' l .;clt ro;;i ·ongtuOtl\ alt~ rcalmenlc limita l'inten~itit tlell'ollnluwt ie•lllll'ltictt.
lo J.! &nemle però la r·eazion~ fl ogi"1ica si mostrò propor· donale all'applicaziuno piu o meno ener,:ica tldl iofu:;o: il che permew• srno ad un certo punto di r·l·~olare r11o{rado del1:1 puroleu1.a a ~ecunùa ùell'efTelto dte vnolsi olleuer~:: e 'lueslo è un re.1le rant.1~~io rr->petto all'uso dE'l pus hl e n nr ra~ico la cui azio n ~: non "i può tlornrnan•. Il ùulore eh~ pr·o\nca l'npplil'azione dt>IJ'inru,o non {· l'Crnprt> milt>, rhi• anzr alcuni infermr ,offrirono ner primi ginrni tlolori lanc~r~anlr ne,;li m:clri e nelle regior1r sopraor·· bitnrie, n..:;od.lll aJ insonnia e ,·ef.dea, per t'Ili fu nece,,ario ricorrere alle islillnzioni di cocama. La suppttrazione l'tiiUJlan·e Vl'I'SII Il 3 · o 4. 0 giorno. durò in mPdia ùa (i a 7 .:•orni e fu pru intensa e piir dure\·ole nei giovani cho ner vect~lli. Dl•l(lr 0110 infermi t!i con~iunli vìte ).ll'ilfllllo~a cronica. tr·e ottr>nnPro 1111 mi~lioramento a grado l t l t> t h r rsenlare la g uari~ion e, in un periodo che mri:t d'l :lO a :;o ~dor·oi. però uno clr e:;:;i, rhe non fur.e ulter·inri rure, dopo pocltu settirn tOP •·omrn'il'r a IP!gwrart>. Xe,.:li :tllr·i 5 non"' nolu apprezzabile mullOli'OIO del prort>~so morboso . Oei sei nlfelli 1la cnngrunlivite pinLLosto recnnte uno solo migli11r·ò al•tuanto. ~h altri rima.;ero iotlilTr>renli 1ll' nzrone del rimedio. f.l i inr..r mi dr r.nn~•iu n livi le grannlo~a nw ta e di gr·n nu l:lzioni f,t )SC pe,;i!r(ll :trono lulli prù o 10~'0•1 ~Wihlbilrne n le. Ur i dir<'i all'• 'li Il• con,:iunlit"ite cranulosa cronica cnn panno rornealo, due, in cui rtue-;to era norevolrneniH vasr•olariZI.-tlo. !u:mron • l'nrnplt>trrnenLP in :;o ~ionu circa, ..ri non oLtenn••ro mi;.dioram•·nlo tli ~orla e clue, che n\·evnno ulcerazioni cornea !t. tr·ntlilll r·o11'111fusn all' l o • , presentarono reazi•JOP Oo;_!istira ,i int••ns:1 che funr imminente perirnlo tli f"'rf,rrazimH' di una ,•ornea e nell'insième pt.':;rriornrono cntr'illlllri.
HO
L.\ SI\ DECTO\IIA, n. ru-.: m.~; ~ORR.U.!t.O E L'JE()OliiiTY
Ue1 due aOelli da iotorhid.tnlenlt corneali persi::;tenti dopo la 1-(U:trigiooe delle ~rauolazion i uno solo presentò un lie· vi :.~t mo miglioramento. l.'te•tuiril) :uluo,1ne 'erlln du!Jl.lto può riuscire util~ in alcune .1 1Tez'oni ClCnhu·i, ma credo siasi da alcuni e:.nJ.tera to nel comnH!Otiarne il valore te1·apeutico . e che siano caduti nt>ll'ecces'o opposto cvloro 1 •Ju.lh lu giudicarono Hletftcace ed anche noctvo. Certo la :;oa nppl1t.l1.ione non è esente da accidenti, e "l' ..; ron.;iùcr.l du•, oltre al non es.:ere di ellèllo sicu1 o, nn n ,oo sempre li c\ i le ~oiTereote rh e so,;cila, :-.i :-piega come. non o~tanle l'inùisru•ihile preferenza che a\ 1't'l•he ÙO\ uto :t\'Cl' ~u l pus bll'noro~u:o. :-in stato al pari di l(lll''lo IJII .ISI del Lulln ahhanùonato clai cli nic·i. Ed occ.Jmi ora a nfcl'irc i risultati oLLenU!i dalla sinuectvmirl rH~ Ile :lue varie npplìra1.ioni. llirò subi to rhc l1:>sa torr·isporule al coHcello ~eueralt• •lt·lla cnra !l'•)gni I'IH•ratilt', d1 favorire CIOl' lo s~orultro ùel materiale ristagnato. e IJUindi si funùa »u ùi llll pnncipio del tuuo razJOnale. SeJ,:nendo ti con,iglio tli Ut> Wec~er. mi sono a~tcnuto sempre dJI cau,til'are h rorn~a col nitrato d'ar~ento. ~ic cume praticava il Furnari, e porhe volle. quando ciot'• lto avulo aù operare ~~~ occhi poco Ìl'ritahili, hu cao~tÌl'nlo la fet·ita l'ISttllnnte dall'upernzwoe o colla pietra di ~olfato di rame o con 411elln di nitrulo ci'ar;renlo miti~alo. Tali t·au~ti cazioni ric,.conn 111 genere dolorose anche per gli on:hi nei qu.'\11, mercè la j,tillu1.inue di rocaina, si poli! pratka.re la pPrtlomia --enza d1e il p:ttieole ac.·osa.s'e snlTerenza alcu!Hl. '\egli o ·chi mollo irritabili non di rado in :;e.!uitp alle cau ..tu•azioni ho \Ì,lo :t~gmvarsi la .fl.o60-'t corneali· eli insorgE're acuti dolor·r ciliari. clte ùurano parecchi giorn1 COn rr·orllnÙo ~COI'!lj.!~ Ìa iii P OLO dell'infermi.
'\&LLA TRilAl'EUTIC\ OCl'L\IIE
Hl
Facendo appl icare sulle palpehre dopo l'opernt.ione pl•r :Jtl a !.0 ore di'JI(I compresse ba~nale m un tnlu.;o rnlùo di •~anHHn i ll a. ··ui 'lt può ag~iun;.:ere 1111nle calmanlt• uun r01n enit!nle dos•' di e"l rallo di lu•llarlonna. si a:rt>volu lo n iluppo d'un.t abbondante ::upptu.tzione della ferita. cui st-gue nna cicatrice più retralla, e ro,j si "liPflli'Cl' io p:trte alla --oppre,-~ion•' delle c~1usttcazinn i. t ' opernt~ione (• a~sol ntament~ eia proscri\ ersi allorc h~ e,;isla la Lriclua,;ì, n' \ero per t!ITt>lto delle granulazioni sia)i prodollo l'emropio. pet·ch~ la irritazinne nwt·rnni~.l r.ht' 'I'H'ste lesion i e . .ercitano sulla cornea tltslrll.!;.!ft i l':l\urè\llli eIletti dl•lh -;i nd e~lomia. Jn ljlle... ti ~a,;i. prima eli praticare la peri<omtu, hi,Oj!O:l corre;.:;:erP. con aclalla operat.ione la t ril'lttn ~i e l'entropto. In vista della ripugnanza d te s'int·nntrn spe.-so nrJ.<Ii in fet mi n sottoporsi nd nn'opernziotw, che ,ulti to doprt eseguila suC~Ie :"favore\'ulmeote tmpt'l'~sionun• pel modo t'OIIlt' nppare deturpato l'orcltio. ideai di nun asportare t.tlora la con;•itmtiY,t t·olle foduci. si!tltene tli struaarla unita111ente al les~utQ sotto·~ong~untival~> etl ai '·'"i met'l~i· notli di ,.,1•la llullde. procedendo nel seguente modn : lnstillnta !a solnz10oe di rocaina , -.'npplicn il hh•fii'CI';Iato e l'l fi,,a J'ocduu con una pio1.:1 a denti: «JHinclr, con 110 l'icwlo n~o t·icur \o monito ùi •el. t ..ottil~ e montato -.n d'una pinza, .-'incommcia :ui altrn vo>t~::~rc l.a ron:.:iuntiHt a due mill imt'tri dietro il b01·tlo della c·ornt>a t> parallelumente al mnt•ginr d' questa, :\\'Pndo la prerauztoue t! t ~tri,.~htre c•nll'ago m-.tnte lu .;cleroticn prr non las<'llll'fl ,fllf(J.(Ìrt> i , a,j: o;i romprcnùe t•o;;ì un centimetro rìn·a ùi cnu~iunti\'a in IJUe~t.l prima ao.;a. Tagliati i capi del lilo :;enza annodarli :1 ncora a enll\enitHILe lungheua. si melle uno set:oncln unsn, p<'netr·nndo
!l~
U
-.t.~O&t; ru~V. , tL PU~ IJLI-:~OkKM:tt:O l I.'IF.tJUII\11 Y
c."oll' ag-H n~l meun del t rullo .:uoKiuuti\ aie co111pr~~o ndia prima, per uscire circa un cen tuoetro di lil tl;t l limite tli e:;sa e St prost.>gue co:;i oltre sino nl tPrmin~. È ch iaro che, annodando i !ili. la congitJnliva col cellulnre sullo~utaneo ed 1 ras1 ven~ouo :Mozzati. Cia:.cun'an,.a deve !:OOlJirenden.• parte dei tP~su ti J:ià tHlr<lH"!r"' ti da •Jlll'lla precedente per as~icurat·e rhP nessunu zona co n~i unti\'a l é coglt anue~si va~1 sruggn alla cosi nzione. In genere dopo 8 a l O ~iof'lli ~uol~ avvenire la eliminazione Ùt>i ft•-;.;uli ~truzza11, e ,.o,.ì si \a r:raùatamente formautlo ullorno alla cornea un eingolo ricatrizi11le rlu~ uon tarda ;; :-piegare i snot fa\OrHolt elTe111 coulro il pruces.:o morboso. fJu est'operazione per lo pii1 è meglio tollt•rnta della snlclecwrnia, a ronùtzlolle pf't'O rhe ~~ uùopf'ri nu fili th seta molto soli ilt, .lltruneuli 1 noti 1 provoca no un mole,.tn altnto fra 1! dol111 ocnlare e le pnlpeltrt!. Qn:lOdo la d~t·rali te è supe rlic:i:d~. va:;col;.~re e limit:\la ad nn ~t>gmentu della CfJrnea IJill'~lo (Jtocesso '\uole tiare r'i-mJialÌ t'rcellenli re ~i est>gue celermente, I)Unlllllllf(Ue r icltie~rga semprt! un 1e111po lllli!;!Ìore Ji rJuello u•·conente pel' pr"alirare la pcritomia Produr.e andre huon ~.;ilo quantlo st v o~lia n o -lroaare i fascu·oli eli c.. plllar i della cheratite pu;;tulu~a. col vanta;..c,in che ;.;l'inferUli :;'indu ono più facilmenll' a ~ollopor..i all'npplkazione rl'uo no•lu ~ulla con - . giuDLi\n dro a f11rsenè u~po rl u r·e un lembo colle J'or·hici. Drvulen•lo 111 ltt' catf'gorte :-;omnrarie l t! s\ .ma tE' .tiTeztuui corneali, in inliamm:tlorie ~·oi•, e~iti delle inlìarnmaliOIII eil anomaliu dt•r·innti ùa tlife1111~a strutt ura con;:euita (ad e...em- . piu: lo stalilomn pellucido) rni aiTI'etto aù e,;cluùere ~eu7.'altro l't>tlkacia dell.t .,.inllel'IOmia pr·t· tJUC'l ultuuu •·ute~orin. ln n!Cl' mi souo fer·tnameule cunvinto che ndle rlue
SUl..\ TKIIAI'EOTIC.\ OCCI.\RE
primP in ~enPre .;noi e,--.pre ut'le t> Ot:'lh mi.-un r h~ ven~o ad P'ìporre hrevemente p(•r cia~rllll'l forma clini•·a. l n MeDt>ralt> l'operazionP. ~ltJ\':l meno nelle d tHatiLi p•·ofonde che nelle ~n pt'rfi cinli. e fra queste piit in quelle vast·ohri cht' in quelle 'enz.a va-.i. ~ r ll e Viii'Je chPI'a titi profonde, r·ioè in Ler,.LiZJrtle o parenehim.tle difTtNI, suppurntll'il ed ulrero:-a, prima d1 esegn1re l'opc1'1\ZJOnc hiso~na allemler~ cl11• sia trasroNl il periodo acuto del proce;;~o morbo.;n, e rit'l in ''Pe~ie per la cheratite pl'Ofond u suppur·atha. l.'oprraziont', pratÌ•'illll quando persi{tuno n lungn in i:-;lato quasi stazronnrio l'nn1c~ o l'rpoprn, a ·relt>rn sen~rl,.lmenle il ria-.soruimento del pns · in rpre"ti C<hi ba-.ta ('scidPre non zona dr con;.:iu ntrva rhe superi llr poco J'esten,ume delle rnreolte pu•·niMle. :\ pJI'ectasul delh cornea ron .. ('rotiva al "UO rammol!imento non ho ,.i,cn oLrnlo. t'Ontrariamentt> alle as.,er7.ioni del Furnari . miglioramP-nti n~sa1 senc;ihili. ~ellt> macchie recenti. sostenute rla vnsrolarinazione par· ziale. l'opHalione giova n provocarne l'n<~sottil!liamento e quinòi il r•sclrinrnmenLo : però lli-;oJtna avere l'ncru r;llt:'zza d'incidere SO\ eole c·ollo ~cariflra tore i nuovi va~i chr il piu •!elle volte rir.ompaionn nella r1r.i\tru~e ron_;JUuttl aie, dirigendosi Yerso 1:1 macchia. Questi in principio !lODO sottili ..stmi, ma ahh:lntlonatc a si: ste~~i so~Jion u aumentare di raliiH·o ed osta colare r1 part.ulle riat~':ìorhim ento clelia m1rrh1a. In IJUestt ra ~;i il mil!liornmento si \ ertfìca nel termine di t a 4. mesi, erl è opportuno coalliuYarlo merrè l'uso metoùtco delle pomate nl preripitato rosso e ~iallo, del ealon1Phoo, delle 'OI11ziont dr ioduro pnt·tssiro E'Cl'. 1.(' suddette scarifìca?.ioni dei vasi neoform:1 ti or.corre
9{
!.1\ "l"'DKl~TO)JI\, IL I'US BLE'ìOilRAtilCO J,! L'ISQCIItllT
eseguirle at;curut.nmente e ripeterle n~ni 3 n ~ ~iorni anche sulle nllre affezioni mor·bose COtllro te qurtli sia!\i adoperaln ht pPrilOmia: clappoichè dalla occlu·ione di essi dipende in mas:;rma parte il buon risultato. Nelle cherntiti ulcerose t'operazione dopo 3 a 5 giorni circa ~uole far ('es::;ure i dolori ciliari, la fotofobia o lacrimazione, e nti'Ofizzilli i vasi neoformati, quando e~isto:1o, il processo ùi riparaziond si accelera. ~ei ca:\i di aiTezioni rorneali bilaterali ho trovato anch'io preferilJile operare in dne occhi cun parecchi giornt d'intervallo, per·che ~osi l'infer•mo si deprime meno mornlmente. e la r·e::u;ione flogisti ca •'• meglio tollerata. ln molti cnsi, in .:ur col panno rorneale crasso persistono le graunlazioni YOiuminnse ed ostmale, ho visto 1-(iovare la sinrlcctornia anche I!Ontr·o queste; però il miglioramento diventa tr:msitorio, se 1lopo non s'insi!'te con adatte cure, le quali lJisoKn&continuare pazientemente ed as.~:;iù uamente si no altn loro scomparsa. ~egli accessi e nello ulceri periferiche della cornea l'asportazione d'un lembo congiuntivale di mar,:gioro estensio ne del -;eLLore della cornea il 'luale ~ ,.,cde del processo morboso es~rr.ila un'erticacia pronta e direi quasi iorallihite. \ vviene altrettanto f{U:10do simile pmlica viene eseguila io iudiviùui alfelti cla cheratite flitlenulare. In tre infermi di glnucoma ho praticato la siodet'lomia, senza ottenerr!e alcuno dei vantaggi gia accennati dal l?ornari. Ru diel'i casi di epi,;elerosi crooic:t 7 guarirono. tre migliorarono soltanto; lioulmente in un Individuo afl'elto da sclerile cronica non ottenni alcun apprezzabile migliot·amento. 1\iepilo;.rando, su 30 1 operati ottenni i seguenti risulta ti; 1° Cheratite superficiale senz3 vasi diffusa - Operati i. : guariti :1; migllor·ati uno. l~no d!!i guar·iti eblte una recidiva eire cedette ad opportune cure.
~&1.1. \
TIRAI'F.UII CA OC U I...~R E
9'j
2° Cheratite superficiale ~enza vasi circoscrilta - Opumi!!liorati l. 3° Cht>ratite ~11perficiale senza ,·asi tlis~emi o nta- Oper.tti 10 : guurit1 7. ù1 cui due andarono "oggetti a trnr,.;i-
I'Dl i :3: ~ n nri ti ~;
toria recidna; 111Ì.:Iiorati 3. 4.• Cher(llite sup~ r fìcinle nloerosn riti 2:3 : miJ.:Ilor·nti :l ; estto nettnlivo l
Cheratite "Uperliciale 'a~colare parziale - Operati ~~ ; goar i ti 16, 1li t~ui .} eiii11.WO liew rec1d1va: mil(liornti ~ : esi ti ner:ntiv• ~60 CheraliiC superficiali> \UiCOinre lliffu,a - Operati too : ~u ariti :;s. con 13 rel'idive p11i o men11 le}?gierc; mi .!liorati :l3, con I l reciùivt• di var·io grado, e9ti nerativi 9. 7" Che rntite profonda intorlìlizinle o pnrrnchimnle Operati '23. ~unl'iti 16 con :l 1ecidive lievi: migliorati 5 con due recidive pi lllosto ostmate: es1LJ nelo(athi 2. 8° Che1·ati1o profonda suppurativa - Operati t-; : gna1·iti i 2: lllÌJ.diorati 2: c~it1 negati\ i 3. 9~ Chtll'lllite profonda nlc«>rosa - Operati I l: guarili H con una recidiva lien~: mi)lliorati l : esiti ne:::ativi 3. l o• Cherntito llittenulare - Operalt 3/. Tuui ~uanll l'Oli 3 rec1dl\e 1ra11sitor1e. 'H o ~;(' l usia delln corn er1 ronsew ti vn al suo rammollimento- Opernti IO: llll)(lioramenti lu.•vi,._im• 5: esiti ne:,:allvi :; . t 2• \ st·e~si periferici d(-IIJ;t cornea Opernti 9 : j!llarJI I 8; e:;iti negativi l . 13° Macchie comeali di data più o meno recente valll'olnrizznte - Operati 14 : mi!!lioramenti pin o meno seostl.tili 13. E:>1t0 aiTallc negati'o l . 14. 0 clerlle l , con esito negativo. ;)°
•
Opern11 ~6: J.:ua-
96
I.A SI'IIO.:C'IOIIJ \ , Il. t•U S Ul b.\OBRAG ICO E L'lKQUIIUTr
l :1• ~;pisclet·ite cronu:a - Operatr l O: ~?na riti 7; miJ.!Iior.•ti :l lu Glaucomi cronki- Operati :J. Lotti con e~rlo ne~p tivo.
Pt"r p111ertl intanto render-• ra~ione del mecc:mi .. mo col qu:rll' l'•lp••rnziono •pie;:a un'influenza tanto farorewJie uelle varie affezioni flrJ;i:,tichtl della cornea è utile ricordare bre\·,•mente le rnorlilicazioni che io I{Oe~ta aneogono quando diVIf'lle se le d'inlinmrnazioue. Lo nole anatomo·p~tolo~irht> salienti d~lla cheratite in gent>re ..;uno h• :\C).:tiiHHi: rlilatazione rlrgli spazii corneali , elda ma ti nltra rolta'corpuscoli corneali, i ntorbida mento de Ile tìhrillt• t'lll'rlflnlt frnppo~te n detti spazii e loro divaricamento ~i n o n. fondersi lnlorn insieme. Cau sn dello clilntnzinne tlegl i spnzii corneali può eslìere o l'nct·nmuiH in t•ssi di materiale gntmrloso. del quall' .;i vrggono tt·arr.it• anrbe fro le fihre corneali (il che co:>Lttoiscl• il co•itieLLn ri~onlì:unenlo torbido dei corpuscoli corneali ··arattamtico dt•lla Cllernlrte iurersliziole). ov vero l'acrurnuln 1li corpu..coli del pus d1e o~s,.rvansi allrt>si nella ~o-lanr.~ .:orneale int~rmedia 3(!li ~pazii, e caratteriznno In cheralile purulenta. l'anto il rnateri.11t• ::rannlo-;o 'luanto i corpn•:~·oli pumlenti •ledvano tl:ti m ..i perìfer·ici della cornea, dai quali ~'~a trae !!li elemen11 nece ..·ari ali~ sua nutriz,o•JP. Tal uni amrnellono ritte> nna parta dei leucociti arril i nella corntn :.t:'~nentlo il corsn Ilei nervi. e che le alterazroni Oogi.,Lir.he rui e..;-;a va int·oolro non sieno escfn..;i\·ameuto P'""irt!. ma rhe l'nuh iti1 runziounle del propr·io Les,.ulo vi concorm in vnm\ nnstll'<l a ,;econda dell'iutensitù del pi'O:. ces:-.o infiam111ntorio. ljw11Hlo nell n llnw1s1 curneale su i fatli d'i nfiltramento pre-
'\ULA TBRAP.KUTICA OCl LARI';
\}j
dominano IJUelli di necrohio~i, il proce,3o di\ luol(u nlla ro-idetla cheratite uJcerosa. L'epitelio anteriore della cornea in corri ~pond enza Jei focolai inlìammatorii o :;.i e:.fulin, ovvero ra soggetto ad un inlìhramento per cui le cellule s'llltorliit.lano, si gonfian o e 1 disfanno. Lo ~Irato sullo epite:iare o Incido della cornea, dt•llo puro membr.1 na d1 Bowmann oli ela~laca anteriore. co tituito lla film> mtrecdate fra loro. \'a so;.:~euo allt• medr,ime allerazioni del parenchima corneale. e tJniod i \'t si n=-~ontrano l'mliltrarueoto grannlo~o l' Mli accumuli cellulari. e può llnrl.,rtt incontro sia al Ji:.faCilll611lO molecolnre, sia all'atrolia. Tnlvoltn tra l'epitelio !• lo. nwmurnna di Bowmnnn l\Ì 1\·iluppa uno slralo connettivale, il (junlt•, secondo le ossunaz•on i di Dooù ~rs, hn ori ).(ine tlni leucociti che si versanu Ira 1 :;uddctli due strati allorquando i ''asi supodir.iali ncuformati perml•ncono a lnngu. l n nku111 ·a.~i unu strato tli lìiJre superlìciali tlelh1 cornea. ns~iPme all'eptlt>Jjo. 'iene sollevato Ja onn racrolta li •JIIula in ruoùn da formare YCrf'l ve~cicolo: però q oe~lu sono per lo piu cnstitnite dalla ,oiJevuzione del solo ,..Irato Ppitelinle (cheratite ve.scacolnre). ~o il processo Jlogt;,tico dora a lungo, com!' soprutullo SUCCC le IJU:IDÙO e delerminatu dal i,\ pre;enzll tlella I'Oll~ÌIIrll Ì\"Ìle l!ranulma. i .;vilup(JnDo nell'epitelio d~i ' n~i uperlkiali, clae trog~ouo origine tla~li elem!'oti. i quali e.;,ron fuori dai ya~• peracorneali e ,j vanno manu mano orgauwandu per formare le pareti dt·i vasi, pei quali le rorre11ti nnt riltZÌ I' ~au ngo n o ai focola ri morbosi (cheratite ~ u pcrlì rialtl ~asco lnreJ. ~i as~ ocia. allo svi luppo Vn!ittlc un i~ possime nlo E>piu.'linle,
.. l
!)H
LA SI~UECTQ)UA, 11. PUi:i OLK:-ìUI:lRAulCO E L'IBQlJIIIIT\
pe1 cu1 la snperfìrie cor·neale diventa Ineguale. e des:;o può crescere a tal grado un1tamente al numero dei vasi che In cornea assume un'apparenza carno:::a con rilievi so· miglianli a !.:ranulaziooi. Fra le cellule epilelittli, inoltre, se ne formano altre rotonde o fusiform• clie !>i continuano nel cellulare sotlocongiuntivnle, e se ne o:s5er\'"ano talune con degenerazione colloidea 1h·l nucleo. Tali ~ellule rotonde o fusiformi danno luogo .t nodoJt che hanno la struttura di veri graoulomì. (Panno cornea le). \ncbe nel pnr·enchima rorueale possono, durante il•·orso dello. flogosi. oeofonuar:;i rlei vasi dall'accumulo di leucociti. o pinttosto perchè tr·asfo•·mansi in vasi sanguigni i canali nuLI'ilivi : in r1uesto ci rcosltHize sovenLe la sinflectomin non dit favvrovol i risultati. La membrana cii Oescemel , per quanto risulta da esperienze ~ u~li animali , non parrecipa ;ILtivamenle al processo infiammuturio. Quandl) le olterazion i dell'epilelin non sono à:\50cinre a quelle del paronchimtl corneale. In guarigione suole Avvenit·e senta grave tut·hamenlo della trasparenza corneale, giacchi! le cell ule epiteliali neoformate vengono eliminote, quelle torbide sono sostittule da cellule giovani trasparE' Ili i ed 1 va i gradulnmenle ,compaiono. Se il processo llo~istic o è es~enzialroente limitato alln ~uperlìcie della cornea , e non i• associato a sviluppo vac;ale, allora c;i hanno le varie forme di cheratite superlicinle ,enza vasi. cioi• la difTusa. la circoscr·iuaJ In disseminata, l'ttlcerosa e la ''escicohu·e; se inoltre vi ~ neofot·maziooe vasale si h!l la r.ltrraLi le snpel'liciale vascolare; e se inline In. llogos.i invade gli alt l'i slr;tli corneali si hanno le varie forme ù i cheratite profon(Lt. cioè In parenchimale ed inlersliziale., la suppurnliva e l'ulcerosn.
~EU..A TEllAPBUTJCA
OCULAI\K
99
fi li e ·iLi della cberatite, oltre la guarigione sono: ~!li ispes"imenti, epiteliali e quindi le macchie corneali epiteliali ptù o meno dense. che pos:;ono !iparire in \'ario tempo: le npacità parencbimali do\·ute a re<~idu i di prHdotti flogistki i troali iolìllrano i tessuti, rhe posson1.1 1lilegnarsi col rias~or·bimento; liualmente le opaciLil pnrend1imali con:;ecoltve alla profouda alterazione prodotta dell'inlillrarnento Ilo· ~istiro nelle lìbre ,·orneali fariamente divar·ic;•ll'. opacità q•reste che. al pari delle cica trici le •tn:tli ;~;o::lt tUÌ 'lcon o il lt>ssulo r.orneale distrutto. resi!ltono a I{Ualsiasi trattnmento eurativo. C:iò esposto, s'intende di leg~ieri come In ~mrlectumin spieghi la sua azione di favorire lo s~ombro tlel prodo11i flojl;islici accumulatisi nella comea; lnfaLLi, siccome tnnto i corpuscoli granulo:~i quanto quelli purulenti. i qnnli in essa si l'isconlrano, der·ivAno dai vasi pericornealì. ne segue che l'obliterazionP. anche parziale di IJUesti s'oppone al pr·oJZredire ùel proccsRo infiamma torio, dnlla parte il te~sulo cicatl'tZiale the for·masi in seguito all'opt>rntione ètllh\ cornpres..;iooe che e:.crcila attorno alln cornea con~ri huisce ad nurnentare l'ostacolo all'arr-ivo dei materiali di nutrizione destinati alle cellttle iufiltr~le che tend()no ad or~aoiaarsi . f)anmenti. siccome i vasi superficiali nenforrn·tlt tr·ag;rono orr~me •lat:li elementi, i qJtalr, fnoriu;;citi dai \'Ait pericor· llf'lli, si vanno mano mano or;!nnizznnùo pl'r costtt oire le p:\reti ùi essi. è rhiaro come la sindecLOJnin inOnis•'a non sulo atl arrestarne l'ulleriore ~viluppo. ma a pr·omnovere allre-;i l'atrofia di qnelli gih e~istenti. l 'i111peùito a!Uusso dr nuo'o materiale flogi stico nel tessuto della cornea la melle •1uindi nelle condizioni f:rvorevoli per· dj,farsi di q nel lo gi tt pervenuto vi, e co~i si riassor!Jono i cor· p11$1'oli ~o:ra n u l osi ed i purulunli o s'arresta H pr·oce:3su d i uec robio~i clte produce le ulcere corneali .
J00 LA SINOKCTOifiA, Il. PUS BLB'iOJIItAlìiCO E l..'lE(}UIItlt'l
Il favorerole risultato che tolla ~i nd ectomi.a s'ottiene nelle
macchie recenti vn!lcolarizzale dal Oe Wecker è allriouilo non solo all 'occlusione dei vus1 elle n1Tecano il materiule nuLritizio alle ma cc hie, ma anche in parLe al fallo che la fol"mazione tl'un cerchio cicatl'izinle ionau;d al tessuto tm.becolare, il qnnle racchiude le prinripall \'Ìe linfatiche dell'occhio, può \Issai prohabilmente e~erci tnre una polente azione modificatrice SlL 11uesta corr-ente lin(atica. A pr·oposito dell'azione antigl,tucomalosa amibuita dol ~,u rnari alla sindectomia, il De Wecl..~r dice che dos~a gli desta al presento minore mer<•V~Iia. in quanto t~he si tend e sempre più a rilevare l'evoluztone de1 fenomeot glaucomatosi come il l'iSIIItato d'un mancato deflusso tleflu li nfa, e che la guari~o~ione del glaucoma semura fondata sol ri!>tauilimento dell'equitiurio fra la secrezione e l'eacreziono lin fntica per mezzv di feriLe che facilitnno la filtrazionP. Ma a <JU6Sta considerazione 10 opporrei l'altr·u, elle cioè. se la ferita della sindectornia può r~nlmente 10 pt·1ncipio facilitare la filtrazione della linfa. invece, dopo fo rmatasi Ja cicatrh:e, tale lillrazione \'iene mag~10rmente o:~tacolattt, e cosl S(.liegherei come nei tre casi da me operati non abbia ottenuto alcun miglior·a menlo. Pe1· qunnto mi sappia la peritomia non fu da altn sinora praLicala nei ca.s1 di episclerite çromca, e ne attl'ihui:sco il huon r1sultnto alla compressione esercrLaLa dalla ricolrrce sai vasi Lurgidi . Prima di ptlrl'è termine a tJuesto mio Javot·o 110 11 voglio tralasciare di dichiarare chL• l'operazwoe non aM'bCtl mu1 nlcun oocomenlu agii inferm•, tjnatllu nqoe parecchi di essi, nooostanLe le mie vive raccomaodnioni. trascura.l·ono ogni p reca ozione arllbettica. E quiudi, in pr·eseaza di a1Tez1oni morbose le quuli colla
~F.LL.o\
TE H\ PEUTlC \ OCUI.\RI
IOf
loro ostina1.ione finiscono per mettere n durr~ prova la pazienz:Ldel mnl:tLO e del medico, il cptnle in questi •·nsi sente ,·ieppiù il htsogno di tutelare In. propria riputa1.iooe, non si deve esset·e diffidenti ad eseguire un'operazione che può Jare elTelli in.:;perati. fJue:>tl fa,·orevoli r·bulluli. specie tiPgli amhulntort, aprono il cuore ùt tanti pazienti a nuore speranze ed rnrondono loro rnaguior lena e ptu ~alda hducHI nell'arte s:~lutare, e perciò mi .a,sucio contplet.unentH al Critchel nel cleplorare r-he la ~i n cleclomin sin caduta in oblio imm erita to, t' fo \'Oli perche'• sin rime~sa in giu;;lo onore a tullo vnnlaJ,:gio della nmanttà <.CJifl·rente.
RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI
RIVISTA MEDICA ScH EIS\lANN.- luU& oetale& abituale qua.Ie s intomo prln-
olpale eU 4iverae malattie nasali. $Che W rw/11 II!!Citri}t).
(Ber hner klin.i-
Di que«f llllere.."ante lavoro riportiamo le concJu-.ioni fo Il male di le!-la abituale in Al<'unt casi trova la suA sptegazione nelle an·eziom dd IIA"O (cAtarri a nche leggteri, con tumefazione della mucosa nasale, polipi nasali, emp1ema del mascellnro ~upe rlore, del fron tale e d4;!ll' etmoide, car ie delle osf'a ua~uli, l e~1on i sifllitiche del naso). 2° A ncltt:~ i n ~rovi malalti,. pet•tcolose del naso la cefalea spe!>SO per lull#tO lerupo é il f'Oio <~intvt'llo caraller islico da pg"'t'. SO QuP!Ila cono!-cenza ohblii!'B il medico in C8"1 di cefal~a abituale non determinata, dì ricercarne le ceuFe localJ nel naso. {o I n utdivtdU1 oeuraslenici,la cefalea abtluale non esclude l'origine locah•. 5° L'o ri~111e uacoale t!ella ccfalt•n rende la JWOJ.mO"'i pér )O più rausla, )O terapia nacoa)c lié buoni e dure\'OJi I'I~Uit&h .
c.s Doll. Sen te~<; Br.v A Doll. KARTULIS. - Bu i risultati di 4 8 tuberoolost ouratt oon la taberooltna. - (Zeilselu·i ft .fttr lluuiene und lnfeetionskranl•heiten, volume t5mo, f8~CÌCO(O !'!eC1J11dO\
Di quo~ lo luughi.,~imo lavoro, il cui materiale fu raccolto nell'ospedale roule eJCIZiano 111 Al~ssandria, (;i r1porlano le conclusioni
103
IHVISTA MEDI CA
J I.A li'-i polmonare incip1ent~ gua ri <~ce <>icuramenle con la lubPJ•rolina nello spazio di 3 o 't ml'~i. 2 Cagi avanzali di lisi guar i!!cono IPntamenle, fra seì mesi ad un anno. 3. Ca~• ~ravi con caverne non mollo s;o ro«~c possouo es~cre guarili soll•l condizirmi ig•eniche parl•colarmente fa· ' 'or eYoli. 4 Cat:~i mollo ~t·avì con gro!l<~~ cnvPrne, fl•bbre elt~ e sudori notturni non "Ono indu:ali per la cura cou la tubarcolma. :;, l.e tubarcolo"i cutanee. come !croColoùerm•. ulc•,ra cutanee ~uar•s,•ono più pre!'lln del lupu.... G. Alcun fo r m1~ di tube•·colo"i ùr.ll11 o~sa ~ dell•• nrLir·olazmni, co1ne pure la lubercolodi delle $tlamhle guart"cono piit pru"ln con la tubercolina e ron l'mtervento rhìrurc:ti•·o. cbP col solo mtervenlo chirurgico. i. Lu tubercolina é un rimed1o innocuo, se in principio é lll"elo in piccole dosi. S. La lubercolinK amministrala <>Arnp•·e 111 piccolo dos1 non é in grado d1 produrr,. una guarigione perrnau<'nlt dello tu bercolo~i.
ti. Il clima e:.nziano e par·Llcolarroente adatto per la cura con la tubercolina 10. Il trallalllento policlini<'o d,•IJa Lurber·coi0"-1 polmonare é inrlicalo toolamente p~i C8"Ì letzgt•r•. i casi gra''' devono el'sere curati ne!!li o<:peòali. Su 1S <'tl"i ottennero i relalol'i 16 f.!U&rigiooi dure\'(.lli cioè m media 35 p. HIO.
c. s.
10io
HIVISTA CHlH UHGI CA
lndloaslonl dell' IDtobasloae. - GtLLET. '!Mecine et de Cluru ryte. gJUllnC• 1894).
IJournal t/P.
Il dott. Glllt>l hA Calln uno '-lutlin molto accuratn !'UI ron froolt> fr·a l'iulubazione P la lrncheotomra, ed ha rrunilo per l'wtubaz.rone 8,:UI!J nperal.iom con 2,481ì g uarigioni, eroi- in cifre r·olouda pr•r 100, e per la tt•acbeotomia 15.955 ope-razioni t~on 4,8Hi guttrigronr, C'ioc egualrnen Le in ciire rotonde :lO per· 100. Il r•ii:lllllalo r'• quindi esattamente consimile nei due casi. Ci1'1 ~~~H~llt u iAce un fulto cur•ìoso, e che dirno:-tt•o che l'inlubnziono può eRAO J'P utile. N r>. deriva fo rse elw 1:~ tr•achootomìa aro pPflfarrhrle all'intui.Jaziooa 1 O elle l'ìnlubazione valt:ca piu cll'll& tr·acheotomie1 L'autore cr ede cbt> nna non dt>lroni.u.a l'ultra, e eire crascuoa ha H suo posto e le Aue indicaz.iuui. L'iulubuzioue ~~ pmtschern J•r irna o dopo la tracheolomial Prrma. fln IJIIIIU !o l'mdicazione di ri~tabilire l'apertura rlE>Ife \ ie r •'>plr:tlOIW '<Ì (8rà '<eulir e. io una manit!ra pPren· loria, con ali ~cre .. c.i di ollocazJOile. '\on "Ì e'>eguiru l'anlnhaziono St<nza aver preparato tullo l'o!'··orrento p ·r una JIO""•b•le lracheol.•mia. L'intubazrooe non ha per· '"ClJpu ''he di e,·,wr~ questa. Se si togli~ l'ostacolo lnr•tns:~o ....r• l'<i rJ ... ttJhrli.:r.., la f•ermeabilità del condotto, l'rnlervenlo non .Jen• l'"'-61'1' ~pinto oltre. Si ,·, l'atto il nere"snrw, si rleve evitat'P rl supPr fluo. Se. non ll'llfurlt• l'inlrndu;do ne del tubo laringeo. i renoment di slonO!'H non CO!'I!'Iano o !;J r •producono, non si deve esilore, solurnonte lo Lr•acheolortrin puo rrslabilire l'accesso dell'Aria nelll:l vh~ r·e!!pit•fl.Lnri u i uferiorr
ao
RlVIST.\ CIIIROR r. tCA
1o:;
Dopo 111 lracllenlomia, l'inlubazione può accessortam onl~ ea11ere utile racil.i ta ndo l'esporta zione della cannula o comA mezzo dt dtlat.azione. L'wluhazwne è controindicala, per la r&J.!ione te~,.o cho ~ n ,.. materialmente iwposstbtle, quando 'i ha e.lemn della lar,lllJlO () •IU!JO,IO la (ariuge é ostruita da r11J-<e membrau••. fo:p c:a nvn partecipa alle controllldtcazioni cho lo ~lato ~:e nerah•. l•• complic-azioni o le moh1ttÌP primi l! vp pMqnno talvolta c1•eare per la traclwolomia, quantunque, ogg1d1, ..i ri•·uno"cano meno ostacoli all'operoz•onH che p<>r l'addietro. Come re~ola pratica, si può &llllllell,.re cut: a meno d'imJ•O'"ibtlll.ll di coularL sopra uo11 so rv~:.:liauzt• allenta, che a men•J di allont.anamento esLremn ,Ji •ruai!<Ja~• «oc.:orso medit-o ~i Jl)vrtl cnm•nciAre per tonlare l'inlubnzione, pronti 11d interverurt• con la lrarheolomra ..;ja immediatnrnentt•, ~ia ultertormenle, se il primo intPrvenLo è o dtviene insufrlcient••. L'inLu ba:do u ~;~ non porta un rimedio che alla sLunosi lt1· rinj:o-tr·arhesle: essa favorisM poc11 l'evacunzione dellr• falsi-l ml'tnhrAne spe::;se; e"Sa nulla puù al di lA della lorin~e n dei pt imi anelli tracb.eaH; es"a ,, impnlenLP, mal~rAdo l'allurtuamt,ulo d~>i tubi, contro ros lruzione tr·acheNie b8f'<l(l e pet· con...eguenta b ronchiale, sulla quale so han lo ha ur~:."a la lrachuotoml8. per la via che eg~a apre all'espuJsione delle fai~ m<'mb1·une situate 111 ba«so. l.'llllublll.ion» non puo <:Oslituir •• completamente la tt·Aeheot nmio. e :'18 permelli' «olamentt> Ili evilar•la in una proport.inno relativamente molto _l!randa e di agu·e presto.
C. v. Tuow:o:-. - Orine eU cavallo per le nture - (Th ~> 8o~tton medical a11d sru·yical ;ourturl). Il primo l\ men11onnr l'uso d~>l cr1nf> tli cavallo an clumrgie fu Smilh nel 1862, indr Oarb\ n..t 1870 rrporlò ~ cacoi rli ~uturt• e legature di que!'!lO gt>nere. J>antl'l l .ewts nel IS!H rrrer1 le proprie esper renze ~ul c r 111e ùi cavallo uc::at•l per IUturo e rwr J renaggio, poi l chintr~lll h811 110 abbandonato qua&t' ultimo mezzo.
l !Ili Jlealllul. tratto fuol"i ~r qualche tl'mpo dai liquidi nP'lJll&lì F-i conser vR, diviene a11pro e òur·n; bagnato dh•ent.a visco"n o sdrucciolevole, ed in ambo le c1rco~tanze riN•ce eli dirCIcile maneggio, ed i no1li non stringono a <~ullicicoUI. S e é mollo solli•e é prc... to as~orbito, e l'ago pel qualt é li' uopo farlo pss..are dev' e"~Pre pw f{I'O«so del bisoguevc•le, onde non 111 può usat·e senza che la con<:eguenle c' I<'fllt•ic~e della ft>t'Jia dell'ago llifl J'IÙ ~ r·amle di cpwllo che potrebbe d eo~i del·arsi. La "818 bollita "' rigonfia, e non passa che pet• la cruna di un ago grosso; "8 ~·inlìlu prima tli slerihz7.~rla, "Ì gua'lla J'&llO: nella ferJl8 s'imbeve c.JeiJ~ !iCCI6ZIOlll det IC'I'Ult, e •11\'CillO un lramìlo d'in va, fune cle' ballel'i dell'epidermide> ; si di<~.h•nclf:', e DOli (a comba,•inr tw11e le labbra dPIIe fer•ila, e !"P "Ì "11'111!!8 tr·nppo ti punto, strou.a i le'~"UL• . I l filo d'argenln non asMrbc, ma non è opportuno per OA'!lt purle tlel corpo, pt•rcltt- sugh inle~otumeolì moll1 l' deliclllt pet·mollc alle labbt·n. del!.~ for•la l'accal'locciamento, ollro che eo:~Pudo duro uon Eli nda~ttt heutl "ulle parti naturali. È co;.i ri(li.Jo, che il rimu•l'·rrlo non c c:ollanto peno"o. ma pericolo"o J'Cr le tirature che subi!'rono i m&r2'int delle fc•t•Jia. St é dello che ti crine di cavallo, esf"eodo dr "'trullura celluloro, uon era su.. cellibile eh una com pleta di~mrezione. Il dott. Slone, iucal'icalo dall'autore rlt>lle prove balteriolo)richt.~ al riguar·do, dimostro che la semplice irnmer:orone iu alcool. clert•, ~oluzioni ù1 ncic.lo fenico o dJ «ublimalo p ·r ptu giot•ni, non l ORlava p!!r renciPt' compl•·lomente asellJCO il crin~ di ravallo, ma che il mt~todo di dic:ìnre.r.ione usFtlo dall' nulot·e riesci v11 ad una comJ')IPLO a sep!ò~L l 'nulnre ra una IIlOla<~sina dt ~ grammi di crmi scelli. appro.....imattvamenlo eguali Ìll "'l'e«sezza, ben vcttinali, poi la \"Ili l ~o n sar oue clt <~oda. QuAndo la malac:-.ine é 8"ciull~•. le pone in un ftrMc:o \lt'-O d1 \'Ciru della capacita dt 1111 hlro, t·iempie il va'lo th bcnzma, ed agita soveulo il vaso. Allorcbe si sia <~1curi cne la materia ~rassa del crint> ::<18 ehminata, tratla il crine prima cun fot·le »oluziont' dt bicloruro dì ruercurto, pu1 con :::c•lul. tOtw dt bH lot·u• o eli 1 : 1000, n<.'ll11 flU&le lascia 11 criuo iudeilailamenle, onde ~ i eonservi umlclo e rnaneggovole.
t BIJ\URt>ll!A
10i
Il c•·•ne cocol preparato non "i l'i.;onlla, •' molto pie!!ht!YOIE', ~~ pre .. lll tl fare il nodo che è molto re--i lente es!'endo eguale e «offlc • pn,.~a facilment.. p('l In l·runn dt un a~'> "Olblt•, coM mollo uhle nella sutura •lt•lle palpebre e della racr.a. Quundl) ... , r1cbi ede un mateoriale da ~utura eh~ abb.a molla ronn tli lun~1one pet• tenere c conlnllo ù1ver:,<1 tes,.uti iucguAlmenlo I'Oll'allili, si pos5-orw Ulllt'O due o pÌit cr111ì di cn""Jio, ed AIIOI'8 fu forza eli tom;ione ò piu che suftlc1enlo per poll•r 'IO~liluir~ la s ulut•a metall1cll. l n p;enerale però, un robu'lto crine é c;ufflcient.e per lo suturi' or.Jinarje, ed i crini ner1 t.h coda d1 cavallo sono prcfef'ibllt, perch~ Ei Yedono m egli(J rruando ).i devono r imUO\'CI'e. Le ~uluro di crine Jl!'Oducono l'll""l pil'cola irritazil)nt>, In suu Ile ,ibthtit, re<>ic;;lenza e mor!Jide1.z.a. cbe si JlO"'"OIIO Jn"t'i,t·e in sito per mollo tempo, t' )' aulora ha rimO'"!'!O i punti dt l:'llllll'll al capo dopo 18 J,tiorni ,.;enza im·on,enienll, nwl•• h cr•••,Je utlli~simi nelle opt>r'a7iOIII th pla<~lica. Noi POlli fistolosi molLo stretti l'aulOI'e l1a adope•·aLo con vaota~tF(lO l muzzotti d1 cr1ne di cnvallo como drl'naggio, logliendu di tempo 111 tempo akuui crilu, a mr~ur·a t•he il "eno sì reslringe,·a. !l:l!ll'anno l !'12 l'autore ha arlul'ernll'l f!UC-<lo materiale ~u 29t'ì f.,rile, principalmente rlel capo ti dPIIa fBCèÌ8, e "P. no rnn... tro C(hl "odJi-.rauo. da courep1r lA ~>peranza ct.e altr1 chirurghi "'c~uano 11 suo e!!empw. avt•ndfl egli notato cbe il cruw d1 C8\lollo, racìle aJ otlem r.,r du\'UII•tue, e ...office, picghe\'Oit , t<lA.'-IJco, mantiene bt•ne rl uudo, t:i fucrlmenle dic..iufr•llubilc. nor1 è assorbente, né llTllunle, può e~sere u ~alo con IIJ.:hi Oni!'<r;irni, vien rimo <~so ogt••olmonle seuza dolon• u dnnnn rlrl'lM'Iuti, e può l-er vir·<' come ch•Pnap;gio.
r····
hm'~'·
- Oontrlbaùone &11& pa.tologl& ohtrarglo& del rene. - (Berliner klinise/w \.l"r,elterlst:ltrdc).
L Autore ha e;.egu.lo &> ol'ert~Lioni Ji rem su 5!1 per-.oue e eroe: . . :H ( l)
Il) floro 1.• romunlo::n:lnnl! del lavoro, hrnfl e~rgu1 nllrt• tre esllrpn7ionc Ili rerc1 ron l'Ilio di _gun.rigloM, ccslcehò lo. rnorlolltn ller narroct•!rnle dt$cOnde • 17 ,Il 111'1' 100.
I O~
RIVISTA
Ne!'rotomiP. . . . . 11 Nefrolitolomie . . . . 5 Incisione osplorative della sostanza t•enale s ino al bacinella . . . . . . . . . 4 l ncisioni della capsula pt'OPI'ia . . . • • l Pnnzione con drenaggio del rene . . . . 2 NcllE1mento esplorati~vo del re ne con f'~sciamenlo della cap$11IR 8lllposa . . . . . . . 3 Oper·aziono per la chi usura di una fistola r·Pn&le 1 Incisrone di per·inefriU • . • . . . . . 7 Delle> 68 operazioni , goJamenLe 10 individui morirono in seguito all'opt>t•azione rioè l i,7 p. 100; escludendo le perinefrili, che non ~ono proprie opel'&zioni dt>l 1·ene, allora la mor·talllà delle resl.aull 61 operazioni giunge> a ·J6,4 p. 100. Se si litlne conto pur~ di un asiLo h•tale per meningill' ln-
bercolosa, avvenuta :~ mesi dopo l'eslil'pazinne di uu 1·ene lubet'colosn, allora do; 59 ll)uluU di r·erli operati con 68 operazioni 11, o~siA il lS,H per 100 sono morti Ltt morlalilé delle qjngole l'!a!"si di opPl'aziom. sen~a lener con lo dello s lato della malattia richieden te l'operazione, è il seguente: ~efrolomie.
Nefrecloulie primnrie . .Xefret:tomie primarie. Tol.ale ùelle ueft·eclomie Nefrolitolomìe . fn cisioue esplot·ati vii de li t~ soslt~nza renole sino al bacìnelto . . Punzion"' ron dreoag. del rene Chinsura dt una flslola •·~naie Nefrol'rafia . . . . . . . . Libera mento del t•ene con sgu-
scia mento Jncisioue di
. • . asco~~i
Il t 1 = !1 p. 100 27 t 3 = ll,t li 4 t 3 75
=
31 t 6 -::: 19,3 p. 100 5 t 2 = 40 p. 100
\7i=ì25
2 t O= i t :1 t
Il
o= o o- o
. . . . 3 t O= O paranefrilici 7 t O= O
• »
l OH
CUIIIUI\G l(, A
Lft mortalitit opcralh·a d- ll'&...,tirpn;.tone dèi re11i. r•tuuila .n gruppt ~eco ndo 11:1 natur·a det procel'«i roorho"', da i t·isullati ae~uentl :
!'\t-frectomie ,.rimarie r•onlt"ù tu-
=
12 ·r 2 w,ri P· 100 reni . . • 2 t O= O I ub••rrolosi . 2f1)= 0 D ldrontlfros•, ptoncrrosi, ascesst del renP . . . . . . l! t o = f) NeCrectornu• p•·imunecoutro pio. nefJ•osi . .
m ot•i maliKni
~1fllide dei
L' Autor··· pon~ 111 ril ievo l'alta me 1ia d t rnortolitt't delle sue nerr•,.ctonlie secondarie dt fronte agli otumi •·rsullah delle eslirpattont pt·imarie non ancora dA altri rA~tgiur.Lt c ai domanda se le pnme steno più per·tco)o!<t• del e ultime, o dopo aver tnenzinnato uno dei :J casi, il quale mor·i per tnlot!l'icazinne da indofm·mio. conclude che il pericolo pt·incipale non rhpan.le dal metOtlo della oerrotomiu l'>e primaria o Aecontlaria) ma dnll'erronPo imptego tlclla nefrectomia m calli, in .cui sareLbe stata più indicatA l't>c;lirvazione. In tnll ca"'• in cu1 con lo uerrolouna non (IOS!IOnn e:::sere ap rli tutti gli Q'lceMi, ro~Lano ne~li ope•·aLt pu: coli focolai purull'llli, i •tuali colteropo compromettono l'altro reue, lu partu pt•r la ''lll d1 un processo ascendente. ca:raoualn daa protlnltJ intlamrnalot·i penulrati nellu vescko, in porte pt!r rneno di alterazioni par·enchimalose in sef:rutlo a rJO!'&orhimento crontco Ielle ma<>se t'J!lla<>h, uel !'t!Ot> OJ•èrato l u '11testi casi St:' ~·intraprende lu estirpozione sccontlat·tn del rene giu uefrolomizzalc1, es~a deve e,<~!'PJ'e mollo pìù pt!rlculuc:a lì tjuello che sut· bbe stola la pt·tmaria, fKiiehè allorn resta ut1 reno malato, mentre sa anvt•co della n•·frotomiu ei fosse iult·apresa la eRtl rpaziono primaria l'altro t•ene o I IIHl c:ar..bbe !'lato malato o lo !'Srt•bb•• slut, iu .rraJo lellgero. In rlue ùep::l'indìvidllt 1r1orti per nefrectomie «econdarJe l t~ra... l •nlropr ese l'operazione nello spet•anza di 11edare In malatli11 !oi'COntlario tlell'allro r ene allontanando lA sorgttnte d'ìnft'ZIO!le. L'tndiC8ZIOI16 di siffalla operazione e poco sicuru
Il O
RI VI <;TA
perchè non f. pos~1bile ùecider e da J)Ìccoli aseec:sJ del r ena la eslensione e la inlcnsilil della malattia .!el parenchima, da cui dipende, se rl rene rimasto sia ancora baslevolo per la SU~ funziOilt>. l risultati delle nefr·eclomie SPCO!ldAI'I6 per malalli~ di ambedue i reni saranno in geuer'Sle pe~giot•ì di queiiP primarie ad eguale complicazione, poichè nella malallia bilaterale c:i allontana primariamente un rene suppurato quando è CO!!l profondamente rllslrulto che non llerve ptù all'economia del corpo, meulre 1n casi tU e!!'lirpe.ziooe ~econdal'ia si hl\ da rare cou r•ènì nei quali il più tlellr; volte, a causa Llol porencLima renale ancot'a seceruentl:!, la r\efro· lomia fu pl'fdet·Jtn all:l esliq)l.tY.ione pl'imaria. L'A. appo~gia queste considet'll'~ioni coi ri<>ullali favorevoli da lui ottenuti sulla estirpAzione primaria in ca,.;i oli malattia dell' aHro rene già nota. Re lt~livamenle alla possihililà di svtluppo di malaltie secondarie tarù1ve dell'altro rene dopo nefroLomiE) con mcompleta aper•lura ddl' ascesso, esamina l. il quesito Se pl'l ltCipalmente è011 la nel'rectomia rJel rene suppurato pos~a ripararsi e tale tnconvenienle. In truesto riguardo l'A. ottenne basl"e ·rnedie di morlalili1 tli !'l p. HJO tanlo nelle nP.freclomie primari~> in JH'Oces.~i pnrulenti, quanto nelle nefrolomte: d'altrA parte dopo que$ole ull•me operaziont l'tmusero più spesso R~lole oJ ascessi non aperti. Pt!rciò la nefrMomia é mùicllta i11 tutti i casi in cut uon si sa nulla sullo stulo (lell'aiLI'O reue o non sì lta conoscenza della suo malattia, ad ~ec~zlone dei easi, nel rtueli il rene da operare ò tanto ùiSlJ:'ullo, che o non ha più alcuna impor tanza r>Bt' la funzione, oppm·e, nonostante la e!<lesa incisione con JiV1~one della capsula, non ~j rre~ce a ùare Jibero scolo al pu~. Secondo l~t ael le indicazioni per la :scelta della net'roto'mia u della oslirpazione del r·ene in Cll~i di suppurazlona sono le seguenti: quando il ~econdo r·ene è sano, quello malato è da estit·parsì senza riguardo ul parenchima ancoru funzionanle, ~te è io,·aso da a~cest~i 11\UItipli. ai qualt non è pos~ibìle di dar~> alcun libero scolo all'ester no. In assenza dr sicut·ezza ac:solula ~ull'mcoluroità del sec11oJo roue, i1• stesse sfavor evoli condizioni ùt asce"'si rlchi~ggono un'estirpazione pl'imat•ia soltanto in casi ùi
CliJI\UJUaC\
l Il
eol'l elevala ùimin uzione della ma«,.n paren chi m olo~a ~Prcr nenle che rallonlllnameolo dt 1'!1!18 non possa aver•• clw poca o nes~una tm pot•tanza La s lt•q!'e indicazione vola ..olt1> certe forzate cir coslnnze in ca~i dt mulaltia déll'allro r eni:' gtH nota. Se per le sur l"ifer tle tntltcatirmi fu mestit-ri uppiBhar,.l alla net rolomia, !'leuza poter •! tlV&~'U&re l uLli gli 8"C~'"'oi, rua poco dopo ru P'-""tb1le detcrrntnare lo Halo norrnole deìl'al ro rene, aJI()t·R pe1 .:::egm .I rtl••nzion<' e a~..olutameutt• neressario e."•'I!Utre la P"llrpaz.Jone secondaria, AL PJU t• tu:wro J>OSSIBILe , prima chr. rallro rene ~ili colpilo da malnll18 ~e ('Oudaria. NPlltJ suppurazio11i di rru i legale ad a st'essi pat·aneftttici la nuceesitu dt assicu rar~:' lihN·t ~coli a que1-h ulllmi può rendere uece~~at·•a la eslirpaz~t~ne pr1marta. un' utilìta dtaguo.. tka della nefrotomiu per e<~ame eparato del prod• Un renalt> da amht•clu~ le parli c;'mftontra in realtà rartssimamente, perché, nuche dol latn operato, ortna é prorlolli tnllo mmnlot•i discendono nella vescicn . lRrntll perciò pt'opone, In ('8 '>1 di fisto le re nuli lne!.'auste, nei rtunll .sembra desu!Prab1la una c;ucce.. ~l vn e<~lirpazione t l t• l t•tme per ritenzioui ecr.. come opera1.ion• prtmaria d1 h~!Zal e l'uuo e l'a!lro nr eter t> i' d'inciderlo. olio "t'opo di potersi B!oò"Ì<'ur are Rulln "Lato dPII'nltr11 rene. e trf,vutolu prr av,·entura "6110 e~e~ire la 6l>llrpozwne seconda t'l&. Se Jn vece il r ene da\ e rima nere, allot•a ò necessario a ln H• nn prolel(gere lo t~ IH>t·co doll'uretet•e dal nnovo defl usso di pr odotti purulen ll nella vest•ica e [l('r ciò Llat processi asc~ndenll dell'allt•o h1lo. )... raPI cou •1UC"l8 propo"la mo--lt'I l che non lo nppn~nnn l rnetodi intrave-.cira li. 1 quali hanno per iscopo di o«c;ervare ed e!!am inar~· "8f'llrntamente l'urino dt ciascuna partf· l n cr~to•..-opìa put~ bt'ne «olto Cavorcvoh t•trco-.tauze delerrulllRl'•' In analallta, ma 1-(iR mmai lo :,:UJ.Lo nor rnol o di un rene, poiché !11 complt:lo hntpaluzztt dell'ur ina, che lluisce dull'url'loro, fiCHI ~'sclud.· ~ rav~ rnalallia del reno corr t8pondeme. J-.t•ael teute il ra teleri..,mo ctsloscopJCI> ,•ell'urulerlt per il perJCt•lo ,Ji 1uoculare in 61!'"0 il ··onltlnuto purulon to o tubercolo"u ù •lln \è"lcica, contro cut a nche abbomlnnli~-.mle lavnnde tlt•llt~ \6flCtca non polr ehbet·o proteggèt'e. J>opo quesLe conRhleruzionl lsrael gilwl{o a lla conclusione, d1e, escl nùe tldu que1
l lt cll 1 1li pelpabile rmtlaUia ricono!"cibilu di ambPdue i taLi o quel h, in cui una lllmporanea chJU"Ura dell'uretere perwutte di raecogher6 separatmnenl~> l prorlotli •h eiaRcun rt>ne, il gmdizio sullo c:talo di -.an•Là del «ecotltlo rene non può eR~ere che app1'0Sf;imotivn. Il g•·ado di s icur·ezza da reggrungere uel modo tndketo dall'uutore é da lui dtmo8trelo co11 l'analisi di Lutto le eslit·pazi<JIIi <li t·tme o~eguile. Da L.ale anuli,i risulta, eh... di 31 nefr·e( lornie ues!luno mori pt'J' Juhlat~io esic:tentc dell'nllro rene o per en ore di dingnnQi; all'im·olllru in ,Jue l'i ollenrw d rninuzione velia intcnc:ità dPIIe all~.>razioni morbORI•. lsroPl quiudt anRhzza le ceu!"e di rnorln iu tu operazwm dr rene che ebbtro esilo mfau~to. o le illu!<lre con COrt"iJer&:l•Onr dt genorale unporlanzn per la t• Ili· rurgia dd rene. In un c:nso dr e~llrpauone eli 1111 r~uc car· cinomatns•1. cnme pur e 111 un caso dt nefrohtotomia, in cut il pa2ienle mori :W or e dopo l'operazione, all'autopsia !>i trovarono soltanto min11ne recentissime allet·azioni parenchimato~e dell'altro reni', maoiro~t.atesi tnlra oitam con metltocre albuminuria o abbondante elunina21one di cilindri. l ~rtwl per difello di og111 nltr•o re perlo 8!"Cl'Ìve l'e..iltJ lula l• n •JUesle altet'lllioni, e duno~l ro rhe ec:se in ns"'+'lt:la dt ognt altra azione nor·•~·a t<Ono tla allribuirQi all'azion.-.. tns,.,icu del clnl'oforrnro JOalatn. A blll' ~copo eg-li ba on8lrueto. tn tOO narco~ i, le orio~> rleì ri~rwlll\'t mdi"•d ur eh~ 11 \'E.waoo re11 i normali ed ha o~~r·veto che 111 un gran numero dt cast (c.:it·ca 30 p. iOII) la Pecre~ione urinaria el'a mor·hosa•nenle tnlluenzata llallu utH·c:os• clorurormiCLl. Ma mollo ptu olcveta è In media p~>rt•Mlunlr• deiiP ollerazioni r enalt pl'odotiP in coloro rn cui fu estirpato 1111 reiH~ per l'azione tos ... tco del clnt•orormio. poicbò ùopo l'npcrazione devo t'ircolur e altraveNto ti ren~ rima :o lo una quantilà tlopprA dr 't>l«•no. dr quulln che non avveninl (•rima 11e1 due reni; '>U 1i ca~i di tnl uuturn H volte "Ì ri<~ ·onlrù dopo l'operezwnu una le;::;gera afft>zione lran.-itorut ùel rene rimao.;t.o. A mu~gior Cfmferma di questa interpretazionE', lsrael rifPri ..ce •Il un paziente. al quale lungo l~>mpn prima er a slalo asportato un rene, nel quRle in "o~uilo a narco..i praticata per allrn causa. si mauifostò enormu alburoiuur•a e forte cllin-
t:U IIIUilfiiCA
11 3
ùrur w. Ad un l'8SO di n·~rt·ol ilotomia term111alo Ctln la morte per anur18 totale aggiun~e l !llrael la prc qentaziooe h un altro molato sirnile RUHrlln, e rireriqce due altr e propr·iu o~ !'er vnrioni, le quali ìllu~lrano in modo e\'ldt>nle l'anuria r 1fte!l!l8 da lm pruna oqsern1ta. ~el pruno C8fiO, ter·mmato con la gusri ~ione, l'anuria li)Lale durò flt•i giorlll, ::11 rnanifec:;lò in ~··gml<~ a nefrulitolomia rh un sol lato. Uopo l'operanone cJimo11lrò la ci~loqcopin rhe anche ìJ rene non OJH:ralo '<ec rru~ va òr nuovo Reolali,·nmenle agli allr·i casi, i quali J;moqlrano l'influenza rlflessn dc un rene malaln snpt·a un reuc ~ano, l"'rael rimon.ta alla .... ua pubblicauune or·rgut~tle, qui l'flll)lllertl8 '-IliO Che l'ir·ril8ZÌ006 IH'UdUCOille reuomeui ri· fteqqj in un caSI! ebùe origine Ù<.~ un' itlronl.!lt'u..r interm1ltl'nle con rorl~> lènsionc, in un secondo l'II"O m•·r·hosu eguall1 da pr··~"tone ù1 un drenuggro troppo lungo sulla secl•• dd l't!ne e<~li rpato.· Con la dimnslrnzione òi •JUe!<ln prepnrAlo l <~ rael Splej:!'e iJ tni'CC8lll~tn0 6 la manifet>l.azrone tlelle tdronefrosi intt>rmillenli mediante lo spo<:lamenlo del reno d1venul<1 mobire conlro l'urt•ter·e megLio ferrualo con ("Onsecutr vo 111cur· varuanto dell'u!Limo. L'ultimo ca so !li morte illu'-ltato lnll'l~rAel s1 r·•fcrisce ad una don nn t•on vlohmlP C(Jiil'!li• dal r<•no dl'.slr·o, clrl• duravono da rn• Ili anni. Supponendo che "l lr11118""''' rh unn caJcolo!i!r renale ru posto u nudo ti t·ono, e, dnpo palpazione no~ativa e puntura ùell>t "0'-tan?.a renate, fu inci a la . n~tanza Jel rene d~ti!A convessila ul bucinelto renolo. La pit>ll'a uon ru trovata, la fer1la r,•nale l'iunila con -.utur•a e per tintore di una em~trrat.riA COn!'lOCotivn fu tamponata fnrl•>ffil'OLP la rer ilR I'On rosl'inlurR com pt·e~ivo. Sopl'llVVI•nnoro ft•norneni a fot•rna di il ·o, cot •ruali nel :)o gror no la pa1.1Pnle mon l"rael dal 'JUaclro clinico e dal reperto aualomtco ar·~oment.u cht> la pr es ...hlne del fut·le Lamponamo>ulo ..i ~ia e... lt !'8 '-11110 bi rnesoculon n"'o.:endenw co11 le~ion~ conQecul1va dei nervi intelltinnh rn C<t~O dN·or ronli. E..!h uv\·er le di non rll'~dere in 'lUe!ll' errN·e, poich~, !lr•nzu c.-c~'>zionr, dopn hre,•t• compres• lOJIIl •· ri11n1nne rnn ~ulora della rerila del reue, qj vrnre la enmt•r·agia deriva nte tla qUtl!~lo. Per pl'ùva ••iferi"'ce lcarael p8rtlCd 1i ca~>i in parlt• tli calcoli •·enali , in parte dt ernor-
8
1\1\ IS l A
ra:.:1e r cualt d& C8 1l'!U iglhllU (la cosi detta htlemophilia r"'nalis), nei quali riuc:c1 t~ll'autor~ tli eseguir e con <~ur.co.-.-o l'in<'i ....,one del renf' con !lutura c:uccec;siva dei margini delln f~>riiA. ParticolarmentP. notev<>la ti un esso, nel tJU&Iu Il r n ~ per tutta la sua esten~1one fu d1viso io due metà, come al tavolo tlnat.ornico, e dopo sutura con circa 14 punti rlt culgut ottraver~>o la .sostanza. ronah•, ebbe luOJ.fO la guar ìgtone per ori· mam. Con Lullo ciò l~raul i'(Je~.:owan da taldamenlo In ll('frolilol• mia mediante illci«itlll<' ,JniJu Mstanza rennlo dal mnrgine convesso al ba ·inelto, lìmit.aodoln pero a quet cnc:i, nei CJUAii nel reue rec:r1 libero 11011 "' palpa alcun calcolo c unn ec:i"l6 urJUria per occluc:ion~ calcolosa. In quec:l'ultimu rAc:o •• puro inuicula l'inct,.IOttl! del bac111ello renale. quundn ~ ~ !'611lt! il calcolo uel !Jucinello. In un caso sinule lu "lilurn della ferita del bacinètl(J r4.!nult• avvenne per pri111a ill' e uztone. Se con la palpFI)(inno si !'ente il calcolo 111 qunldtf' punto della supertlcie renulu, allora conviene incitlero dtr ettamenl~ su di rsso. Da ultimo p t·ese11la l si·ael il pt•epa t·oLo dt un ca~o di sarcomu renale di una ragazzella dt Ci nuui guunla mediante la neft·cctonua. Questo e ti tu111or • reual~ piu pie ·olo lin •JIIi ~lpuln t• l npt>ralo, poiché il suo ditml• LJ·o non c:upera f!Uello Iii unn mou,.tn da cinque t•tenn,,r
c:. •
Soll& ~emtotto& e aulla ter&p!& deU& ol1tl del meaenterto. - (Sunto dt P. GiiterbuC'Ii.). - ({'entralblatc jii.r d le mer/irirlt.~f'lwn Wissen.qrflaflert).
A I"Rr;'>TZEL. -
Relativamente- Alla Loro piA è da notare 1'1 1!' 5 volte fn H"e · la estit•pa7.iorm rlt:>lln ct~li mesenteriche <t 2), a vnlt~'
~utlA
l'inci<oione (t l) e i voll+~ la puntura (di cui 2 volle con eF:ito lrbtP, di modo che fu ncC•'ctsurw poi e!'eguit·· unn volln la lllcil:iione, un'altra l'c:.-lirpaLwue . Come regole terapeutichtJ il r<!lato1·e pone le !lC!:u••rali : 1' Ln punturA 1li .. A~gio Allrnver~o ì tegumenll uldnmmah intalli non i• nmmesc:n 111 ues"un csc:o, invoco In na· lut'8 del tumc)re deve t><~'lerP determinata con la larwrol(mlra. 2" Se con la lapAt'ol omio. uon é possibile di t'iCUIIoscere,
Il 5
CBII\UIIGICA
~e la r1~li ò o no libera tla at.lèrenze, a 18 natura stessa .di tali a.tero111.e, allora è nu ·P!>-<tlrio olopo 1nere a!'piraLo in pllrltl il liqutdo della cisli, di rìcnrl't'r t• al m~lodo in un c:oJ .tempo n meglio in tlue tem ri .tell'lllc i~ione, della ~;utura e
.d•·l •lre na~~to. ;l• Se non t>SÌ!:Ilouo aderenze oppure rJUesle sono poco rèf' i~lt>nli, ullore. cnme melndo radìc·ulo raccomanda la enu· cleallone totale. Se dut·anle l'opera7tone si riconosce d1e la 4"sltrpazìone totale non può e~Oi!ll t•c:t, ullorn l'i enuciNl so.&ementt' la porte Jihet•a (enucleazione pt~ rziale) e ~~ !Meta 1Aitr·n parte A1lerente, oV"vern, "' 'Jllt><::la i> ptrcnla e in 6!>"8 non c:rur rono Jtrandt va!'i, ... , 18JZlh1 con le rorbici, "' <>ulurano por i margini ddla rerttn d· l nwsenterio e !'ti r·ipone ~gru t'O"a uelta ca \'t la addomu.ale. I n nec:c:un caso é da pr•.1tìcare la violtnla separ anone ...Iella par ete della cic:li .Jal mec:enl••t•io.
c. s.
RIVISTA DI 1~!T0,11A E FISIOLOGIA NORMALE E
PATOLOGICA
Ghlaeora del canale biliare • del dotto toracloo. ITAm.r::v. -
V.
( OubOIS-Jtaymontl',~
A r(·/t. e Cenir nlb. fii r die med. W1sse11~, N. JR 11 L7, l"!li)
Se l'Ono l e~ali nello slP!\!'In tempo i condolli c·oledoco e lo· raci•·u, i ca11i peri<>con" per pet·ilotti to o rollut·u del coudnllo cil1etloc~o nellu "p8ZIO da :! a lì ::torui. Ma SP ~ pruna leguto rl ~·on,Jotlo coledoco c snlo Rlcuur ~iorni dopo il t.lollo torac•co, ì cani possono ancltP rt nllwer·e in vrla r•a r·ccchin '"ellintanP. In Il 6"PPI'ÌmPntl non "'' rim·ennero mai i CO'-lituf'nli delln lnle nel ""llllp;ue e nella or 111a: ~t'f!UO che la brii' 1!1h1gunnte entra nel "8n_gue unJt•amrnt.- per le vie linfuticlw. Jn 5 sperimenti, non o~tant.-la chtu"'ura del condoUo lintalico,
116
Rl\'hT \
Ja oriua oonlenav·a '!creziOnnlulPule mala1·ia bihare (malel·ia colorant.u delle bilu 6 acido colico). C·lll l'esame d~>lla bile roccolla svanii l'allacciatura ÙPI condotto caledu• ·o e di quella presa poi dnllo vt~CIChetla biliare dopo la morlt> ùell'anJtnale si può stab1ht•o che la quantil~i d'acido taut'ot·olico contenuto nell'uairno " di 1/.- 1/ 1 nt!rtot·e, al conli'ario quHIIII della VtJ~cics e della colo"terin11 rnoltc1 lll8fli·Uore che nella p1·imn. Dopo la chiu~ura é oncbe note\'olrnente diminuila la produzione IIPJia b1le, e può e.c:;-:ere dimu111ila fino a,l*/1; co;:iccbè nella ste::-!'.8 unttit th temp•J t>i fMrna Jieci volle meno da aciclo taurocolwo t·he avanti l'allacctllttll'a del condotto biliare. In conseguenz~;~ d 1 questa oporaziune ~i djslemlo 80llo la preqsiono dt!lla bile ~lagnanti.' il condotto epatico, Il' Lr·altecole delle cellulu epatiche ~i disgre~ano. il loro pl'otoplasnt& l'J.ì&r•sce, Còme l'llarh"Y dimoRLrò su prt'parali micro;:<'Oilil~i. E import&ule \tuo sperimento col quAle !<t dimo~lrtt che tlopo l'allaCCÌI'llura dd canal col~dcwo può e~!'lere impeollto ancue pe1· 17 ;,:JoJ·ni a! cunlenuto ùcl coutlollo Loracico il passuggio nel san~uo senza il minimo chslurbo nelle condizioni gunornli ùt•ll'animale, purché sitl allrnenlatt> soltanto J1 albumcnoi·li e idratt d1 cat·bonto, con e.'-..:IU~tone tlei grM'-i, eccello una diswn ... tone del dotto tot·acico e una Lumefazione delle glandol.., ltnfattch•• d••l collo c della ~capota. null'altro si potè !<coprire d1 vArtetù; in parllcolor•e non !'.J os<>er"'' mai alcun Sl'gno di ••doma e ùt essudalo. Dopo la chlusuro del tondotto to racico al collo, le cnii»Lerali rlella cavità loracica presso il condotlo lot•acico, ordinar iamente appena visibili, ~<ono mollo dilatale è «i diramo no verso Je. glandoh! linfaliebe impigliate fra 1 vasi sani.!'Wj:tlll che partono dal cuo•·e. ~o n si osservarono m11i Polt.<IOi o «ll•a v·as1. SA H LI. -
L'eatt&tto dl aangulaughee l& ttomboal. - (Brtt.
Med. Jou r n., ago!!LO J~9-t o Cen.lralfJ giugno 189•)
f. inn. Meri., 2
Il Sahh ricorda il ratto che nella testa della ~engm<~uga !"t forma una sostanza la qualt• Jmpe.lisce la coagulaz,one di'l san~uc.
lll \:S \ TOlll.\ l FISIOI.Ot.l.\
Ili
E~li, r.nad 11\·at• da E!ruet, ha 11lud•ato la rormaz10ne ,!el Lr ombn Ìll animali cui ~i nrano pralicale d·~lle iniPziom lnlraveno~o rh &"tratto di qu1•gto ~o<:t.anza. L'inlrodu:f.lone d'un corpo estrAneo nei va"i ru J!iuclkata come l'uniro mezzo più erHcace par determinar~ la ('.oagulaz•one: perctò nella giu~ulare e-.t.-rna ~'irtlt•o.lusse una ~-'&lola pa ....arulo altrav~~o la v~ na ma<:cullare. In tlieci mmuti !Il formh "U d'es!>& 1111 eoa~nlo. Si iniE>llo un iuru!"o r.Aldo d'tula testa d• Mll7UI!<ll!ofl\ 10 5 cm• d'acqua ati e~~<o impeth la coaJ,:ulozione per lo nwnn pet· otto lliorni. QuJOtlici O \'611lÌ DlÌIIIIli dopO l'inlrO•iuziOllt' nella l"l'lula, l'mru ... n fu inìetllilo nt•lla vr-no FIUtmlar~ d.-l medesuno laltl. Uu'altt•a "elola fu allorn llllr<•dulla nella v~,>ua del Ialo opposlo o l'unìtn11lr• ne<;•"o vt•nli o IU&ranla minuti più lardi. ~e--c:un cna_ulu fu ,.....contratn <oU 'lUe~la ~elola. Lll oJurata dell'effetto prtlvunli\•1 ~ lim1lata. Quanlo Rll'applu·e;dnnP terapeulica lii que!'t.e ricerche, nullo può dirsi finora. L'infnl"O n<>n e vel eno~o. UPvesi ancora Accel'lare «e grandi quantità di esso possono ab!Jus<:are le J>I'Cl"~ioni del sangut come fauno 1 peplom. ~on rneuo di O o 90 "&oguisughe occorrono per un uomo. Il Sahli <·ontinua i t~noi studi al riguardo.
G. G.
RIVISf\ !JI T~r~ILA E,'ER~IliU ~ltDIGil MILITARE M u, 01-. ' h.NSOUTV. - L• Ol.l'lle nell'I.Ument•ztone del aold•to - (R cue scìent•fi•JUe, 5 ja11v1er ts~l:l). L'a ulore é d'avvi ..o che i :lOO gramm1 razione re,rolamentaredel "Oidalo fran••,...,e in tempo di pllcf". siano m--urtlcienli. E raro t~he, dopo la cotlura •1uost1 300 gramrm "Ì ritlu<'&no a una quanliLa di can1e ver·amenle mangiabile ~upe riore u 1r10 grammi.
11 8
RI VISTA DI HC~I CA
Ora questa quanlittl, dt per ..,. non troppo abbondante. ~ r eM ancor più insufllèi e n te dali•• impo!'>slbilità di di vide re lo
porttoni in modo da fat·o avPre a ciascuno una egual quanlita dt carne ed egualmente buona. Durante le manoHe ~ti"<' la razton•· tlel ~olJato rrance::>e è geMralmente oument.aLa, ma non in modo regolat•e. Ouesl~l aumento è rlltto mf'dianle le econowi,. realizzate dal corpo d01·ante l'nnno. l alvolla que~te economia ~ono gia esaurita primo del
termino delle manovt•e. L'A. esprime il \'Olo cLe 10 3btto gar·anlisca esso stb""!'v al l<Oldato tJUt!,..lo auuwuto olt vttto cu<.i nec.•s:;ario durunte i pt>riodi d t 1!18~~10re ratiCA del !>erviti() di pace. COIDP fa gui pel tempo di gut:>rra , durtmle il rrual~ la raztone è dt 40(1 a ;!O(J ~rammt. U1 p1u l'A. '"'oca cht> c:;a cambtalo il sistt•ma allualrol'r.te in uc:o pl'l' delot'Ultnart! l'inden111tà r•1pprcsentatira, colltl qual .. i cot pt tlt'tJUislano la carne necossarta Il MmtSLI.'rO cono.,t·e 11er tneuo .!ellt• 'siluationi uuweri~be il numero rlei convJvt·nli al rancio di o:.rui corpo d'armala. D'altra parLe i re,ggimenlt rarHlCI conoscere nl comando l{eoeral•• ti prezzo 111emo di costo Iella carne ~econdo le conveuziooi che pssi concludono Ct i fornitori . Per me7.t• di quc~ll dull Jl ~fimslero li~SN uun F.(}rorna Louda, cltr> ruppresen ta il l oLoLEo' t~pprosRirnali"o dt>Kii ucqntRli oli carne in ogni corpo d'ar JJA18, e Il com,wdo del corpo J" arn•ala riparlisce Qllt!!->la ~ormna tra '" varie guar•oigioni, "econdo le ta r ilfe medie che gli «Ono Alalt> cornumcale. Malgr11du rru••sto procedimento, avvteou sernpt·e elle <.!et corru cho hamw la ste-...,a indcnnìtu Ileo no u. \'ece qualità divon•to di carm A Parigi queste dìlfereuze >~ono Tl~>levolissim•• a SPconda che lt! cas~<a·me st t rovano 1101 quaJ·llerr t•wchi o noi quat•ltert popolurt. ~tu prtmt, a c1:1u~a del gran consumo che vi "i la dei pez11 tit pr·tma '\Celta. 1 macell!tt pos;~ouo t'»der~ quellt di <:ecooda scelt.u (collo, fianco, ecc) a condtltooi accellullili. Ot più le bestie macellato «ono di qualitu SU(u'rtore ~<'' quarllert popolari im·ec(' 1 cor pt òen111o pagnre olt paù Pti' 11\'ttrH C'arne
E SRI\VIZiò
~rEOICO
MIUTARi
"~
peg~ioPe,
a causa del g ran consumo ch e qu•vi si fA delle parti di seconda scelta L ' A in!>i~le perche sa numenli l'indenniui rappresentattoa e per·ché si ger1eralizza l'islllU7.tone delle maceller10 malitari, la quala ha da lo ne1 prestdi dove u slala messa alla prova risultati assolmamoute iiH~oragg•an t i, pr odueenclo una vtslosa t>eonoruia allo Slat.o, rd asl.'!icuranùo al solùalo uu' allmentazion e più sa1ra c abhnudan te n ott. C. GROSSHl·IM. - Sull' tUlO delle tende per primo rl· oovero eU ferltlln guerra. - (Deutxche mililiìriir:zlliclte
Zeitsclzri(t, 18Ui). Nelle tulure guerre, per !11 pPrfe.-.ionf!l delle nuove nrma, ~n può ammettere che molto p1·obabJlmente la media lotal(ll !Ielle perdite raggmoga ti 20 p. 100 1loll'eser cito combattente. PP-r un'armala di Hm anila nomir:t r1 lolalo otelle pcrdlle 1rnorl! e ferili) ~ara dunqUI' iu ciit'a londa di 22 mila, ed urnm~Uentlo chf' di es~1 muoiano .JiretlamPnle 5 rnila sul 1:anrpo di ballaglia, ne t·imon~onu 17 ruila. i quah ahbi.sn.rnono òi soc••or so medit•o. Di quec;li 17 m1la, Yj,, cio!'• Il, i llO prl~ !;ono essere consideral i cO! Ile l'<'rili l eg~ieri, cd '/,,do t• ~~. ìllO, quali fe1•rti g-ravr. Gli U,HJO feriti let;gieri, me,ìicall e ri!'lorult, pvssono ~:s !l<>re mandall irlthel ro. oppure restar<' a l bh•acco in luo~o Adatt o. Dei 5700 l'erìl1 gra vi se n~-> po!Osono e<>cludero in l'irrll londa 700 ferili alle estr.. mita Rupel'inri, co..rccbo 11011 ne rirnarrebLet•o che 5000. a i posti principali di medicazton••. irt numer·o di nove per l'intera at·mala; aduuque 55;:. rerrli iu 111edin ptw ognt posto pt•tncrpale di meuicazionu. .\ rnmesso t'Ire ti Ila .;;era istessa della baltaJ{Litt pQ:;:;auo «laLilir•~ti per ogm armata allll.. nO lrr.! osped~=tli rla campo cc•n :!OH rerili ciasmtnn, al pn~Lo pt'lnC'ipl'lle di mflclicaz.ione l'imt~r· l'eblwro anror·a 255 feriti gra vi pnvi di soccor so. Per qu P"l non potrebbero servire che le Lenùe. Quel'lle tende non rlavon o a-"et·e altl'o l:Copo che quello d1 t'ipara1·e per alcnni gaot·ui i f1u•ili Jal vent.o e ùalle mlt!mpcrie. Le ten de raccomandate ùal relalore sono analoghe a qudl~
1~0
IHVISf.\ 01 TY.C'iiCA
che furono cspo~te òal Mini...ter·o r!l·lla ~ue iTo pru"<~~iaur> alla mostrf\ intPrnazionale dt i~iene, aunes!la al Con~reRRO medico inl~>ruaz1onale di R oma rlel IR!>i. OgounH Iii eS!'!C può darP- rtt•overo a cir~• 20 fe1'1li. Le. sl('SSI:: lend" pulrebùet·o pIli e trovare ulilt!<~ÌIIIQ HJ'plicaziOII8 w·IIP ~edi di lappa pet· l'cr it1 e malati lr>gg1e>ri. In OA'nuna di 6-'~sP. pulrehbero trovar pr>!tlO 50 uomini e fPr <:onsosruenta con 100 di tali lenùe, r·oll·.-.bhet•o 8\'ere convenientPrlcovero 51)(1() uomini. Oltre qur'sle ~orrand1 lerul,. pel' 5() norutni, p11lrebbero riusCire uliiiS!-<IIO•i akuntJ ptu piccoli' per ·12 n 15 uomini, le quali ~t>rvirt•hlu•rll non .:>olo p1 r ~~>utpli<:e nrovern l·•ntpOraneo. tna lliiChe p<>r la cura di 1autl11ti. In o~ni O<>J•&Inle depos1l0 di rt ... f·t·va rlelrr·~ercilo :::ermauico t>!;!Ìslonn RO tende t.li lalt> ~tpecte. Queslu l"urle riscaldate l'Oli !>ltlt't•, o con altri !"islemi di ri scaldarneut., t•cntrole. pns!>mlo l'•·nt.ierr! otttnu l:wrvif{i nella Slllgl0fl8 IIIV8f'll8lt•,
C. $.
l>olL NATHA"IEL Ft:r:Ek. - n tr&COIIl& nell'esercito. VIli Congi'I' S!'O lnter11Ullllll8h· cl' igiene e demugrllliu in
Budapt•!o!t, l~!lt Conr'/u.~ioni - 1 Il soldato lrac(lmalo<>o o,. ar•·nolato giti. ammalAto, oppme ~nlru ncll'eo.;r•rr·llu :;ano e durAnte li ser' 1. o nltivo s' infella nello "al'erma l) ndl · <>ut> r. htzioni col pupoln, o llnalmcniR la "U8 malallin aulica reci tlt\'8 . :!. L' HJ"Crlllo d& leva tracomato!'o, "6 del resto ,. . idoneo al SPt'vizio d1 l!ur•rru u la malattia non ha pro.ir Ll ultera· zi.. ui secomlorie {ctcetrwt t>slesf' tl!•lta conl{tunli va, co ttsido· r evolt> i"'P('~"imenlo nd ineurvnnwnlo dolla cartih•t:ine, ,:rravi afTezit~ni cor neoll, lrid1ia"1 o di:-<liclnac:,i). é tltt tll'runlnre. 3 Tanto le reclute trncom tlo>-e, tttumto i solisti che ~i amrnalono dut·aute il aervizio nlli,o, sonc> da t·irn\'el'are ìn adallc C8l:ie&·me !·er traeornatrd, le IJIIali devono lt·ovar;:;i in rt.>ginni prtve di r•ohere, s\'1 i lllltlutì devono e!l~ore curoli rt'I!Oiarruclllt•, tna ftnche r..,egulrC c>~>ercizi milllat•i all'arlll
libPra.
BI
E SERYIZ IO MRDICO MILITARE
4. Un soldato lr acomatoso. prima cleUa guarigione completa , può esser e cougedato ~ola menle nel caso che i suoi di famiglia, in mezzo si qua li rito rna, sieuo Lr acomato.si. 5. In ogni r ipa t•lo di truppa de,•ono essere visitati atcura.tamente gli occ!Ji o~ni quattro sellìma11 e, ed in quelle truppt> cùe reclutano inqcriLli in regioni tracomolose, o che hanno sLon:.:a in f[Ue!!le. tu visita. degli occhi deve aver luogo ogni due «eltimane.
c. s. Dutt R oat:RTO fuTTKR (va..'!) TOPt. Y. - Le malattie v eneree e l '..erolto. - V III Congresso internazionale di
igtdnt> " demog rafia so Budapest, 1894. Conclu!!toni. - LP tavole g rafieh(', relali\'e alla morbosita per .nala LLie veueree negli eserciti auslro- ungartco, nel Le,Jesco, nel rr 11nee:0e e nsll' stahano dimostrano che le malattie ''eueree degli l"!set•cili òtpendooo sopratullo dalle conòiLirll)i locali della popolaziorrll e che perciò il primo rimedio ronlro •lllt>Slo male rleve essere apportalo dalle amministro· r.ioni civlh.
c. s. Dott. J . Ot.ÀH". - L 'lglene ln tempo dl gae.rra. - VJJ l Congresso internazionale a' 1gtene e demografia •n Budo pesl, 1894.
l''s•a le rnal ~o~ L~ie ti' infezioni", il tifo, il colera e la dissenlt•ria suno quelle cht' più spesso invadono gli eserciti in gues·t·a, specialmente nei lunfo'(hi accampamonli dl assedio. L 'E>"per·renza ha drmol.\Ll'alo che i mezzr igienict, finora po!<li in pratica, pe•· evitar e lo sv1luppo delle malattie infelliYt~ 10 campagna non hanno romplt>LamPnle rag~tUn to il loro "COpu . P crcrò Il r ela lore [Wopone di Ol'ganizzare tr uppe dt saoilà !•uhblica , le trualt sieno, fino da l te m po di ;>ace, ammaP.str ate nelle pratiche delle disinl'ezioni e di Lullo quanto può avere alltrleuLa all' igtene pubblica cmrtro le epidemit~.
12:2
RIVIS TA DI 'IRC~ICA
Queste truppe di sanità pubblìcu do vt•ebbet•o avere il compito delle disinfeziovi e della nett~>zza accurttle dei dintor ni dei campi di battaglia e Jei luof.(hi dt cura ed m circostanze di combattimento dovt•ebbel'O t·accogliet•e i ferili e seppell ire regolarmente i mor•ti, disinfettare negli ospeda li improvvisati lullt> le materie di rifiuto e r eoderle perciò meno noc!tVf', in poche parole allontanare con nor·me ~anilarie tutte le materie infPllive prodolle dalle ~uerre.
c s. R. B t:Ri'S ;\IACPREHSON :\1. n. (Glasgow). - L 'appUoazioue dell'asepll •nl campo eli battaglia - Vlll Congresso internazionale d'igiene e demo.:ratla in BuJape:;t, 18Hi. Cooclu;;~JOni. 1. lstl'uzione teorica e pt·~tlica dell'Asepsi - Perchè 11 gran uumero di ferili, che, in conc;,•~uenza delle perf8ZI01111le lli'IDÌ lllOtlerue, ~i avra nelle future guerr"d europee, po~l-'a godere i benefici della cura asettico, é necessario che tanto i chirnr~i mihtari, quanto il personale sanitario di assi~lenza, siano istruiti teoricamente e pl'alicAmente nell'applicazione di t>ssa. per forma chP la pr1rna medicatura, se necessario, possa anche essere est>.guila dal personale sanitario dipen lente. In tal modo 1 chirurgi sollevati dalla cura dei feriti legger1, potrebbero dedicare il ll)ro soccorSI) a quelli di mag-!{iot•e importanza. 2. NPltezza personale d!'i chi1·urgt ~!cl assistenti. - Li<>L~> r ci ha fallo conoscere quale 1mpo•·tanza abbia la nettezza per la riuscita della ciJH'urgia f\Setltca. La lavatura delle n•ani con ac•tna e sapone e la spazzellalora delle un€!hie con le succe~sive mt.>lodicho disinfaioui al sublimalo dovrebbero c~>~ere pratl<'ale ogu1 giorno c rrgolarmenle prima di enlrarL> 111 azione. Sart>bne put•e utile d'indossare su] campo di battaglio maniche e corti g rembiuli di tessuti imper·menbili, i qualt potr ebbero es~ere facilmt>nle lavati e disinfeUali con soluzioni onlis~ttiche. a NeLLezza degl'tslrumenti. - Gl'istrumenti chiru1•gìci dovranno essered1sinfeltaticoo soluzioni d t ocido lenico al5 p.OOO, precauz1one che d0v1·à u!"ar·si ancl1e prima di entrare i11
E SERVIZIO M:EDJCO MTLlTARE
i 23
azione. Seghe, elevatori ecc. saranno nettati accuratamente con spazzole. 4. Medicalure. - L'antisettico più in uso in guerra é il sublimato corrosivo ed i matel'iali più comuni souo il cotone e la garzo . - l r>oldati di tuLli g li eserciti europei sono ora pt'ovveduti di pacchetti di pr·irna medicazione di tale specie. 1 delti materiali bastano per una comune ferila rti at·ma da fuoco, però in casi di fratture composte, di grandi ff'rite, di bombe ecc., occorrono materiali in maggiore abbondanza e di varie dimem:ioni e forme. Essi saranno trasportali in parte dal chit·urgi ed in gran parte ne i cesii da campo, nei quali si troveranno pure pt·ovviste supplementari eli fazzoletti triangolari. Sarà pure utilissima la garza all',jodoformio. 11 chirurgo magp-inre Bourke ha pPoposto una, prima medicatura. ove in un&r piccola bor"a di garza si irnva pure jodoformio. 5. Disinftlzione delle mani e def!l'istrumenti s ul campo. Siccom e non é poss ibile trasportare sul earupo loztoui anLtselticbe, cosi i chir urgi potrebbero portare con loro un· gnenti Rntist>ltici. come vaselina ron acido fenico al 5 p.OOO, o .ìodoformio nel l'olio di eucalipto. Questi mezzi potrebbei'O servire per spalmare dita ed istrumenti pt'ima di medicare unn ferita. Con tali precouzioni sul campo di battaglia polrtlllno ol· tenersi ris u1La li considerevolmente buoni. Non deve inollre dimenticarsi ch.3 una si(fatta prima mediealura ha carattere provvisorio e dovl'ebbe essere rinnovaLa alla prima occasione. quando l'ossa meglio determinata la diagnosi. Isolando presto ed acc•Jratamenle quei casi, che mostt·ano tendenza alla sepsi, non v'ha dubbio elle la chirut·gia asettica, sul campo di battaglia, darà ollimi risultati c nell" fu~ lut·e guerre europee diminuit'à di m olto le cift'f' della mortaltlà.
Forse non si otterra nno quegli splendicli risullati che si haono nella pratica civile. m a sarà un gt'ande progresso se st potra l'iuscire ad evitare la suppurazione delle ferite e lo sviluppo della. sepsi con lultu le sue fuoesle conseguenze. C. S.
ltl\'JSTA DI
UC~lCA
Dott. \'Oli IIA RTLN. - Siate:muloue del prlmo aoccorao sol oa.:mpo 41 batta.gll& con apeola.le rlgua.rdo alle moderne ma.aae di eaercltl ed alle a.rml moderne. VIII Congn·~so iolernaz!onale d'igiene e d~mografia in Budapest, lW.H. Nelle future ~uerre le istituzioni st~oitarìe dowaono atlenet•si alle normo seguenti. quando le bttUaglie avverranno m pianUJ·e: 1° Il posto principale di medicazione sarà re~olarment e collocalo a 2500 metri d1elro la linea di combatLimeoto; 2o Il po~lo di me<lict~lioue, finc!Je.dura il comballirnenlo, non potl'A ma11lenersi in rapporto con la lin~a rli ruoco e pePciò; !i0 la !'!un alLivita non potré spiegarsi che allo fine della battaglia o nelle lernpot·anee SO!ìle, quando potranno ,~nzio1181'('. pure le sezion1 d1 ~ani tà: 1° Il poslu dj medicazioue, come istiLuz10ne sanitaria b~lle organizzata, ÙOVI'à nOn 8j)pena sara possibile, 8i'Set·e sostituìlo dalla ~Pzione di sauilà, e dovrà perciò limilare lu sua azione a I'JUP: casi. iu cui la sezìcme di sanila per uno od altro motivo non potra funzionare; 5° La ~ezione eli santlil do,•rA es"l~re collocala alla distauza Ji rooo metri cl al nemico, pro n la ad avanzarsi, l.ol'ltochè il combattimento :-arù per lerrninare; fio La sezion~ di !'>tlnilà dovt·à funzionare qua n lo prima lo !>ara pO"l5tibiiP e riò uou solo per riguardo alle {lrandi perdite ev~>nluali, mn per 1 a::fÌoni tecniche, poichè quesl'istitnzione essendo ben prov,·isla di mater iale Ili rnedieazione e d'istr·urnouli, potrà prestare piu efficace e valida as· sishmzo (spectalrneuta m• Ile ferite gr·a v t e nelle operazioni) ui fl"rlti di IJuL'Iln c·he lo possa il posto di medlcaz.ioue delle truppe. 7° Gli Ol:lpe.Jnli da compo llovran no, se il combattimcn~o si avvicina, esser pronti a p re~tare soccorso diretLo eu! etnnpo di battaglia ') perciò ill determinale circostanze clovt·anno ntOmeutaueamente por·si a disposizione della seziona dj ~a niltl.
•
& " KRV17.10 l!JWI CO \III.ITA H&
Relttlivamente 111 prov,·isorì l'd irnlllediHla s:nccor!'a '-ul ~,pungo allu !Oegut~nli couclufliona : t• Sul C8111po da balta~lia 1 medJCI devono HveJ•e a ditposizifJne un materiale sanitarto, che loa·o conec;errla non tol•• d1 applicare medicalure delìnìlive ma anche c,h eseguire operazioni (ollacc•alur e da vas1, suturt•, ampulazioui e re~<e zioni ccc.). Il materiale da (OPolaraziOilb per le lr rorUlnzimu, c1oé posti p1•incipali tii medicazione, ~;ezioni di "llnih\ ed o!lpedab da campo, deve es:serP clello "'l~~"'O l•po: ~ La sez1one .h sanata earu provvi"'la ali materiale di racil11 trasporto, artlnché pos:;a a'•er o la mossimn mohahla poss1bile; mlle colonne ùa marci'\ le \'Cl'l'à u~se::rnata lnle Bedfl, che le cousenla di poter racilruenle muover·!'li iu avnuli e in diPtr·o e sarà organazzala 111 molo, che an c•u·.~o~lnnl.e d• J.tllerra possa con facilità suddivider·Ai a tli nuovu riu111r~a,
eampo di battaglia, il relalore
•
!!enza rhe ciò produca ostacolo alla suA allivit$; :l• \.'ospedale ùa campo ùeve avure la rnaggao1·e mobilita possibile ed il suo materiale deve e"sC'rf' anAIOg() A quello della ~ez1one di f'anira per potere all\~ventf'nze. essar·e porlllla s ul campo di ballag-lia 111 immediato sorrorso della AAziou ~ di "'Rnika stessa; ~· Fra queste istituzroni il sf'r vizio sarà regolato in modo da putere, ~ durante il comballimento ed rmmed1atamunte dopo la c.-f'sazione di esso, organizzare un'azione in cornuue eotl11 lo direzione della sezione dr ::;au1b'l; s• St orgaoi.zz.eranoo posti di mPJicaziolle d1 corpo autonoma , per p resta r,~ soccol"'i provvi<~ori ed imrne.liali ~"Ul campo ·li balt.aglia.
c s.
1 ~6
_
RLVI STA D'IGIENE _,__
Direztone dell'alluce i n r&pporto al margine interno del piede . Con•eguenze per l a calzatura - F. REONAUI.T. -(Le Progre.<~ médical, K. IO del 18!l'f).
In un lroporlanle lavoro, che venne anche pr·eseutato ulla ~octAià tl'antropolo~ia, raulore d:chiara che la dir e7.iont> del-
l'alluce vo.ria secondi') ti modo dtvet•so tli run~onare del piede: t• Gli individui che stlopt'rano continuamente il loro piPcle per mantenere O!.:f.!:elli 1ra il priu1o ed il secondo dilf) han no l'alluce rivolto all'interno relalivamenl~ all'asse d• l cor po, 2• le calzature slr elle portale abitualmente respin~ouo al eoolrario il dìLo grosso all't!S terno; a· in coloro che camminano scslzt e non si servono del piede che per la tleambu lazione, medit~i P autr·opologi ammisero finor a che l'alluce roe:se paraJlelo al mar·gino inlernu del piede. Maye r· so~tenoe il primo lale opinione e raccomanda una calza tura infol'loe, CIJiamandola rtuionale, coUa estr~: milà auteriore quadrata ed il mat·giue inler·no r etttlineo: partwchi nutort ancora recculemcnte sostennero tal.• op111ione: ru solo rilevato da Brundl una ine!<allezza nel lavoro di Mayer t n<.licondo elle l'as&e del piede passa pel sPconrlo dito e non pel primo, ma la questione prmcipale r ima neva ìnta tl8. Da numet•osi esarni però è risullalo che il dito arosso di chi non ha mai portato cal"atu ra è 1fl levgcra abcluzione: o ltre tante osset·vnziout su selvaggi ufl·ieaui, su piccoli cammtualori t>ealzl, gran numet·o di foloEtraJìe della soc1età ;;teograJica mostr ano rruanto sia l'L·equenle que$ta leggera abd uziono nei popoli che camminantl scalzi e non usano il pwd& come organo pr eosile.
L
r
_, 1~-
RIVJSTA u'JGLK:-i.F..
L'eri'I'l'e di ~Iay'''' deriva clall'avel' egli esaminalo i neonah in rui difatti l'ulluce e purallelo, ma appena es~i <~o milll'iann n rurnminare Loc:;to "'' porta alfjuanlo all'esl~>t'n,>. Ln clllzatura ù... tta ra~tonule a rnar g111e inlt•rno relttliueo é •Jutnùl in reallà difetlJ~a. Oel J'e~to ~uni l popol• hanno tlalo una lf'f!~er·a convest>1lò all'el>lerno alle luro calzature, cn~1 1 LhirH ,.j, gh antscbr Gr<>ci, 1 Rom nni. l Galli, ~"-CC. L'impot•lanle i· d1 non e<;agerare •JUC-<l8 ru r va rome lu f••ce :o~ovruw la mut.la. A
C.
Valore alimentare del pane d1 Graham o pane naturale. - M . BAitnoT. - (Onl Prof71'1)!1 .\.Jerlitnl, ~. 21, del 1894). Il pan1• nalu1•ale o cii Graharn è fatto con fal'ina cout~ nenle lutti i c•o.,tiluenll del flrano. Qul'slo pane richie.iu una cnttura di 90 minuti. ur lmpast.RmNilO PIIJ lnnao, unA rermenlnione più atl1va, ma conlien,.. il ili p••r et• n lo di tzlultne, rueu lre il pan~> comuni" non ne conserva rhe 11 20 per cauto Esc:o ,. wollo cumpalto, t' solto un piccolo volume raccoglie & permell11 quind1 l'a~~orlmnenlo di una ~raudP quan· liUi di mat.eri• azotale. Perciò quePto pone é va.r1lng-gio"'o 01 maluli co«lrelli al re~ìme \'6Jretarlnno, Pd ha una c:alutare Influenza ne1 d1speplic1 in te~o~IJ OAll : inoltre cotnbntle la co~> tipn ztone meduuste i principi gra<~«ì del grano che ~:on lieue. Utmica O[lpOsìziOne 80llevnta cuolr o il SUII U"'O e che COO· lt>ngn aurora troppe sostanze amslacee, pe1· cui non sar ebi.Je da l'll1'l'OI08!1<]flrsi neJit• maJAllie rlelJO <~l0ffi8C0. SPutbl'll chi' 11 pane •Il Grnham "-ÌA cnnsumatu ubilus\ment.e e "Il \ &<:la scala agli Stati L nil1, rlovc> lo SI trova in lulli J!li alberghi, ne1 vago111-rr~~tauranls, ree. A. c.
1:2
VARI ETA D ottoreaae tn Kedtoina temhre 1R!Ii).
-
(Sr ìt.
.\!l'd. Jou r nal, ,:et-
Circa 50 dolltn'e~'se esercitano ora la medicina a Londra e c•gni dl piu ncqtuslauo la fiducia del pubblico. Parecchto importanti opere di beneficenza sonr• esclusivamenl!> rlevolule a mediche~~e.ll nuovo Osp·· •~tle per donne a Londra contiene42 lelLt. '\on "'l e risparmittta fatica alcuna percbéesso sta utt modello do! genere. Ogni ammalala paga una p1ccola somma p{'r IH ~prflo di rnanternmento, nel 1893 si 6 avuto cosl un lolalo dt 1120 sterline. li numero dei nuov• a lrnalalt esterni 6 alnlo limitato a 30 al giorno. l lelli sono sempre occupati e v1 sono continuamente 2:; a 40 ammalale che aspe~tano pt•r entrare all'o~pedole. Nel 1893 ~i e~egut ron o iV operazwnt di alla chirUI'gta con G decessi e 105 dt chit•urgìa nunur e coulprcsovJ le ampulaziout tleUe mammelle, con nPssun ca ..o di morte. Vi ~'<ono a Londra tre doltore~~e in oculisLica. Il riparto ott.almìc1 del nuovo ospedele fu rrequenlalo nel I ~H3 da 311 paztenh: v1 ~~ praltcarono dìec1 operazioni (calaralte, trldP.ctomia, enuclca:ttout Jcl bulbo, l~>notomie) con buolll r tsullah. Le donne ìn lnglullerra pl'"<>no prt>ndere i :zra•li a i Ji· plomi nei medt>~irn• h•lìluli degli uomint e sono Mltoposle a1 medesimi obhliglu di que!'ll. 11 D1rnt.t.orc
Dott. ST&FA:oiO 1\JGts colonnello medico ispettore. Il CollabortlLO•'<.' per la H .• Maru~a 0 .• Tt·:OOOfUCO R OSATI .lltcJI'o at J• 'laJat
Il Reda t.t:.o re
D.• RIDOLFO LIVl
NuTt.Nl FEDERICO, Gerente.
Capitano medieo.
MEMORIE
OR.IGIN ALI
S O PRA
t ·~ TIPO
SPECIALE Dl tFEBBRE
DOMINANTE IN BOLOGNA
,;.,umnlt:.. ztot'lo' tJd 1 uenll! tnl'lllcu f1ollor ( 'tUullo t c ~a.. r bo
'\ t~l l 'utlunn nza del g1orno l ~ luglio di quest'anno, df'lllrL :-\n,.ietu IHNliAo-chir•trgira di Bolognn. il doLI. Cndo \tlelrno llurl'lli t•ifert: come, nell'e,t1te dell'anno 1890, rrettuentnrulo l'o pedale ma~~iore. pe1 rag1oni d'uOicio, Pht.e a ntllare. cuu ~or presa, il rapido '' iluppar,i di febbn a tipo pect.&li~:irno. od per-;onale di a..;-.istenza, nei comnle.;centi. ne.,:ll upernll P seppP ·he. conternporanearn~>nte. Of•ll'o,peliale mthlnre erano pure pres1 ùalla ... Lt•~sa forma lllllllto ...a • t ua~i tutti gl'mfermier·i e che. nelle pri\'ate ai.Jitnzìoru. Mlh' ~<ll'lrl ~ 'wine a •[IH'!.di 'LulultJOPULI. ermu> 'Latt n.;conu.lli pare ·chi ··asi 1li tali ft-hbr·i. "o!.!gionse rh e uell'auno l S!ll ti lalln ,j ripPti·. ~ebbene ··o n 111ino1 e ditru"10ne t>d llltentt:'t, n~lla meùt>;;tru,, epo..a. ma chP non era in ~ruclo tli clin• ,,. il fenomeuu si "'n \erilicato ne;.!h annt ~ur re.-.;ivi. Jll'rdt•'• dull'an01> l 9 1. in poi, non potù segou·lo roll'o~ "tll' \ 'II.Ìunt•. \J.1. fra il cadert• del j.(iugno ed il princi piu dt• l lu.! lro 1lt>l rorren te anno quella forma mor·bosa ril'hinwù
130
SOI'R.\ lJN TI l'O SPRCTAI E Dl FEPRI\F.
l'atteuzione del òoll . Durelli, ripett>u,loc;i, nella sua pratica privata. in parecr.hi ra"i. E·l C!-lli co,.i ne de:,cm ·e riquadro sintomatologico: « l n parlirolar moti o non ... i llimosiJ·n pe" riot1o d'i ncuùazionc. al pin un rndeteruunato male~serP l< ed un insolrto li e' e di:,ordioe delle fuuzwnt gastro- entec ridw. La fehllre insorge all'iUJprovviso. !\Ot'passa tnlvolla ~< i ~o~. sr arcompagna ad rntentb'tma cefalea e ad eruc zione cutanen, ~par":1 su tullo ti •·urpo, senza Ltpu co« ~lante, talora con forma tli semplice entema òlfTttso ~ (rJllDSi scarlnttinosu) tal' altra i nH~1· e a fnrmn tli 'H Lirnria. « in ognr modo fnl!a ct!, scomparendo andle prima che cada « la febbre. Questa dopo :H ore al massimo rimetti'. l :uc stanl emente si n~sor.m uu dolore cooLiout•. mlollcratul ~. « cume d t sbarra alla re~wnc lombare e dorsale. •·uì ri,.ponde « altr·o vìvissimo senso di dolore alla regrone epigastrica, « ricordante ti caralle rì~tìco dolore \ifoiden dell'ulcera roe tonda. S1 h.1 contemporaneamente \ Omrto e drarrea. tptalche « YOitn fn ringo-amì ~dalìte. In trr o quattro giorni la ma« lattin passa ,;ra in r<JO\ .1lt>srent 1; nmangono un'ostinata (l; anoressta ed una prostra1.ione generale ùt forze. d1 rur a.;sai « si lagnano ~o: h infermi )). Tl cluu. Ourelli qtundt st domanda •ptali ...iano il momen to etiologico e la ualura •li que,;ta enllllt morhusa. ed avendo notato che lo "\'Jiuppo dì tnlt fehhn Il\ Yien•• r~ ostantflln e nte nell'epot'a in ~"uÌ succede ti l'ro,;ciiJ~amentn del c:~ nale eli Reno (c,1nale che chiama lo ~ maltitoio delle immondizte della r11la e suole. a suo dtre. trascinnre, oltre che i l"arlal'eri ùei ~ u icidi. :t n<he mihoni dt microrj!anismi omicida). che tah fehbn ,., manifC!'.L,no, a preferen1.a. fm 11 per~onale dell'ospedale civile e dell'ospedale militare (situati . l'uno sulla ~po nda ,jni ~ tra, l'altro sulla destr;t del t·anal e di lteno) e nel !t- rase pri\ :t le delle \'i e ad iacenti al percnrso del cannle,
1111~1~ \STE
l~
BOI.Of.N.\
t 31
11 .tou. Durelli nun ave' a esitalo a nsoh·ere, per mezzo d1 •1ueate speciali ci rrostan7.~. il que~ito t:liOiogico della malatlia . .\la. ad ahl•u1are tale quesllo. conlinua ti dott. IJu· relli. sopranf'no~ tn que~l· anno l,t comparsa della stessa fel•hr•' in •tllartieri militari, pos1i io locnl•ti• lontane dal clecorso dt>l •·anale di Reno. \ tale punto d1 ~ludi o , el.!li -.ol!giunge. non ;. dalo di emenere alcuM conclusione sicnr., sull'f'tiolo~ia •iella nuova forma morbosa. della quale con' iene rontent.11 i di nH•re dt•l>i~nato il tipo nosoloJ,:ico e ti~sati i ter·mini rli pa1·tenza per nlter·•ori ricerche. TI dou. llor~'lli termio 1 po1 h sua romun;cnione arcenn:tntio che il vulgu di t)uesta r1Uit ha hattezznln tale formn morlto ..a rol ncome di " male •l••lla st-cra ,. (riM dipendente dal pro ..du_;mmPnto del canale d1 Reno). ',hlt>ste cose riferh·a l'~;.:re~io dott. Ourelli alla socielil m clico·rhirurgira di que!>ln cill.l mtorno allo speci:lle tipo eli ft!hhre, •In Juj o~.,~rTato ( l ).
Ora io non trovo fuori tli lu o~o ricordare che l'o:;:;erlazit,ue d1 questa speciale forma morboso, per parte della dirPzioue cii --n.nilH mrlìtnrt> del \' l corpo d'armata e degli uftìdali mt.'liici del prestùro di Bologna. l'isole a molli anni adtliPtro e, in ~e:!u11o ad aulorìuozione 3\'Uia, valendomt dtoi •lo.-umrnti e:;i,ttmli pre:sso lo tlrrezione di sanitil. sono in ~o;ratlo •li cnmunu:are che, lino dall'anno 1888, tJuella drret.,one. nella per,ona di'l 5UO titolare, colonnello medico
lll Boll•llirt•J drUt se~tt~:e medlcl1t, sene VII, voi v.
l :1~
'-DPR\ l1' UPO 'I'ICI.HE Dl FEUBRE
romm. ~aggi ni, aveva lissata la sua attenzione sopr·a quci>to IÌ[•Il rii febbre e ne :we\'a fatto o~~ello di ... pecinle :ilUtlio. l nfatti. nella relazione sanitaria dell'anno l HH, nel r.lprtolo ril1ettenle le mahuic avu:e ... r in quell'annnla nel !Jfe~rllio dr Bolo:;nn. il eolonnellu medico eomm. Sa;.:~ini faceva rilevnre chf' ;.:rn n numero ùi febbri t>l'fimen~ si ernno avute nei mesi dr e t1le 111 cJuel pre-idio, 111:1 so;:lroogeova che la loro manrfeslaJ.rvne non si rm soltanto !Imitala al IJII:lrtrerP j( della Carità 1> oc,·upnto dalla l)" rompagoia tli ~unitn e ull'ospodnle militar·e. si tuati amberlne ~ ul cnn:ile ''' Reno, ma '' Pra estesa anche alle truppe .lllu~J.!iatP in 'I'Hlltierr lnntani du q u e~to l'anale. F'acem poi nntare ··he tulr feulll'r pre,t>nla\'ano, pt!r r fon• caratteri t'finici. un tipu dte non aveva ri~contro collH prressre d re dr solito si hnnn11 fr r i ~oldati. e ne indicava ot>l seguente modo i si ntomi. dre se rn lutto non rorrisporuiono .rll'espo~rt.rone falla ,Jal clou. Ourelli. nruoo ,·er·tam~rlle VOt'l'ir duhilare dte IJOt',lt• ft'hhri non srenu le meùe,illh' ùa lur oss~rvall'. c Gli :un· ~ m:rlnlt hanno per 1111 J:!iot·no o tlne qualdre prodromn, • •'Olnt• tnapvetenza. cef,tfea, "P0"':llel7.a. rll,.!~erofr dofo11 « arlrcnlari e lltllo\COlal'l, rn t.alunr ,.j prc,eut.t lel{;.:it>ra epr" sia"'' f' fie\~> munmento clrnr·rorcn. [f penoùn d'rnra,iurrb l< ù hene prnnnncrnto e comi rrl'ia t'Oli un ~t'll~o clt brivrtln ~< c hru;;ca elev,zrorw di lentper\llrll-a ( l.tl ~ pur), clrf" ,t 1< ma ntiene pr·e"su che Laie per H e ;l(ì ore. dopo di rlr e « la fehhre rrmPllP e linisr•' cpm~i ,·on es'a u..:ni ,ufl'eren7.:1. « fra rl ~o e rl :1o georoo. llur'ltiiLt• la lehht·e, 111 alcunr -.i l< rinnova l'epi~II\S~I, in alll'l si rn piir intetHI\ In ceritiPn 1< eù .lllmenla nll r òolol'l ncu,colarr. romparonu 111 p•trerchi f< eruzroni 1'11tarwe. per· lo piu r(tll l'a::pettn clr ""~eola. l a (( con,ale,;cenl.n i• pronta, e ,.,•.--..lla la fe•lthre glr :trumalati « si S(•ntono mPgliu, ma rinwn)!orto ~pn rulì cd inlìa<'c~lrrtr
c pet• alcuni giornt ». Jo:tl a 'luesta descrrzione seguÌ \'a la c;e~u,.nte con tdera1.ione. • Qo3nlo :llle cnu~e di d(ltle fchhri c pan~ rimardaevule il fallo che, da più anni. e>"e coin.. crdrtOO. per la ij• rompa~ n ia d1 .;:IDÌlà. COD l'epoca. IO CllÌ « si suole fart• lo ~purgo tlel canal~ di n eno, il quale t•orre c. pruprio a l"icl os~o del q uut·Ltere della Cnr·ità., IH'cupato dalla. c predetta cnmpagnm. per cnt ,, propende a crederla dipen1( tlentt' dallo ~vol~1mento dei 2ermi della putrefa1.ione, pro« venit•nti tl.t quel ranale e dalle fùgne con egso comuntcanti. c E siccome u Dolo~n a st fanno nnche tutti glt nltl'i spurJ!hi t e riparaztnnt ,Jj moltepltri sollt•rranPi proprio nella "ta" giune e,;t1va, dnl me:w d1 giu~o:no nl luglio. pt·ocedt•ndu c tah·olta in tali la\ori ron qualrhe lentezza. facile i• lo c nmtnellerl' che glt stes-t ~ermt mfP.lll\'i ahht<tno potuto c dare origi111 alle fehhri nowte pre~so alt ri corpi. afTallo t·ou· 11 :>imtli a qu!'tle ,JPII:l cornpai!ni.t ùt samta 'Il. E ne~lt nnni su,·cessivt In tlirt>ziooc tl1 saniti1. ricevendo i'emprt• hr,.!'' cnoltlhutn ùt informazioni da 1u111 gh nrtìcinh ntedict del prosidio. non mancò di conti nua re lo :~t udio •li tflll''te febbri. al loro presentar:;i, trorando O#fDI volla qunlclae fatt o ùn nutare e da n~giunge•·•· o alla etiolu,!!ta, o nl •tua•lro "'intomntolo1,!1ro delln forma morlwsa, P"' t'UÌ io mi trovo in ca...o di esporne la storia, lim• all'anno in corst), desumendola dai ducumenti a iJUella direzione per\'et uti. ~l:t 'tnesl.t 'ltor l!l. rispetto nl numer(l de1 ca~1. nou i- certamente completa, rome si ...arebue desiderato, perrltè i mal.tlt, nt•ll t gr;J nde mn~.!ioranln, non e,.~t>ndo c;tatl curati Ol'lle lll ft•r mcrie. non vennt>ro di conseguenza. riportati II PI Prospetto del JUO\"Imenlo d'infermeria di rorro per cui non ~~ poterono CIJOI"enientemente enum!'nu·e .
434
SOl'IlA u;-; TIPO SPKCIAl.E DI FEBBRE
SPECCHIO numerico tlei casi di (ebbri r;er ificatisi. nelle truppe di pre&id'o in. Boltlyna nei mesf <li giuano e luylio.
CORPI E REPARTI del Jlre:>hllo Ili Rol~na
49• regg. fanteria
.,-. - 1
id.
iù.
id. 28° Regg. cavalleria Caid.
lania (22°)
Reg~.
30i :H51342 200
•
AnnotaziOnl
..
D
~ , ~el settembre
IBllt cambm J:!U3MII·
gioo e.
. l
899 365' Nl.' l sette mh l'P 189'1
Il
61 .j.i. 57
•
I:OO 435
'enoero 1!1 gu••r~~~ne 1n tlo lr.-
.l
l'iel &eLtemltre lSD l camhio !(unrni-
»
gioue.
cavaller·ia Um-
berLo l (23o) .
1
lll
!889 11!90,1891 189:l 1893 1894
Il
li
. 171 33!) 2ii Nel SHU>mhi'P !SUi dJ
3o t•egg. artiglieria
45 66 37 55 48 60
Brigala Genio
25 29 30 27 3i'l 25
Distretto MililaN .
IO li H 16 14t .i-2
(;a compagora Jj !';Unità
no 35 26 ;}2 42 62
\'61lDI) J.tliOl• 111glou~ h1 lloltl·
(ma.
Oalla direzione dt snnitit si potè confermat·t il faL!o grù annuncialo, che dette febbri si manifestano annualmente all'epoca in cui comincia lo spurgo del canale di Rt'no e dell o altre fogne delle città, cioè dalla seconda qninrlicina di giugno, e elle cclpiscono, indi:::tinCameute, le truppe ~11loggiate nei diver~i qnartierr della ciuà . Ed u ~.,rni anno nella relnzione sanitaria della direzione, rl colonnello medi co comm. Saggini, tlichiarava: che non vi era atcnn motivo per multu·e l'opinione ~o:ià emessa che queste febbri siano di naLUr<l infeLtivn e che ripetano la loro origine dall'azione
ll0"1~A~1K
1:\ BOLOI,'(A
•li qunkhe germe patogeno. che si S\OI~6 dur.tnte l'epocl\ ind icata. E nel decorso dt>i vari anni vennern falle du~li urticwli medici •lei curpi le ~e~uenti 0!>~6rwat.toui, le q unii Òt>hnearuno sempre tut>;!! in il qoru.lro tlei sintomi llelln mnl. Uia e nnrora piu chh1rirono il .;:uo mom~>nto etÌ(I)o~ico "' nlt•\irono i .;intomi notati aodw dal tlotl. Uurdlt. Clm'• . il dolore :~l doN,, ni lomLi e all'epig.Bli'Ìo, l'anol·e~ :c.ia. la grande pro .. trar.iooe di Jorze. ~pel'iul m eute oell:~ r.unvalt•:.cenza. \la si riscontri. pure dae nell'acme della feblm~ IO!itll'!>:cv:l.. in tal uni. Psall.mt6nto tu~no-o. ~otto forma d i deliri'l, talvolta fa riuso: che fret]U8nti~~itnn era l'rn11.10flt:' cnll'a-;petto di ros6ola sparsa pt>l !'orpu e che non raramente era accompa~nata, nello rAgiorll superiori ùel poltn, dalla p1'eson7n di numerose vescicole ùi miliat·e tTiswllina. ;\ •tnest'ultimo fallo però non "i diede .tlrunn importnor.n. per· cl11\ venne rttPnnto ~emplicemente come èpifeoomeno. dlpendt•nt~ thll'.thbontlante sudore. E. C()Ohl fauo nuovo erl import.anti.;..,uno, si at~ce rtò in molti l 'f'~i-.tenza eli lie\·e tumore di milza: l' !u •·on:~Latò che nnd:nono .--enti dalla malnuia molli che l':nc,·a rw solftma n e~li anm precedenti. Sa o.;,ern) pure che nYe\ ne;i gausto argomento per auame:tert' ou \CI'O ~riodo protlromaco dtltla rnalntlin, lntJil:tntocht~ intJi, idui rtlornati da lnnt(a licenza o nUO\ i giunti al corp•l non ,·enh·ano co:p1li dal male SE' non dopo qu<~lcho ~ìorno e che, auclw dopo l'ultimato ~puq~o delle fognl\, la epidemia durò per altri giorni ancor·a ~: ·a potè c·.onslataa·e rlu~ durante lo ... pur~o delle fo~ne di vi,\ ~lazw1i ''enivnno colpiti i soldati allo}!)!iati al quartiere l( Se n i:&, e che mentre -.j spurgavano •tuelle tli via S. Stefano, nmmalavansr i miti· tari dt! l quarlitJre -< Santa t:ri,:tinil >~.
1:l ti
SOI'RA UN TIPO SPECL.H .I!. Dl FKnBRE
H.i:>pellv alla cur·a di que:.ta mala1t1a. il dott. llurelli crede che \'ada a guan~ione anche lasciata a si'. e con comuni n· !{IIUI'lli, ma tulla\ ia dice di avere sempre ricorso al calomelano. nl salolo. alla fenacetma ,,d al :.alicilato dj soda con esito sodfli facente. Ed ancJJe gli ufticiali medici del presidio :li limitarono a prescrivere ti riposo in letto e la diera per i colpiti più leggieri. mentre nei casi p1ù intensi ut:i si ntumi ricorsero al bisolfato di chi oma .. alicilalo so · dico, all'aotipirina e t:dvolta somminisu·orono subito un avacuanle intestinale, che si mo:;t1·ò assai efficace .
..
* * E1l t•ra volendo, pet· mia pane. fare alcune co nsiderazioni sopra questo tipo di reuhre. che risulta ùherso da quelli tìuo ati ora a noi noti e per mezzo di arl!,omentazione. nrrÌ\ are ati emettere il più probaLile g1uùizio Intorno alla nalnr:t di quPsla pire:.sia, mi doma ndo: IJUitle forma morbo·a può esl\a rappresent ar~! ? Pel Sllt> deror:;u. può essa rappresent are una efl.imera co mune: una fehhre reum:t11ca o gastrica? e~ per In ~ua etiologia o natura può essere compresa fra le febbri di stagione o fra le autoiutossicnzioni; oppure fra le febbri infcuive? Per eflìmern ordinanamenle intendiamo ryuel prnce~"Cl febbril l· ca l'aLlerizzato da brnsca invasione e rapida ele,·azione di tempera turn cou lìev1 oscillazioni giornaliero. che dura uno o ùue e mai sorpassa i tre giorm ; le lehhn
1:n reumaticlu!, ..:un poca differenza, si pre,cntaoo qual't allo ;.le....o mo.lo . ma ,.ono accompa~ nale da inten~n cefalea. sen:mT.iooi cJ11Iorose ai hulhi oculari. nmlgie ed arLralgte, t qu1l inLomi ' unflcJnelli che caratterizzano la mnlallta; della febhra ga5trica .. nno noti i ,intomt, i quali consh.Lono in br:, uli, anche rtpetuti, l~>lllp~r.Jllll":l alld. ['I IISO rrl'qnente, c•efalt~a forlis~~ima . nhltalliment•• nervo.;o, insnn u10, \'UillllO. nli~ volle dian c,\ IJ -tilrcheua e durala di 7 ttiorru o r oro pui : l'imharauo J!astrico u ;.{astro-iote;;tinalc• c'• il >.ÌIIlumo lot•tth• prlr frequ r•nte ed import.utte dc:>ll.t rnalania. al quale alr un i. rume caralleri~tir.l. a,?~iun~oov l'~< idro.t labinlt• .... \l a, co111e appare far.ilmente, •Jneste tre ptmssw lumnu si ntomi e Ùl!t~(lr3i dh·ent da quelli riscontrati llt'lla rellltrl' rlte .. tiamo tudrnndo, per t•ni quMta. trn 'luelll' non pun por n c~sun mutivo essere comprPsa. E venend<1 alle malattie di ::.t1gtone. i.• no torto (comt• r i • cnrda Il Quimw) che lu medicina morlerna. rolle nozinnt •lei runtagi(l, dell'mfezione, della specilici t;t mOT·ho ·a. aventi" •co---a la tenria d' Jppocrate dell'ori;;ine mett>oticn della ma~~iur parte delle mnlnllie comuni. il ttruppo delle malaura delle di 'tagione f- andato :.empre piu dUOIOUf'lllif> e.l og~1 si comprendono tu esse solo alcuue ufTeziont t'atarrali :.uperlicialt . alle ttuali ~~ vuole negata qunlsiast ~lll'· rilicita. f.)oe:.te sono nella :-ta~ione e"tiva la dinnea m •Juella in, ernalt:S la bronchite e l'anginn ( l). l.'hlea di una rnfezione dell'ot)!aoi;;mo per la riterwone tli prodotli in e"so formatt ~ anttcht:;sin•a. ma acqui..:tò forma e t•onceuo scientifrc-o ~otu in questi ultuni tempi. L'autointos icnzione può ventrl' in dne modt: 1' Per la riteoziooe nell'organismo di ~ostnnze c ht~ di
----------- Il) QUIIClll) , -
Al alalhe rd e)la'.lwaie plit (l't'!Uftlti 11e01a uerr a/1.
l :l~
SOPRA UN TIPO SPIC IAU DI l'EBBRB
solito 10 esso si producono , ma porò destinale ad essere espulse; 2" Per la produzione nell'orgnnismo di nuove sostan ze o di e~agerata rt)lantità di quelle esistenti. Al presente però si tende a serbare la rlenominazione speciale di autointossicazione agli ~la ti e processi del secondo gruppo, cioè alle intossicazioni autoctone o anlogenetiche ( t ). L'organismo nostro, dirhi nra I'Aibertoni, è una oflicina di veleni. Essi hanno origine da processi di esagerata ed abnorme de•·omposizione e pulrefazion e: nel tullo gastro-enteri.;o ; nel parencbima o nel succo dci tessuti; nelle ~nvità naturali o patol ogic.he. E rispetto alla prima origini' clell'autoinLossicazione (pt·entleodo la parola dal Quinzio) mi limiterò a ricordare rhe l' un rutto dimostrato, dagli studi di \'ignal e OujarùmBeaumetz, che nel tuoo digerente si formano coll(inuamenle delle LOssine, le quali devono essere elimi nate colle feci e colle urine; che oollo stesso tubo vi sono dei ·microrgnnismi, ordinariamente cntrtlti cogli alimenti, dei quali alcuni nuocciono alla digeslione, altri la favoriscono, segregando diastasi allo stesso titolo degli altri fermenti. Or avviene che per condizioni fisiche e chimiche nel tubo ùigerente si hn nna maggiore produzione di l[ueste tossinf:', che poi non sono completamente eliminate: il sucro gastrico troppo allungato o poco acido non può distruggere i microrganio::mi che vengono introdolli cogl i alimenti in ma~giore quantiti1; i residui della digestione non vengono elimmati e ne suc ceùe In rotlura dell'equilibrio fra la secrezione dei fermenti della tli~estio ne e il lavor·io 1lei roicrorganismi favo1'evoli
ft) A LBIIRTOSI. -
D(Ilt. OUIOilltOnitll :Ì0/11.
(
J ,lt}
alla mede§ima; per cui ne nsulta d1sot'd1natn la fout.ione dell'apparecchio di)lerente (l). f:d allora ne avvengono falli morbosi locali e grner~li elle, da1 l ··~~otier i sintomi dell'imbarano gastrico e dalla dinrrea. passano tal\'olla alle forme eli lelltm violente, che attacc~tou anche il si,;lema nen·Mo. F. ~au.;a precipua tli tJUe~ti disot·dint c l'introduzione di cihi in tJUtllllith ~GCei;.,iva, ntl impropn nlle for1.e digerenti. o gua'-ti. ~ a riosce facile l' a~rlndere che h' nostre fel>br·1 abbiano •Juest., ori~ine. perr.hi· non r·hulla dte 1 soldati dt fJUPSll corpi althiauo fatto u,o, in tanta ma;t,.:tornnza, di c1h1 imvruprli allo loro forze ùigl'rPnti. n ).!nasti od in tJnantit;L er.re"iva, ~ ~e r.iò può e'-sere ac ·atluto pt>r qualcnu•1 etl iu qualc!Je t!pora, uuo può rertamento p.;;;ere aHennto per tanti intli\'idui. pre,so t.u1t1 rorpi. e mollo meno s1 può tunmellere che il fatto per tant1 anni s1 sia npetulo con ltHHa periodici!'•. erl in luru1a co'i schiell.llllenle epidemil'a La f,JI ica, lo stra pnzzo lì.;;1co ati i ntelletluale, i l culpu ti i ~olt~. :"Ono pure cau,;e dì imos ·icuzion• eh~ onhnnriamenle non pr11\ eu ~ono dali' mlestmo. ma dai "Vari te~.;uti. anrhe ~a ni, Adipendono tL• accumulo di pr·odolli del consumo r--aJ,!t'rato P tumu lloario tli que1 tessuti. ossia da vera e propnn to..,ir.emia eotlo.~cna { ~) t:11me. fino dall'anno Hn:.>, ,·enrlt' riltJnlto tlall'allualt~ colonnello med11:o \l ontanari, nllura t·apit:t.fhl ~ fu p01 ulttmamente, dimostrnto tini prof. \l osso e dal dott. l'ett·lln, 111edtco della repia marina. E per l'accumulo di 'll!e~li matet·iali di r·idu1.ione dei Le:-. ~Uii n di l··uwmatnl' (t:OIIIP volle chiamare il Gnuuer ques11
Il ) 1,11'1\tiO. - .tt,~J.tll~ td tptdtllllt pifl. (YlfJUtJifl llt•Jlì Utrccll,
U l At.IIIIITuNt. - SNILf atllowlau•en.-t0111,
l i.O
SCH'Il \ U~ TIPO "I'Et;LHE lll l"IBIIRI
nkuloidr veleno.,i, elle :;i form.1nu dalle runten~ alLuminoidi delle cellule \i venti. per drstin~nerli dalle ptomaine. rh e ·areùber·o ' eleni cada\erici} ne rnsor!!ono veri an elenamenti, che ~re~:-o rimao~ono semplici ~ffimere ( l l per In durata. ma tal roha :tssum1mo anrhe le pan enze di fehhr i J.!•lslro-reumatiche g1·avi {~l tld infelltve. ~la a que.;te ronclizroni d1sa'ltro'e t•d anormali. nell'epoca d'epidemin dellH nostr·l3 feblm. non furono espost1 ì IIO!>lri soltlati. come m.nlla dalle rt>laztOIII iiPgli uffit'iali medrci dei corpi, dali~> 1(11·'" anzi ~i t' nle\,tlo che .,j cercò d1 diminuire il lan11·n, limi tnnilolo alle ore frt>sche tlel matllno. c lasciando lungu tempo al ripo~o. ~~ inutile IJIII parlare delle rnlO:hiC•rzioni dipendenti rlnllu sviluppo di sostanL.e nocive per la t.lecompo!\izlone de1 materiali contenntr nelle c:n ila nalnrali o patolo~iche. perch~ le feùbr·t 111 Ùl .. ror:.o. nella ~randtssim:\ ma~~ioranza. colpirono iotlidtlui rh e si trii\·:" ano w perfetto stato dt s.liu te. e pochi furono. dt>i colpitt nell'u'>pt>dale militnre. f)Uetli pet cni ~i potreUI•e nn·ampar" tale uriJ.(ine. n imnn·· quindi n vedere :.l'l l'l troviamo da\anti art uo;t forma infsuiva. Come si sa. l!' mnlallie mfettive prt•sentnoo cert1 rarauer·1. 1 'Inali sono nHnun1 a tulle ori n molte di esse. bao;tano per farle cono,..··ere fm le altre forme morho:.r e permettono d t r.onsirlt·rarle come no ~ruppo ~peciale , dt~linto dalle afTe?.IOni congeneri l)uesti camttel'i sono rnppre~entati ùallo stadio d'iucnhrrzwne. rialla '~perilìcitit. dal decur~o r.iclico, dJtle ennE' rer·
111 l,!tlt:!l/10 - 1/(t/ttlhe tpll1tmicht JIW (• tqumti uegh f~ercch U l P;;Tt;t.t.A.- li•oruolt tMdi<ll R. uucat11 t mari1111.1800 lnaoro:•""' e colpu
dt 'ttiOrt
t
ltl
mometridte, dalla rerratlarielà, dalla ìmmuuit11, dalla ùtllu"'ione èli ori).!ine ( t) . t: ril-:lt:trdo all'origine tllt~rit.t di es~ere rilevato l'lte le maluttie infetti•e non n~t~cono mat spontanee od nutoctome . ma sono tl•)VUie nll'inlruduLrOue nell' orgaU.JSIIIO tli ).(t'rmr spetilki, che lu infettauu i"'r mezzo liet turo veleni, per modo d11• al pro>~ente, tali malatLie dalla loro origine rice\OIIn la h~t'ol liPiini7.iune. E. nel ruag~ior numero di que~te malattit' . •rnt!i :.<tH·mi sotll) e~seri iulinitnruente p1ccoli appartenenti al regno ' u).(t:taiP. P che :.i comprendono sotto la rlenorninazione •li fungh1 o ltattPri. l'er alcune porhe mai11H1e iufeuive {malaria) I'Ptiologi;t .-aret.be a ri ~en·ar~• nell'intrud uz.inne •lì nr;.mni.;mi app.utent>nti for e al ret!nu animalo> e,J alla rlas~e tlPi protozoiùi. Infine per nltre II'll· lattiP {p~llal!r·n) prtwarrellln• la pos~ihilità elle sieuo s;euerute. nort l!i11 dall'llllrod ut.rnno di uno speritico mi crorgnnt mo nel cnrpll tmuwo. ma sieno do\ ote ad intos,it:nzione ··on ,nslanz,. rh e :.onu il prudouo Ji pr oces:;i di ùecompollitiune o putrefattone tncoalr e mantenuti d.1 mtcrorj!anism:. nf'll'amltit>nte Pslor·no dell'uomo (.:?). Or,t lll'llt' ft\blui l'he studiamo ahuiaruo notato il caraLt~r" tiell incul•azwue. per quanto br·eve, il tiP.corso cwlico, hendti· r.lptdo ; lrrnrnun•rù, r·,sconlr'tttn rn molti che precedenteutl'Dif\ nve' ano soiTerto tale malallta; e, rispollo alla tliiTusione, a tuttt ,. nolo IJU311lo sra :\lato ,!!·ande rl numero dei culpiti in po.:u temp•• pe•·moclo dn a\ersl vere epiderlllt>. In ruolti.- imi poi ,j l· ris.;ontratu il lurnor·~ d1 mrlzn, dte ,j ha tn nrit• rnalaUie info>llive e lo ~ IaLo d1 tiPpres~io o e del :.istt>mu uervo.;ll, ··he ,·, qu.tsl la cnralleristir.t di tal1 rnnlallte. ti • !h ~T""Ttt,- ,.,.,rvtl)uou Qflttl··•lf tl.rlle mrtlullie i11(rltroe i• 11 .- lÌ l Al'\.- 1/iJhll llol{f -f 'ili• •lr I"IIJblkl
f .J.'~ ~t n
SOl' R.-\. l ' ~ 111'0 Sl'.Et:U.I.E Dl FEBBRE
del ~er·me che dà luogo a que5ta infezione che co~a
po~siamo cl ire 'f Qualche armo addietro. quando ancora il ga-
binetto di batteriologia di questo ospedale mili~a reno n era stato iostituito o completalo come al pre::;enle. l'illustre pro r. Tizzoni, si compiacque di fare qualche ricerca hntteriologica sulla malallia io parola, prendendo io esamo il san~ue df'gli ammalali, ma non vi trovò, in allora. la presenza di nlcun microrganismo. ~l a, per rtu e~lo, non si deve cessare dal pensare che la nostra malauin sia di natura infelliva, percbè (come osserva il De Gia~a), fra le malauie infelliYe, non si comprendono solo rruelle che si sa con certezza dipendano da un ger·me conosci uto, ma anche yuelle che si suppone, però con ~iusto criterio, abbrauo tale Prigine. - ~ quale criterio più giusto del nostro, quando nello S\'olgi mento della nostra malattia vi troviamo dei c;~ratteri speciali delle malallie infeuive e, nella ~ua etiologia, non si seopre alcu na delle comuni cause delle altre malallie ~ - Aggiungns1 che vi sono altre malniLie come il morbillo, scarlattina . vajuolo. ecc . , delle quali non ancora si è potuto conoscere il germe specifico, ma, per questo. non vennero escluse dalla cate ~oria delle malattie iofe uive, anzi ne formano quasi il tipo. Ed in attesa di nuovi e.sami che rivelino l'esistenza del germe specifico di questa febbre, mi sia lecito fare qualche induzione e dimandare a me stesso: Si polra questa forma iofellinl attribuire nll' inquinamento dell'organismo determinato dalrematozoario del Laveran, oppure (come opinò qualclle ufliciale medico) dal uncillo trovato dal Pfeirer e dal Bruscltettini ecc. nel sanl!ue dei malati d'in flu enza, oppure da quello di Eberth 1 \la ~ notorio che a Bologna non domina la malu ria, per cui non i· il caso di stare a dimostrare che la nostra febltrt> non pnò es5ere di natura rualarica.
IIOlWH '\Tit I:S liOLOG'\A
'
Parmi purf\ ,j po,:~a l'scluder<'. in modo deci~o. che lrattisi d'inOuent.a, ,, perchè all'epoca dello sviluppo delle no'tre fehl•ri non eravi accenno d' ep1demia d' inflnent.a o percl1t'·. nella ~rande maggioranza dei cas1 ne manravano completamente 1 -iutomi. Ma in fa ,•ore clelia natura tifo,a della n o~t1·a malattia vi ~onn varie drco:.t<lOt.P 11 cr1ter1 di analogia che rercherò rl1 fari! rilevare, cominciando dalle locahtu. Que!lt' antica riti'• cl1 Bologna. per le qualiln del !>lloln 'Il roi il cuo:trultn, per 11 Il\ ello della falda d' lli'I'Jil:l $Olterrant>a. l'~i$tente in alcuni punti della mede ima, per il ~uo ~is toma dt fol-(nnture e di cunalizznz10ne. olTre molte condizioni favore,oll allo wilu ppo clelle malattie infelll\'e. t) u('~tn fatto 'enne ogn1 anno fnuu rimarcare dal colon· ut'llo tlleùico coinrn. Sa;:gini nell.1 relaziofll\ sarutaria rlelln di:·e1.ione rli .;anita. ed t'· st.tlu trattato e ùunostrato, in nn :;un pregHolo laYoro, dnl capitano m&dico cav. Bernardo ('l). E in U11l1Jgna regna endem1co il tift>, io ogni tempo dell'anno '-' iu ciao;cunn annata vi furono tifo,i fl'll i soldati e dei murll, per modo da nver,.i epidemie. talvolta gravi. si~ctHne t) nella dell'anno l 8!)1, che diede i H ca!ii ron 19 morti. 1-:tl ~ un fatto dimostlvclf.o che la formaclns:;ir.a dell'dtootifo non ,;j ri,,•ontra sempre nella sua inleJmt:J, nè (come ~i e ~prune Il Paolucci) ogni volta nvvwne che nel r.omplt:sso det fenomen1 ve ne siano alcuni, che accennino reci ..arnenle .11 tifo addominale, e spesso i fenomeni hnnno tale apparente oovttil che, qnanLunque prevenuti della poliooorlia di ']Desta infez1ooe, che le ba fatto meritare il
------- (Il 8 &AI\•RIIll raulunno ltl 111!11
Dtll•o m(tZillnt li(ll14 nrl pruldlu d1 /Joll)gllll durante fì!orftlll• · ~tdko dtl R. C •rciln e dflta 11. lltJrtUI.l, t~IJ2).
lH
"lli'R\ l''i fii'O SPhCI\1.1' Ul FKDBII!l:
uome d• prouo dt!llc malalli~, pu r~ non si rie-.•·e subito a far!:i un concellu eiutlo dPl morlm rhe ci stn dinnanzi ( l ). Ed il l.iebermei,;ter dicP dte nt>ll' infezione tifosa 'i sono der ~'''l heri,.;mll e c o rllpendc -.m ùalla tn:l!.!JlÌore o mi nore •Juantitit del ~irus tifoso, st:t tlalla rPcelltvita orgauiea i nd ividuai~. o che dai tifi ~o:mvissimi ai pit't lrggieri decorrotw tuue Il' gradalioni imnt:t~t n al•ili, m.• ancora non si cono~···· l]llale ,.ia il ltruite piÙ un.;so. Ed 10 ba:'e a que~l'Hiee, vengono ora con-,idPrnle rome in(('ztont tifos(' alcnne forme mot huse, !Jend1i• lie' i, le quali rltvrrsi mr•rlil'l, anche modt•rn• di ,tndi, 111u (Ptlt>li nIle lradiz•oni dei cnnreui che hanno ~uidala la med1cina U). non SI pregarono a chiamare tifo, percl1•~ 01111 presenta vnnn il .:egoo ~~:u·aueristrt·n dello st~tporP, 1110 le corhideraronl' come ~p<'c •ali enLi lit morbose e le thinmltrono: 'iino•·o, febbre !.!a,lru·a. febLre -:onlinua. fehbre delle ftl;!lle, fehhrn napolt•t.tnn. feLure ttfo-malarica. febbre rPlliÌllt'Oi t> diwaticu, e perlino lo "lesso t:antani le dliamò fr•biJI·i d lfj}Wtll 11at11 l'li.
!:!:. per le noslrP ft'uhri di BoloJ.;na. siarnu appnnl() nel periodn flPI' CIIÌ pa~.;arono I.!IÌ .;tntH dPIIP pire~sie che Jw n•'nt lalt• e ptit 'flPCialmeniP ti! •tuellf'l dte un tempo. ('01\ mn~giol'll freqneuzu di ora, :-t llllllltle~tavnnu a \ apoli ~ deiiP allrP eh t• lutt'nt a rlou1i n :~ou n \J as~aoa Cl te eo~a non o;j i· ,lnllo e .;~ rtliO ,J. tf UP,Ia fiJrlll.l murl111~a 1 \l a le rrpelutl' "'"ervnzwr11 fP.t'enl la lure 'i putl• Crlnslalaro d1e la fehiJre tlllf10letrmu non era una mulal11a infetli\a
l ) STIIIIIIP&Ll -
l'aloiO(Ilol <J••Cilllf lflttllt•l :\ote &l ~,~IUIII•1 d••l f•rof.
l'ao!ued. ~~ STII>~111'!U.. -
P;tolucrl.
r JIOIIl•/1'1 q>tcìn~ md/m :-iote •· a11.:nml•' Ilei 11ruf
propria eli qnc•llu città, ma rh e ... a ri:;c,,ntrava in ah a~ lo~ anche fuori d'Italia, e st'tnpre nccouto alle formP di t;ru regolare e dunanque il tiro i· rimasto come endemico. "\a a--sodò che tala febbri nppam·ano a preferPnza quan,Jo. n111anendo a secco le fo~o,rne, -,i .;oflevavano le eman:llloni mPfitiche, e cho andarono diminuendo quandn, a ~ apoli ~pecinlmentt', si modificarono le fognature e 1:;. cittit fu ahhondnntemente foroiu di buona acqua, veoendo~i in tal mo•lo a chiarirP In loro etiolo$(in e narura e l'endendo<~i e' adente l'analogaa che esa· te colle febbri che ogui anno, nella s tn~ione e· ti va, -i manifestano io cJnesta cillà. E.t Or3 venendo alle pares·'lt! domin:tnti nella C•,lnnia rritren e piia specialmentt> a \tas,;aua. il noto cht• furnno 11me~~e le piit davPrse opiu iona sulla loro etiologm e natura, FttrtHJO chiamale f(bbri rlimn.tirlt~> e si creò. io tal modo. un'entità morbo~a. a!Tatto nuova. dipendente da un !'lernt>nto etio'o:.:ico. n tenuto proprio. di quella regione. ~i nppellaa·ono: {ffJiJri tmtlarìclu•, {l'bhrì tifo nwlariche, Ji•bliri ·~alita,
\
dtt cutore.
" a. grudat:unt•nle, si comincaò ad emettere l'opinione da~> qtJelle pirfl~~ia non Jll'lle<~~ero e"ser~ che e~al(erazwni J>er frequcnw rd intensitit, di quelle che si osservano anrhe nei pat>~a tt>mperati, nei mesi tli estate; che l'alla !t• nperatum non •·rea mat ùello fehbn lullll ;;peciali. 111n rlw o;ulo modalka piit o meno l'twoluzione delle malauie ft•hhrili; che, 111 altri termini, non vi sono febbri climatiche proprtamente rlelte, ma ~olame nte delle febbri mo•ltlkate dal rluu,,: giudizio che era stato prima pronunciato dal lafer.w riJ,:u crdo allE' fehbri d'Algeria. E dt,pn dto• al Panara. IJno dai primi tempi della nostra w·cupntone, "~lll'esse il dnhhio, che anche le form e più IO
l i6
SOP R.\ t''i TIPO SrEC'Al.E Dl l'Jmfi RE
mJtr d1 quelle pir€lssie. fos~ero iniettive, si raddoppiarono le indagini micrO:iC.:opiche e lmllcriolugichc, ed il medico della R. mariHa dott. Pasquale ebbe il vanto ùi dimoslrar·e infondata l'opinione che M as~aua rosse paese di mal:ma, avcuùo scoperto elle i febhru;rtanti pin ,·omunr non f'rPsPntavauo l'cmatozoario ùel L.tverau ed es:;cndo riu::.eìto ad i,ola re. rl hacillo dr EIJcrth. dal san;.:ue. 111 uu caso gravu di Ileo ·tifo e in un altro di 'tifoide leg:.:ero, ~~o n sintomi del lutto simil i allo solite piressie dominauli (1 ). Ne venne tjuinùr dre 1 magg1ori sostenitori tJella teoria ruulnrica didriararono esplicitamente di aLIIrucciare l'opin1one che, sah•o poche effimere, quelle felrbn deùbouo tuHe essere comprese ::1el gruppo di morhr tilicr e drslinte. secoudo il decorso clinico, rn fehbre g.l:ilrica u Lrfoide leggera, ileotifo e febbt·icola Lifoide {ti foidea tipo indefinito) (2). Ed a quesln endemia tilìca di ~lussau.1 non venne altr i· bnila l'orJgllte irlrica. piit unher•:;almeoLe ammessa, rua bensi quella tellurica, pen:hè !ii è dello cùe il suolo di ~~a~saua, per sua natura ponlsO e T'erntenbile, e da secoli ÌlllJUÌuato d.r materie organiche, olTre tulte le t:ondizioni per conservare lungamente i germi tifìci, i qunli sollevati dai venti e dalle mosrbe ~o no tra,porluli sugli alimenti. e, in tal modo, penetrano nelle ,·ie ùi~erenLi (3). Ed in ha~e alle circostanze supraccennale ed all'unalogia, che appare tra rJuesLe furmtl morbose e rJnella dom111ante in eslate a Bulogna, rispetto allrL localiL,l, a!l'epoca di sviluppo, all'etiologia, ma sopt·atutto tenendo presente il coocello del
(l ) P •.-çUAL& -
-
GIOI"IIIl fl mtdlto dtl R. Uti'CUO e dtll4 Il manna f 89L
Oelli(o a Manauo. (l ) Rao. (S) !IliO. -
Sguardo llftltrale 1ulkl paloloqfa di Mauaua. Sg!lardo gmerale sulla pato logia ai Maua ua
1111\II"\\~TE
•
l' H'lLI 1,,\
pol imorfìsmo d~.'ll' infez1one 1ifosa c clelia frequente pre~e:~za ctel l'esaotema t'tll'tllltlr·istico (t·ow•olu) prcsentatn tlnlle n(JStre fehLri, che è pur IJUello che ~i ri.,contra nel decorso eh+ r infezione lefo, l .;embrami sia com r tgiOnevole l'ammellt>re che qu .. ,ta no,tra malattia possa e_;;s,•re una ooov 'forma le:?~era. rhe, nel ,mulo. verrehùe dopo quelle forme defio;,, coi nomi el1 tifi lr!T9t:risstmi o 1li tifiabortu)i. Eù anche •tne,ta nuova formn non avrebho origine teltwrica. perrhò il h1cilln d1 Erhl•rth, nei lelll del Canale di Reno e delle fogne che arrolgooo e s'impregnano delle immontll7.16 dAlle ca'o e dei rifiuti umani e rle~li animali, deve certameme trovare 1111 mezzo favore' ole alla sua conservazione r• rlifTn.-ione . ~l a il fallo eh~ nel ~a ngue ùei no ~ tri ammalali non si c ttmatu li lmcillo tli Eberth. ri .;ara "empre un unp<'ciimento a pi'ODIIIlCÌ:tre un !!indizio as,olnto. rn.ncandoci il r.riterin halleriolo~il!o, IJO:todo però non si voJ,tli.t tener calcoli) elle tant·~ altre forme let{gere ricono-ci uL!' tifosP, in tJUP·;ti temp1, 11011 sempre hanno manifestata la presMza clt'l ~l'rmP ApPrilit·n clell'infezinn e e si sono chiamati' tirost' perrhè nei lol'll intomt prevalevano ~>pccialmente i fat~t clt nnelenam.•oto dd ststema nl'rvo.;o. \d o~ni moelo In man,•anz.a dt questo gt>rme non ci potrit mat fare alt!.antlonare l'opinione elle ti nostro tipo di febltre •lipenda d1t 1111 a~ente specilìco pt!rrhè potrebbe elarsi che l.1 forma tlrlln in fèzione, che nel 110stro caso hu molti punti di routallu ron quelle leggiere clel tifo, dipetulesse dall'anelenam..nto di un altro germe ancora scouo,rw to. E co,] ,·. :tcc:uluto per quella fl'bhre che dicono ri~ron trarsi lunl(o le rost<' del ) ledtlerruneo, chiamata tln nlrnni ~edici inJ,tlest col nome specinle di mediterranea., IJeJH'hè rhpond!! ai e·n•·attort cliniri ed anatomici delle fehb•·i do-
l ~H
::.OPR \ UN TI l'O SI'Et IAI.E DI 1·8BIIR1;
minanti a ~fassaua e rueriti quindi d'essere considerata ad infezione t ifo~a. ~econdo quan to riferisce Il dott. Rho, medico della H. marma. Negli ... tud i fatti <\ Maltn pr·imu dal Broee e yuindi daii'Hoglws e dal f~rpps. si rrusei a scoprire nel ::angue e nella milza degli a mmalati ùi quella febbre la pr e!ienza ùi un microbo specinle dte rl Bruce chiamò llllcrocnccus mtlitPnSts. E tli ta'l' miI'I'OUO inor.ulando nelle scrmrnie delle cnllure pure, lil ott~nnero tipi febbrtli an.llo~hi a cruellr dell'uomo. Secondo l' llughes il germe inf~urmtt> dr qne,ta fchhre parrebbe roescolatu coglr thcrementr um.tni. t'ome l)Uello della tifoidea e ùu e:-.~r. dopo drsseccamento sr diffontlerèLI•t> oell'almo:.f"ra per andare a colpire, altri indi vidui. JJeO(>lrando per· le vie respir·atorie (1). :'ion sarebbe quindi cosa rlel tollo fuori della probabilità. se ;\nche ner colpili dalla fchbre eire ah biamo descri Ila, st Lrova3~e un germe del tuau nuoro e ... pe~tale. Occorrono. però ulteriori studr per venir·e ad una cooclu~ione decisiva u1torno alla natura del trpo dr febbre soprade~crilla ed ;t questo scopo ;;arebbe nece;;~nrra nnche l' inùndne bnuer·iologrca col :mcco ~pl enico auinLo intra nltlm . Cou a al~t mez~o il prof. Lucatello, uelltt clinica medica di Gerwva. riuscì a svelare la presenza del bacillo di Eher·tlt rn akuni amuralati che parevano affetti tla bemplice catarTo ga... tr·i,:o ft'bhrrle. ~l a ym si pr~-;eutn la ,:r;lve questiune •e, a ~oh• 'copu di diagoo.;r, m' -;enza alcuna oece:;sita per· la cura • .,,J. perme;;c;o dt praLtrar~> la puntura di 'f"el 'i se ere uei no•trt ~oldati afTt>tti da una ru:1lauia ranto mite, nella considerazione dte. ~e una arcrùentale complu~azione morhosa rnlllO do,·ou
Il) 1\RO.
~guardo ~enctole .wlltl PIIIOIOQI(I dJ
.IIIAHIIU'I
•
14\)
arelthe sco.;:~hil~ nel l':t mpo .;caentaurn, m.~.le pero si potrebbe mettere d'accordo colle convenienY.e ed a diYer'li intere~,i. r.he i medici malilari tlPvono. an ogni circo·tanza. rispeuare e tutelare. Ed Ol'<t rarcoiliendo lu velt' 1lopo a\er v:~ gato oel campo delle pi re~"ie che hanno mag~aore allioità collta nostra. cunchHierò col dire che, con tutti i criteri sopraesposta. ,;i pao razaonalmente ammettere rhe questo tipo di febbr-e. <:h~ .,i mnnifest:~ in Bologna nea mesi da estate, ... ja una forma infellivn, molto probabilml'nte ò'ori~ine tirosa o ùi(tendenae dn una mfezaonf.' che ha •1unlrhe omagliaoza ron quella 1lel tifo, e r.Jae il 'liO HermP specifico si svolga dal t:anale da R.eno e d.11le fogne della clltà. 'tuaod'' in e'late rimangono .1 secco o se ne effettua l•• "purgo.
,
• • .\1~ resta anrora a dimostrnhi
il fnlto ri,contrato rhe te m~tl~tne esalazioni del r.anale di Reno e delle fogne. c:olpascor1o a preferen1.n a militara OP.a loro quart ieri e, al confrunto. poro si dilfontlnno fm la popolazione ci vile. E •·iò. a mto parere, surcede perchè t rtuartiera ùt questa eillà snno piìt espo-.ti all' tnfeztOne: alcuni (Carna. Chpt>tlale tnilit.m•, 1\anut.T.Ìn(l) si trovano proprru sopra il Canalt' di Ren •: altn ('\erri) ...onu racchiust in mezzo a casel!giati daP tolgnnu il heneiHo della 'Pntilazaooe ed altra anC"ora (Ser' a. S . llomcnico. S. Salvatore) abltondano di <:ollerranei fogne. duaviche. QuP<:.t" ultime ri~"e,ono unch'e-.se le ammondiza e dei •tuartierì r. delle ra"' private, e la an:~g~riM parte dell'a nno .;ono asciullr•. rn;l nei lllt•,j rl'e,lalt> t'Ondurooo. ad llllenallt,
1;j()
::.OPitA UN TII'O SI' Et 1.\LK Dl l .&BOllE
l'acqua dei tanali di .\ posa t; ~avena (proveniènti dai torrenti omonimi) per l'irngazione deph orti v1cini e nu ucceùe l' tmprovvisa o~cita dello e~atnzioni infettanti r.t.P m e,;se stavano racchiu~e. E ttuesLo fallo venne riconosciuto s1ccome t'au~a di ~rnn numero delle infezioni tifo~e in certe rilla cnnalizie, l!p~ cialmente dopo le ptoggie trnprovvise, che. r1emp1rndu i gro:-s1 tubi collettori , produco11o il rigurgito nPi cnnnli ~e condart, posll 111 d1re11n comunicazione eolie rasl' ( 1). Si ng~iungono po1 :ll:une ~pecinh condiz1001 C'Ili ,uno esposti 1 noslrt soltlalt. the "ono l"n_t:glomeramento. Il ltlP.Iitismo delle cameraLe e delle scuderie. l osaluùrita ,J~I pavtmenti, per l'accumularst, rnass1me tra gli interstizi. ,,.,, rnnllone e mattone. di polveri or~an ir.be, composte d1 tuili i gem11 patogeni capitnlt snl ~uulo (2), che sollevandosi for mano un'almosfer•t viziata. la qual e poi, nel più det t·a ... t. llillic1lmente viene migltor:lla per In mancanza ùella sulliciente ''entilazi one.
.
-• ~;
prima di lini re, volendo pure far cenno della t' Ili a di quest:1 nostra malattia, che, ~~o m e -;1 è veduto, ha 1111 deeor;-;o tanto bene definito, partni ~ia proprio il caso di .tllenersl alla regola di non fare di più di quello che si tleve. ma seguire la ten~enza òella nnturn stessa. che è la miglrore medicatrice o, se vi è il ra11o, di aiu tarh soltanto con unn ra ttonale r.ura sintomatica. Il t•ombauere a 1'riori la febbre parmi sta co3a uon ( t ) Sn un&Lt.. (t) QCISl'.IO. -
Patologia IPtualt mtdica Mie ed a~rgtuote del
lfafalht ttl tJ)idtriiM più (rtqUtlltl l!tgli tsfrCili.
t>rof.
DO'li~A:'iTR
TN BOJ.OiiNA
l !)1
~iustifirata.
inquamochè la fehbre rappresenta la reazione tlell'or;.(ailismo contro il microrganismo invasore e la sun cadota, che nella m!lgj!ioranza dei cnsi. nnrhe senza rimedi, an iene dopo 36 ore nl massimo, ò il !\8lo(UO della vittoria riportata dnll'or·~aoismo o meJ'cè l'alta lempernlnra stessa, o mercò i fa~ocitl dalla fehbre eccitali o, con maggiore probnhilità, mercè il potere Lnttericidn del sa n ~ne. - E prescr ivere gli ll nli·Lcrmici equivale, talvolta. a togliere nlla nntorn h• migliore arma contro l'infeziono e prolungare la dorntn della malauia. perchè oe Yi~n l! di ... torbato il suo ror:;n rrgolare Sarnnno in"er.e indhpensni.Jili il ripow, la clir,ta. e gli ordmnri ri~u:mli.
.
...•
Ed alla prolìln~s i di qu esta mnlnllio , che costitoio;ce 1ma vern infezione !orale, le autorità militari nun hanno mezzi <~uflicien ti per pro" vedere. A·pelliamo i necessari provvedimeoll dalle autorità rivili, le quali potranno allontanare qunlr.unn delle cause delle malnuie che si mani restano OPi no--tri !loldnll. Altre però, e le più importanti, sa ranno diftlcilmonte rimo<~St\ essendo dipendenti dnll'ntLuale sistema di f1>~nntnrn e ili rana.Jizr.azione della dlltt. Alle anlorilit militnri sarì1 possibile :u·restare o diminuire la diffusione della malattia, coll'tmpedire l'agglomeramento t1egli iodividni nelle ramerate, col to~liere il mefìtismo ti i t{UCsl9 e delle scuderie. col ronnlenero convenientemente puliti e 1lisinfettali i ,,.wimenti, rolln st!omhero di quei locali dei quartieri , cha più •legli altri si mostrano infelli, oppure, prendendo il provvedimento più radicale, di abbandonare i cptat•tieri stessi m·ll'apocn io cui suole comparire l'epidemia. Bologna, novembre 18lH..
CONSIDERAZIONI
CIRCA LA TEORIA DELLA PORPORA EMORRAGICA ED l ~ CASO DI QUESTA MALATTIA
Il dou. Aiello. ( l) dopo ave•· studiato un ca:-o ùi porpora emorragica, diugnosticatn, per la sua causa, come una pelio:;i reumatica. con C!>llffil ac··urati d'ordine chimico. micro:-.copico c uatteriologrCO del sangue, del COrllenulo gastrico, delle unoe e delle feci, mrttenrlo in rappo1to le ri$ultanze ÒPr :)uGr es1mi colla •nan1era d'io ·or·gere e dì decorso dei fenomenr dioici tlelhL malullia nel suv pnzit•nte, ,·iene a rapo di for· mulare nn.• ll•orra ga-.Lrn-inle,linale cin·a la pa lo~PHCl-1 dt•ll.r porpora emorra).(ica (d.t cat...:t reumatica). llli anelli tli con•·atenazione nr e:;~a te<•ria ~arelthero : r.llPrnziour ,.:.tsll o-cntericlrt> - a~surbimento òi lo~sinc emolb1 ronse)!uentlì - alterat.auui Yasnli - emorra!,!re. lo ritengo multn r:wonale l'é:-.posta teoria; ma pen~o che può applicarsi lrmllatamente ai ra~i similr a quello desrriuo dall'Aiello. cioi• a t]nelli in CUI, dopo l'azione tlei frecldu.
(l • C01llrllm 111 tJIIn (llltogent~ tlflln 1111rpnro Pmorrag~ea. ! Gio male mccllco rtet 11. b'lercllo t tlcllt& 11. ,IJal'illa, lugllu t 8!ll).
CO:o\SIDBK.\ZlO'il t: laC \ LA TKORIA Uri L.\ PORPOII!\, KCC.
l :)3
~011 si
prima pr11nunziati i distarui gastro-enterici e posci:1 le manife,Utl.ioni della porpora; e può anche dar·ci ragione di quc1 ra..;i di porpora gia riconoscruti da Henoch cl'on· gioe 111tcstionlt! (1\aposi), nei quali le alter.lZioni dell'apparecchio 1ligestivo aprono la scena della forma morbo'" l'erb non av' iene sempre co8i. <' In porpora e morra ~ ica Ja rausa reumatica ~i s\•il uppa snelle ,enza e:-sert' preredut:~ da aller-..zìoni ga .. tro·enLerrche: nè in roa ..simn t(lll''le •ieLI•ouo pre' alere nel IJUndro della mnlauia, gincrhi· ~oi rede che i trattali~t• (1\apos•, Ht:br·a, Jaccoud, ~ieme~ cr, cct·.) non le mellono spewtlmenle io rilievo. L' .llirgensen ne parla, ma dicendo: [,. frrqrmtll ird· ta::imd d••llo ~tornaco t rltll'intestinn, chi' si <ISw Nmw '''i bamhmi, !ti nttrzbuìsrono son cerla ra,qione 11d t•morrri!JII' wJttnllwco.se. Che perciò sono r.onsider•ate come cfl(1LIÌ o 11011 g•·l rome ca use della JlOI'pora. l)',,Jtra vatlc l'emolisi può essere prodotta dnll'nvvel~ ,..lmenlo pe1· Lossioe intestinali, ed anche direllnmcnle Jal ft•c,hlo. r: suo belle in proposito lo osservazioni cliniche " pel'imentali ùel ~Jorri sulle clorutiche. non che la condu,iunf' cui l'iflu,Lre professore arrim. che CJOl': brtsc11 l' i~tflw:u;n tli.sordilllll.tl dt: t vasomotori per {ttr tambwrt [, .~trtlo tlt'l ~all!Jite r {flrorire lt' rifglobulì;::ti;!Oilf de•llt•
clur.,:ic/11' ( l ). \ nche altre cau,e po=-sono produrre ernolisi. rna)!ari tra.nlloritt, come le J,!ravi fatiche. ma ...s1me se ·o:'tenute in c(tndJZtoni igieuiclte pnco favore\'oli. E va da ~c che una volla staùilitusi l'emolisi. le ulteralioni delle fu nzioni òid8Slrve ne po1>sono Ps,ere •·onsP~tueouL
(Il Pollcltruco, ma~lo t89~.
15}
CO"SJOERAZIO~I CIRCA LA. TEORlA
Ounf'(ue nella patogenesi dalla porpora piglierei le mosst> fl nll'emolisi, lasciando nel campo dell'etiologia le cause capaci di produrla . ~e non che l'emolisi da sola non è sul" tìcienle a dare la por·pora come darebbe l'emoglobinuria : e òiSOS!Dn che sia accomp:~gnala da alterazioni trofìche nelle p~ reti dei eu pi Ilari. ~l a questi due elementi , t-molisi erl alterazioni 1·a,ali, non sPmùnHIO neppure suflìcicnti dn soli a costi tu ire la porpora ecl a rar.chiuderne in se! tulta la patogene!'.i. ] nfalli quante malaltJe vi ha 10 cui si trovano unite emolisi ed nlter11zioni trofichf' dei va,;i. e la porpora non si produce pu1· verificandosi perdite sanguigne? Sia d'esempio l'ernofìlin . Sit·rhè h i:;o,~ na ammeLterc la neces~ ilà che <'nlrl in giuoco un ulll·o elemento. S' rntende che qlli parl o della porporn emorragica ron determinata rorma clinica. come il m(rrbws mar.nlos11s tli Werlhof. della peliosi retlmalica ecc. e non gii~ tlelle macchie emorragiche che avvengono per azioni meccaniche sulla pelle di individui nei ryunli. per una qual ~insi causa , si trovano il sangue di$crasico ed i vasi frugil i. IJu ivi é la pressione o la sta$i per legge r1i ;::ra\Ìlir, rhc determina la porpora circoscriu.a: IDPOtre P"r le formo di porpore estese e sis tematizr.a t~ non i\i può che ricono:.cere nei nervi va~omotori qne.::t() ultimo elemento determina nte. Il meccanismo d'azione t'• di facile i.ntelligeoza e sarebbe così: paralisi dei vnso-coc;trillori capillari. oppure ecci tamPnto. dei va!òo-dllatatori - dilatazione dei capillari - ed in conQegnenza congestioni sanguigne cnpillari, le quali , tro1'n lt> l& condizioni preparnt.e dall'emolisi e dalla rr·agilità dei vasi. determinano le piccol e emorragie nel campo colpito. F()rse lutto ciò potrebbe essere sottoposto a con trollo sperimentale eseguendo l'espet·ienza del taglio del simpatico
"
Of.t.f,, l'OR l'OR\ t:;\IOIUI.\t.IC \
.... 1·l·)
al rolln u ,imiti 1inpo aver prepa1·ato nell'animale un'emolisi e te consecutiH• alte•·az oni vasali. E vero cl te nell e esperienze dei !biologi sui nervi 'n:-omorori col ra:lio del l'Ìmpnri•:o al enllo. coll'e·tirpazione del J.(an~lio cerv1cnle superiore, collo :-timolazione d~>lla corda ciel timp ~no (e,penmenro ael Bt>roard), colla stimol.\7,ione dt>i pl•dun··oli cerebrali. in,omma in tulle. le ipen:utie ..perimentali prodotte coll'alJoltta funzione di alcuni nen i c c~tlla .timolaziooP d1 altri, e per azione rillt>:-sa, ,j parla t.en.;i di ip~remia. di calore antnPntato, di sudore. eli funzion i etcirate ece , ma non ;;i fa parola di emorragi.1. m,l r.iti flU'' dipenderu eia due fatti: prnno, che ut•lle con•lizinni li ..ioiO,!Ithe manca In concorrenza di rirC<hlanze che ~i -.tahil1srono nei cast morho:o<i; secundo, che i fi,.tulo:.:i per i loro sropi :;i limttauo all'o:~serYr~zion e dei fnlli unmedia· tatllf•nle prollollisi coi loro e-;perirnenti senza iutet'l'SSfii''Ì deli~ ~~goeoze tnrJi\ e, come potreiJhero rs:;erc le emorragiP p••r t'Uil:,!estiotll~ iperemica. \ on stnrò n ùir·P le rn:.tioni che da Henodl in poi si sono rapetute per ammettere il dornauio dei n•'rvi nella p:llo~e ne.·i •Iella porpor.1 t>nlOrra_rtca e cli altre aiTezioni cutanee. \l i oc.·orru t!i rilf'vare ,;oltanro l'be est:-touo intlnhhiamrntc rm.-.rr·nxie clipernlenti dall'azione esctu~ira dei nt>rvt rome :.ollfl le emorraAie 'icariaoti el elle i:.teriche, pPr ullermnre dac non c'• no., Cl)ncezione fanta~ti ..a rl riferire all'nzio!le dei 'a oulotori le picrole emorra~ie dt•l cler•m,, nrll.t porpol'a, ma che l'iut~>qll't.>lazione corri,.pondt~ a fatt1 simili bene acrert, ti. l) utulll" poi si ritlett1 a certe par tic:olarit.'t di cli'JlO•Iliunt deiiP rua'rhie. tli fenomeni concorrenti, 1li modi •l'i rr·u1.iune, nnu si poi1 a meno tli nmmellere che i nerv1 va.uano tori allluano una gran parte nel1.1 produzione della purporn. Ed anli si hanno •lei t asi in cui non vi è ùa nro-
l ;i()
CO,SJDF.RAZIO'il LI li CA LA ilOR lA
nosccre altro elemento ellictente al difoori dei nervi. rome tfuaodo, al dire di llehra - ,.,w, (In porpom emorrag•cn) prt<>tn,Os~>i imprornisrr111rnle in pi'Tsone I'I!JOro:.e r ben nu'rilt. rirenti in frrrorrroli\SÌml' ciJni/t=ioni. lo dunque c1·edo che la teoria nervosa dehhn ancom riominare nella patogene:-;i della porpora, nnzi credo l'azione dei vasomotori sia l' elementu piit certo ed indispensabile in e-<sa malalli'l. giacchè le condizioni disrrasiche del san~ue e la distrofia dei capillari, prodotte o da alternzi~Jnt dt>ll'apparect·hio di:.;estivo (teoria }(a... tro·enterica dPII'Aiello) od nltrimeoll. non danno tla ~ole la porpora. e tf ultra p:trte ctoesla puo verificar;; i anche sen1.a la loro prevta e~istenza. mentre l'azione clei nervi \':tsomolori può io tnlli i casi dare raf{ione della porpora avvenuta. Per tali considerazioni mi torna a proposito di puhblirar~ il segot-nte ra~o. dnlla -;torin fedele del quale r~Sulla rftiaramenle che sin, l'elemento etiologtCCI sia ti palogent('O. risie !ono nel si~tem a nen·oso in genere e nei nel'\'i v t~o motort in tspecie. C. L. allievo dal t• l'llr~o ull.t Scuola Militare (189:3-!H), dell'et ·, di anni 19. di costiluzwue lodevole. di re~olnre e vantaggioso sviluppo "dteletriro-muscolare. hen rornito dt capelli e peli neri. di temp~rnmenlO eccitabile c facile alle e.;nltnziooi: non ha sofferto lll:\i ingor~hi ~randulart. ni• 'lualsin!ii indizio di malntlle rliscrasiclte; non ricorda aver ~offerto alcuna malalttn llPII' infanzia: e.-~endo allievo nel t:olle~io militare ài Roma t'bile il morbillo tre anni fa: pns•ia hlenorragie (i o :.;), sortite sempre in f{Uarigione completa, e non mai compltcatc da or1·hite o ct~tite: l'ultuna Il\ renne nello -;corso autunno, cioè circa 6 mesi or sono; t• non ,. andato mai "O:.t!!elto n manife.•Lélzioni sifìlitiche. Ne;;suun malallin infeuiva aeutao cronica recante otl in cor,.o.
•
DILL~
I'ORPOR-1 UO RR.\f.IC.\
11.)7
~ ell'ottoLre ultimo scorso (93), ciocì f! mesi or sono per esaltazione amoro.-;a ingoiò una ventina di grammi di liquore :menicnle del ~'o\\ l er una sera a scopo di suiciùio: èbbe immediawmento dolori aùdominnli e perdeue In eosl'ienza; soccorso sollecitamente, dice esser"i trovato il mattino io bnono stato a non aver risentito io seguito alcuna molestia del tentato avvelenamento, ranlo cbe ha passare l'inverno in ottimo stato di salutu. e senza il più pkcolo disturbo nell'apparecchio digestivo, come nel nervoso e nel crrcolaJorio. t-~ gr·t~n fumatc•re di sigareue, rua u:>n poco il vino ed i IUJUOri spiri tosi. E rledito t:on amore e prolìtto agli eser·cizi ~innastici, non CO$Ì a j1uelli intellettuali. ~ella sua ramiglia non esistono malattie genLUizie sia nei pros~imi nntenatr, sia nei collaterali tanto dal lato palerno rru:JDto dal lato materno, e specialmente in rapporto a diatesi emO t'l'a~ichtl od alterazioni nei vasi sanguigni. l o •1uesta primavera mentre lutto proceàeYa regolarmenra l:iecondo l'nbitunle nella sua e:;istenza, il suo spirito entrò in uno stato di luruamento perchè nella sua famiglia si eta tliscusso poco favllrevolmeote il suo afTello per la signorina sua preùllell:t. E l'~ maggio, ricevendo notizi e callive circa la salute òella medesima, se ne accorò tnnto da. ~eotirsi male; ed il con:~aculivo J.!iorno 9 notò noa mnnifestnzione di porpora alla re~ioue anterrol'll ùel peuo, a ma~d1 ie quasi confluent i della ~randezza da mozzo ad un certtimetro quadrato, di rorma irregolllrmente Iellata. Le mnct!hie, le quali ~hiadi;;co no al4uanr o, ma non. scompariscono , olio In pressione dello dita. occupano uo campo Il (orma pre~so n poco lrian~olare colla base in a]IO a livello delle lerze co~te. e co ll'npi~e nrrotondato discen<lenle s•no
l ;)8
CO\SIIIER;\ZI0\1 CIRCA L.<\ TtfiiU.\
all'rptga.-trio; sono dispo~le qun-.i ,.imm~tricamenle, ed occupano a preft>renza le zone dove pij.!liano inserzione sul torace ltl digi tazioni dei grnndi peuumlt. Rare macchie si notano anche allt• braccia ed amihraccia luogo il loro bordo esterno: il re:;to della superficie .:ntnne<• uvn presema alcuna rnacrhia nt• eruzione di sono. llopo rluo giorni si man :festarono dolori al 1-(lllOCl'hiu ùestro. ron le~giero arrossamento e gonfiezza rilevahili ndla re~10ne -.oprarolul a. l'r·emendu e pit.Zicando la pelle non ,j producl'rnno macclllc emorra~irhr. lntanl(l ne:-~un sintomo di lesiOni " di anormnl~ fooztouc· ne61i organi toracici sia dell'apparecchio re~piraloriu. sitl del circolalorio, e cosi del siste111n articolare c degli alln sistemi 111l apparecd1i or~antci. H e~ptro e pul;;o oor· mali. temperatura, ~,. Yuobi, ah1u 1010 h:Hs:l, e~"eudosi rnantonutn in J>.lrecdtie ossen aztoni eontinuate pr.t· alcuni ;.!iorni tra 3H0 7 e 36° ~.\ppetito e tligcstionr normolisstml Cìn'a al si~tcmn ner· vosu i: da nota ro pet'ò che il :;o~g~tto è più ere11 "ttro ed ecritahile del solito: è preso da uun pt·eoccopallone esageral:l delb su.t ,,.Jute pel solo fallo dte glt ~i usano premure e ri,!nardt. T.'c:;ame dei senst specifh·i ha datu i ,e;wenti ri!!ultati: funztono gustatona nllfUanto Ollu ..a: nlfallo rd udito niente di notovole; circa nlla vista fu notaio iu •t mho gli ot·chi miopia correggibile con lente di una diomiu. c lt>;giera restrizione del campo visivo. l n rapporto alla sensiùilita cutanea non furono rJie\·att• zone iperestesidte. anzi t; sembrata dimmuita la tl••lorab l 1:1. t;inccht• due spilli per c~'ere !'>t'nt'tt come due punte tloluro5e dovevano pungere a dtstanz:t superiore alla nur·mnlt•. Cnl ripo3o a letto e coll'u5o dell'ergotina le macchi~! rima-
DBI.I.A l'OR l'ORA ElfORIIAf.ICA
l :)!}
sero limitate pP.r o.;teosione a [ll'r numero, nnzi j.tli intervalli che le S•'('ara\ ano dir~>oinuw più chiari ;Ulestnnùo il delimitarsi più preci"o di que!Je e forse si~otli cnndo che oltre alle dJiazze PmorrngicJte t'ravi auche 110 certO fOOÙO iperomico. St>Speq a capo di t.lue o Lrt' ~iorni la sommioistrazione tlella ergoLtoa. an·cnne oell.t none una serunda esplosione dt macdtte, e fJtlestn \olta con clolort nr.i muscoli peuorali. Ripresa l'cr~otina, di nuovo :;i verificn l'arresto ed il migliurlllll&nto rome ~opra - e p~:r ben tn• volle Ì' aHeooto lu ~le•so, cioC: cile dopo due •J lrt• J.:Ìo:·ni di uso, qu.mdc veninL sospo,;n l'rt'j.tutino., si vor·i/icava :Hlm~,re duranlu lll notte nu<n· .s n produzione del! n porpora co t tloluri muscolari, e •tniotli nuo' o mJ;.:Ii~of'amenlfJ !li tullo colla ripresa somminj~:rnJ.ionc rli ergtiiÌOtl .tll:t dOSI! ÒÌ UO gralllJO() per g10rn0. ~: uutorole dte tolle le rtprud11zioni sono avvenute sempro l' •olamente alla re!!'ione nnteriore del petto, nel campo $Opr•'· imlrcalO, il i[IHlle appariva all,L lioe Yarioprrllo per i diversi colol'i, clt~ la trasformazione degli elementi del $iltlgUt> portava uelle fasi Jello macchie, ùelle quali apparrl"a TllJ.IIIfe5tn, d1rò cosi, la di ve.-~a eta. \glt arti :.uperiori pili niente; soltunto al ginocchitJ ùe.-trl) llll continualo senz1t interruzione il dolore sebLene in JZrado tollerahrh,;simo. ~~m piit inl~>rrol~o l'uso della. èrgotina. le macchie al petto ~onu .utdate ;eompnre;tdu con le note snccessi ve trnsformatiuni t'romalicho del sangue stra\'asato; e nou se oe sono :n ut•J l inno\'azi•1ni. Però in uua nioroata il 31 ma••nio d't Slhpen,ione dell'ergotina, avendo per Hiun ta l'infermo ese;.;uìtt de;!lt esercizi gioonstici. si ebùo una esplosione di m.wchie un pn' pi!'t io lla~so delle prime, cioi• in rorrisponcleoza rlel qual'to superiore dei relti :uldominttli. Il dolort' al J.:'lllOcchto è andato :iComparentl(l mediauLe l'uso di una ginucrhiern Pla,;tica. "
,
,.,,..
4
l t)()
CO'\SIDKR \ZIONT I.IIIC.\ I.A TE •RI.'
\ .1 notato anche che parecchie volte ono a\'Venute e~pui
ZIOn 1 sno~u igne per emorri'lgie verifì•·atesi io una pi ccola insenatu ra ùella ton..;illa deslra, come ... j r iu~>r.iva a constatare colla 1-;pezionc ùellP fa uc1 Il ~3 i'I!!O'to pns·u> 111 fami;.:lia colla licenza ordinaria. lv1, nvendo rnuo un ba;:no di mare. eiJhe una no,ella m.uufestazJOne eli m:wdJie, le •tnali poi -:rompan·ero colla .;ospenslune de1 ltngni e roll'u;;n della segale C( rnut~. l'iii t~ml i rkominrio i ha~ni marin1. ma que~t~ volla farendo delle .;emphrl immersioni per qnalche mtnuto 'olumto: t' ··o~1 ~~~ ~ioqwano. lnùi ne feN' dei ~olfonHt. tla cui non eiJhe nessun•danno ; anzt con t>ssi le rare macchi~ elle ancora 1li tratto in tratto apparivano, an!1avaoo solleritameaue tt di ~s ipar.;i , n causa pian ibilmenle dell'attivato riassorh•mento ehe IJIII'Ì hagni producev.. no. PinalmenL(I ritornnto alht :-;r·.nola in .;eltemhre. lo si \ede in ollima salute, lln· ndo " roùu-<to. moralmPote calmo e senw. piil quf'llo -.taln •li ot·~asmo nPrvo,;n rh<' nr,rompagnava il periodo ernllt\'u . Come s1 l' visto, in •p•e.-to ca~o. che fu anche os ·erv:tln dai ~·~ nor• profe~.;o ri Tommasoli e (~enerali, mancnoo af· f,tlto lP romuni cause della porpora: assenz,, romplet.\ eli dtc;turlu flell'auparN·rhio •ltge,;ttvo: ne.;.,un'aht'I'1)7.ÌOnP. nf'p· pure tWI gentlrw• tlell'app.•aecrhio >asale. ne<;sn na m.•lattia •lhca·;u;i•'n o da infPzìonP: ne..~suno "POstamento rlall•• vi ta nurmale. non fatiche er.:e,;,;he. non penuria nell'al tnl'ntazwne. 111111 ahilllzioue rnal•ann. non ecc:e:.s1 rh ~ort a al•· una ; mPntrl" prl•\ aie •l temperamento neHopattco dr• l soggeuu e I'ISulta l' esplosione della malattia dopo un.t impreo;s1one moral•' ecce,.,ivamente sentita. Inoltre i> ben notevole l'os-.ervuzione chl) l'n so dell'ergotina dominava co-;i ben~> lt• manifestat.1oni della porpora; ciò mi obùliga a nr·ono.;4'P re giuste le us.;ervazi oni con:;imili dell' lrenorh e
l lì l 1lal R.wPr (J nccoud) e ad a'sociarmi all'a' ri;;o loro. che r.ioc il ratto l'.lppre~en terehhe un appo;;r;in «iell.l dipendenza tlelht porpura dalla runzione dei nervi \3'0lnOlnri. fnfalli la St!jlalt• cornuta ed il suo lil'rinuo. l'ergotina, fu un tempo :1111me~:-n ( l ) che a)!issero stimolando il .;impatico; ma sehiJene. come dice il Bmz 1terapia clinica). •1uesta ipotesi sia stata contnult'lla dagli e~perimenli. purn rimane sempre rerta l'azicne iperdnt!tica di t-"si meclicrnali sulle lì hre m11~colnl'i li cie •lelle pnrr-ti va,ali. \ ~udato per me che i Ot!l'n \-asomolol i r 1ppresentauo nn elemento neces;;ariO P. talvol t,l audw l'sdusr \'o nella patogene-i tlelh porpora emorrn~ka. rbtt>rehhe n rispondt>rè a • 1ur~ti tluc quesiti: da quali a~euti souo messi iu giunco 1 rlt~lli nerv i; e qunli centri di e~-.i \'engono eccitali o tleprP~~i. e se t~nn stimolazione diretta o 1·illessa \ l prin~tl que:<ILO t·t•pontlerel t:o,i: nella p01 porn di ori· gine eli~ ·rasica od iufelliYa sarebl1t•ro le tossi ne cm;olnnli n"l SIIIIJllle che a"irebhero ~ui \nsomoL•m: e net c·n.,.i rornc c1 u"Il n d:1 mc riferito. d 'origine nen·o,a. l'azione tlei ne n i s.trt•hl•e idioptlica. C11·cn al ~econtlo risponderei che per ben int~nclere la funna, •• le limitate dimensioni cieli~ macchie emorra~idt& c 1 :~ loru ahitunle di;;trihuz1one. lti,;ognereblte ritener·!.\ 1'110 i ~· en t ri principalmente colpili foss~ro i ••an!dii lo• ali tdio,,,.~,: •lnri e l i re.!ionnli per stimol:11.ione sin tlirelln (piir ordinartnllll'fllt?), ~ia rilles;;a, come forse è lecito ammelll'fll in mn ima nei r.nsi .r ori.! i ne puramente nenopati c~. l) e.\l<TA:O.I.- Vnliria mt,Jira' ltraptutira ,
li
DEL MORBILLO NiLL' KSd:CITO Il \l.! ASO f. ~HLA DIVISIOX~ ~ILIT\RK DI lORh t ='otll 'latblid1o c•l ephlem•ologiche
del t~ncnw medlru tlottor Gi•n·~tnni o .. tino. aololell.o .tll~ <lirezmne di 5~nit.• militare o.tel J corpo d ·arm~l·•
Al l'isv~~lio igieuico. mnnifestulosi sull'e$Cmpio dd!' lnghiiLerra in quesL'ultima rnetit del secolo presso· ltllle l!:' nazioni eur·o1Jee, è s nsse~nita nnn graduale e progressiva tliminuzione dcllil mortnlità gPnerale, alla qual~ diminuzione ha largamente pat'lf'cipnlo anrlte l'esercito italiano. come gli ec!!el lenli lnvori!l el\laeslrelli( l ).delloSforz:-~.(z, e le slnlistiche pubblit'nte dal nostro ispellornto ùi fianìlit militare 1.1loquentemente dimostrano. E pe:· non fel'marmi che alle malattie inreuive, osserverò che i morti per 'aiuolo nel nostro eserctlo non sono piu che trislt ricor.li, la sco.rlatlina non ha mai Ggmalo, come nell'eset·t:ito
lll ~h !'<TI\f!l.t.l. -
toll<lcltrn~iolu ~~li( cau•t dtlll! ptrdite Jltr mal•tlllt
dull'ttr.rr 111 '''llianu. Wtor<~ult mtllieo cl~t R. e~ercito, J877J. MAI!~TOILI,I. Otlla m/IIH'a:•one d.tl torna uegli itcrìtli. (Ginrl&dlf mtdifq del R. C3t1'Cìto, !88!). MAKSTI\1!1.1.1 /l tlliiU0/1.) e l~ IIOCCIIl4 ZÌCllll ueU'C$trtiiO. (GiOI'IIrlle m~ tltco del H. fW'oiln , 1891). (j ) t!POR7.A. - S11ll~ )!Iii (l·erftltllll ed intportanti mr~lotlie d.'ilì{t.zìollt OHI'l'· vule nel /1. esercito H<~lllllJO <luranle 11 tler.wnio 1878-1887. {Rivi&l<l d.'igiwc
e 31utllll p ubblica, 1800).
D!J, JIORBIUO '"ELL'!!iiRt:llO 11.\LIA'ìO , ECC. , ECC.
Ili:l
rrance.;c, tra le princip di cause Ji morte: dellt rneuin,:ite eereltro~pin:tle epidemic.1, sCin parecchi i medici militari ;:he nnn conoscono il t(U 1dro clinico che per quanto ne rifet j,r.unn i lrattati: il tifo e"antr>rnatico e uoa raritrt. l.asciarulo a parte la tubercolosi e l'tleoufo. p111 t'~:.i in l~fUtiet·a diminuzione. resta il morl111lo. Se rwi esnmsni.lmo. in cliagr.unrna, la morl:Jiitit per que:.ta malnlll!l per un lun_llo volgen• d';~nni, cioi• •In! l Xi9 nd O.;!~i. vl'lliamo coruti e..;,;o ruppr6enti Ul\.1 curva altba,tanta co~lanl~. •·on un'ciP.\ n1.iono hru,l·a e rileuuiiP corrt,pondl'nle nl hiPnn iu IS~:! - 1 HS3, alla quale tieo dietro 11111 diminuzione J!ra· cl unte, "ulo interrotta da 11111. leggiern (liCe~a nel l HU l per (., chi lfll:tla di due classi di len1. Ili t[Ut•-sta graduale e progt·essi \'a diminuzione di mot·talitit l"'r morbillo ne va ror~fl dnlu merito alle soven• uli•ut·t· il{tenidte profilalllc-he atlotlale 111 quest'ultimo ~co r t'in •li ~ ···nlu, o llt>~"a non ,-. drc ii ri .nhnlu d'una nllt•nuu7.tone nnturale. per at!atLnrnPnlo. aù nn'inf~zwn~ ori:.:ina· n •mente più ;.:rnve e piu ùiiTu.;;a~ La ri,posta è irt.t •li diflìrulto; troppi cot>flir.ieuti :\OliO in gcuoco, ed illw.,tlwc t•ryu l'roplr'l' llfll'. il qu:1le ha dato luo;.;o n tante erronee llll••rpn ta1.ioui in meJ iciua l'Ù tn igiene, mi l't aiT:wria tr"l'l'" illogico pcrcli~ mi creda autorizzato n tr·nrne. per il morl.illu :-'intendi!. tale detlu!.ione. Il pre-ente l \\'oru, p.-1 cJuale devo l'rspiraztotte e multi I l '$(Ì cvn'i;.!li al rll'onnelln tno>dtco ùou. Ubaudt, non ha l.t prete ·.• •li ri$olvere .;j arduo fJilt'Situ, ~olo suo ~curm e~,cn lu ttuell" di :.ludi.tre l'eroluzione epiÙI!Illtca del worhillo rt.-1 pr6id1o milttare di l'urino. ed i suoi focvlai cl'o· rii!tll~. (l"'r cl~durne alcuni plinripit tli prolìl<h5Ì .
16i
DEl. XORBILLO "\P.LL' ES•:RCITO IllLlA~O
•
* • EJ nn7.ilullu :~pro una parunte:it per riballet·o un en·ure, tra i nostri colleghi rtvili. Il Liri ( l ) m un :w··uralo In voro ~ ul morlullu nell' E'et CliO. pubblicato nel I X~~. a5st-rtm che l'e:<erctto itali;IOn po,setleva il liÌ,Ie privilegio della gr•1nde morho:;itit pl r moriJJIIo. Questa proposizione, vera nel 1 8H~. non I'Orrispoucla pi lt oli a reallit io qneiti ultimi antll, net I(Uali l'esercito france~e ce ne tolse il prtmato, come rtsnltn cJnl seguente quadro. difTu ~o anche
'Jforbosliri pt r morbillo pt•r mille d1 J or:a media aununle ne!tf' PSf!rc ìti Jrance:~e ed italiano. ~l orhomA per mlll•• cii rurtL mecfin ounuak
Morholllll JH'r mllhl dt rorzn rc.P•1fn nnnual11
\n no
esercito Italiano
e: errHo rra11c••se
ISì!.J
li,!l l
3,1
18:-<~
6,~3
7,2
l'-'~0
11 ,H!i
5,:1
IHHii
~.u
(),5
1881
10,Hl
3,!1
J8x7
8,50
10,7
J'\88
7,00
15,1
18~9
6,55
~.n
181)0
3,02
JO,Ii
188:!
l ;1,1:l
i,5
1:sa
!1,21
5
1881-
1,7i
G.,
·-
111 Ltn_ - Dtl mo1rbillo ntll'tltrC&IO t.J 111 7"lrlirotare eli Ull'tpl,f·mia dominuta ud prr~HtiO di Ffre11;;e 11el tS80. IGt•Jrllalr d• mtdltiiUI mllllart,ll•'n-
naio c tnlJbrnlo, l liBi J
l ~&tU Dln~JOSI lllLlf."ll 01 TORI:'\0
165
Sarellhe ctue:;tn un'accusa nll'i~iene militare franrese-l l.a valcntta dei no~tri coiiPghi militari d'ollr',\lpe i.• tropr~o nota, pet·chè n noi ne possa veoiro solo il sospeuo.
•
•• EJ ora ven~o all'argomento e presento t dingr:nnmi della mortalitlt pe1· mort)lllo tlell'esercilo italiann e eli alt'UOP divir\hHii militari del rt>gno. Il fallo che prtmo ci colptsce si è che qua~i lulli i òia).tr:lmmi pre ·ntano dopo r elevazione, in tutti co ..t:mte. llel biennio l M~~- l X 1. ona tli ..resa graduale: solo quelli di alcune dirisiont dell nlta Italia ·ono più comple~,i. con a.;ee~e ~pirrniB o hru~che, v:maluli per le v:~rie di1 is1oni nei diversi :lll lll. Si ript·ll> cJui b notn lep~e epidemiologica, lununosamente dimo ..trata da Panum nel suo magistrale Ja,oro :;ulla epidemia morltillo'a delle i:.ore Furoer. elle CJneste si manifestano tanto piit t{rnVi quantO più lungo e il tempo tra:;corso dall'ultima epidemia. E l'ese,·cito, il quale, per l'annuale l'Ìnnovnmenlo di parte del ~no contin ).(cnto. por-rebbe tlo,·ersi ,ourarrc a deua te,:ge, ne viene invece n conrerma. E tlifaui, p:trnllehmPnte a quanto nota ~l anaUtl (l) per l'esflrl'Ìlll rl.tllre~e. d tlle !>lallstiche sanitarie annuali del nostro ispdloruto di sanitil militnr·e rilevasi come, dopo O\'er· invase tutte le diyisioni della pen1solu nel biennio 1 88~- 1 883, il morltillo althi.t iofierilo nel 1RIH ad Alessnndr·1a e P~:t cenza, nel l , 3 a Cuneo. ~ovara. Torino, nel l RH6 abbia
l GG
OR I. \IORBILLO 'iELr:~s&ncrro 1T .\L1A~O
col[lito Per·ugia. e Salerno. mentre le divisioni dr Cuneo, ~o,·nr·a e 'l'orino, colpite l'anno nntecedente, o restano immuni ., pre!iontano una cHra inl>ignificaote di mortalit1t . •~ell'aono 1887 son invase \'erona e )J ilano, poco colpite nel l 86. Pen17ia n'i• risparmiata: nel 1888 pagano lurgo trihuto nlla malalli:t .\ le.;sandria. Torino, Brescia che nel l ~K!l o stuggono all'epi,lemlil (Brescia) o se ne mostrano le~~er·menle infette. ~el 1890 ci fu so~ta per tulLP le di· ùivi,ìoni: nE'l lklll invera, colla drinm1ta dr due clas,.i di lern fu costante nn'ele\.•zrone della mor·talita pi1i spiccnra per \ erona, ~ovarn, Torino; Tori nn è an,·ora prediletta nel 18tl2. In qne:~tn l11ngrt Sl'rie d'anni la divisione ùi Torino i.· quella in cui ha , pi'Opor?.ioualmeute. mi f'tu to ma;.rgior nu mer·o tli vìllimt~ il morbillo. E.;istouo for~e per cssn. speciali cause morhoite? Le poco igieniche condizioni tlei nostri f!tl(ll'lieri e l'ngglomcramento, t•he pnr sono tanta parte nella e1.iologia tlelle maJ.,llie infeuive, non entt·ano in uno slurlio. come il presente, compar·:nivo, parche comuni anclte alle raserme di nllrt presuJri, quinrli non mi intratterrò su tali momeuli eliologrcì. :.ulo o~;;cn amlu come certe epidemie si siano maggior·mentu dilfu:>e nei qunl'lieri che offrivano le migliori condiziOnt Ili snlultritit. antiché nelle vecchie case! me as · solutameote condannahilr dal b to Ìl!ienico. ~ el 1888 il 62° fanteria, che occnpnva Il rruarttere ~. Daniele, prototipo delle caser·mo logoro alla Yaubnn. presentò un numero di casi inferiore al 71° fantena. allogl{ia Lo al quartiere Pietr·c1 ) lrcca, eli recente co~t rnllo, e con buoni criler·i igieniri. Jùentìr.o fatto ho. rilevato :1 Lomoi ne nell'epidemia di meningi to cereln·ospinnle del 18 6 n Ver~ailles. ~ e ppure crodo rli soiTer·m.~rmi sulla maggiore moruosità
l S&LLA DlH~!O\K !III.ITARB 111 l'liRINO
167
da mOJ·ltilln, dovuta a mag;:iure facilit:t dt coutat:•· por piu intimi rappmti sol·iali, n"lle ~randi rilla e nei grantli pr e· ~i d ii milital'i. Torino i.• l'una e l'altro.
Ci ii igieni,Li milit:u·i hanno sempre data molla tmportanza nlla ctimatoln~ia nello s' tlnppo licl morlti!lo, u 1101 lUllt. niJ'uclia· parlarP tli qul'.;ta tualallia , ricorriamo tu.,lo col pen:;iero a reclute sl~.~le ... tt ate •l ~ i !t'pori del rnell.0}1iorno alle d me ne\'o.;P. ù~lle nostre Alpi. t:olle attuali •·u:,:nit.ioni tli p.tto~cnh :;arr.ltbe as .. ur1leo s(l~hmere chP. le ··ondiziuni r.limatologidH~ ,..j;uw lullu nellt geue~i tll'JI'epi•h'mi.t, e":-endo P•~ r llfJI~;;l'l in.Ji:,pen~alt ! le la pre..enza òel g9rme paln~c>no specifku. nu1 nnche dell'in n u~nf.:l che le temperalun· basse eri muide po-.~nuo awrt> .-ull'nllP.t'tOro dUl'u·dunr. òel morhu :;i ù molln l'sagcrata J'important.a. E, 1lif.tUi, non ...empre J,. cillit JlÌit frndtlf• (\ti nm itle ...on ltl prrtlilelle dal tnot•billu; t•iporto cl alla El.tlistir,a cltll Huorinelli ( l ) . .\l,;rtnlitli da mCJrbillu J•t•r mifle a/n'tanti
nel det:l'11nio 1882-189/. }loriJhl P"r mlll~
Ci tu
l ·~l crtahla ftcr nulle
Pnlcrmo.
0,90
Tc.rino.
o,:, t
Homa .
O,t;~,
v ····zia
IJ,;,:t
~BJUlli.
Q,' H
Genova
0,:11
0,5.1
Bologna
ll,t'l
M1lann
.,
Il) IlosttlfP.I.I.t. 1'1111110 1119.1.
Rtla:;(tmt scii/n ~lal11 l llllllol'io tltl Clllllltlle eh F•rtw;t ptr
l IJ8
UIL MORBli.I.O N!I.I;ESKRCUO l TALlA 'O
E neppure soo 'empre le ~lagiooa pitt fredde ed umide le prt•dilelte dal morbillu. St'c•mdo Foer·ter, a Ore~da, so l\. epidem1e eli morbillo 1nfanttle, otto s1 sono ioiLi.•te in estnto. da giugno a settembre; a L·mdm è io autunno che si st·no p1ù spesso osservati dece si di morbillosi, a .\1 onneo essi ~a rehbcro egualmente f1·equenti in autunno ed m inverno. Nel· l'anno 1889 nella ci!ltL di Torino si ehbe la mag~iore morta litit nei tre me~i piu caldi. g1ugoo luglio etl agosto. e nel 189:~ nei mesi tll maggio, ~iu::no e luglio. Quello rhe non si pnò tutta,ia nc·~:tre si c che la mortalità proporzioo:1le sia ma,t,.:iore ne1 clami freddi rd umiòi che nei cl1mi p111 tt'mperati. :\ello stu1lio !ltati"tico dello Sforza (1) la di\isioue di Torino figura in decima linea per morhositi•, mentre rappresenta il ten~o per mortali là, (per mille di l'urza media annuale). Jt: n'è O\'\ irt In ra,\{iune: il morbillu nun è gra,•o ;;e non per le sue rompltcar.10ni, dicono da tempo i clin1ci, e st cnpi,ce m cou~egueoza che l!olle temperature iemali delle noilre prealpi siano più facili ad tnsor~ere e piti d1flìc•li a rt~ot ver:;i le fretjU60l1 complicazioni IJrODCOpolmonari, f.IUOR teneno per le infezioni secon,Jal'ic della malattia. lo t•onclusione. se nei prPsidii militari il morbillo si inizin e si diffonde solo nell'uwerno. ciò t\ dovuto in gran parte al fallo che un gran numero di receuivi alla malattia, debilitati per le !'oiTert'nze del noviziato miliiarc. dalla vita hllera dei campi portaLi ;tll'n.ria conti oala dci quartieri, sollopo,ti ad un hrusco acclimatamento 6sico e morale, offrono facile pre,..a a1 germi morbi~eru . ed •>hhligaLi a continui ed intrm1 rappor11 per servizio, eù alla for-.
(i) Sl'onu. -
1,. e.
B NJ!I.tA OlVfSIONB MILITARE DI TORINO
169
zata permanenza nnehe durnnte il j!iorno, per i rigori della sta~io n e. nelle camerate, ne facilitano In difTn~ione . Betl maggiore imporLam.a hanno sulln genesi e diiTusione del morbillo i di-.tretti ùi reclutamento dei corpi, specialmente della fanteria, la quule, se è con iderata la regina della hallnghe, è pnra mnJnnguroLnmente la regina del morhillo. ~1i riserbo d1 studiare più sotto l'importazione del morbillo dai di,trelli di provenienza delle recluLe~ per· ora noto come nel qnauordicennio 1879 · 1892 siano morti pe1· morl111lo 15 t 9 milltari tll truppa ripartiti per lno;!.hi rli nnscita (Dh·isioni militari) . in ordine decrescente come nello specch io seguente. l nnti\'t delle pro\',ooie meridionali e gli isolani furono i pe~){io tr:Htnti dall'Infezione morllil111Sa, se si ecceLtnaM 'J'lelli delle ma~giori città, i r1nali o percllè in ma~gio•· numero ra··cinali per nttacehi precedenti o per maggiore ndat· lamento ari ambi.-nli con!ìnati ed infeui, ossia perchè meno risenlnno Il\ nostalgia causa eli deperimento fisi co, sfuggono meglio degli altri al morbillo. LUOj;!O dlDASCil3
Numero
Il
Luogo di n:ueltll
Numero
(lltYi.•l<>nl mUita.ri)
dei morti ~
(Oivl5lonl mtl11.3ri)
dtl morti
l' Catanza1·o Chieti .
Bari Messina : P erugia . Sarde~na.
Ancona
Fire nz~
Salerno Palermo :
Napoh .
Roma.
158 148
uo
129 123
120
10'.. Sfl
78 52
49 47
Padova
·H 40
Genova Livot·no Verona Milano Cuneo. P1acenza. . Bre!lcia . . 1 Alf>$tl.&ndria. Novara . . . . 1 Torino e Ravenna
36 33 23 1.7
Bologna
17 l (l 15 12 H 10
l 'iO
DRI »0RHII.t0 \CSLI '&SEilCITO ITAUA '\0
Ora nei distreui dt redntamento etei nostri reggimenti di fanteria e di cavalleria figu1·ano in larga misu1·a quelli delle divisioni che sono in capo alla lista "uddeua: Ca· Lanzuro, Chieti, Dari. Per·ogin , Sardegna, Ancona, Firen1.e. Son !e reclute ùi questi ùJstreui che ogni anno, all'arrivo ai cor·pi, cnt·ann a frotte nell'ospedale. L11 loro costituzione li.;tca , ot'iJ!iuariamente viò più debole (l) 3'infrange cnnlrn le iuUuenze morbo~e. da tne sopra accennate, Pd tn es:;e t'I'Sesi più potenti per le maJ.tCIOI'i differenze di dima, di alliLudioi, di villo, di vestito.
Le reclute dt~llc provincie meridionali non l\olo pagano il piti gra,·o~n Lrihuto alla mortalità per mot·billo ma :<olle des~e elle il piu spess(l l'importano dai loro pnesi o distJ'elli di redulamrnto alle oosu·r raserrue. È qu:tnlo andrò dimostraodo nelle seguenti considerazioni sulle ullime epidemte svoltesi in questo ~:orpo cl' Armata. l o Il :n novembre 188U ù ricoyerato nello spedale mtlilare eli ~ovara il primo rnorhilloso; et-l una recluta del 1:1• fanteria. giunta il giorno prima tlal distr·euo tli Frosinone. ~ei tlue g10roi succes~ivi sono colpite altre due reclute, nna del n•, l'altra del7i-" regginwoto fanteria. pure del cltslretto di Frosinone; il !JII:li'LO morùillt•~o enlt·ò all'ospetiale il ti (licemhrs ed ern del distrello di Belluno. ~· "ei primi mesi del l 887 il presidio di Torino non aveva avuto elle ;;ei casi :;poradici di morbillo; una
<l"'
Cl) Lll'l, -L. c. e Saggio ri&ullrAtl antropomctraci ollr1auli collo &pOtJlia clet (op/1 limitari t.lrlle ciani 1859-tSG.1.
t: l'i EU.\ IHVI:-;IO'ilt \lll,ITARE Ili lUII['\0
l '; l
gu or!li:t 1ii 1'. !"\ , tlue rùclu le tlel 3' alp1ni, entrati nll'o· speùnle ri,peltiY.unente il 5 c ~3 grnnaio. due reclute deiJ'artigl ioria da lllt•nlagua. ri~pellnr~mente entrati all'u,petl.lle il 1° w•n nnio t• l il ~i fellt.r.tio, ed una reduta del ;) ti• f.1ntt•ri a clH' ~ontr.IS~t! l'infezione meutro era gHt de;en!c nll'lhpe in le. - Il l~ marzo rl.\ Pale11110. on! in fieri m il mt~rbillu. !{lllll~e u Torin o 11 G" ll t!rsn~l ieri. tlopo av.-r l.t,ci,tln Jl"l' \ "'i.:'o dut• reclutP ;a[ellt ,Ja lllOJ'· lullo; il 1!1 rn m:u ~onn inYiatl ntrn~pt·tale tiU ~:oscrilli nH•rl~tllno;i da detto re~:;imentfJ: il !!ti un ll'l 1.11. il 2i nhri due, '! :?l'i altri ~elle. Si Il· ·o··• o priw .. morui'lo,o, al d1 ln ort dal u• bt•r·saglit•t·i, il :lo mnt·w in unn rc·lul.l rle! :;·;• lliiiCiÌa. :1• Il rtl .:J.lituenlo tf',trtiglil' I'Ìn tla moni.IJ.:O a t•ic.t!Yn il ~! l 110\l'lllltre IX~i le re ·lrJI~' tlt>l ùi,tretto tli firenze, il :iO no\ ,•tu hre i· colp' l,t 4ln morltillo una t i!ciUia del Lli~lrPilo rlt Pirentc. Il t• dicemJ,r·e ~i pre,P.ntn un'altro ca ..o uel ;;• arliitli•·ria, in uua recluta .nnnlJ dut• J;rmni inn.1111.i clnl lli-;trt'lto ùi l•'u~~ia . l) ui vi 'ono rlne focolai, dai 'lual i l'epi ltlrnra ,j 1lill'onlle: l' 8 Jicemhre eutm all'o· spedull' Ulltl I'PCiul:t fieli' ,;• ller--agltert. tli:;trello tli Chil'li. il 111 11111 rPc;luta tlel distretto tlt ~ :1poli eflettrvo al di~~r~tto Iii Turinu, ''l una redula tl~l :;oo funl fC'rin, dislt'f'llo di l.alalllfll'•l ' " fU I'O UO ÌO 't'l'lUilO COJf'tlP Un (tO' pÌll. Ull pu' 1111'11''· l•• tedult> Lielo(lt r~lln tli~tl'ntli e corpi. ~· .;\ ell' tn\ errlh l XS"'-1 N8!} l pl'iuto ruorltillo.,,~ Pntrato nll u-ped.tlo lllilrt.lrt! di l"unno fu l.a red uta F. (; elìualtlo rld u~· ri1VgÌIJII'Ifl() rlnt~>ria, tÌislrPito di On·it'IO, !;liHila al •'urp•l rl ~~ n"Yem!•re IS'i~; entrò nll'o,ped.dl:' il l:j no· Vtnnhrr•. Il ~U novembre ~ono rit·overati all'o,petlale a!Lr·e IJ'Ia!trQ r.~~fute, clne t}el ~~~· e due del li J• reg.mnenln f.tntNi 1. drsfrelln di Ternmo: giun te al c·orpo il .H no-
,· -~ '-
DEl. ~OJIOILLO :'\1::1.1 KSKR!'ITO
ITALH~O
çembre. indi il l" dicembre una reclul<l del di~tretlo Il i Potenza, giunta al corpo 11 20 110\'embre; questi i primi casi. i)" Aoche nell 'inverno 1HR9-1890 so n le recluto ùel distrello di Orvieto e Teramo le nppol"tatrici dell'inft>zione ; al ~ dicembre entra all'ospednle di Torino una recluta del 62" f:~nteria, ùisttrello ùt Or,•ieto. il 4 dicembre una rerlnta del 61" fanteria, distretto tli Teramo, d IO dicembre una t•ecluLa rlel 2' genio, distretto di Teramo, il 13 dicembre due t'Acinte del Gz" fanteria. una del dr,trello di t:alantn. ed una tlel distretto di Potenza. Le reclute dei distreltt dr Orvit-to t> Teramo prime colpite giun . ero al corpo il ~3 no vem ltr~. 6" Ecco i prrmi casi tlell'eptllcmia 1891 189l :
l
<:OOXOII&
e xo•&
Oli L•< Dt'll'O,JIO<Iale
B. ~alale . Cavali. PiPlll
Reale (t)
2 B. An selmo
T. Michele . 71'
5 R. Enrico
o
Pca·ugia. 12 dic. 189111i dic. 18U1
28"regg.arl.[neCala~gio ll b.
:l R. Di'>doro . !h• i
d'rnlralll
nej!'glmento
71<>
6 T. Vince112o q2•
[16
•
12
L6
•
• 'R e~~io ll
:!:l
.
J)
>l
•
2:1
»
"
:!!l
•
o
fani. IOrvie lo
•
Cala .
. "
Reg~-tt n l t
Cala b. Orvielo . L2
i" :'\el 1893 si erano 'crrlicati dne casi sporadici di moruillo, uno nel dislreuo militare di Torino il 6 marzo, ed uno del r·eggimenLo nr·tiglierin da montagnn il l ;; feh-
p; :SILI.A Ili\ ISIU\E '1 11.11 \lt& DJ TOIII'O
Ji:l
hr·1• io. Il ~ l marzo. cioe'- il giorno dopo il loro arrivo al rnrpo. ricoverano all'o::opodal • rnllitare cii Torino una rcc:lnt.l ùel (ìl" lunteria distretto di Potenzn: ed una recluta del 7 ~· dt.! l di.;tretto di Teramo ; il ~:! marzo altre qoauro del 1li,trotto ùt Putenza: il :2i due del dil)treuo di Teramo; il :H una r.•clnlt ciel tli'itretto clc "\npol i. W l nli nt• n ~ll'ann o corrente. c~c;endo stata chiamata in .tnlrcrptliooe l t ca v li Idria. fu una redntn del reggìm··nt" l'icmonte H •a:e ('?") la primn r.olpila: era del distreuo lit S p··l~to e1l ~ntmm :tiJ'o:;p13i•le militare dr Torino Il :!7 gennaio, no\'ù giorni dnpo rl »UO .crr·vo al corpo. ().tll'nçcur.ctll di-..lllllD:\ deJI'evolnliOIIC PprJemica del morlulln nulle 11110 epidemie suarcennnle cunchiuJo: t • Cl 11• il morhillo eli ma ..sirn t eroulpe nel pre:>i11in milit.tr1• eli 'l'orino nei primi giorni dopo l'arrivo delle J'edula: il lllll''iruo inten allo lr.t ti ~iorno d'arri\'O delle r·clnttl o la t! 11u fl•ntr•\11 all'ospc!lnlt• fu ùi nove gio1 ni n<>l t'òtTI?nl., illllln. ~· t:l1e tra il primo otl i primi ta,i , focola d'on~rine dell epilit!IIIÌ.I, e.t 1 casi 'Il ·ce,,j, i mterct!de l'esalto perio.lu tl'incnll.ll.lunc. il «(tanle i· tlr 9- t :? ginrr11 "e la reclnh contal!iala apparti~ue a l un d1s1reL:o <Ji,·erso elle oou !1 coulagi 1111~ e puil ridursi a 7-!l se appartrene allo :;le:-so di,;lrcttn. Il t•he di leggit>r·i s1 comprende quanllo si pensi tlu: in recl ute dello sle,,;o Òhlrello d conla;,po può avvt!rar,j 111'1 periorlo preeruLtiYo, per lo p'it due giorn1 innanzi lalom lro. t• pers'11o tJuallro (B<mfl.
~
.
~~ opruione pur troppo sparsa
lm i colleghi civili e militari l'hO le O!)Ìdemi o di lllOI'bi iJ O nei presidii militari siano
17 f.
DEl. l i OitBILLO \ Et.L.BS&ItCI TO ITALI.u'W
spesso dovute « ad ereditit degli anni decorsi. cioè sinno • « ortginaLe ù:u germt coost>rvaltsi sia nelle caserme, :>n " nelle ahitazioni civili a quelle limitt·ore. La venuta della ~ nuova clao;se ~otto le :11·mi v'inlluirehiJe oggrav:mdu le ~ condizioni sravurevoli tiell"ngglomrl'amenlo nelle caserme ~ t!d apportando un ma2gior numero d'inùivi1lui piit , ,,_ « scettihi li rl 'es!; ere atlrtccaLi per qucll'i usieme di -;oll"ereuzo « proprie del noviziato della ritn militare :. ( l ). L' osservazione dell' ìntzw dellt> otto epidemie soprart feritP è una ù11nostrazione inù1scutihile clte tale ipotesi nun è accellaltile. l peùiatl'i ver allnt pnrte hanno iu CJttesli ultilni aoni villoriosamente comballuta la teoria della jJersistenza dei germi morbtllo:.i nei lo~ali e ne)'{fi o~getti letterec.lli, ed il contagio per essi . St>ve.;tre a mmelle elle a l di fnori dell'oq~anismo il gèrme HHTt·hilloso non possa sopravvr\'ere oltre le dne o tre ore. graocher concede Jue u tre gtor·ni. Bunl sollthcrive all'o.~piuione ùt Se\·estr·e, ma senzn vo ler precisare questo !Jssn di tempo, ritiene che la vita del germe morllillogeno c piu corta di quella c!Je osigerebbct·o i preparnlili dt una disrnfezione qualunt]IH~, pet· dedurne che nella pratica questa clisinfe.t.iono è complctamente inutile e cho per il caso particolare del morlullo, s'intende, una semplice espol>iztone all'aria dei loenl i e •legli aggalli ha ·ta ai bi~o~mi della prolil.tssi. :'i.ò queste vedLLle di Bard sono prettamente teoriche; essa sono b:~sate sulle osservazioni di un\'piùemia da lui minut;lmente de·criLLa (~). nella quale . malgrado non siast ( Il !li VOGliE. -lltlazwne mli·I}Jtlt"IO dtUe tua/a!tle ira(ellìve ~d 111 parlicolar• dtl morb!Uo ptr 1 lllfti di (rbbruio, mar~o, llPrllt, mag!)i(l, t88t. tr.torrlDit d 1
rlltflldlla mi1ilr1rt, D!Jrile, 1~•. li) OARo. - Colllrlbt~llo" 111"é!ml1. Ile l ' rpide,luotogie tle In IIJU(leole. {R(IJIAI! d'llygihle et d6 VIJlics tmtita{t•e, t8nt , pag. 393).
K IUI.I,,, 01\'ISIO~I ,.lLIT \R & 01 TORl~O
l Ì :j
ricorso alla di~iufezione ni• aù altre prccnuzioni particolari per gli oggetti r.he an>ntno servito :~gli nmmal.tti. tuttavia, dnrnnte i sei nHlsi che ha tlurato l'epulem·a, non si ,·~>ri· tìcl1 un r.aso, la cui origine potesse os:~e t•e r·if~:rita ad un momento nel 'Jttnle e~i,..te~st' nl'lle ~nle del reparto mor· IIIJio,j •J•Htlche ~!•.!.!t'Il" in poknzral it.'t di couta;.:io. Ilo ~o:iit notato piit sopm il modo ll'iusorg!\m clelle epì· di'mi.. mor!JillosA nelle c·ast>rJUe l' conw tm il primo od i primi ca~i e l i uccessiri trascorra 11 periodo •l'incubaziont:l, egno certo che i ~ucce,.sivi ono t onta~i:tti dai pri111i c:a~i e nou 1la ~er mi anni•1ltti flPIIt• ca..;erme. Sarehhe intt>lt•ssante il 1k er•·ara In liliaz10ne dì t'ella di tutti i ra"i nnerahsi io una d. 111 ~a~erm.t io unn •lat.1 rpidemia, c non duhito JlUIIto elle le condtbJoni l'arehht!ro iden tiche alln snpl'iiCCC!Illlhte: ma nun avendo me1.zi per farlo, mi limitn ntl •1"-~i"l'\ are coro ~ l'.llht•ro .!l'll ealn,.:lco di't clr ver~i ,•asi in cert1 ipmrllt ri ;.i presenti talora !-<'tn plicissirno ed in muelu chP i cinqu~> o sei malati di rnoròillo succedentisi in 11n datu reparto di truppa sono ricoYt~rat i all'o'Pf:dal • a•l Ollu· t!Nlici ,!iorni di di'lanzn l 'u na dall'altrn. ~"IJ',n,·erno ~~~ ì- l ~~s nt-1 f()• rcr:J.rimeolo artiglieria si '~>nlh~a no sella cas1 di morbi llo nIle seguenti date: l rerl11ta Il J(ennaìo; !i reclute ~~ l,!ennaio. l recluta ~:1 S,:l:'nnaio; l recluta il l febbraio , un 'altra recluta il ~ fet.ltraio. ~ell tt 'Lt>,;sa epitlemia nell'artiglierm da montal.!tl'l otto una recluta il 30 no, emllre, uua recluta il O dic•emhre. una recluta il ~O diceml"·e. due rerlute il ~z dicemhre. un'anziano il 3 1 rlicemhro ed rnfinn. ('aso stuernto. un'anziano il :l ft>lJilraio 188X. f)o i il pmodo d'ioe•uhalionc si proluo,..:a oltre }!li Il l!iorni ammessi lìn da pl'lncipio di qu esta memnt•ia , mn CJSI:
176
0&1. MORBILLO NFLJ; ESER CI TO ITALIANO
m'aiTJ'ello a dire cùe l' epidemie del ·16" tu·Li~dìer ia e montagna furono molto ben1~ne, e pare dimo,tr~ato elle in lJUesti ca.;i il periodo d'incubazione si prolunghi (Dar1l). Potrei citare molti altri rasi analoghi che per Llrt!\'ità tarcto. <ili epidemiolo~i militu ri france~i, o cito fra e:;s1 Czernicki Soudour, \ alli o. Mnrvaud, non si nanno per· vinti, e ~o~tt>n:;!Ono che « un ,!ran numero dt o""enazioni « fati~ nell' e~eri'Ìlo fornÌ~COIIO C:it'IOpi, i quali ÙrOlOStrnOII c 10 modo intliscutihlle la persi:;tenz•t der l{ermt mor., hiiJo,i nei localt occupatt da!.(ll ammalali ,, ( l). Ind.1· pando nella lt•lleratura medieo·militarc f1·ancese m'è riu:.cito tli scovnro due ùi queste pro~e intllscuttbili, cht• sotto le :::ohte portaLe in campo d i so~teniLon dcll'iofe· ziune pe1· le ca~ermr; ~Oll() lt' epi,lemie tle!'>crille d:t 1:zernicki (2) u da Soudour (3). C1.0rnkki os~erva due ra~i di morlHIIo nella sLe-sa calnt't'al:l. nella quale si era manifest.ttn la malattia alcuni mesi prima. 11 l n'induesta rigoros.1 c1 apprese che nes:;uno dei « no~tri uorn in1 era stato i n com un irazinne, ti n \'icino o « ùn lontano l'O n persona col pitn tla mori• ilio; uoi do' ett vamo conchuuJerne int·ontestabilmente che i germt dell t 11 ma lallia avevano ri:H't{uisLato la loro attivitt'l con uua « terl'ihile potenza ». La concluc;ionc di Czernicki è alquanto azzard 1ta. Il rrsultatn nullo delle ricerche sulla dell'nrll~licria tla
Cl) l i \R\'Al:l>. ('!) CIEilMCK •. -
lfalad!tt du ~t•ldlll, l8~l. 4re/lh:u dt mélttwe mlhlait t. l884. (3J ..;ol'ooun. - .Vult$ 111r ta eontagion dr la rou!itOit. (dr,htt'tl de miei«· ,!ne ti pltarmaele mllitail·e, 189J).
l NEII \ DlllSJONE ~UI.IT.\n& DI IORJ:IìO
li/
p021sihilil1t di contagio da uomo :t uomo non ne prova iorontestahilmente l'inesistenza, tanto piii pel morltillo, oYo ~~os1 dillicili sono te Investigazioni di tal ~enere. è provato tliiatti, si per il nlorhillo che per la sco.rlattina, come esistano df'lle l'ormo leggiere, benigne, senza o con limnntissima eruMone. qnindi diUieilmente diagnosticaùili, le tJna.li pur IUll.tHta po~sredooo tulln tntera la potenzialiti• tlel cuutn~io. Queste forme, più rrequemi nell'e,;tio~uerst tlell 'epiùemiu, non pott·ebhet·u aggiungere :.:li anelli mancanti clelia catena tra la pnma epidemia e la ,econdn 1 Ed uocot·u. ìl rnn-.l'>imo potere inrettnnLe es.{endo llatv tln! periodn precruUivn, la diflknltit w eliminare, per l'e.o~ioiO!!ta det l'n.;• s.ucce.'l~ivi 1 possibili contatti t·on indivitlui estranei alle r·a~errne aiTeui da leggeri catarri or~ulo-nasali, c cosi eviderlle che si può ben dil•e. in rrua,.la spe.;ie tli ricerche. le deduzioni p~r esr.lu.sione di ,,liri rnomen11 &t.iologici hanno molr.a, tmppa prohahililil tli non corrispondere alla real tà. \! olio pit'r lli-<rutihile ò il fuuo di oudonr. Nella caserma dr .Jena a t:ar·,•o.;son·t ·ono colpili da morbillo il 24 e t:; nlar-zo 18!ll due militari alloggiati nella . tessn camerata nella •tnnlr s'erano verificati, tre anni primn., tr·e casi t! i morbillo: due altri Gasi si han no ancora in nltt·a cameraln eontnmmata nel 1888. c Uopo ciò, uencùè la popo« lazione civile nbhia presentato dei casi di morhillo fin • u1ll principio del ~ennaio 1891 , sarebbe nnllndimeno " puso;thile che la pircoln epidemia del 15° di linea sia nata \'( •1uesta volta sul po,.lo souo la duplice llllluenztL del ri« sveKiio dei germi motbosi antichi c di condizioni meteorac !ogiche favorevoli. La l o rl ~tw ita del hnci llo di EberLh non c c pilt dobhiosa per alcuno : perchè il mieroorganismo del « morhillo non O.VI'cbbe la ~te.s5a proprieLà ? » L'epidemia 12
J /8
IlEI. 1(08 81 LLO 'll'.ll.'K-.~'ftt.:ITO ITALI \ 'I O
paren tPrminata il 3 ;~prill•. lf'ln0110 la rompa.mi:t infP.lla viene so:;Ltlnit.t da altra cmnpa~nia delln stesso rt'~~imento: in questa :-t han no di nuo\u un ruheolico il tO aprtll' e ctu•rue il :!~ nprile. :\ella t•ompa~nm uuo,·n VE'rllllil all11 ~~aserma d1 .lena. clit·e ~uurlout, s'era avuto dal :1 '\.1 ~~~ apt·ilf' un morlnlloso ma all.t parte O\Test della c.l ... ctrna prirua da es..; 1 ot:cupata. lltt·ntn• 1 ouuçi cast a\'venm•rc• 111 miltlari allo;.:giat1 alla partt• opposta. dunque il c·uutaj.(i(l nn11 pote' a a H era rst pe• il prttlln. 03:)eno: l't:pitlemta St:UJIJ.I'" Hl'l presidio milttart• Ji t:.ll'e<hsona qu~\lldn :.!iit da dut! IOP' ,, ll\PVa il morhillo in cilla : perdu• ÙUIII(IIt' vnlerla tift-t r• .tll't•tudt>mia di Ire anni prim.t t• rton pi 11 scmplkementc ad 1111 ··onta,..:io dalla pupola:r.tOIIt' rmle? Il Soudour Vlll'l'eiJbl• Psl'lutlere la pu,;sihilt ta tit eonlRl-(ill tra iudivìdtll tlella ..; tcs..;a wmpal-(nia :;olo pt'rdt~'• alloggiati in pu11tt diver~i tlella stessa caserma; tua lJ Uantt cnoLinu1 ed trllrinscr.l rappo1 11 non t'ni'I'Ooo t1a t·ommtlìkmi dell,, stt>s'a rompa.rnta e .Jnrattte lt;.trnziOne e nelle urt' dd ripo,u t' 1lun;nte la liltera u,l'ita ~ l.oncludrntlo. lt' prove :uitlollt• tl.u ~u citati ~~·ents li rutlitan a suiTr.tgio della loro tenna ;.ulla lon/.!ovit:l ÙPI germt> morhillo~e n o e con.;;eguente pt>rrnau~nte infeiionE> delle ra~erme. ~ono t•ttl'allru che int·unlestahill, per cui. nella :.p&· r.1 nza cho colla scoperta del l~~tt:illo pato~euo del morhtllt• wnga p1ù pusitiHHnente ri-..oltn la •tnestione, m'allt•ngll pt'J' ora all'opi nione di Charcut. Bouchnrd el Hric;s.l utl ( 1). ciot-, che non t>siste esem piu n-rto d t persistenza t l i grrm1 mnrbillogeni nPIIl' alutazioru u rH·~II o~~eui lellert·ccl t• d1 ,·unta:!io per e:-;s•.
\Il CnAIICO-r. Bnt~'\A UU "~ noucuAnll.
/'•·tute d t mcderu1,, ti!~~.
K '\ELI.\ 01\ ISJO:\ t, \tii ,IT\IU: 01 10111\0
l iH
• l.e pre•·e·lcnll •:on;;ideraJ.ioni P(lidl'llliolu,!ichl\ rni portano , sprntlerE" ah:one parole .;ulla pruhlas$t del morlullu. inlornn allnqnnlc si a~itarono e ~i a~ltann tulÙH'Ct 1 dispareri de1 metl it'l • .~teni ... ti. ~i~ illll)er (1). in l.J,ts.e alle ronsidern~.•oni ùell'e;;trem;~ tliffusilulit't tl.•lla malallia e dd fallu r ht• un pnmo :lllnt'l'O ,:onfera~re un'i mrnunilit •)Il•''• a.. ~ul ula . proponr di espuna eli propu~ito tlel iheralo i h:uni1111Ì nl\'infczione 'lnando l'in,}.. te •IP.ila lllotlnllia 'i Jlre..,E'nli ~"n n ,•,,r,,ucri t.eni~ni Struemp"ll (:! l s•·•·ivt•: « Lna -.t•vem prulilas...i contro il c murhillu non ,·, .tiT:tllo me,;sa in pratica. ,·ausa la hrni« gruta : tjllllllllo in una fnmi~lia ununuln un harnbino. ~o:e c ncralmeral•' i.• .,-:i.• troppo tardi per asolnre gl i altri. t! per c i J.!P-llitori ,~ me:tli·J che LLtlli i hamhini superino in unn « \'olt.t •1n•·qa nnlauia ~he per lo p111 c ioentauile. Solo « qu:~ndn rl caso \! mali;.mo. ~ necessarto l'isolamento ~•. \I n nell.t l!uena ~enza •1oartiere a~lt inlìnil'\meotl' pirl'oli. ~l'i,;ieni~ti non òimenticarono il runrballo e per que:-ta mnlallia prcscnc;4ern la ùeonnt.ia obltligatoria (art. l 01{ della l~g~t· ,uJia tutela tlell'i~p t-ne e ~a oat;'t puhhlica), l'iso· l am~>.nto o l'nccurnta di~infezione . t:on quali risul tati t Hranrhl't' fin riai l 8!1 confessava in seno all'arcademin m••tlaca tla Jlnng,, ùi nulla :wer ottenuto colle disi nfezi oni in quell o'l'e.iale JE"i hamhmi. mentre aveva aYuto buon ~i uoco tlella pneumonia. pertosse. scar lallma, dift~t ile.
(l ) :'ltl'!li.\Y.;n.- Trclltalb eli patologta r ltraptà mtdica Tratl(l/0 eli paiOII)gltt e l~r!lt•ln medtCII.
~t Stnt:KIIri,LL. -
·180
11.1\L ltfOUDI I.LO 1\KU.'KSERCJTO JTALI ANO
L'Olanda. a quanto ne riremce Bard, Ila lio dal 1891 escluso il mot·Lillo dalle mnlnlLìe dì denu01.ia obbligatoria. Bard t1 ). nel lavoro più volte ci lato, assevera chf>, nella epidemia da lui minutamente descl'itta, non ha avuto un ca~o che non potcl!se mettersi in rappor to con un :;oggetlo coola,l!iante, qunntunqoe per altre ragioni non :wcs,;e pratieate le disinfeziont ahituali. La 'luestione delln denunzia obbligatoria dul morhillu fu portallt pet· In seconda volta davanti l'accaùemm ùi medtcina di 1\u·igi nella seduta del 17 ottobre 18H:I e quell'nuLorev,)le con'\e.::so ad unanimitil , meno tre 'oli. emise il parere fus~e il tUurbillo escluso dal novero dellu malattie che portano l'ollttligo di denuncia dn pat·te degli uflìciaJi sanitari. Con decreto del Mintstero dell' Interno in data 23 novem· bre 1893 il verdello dell'ac<:nùernia medica di Varigi diven· La \ra legge. ~e riassumo pet' somrut <:api le ragioni cercando di trasportarle nel campo dell'igiene militare. Due sono essenzialmente i mezzi predicati per comlJallere la di iTusione del mol'hillo: l'isolamen to e la disin fezione. Per noi. medici milttari. uou sarebbe nemmeno il caso di discuLere sulla npportunitit o meno dell'isol;Hneulo in quaruere, poichè es~o è tassativamente già pres<'. ritto. dil li& nonne :mll'ij.(iene del R. esercito , col Ll't1Kportù senza dilazione del morhilloso all'ospedale miltlare o civile od all'i nfennerht dt pre:.iclio della guarnigione cttl in mancanza di questi stabilimenti in una camera appartata dell'infermeria del cot·po, o SI' non O\'VÌ infermeria, in una camera
11} flAtW. -
l .. 1',
l ~EI.I \ DIVI-.IO,E KII.IT.\RE 01 TOJll~O
1 ~1
•~olala «<elln l:.'l't•rma . escln~i\"ameute tle:.tJnata p~:r rnnl:ui dtolta ,,e..sa nntora. llico .. ut.ito che tla •fUP!>tu i~olamento in qunr·tu~re non dohhi:unn ul tenderr.i ~··andi ri;;ultali. Sappiamo tlifnlli per ~li 'llltli tli l,anum. Girar!l. Beclere. ~~~·aoclter, ~cve,;tre. Cttmh~. Uanl che li .·onta do •l.tll'ind i"i luo mahtn al ..:lOtJ ~i <H'VP.ra qun"' sempre iu un periudo antenore al dingno· !)ti·o, cio··· plimn tletla rnmpar.-a ùell'eru7.HIOt' nel cont~ i!Ì.IIIIt', per !11 piu due ~o:iu1 ni prima, talora a ndw t re n ~ (llallrCJ. Ora per h 'Ommn iiill'iJ.;ilnli là del 'iru s. (ìnle•a lo parul.t ll•ffn~1hilita HIC'i 'eu...o rhe o;.:ni irulh iduo non vaccirmto all'i uf••zione d 1e veuga 1\ I'Oil l!lllO r~O il IJil rnoruiltu-.o ne ,. fJil·''' mfall ihiluwntt- root.I:!J:tto). r pN i ·~onti nn i etl •nt1111i r••rt•nlti du• t'Orrnnu tra r.nmrnilitoni ed 111 t'ameralu .f! funri. l'i-olamento ~i un ~t'r.i troppo tard1. ··iot\ t[Utlnt1o la m 'laui.1 ~~ ' ara ,:,;, propaJ!ala a1 compagni di camerata. o eli ,.,"e•·mn 111! auche clt altre casPrmd. È vero che il no · tr·~ rel{nlatnPntr• ,. niJ'i~tPne d1•l R. e~ercilCJ ronsi~li.t, in tempo •li ••pitl ... mia. IJ,;tJiamentu di lutti 1 sospetti. ma questo non p:mui a ri~ur tlt tNrnine possilttlr. ~ t> II .L !òlagione i nvern:t l~. epoc:~ tn cui antiensce il mortullu, 'unu freguenti l C.llarri deiiP prime VJ6 respmtlOrte: ,.j 1~ulemnuu lullt • R 1l'altra partE> quale snrit il merlicCJ dt reg~:imento l'o~• for tunato '' ' poter 1•olare tuili 1 militari ~o . pelli .ti pl'i111o t''llpo d1 to~se. ulla rotnpar~a del primo ru!lsurt' •ll'lle runginnti\"e o dl"lle pr1me muco.. Jtit uac;ali " \,• h.lsl.t. Se VOJ.!Inuno e~ser·e conseguenti a noi !ltessr. clo,·r emmn holare nun ;;olo 1 ~ol>pellt gt:'t in incubazione tll morltillo, ma nncorr~ qo . . lli. cha sono slnt1 con essi in qual· d1e rupportu . È ric'l pos ìbile ? l.'',olamento in ' lllattiere lta tlun•rue poca prohnhilitit di Sll l' rE'~SO.
1Hz
DF.I. lTORBII.LO 'EL!.'ESRRt:ITO IHLIA'Hl
Utile sar•it invece l'i~olamento dei morhillosi duranlo il tr·ai:porto <~!l'ospedale con speciali porta mine o IJarri esci usivameote destinoti •td e:isi, per noH e::.porre i malati comuni al contagio. Utilissimo credo ancora l'isolamento delle l'eduLe ni distr·eLLi al primo appal'ire dell'epidemia. !\l i spiego. Ho più sopr••t dimo~Lrato che il morhillo ci \'i~ne spes~i•simo importalo dai distretti di reclut..·unento. È lit. secondo me, dte !liso~ua portare lulle le nostre risot·:;e profìlntLiche. ()uando viene colpita da morhillo nnn recluta in un dato distretto, tutte le reclute ivi riunite do\'l'ebhero essere considerate ·~.ome sospelltl cd es,;p,re tenute in qunranteo.t per l:) ~iorfli, e se comparissero nuovi casi, lino nd estinzione completa dell'epidemia, ctoi•. linn a che siano u·nscorsi 'luindici ~iorni dall'ultimo ca:;;o . .\ fortto r·i ùovrehhe1·o essere prese lo stes:'e misure qua.rautenarie per i plotoni di reclute, che nel tra~illu dat dtslrellJ ai rorpi aves:.er·o a\ uto qualche ca,;o d t lllorhillo. Questa m i~ura radicale, propugnala fin d:tl 188z e pil't Vl•lle ripetnta dal colhnnellu mcòico UIJ:tulli. riuscil'it se non ucl elim mare totalmente il morbillo dall'c,;ercito. almeno ad e\ it.are la dì:-seminazione della malattia d:cl tli~treuo coolaginto alle n~clute dei di:.trelli non iofeunri cd n~lt anziani, i quali, sebbene in minor unmero, put· tullnvm p·a gtmo un disrreto tributo al morbillo. L'isolamento in spt•ciali riparri degli ospedali militari. se dr un valore profilauìco iudiscutihile, der'essrrl' sultordinat<> a certe norme. pet· non in.:orrere nell'accuso. pur troppo ~iustillcu t a, che l'uspttulizzozione ha aumentata la mortal itil per morbillo. Tali rip:n·li, oltre il pos,.,edere tutti i requi~iti indispensabili di cnhatnra, ventilazione. riscaldamento ecc. donellbero esserE! a camerette di 4-G letti al pilr, ed O;\!lli ammnlato con co m plican~e gravi dovrebbe essere isolato in
1t :'ftl.l.A lll\l~ln\r. \III.•T\Hf" 01 TOHI:\0
IS:l
camera ~~par,ata: i· solo 111 'l"'''to modo dae si potr~t e' llnrt• la ,!JITu,ione clt•IIP infezioni erondnrie e diminuirr di molto '·' 11\0rtnlilit (Ltard, Ba1hie1) (l ). 1. , ,Ji..inlt•ziOIH! tl!:'l l~>llu e t! l'gli o~geui tulli appartenenti .11 malntn ,. pii1 :uu·ora dfllla nunernta dte ha allogl(into il m MI•illo~o. opornzione rlle 111lpn1tn nll 'nmministrn~iCHll" un:t 'l''"·' non mtliiTereotf>, (ll'l'tiiLU tll tempo e oou porlu xr:Htot..,pi H::li ufh .. iah uu~•l1 1 ,.,J ,,; •·nmandan11 clei corpi e r~'purta, ,·, ,·omplet.lmt•nlt' iu1111l••. Ilo piia :-;oprn dimo~tr.no ·fu• il ~eruu· nturhill{'J.!''IIII. (uun ancora ronosdntn), ha fnot i lell'ilr;ani•IIICJ non 'ira .·u·i ••fli111era. ··he la di.;inft>zton•• nun ~n·cltu.tlt l·· •o· le d"w'l'• ~o:iunJr••r;t troppo tnnl1: il ~cr· mirula ;unmn7.z••r ,, ti P murti \ Ile opinitmi t•cl ai falli fllf'S~i 111 ~.:nmpn eia tìraudter. ~e,estn•. Bard pos"HlOlO a)!giu nl(l'l'l! •Jnf'lli. dw moht fii noi haunn avuto "ollo gli occhi . :'1cl prn~itliu rrulltar•' tlt Tor10o .ul 11,.mi apparire di epiùernin mllrllll lo a. j.;uJamclltu e dhiOf•'t.ione vengono :-crupolosamente mP ~~i in opera rlaa m~>dit•i dri rurpi: un carro t'IlO pt>r-;u· uale iidùell•' ,, •pte,ro ... nlu '\en 1zio è e:;clusi,amente •IE.•..,ttu,, t,, Jl traspurtu dei rnurhillost . nell ' o.;pedale fu nllc>~llto 1111 riparto l)pPo'tale ,.ouu u.:ni rapporw •·ornmende\"ole Pd un lurrto a lli-;iuh•z•nue \Ì fun~ICIIIQ inces:-antl'meote in tempo •li ••pi1leru:a. fJuali vanLllK~i s•• ne ~onseguirono? Ln stati~tica i• lit per tlim ostl'at·n~ i ri~ullati negativi. f 'nn rlu •rr1w. - Ria~"Uillerulo. credo d1 poter .:oochiudere: l" f.'e.-erdtr, italt •nn non ha il primato delle epulemie 1l1 111orltilln.
~· L 1 ;.tnlVIta e dill'u~ion~ delle ultime epidem1e nella ,fj, '"iune •li Torino ùipc>nd•• •la molteplici cause, non ultima olt•IIP .,u.tli ... il 1110!!1) Ul prun•ntenza delle l eclute. 11 1 IIAIIHI1111. -
1/r ltt rouorolr, lti94.
UH
o1u. 'tOttoru.o \KLt'B,ERCtTO 11.\LI&"io, Ect:.
:lo l.t~ infe;dono viene per lo piit importata 1lai distretti di reclutamento. t.• Son 'i lm esempro certu di c•onLagio per le caserme e per ~li o,t;.:elti lellerecci. IJUIIIÒt inuule la disiofe1.ione. :,;• l .',,olamE~ n to dei ruurlullo:-i in quar tiere da pora. ~o:arau.i:t per impt!due 1.1 llifTihtone del morbo. i· eh de~i derarsi Sl.l f,lltU l'ol rnassi1110 fÌ..!III'l' ai distrelLÌ di reclutaIDCIItO.
ti" ~un U\'t'ndo llltt•ora 1'rgtenl' trovati mezzi eflicari tH~r·
c·mnùatterc l,t difTu,tone del morl•illo. rr ten).(o. rhe, a•l t•vttare -.pe ..(\ rd inutile perdita di lt'lllpo, questa malattia dl'lclla. e:-sere. p1•r um. r.uliat.t •l<tll'elcnc:o clellc malallie di denunzea ohhlÌ!.!HlOI'Ìtl.
RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI
RIVISTA MEDICA H\• ,rt 1, 1, 11 Oaaervat.ionl aul trattamento delle cllfterlt• ool alero 41 Behrlng. - (CentraiMflft (11r Cldrurqi~. '\
.~
lk'IP
l.t• ()<: l rvnzinru rull~ flli"O ...('ila!e ·lei fttrwiul11 Ili Munllt't'J, lndul•rehJ,.•t ro l'tllllOri' ad ns,.c,.;narH a •JUU,..lu truthun unlo uu ,·alm·c .H... t.:Ultlule. e crù pr- 1· le ft·n•plcllll romplic:az11•ni elle f U""O nr· h1llrun n··r·om1 A:,::nalo 11 .. uo inlpÌf!J-:1'. rnrnPiicaZUIIII r•flrnllo•rtzzale '-pt>rio!rnt•nllJ du lltft~zioni jo\'t'IH'l'llli per lrepltlt'!ll'.-111 O llru Adi slrepltt~ut•clu, F.ntiiH'I'H'h lr 0\"(1 811·
«lllfiiO<'tlt't'hl noi C8'-l ~rav1 l'l rli m~ltncre gr!lvité n~i ·11"'1 i -.tu·li cl~llt> utalnllie ~d iu t!hur"'P t•pirlemie, l' prohnhtlmt!nltl ~• "11robbcro rmvenuli r hue1lh pulOf.tt'lli ulenlid nl ltfiCtlfll paOJ.t••IICI feli•IO Ì f!118lÌ '<Ì f81lll0 \'t"clere 111 r8!:1fU8rdt'• \• oli mn '<e lll:'lla difll'rlle spnnlaueH tlei f!ICCiOIII ~ dci rroll1 Htflu3 r,lo a tfll c::te 1:ravt complh'8Ztnru ru:.·or8· uella rtifl»rtte o er"nla 111 M0111u:n, Elllmer•ch ratumP. t•orne probabtlf' chn nelle nbtln.e•nnl dello cittA e~i~tono de1 ve ri roc•Jiarì •lt sv;luppo tlt •rue h l>tre[lll)cocclu palOf:.. lu; la r{uah· 1pulP.:o>i ~ J•el,be lipJ\O~.;ìata ·lal cn~Lanlt> reper·to di treptol)occh: otl••nulo dall'onoh,, d••lrAc•!ll' f•Otahile t·aualtzzata per u .., dPIIA l'lllti th ~10118 1'1). r tll'll
8all& pllftam&taria - IIF\....& - Zeil~cl /i1r l,(ut. .'\JPcl ~ f'efllral.u fi• r t/t~; medtc. \Vi.iKertsch. "l, t:l, 1891-).
Un ca"n <l fHll'lllllAlUrla osservato nella cluuca 1nedrca ù1 Il• rlin.. deLLt' tiCCil'llllOP. all' Hey"'B di occupar" i pat•licnlar·nll'nte •h que!<Lo fenomeno. Egli cotnìnr1a col tra cciare 111 ~<lOI'Ìfl dl'Jla flTI6111U8lUCÌ8 e COl f'at·e Cellllf' dei C'aSi finO t'fl
l 6
111 Vl T.\ \l lOitA
r.onosctuti Ili ball•• ri f(~'neratorJ di gas ritenuLI nell'orina. È ùn notare che. rulLa tCCt!zione ciel fungo d~l hevilo. nes::-uo micrCIJ'~flDI~Hno tlt:IOI'mJuato P. ~La to finora descritto t·omtt <'flU"a clelia fo rma zione eh ~~ nP.Jia uruca di fresco eme.'-~8. Il Ctl'~O O!'sorvnlo dal fl uysP. !<c r~f··rtseè ad una r ttgaua che 1\\'&va una parali,..i complelll clelle e~ll·emilà t tfercorJ ~ don!lltj e"'"~re ctttt'lt>r izzeLa; tlop ' quattro ~comi "l produ,..~tt una ci,.tile e quallt•u gii'JI'IIt a ppr·esso "' trovo la rnallma la ,.~ctcu mollo dis t"~ e lunp&nJlica. col (!Ulelert«mo ''c.mnero ruor1 t1oche ~'(Oece di ortua con U"'Ctla ruworo~ a .Jr molw bollt> tl'urìa. CCin lu tPrapia che consi..;le nellt> trr igazìortJ tl1 acttln horcco. la pneumaturia non potè far~1 cessa l'e; dopo ùuc• me .. , lu m11lata uwt•t per la c;ua 111alattia della tn tdoHa ~plnA.It•. })alla 01'111811 Hc•ysu C(lllivù ùu .. specit' di cocchj,e Ull bartllo Jlutdtltt'I)IJll' la gelullun, che eglt ri rouobbe come tl bac1l lo Ac.wop;eno dPI lallt>. l n alli slt·att eli aga t· o d t gela l ma si riCII· no!':ce che •iut>sl<> bal'illtJ product• ga.,, cbP l'analt«i climo<;Lra co~>ltlnilt dt ocitlo ca rhontco e tdrogeno. Con gti ..,perimeull sugli llrtimah ti Heyl'e poLo dimo. lrar" cbe, u con la c•ont.·m pm·ant..•a apphc•a.ttorw dr :-tr·eptococcht o anche solo •'ul La• ìllu a t:r OlJt'llo d~l lallt•, -.i riU!--C6 a produt·re un t>mfi;;:ema Scllloru tanen ~d anelli', ~••n:ta lt•..,iune lei polmona. un ptoptwumntor ace.
RIVISTA CHIRURGICA A ,. P !..h.\. -
V enti cui dl echlnoooooo - cSUJalo ci i (Cf!rtt r al{J(att f~tr rlw tMtlictntlfOI•I'n \Vi:wmscltoftert)
C. Ro!lenlhal)
20 casi eli ,.,·hiuor()·~co, o~srrvati da v. Puky. avvenne t•n sn Il uomini c• ìn 9 Jonne . Oei primi tl più giovane avo\'a 18 anni , il più vec1·hio ~7 anni, delle ~econd•• la più ~iovtlliP
avcvu pur~ l " anm, la pm \I'Cchia H•t. Solamente ~dei 211 cn<~i l~rm lna ron o cou l , mr>rlP. Ui 'tue,ti ca;.i 1li mn1·1u uno "'i rifl'ri~n "'' un malato, ucl •1unlù Jn dia!!nO!<i non ru del tutto ben il•·term~nala in princip111, ~ nel quale la cura della fcrlln 111111 d• co~·· --ufncienl•'meuhl nuti«ellicu. La mCJrlo fu pu•·t:iu ~·a~r•nnaltl ùn picm1a ~el !<&t•orulo t•azietJte l'u c&U"tl tlell& IIIIJI'It• 1111 piopn,•umolnrare: nel te1·zo caso l't•chinoC'occn Ili •I10u,c al fd!!lllo, alla cav1tù otldorrnnaiP., ai reru .' olio mìlza t n i poluroni: uell' ulti11111 rs"u mHne la mortu fu pro•lolln dii l IJtt luh 8C'Ce.'"SI Jj OIIIO tll c;i l l'll11811Artb 1fi r.a,.j ~IUII'Ìrlil)•t •uz.u oli tut bi. l n lutti qne~ll Cll"l "l o.; ... ervò che con In uturo d l ~I8'"'11Dihanu ~liiller rmò c•"ere <'lrÌU"8 In CII\ ith fHIIOmllrlll•· 111 lllOli•' che neppur.• una goccia dd ••ontenutn lolln "' li t•euelri in e'"!'B, Inoltra uon fu ma• o"'"er,eto lo nHtnlfC"-tnziOIII' tlt 11111'1 peritonìl•• ., la pr•'ssiorw, tanto nei llltl r grtll olt•IJa ferila , •lUutrlq ._UIIU fllo..,~u ferila, fu ~l'lllpru lll· l'll!!ihde. Il li tllitln 01'1111 ctsli, eh!' fu a ... t,·ntlo con l'òperazionu, f11 111
ulcuni cu,.,j •lei tutto rhloro e cnul• nevA tnlora par·flcclliP. pic·cnlt; o !l•·o-.~e '.P!i<ciclw. lu oltr, ra~i fu ''Ualatn u11a l"Oin vectcn. Il più delle ,·olle i malat1 "Ì levarono d1 letto 10-12 g"IOI'nt 1IO}'O l'oper azione. Ul rua•li•·alurO rii'Jlllllii C&mbÌiilEI UOft \'0 hl lì l ::n m· un. c. s
A. Scu·.: H l . -
Ball'oateoplastioa atadlata oUaJoamento • aperimentalmente - (r ~ntralllla.t' (fir tlic ml't!it·t'' ~""t'ti H 'hsen.~elraft"ll, N . U)
Cnrpt e lrllnei hen conformAli, ...ouo cnuòizioni fa,ol'i!\uli R C!l 1, t•cc.), JlO"Sorao allel'•·lure; pert'l IH riparazione 0'-"\!1\ per rn~'Zlll della "leropltsslì ·a 11011 f'O!<liluisce la funzione tir i •·or pn corri:>J.IOndente. ::,pe... o il col'fiO eslraneo innu ... tolo é r'a" m·l,ito, oppure l'i dl"lacca o necroL1zza. Fra d maluriall\ 0 "' tlo \'Ìvo o U101'lo nou esisl,.. alcuna con~ìderovole difie-
•·enzA.
Nou Ira mai luo)Zo culruutu ra del leRflulo maurautn pe1· nwzzn di mal?Sfl osset~ d1 nuova formoziunr.
t 8S
111\' I..;T\
Tale E>tfetlo dipendo ùalla vita ma ùel perio~lio P dalle con. di~ioui della cavità miJollare. Tn alcuni casi il corpo ,,~traneo
st>mbro che sia p1ultoslo di ostacolo che di giovamento per la ril:'mpit.urA del difPtto osseo mediante nuo,·o tessuto
L"omopla!'ltica, ctoè il lrssporto •lell'os o vivo ùn indtvidui ùella ste~!':u !lpecie. pre"'enta iraYi dirlìcollà taolo per ottenere il mt~leriale atlnllo, quant" per l'incertezza della ::-un riul"cila. Sr• il perioslio ru tra!lportato unìlan1eHle all' ossi•, puil avet· luo~o urw reale gmtrigione pfr neoformaziOIIt! ossea; nella mll~~inr pRrlt~ dei casi però la colmatura •lei d•fello o~~eo a v' iem· per neofo•·mazione •li IPs<>uto conn~'l li"o, opput·e ha luot.{o lo 5~1Csl'O esito dPil"eleroplasLica. L'aulnplustica, cioè II'A~porto di osRo •lello sles!"o individuo, r ewle ~nlamenle pos"ìbilt• una reale guaJ'i gione con neol'<rrmuzione ossea olia seJo d' inueslo. Tale l"iu;t<:ita sar·(j aume-ntalA HO, dut•anLe il pt·nces;;o di r·ipM'AZione, bJ'81Hiel li o~sei, per met7.o del pe•·io!-lli0 e deliC' parLi molli, r imarranno in cnmunicazicHIU (·on la par·tu dPII'organismo da cui l"urtlliO toll1. Se corpì estranei prr la t'ipora7,ione di difelli ossei !"Ono impiantali nelta CA\"lh) midollflt'e di os!:a tubulate possono lfllorD ulleccliir·e, ma spesl'o CSf!ionano, ::-pedulmente RP il !01 n impianto e<oerr11a unn pre;:siCHlf', oécrosi tiE'Lia cnrTi;tpOndeute porzione rm·trcale. 1 corpi estranei •mr•antati in Cflvitu ossee (p. es. os'>fl d~ calcinate) ft~cilmente con l'asoeps:i ollecchiscono, mR non snnn in :zrado th riempire lP ca,ità ~on neorormazione ossea. Sul cranio i .Jifelli ossei po$;r,;no essere colmati con !"impianto de~li stessi pezzi disbtccati. La riparazione avvieuP come 1-'fl ,., sì iossero impianlati corpi e!:'lranei ftiani, i qoah tl pui delle 'olte sono mcap~ulali. Si tratta perciò di ricoperlura meccanka Conclusione. L'applicazione •li lt•rnhi ossf'i uniti al periostio ed alla pelle ~ perciò Cl8 r·ilenersi rome il pt•oces;:o più sicuro e più natut·alP rla ant.orcH·re o Lull1 gli ali rì.
c. s.
lk\l 81111& dla~no• l e cura dell' em.plem.a latente del ..Do frontale. - La.. tu wu-lltlHOb.\UX - ( Tit erliJ' M ontwt;,. ·r. t. r.P.ntrnl/1, ): ' t ,,.e.I. \\ 'i,.~emtch , N. ~-J :-:nn , ·ha che wt "nlo --i~.:uro au ~zzo tlaa:-'ltn:-twa dell' etn1it utn latente, e rtue::.lo è la diwo~lra1.aon~ d•rl!lla •tt>llu morritL l lll~'IOdl h que«IA clllnO:-lrll7.ÌOilt> ,..0110 \!li sleS!-1 Che erHIIIO ttlla curn, 1:10è l' apurlurt~ cieli' e--let'tlll1 hl pet·fnraztone del c·orpo olel ,enc1 ., il calel rt-IUO Jel c:er n Ln perfot'8Zt•me rlcl corf"' d~l "t::IIO lo raccomando In Sdm•·ifl.'t' t: dic~ ovt•re ottenuto 111 2:) Clt....i 7 mi;!lioramenll t' IR !rlliU'tgÌOhl Il l.ichl\\ rz h11 provato que:::lO m~tndo !'lUI ca•1a ve•·~ u ~ul vl\·enle. In 1.! E<cni l'iu" •i ).o puntura ..,oln 3 vul t>, in un c•a!lu dnnlle t\1:!. er,• linpll~~n to molta rot•.t.u ,. la lllPÙtcolut·a cadJe 111:'1 1-e11o del In t .. • ·pri{J~In. In •m ClJ!<O la punlu perfllro la lo mina rrtllrn"lt. Avanli IJUe~ll spt!t'mltlnli, il 1.. avljva u~alo ilmétodo tcllo Sc· tull'tfet· :-ul vi\ente Il volle In <.ello "li"'· A rousa olelln 1'6AiRlen ta incon trata, dn,.eLle I'ÌilUilZIQrvt. JIl 3 casi s i .1 l\'t'lll· mlrl)durr·e il tre quar•i pet• tutta la l:òUR luugh~>ua pill in rnndo. In qUI:'"lO lavoro !'0000 t'OUIUJticatl du·· CQ'li di t·lr.>t r•·& nu,..nl•. m uuo lulli i .... mlonu l!-1 .tile~uarono, in 11n ullrn. 1\t'l 'iu&lu d~po lu puntura fu falln una lavar\da l'Oli fiCl[Un lelllcatct, comparve qua~• •mmedialamenle uno svem lllenlo cou dolot·e di testa. ,·omito e febbre. i •JU&Ii giulomi dopo alcuui giornt vnnir ono. 11 L. non lL'-'8 oiìt tfueslo metotlo. Percht'• -..ja po..sibile efl'et:uar·e il calel..r ismo il L. !li <.enc lli 111111 cannula, che f· p11~~ala ad angolo •·~Ilo a un cenlrmelro ,falla 'Utl estr.•mitù. Con queslu, P"'' preparnlr onato. tutct, ~~ grunge a ~uet rare n•·l seno froolale. lure 11 L. osl•rv 1 che ili clut: preparati (é ro1·:::e una \"Oila o l" altra accadra rurdu! MI Vl\'enlt') In cannula cadei<' iu Ull8 delle aperture tlell• cP!Iulc anteriori dell"elmotllc. Il l crede che uel vt' unlu, e,..,.endo rl s~no mtiiHlo, il cnndollo di <·omunicazione r• )!ili lar~o ~he a llo "'lato uormale e che in cnnsegueuzn dt c11J rl cateterismo deve meglio t•iu!'Cil'e; eli ò possibile guarir•· rl malato con le lavature. Alla ll·apanazione SI deYe pro· codero ~olo quando il kollam~nlo pet· la via naturale nou Ile lll•prodalo ad alcun resultalu.
1!10 Llpomi dolorosl de Cltì ~urytt:)
ltl\' 1 ~ 1 \
BoJFf't-.;. -
(./onrnalfde '"'dcclfl• t't
l,..!uanlunque l' uHiolenza ùet ltpollli "~ia la rf•gola, (.• :-in utHl dei d'Ili JIIÙ importanlt '}U811dn ..... tratta di ~tabilir·· In cllagno<~i dilferenliAit:! dei dt\Cr~t tutnorr, cwnono!':lat.IP vonnt>t'tl ~0~118f8ll Jtp0m1 riOJOI'OSÌ, C> t·O illl' 8!'CIYlpiO l:'i élf8 tJ l'll!"(l eli Pt!rrot, un liporoa ,.iluato 11• l t•·rzo ~pazio tnlct'<'O!:<l&lu. ch(l t:!t'B lo ~cùe di !!t·andt 90tft'r••nzu ul minnno srorzn di t't'!'IJHf'Stione e dt tosse. Boiffin ha o,.,c:ervato a ~nnte..: du•~ casi di lìpu111a tlt•loro"'· <ll'~ni di nnta non ~olo pf•r 111 o:en.. ibthtà clel lmuorc Htlipo,.r. ste,.c:o, ma per i clblUI'bi t•tll~"'"i 11 di .. lama che 8-'"'' cleler· UllllllV8 ed 80t•fte ~·er l' Ol'tl(illt' pt•oltabiJe di t(Ut·!"lt! JII'OÙU · zioni. Que!"Lt due turnurt r·rsiedPvnno, infulti. Ut'Ila ref{tOttl• PJII· gastr icu, ~imulavarw complelonwnlo tl prima vista er·Hill dullu linM ulua, rù i mal~tì accusl\vonrJ t clifillur bi funztOilllli mollo pronuuctali cht> c:ono il cor LPf!1.tiO nb:Luale ùell' erniH epi!!a· !lirica. cionono"'tanlP t'-<:>t non erau • che comuni h pomi 1-C">lto-culanei. ~el pr•imo CA"O si tratta,·a di 111111 donna di trentun anni. tli buona co~tiluzionc, la ptale... e, auni ptima, ca.ttle in un ros~o mentre corr~va • e~sa r·i"'untt una •iol.-n lfl l'ICO'-i:-ll, :-a· mulla neamonle aJ un vrvo tlnlt r e relro-sternalu, mu noli eprgustrico. non fu clw dop" lt•e l'eltimane che • ""'a ~~ a cCOJ'!"e clelia prcc:enzA, nella t·e~ioHe cprga"'lrica, a quu~i egunl~ distanza rla ll'ombelico e c!all'oppondico xifoide, un p(J' n dl'· stra della ltnea metliana, tlt un tumore a rormll r otondeg~iante, leggermente appiAlltlo t!' AVIlllli in dietro, aq•nl·· d volume di un a rancio. Que!'\lo tumore e ra la sedr· di dolori ~ponl~nei l e~f!ter·t, p1UtlO to lanrmonli, c:enza it·radtalwne: la paJpazione era l'oltanlo moli'"lA, ma la presl:'ione un pCI' Corte era cloloro«a. ~Iolle e "enza Rpnrp:enze alla c:uper ficie, olluso alla percu«siooe, ec:c:o t• r a irrtducibile alla pres~ione e d'una flulluazione '(Uasi nl'lta. L a pelle che lo ricopriva t> ra nor male e !>ch·ohlvll l'aci lmen t c3 al ù i sopra, mo. l{uantlo si nlf~rra,·a la picco la massa
t: UIRI ar.u: \
t ra le hlu . t•lle,·sutùola. l!""'a !'emhl11\ 8 aden!ule pet•la sua roccw prorouda al piano upuneurolic·c• solloposto. Tuttavia, uuno umto '"' e">ame ..tccut·ato, l!rh m•r•o:<sihile ùt ..ent re un· or1 ti cl.. nl!l ptuHu apoueut·otico .t ..lln hnea al ha. abbastanza lu rgn 111 qm•l punlc1, e Jttlt'eva Ch" tl punln d' 111Sl'r~iotw elci l'l'llt•·l'lln "' ~pvslasse ::-econdu <'ho ~i ltravs il tumorP Il ul'· " ll't• 11d n >4Ì II i~lt·a, Ìll allo od Ìll IHH!HO. 1 '•oporAt.ton•· permise ù1 CClll!-~lulnt•t• dte, :-olio la pelle e lo "'tr.tto ndtp(Jc.o !<Olln-eulaneo, ~t tr.nava uru1 massa molle gtfiiIRst ra, Cll•'ottdala cla una cartsuln f1bro'-u mollo re::oblf n te, d t t"•xnut~u rnctlmenl~ •!a lle (•&rlt 'ici ne ,. uon aderente Al J tnun apon •ur r.tic{l ::-otlr•Jifl"lo elle 1 ur tratti ceUulo-fibro-.1 e • 1 o lutlu ib "'Ull rarcta prornt, lu • non "'i lrallava clae d1 \JII hp01118 llll:ll(l"ll)ttlu "llllO•I'UlRIII.lfJ.
:o-;cl twnudn ca""· In thu::rm"t • ra 1116110 dtfliclle. St tratlii\' R eli 1:1111 cllliHta dJ 5!1 llltnl, uullll 'lllnle era .. opro~~ìunlo n li' ••JII!{A"Lr in 1111 piccolo ingt·o~~RillllllLn di ;, u 7 centir twlt•i d t •liflll lt)l t•o, ri"i ·ilenlr uol pauulcolo ndiposn soLLocutartNI, elle dH'II uttn "~'ttl"azitoW' d' ln~nrj(llllleutn, mollo ùolot·O<lH. 1.' utlei'V••IIIn •luroostr.. cliP. H lr&lbtvtc di 1111 hpoma dtlfusc• Il ltp01118 norrualrnente l>lJNl\'\ i"lc, di H·nsibiJiw non di lò i>lllt>rebbe duloroso cLe 8 <'8:;!10111' cit'lltl <~ua :;ede S[lf•CJ&Ie. T ullt t!&nno, di"e Boinin. cl•tt 1 colpi portali ~ull' epill8<ltrio ~no dolorn"t ol punto da de!Prminat·e una smcope. l.' c..qam c i--tolog•co non permi<lo tli con~talare filamcratt n ·n·nst n€'i due tumor1 enuctuali
P&pllllte llng'uale. - .J. B. DUI'I.AtX.
-
(Ga~ette tle.~ 1/6-
f'IIUu r, N. 122).
g uu'allinJorao par licola••e Jellfl lingua, molto dolorostl, t: ~h~. pet• lu --ua per:,:1slenza e per la sua durala mollo lungn, llbprra «oventi in'luÌPluctios Ai ~nalati. i quali divenlruw Vèt'i tpoconddaci. t., iulomalologia di questa fl.ll't'LiOJw ,::i riassume in un "'ulo reuorueuo, ìl dolore. Qu"'-lt1 doloro è sempre locaha:uto ai ùue lerzi anteriori ch•lln linl(ua e si fissa con piit tnlons1tè ~ulla punta o ~ui
1 9~
Ul8t'I?ÌI1Ì; e:.;. o i• IUQllo
weno vh·o sulla faccia ... uperiot·e è tohulta .. nullo in •l'lPsla ra!!ioue. Le senc;:azioni accu~nl.,. f>Onn mollo variabili : alcune persone si lamanlanu rli :>cotlaLure intense, continue, tenlil!!l, -.enza alcuna altenua7.Ì()t:<• ne csacerhazione; altPe, Rl conlr ario clicbiarauo 8\•er tr·alHlur e ed allor a "'' hanno vert> cr·ist dnloro<>e ta car•atlr•n• uovl'ulgico succedenlisi ad inlnt•valH prù o men•> avvicinnli, Ol'8 alJba..lanza lontane lA une dalle altre pe>t· pr·rmet~et'cl il l'ipo~o n••l lor·o inter vallo, 01'8 r-a,•vrcinate per moùo che il utalato, p;iortHJ e noll~·. l"i larHenla e la viLa ,Jivienù per· lm un ''"ro supplizio. f: rai'O che i dolori r·ug..;iun~uno 4ueslo graùo d'inlensilit rl più spesso. le crisi <:ono avvrciuale, ma le lrafìlllli'H souo lllollo moder ate. DPI t•eslo, ciò che st osserva il ptù &hrlunlmt>nle, sono sens'lzioni di bruciore, di scollalur·e vive e tli una per::islenza tale che per giomi ed ancho per setlimllne. il rnalalo non Ira un minuln di riposo. Quando si presenlruw criRr di dolore a l'or·ma nevralgica, le sensazioni di brucìot•t> sono per un cerlo tempo allonuaLe, rnu esse ricompaiono presto, non appena sono scomparse le Lratlttur•e. L'inLensità del dolor•e var•ra pt•r crascun lllBlato, ma e~so "' moliifi('a egualmeutt;> appena la lrngua ~messa a f·ontalto con gli alimenti solidi o liqrudr. N .~l rnomeuto tlel pasto, n hA una esecerbationa la le che SOvt>nle i malati l'rf1ulano dt mangiar e. PPr alcuni, gli alimenti solidi, il vino, le -spezie, l'aceto solamente provOl'&uo I'JUesle recrudescenze; pet• altri tutti Ji!li alimenti solidi n liquidi cagionano cr•isi sovPnte inloller•abili. Tultavia il latte o le ll'linesLre :sn11o or·dinar·iam ente ben sopportate, sop t·~1tutto quando questi alimrmti sono presr a•J una cer ta temperaLul'a Qu&.ndo essi sono ft·ecldi sono tollerati con più difficuiW. che quando e=-sr sono <'aldi, nra •ruesta regola soffre ecco1.ioni. Tali SQ110 i soli fenomon1 che accusano i malati. Il !lolore, var•iabrle nel suo grado, ner suoi caralle r•i, modificato secondo i casi nella sua intensi tà, r.ostiLuisce lutta la sinto:r.atologìa. E assolutamente rmpossibile, in falli, constatar·e allt'i c lrslurbi, sia del gusto, sia clell11 secrezione salivare. Questa non fu mai ll·ovnta modificata, sia i11 un seuso, sia nell'allro ; i
CIII RCR~ I CA
I H3
maiali non .., l~tgn11n•) lllSÌ .li ~h ,at.Jnu~t l"ttgt•rala. nt· Ji 15ecche1.zil. All' inruor1 del .tolnt'l\ esc:i non nccuc:nno alcnnB :'4ensa:tione tll tumerdziooe •lol.- organo, alcun nnpedim•·•lLo, aia pea· .ie$rlulart!, sia per parlare Le I'BII!<IIZIIHII ,qou--t&live non serniJ&'8IIO p!•r· nulla di--turbate. Jnhnt> si potò constatare che psrimenla le c:eru;tbililà ~enel·alfl dt•lln lin~ua, anclle nell•• t•t·~io ni le r>iù interes<>nle ··re nurmnle in tullt i casi, e•l in qualuriiiUI.' momento in cut ru p r~tli ceto l'e~allle. L'e 1une delle linJ:Utl ad occhio nudo nuu dù r jquJtali ben nell . .Selle re~aoni che <:Or t'l lo "Cd ·• tl•·• Jolori piu viva, nou i ''ede llulln rl'rl!loa·male, ne'<!-<Ullll ulr.erszione. Coo la lt>11l••, 111 t'Ortlrarl(•, •1 con•l&l~>nO t n corll •i ti, 8 piu «peciahneole SUi marsr111i eù nlh• punte t.!ell'orguno, pic~:oli punlt •h un roc:--o df•pr es.. l come ·~ una poa·~.ionH delta muco!'oln rosse stbla portata via C'fl!l lo '<lampo: •JUt>,.ti punti ulc<"rali non <:OliO Ytf!ibth eh~ con la le n le e na...co!lli m• li P pieghe rlt>lla muco~a. Un leJ;!gero l oceauwnto, c>on ua111 11paeillo tino e <~taussalo, tleter auina 110 tlolnrc rnollo vivo, dolore che il paù sovente P S U"S~f::'uttn oln un~ ··r1~i ru .. llo f!OIIO"O : "OliO 1 punti della muC'osa esuil'l'l'Rln r.hP ~·uo ht <~ed·• tl•~i fenomeni doloa"O'-Ì ('he tormenlAauJ il malato. lnfatli, t111ppertuUo ova vi banno cod,•ra n tìtte. l'li coll"talano quei punti ro,o;;i P.tl escortati. t~"'" ~ono Lnnto più numcro-<i •ruauto piu al dvlore 1: accenhratn e 'ivo: e la loro di~lrilmzionc, più o meno e!' lesa • in rnpf•Oa·lo l'Oli l'e<~lerNH>IIe ~ll'~<lO d«>l dolore ~opra una pot7lnt:c piu o IU"IIO ~rand•• dell'or~uno . Vi ha rtuintli un rapporto naolltl nett n tl'a ìl ~inloruo o la lesaone accennata. Qualo •'- •ltll'sla I P<~ione? .So·1 vi ha •lulobi., •·he la le<~ione esi~tn 10 cort•tspondenza Jelle le rminiMI ~tni nt!t'vose 11ella muco<la l111~uale; i carallea•i del t.!olnre, coma (•Ur~ la !<:J& '-e lo, l'inùtcano ,. perrnellono d1 effe, tnhr•• eh~ P cosi. Ora le papille d·•lln lmgua sono 1 Jlllrtlt 111 r.tu vengono a Lenmnare i nervi •:he arrivano nlla liuzun ; c •luinti in corrisp·111t1enw dèllù paptUu che devono 5VIhappt~r-<t lo: lesioui 1ndJcalc. Tutll! lo pnf ulle, cahcirormi, run~il'urmi e tllifurmi, ricevo11o nervi, tntt rwlln. afrezioue in .Jiscor·Mj le pApilh~ calicifor mt 13
\,,'fl,
19~
RIVISTA
non c'Pntrano, pPt'ché il dolor e risiede 111 avanti !!Pila re~inne che es~e occupano. !>ore chP nt>ppure in corrìspondt•nzn delle pa pill~ funl..i· formi risiodu la IP•<~on e. Queste papdlt>, nettamente ''isibili •• .r occhio nuclo, furono sempre riscontrate normali. In certi maiALI cut·ati dt11l' aulor·c le papilll\ fun~if.wmi erano piu voluminose chf' allo stato normaie. mollo "JIIIr~enti: i maiAli IH'CUSfi YAOO dolcwi tni'IJlO VI\ l, lJIQ IJOH ., i poteva supporre che Psse fossero lu CAu'!a de~h accJtlt>J.ti. in falli, i toccament1 non ~olo lcg~eri. mA br uschi, o con solu· z1oni ac1dt>, non hanno u1ai provocato 11 minimo dolore nella loro corr i.,puntiPnza. menll·•• rht> cnn l'appht'117.1nne mnlto he\'e di uno :,peci Ilo smus!<olo iu corr1~por>den7n dei picco i pu••ti rossi escol'iati, e di!I'I~Jninati ultorno e tn1 le papdle fuo~formi, ;..j delermlll8\'8nl'l ~ensazilllll molto vive Ili C.OCÌlti'P e crisi di dolore molto pr<•nunciate Pare quindi cho s1ano le papille Rh formi che .::ono la sotl ·~ dei dolori rli rui Ri la~rnano i malnll; t>sse, ossendo conw ùt!pitt>Jiz.z.atc,lt~s ìano a nUllo una ~uperllcie e~coriala "111111 '1uale lutti ~li AJ::t>nli irri tauli \'enuti <hl ùifuor1 o risiedenti r.elln bocca 8A'iscooo in un modo fllll''li<~LenLf! e costante. Si Cùlnf>l'l~nde quindi che 1 Jolol'i non ablllAnù tendenza a CP!'sare un «alo islltnle e che in certi momenll e««i siaoo p111 accentuati. Le le1·rninazioni uervose, non P!t.,endo piu prolcth! dell'epitelio che é scompai'"O, snno cMtanlemeute rrnprc .... '~ÌOOate dal conlnllo dei denlt, della l'lllliva, tll'II'Aria, e r t>aglqcono provocao.Jo un oolor l', cbe sarà tanto più fl .. sr> e LenHre qutullo ruù le eccslazioni prodotte saranno e~"e stesse p1it \'1 ve P per l'listenlt. E rn ·ile comprl'nclere Pguahuentt• porcili' l .Jolnrl :'Uriiii!IO pii1 estt>c:i in 1111 c·aso e p111 lirn1tall 111 un altro. fi(Wondo cliP il nume l'O delle• JIAI!ille allt>l'ttte sar·iì p111 ~ranclt\ u che quello' c! w c:aranao ma'nt.e saranno oli«trihllltt• sopra una piu :rrau.Je "llfH"I'fiCI6. l rdllw, quando nel rnqmPJitO do l pO!i~ lo vi !"<OliO c r·i ... i di olt~l.>l'l ucl tumpo della ma'-t•cazione e •Iella de;.!'IUIJZIOIH'... i P. chll le papille denu.lalP "!liiO imprll"'"'lonate p1u n"amente o~u~li alunenli, f10prultullo st• I]Hesti ultimi ~L>onn por se sle"Si irrilanli.
CHIRl'JU,ICA
105
Si Jllll• anche ~p1egure rncilmente l'oc;sonza di dì'-.turbi , oe.lella !WH!Iibilità ~'<peciale, dappmna perché. ~ul nume r o mnumere, olu dt pa pille llliloruu, 1. 111 ve ne ha rdalivamenle che
.qualch•· luna che '<in •'ot"i le!St.t, e perché, d'nltra perle, le altre papillll ~<nno intalle i·: pal'llnenti fac1IP .;;pieg-ar" l(uello ~ln to rh iporonclriA tal'VOIIJI 111ollo pronun•·•alo che "' r•scontr·u nei maiali affE>Lli da •1u••!1lt' g~n ·te dt malallw pet· la per"-Ì'ilenza clei dolori .e per l'm'lucce ..~o 111 lutti i t·tmedi rnesl'lt in opera. Ess\ ere•h)tln di ec:f~ei'O afTelli da una malattia ~tra ve. L'idea d t .un nu1crn l"i pt·e..enta alla lnrn tmma~rmflz•one Co-.1.8nlemente •lt•minutj 1lnl ticn(\rP d1 un'affezione incurabtle rhtJ "' manìf•,BIA coi dolo n [llil pl'rllll tPnli, E!!;l"i ti! ventano nns•osi, tr1sh è, dopo quoiChti ~emp11, veri ipocou.lrlal'i. Si puo pero 111111 '<•JI&rn·•nl•• ullevaru •tues~i malati. ma 8 ncltf' guartrlt complt·lamente. Tult• 1 rum•.lt ~ono c:tall 1111piegati conll·o que~ti .tolor1. """ encltt• dopo l'applicnzìonn dei lo'lsirl ralman li i pu't Pnergic: in l'Mr il'lpondt>nl.A deli•• pAI'll che erano lfl .:ede dei brudori. -se ti tlolore c.-.... a,n per tualche momento, r-ilorfiB\'8 in seguiti• p!U mlo>n~•J. Fur•)IIO put·e tonloli i loecumanti cnr• so ..lanze lrriLaoli, neliR f'.U(•posiztoue che con le mod1rlcationì in tal mod11 nppmlat•• alla mu•o,!l lioguAie.quesla dtmtnuisse nell• sua S"n'-aiHIIlà ~ ma il ri .. ullalo ru anche negali\'O, l n llrw, in se,F:uito n11a <~r:operlu della lel'ìone ÙNicrilla, il dolt.or Coupard hn !'illmalo opportuno diAlrug!.tet'e i lo~suli in corl'I"P·Judenzu dt •1ue1 p rcoli punti vt. 1b11i cou In IPule. E~tli lul r11tlo <~u tolta 1uei punt1 una caulerlttuztone con •l gal· von()· 'IHIL••r•o, e dopu "'rie ._,.,Jul~. il cut numero ha vHriato se,·ondo In tptanlilà dei puttll da Cl.lllleriuort>, egli lw t'lllll'llll· tal.o ll!t IIHf:!liOrnult'lllll ed in eS!ujto la ~uartgione. a c• .nd.J~tOiuJ che tullt i punti le,., ~~~nOJ !.<Lall t·auteriuata. An ' he 1 malati l•·atLalt m tal tno In tloll' aulor~ hauno ollonulo 1111 noLevoll$ rm~lio ram outo. ~'.hn 111 alcuni c divenuto guur1g:ion~ 4ieRnil• vu Il lratlurnenlo è or linarinuwoLe U1<11lo luogo, pet l'fu! lo> :se Iute ~~ cuuLeri~;llnion~ 11011 ptJ-.-ono C"~er·e troppo luu,sthe
19()
Rl\ IS'lA
e r•OII si può ngire che soprA cmque o ~ei p'lnli uella me•IP!<imn secluta se si ''uole che lo cauterizzazioni sieno sop fl'Jrtatfl dai mnlatt. lnnllre, accntlu che tra duo~ ~edule nuovi punti dt popillile c,i :-vìluppino e neces,;ihno un nuo"o inler veutll Non si pu6 t•ileuere, infolli, chEJ quando un malato sarà stato lra ltuto ad un d11lo mom<>nto, egli sara tlel lutto liberato •if·t .su., male. La ma ~gior pnrle dopo alcun1 lllP!'i unn soffrono ptu •• '<oon ::ruarilt cornrlletamente, ve 110 ~ono alcuni n••i qual t lt.l eru· ztoni di pa ptllite ~ono mollu fre•,ucntì, o che, tlopo aver cJllenulo alc-uui giornt dt calntn, >~ono eh nuovo colli Jai medes.imt acci1lenti. Ad ogni moclo si può ritenere che le caulertZzazioni con ti f(&lvancttulet ìo sono d'un elft>llo felir·~ in tuUt t cast tl non oo;LanLe la now delle recitlì''''• 1!!1"8 hanno "empre dalo il ruia:lior risultato.
Trattamento ohlrllrgioo delle aft'ezioni dell' apoflli ma•tolde • loro oomplloazionl. - (Brit. M ed. Jottrn.).
Nell'ulluno Congroto~o clell'n ..l<Octatione 1nedka bt·ttr.•uticl1 a Newca~lle·on-Tyn e, :;i fccP un'impot·tanle cli!'CUS· sione su q w·~lo "ogyello, alla tJUOl<' pr*\sero pa rle ~~~~ inenli t·hi r u t·~hi del Regno Unito. U prol'essort· Guglielmo Marewen ( lell' uniwr~ila d1 Gla!>gO\\ }, comtm'tlindo dalla pato~encst etl anatQuua pololof!tca tlelle allezioni della apofisi ma..l11ide, u~serì ~empro che esse si propafr&"nno dall'ot•ecchio rncd1o all'antt·o e alle cellult> dellu ma!<lOtùe, e cito dopo aver di .. tr utto In mernbt·nna muco"8, J'o<>so o ltt dura madt•e, si e"tt•ndevtuw poi allo allr lj llll'LUIJrane del cet•vollo. Parlando 111 ~enct·ale, egli convP.nue con Schwartz•• nelle suo raccomuntlalioni cit·ca tl lc>mpo più propiw• alle opPl'8.· zioni «ultH tllll"toide nelle ntTt•ztont l'lfelti\'e pu1·uleule de l· r prerchio tnedto, ed 111 f}lt~sli Cll"Ì l'antro e la relluln maRlotdea debbono ~-'S"ere completamente demoliti. Ptt""O in seg~tito all' anntomia chirur::i<'ll tlell11 reg on.. mostoidl'n, fa· cendo nolo•·e la posizione t'•-'<'Ìrt•oca Jell'anlro mastotdeo, tenuto~i
•
CB III UI CICA
497
del ~eno sigmoide e ,Jel canale facciale, e mo.,lro cbe la tona f'icu r·a lrovR!Ii in uno «pat.io. in cui ba opera!o sempr·IJ in r ue!lli ultimi dieci annr, P h·ovo elle 8!-'SO fu sem pre il piu 1 H1latto per J:ruo~ere all'antro c clm e~li chiamò tt•tatt[!olo soprruuealalt·. Queslo triangolo 1:'1'8 libero del seno laterale e, ,.... j opera va ::<ulla pal'le ~<uperioro ed eslt>rna dell' o«-;o, ~tnclw tlcl twno facciale. Il cnnale faceaale !liace sul pa,·lnumto del p!HI!Iaf!gio tr a l'twll·o e I'OI't•cchio medio e lraverM 11 1 ~e,·rmenln .tal lato IOlPrn.,, Di rè~tola, dopo l'e pt>rluru dPII'aut ro, l'nttico t1PII'orecch1o modll• era ~spo-.to aJiarga ndo e aprcn lo in nvnnli l'o«so. M o l'IO allo flroper to l'slLico, gh os· 11rdm (•rano &Qpor lnti unilamenta nlln ma,.'lll delle granulaXttllll dell' or~eeltio medio. o .,po caò, 111 cutP dell'aUreo era scruJtnlosruueule ellnmfnata u ee Ai trovava erosa, er11 compltllamente n perla. le ~ITanulnLionì esportate dalla dura mudr·"· ed il t'!'r,·ello •·rn lascinlo cocoper lu e se occurrevo, inC!Ì"O. L'allce!<SO del C!'l'VPI!o pnLI•ehbe venit· vuotato ùa que!'llò punlu, ma Jev'es~ere inei~) f!nch•l ìn ~op ra per r rmunvere eunt'l di t e~liUln c.-rf'brdle, i quali 11011 potrebbero asportarsi 1•er a llra via. Il toano laterali.' cr·a «imilmente trattato se la malauia .. ; era propa~ata nella .. ua du• ..zionP. In lutti fJUe'-li eu 1 •'rH ~~~~essario r imuoYorc il focolaio del materiale in· fellivo ddl'o«"O e tnglinre le vre per la quah es~o l'li propn· g evn dal Ctlr vello, e per ·h\ IUanhmtJUl' l'ape1·tura dell'n..ce"so poto•<:...;"' t>fl~t'r· f~tlla dnlt~ ...,JIIamme del temporale, pure la via per la quulo l'a ffezione giungeva al cervello do vev~ richiedtJre il rn ede~:~irno lralt.arncnlo. Quanto ai lr·ombi mfaltivi del Men•l lale1·alr egli prefe1•iva ùr Ja«ciarlo com pletamente aperto, di tn~:lterne Il conlt•nuto, ùi sr•parar·e la parete e~lerna del "enn, tlì &t·carloCCtare que-.La membrana sullt> parell rnlerne dt>l ~'~t>no «tus ..o, tenen.tola rerma rn questa posizione me•lianle abbondante polvere di iodofor•mio e aci Jo borico e •Junlche po' d1 ~arza all'io lnrormro Egli prereri,•a que~lo mtllu lo a I'JHPllo di legare lo gwgulare, perché la l••galura da ' lllt>~la vena non prèveniva completamente il passaggio di matt'rrale ìn(~lLivo nei polmonr, pa !la ndn e -~o. mediante le ,:tl'll"Ae w•ne tle.lla ba«e dal cr'OIIio, dai forami a nter·ior·i e pol!tur•inrì dull'occipitalo nelln vu11a verl•'hra le e da f{Ue ..la nella
jll 198
RIVISTA
solloclavicolare. Per u vi sono cast tn •'ui anche la gtnEorul&r& è C01ovoll&, e allot·a egli consiglia di gettare un laccio SI) ' questo vaso. Riguat·do all'antro ma<~toideo, e~li dopo averne completamente me<~so allo scoperto tutl& la t'avità e demo• Jito le sue comunicazioni colla cellula masloulel\ unitamente ' a queste ultimP) teneva \Ili O di IJUesli due metodi: o zalfava Le pnrti facendo che le g ranulazioni venissero dol fondo, r·osiccht'~ infine il tessuto che ne clet'IVfi''A occupava rantt·o e l& cellule, oppure, ~r:s l'affezione della pOrJ:iOil6 rwtt·osa <h•l temporule non erA stata completamento evacuata A cau!!a dell& pr Jfunc.lilà della sua s•luatione, egli prt'feri "'~ la sciar·e un'apertura permanente tr·a la pot-ztonr• pelr<J"a l' la -illperfìcie esterno del ca po al di diett•o dell' (•recchto ed egli olten,ev& ciò i(lppez::altllo ti pa~sa~~io m{'diuute eptlPiio provenie11te dall'orecchio medto e dalla cui>'. Qtuullo at r t-.ultati, e)::lt ha opet'Hlo solo 80 cAsi dt afl',.t.iom del111 mastnide, eJ "' quellr in cui la malatLitt t- ra ressn ta coll'operaziono, la gua •·lgwne fu permanente, ma in quelli tn cut e~~a avevo ori~ane dali& por/.Ìone pelrosa, fu nece'"'"flr to mAntenere permanente u na tlsloln, da cui gemeva buone (1uantilù di malol'ia siero pu rulenln fi•goardo alla meninsntì:l con..eculiva s morbi infettivi dell' o rer,.chio medto, quantunque dapprin~I)JIO egh O\"esse avuto dei dubbi sulla convenienza d1 operare dove esìstev~r meningtle purul~nla, egli orli non l-~ita a procedere ull'alt() operattvo: • rua<~i sempre ha olleuuto buoni risultati. La rm•· lallio quantunq ue mollo e<~le'"~ & st.ala con rssa ort•eslala L'a <~cesso cerebrale non fu un osl.llcolo oll'ope••azione. 11. Il pror. Vitto l'io llo rsle.v (ùeli'Universily colle~e. Londra) dit~" che in quasi ognt CO"O è d'act'ordo col p1•of. Macewen. Egh poi fa le seguenti os<~ervuz•oni: 1• Quanto lampo debbono durarl:l l tentativi ratti Coll'ortl iOfll'IO trattamento anli~elllcO primo di proc~dcre all'operatrooe rodicale7 E gli <~limA che ba ..la un anno; ..e in rruesto tempo Je g ronuloz•oni no•• venjlono su e se non si ottiene la cicatr·•zzozione, l'antro loideo dev'esse•·e aperto unil&mente alla cavità del timpano in moJo da forma re UIIO cavtta sola. In questo modo i grtlvi pericoli di vita dipendenti da persislenLe scolo dell'o recchio, quali l'a vvelenamento del f'ang ua, la distruzione.
rna ..
\;Hl8U I Gl C.\
IH!I
1ell'oS"O, la trombosi del aeno ve noso, l' mllammazione delle mernhrane cerebrali, l'a"ce~so cerebrali', pos~ono esqere al· lunta ualt. P oiclu l'opet•sztone t> priva d'ogni pericolo dt vita, l'tuuco ill!•ucce""o <O:a reblw quello di nuocere alle fun1iom dell'udito, gitt tanto alterate. A questo la sua esp~>r•en1.a ~rli ha rnoqtrato clw l'udtlo alle volt11 è rirne~lo pPr fellamente normah• ,Jopo l'oper nziout>, allr \'lllle ha nugliorato, alle \'Olte hn subito una dirninuzinn~ . E wantfeslo quindi che In rtue"' tvnP dnl peri<-nli cui w• •ncontt•o l'urlilo unn ~ imporuu.te ~ non può contr·naudi('art• un'op(:razioru~ che ... ah•a la \ilu dt•l l' nrnrnttll\tl). Rtg-uardn o cif1 e!Xli (•~pres"e l' opìnion"' •·h~ non 'i •· alt un n~ntltggio n lasciar in ~<ilo la s taffa, c calli al 1 ropo,.ito un c '"'o auollu rhlevolo• in cui lu cavtUl t11upa11ic·a ru ra ..duula '1011 meno Ili tr•e volLe. e l'utlìto rirnn3e perfettameule normale. 2' Dopo avet· parlato del vaJnru del olrt•na/li(IO prolun~tato P•'r ottenere uno cura rad rt'alt~ a rtp•Jr laruloAi al fHUO, gi8 OMiervato dal prot' Macewen, 1 mi;.'lanri r1!1Uilali -i ottennero nei casi in cui l'o~!'O della rt'gtone Olii!~~Oidea ora stalo pin allaccalo atella por~k.n~ pt•tr,l!'lu. •·~ori• proct•delle n discutere il lrallamenlo del nervo ra<.-cialt~ e rece nolat·~ che uet essi io cui ti llt•rvo er11 !'lato mes,o allo scoperto dalla malallia, uno ..lrumenln pll!ISAto oblictuamenle ad es~a avverlirl'bbe l'operatnt'e dulia sua \lcinanta e lo pfllrebhe così rigpot•miare. In ··a~i mollo pravi di da~truziour> completa del ne t·vo pr·odotta da analallta tubercolare egh espres e l'opituone che ''t•rJt la pME~ibiliu\ tli rtgenet·arlo mediante l'inne.. to. 3' Pro· r. ·lette m• ·Ilre a rnenLi nuare In pericolo..a complicazione •l••lle trombosi t.ll•l s~o vP11oso, e si t·ifet•t al suo or•i)!in&ICI :ot.~:~ertmt•nLo chP in questi ca<>i la vena :tiu~u lare deve e<t"~re le~atn al coltn per evrlartl di far staceare il lt·ombo t: pr•nolurre cO"Ì embolismo dal cuore o dai r,lmoni. l hrillan1 1 ri .. ultali Jr Lane u Ballonce mo~trarono il valore del .:-n .._ lo.l" »•loltlllO ~ la crtltcu cui e"'<:o u stato assoggellalo .dal punto ria vtRlll della connessillno del se llo in vat•i ••mì'!S&l'i unn ha bn~<e set•ta, perch • il lrombo in fJUe!!li cas1 spt>S'"u "'' ,.... tendeva dt 1:\ Jalle vene in parola e per con eguenza Qulo la legntura della giuf(ulare poteva Mlvare la vila del-
1
,.,n,
200
RlVIS'IA
l'ammalalo. Egli convenne che iu caso di ascesso cerebrale, la cavità dell'orecchio dev'essere completamente aper ta e clisinrett.ata, procurando nel contempo che il materiale abhia libero esilt> dal cervello. Il prof. Macewen rispondendo al prof. Hors ley disse che "'era una certa dirficolt.a ad essere sicur o dello posizione dèl cana le facciale in casi cii masloiclo scler·osala. Nei cusi comuni il canale facciale era ben marcato. La medicatur·a si r..ce semp1·e r-ul lello d'opera zion~. e pet• l [• ed anche :li giorni le pat•li non erano tocc.aLe. a aneno che l'alla temperatura o l'abbonclanle scolo non ve l'avessero obbligato. Ili. Il dott. H. E. Jones (di L:iverpool) ri.:hìamò l'attenzione s u d'un metodo alto a determinat•e lo condizioni della mastoide prima di operare. Se si applica nel mnrlo Ol'dinat•in uno ~tetoscopio e il diapason sull'apofìsi, ~i lrover·eùbe che l'intensità del ::;uono val'ia consider·evolmente col variar·e dt~l sito d'applicazione. l n qu esto modo e~lt ha esaminalo g ran numero di casi. I r1~ultati sono slali in breve 1 <~e~uenti: 1' Nella gran mt~ggioranza dei caRi il diapason era sentito meglio e piil luo~o lempo quando era !;'ilua lo sulla piccola derressione descritta dal prof. Macewen col no me di lrian ~olo sopramPatale, che lrovasi propt·io al disotto della radice zigomalica e un poco al disopr•a e dietro al meato osqeo. Da questo punto il suono s'estingueva prontamente quando il dtapa::~ou scOl'l'eva iu sopra od indietro ed in m.innr gr aJo inferiormente. Questa ditl'e1•enza , non era molto marcata, ma non pote,·a conoscer:~i '-8 "i si fosse prestato a llenziooe. Questo triangolo é 11 punto in cui l'antro più si accosta alla s upel'fìcie e per const-guenza il piu favoreyoJe sll'òperazione. 2' In pochi c:asi il suo11o sembrava essero quasi egualmente intenso s u lulla la masLoiJe, ma supel'iormenle e posler1ormeute essere ben definilo. In uuo di questi casi in cui il suono et·a slraordinu riament.e beu condotto, aperta l'apofisi ru trovata contenente una larga cavita ripiena di una massa colesteaLoma losa. Un altro caso, tuttora in osser Yazione, presentava il medesimo sintomo all'ascoltazione, e presentava oltL·e a ciò colesleatoma del meato e d~:l limpauo: l'operazione fu l'itiutala. Nei casi in cui il suono
CHII\lJIIGICA
~(I l
era dil1'u11o ma non ~trao rdinariarnente t'o:-le o rnr~e meno forte dell'ordiiiRt'JCI, eftlì avtl\8 trovato un'apofisi pst>na •li diplue o sclero~la cu11 un piccolu antro profundamenl~ ~i tua l{~. Inlinl' t•gli cretlelle beM rar noto che se il ~eno laleralo fo~<~<t> anorrnalmen~· !>tlualo piu allo innanzi eJ all'e lt>rno, il Sli~'"P0"l0 meiOtiO d'esamu potrebbe far scoprire que:.ta anot·rnalìiA. 1v. 11 doU. Wllliam Bill (d t'l St. \tar~·~ Hospital , Londra) ~~pose una seri'' di osl'la temporali pt·epurale in parte ,}al !llil!nor Jack.,on Clarke e l In parte .la lui slu.""O, la 1uale ser,·i tt moslrnrt) molli de1 punti anato1uic1 su1 quali in~;i "'lt•ll.e il pror. MAcewen. In parecchie O!lM il lr1an~:ol o po~<tero-SIIJtéro-meatale I"OI 111110 \"ertice pot•'> bene O!'l!'Prvar·si, e •JU81JdO •JUI•sta J>OI':tioue d'OS!'!O ru Lnllll, l'antro IPrnporaiP fu trovat.o a variA prurond1111. L'espressiune antro ma~loiJeo •' ~~1uivnca: l'untro è lhuilalo superiormente ..d eatf'J'oamanle .!a•IO !-II!Uamma Jc•l temporale, inlernamenle dalln pnrzione pelro"R e ,...n!o u;r,mormenle dall'apofl"l ma~loide. Sembra ndun1u"' che il nome di antro temporale ~ia p1ù eppropJ•into. V. Il cloll.vl' w. Robertl'IOII (di New- CRRtle -oo-T.rne) ilisl'e cl1 ti prur. Mact~wen aveva mollo e:satlamenle iult>su che, mentre n~ll'ol1l~ medta pu•·ulenla acutu la guar1gione t>ra da nspP.Uur«i tli'IIB mngg1ornnza dei ca!li, nella cronica in''ec·u l'ot·ccchio era esposto Al magRiori donnt causali tla inrez•ooi che p0li'V8UO esle11dersi a les<~uti importanti. S~m bJ•erel_tbe che le secrezioni nell'otile acuta si pole'lsero opporre a 'JUeRtH Infezioni, cosa che non avvoJ•rebhe nella <'l'flnica. Il pror. Mocewen pnrl6 soltanto della sez1ont.~ dell '"r•oflt~~J masto1de come fu già pi'Oposla dallo Sc.b" arlze 01· ~ott circa veul1 anni. ma n•\ egh ne il pl'of. Hor~tey ricordarono l'eccellr•nte modo de operar!.l di :-itacke. Qur~lo gar t>olisce 11 seno facciale e il canale sernicircolat·e. Il con"llthll dalo da llorsley di cura1•e per un anno un'ol1le cronica prima eli procedere all'operazione ,... eminenlemenl~> prallco. l roleAL~alomi una volta formali sono ribelli ad ogni tratl.8mento, e possono pt•opaga•·si alla dur·o madre mediAnte il
RIVISTA
connettivo e roden lo le ossa che inconlt-ano sul loro pa~ <>aggio. VI Il prof. Rushlon Parker (olell' Universily Colleg... , Liverpool) ~redé opportuno di fi<>~arP le 1dee su certi Lrallomenll rottliniers, dell"olite cronica dai quali poteva espella• si beneficio pri ma di procedere »Il' operazione. Egli pratica e Clln~i glia l'u!:'o della glicerma renicaLa (1,20) com e gli ru Sllj.tJ.teriLa dal doLI. Pagon Lu\\U (d1 Bat.b) a preferenza delle imezioni antisclllche, le I'}UUh non po~sono a,:1re dar-peJ·lullo prima rlell' a perlura dell'apofisi mastoicle, e ten· dono a portare piu mlet·narn«>nle, senza rimuoverll, i prodoni e gli a genti settici rinrbiu:-1 nella cavità os~>ca. Se la suppurazione non cala subito o '-e III"Ctrge la febbre, egh consittlia l'apertura pr1maria d.-Ila rPgione masto1dea medinnlo una piccola ~~or b1A. Alcune ,-ollP, anche dopo la riUscita apet·lura della rPgione, la rt.'IJ!Jre continua per purecchi giot·ni prima di scomiHII'Jt'e completamente. A vendo a Lt·allare la trombosi del ~~·un laterniP, e :xli a pprezzb allalllen Le la propo~la del pror. ~111ce" en da non procedere, cioè, a llu legaurra della vena ~~u~la1·P, conleutaudosi soltanto della occlu--ione locale mediante l' apettur·a ~ lo zafTamento del seno· la legatura pertnnlo d1vento necessaria se rl trombo si P:-lenrle a l collo. VII. Il dotl Wm. ~l•lligt~n, opina che l' alllco litnpanieo dov rPb be aprirsi ed P~ploro~i nt>i casi di morb1 cronici sunpuratavi dell' oreccl1in me.fio coutPmporaneamonte all' aperLur•a dell' aott·o. L'attico diventa uu sito mollo appl'oprialo alla produzione ed alla p1·opaga1ione di materiali "'etlici, ~ic· cliP dovrt•bbe il chirtH'I(O aver ogni cura di hbeJ·arln compleumwnle clel !' U O pulr·idu contenuto. SP è ue-ces<>arao, ~~~ O""ICIOI ammalala debbono esser~ a .. porl.ati al ternpo ~les"'n. La facolla auditiva in tali casi ru ukuue volte mollo avvantaJXg•ala t>pecialmenle n:.ruardo alla facoltà di apprezzare lu conver ..azione. Il metodo preconìuato da Stacke, d• d1videre la purele mentale poc;teriore ri picAandone poi andaetro i lt> rnb• nella cav11à ossea rormuta du ra nte l'aperluru dell'an· Lro, {~ utile. Egli t'· d'opi nione che in tulli i casi in cui u11 a scesso intracranico ò diagnofllicalo ed operato, anche l'antro
CHI RUIIGIGA
mASlOJ•I••o dev'es~ere aperlo contempol'aneamenle. lo lull• l cu -i crt•lll<'i In muco<>a tlell' aulro t: afT~lla, e, se es~a uon è Jit.erat.a tlalle parU ammalflle. una ret•Jdiva può aver luogo
{lfl""•hilrmmte.
G G.
K1uscu. - Trattamento delle uloerl varlooae. M rd. Jor1rn.)
(B r it.
Il K ir,•·lt 10 •t nelle ulee1·e v~~ricnc-«> nelle •1uali l'a<>soluto ripn<>ll, JH'I' l~ f'ontlizii)Jll tlelrnmmalalo. 11011 può ollenert>i, ha ntt~nuto huo111 n«ult.all riai ~e~uenle tralltlmenlo. l ukt!ra ,, prof,•nciA, lo c&\'tlb tw è I'JP!npiln di :zra'~<>n al iodo(orrnio,
s ..
fin a I'III{S:illll~ert! 1l JtveiiO CllliUIUO, i bordt e ~li llll~n}i "'"'n ;opnluutll cnn dermatoln e il tuuo è cnperl(l ila comIli e '6 H'Mr b,.nl•. Su •(Ue~lo medJcalut a ~~ ~<i lui una ~pugna "~UIIIcll'nl•· hu·f{a, 11rnida, calda. St> l'ulcera ,·. piana, una rn"~'IR idropalica
vi t< applicala d•r••llamenle alla superficie. In ••••l•·nmhl i CII"~Ì, l'orlo e avvollò dollt• dila al l!inocchto in uno ra ..c•a wotler·at.aml'nle c;trel ttt, tna eli les!lul.o elastico. La pUIWII è cr,rnprt> ·8 of:'lla fa<>cialur·a. ~el lo ,.pazio di uno o •lùr· g10rui lt~ 1 lr''''' era c.onr•• incuueola nell'ulcera. Pro~e guencJo Il lt nltamento 1 mar·,:nni cliveutano morbidi e appiann li ~ il (ondo .t~ll'ulcera (lt·anulttule. A que!c'lo periodo puu u a r<>t una tptakhe pomata, ma le CCimpres~•rne colla spugna d••' 't'i"8 ·r~ c·olllmuata anche quantlo l'ulcera semhra guarilo. St• 1 bordi tl•·ll'ulcera ·ono ano rmalmente duri P. r e!'t!'llenlt, ti mfi"S8ggio e molto utile ed e~Ao vie11e praticato medianti' uno !<peciale cilindro. Se l'ulcet·a ~ tanto dolente da 11011 per·mellt•t·H l' im•Mùiata compr es!'ione col in ~pugna, egli uv vi-
luppo J'nrto •JU&uto più rn alto ,. po~!>tlcile o cominciare dalla z•>lla '-l'URtbile. L\~dema è co!'i ~pinlo vl'rl'O l'ulcera e fJDJ!'Ce •·olio •·nrnpttf·ire Le ~ucce~ . •ve medJ<'&lur• ,Jebbono ..empre JIIU O\ vìcinat·si all'ulc~ra finché ~oelun!luno a comprenderle. Il Kir..ch .,, e convinto dell' utillla del 'iuo metodo per a\'erlo 1tppltcato in numerosi cast d1 ulcere vat•icose e il principale 'uu vnnl&g~io l' quello di pcrm~ttere agli ammalali dJ attendl!r e &lll' lor o occupazioni. Egli ha ollenu lt> dei succes~i 111 tndivirlu t, le cui ulceri avevano •·esi'3ltLO per anni ad ogni lrnllarn .. nto. G. G.
81V l:O. T.\ GER><t.:-~v.
- lluovo proca..o per la oura ra4Joale dell 'end& ombelicale. - (J<r1t. Med. Joo r n.).
Il Ger·~tuny fa notare che negli uiL•m• dud ann1 é stato suo coo:Lante pen .. tero dopo la laparolomta dr alfroutnre mediante suture i bordi mlerni dei mu~>coli relti. In •JUe!'!IO modo la di~trults linea alba è so~titm la da uno ~lralo con tinuo cl1 tì!1ro muscolari con traltilt. l buoni rrsultali sempre otlenuli da •1uePLO metodo, lo banno inJolto ad adoperarlo nella cul'a raJrcale delret·n•a ombelìc.ale. Ecco 1 lemp1 dell'operoz1onP : dopo la resez10ne della c•~·atri •·c omholicale che alcuue vnlte aderisce mollo inlimamente al Pa cco erniarro, cruesto é scolla lo lutto intorno e aperto. L'omenlo che protrude 1\ legato e rec1so unitamente agir mtestiui respinti nella ravita addo miueh:. Tutto il sacco é ora asportalo e i margini sonu af frontali con punti di sutura. Le gunine dei mu<~roli r etti POIIII mp«se allo scoper·to nei loro marzini interni, i quali sono llll'r"i allo scopo dr .-gporre lib••ramenle h~ fibre LOIIscolari più mterue. Le dtfticollA di alrronlare i bordi J~ i r elti s i lont.sni tra loro ìl vinla Mparando, col bislurr, o~ui muscolo dalla sua guaina: tal clis!!ezione eleva e'-tcndPr'-i lru le due pìu \'iciuP iotersezinni lend:nee. A que!"lll punto dell' operuzione e n ece~sa rio fAre purecclue legature. Se i duu mu~coli possono porsi a conta rlo senza ~overclua di~Lensiooe ùe>llo lor·o tlbr•o, gli oppU!•Ii mars;tini interni sono unita a mezzo clr <~ulure rntercr~e. parecchie delle quali deh bono includer·e le int&rsl't7.roni tendmee gia messe allo ~Cl'· verlo. Poich~'> la ft>rila esterna é per neco"sita mollo esle~n e a pnnoicolo ndiposo e la rute sono scollati rlolle rette di!t· sezioni, mancano qua"i complelamPnte },• cond•zioni .iella pruna inlanzrone e 'fuindi il G e~un y melle i punti t li "Utura suprrllciali alla flne dell' operazionr, ma non li str inge ._,, non parecchi giorni dopo. Lo cavità ~ pe1·ciò l&Rciata aperlu e taffata di slri .. cie Ji gar·za antisettica.
G. G.
CHIIICRI.IC -\
atreuameDto del te.tloolo dovuto alla rota sto•• udle del oordoae apermatloo. - ( Brtt. ffl(•cl
Il\\ F.N. -
.lou l'Il ).
11 prùf Ow.>n rireri.,;re un CII>~O di •iUO:llo genere. Il peziPnte e1•a uno sc"laro di lJ nnni, il qualt• avt>va il teslicnlo ~'•n l'lro non ancora disceso nl"llo -.eroto. Dopo aver ~iocato nl c r1ck<>l, c~l i fu pre~o da forli dolori all' mg:mne "inislro e cominci•' a \thllllRre. Fu "IIUilo ri overato in un o .. peJalt~ ,..,Ile diagno!<l dt ernia -.Lroualfl. Tt·a l' ot·iflcio t>~terno dd <'HnHL~ inl{ulll&lf• e In ~eroto uolRVAl':l una LurnMttZIOil6 dolen te dPI volume d'un piccoli! u tvo rJ1 ~HIIina r-:on \'Ì ~i nv-.~rth a alcun urtn, n·· la peli!! 8\'eva camb1al) colore. Til'llllllo ltl.ll~~rmcnte in be~so il tumure, ~>i polé ''erlere <'he al cor.ione ~permoh..:o era ltli<>ro e l'urifi.:ltl inguiuule uslet·no Jl~' rmeahlle.
0\\ 1!11 enu~·· l' .:uoi,me clw lratll\vasi 1l' un in~tor..to d ·1-
l't•pididimn ,. rld luRllcolo, dovnto ullu rotazione dol c·ortlnne 1 ermalil'o. llorn tl\'1!1' m c,...n le parli allo :<corPrlo, 11 Cill'· ol(lno• ... tHnhnc uonnaiP. l OCI!'II l a ltll11('8 Vl\l!inale, ne flUI ciel 1ero ~onl'ui••nlenlo, il le.,lic 1ln e l' Ppididimo furon lrMnli ner"A<.tr• e,l 111 P·tnto di inizi11la gangrene. El{li per.:iò h n<=porlll dopu '"'t'l' le;.tato 11 cordone. L' ult~rior.. nccurato a -nme ol~:llu pot·lt ••c;ci~e fece uotai'P chr il cot•done era nllut•dglin lo n lnl<' vicinAnza rlt>ll' cpiclidinw che il uo iCI or a flll ... CO!'>lO ùtotro lA pa•·te super iore dello vaginale, In quAle erR anch'e.....H impli··ala . li r&28z:to .I!Uf\1'1 in meno oh rJIIIIIhct !!IMni. L't lwen accenna od altri H ca-<i d··l gt>u~;~re . p~t· lo ID8"';:tl0r Jllltlt! oc;c;Pr\'ali in l nr.rh•ll>·rru. Egli ··re<Ju che non poclu t'l'l'i , ~an..:rena del te-.bcolo con<~ecuh,·a 11 JIOE<"O ... i lllllla deblonno fnt"t<i dipender·o dulia m ede.,ima cau<~A. lllalu
··- tr o e ''"'"ll'o Ili' "OIIu C!!ualm••nlo la sede e questa affu· 1.1one é piu ~pe ·iale ai bambini e ai giovan• a•hJiti come JUdlò chH ptu frequAutemenl• hanno il le:<~licolo ind1~ceso E nnpos:<~1bile rerle volt-> dlffur.•nziBrll! clall'ernia qlrouatd, ma
poichè per l•ntrambi le affezioni t• ricluesla la m edcs•ma O!t'-'raz••me, l' incarletza dello diagnosi non può aver nocu mento. Egli ere le che una ''olia m essa allo scoperto lo
massa ingorgsta, è prudente nspol'lerla.
G. G.
206
RlV ISl.\
FmeBURG. -
mloo. -
Trattamento oblrurgtoo del gono ••oft&l(Brii .\1ecl Journ. 20 a!O!oslo).
Il dolloro l•'reibut·g rli Cincinnati ha raccol to il casi di lrallali con un'operazione chirurgica. La rimOZIOne parziale fu rinOO\'&la 21 \Oll8: J'eslirpaztone IO· tale uoa ~oln volla. l.a mor·tahLU in que~li casi c.li r imozione totale o parziale raggiungA il t> 0/o. In a casi il F(nzzo ru t rattato colla legttlura ddle nrtt•t·ie che vanno alla liroid~ ec.l in 5 ca i cnn reltne. cm cau;olici o colle !<emplici punture. In lutti quo<~ll cas1, ~11 amnu1lati guar-irono. l sin tomi del ~ozzo e.c:oflalmiCO 'iCllmparvt>l'O complelameot.e in :?~1 ra~i • in Il mi~lwrarono . Quantunque nei cas1 notati come gua1 iti, il ft'reiburg ubbia nototo ancora l'esistenza di qualch~ ,-intomo carallerislico, pure egli r1liene che cruando son ft~ll!Li J!lr altri m etoJ1, si è all'op, r azion,. che b1sogna r icorr... re. Il metodo opCl'alivo <~rguito osclusivament~ ne1 ca<-1 rifenti •'~ slnto quello tloll'u!'lpMLazione d'una meta delle glandole p1•evu1 l·•gttlura della tiroide o il la:;:lio (i('ll'istmo tra due legature. n. G. ~ozzo e!lonahnico
Tra ttament o ohirargloo d ell'lpertTofl& della pro.t&t&. ( Brit . .\.fPd Jl)urrml).
11 pror. Gughelmo While t\ell'università tli P onnsylvania, tenn•• all'a ..Ot'I&Ziono chir·ur~ll'a Americana unn .lolta confol'eozo sul moJ~ruo lratwmento dell'iperlrotla pro!.'lallca. l>opn aver· rilevato l'imporlAn7.a degli eccellenti la,·on ù1 ll arr.~on, Mc. Gill, Belli~ ld e MouUin <:u 11Ue!.'lO ar~omenl11. d1 ....e rl prorl•..,sor \V Iult} che l'in.tros.,amenlo della proRiata dt!ve con<:iderar<>l dai "O~uunll punti di vi-,t.a: to Nalura (' pr1ncipoli var1eLà dell'ipcrtrofln e loro relazione COl dislu1·h1 ,.e'-'Cie&li; zo ~ìntom• 111 relazione alla d1a~no!:-i e prugnos1: (n) sottgeltivi, (Il) uhl11elti vi. :1• Indi ·azioni per (a) il non intervento, (iJ) pt>l' Il lrnlllliMnto operath·o. tto Scelta dell'operazione. ~J 0 Metodi OJI(JI'alì,•i l. Quaulo alla 118llll' B deii'Jpertrofla, egli ri~ella l'upin1orw dH3 la fn opptHielle r•· allt1 dnc;se delle :lclero;;i arll'rtO:<e ~~
CHIRURGICA
'20i
disseminale (Guyon) P quella che la co mudera con<>e c ulivH a dieturbi ve.,cicah (Harrisoo). Egli c rerle piuLLo~lo e h~ es "B d~ve conside•·arsi come analoga ai flbro miomi c he cOC>I frl'• quentemenLe s'inconlrttno nel rul~>ro, giacchA la prosla l:t ha fun~ioni principalrnenle ~essuali. l !linto mi ve~icall 11011 0 dovull to alr1m~d i mento meccanico c he la prosU~ tn lll~tro • · 11ala forma Alla pronl8 e completa evacuazione d rl contenuto della ves~iea . 2o a l distu rbo circolatorio eau!;8lo d81la compressione delle vene proslallc lw in c ui SI ver!"a il " Angut> dali& ve~>cica 3• alla infez.ione s elhca. Un'infezione «ell1ea di uuu rnucO!:l8 sana per pat>le di mic robi [110;.!6111 non è pottsibile, ma essa lo diver ro sa la muco«a é affetta Ila cortflP · ltlwnP. l microb1 pi o~eni sono IZeneral m ente introdotti nella vP-ciCJt da "Lrumonlt sporclu, o, se questi '-Ono " leriliaoti, dalla ne;.:lillenz>f di non aver p r 1ma a ccu rala m t>nla pulita l'urelra intercj"A. SpPs!'lo la cistite si sviluppa llldipC' ndonLe m e nte d oll' u<~o duuli Rt rumenti: probabilmente esr<a ò ùo vutn oll'infa:cio ne propagalo .. i dAlla mucosa u1·etral t.>. l rni r ro bì pa LOf.fOili che piu di f1•erru~>nle ~~ trovano s ono i IJaeilfu.~ coli comm 1'n i~ e ft, atap/lql~occu~ pgoaenes aureus. Es"i ogiscooo o tll rella· mente oppur t> in.!lrelt.ame nte m ed1a ntc lu lor o ptomuino, lP 'fUIIIi alla l•1ro , ..• agendo s ull'ur elra producono •lecornpo,.izion.• IUIImf'luiucal••: l'urina am mo nlacl!lu c un pl)lt' u le il·rita nte df'lle pareti vesc•cali. Quanto alla tlia~mo<ti il pro f. W hil(' ra nolaro c iH• i "lnll)mi d'imoerllmento alla libera enll"~"ione dall'uriua as ..ociall A l'lntomi d1 ci..lite che 81 o;:..e r ,·auo in uo uomo ù i piu d1 41) anni d'etlt, sono ganeralmeulc dov uti a ll'iper ll·ollu deliA procotatn.
u,,
s~. All'e~me flsico, non vi s ono osta coli al di qua ùi t-~eltg pollir1 dal meolo. !'16 l'esJ:lMazione re llAle rno<~ t ra una pr Cl· 8lata ingrossaLa, "'" l'ure lra è n ntevol me nte a llu n~at.a, M Il eatelt>rc moli~ o cowltl passa, mentr e le l'Oiltle d1 T!lomp<lon BOno at·re-.lftla, <>e nella v&l"cica <>i r t·!.-I.Jua clell' ui·Jna. In cliagno~i è 1•e;oa allora quasi positi VA. Tratt((mento. - 1° Un trattame nto a~pellau la con\ ie 1w eolo in l]nei casi in cui l'ipet•lro lla 11 0 11 prod uc e s inlo rn i r i-
208
Ili VISTA
lavanli e il cateterismo è facile e non dimostra la presenza ù'uriua t•esidua. 2° QuanLo al Lrall.ttmenlo medico, le sega la cornuta é l'unico meclicamenlo che qualche rat·a volla riesce efficace. 3Q Il lraltamento palliativo consiste (a) nell'uso sistematico di sonda d'acciaio per operare la dilatazione; o (IJ) nell'uso dt!l calelere: quegto è di :tran giovamento in un gran numet·o di casi. (a) Dtlalcuion.e.- Un ammalalo clte presenta sintomi di congestione pro,tato-vescicale, che è disturbato una o due \'Oil~· nello oolle, che ha un ingrossamento di moderata densitli C(\slalabile dal rello, ma. che non offre molla resil>Lenza all'ullc·oduzione di un ordinario l'&tetere, può ottenere m ollo beneficio dalla !>ISL~tnalica introduzione di grosse sonda di a cciaio. (o) l l crttflteriHmo dev'l'ssere s istematicamente U!"alo ::;empt•c ~1uando l'urina t•esilillA rttggiunge le 3 o 4 once e l'inlt·oùuzione dello strumento non cagiona dolore e l'urina é priva di microbi. La t't'61luenza di esso deve propot•zionarsi allA quantità c ~l cat·attere dell'urina r esidua. In quali casi btsogua procedere ad un alto operativo? Si pun dire unn volla pet• sempre <·he in quei pazienti m cui esi~le modl~ratn impedimento 11ll'emissione dell'urina, allo Jrrnrlo ù'ipertr\>fìa compensalrtce della vescica, poca •tuantita d'urina, re~tdua e in c·ui il cateterismo è facile e ::-enza doloru, non 6 da pat•lare d'operaz•oni. Yerra il tempo che coi proSl:ras~i della tecnica questi ammalali potranno ll•tJ.r prnfllto da un intervento chit•urgicll; per ora si é lontani da ciò. Otlatazione e r atelerismo, rappresentano attualmenle la migliore terapiA. L operazton,. ò tnù teala quando, conservandosi sani i rem, ì sinlomi locali sonoqi accentuali. Gli alli opet'alivi st riducono ai seguenti: !G dilal8ZtCine fOI'Z8ta dell'ure(r8 prOStalie&; 2° prost.atOll>mia pt'rineale; 3• pro«latolomìa perinellle; 4• prostotectomia soprapubica IR quale è da preferit•si in LulLi quei cosi itt cui, fallito il LralLamenlo palliativo, c'i> eia
CHJRUIIGlQ
teme>re che le conrlizioni locali si aggrnvinll, rimaneudo inaJterall' lt> condizioni genera li del pnz•ente. Il mi~ltor periodo possibil•• •• •1uello c:he preced•• lo •w1luppo •l'una seria e continua t·i~tils, poich~ 111 ~S!':O 1 imHnfl allo "e~cica quelche rorza eù t>~Ml non •· Ili· assolligliotn n6 dilalotu, né rigida e contratta. In v1sta ,h ciò ed tu p•·~·enzt~ di un ammalalll il •tuale aceu«a dì es...ere dh:lurhalo nella notti' con ere~ente frequenzn, che é nhbli,..:alo porciu di rre•tllt>ute o usare il catetere, che ha !>ofl"l'lO tli r"centr l'tteu ..doru•, eh~> dima{tro ù perde l'appetito, le inclicazionì d'un atlo oper·ativo sono ovulenli. La "celta ùe'" cadere sul rnclodn -.oprapul•tco. Il pt•of White conclud~ rnPI 11 ~u" ,IJ~•·ot'"ll Pl•n~out tetnpu fa eh.., ._e l'analogia tra i tibr·nnumni uter·ir11 e J'iprrtrolla di'Il& pro~f.ala e \l'r8. la t'O:.li'OZÌOil6 dovrvu avere RU l!ll~la hs mede«ima aztone che l' oororerlom1a aveva ~u quelh , pro•lurro cioè un 1'8~~rinzarnPIIlO o at1·ofla dell'orsnwo lllgro~ !;&ln. A cfu el tempo 10 non avl•va letto uò udito nullo <'11'<'8 l'allegala atrofia della pro:o;tata negli c•unuchi, 111'1 ·avalli ca trnti ecc. Poiché io m·n '4apeva che 'lualrhf' nH~IaZIOne di «'lù ros!le !>lata fa llH nella l~lleratu ra metlica, iWilt'itll bene ù'it~tituir•c una <:ertt' d'espPI'ÌillPnli '411 de1 coni, eui JH'Alicai la CthlrazJOne. Su molli ollenni il Pisullalo invtll'iabile d••lratrulln, prÌWQ cJe~Ji elf'lDèlllÌ gJandnJQrl l' poi d811Ji eJt!ffiPOti lllUl'r,c,lnr·• della pro,tata. '-ir.chè IU8Slu l'rll not.. volrnente ruiottn 111 volume ~>d in pPso. JClhn lluntPr o~«prvò che n"lla talpa lo prnstata P rH nell'i nv~rno appena vi,lbiiP eJ in primav-em invece mollo grosqa e ripie na oli lDU(.:ll Owen conferma que,.lt> ns--enazionl ~ Hj:&.~:tun~,. clte lo prostala nella I.Aipa cornllll'l8 acl aumrntsre nel me.••e <11 fehoi'IHO ,.cl 8ClJlliqta un volume 1:10orme lauto t!a n'•"COntierè la vt>o::cica \'(•l'"o la tine eli mnlv.to. Owen lro\'ò falli aru.Jogbi uel r1cC10. Gr1f1rlh confermo • 1 ue~le o. ~ervR Zinni o trovò che la pro--lnla nel )II'I'IOdu di 1JUioscen7.a. .at!~~"~ualt~ ris ulta di pochi Lubuli 1'i1·condaLi do p1CI'OiiJ 1'<~llule !!pìlelinh m.J ubhi&menle Incapaci dt alcunA «E'I'I'etwne, ma •lnlaln •lei polet•e di riprnclurre l'epll!"lio ~lnnclolar·e nel (~erio!l ll dello l~regola. Gli Sl0""'i fenomflni rurono u ... ~e r vall 14
i l li
RTVhT,\
nei tubulì qennru(cri Ùtll te--lt • • n Quanto ».!li olfdli dd ln il primn11 IIOllll'e che, rneulr·n la prn· stata nel loro • woiiP e \Oituurrwc..n .... ull'••uirmtl~> o'al:"lra to ~~ iu\'ec•• 1uccolu. a,·vrzzita. ùurn. li~nnwnlo">a. Lo nt••dc::-im~ cm-e •l""'l'r wo Gt•iftilh ueì cnrn, gutlr, maiali, lorelli, arreli ,. <"8VItlli ra-.t rali. nruht>t nutcì nuuT&I» alt·olia 1IP!In pr•l'lal,l iu un UOII\O tli li~1 111111i, Il 'JIIf.lle in ~icwenlil ••llbc> 11 "-ubìrto la cao;ll'll7iorw ; Billrur1. iu una 1'1111 le«i sull'nnttlomin tle r tJr!Jani rtenitcllr di ritte ,,n,,.hi eti•Jpi~r Berhnn ll>5!t) !!On· r...rlllr'l l~ 0S>'t' l'\'fi7.Ullll di Grahht!f• : Pì:llt•·IHI, Ìll \111 lihro Cflll~acrAlo n Ilo studio d'una !>.fH~Ctlllt~ ~l'LI» ru!'c..n (;.tlt Skopll)) dtl'G cl w lA pru ... tllll'\ IIP~Ii !)UIItH:Iti 11tluJll lt8 lfllll!-.1 il 'Oltllllf' t.lt qunlla '' ''' hntnh ui. luollrt• Ci vini~ uoto'l ;.!iH l'Ili' cs~,.:ue~r l• • la Jilotnmia in urr unmr. r•lle:l~r• «rtl•ll•> !a ca~twzinue•, In pro· S.tAlA "'Ì f'll(t>\'ll I"OII'·i 1 rar•• Pllllll! pt'81Ì<"IffiCIIIC f!I'Olllf'l'\t-A. HlrAptln ia1n11 "l'H hr•'Y•'IIH:uln i fullì r,h .. ('rtl'lnru, 111 favot·e tlelln qur....tr"lle. L'ull•t·o e In vu-.c·icolo JII'Ol"lalii:H l'i or·i gi~rnuco da p~trzintll afti111 tlr•i lt>~~llll emhrinnali. i olrolli dt•l M ullar ,. il "' 110 llt'n· f!enilalc; In l'(lr~ione ~lanrinlnr(• olclln rrt•:OIAIU -lc>'-ll clallu muCCH"II di ople"ti oiC>tti. l.' A ll l•n ritiene corno •'"f'lll... i\·nrneutc omologhi l'utt·to 11 In prosLHln. C:iò t\ rtt'~aln •IR tnolli Autori. Il puntn flliJifWinnlr olu :;;.Lab•lit'l' '' dtt> la pro~LHifl ,·. nsst>llzialmenle n11'nppemltr.. rlell'npuurt'!'l'hio f{enitole• t• non gtR olt fJUPllll uriunt·io l' cir'l é rlnuo<:lruto .talla sua ori~ir11· . In sua A"'~ertut m•lln \orma , elall'nnatowia compnrala e dai fnll l ~oprn citnti t;t'O!'<!>(•JIIIIIIIIIAIIIO la (•t O!"I818 Ù I'IIIIIJ'Il"1H ~01111! l'ult>l'O <•o\ è -.oggettn aliA m~de,inlll 'n l'iuta oli u..ororma1.imri rntwbo,t•. l tumori uler rm non si rorm nun tl orpo la meuopnu-.u o, :-e p ta .. ~i~l,·ult, Rr atrofiaauo. Uopn un c•·rto p<'t iotlo tJ,·Jia vita uu11 vi o'• nutH•~IILO nelltt LE:wlo•U/11 nll'tperlrofta prnslulica ma p!nllnslo iJ COIIl i'Ol'll l Nelle dmlltH J'ouforeclomia prOriUC'P la !"compar:-;u di fJUI•slt> ncoformaziom a l'nlrotìa dt<ll'uloro -.;l es~· u• t•a <otralil'lno lw •IU8!"i ·~rlamcnlt• nella no,.trn ~pecie 11 rnecJP.;.imo ··fletto qulla proi'tALu ""rmale e cib ;_. :-Ialo speritr1entalrnenle duno:<ll'8lo uci l'fini. ca.:;tt·a~umo, ll unll't f'u
~ 11
R e!>la o ,(nnlhnJare :
t• Pos::~•amo utli esset·e <>icu•·• che lo co$1t'f1ZIIl11P ue1 ca~i d'ìpet•lrolia proJ~lnlic:t produce la scolapat·"'a e lt~ duninuzione tlelln neofol'ma;,itme? 2o Se ric• t· iufalli può essu ~C ln p •·e consitlerHJ':<Ì I'OIIle una ri<>o•rvtt ltw~pculira ! In ri"(•O ...ln alla prima rlomanrlu !<i può dire che rnancano 1 fa llt che n.•mlono pPrfello il parelleli!'mo lr.t le neororma:r.ioni ulerwo ,, le pt·o,.taliche. Non "i 110 t•~empio cl' una ~ponlant.•a riduziune d'una pro!'lala ing1·ossnla dopo r.he il razi~nle ha raggiunto una certa l'là. L ct ri~!'H'Rta alla --econda dornnuda dev' e~sere dala esclu"Ì\am~>lll· ola1 pazienti. St> no1 pol"::otamo rattg lungel'e in <ruesll falli il mt!d&l"imo ~rodo di c~rlezza che nhbiamo in quell1 di oofot'ectouJia, non '1 é dubbio che 11011 mancharanJtll inùividui che si solLopOI't'81UlO ad uno ope •·aztou'3 dolot'll'<f1, con hA'H•a morLalilà P non ~eguìta da quellt=.~ splal'evoll con,JhdonJ C'ha accom pagnano i LragiLlt nsLolo<oi snprapnbìci o fl''t'Hl~>Aii. anche rruat~o1o 0"f.fi appor la con st"' la eerl.,zza ,lei ~critìzio d'una poll'uza genitaLe, la 'f uRie •· "opran o!>,.Uln ulle loro ecces~h·e e "rec:so inlollel'&bili ~offereuz... r. G.
Un oa•o dl le•lone delle vertebre oervioa.U •nporlorl. Fn. Br:.u:-.o-r. - (/)ètdselte Zeit.~clt (iir Cl11r. e l:entr·alb. Tii r rl re ffietl i c. \Vi:~sen sch ., K. i-). Tn una donna di 7!l anni, che precipitò ùa una scaln con la ru 1!Ul'8Ul Cllll la diaguosi l~sione nella r~!Xione delln l• e 2" vertebra cervicale con laceraziOne o co rn pre;:sione della metà de~trfl clelia midolla ~pinale •, !'l i lt'O· varouo dopo la mot•le, fl vven uta il 3 1• ~i o rn o rlopn la cll~g t•azia t·on sinlrlll'll d1 dPbolezza generale e olecub1LO, le ~eguenli lesioni • Frattura •lell'apofìsi odoutoide dell'epislroreiJ con Lusl'&zione llldJl'lrCJ dd Ialo destro dell'aliante e con"elluenLe re'>ll'iugimPntu d~lla metà destl'u d~>l canale vertebrale nPlla te,.Ln lrt 8~llllLI ii
sua ror zione "Uper iore. ùa cui fu provocata la comp1•essione
HJVISTA tl~lla
mcl11 cl••slra delLa m•Jolla ~pu•ale. Allra lesione, cht> ,j J'lllV••nnl.' E~enza nnportanza pe1· 1 RmlomJ rurallert,..lJC.'l, fu una frollura ì"<olata dell'arco anteriore tlell'allanle Il BPrrsdt cJ'••tle cho per pr·odur .-J questa le<~ione, la lesta, llPIIa cooJuta della donna, devu es~er«1 rorlemente pu:gula iudsetro. La p1·esswne falla co8f dal denlo coult·o l'arco unlPriOro dell'allrult" spen!t questo nel "IlO mezzo, ma le Jue J•strli furono imp..dit .. .J11 llgam enln ls·asves·!'lo d1 :<epararM l'una dall'Riti a. Co11 •'l~> lulla la l'orLa dell'urto duvelle e~"(lrè COIH'ènlra lA '~Ili .leni~. Crmlemporaneamenle a •tuesta frattura, pt•t· un 1110\ ir.ll'nlo tlltorstone del corpo cou lo testa ttt certo modo fi:>8li al ~uolo, l'allunle H lussò bUI lato .le::,lro ind1elro. Una tale Iuf;saz1nllt' unJialeroh• detraUnule non è possibJie ~enzu uua frallura • ·Ile opolis1 udontoide. Questa frallu ra p!>rò non colse lu parl•• JIIU '-Ollile •11'1 denle, il collo, ma si ruppe unf\ par lo •lei curp••· Il Rerudl li'O\ a ..,enza 6'-empiu nella allu~tle lett~ratura la f•·attura 1lell'arco onter1ur<• dell'allunle. l t-~in tomi ossel'\1111 furono : .4.. Sul lato d•·lla le"IOn••: 1• Po1•alisi di moto (h tutta la meta d••stra. 2" Put•ailsi vaf<o-moloi'itl con i nnalzn monto di tempero~ lut·A nl>l !&lo parohuato duraule 16 2iorni. fJU•nd• r. !'inr 1i di teru·pet·atura eguale ad ambo 1 tali, e dJ poi di nuovo temperatura più alta a ùeslru :J• La sens1bìlilil ero tu lera a lestra, <>nlo nella !!amba
destra ogni contatto era senllto cume dl)lore e la pres..,inue ~n l plesso urachJale soprn la eia virola eJ'& do!Ol'(ll"B. ~o ~on SI 0""er,·ar·ono iu t{Ut>'llo ca"O zone nnestelu:lw
o iperestellche. 5" l t••llessi patellaro e piantare pruna a destra plu tardi an( he a &snt,lra erano ptu deboli. B . Sul Ial o opposto alla lesione riscoulrava!.-11: t• A ne ..lesia trltale lino all'n !lozza rl~lla lesinne e liuo alla hnea mediana. 2• Ln mobilità sllivu e t·a conservala, dapprima ti bracCIO non pot~vo es~t' re sollevato fino alla ~polla , ma al let•zo
fttorno questo mo' imenlo t>ra mi'tliol'flto e dopo olto ;io•·ui era normale. Lo gambo destra pe1·dè riai terzo giorno 13
•
CIJ IUU IU: lCA
liberlt't ci~L rno\lrnf'nh. La ma..!::ii"Jr pRrle clt•i r ille .. ~i arano con l'l"\ ati. P cu·OII\'Ì Altri c:inlotnt menn c•t~rA~teri~liri. cJlUlli · t Seu!IO d1 dolort• alla nuca, rhe più l!u-d1 ce:::.,/t; clolore ttl hrnl·cio de lro. cllt' clur ò llnn Alta morte. ~o L'or·rnu tlovellP e~sPre eslrallA col catetere, il \'&ntre
•·rA costipato. •1• La pupilla de~lN\ mollo r·r::;treUa, la de~tra pru lnrga; ~tmh!!Jue rengi\'ann ltl!ru• aliA lu~e. ()ltr~" 11 l'&!<Ì r·acc:olli dal -Gurlt <li rrnltur·,, dello ùue prime verLPbr•• dPI collo, il nernolt lei\ rlt<·coltn dalla lcllc•ralura all1·e 8 os"'er·~ozioru. Fu1.1 r.n. -
Ioflamm&~looe delle ve•olobeUe 1permattch e.
(Hr1t •.\l• .f. JIJitr n ,.
Il d•Jil. Fullt>r• di..-e cht> te
v~~e•chelle <~re rcualtchc
--ono pO!>!'Iono e'~ "Crf' ncute, ul>acute t c rnnil·he. Nt-lla rna~jlioranzn di'i C&<li la blPn •rr •,tm ue è ,,. cnu ·a t ro.,.~unn o remoln t.> d e~ i hanno per ltt r••ù 1111 undamento sultncutn o cronico. I n nn ('Il' nl .. numcr·u 11i cn~i l'onnni<lmo o gli ecces~l ~ef'!';Uali n tuili e Jut' rn·ieme l'ono le can'-~ tlcll'inOammAzionP sempli.:t• di 'l"'""ll »erbll!oi. Il lubercolo. o altre ro&hJrne neor...·utn.tinni 1'!10 parl JllCI oJall'epileho, pO«!>OrlO 6SS6r ll llOCht:l Cloll-\8 oleli'Aift•ZI(llle ~el fìt,WiO•)II rJ'un 011110 6 IIIPZI.O 11 fo'nllct• ha UVUlO OCCII"'ÌOIIt' Ji (1, crvar(\ :.!0 CM•I. Nc•ll'tnllarumn7ioue cpmplil'e dPlle Ve<lt'tCltell" J rli,..lut•IJ1 ole!IP funY.i oni ilP<l'>tl8Ji !'100(1 coslanli N ella mn:..q.:ior parto eli qut::.,li CA"'Ì l'nppl'lilo ~e~<ouale è diUlllllllto o nnehe muucnnle, iu 1111 l•icrolo nnrn• t'O tOW'Ct> PS~" • lltlluenlllto. In alo•uni le er••zìrmi POOO aboliLe, in ull1 i per"' l••flti. L'•·inculazmno o è IH'Pt:ip lsla o mollo leniA ed ,. 8ccompa,l!nttla P '-Pgnila •la rnnll·• lolor·e nella re.:dont> pe1·i· niìule. '·•· pnllu7.;oni ruvolonlarie sono molti) frl'qut>nlr. l.n -<JIIMiilil rlul li•1uido eme<lso è "'<'Ar~O e gli spermatot.oi sono morti ~ rull•llr ,u numet·o. ~t'i cn,..1 blenorragici, il pus ,. presenl·· t' l 111 ~ra11 copia 11 «auguu puo non far 1lifetto. Cer'1 pu., dAr' origine• •ul nna colo•·oztona V!'l'dnsli'O dipcndPnl1 1 "'I"'S"~n st•llt1 dc afrl•Ztnnt infiammatorie. Que'~l•i
RI VISTA
ùall'o:;..:idazìone dell'emo::lohiuu. l.ln11 gran 'lllnntilà di IJ"",. é cm•alleri~tica dei cn<~i moltn Acuti. Disturl11 nell'emi<~~il)lll' tl~ll'orma p0"'-~(100 t>SÌ"h•re n Ut811CI\re ~,.j CtiGI aruti la teruperalUI'B é uumenlatn Pet• far stclu·nn1e11lt' 111 di&f!llO'-'Ì, Il• vt?i!Cichetle ~permal1rlu~ debbouo ed'~Ur~ e~IHllllllllO t lA l l'et lo, llltroduc... u.lo un dito 11 •)Ue"l" m .. nlt·~· l'ulti'A mnun ··ompr llle la r·•..;IOne tpu.:tl"ll'ÌCa. t'O" l )Q lor·t lllt la Il fer10rt' f l l i a:o~He1·e palpnt11 Se \'i e~i'llt· quAkho nllertlf.II\IIP rnnl'ho"" e>-<~n ~ani difll«·'<'J P "Crt"ihi!P al tocco, "Pec·iulua••ntr nei ra-:1 Premendo "lillA v~--cichettn •• facen l J "c"n••re 1111 po' 11 •hto, plll'lu del "uo contenuto pull e::<"UI'U ~p111Lo nell'nt'"ll't! e po1 raccolto l!d o~alllinato «lt,po eh•• l'inl't't'tnO Ji11 ormnto. Qunnto al ll'ltUament<~. 11 Fuller l'llc't'tnnarllln rat'l ca"'1 acul1 11161.:0:1 palhull\ i, l'omu il r1pnc;o a ldlo, ~li npp111t:e1 e lnrl!hi •·aiApln"mi •·Alci i ,uu .• re!! inn'' in!ruinnlu .!el lato a ffetlo In van cosi puit P<:<:t!re nece--snt·an l'asp1r81.10n•· e l'inCl"ionu !Jt'l'inonlc. l lt·sticnlt dPbbono PSSt'rU c:oslennll r' il lrallameut • lt'lla bl••n >l'l'ag-in rle\'e continuar'-'i Sonn c:eon,.,j,..lìate lt> iui~zioni ~t! l ra-.i <·ronicl oltre al lratlam~n l o ~tmerale cui toniCI. ~wç. p111r teulni'SI la pl'•'Q"ione d1:tilule sullA vcsrit·hellll ammalala tla prallc tJ"">i unu volla la ~l'lli lllllllA o al 11111"'-imo ogni ~ !.{iorni C•l"r SI evìttt nna poo.... i bil•• amort'lll!lll P la rinr.utiuazaone tlt•l proce""u flogislicn . ~ella mu!!gtor p81'le <le1 casi. un ~lllllll' u·ntl.lluteulo i> ellìcace. Duranlt\ la t'Ul'll 11 collltn>'l'<'lo :--essualt• de'l'' L'l<l"CL'~ pr oibJto. Noi t'Asi cl1 Luben~olos1 pllt) \:OIISI!.diurl-!1 l'eslil'f'l' ziono Lo :;lt''-''<0 run fili'" nei ,,.j t!i 11• ororlllll IOIIÌ mall;.rr •• <JUillhl() la dJU!:rtO!òi h11 potuto .... labilir,.i per Lernpo. ncuh
n. t~. Mt:sssrR. Bali& penet'ra11lone dl a.scas al taberoolosl treddl delle pa.retl toraoiohe rlapettivamenta nel pol.mont e nel bronchi - (Suulo tl1 K. ~lilller). - (f'l•nrt·alo/alt fu r Bakt,~riolu!f i e , r11l 1'fl.rtl«ttl!nlmndt• \'Plume XIV, '\ 21) _\,C6"'"1 fr~4j li luberroJ,,,-j hanno Ju pr0prÌf'(U, fa,·orlli .Jn
cer·lu fasce, Jn ligamPutJ e muscol1, ti• rnigrare, ma, "'' trovtwsi spesso vicims!-lillli ollu pleU I'8, hnnno poca lend~111-a
•
t:ll lltl IIIJU:A
a pen~lr..tr • iu eoosn. 1•..: , , :! •r111iou a rlella plcurn ~0110 ratt!, JUU r~tre au•·•1r11 l'OliO le pen•~lrazion i nCI pulrunua e nei hrnn ~hi. Riedan~t•r llt>llu ;aua 0(11'1'8 T r aflm.atismi e malattie chlruryiclte d t l tornr·, r•p<ll'l<J ""' •m eu le nn' o~"'' rvnnone • 1 tìrn J•ÌII. Il I'Plrslore hn u:::.,.•· r ~nln due •·sempi Ji lnl., 'PCCH' Lu prirun u::;SCJ'VIII.Ìu•u• •·igutll'dn nn fliOvnue di Hi 1111111 con ><Pilll lilìl~ tlcliA 5" ,. li• vorle1Jr8 loJ•&d<·a • l'asce~so p••nell·o n1•1 pnlmnni, il j>AZie•llt> l'<'r ..,,, 'l'llunant• c!lpellnrò :rra11d1
!Jllltlllil.il •h pn-; e miatliurò wnlli~sirno.
1J11p0 tt·•· fllln l i polmoui c r 11110 di'l lulln "Ani ··•l il prnCflSS!• lnrnlr. tlella colouuA \l'l'lt:brulè t'l'Il appar••nli!lllt'llh• ~u •r•l'•· 1.11 .,,.,.,mdn ~~ rif,.,.j._,.e aHI unn p~tzie11l•1 cl1 t-2 au111. le rJUAI>' · •JifriHI di cflrie •ll'II'S1 e !l" uo·loln. l n corri"!JoruJeuw dt>ll '!>i* co.•loln la p!nur;\ •·o!<lnla e pohnnoar.. P-l'A mollo li ulll<'nlnl.a oh vuluuu~. •'Ù aJionl81lAtn Ull tappo ili gruuulazaont, f!l t~·ue1r•) 111 un r.nnnlt: rblolo,.:o lun~o li cm., il rJUule con!'luruvu UtJI J•Olrn om~ !lustro. Durante l'operazione rtnrt fu pO~'<· !!thtlf! t•·•t\llr• alcuuu comunrcuzìonc brorwhiol,., ... oJamenlt~ dt ci ~OMII ·l'lJ!"l l' rp ·r OZ!OIIè, dte COJI,.:t ... letle ir l' ""ZÌOII" lo•! l' COSlnJe l' 1'8<:\'ltiam ettlO dtliiO tì"loiR, "j fec·c IIUlllifeSlfl In l'"rrllt'iiZIOIIù etl .. hb,. luo:<u e>;pPtlor·azioue ùel ~t·c reto. Il pus coratP.II~\ ., cnlturt> pure h bacili• lubPrt~nlo;.oi. Lo fertlll gnar1 beut! Prl anello tiopt> 1111 1111110 11n11 t>ra av,·enulH •·e•'•t.il\'11, f1 jlttlihOiltl Ò >'UIIO. In IJUI'slrt 1'8-:o 11011 ru pn<:.. jhiltl rh rare lilla olia::!llO"'I esalln prnuu olf'li'operazinul' ; ::;i trotta \'8 dJ rara•• dello ~uperfirte l'11 "leriut•e • lellr~ C()"fole; Jlt!l'crò l'autori" 1iAecò lua·gnrneule; talora "•uro nece~~nri nll rì alli nperahvr, ctmlf· apPrlura tii nn ''tnpiemn ntcap!\ulnln o tli 1111 asct~-.«o pnlmona rf', ro<>chiR · rw·uto ,, th··•naJ!~iCJ
C. S.
:o'rllt·ll·~t.
A1cea1o oerebral e , In aegnlto ad ln1lammaziODe 1uppurat1va dell orecchio mecUo. guarito con l' operar.lone - (Cem ralblntt J tu· dii meri1Cìfli:1chen W iiJ~-!11 ~,./,n lt•m, 1:\. ~2).
In uu g'IO\hlle •h 1!1 anni, il 'JUB!t· liun ,JuiiH rnawiUllezza ~\t'Ha :;oO'ert' • lt suppura1.1011e •Tnnwu •l \l li' ~orecchsu meù n lt•"lt'll, "Ì 11111 n iJ'e.,.tarono t'eunanen i. i '(Ili! li la .::eia v n no orgfl-
IIJ VI~l.\
m· nhu··· cltf' U('l[l "o lo ti pr11t'e""'0 purulenlo ~i ro,-.e pt'f•Pitt:!EIIO nPIIa Ctrvità cJ,..I lirnpnno e Jlt•llc rpllult• dt.>l pru 't!""n ma~loirlt>o, naa urtchu nello :-uper·lit-re rnteroa «lei r rautn. Fu pet•t'it\ «lal tloll. Kòrle esegUiln '" lrapanazrnue dt>ll" apnli"t IIIH:.Lordtla. Dllrante l' operatl0111' "' O!'lq('r vò, dw il (IU" l'l'ti (18'-"oln allra\'erso il lcl.{uwn t.vmpR.ni lacerato eol aveva J•rlldnlln uu't>"lesa pachirnenlu,::ilu <~uhacultt c;,lct·uo. Allnt·g~tl•t In reratu di'l cranio tln dnv«· "cor~cva la duro IIIBdrl' malilla, ..q o.o"pt•llo l'ht• li procC!-1'-0 purulento fo<>,.e orwlu• f'lll prolondamrnte p-.teso Il s •"'petln dn1Pnn1> co rl••tut, •fUilrt•lO rlt l'" cir t'O U ,norru. al rillrto\l:liDento ,f,.lfn ml'diCOIIIrll, dai lOflr~itti t)Pflll (r•t•ltn 111 allo l' po"tera,.rmente 11'-I'Ì fuor-i llltt!IO l •U"- relidt:--111\(1, Fu 'JIIint!a nperlo tla IIUO\O la frnt.u , tlilataln eù ..stmtln ti l'"" ''"t'-L• nl•· fra la durn twarlrt• li le o ... :<a. Si ..c·ornr in uo Jlllllln la tlur11 madre t'l'A f<•rlf'HI•'IIh' t "-lt e""" pu!"Hva, 1t fu JIUIII~t c·uu l'llgo cnvo cd eHtrall.o 1111 1111" bia11rr•, c·r ernn!>ln, tHertltl. ltWt"A la durn mnùt·o. fu O!>t'rlfl 1111 10<:r•e-.~ cert-hrale ~ro«'-O C'flfllf\ nn uovo di gnlfirHI tln r.ut fu !'~:>lt'alln del pu~ rwlla •(Ul\nlitn lt un (•uechisin .t n LA vvla. LR ..!lo8rrgionP 8\ Vo'llllt' llnpo rit•ca :: I(IC ...i l~ 111111' ole r.llf' tluptl la prima npt'rflzi.,nt• lrr ... lnln ~eneralt! fu h Hllto. ti r ul"n re!!olarr e tu lCIIIJI••riilurA nnn -<uperò nuu ;c•.a C l ·nullnR iuto u •n ebb· 11111 d•· l••re dr r.opu, né alLrt ::.t11lnn11 molt•"-li. Ptu·ercht ~i()rni IH'rma rl~llo "ecnn lA Of't'l'll~toru ftlllllenln in hu mnll :<::-uno ti ~Pu"t' della film(>, chE' !:<CtHIIJ11lrV • tn,..ln c.·ou I'Aperluru detru ..CP~!><'' r.. S. cerebrale.
q'
) ..rt.\ 1 t.. -
Sopra. un ouo 4t rinoplutlo&
l.liniqd'" \Vnr/11 n'frltrt(t, :\ 4H)
t; uulor•"' pre"-.. nlò Il ila .. ,. ·~t•la wlitnlnlo Hinnione hlot:l R òl durnrgi u1 Berlino Ut1 paztt•fllt•. !'lui tJuale circo 1111 Rn rto f' rut'zzo fil H\"••YR e~PL:IIlh • In rmoplustkn tnant'UII/A eh Ila pcwtioue •·ar lilagirll'll o c·u!Jtnea olel m1.::o. c'A~inualns.:li clal lupu"
p.,,.
L'nuton• lubP d1.11lo fro tlB di'l puztull•· al ll'mhn t•.ulHIIUO, , poriosLt>O cuu pot·t.ioll<' c'tll'lit.Jult• di'l t' os!'ln pot· r ipurHr(• In
? l';
CHIRURt:tl
IIH ttll', l.ft neoformrlt.ÌOIIe Ol'l~t'h (ll"e"~ l&ld ""luppo t'h•• l'Auh••·u, 15 mes1 dopo l' nvt•rnLtOnt", fu co~lrt•llu 1h rinr.rir.• h1 drnli'JCi ed asporlat•e .Ji ni\O\'o una por J.Ì(, Ilt'
dL'fOrrmiÀ
ll!'"llA.
Il uu-.n rlt\l pALrente ha tli nuovo l'lfiC•IIli>~lato ti l"Ptln 0'>!11'0 O l'unpalc olli l'h o-.,..Pil, COll~t>rvanrlu 1111 ll"pello ht>llo ~ llu16\'n(P,
B 'lllil"ln •l pr111111 ca!'>O, in t·ui nn """o tr aspurlato nn11 soln lu1 utlccchiln nella nuovo Al'li~". rua a•v •ora e st.Alo in 1-{rlldn tli -\'ihtppnt·~ì e in mo•lu Anche !<upC'r iorl.' A otnelln riclti·•~'L" oiAIIn "''"!'o r.o~mE'IÌt:(\.
r: s.
RIVISTA DI OCULISTICA au sermt 4• 1 aaoco oong1untlvale G"<~J"'' ~
L.
\re/t j1t r 01'/.t'''"' · e Centrr1lb 111.. fil!. W1uen' ~J.. :\. i6, I~!H .
r.
13 \ CH .
-
fti r rlte
St•l'olltlo l•• O::l!òt•r ,azioni del BH• h. nel maggio•· nunH'l'O •h ['f!J""nne .... , I'O'~<~mto thmo~trarc lwlt t'rl nella conll'iunti"a oculore. nnchl'
•JlPlll lo
questA t• in rondiziom compiC'tn-
moll\1' nnrmali ; t· l ìn conseguer11.1t eh cii> il ~acco congwn· l•vnlll '-i tlPvt• 111 pre n•nzione ron .. it!Prare "emp•·e come in· fìlJ ~ fl'l'fiiiO •nh ffi61't'8fi1CI U J'llfi1 111 ÌCC8ID611l(l 1lello• pa pehJ•t: f8\"UrJ~COIIO respulsionr• ti1 1 Ì bt~ll61'1 V6l'!<O il 118"0 Una inf111.ume del ~acco congiunltvala del 11a~o pe r lo vie hurruuah n··llt> corulizinni normuli di IJIIP~lP P a~«olut.alnPnte 6-:!CIII~R . l.e lllJll'llllt' po;;.o;eg!!OOil ll/.1Clll8 hnlt81"1Cid8.1'0nlP. pure la nluzi•m.-• . nlinu lt<;lologi ~ e l'uc•tua tlt fonte e l'at>qun chslill ~tlo, •' piii ~pecialmPnlf• cnu1 ro \11 c::latllot•l)l'Cil. L umore nc•tneo rw11 htt '~>r,o i germ• efTello eh AI.IIIIW prE'"~ nat l\ n t~pprcu.ohrl·· . nE'l •·orpo YJlreo IJIIPRti get·mi, parlìcolarmeult< In ~lRrlloeoc,•o progeno, prospet·nno heni:-;simo. L e iri'Ìf!A:~.ioni
(clttJ
:? IX
li i VlS'I A
con un liqu•do inaltiv•> poco •rr·lla!tt<.l valguno lll'JltO p1ù a duniuuire 1 ger111i nel sacco coHg•unL•vtùe dellt• :>t>IHJllaci l,Jv<:~ n de con gli twli.:eltici, nellr} quali uon ha g•·au par te lfl pulizia meccnniM La 1'6:·•ciutur a rnvorisce lo svil uppn dei ger·mj nel sact'v congiunti vali;}; !'Olll\ •111dln flu111enlanu nr.!inariamenl» d1 molt11 1 germi o-..i<.tenl•, "embra pet·ò c-lu:~ non lUtti Ì miCI'Ol'I;AIII"ll11 1.:1 tro\'ÌIIO 61XIIUJi flJVOrevoJì C•llld 7.1<JIIÌ. Il Bach ha rutln pure d<'~h «tl1tfi ~ulla SZIOne di<;IJI(Iltlanto delle pomate. Raccou1t~nda come il mlgliol'e co;.liluanle l11 va<>elint~ b18JIC8 Amer icami pllr'Ì'>$1lllfl. Ifa lf'Ov~to (~h(> la vaselina al suhlimato, la vr1seUna argent1co e euprica, nnche l'Ombinate eon uu ~oh·ent••, ac•tllll•J noc;:3eggo110 fH'O(H'Ì<'Ia fortemente dÌ::ltllft>llanti, Ull fli•CO più febole è l'aziOIII: diSIIICeltanle della pnmata oh pr<!cipilalO ,.dallo. Con 6 a " rt•it.iOIII dt vaselina al sublimalo nel eor::-o ùi 2~ a ~8 o1'6 si r1esce per lo più A ra1• libero di ~ernn il "ncCO o'Oil)!ÌUIIlÌVa[e 6 il piu sl'esso anC(II'fl i l marginr o·JI II'\1'0
E ROLLA:-ltl. - D ell' antiplo.olna. e del ano Impiego nella. tera.peutloa o culare - ( Hai Prrmrf!.~ métUcal, t\. 25 del JQflH
L'autor e diclnsrfl ,]1 usAI'•' qaeAto 11\Utlimu nenlo 11 1 1111 modo e:;clu!>ivo, uu tre anul, t'Oio /.!l'ttndls::<ilfw \·anlnl-(g:io. L' antipionina sar·f'bbe un pollùo•·aLo di soùa 1>o~tsnza bianca, unluo~u ul Lallo.•n:::ipldn, r•é tossica, nè é8Uo;lica, d1 una in o ocu1tt~ A.,.'loluta, ~olubilts~ima: o•ssa venne impie~ata in tutte le fo•·me di con~iuntiv•tc c d1 dteraL•le e l'espl' rienza di uu mig-lia10 di casi 1w ilA dimostrala la !<Uper iOI'ilà assoluta nel ••urn•·•·o delle uulll'lgionl ... nella lor·o l'npidiltl ~enza mai ùa1· lnog-o Al mÌflllll" iuconvflnienlP, Essa v1ene u<~ull.l per iusufllazioni nelle r•pit>gaLut·e cou gmnli,·alì in lre proporziom eli ve t'se che l'autore cbiuma caric·he : la ptccola crLrica , la yralldiJ carica, a '"""'cond8 della gl'a vita clellt.> var ie fo r me cougiuntivali è clteralichc, rd il bottrrage 1ndicato uclle congiuntiviti purulente, nella l'anofla lmi LI?, :1ell'enuc:leazione, noi gt•att di L r~wmaLisrni.
!Il ()t Cl&-.fll
Lo a11one d t Jl'nnlipionwn ~a t' ~'~l•hcherebile. se m do l'autore nell' nnpl'diN lu «viluppo de~o:ll t>lemeoli !!COt>ralnt•i rlcl pu!l 11ll8 "lll)•'l'fio•itl dell'o.;cbio c cll'llu sun cavalé, seuza comproanellt>rlll' 111 nknn mut!o l' anlcgrit11 c la funz1one A. C.
lloau. Sul tratt&mento ohirnr«lco della. mtopla dl alto pado. - (.1rclotll /Cfr \ "'l' nltlill<unclt>, B l \."\.l X. l. 1.'.\. rth•rJ<:ce su 15 opt.ru11nni prntkull' uella t!liuicA .ti ue trae lo c:ocu:lu--aone r.he nè l'• :il 11·· cl ~es ...o hanno akuna irdlucnzu m uml•• ed 111 bene ~ull'e, l•• h•ll'opcrazione; eho •lei f)lllll· diCi Of>l!rllli, in a ritn:t"'e 1lopn J'opt>rllZ!OllC Utl8 IC!l~Ì\lrll ljlt>l'· ::,r. h" t•igg.•t• melianle In eli<: •i!tinnf' della lente, ~
lllùlr"piu. 111 :l nll11 l~,llJ.t"~~'rH miCiplll: ne1 rimanenti n ~mme lropln,
HigllHa·cln olia quesllonn l'O •w lnthviduo opea·tHO possti a.:•!Ui"l6rl' ('iclntwalu cd .::cr\ 11.1n lllllit.nre, l'autore l'Ì~ponde IIUI!<liÌ\'11111 lllt• RCICh~ Jl•'r i Cfl"l ltl CIII J'OCUl8l/.ll \'l"'Ì\'11 'liO. dopo l'r JIOI'Il~Ì"n • rlt ti t iJ·
RIVISTA DELLE MALATTIE VENEREE EDELLA PELLE ~. ''":-: ~lh,..l ,-:. -
--
E tlologta della dflllde - (Brtt wed .
Jortrn • l 110\'~'tnhrt> lli!l ~ .
Vnn :-\u"•...en in nna III <' IIIOI'IH le•lto. a \Vte~baùcn ttlla Sl)ciutè aw•tlto·tl il 7 lu~ho II'!H l'lChaama l'alteuzton~ su d'un& t'tlpet·lt~ dn lut r!>llO lo IJIIflle "'l'lllhra giusLilkaro l'opinione eht} la itlliù~ ''8 una miro•1. servan los.i eli <:'!Ì Cfl«i ùi SI lih lo 1eceule. mai soll.OJ)O<:Ii a trullruumto, e~li tro,•n ullo C.'Oilll! tull:ru:;:copico e r.ollt.: ··oltnl'e lei "8ngue. dell'ortoa o tlet le~"'uli, le "Jillt't" e 1 lorn ,J,•a·lvuli tl'w1a specu• d1 l" ni1'//lium, tn LuLI1 1 cas1 nel ~llllJ.:UO e ùue volle nell'<ll'll18. Dupn over ilestr ilto i lllOLO.II degli cspel'im<'nti, P~!li ptu•la
RJVJSTA
degli elementi trova ti dicendoli privi dL movimenti, CO!::i numet•osi da conf~rire al sangue l'aspetto di ceralacca ro~sA t· costi tuiti per lo più da dne ùischi concenlriei d'uu colot· pilt o meno t·osso t•u bino e circond•!li da un colo1·e verde pallido. Tro\·i1 frP•InPulemenle frammenti verde pallido ,.. ciPrivali dalle memllranè dd fungo ~enza slt•utLurH 1·e~ohrt'. Que;;;ti corpi spars<~cono fin .tall'inlZtn del lrallamentc1 anli~iRiilico, ma ~~ molliplicann viaibilrnt>nle ruori del corp11 uu1ano 111 me~zi appt'OJII'Ìali di cultura. Nei disc!Ji piARIJJflLici incolori i quAli si sviluppuvano dai 1-(lobuli I'OSf' t, egll trovò degli org-mli~ mi mollo piccoli, a moli vivaci at•alo~lii a forme eli diplococch• . Quesli erano vi<liùili sc•lo col f'ÌII fot·Le in~rnud i•n•·nlri tnicroscupico. In due cas1 Il l'ung-o <.i ~vilnppiJ nel Sllii~Ut' oiOpO ~-l\ ~ÌIII'IlÌ lli'•'Senta•HJn lliÌC~hCI or~nni di rrulllfil'aziune maturi. Vou :'oiie::sen dtt rJU••::;lu appareuze fu colldnllo a creder~:~ elle lo stcs~o fH'ote::;~o [lll•'l avvenire nll'iniz10 dell'affeziona slfili lit·a. Ptn· cont'e1·mat·e cin egli rirece l'F1Rpe•·itnenlo !caso d'un bambino di i- lllel"i inCeLLalo dalla marlrej e nel connetti vo !<otlO!'Ulnneo lro' o ollre a IPuco.ciU. inmmlet·•·voli m·~nnismi a woli \'ivaci, fu(l:·t e dcnlro le t·ellnle , un denso mi('P[w r·nn or~ni di fruttiOrazmue maturi. 111 Lt'•· nllr 1 ca~i. l ru l CJIIO[i uno di lab•• c::ifiIJtica, VAn ì'ìte<~~en ha notato lo ~lc:;;so fuugo. G. G. Our& della. p•orl&ll con le alte dosl di loduro di po tasllo. - SFwr.nr. - ( .1lrl'h _r,;, Dermac. 11t1.rl S!tph. e Cenualbla.tt .fur die mPdic. Wì$.~ensch .. N. 'H , IX~Ii}.
Il Sciferl lta u!l:du il tt·att.»melliO dellu pc::oria~i blalr. p!'Ìmierameule raccomonùato dal Greves e dal Haslund con le dosi crescenti di itH..lnro di polossio (lluo a 20 e 30 wamrni 1l giorno e piu) in 1:3 maiali. Complelamf'nle guarili ne fut·ono solo 't. in media in circa 7 selli ma ne· e tlopn un consumo Lo tale ùi :!2;}, :JH, -t.-:r' e . 50 gr Ji 10duro dj potas!'io. :\fa. anche iu quet mnlt~li, nei quali rruet-~la nwdicazione fu inlerrolla, il lrallumenlo locale •1uind1 cseJ{uilo con la cr·t~>ot·t~ ùina e la anll'arobina riuscì con straordinaria prontezza allo scopo. In ~<enerale le alli do!'i giorntiliere dell' iolluro furono
liKII E !1\I•.H TI t' n;XI!IIU: E OEII \ Pt:ll.&
~~t
lolll:!rllt u helll""''mo. Le Jllll hg •er•~; r·•rrue d..JI'i•Hii"IIHJ ,cuM/.1.8, Jn;.:rtmnt.row~. •lolnre di te,..la) c:j mo..,lr·omllo 111 mod o allall•• pn~ "''J{~IBI'O in IJIIII"'i lutli i lllftlalt . 111 1111 cuso, dei pl11'11'll.lnenLI dt<~lut·hi d• Ji ge~ltmw n~?cessìtarono b 8ospou,..jonu dulltl l'lira, in uu atlr·o ..., pt•oJus;s., un ;nl•'ll'-~O ,rilema ,JP.l pal•tlo molle con edeuul dell'ugola. Dt urnlionl cu lan~e ,;oh) 111 u n malato ;;i n--~"' l'\ o 1111 pc:autcma ot•tir.. r'tforme che Cllntpnrvt• sP· \Olle n• l cm·~o cleUa cura e 1 ll!flli volla con ren•tntour rubhnli. Quq~, <s••mpre ,fopo Il lun :.to u"'o tlell'toduro cii poLB<i$10 sr r endevo manlre~la una influem:u su lla c:•rcolaziolll', t•d in circa la Utfl lé dei CARi comJlAr' .. l t fcbhre a •l aece~sl, p••t· In 'tualt! non orn dunosLrahtle allr'lr cuu ...a. In un malato &1l o;.mi aumento ·•~Ila dose ziorr:Riu~r.t &ftul\8 un numonto della tempernturn e della ì're 1uem:a del polc;o. L'acceleramt!nto del pol !=io N o in •1ut>sta f••bbre todicn propnrzionnlc all'aumento della temperatura ·lei corpo pet· lo più mollo t•ilevAnle 1 e spe,.s;o prect>òeva •tu"~to di 1l! o :H or e.
S
Ro-.~.:-; nena
· - TrattameDto 4 ella l euoopla ohta. (Brll. fil ed • .ruurn., 3 no' t-mLr e, l' [J. 111 mf'd W o,·h .. l :l ellemhrt• 1 9t).
Il Rn•onhut•g riferisce il s.•guenL;• caso. Un uonto, dell'eta Ji \:l llll l li, il quale v ent'lllllll prirntl avéva sollorto ù'urfulrero ~rlllitira al pene, sanz11 alcun'sllra msnJfestattone, et•a atlt>llo dA CII'CII selle anni òi l• uru,,lachia della ltnfZua. P ir· cole, ùoltmti, po~'o prorondP ukere c;j forlJ)a,aoo o;,ulls sua c;uperlicr ~ clanrlo luozo alla formazione di cicalr icr bluastre. Tu•l o 11 drm::n della ltn,:tna er a coperto tla placl'he bia ucastre, Lt·a cui SJ ooLavano rngadi cile s'incrociavano tra loro iu Lullr• lo direzioni. l:aslincnztJ. dal fumare non aveva a vuLo alruu t>tl'ello; eguale r•isu iLAto negati vo n vevnno ovulo lP pennellatrom di aciJo lallrro, i rollulori dr r e"0r1·ina e le acoperl'ioni tlì itlùoformto. Finulmcule il Rosenllerg tentn le penuellaz~nnr con una c:oluziorw al 20 p. IClO Jt w.Juro pola:3siro Il risullalo ru mera\'lghoso; lr pennellazioni eran t>e.guil.. ol ll 1111 llllenso brurllil'l' CII(' rlur::tVtl circa tne7.z'or•a:
Ili"'" l \ ulc~M di\'C'llv&no
in lult•nll. La guarl!done O\ \'UIIII• in zìo•·ui. L'ommnluto polt> ruma1·~ e inlrodUI'I'e uella b lCCll so-.lanza irril&llli s(IIIZli JJI'O\'Ure alcuna moh•sl18. l.'aulOI't• rnn!'li$rlia i mecliei a ~perimeutarc •Juestn tr»llnmeHlil i n ~a<.i unaln!!hi. Il Loi .. Likn\\· (:0./heft !•rnf•. Derm , t• nltoure 18!11) l'il't> l'l '4<'n che negli ullim1 11·c ltllllJ liu oltenulo ol.luni I'Ìl-'tdlati in nurnemsi casi dì lew·ropludlin dall'u!:'O d'una solllziOlll' concentr ala •i• re;~ 1rciuu 111 Alcool. In lull1 •JU6'l1 ca'i ····dst \Ono i sP::ni d'1111n •<~rllide altunlc P 1 !'egre<>'"n, rna '"' d morcur1n n l'il io. turo p ta,,ìco O\ 6'•11111 nlcun'iullut>nzn .... nl'allt>ztoue della hngull NHi ca,.., •li lcu(•oplaciJI& rlella lin;.:un e delhi bocca. la rilrllc•lltiJ •lel ll'llllurnenlo coll«i'-lo uel h•n. ,·are un rw•zzo per pt·o,·o,•art! il piu prolungaln I'OIIIHILCl del medicamtmto co1 puull uOetll. L 'nutnrl.' con~igha porr.1n t'Jmpi ·go d'una pasta ~P<'"~a. lA •rualt> "i tlbsPcca ~ullt> 1•0 rll e pPnol •·n pt'ofondamenltl nèllu tnllcn'~u Eccnno lt1 formola· OJ'~.til l a g 1•. l, I'I'~Orciua gr·. t, ~U@'III:l J.tr . 10 \leolianle balull'oli di colorw idrofilo s.'l,lenuli da pit· · coli bno;loncnll dJ le~tno, 'l"e«la pa«la •· applicala .:ullu mucosa boccole e linguale pfl rt~cchw \olle al g10r no "'fll'cialruf:!nlt.1 dot•o i pasti e murw.h8tamenlt• prima di andar a tollo '\PIIo '"JlUZi<• di 8 a I l ~ror·m. le p1aslt•e opalme $1 cOI'ru~ano ù la Hlii<'O~a assu1ne un osr·••llo rne;eo. In • JU<'~lo 'illlto pt·r· tanto, lu muco"-ll é ancora 111 Ilo dolor ahrle sicché c da pmibii'"-Ì il fumare e l'u<lo di """lanr.e 1rr1tanti e la bncru ch'!\'ll e!'l:->er·e abbondanten1~nl" la,•nto con ~oluzìone nc•run~a di awlo bor1co. L'ipere111i11 d Pile plucf'lw ~u cui hu AA'itll lu r l" · <'~nrcina puo farsi l"Cornparirt' nwùianle il balsamo pcruviano U~antlo que'-l'ullimn tre o •J!!&Llr•o "nlle al e-iorno, la re'lltlttlio nd ÌnTPf7rUnl é l'OIIlpleta. (Ì. t;,
h•
po~.:hi
r,,.
AF.tELIU,:;. -
Urtloa.rta. ptgmenlos&. - (Bric. rtJ<•c/. Jo11rn
~'O ollobre
18!li ).
•\tzelius descrive Il prtmn caso eh I[Ueo;l'atfez•ont> oQservul•" 111 Svezltl. Il paziento era uua ha.mbiua di (i rne!'i Quando f'S~>a avevo lre mesi, la mad1•e O!:.l-ler vn sul suo corpo dello
~ !3
DILLE SALA1"IU V&.U&D l llllLLA P&LI..B
rlluvAt••7.7.e ,. ·"'E'l' lt>!!ger rnenle pr·ungiuol-~ "[16cu;lmeule tlupo
ti hAgnn. Dopo un certo tempo si rwlarontJ tùacchie leggerrnenle brune. 'laHlO la bambina quauto 1 suoi ,.!l'llitori e•-uuo "Alli. 'S"osr:un ant•·••edente l"itililico. Oi!:l<~f•rnina le ~ul tt·onco c ~nllr C'llmrmtè SI rwta,ano numet·osissime macchie pig-mènl&t'iA non 1l6Sf!llamant1si ll'l'agoltH'l. di varia di1nen~ione. Jl.:st-1' l'l'OliO run l~n nume•·ose 111'\1& pllrt.,• supet·1ore del dorso, "lllln gamba leslt'a e sul èHoin C&[lt'llulo. Anclw la facclfl uon ern illli'IIHrte. 1,... mani ~~ i pietli era110 lllleri. l l colo re del! t; mncchte varia,·a mnltissrmo. nlcune erano rossasll·e. altre ct•aflu ~·aliH)-;1 rP imitanti il colore.lelle ll1tlculed('I!O xanlelasma la tOHI!f:Ìill' parte B \'C\'81lnB tinhlleal(•'tlllenlt' bruna. Le rosechi t~ •li mar.:!!ior Jirnensione erano t•<>lose· e<>se non scompMi· V8HO ati n pre""tone. Mollissi(lle at•ano al ruud••:>imo livellodl!lla cutn ~nna, rnH alcurw sr (•levavano 111 papule. Esisteva poco fll'llril" P stropÌl:C)SilÙfl le IOIICUle colln dita esse si PlevaV.Iltn c tl1 \'r-11iva•1o r·osse. Su lulln la superfici!.' cuhwea pohl\'ll pi'O<.hu·~i un'ur·ticaria al'ldicinln e cii\ anche sulle macchie ~t., ...M Rulh· •(Utili comparh'a Ultl1 liuea htancn mollo distinta. Ln b~tmbinn lu \ t~tiSLS ancOI'B un annu dopo: ('S~a era sempre "an a ù nurmalmeute sviluppatli. Le macchie erano diventale ,Jt linhunenlP ptli brtme, alcune anzi erano quasi al tnllo ner-e. L'autore ha t•accoll(l ;J!l casi •li quel'L'affezione.
dut •tuali tr, in l nghillerra.
G. G.
RIVISTA DI TERA PEU TlCA B111s-. \I.JU. - I1 olorato eU socllo nel trattame.n to del oarctnoma dello stomaco. - (Brit uu•d • .tour. 1, ilgnsto U•9i). Il Bris«l:lltd. a,·endn visto i benefici effelli del clor·aLo potassiro ~"lllle ueo-fot•ma:zioni epitelioma.tose delle mucose del primo Lratlo delle via ctigestlve, s'indusse a spet·imenta1•e il cl01·ala 1 di snàio, mollo piu solubile, liGI carcinoma dello slu-
II IVISl'A
n•aco. Gli effetti furono CO!-t uoleYoli che Bris"aud CI'Ctlella
a princapio a •l un errore d1 diagnosi. Nella parte maggior e dei casi oltre ai classici sintoma Ilei carcinoma esasteva lll l Lnmot·e ben definilo della regione gastrica. Dopo l' usn del clorato di soJio alle dosi giornaliet·e di 12, l ·~. 16 grammi per lo ~<pa:tio d• circa sei setlimau ~, la m~leuA e l'emalomesu seomparveru interamentt', nut la cachessia e il lumoro II C) II potè pìiJ esser e pallJalo Bt·iRsaud Ja ciò nou infet•i«co cla~ Lulli i carcinomi siano guar ibili, mu che \' 8 ne sono ukuui 1 quali mollo vantaggio possono ricavnt'tl dai cloa·ato di sodio. A questa categoria apparl•mlo(uuu •1uei csrciuomi. i quali non ltannv ancora invaso il fega to o 1:1llri organi, né souo complicali da lromhosi e llebiti. Il clo..alo di sodìo u men velcnosc• di •1uello ili potassio ecl é pt•on tamenle eliminaLo. La dQ!!P giornaltera varia da 8 a 16 grammi. Hrissaud comincia .;ollt~ dosi di R-IO grammi nelle :H ore e se al vom1to e l'•lmalelllosi non cessano, aumenta In ùo~<i tino aol · oLteuet•e l'el'f~>llo desiderato. Si suoi tlat·o u cucchiai da the ~cio lto iaa 100 g a·ammi d'acqua. L'unica controindicazione di (JUc~lo meJicamento è la (H'e~<enza anche cii lieve albuminua·ia . La ùose d i 1H gt·ammi al giorno non deve sorpassarsi pet· limot·e di sin tomi bulbari Br•i-;::oaud conf<iglio anch~ di sostilu11'e il clor~llO sodico al pota<tl<ICO od tr·a.llamenLo clelia ='lornutih, faringiti , ecc.
G. G.
n bromoformio nella t o..e oonvul•lva - (Phil. Polycl. , 16 ~iugoo t8!H).
H. B. CARPENTER. -
Il Carpeoter ha usato il bromoformio nella tosse convul-
siva ed alcune volte esso ha agito mollo eftìcacemenLe. E,:tli credA che almeno in paa·te i buoni effetti di questa sostanze sono dovuti a ll'azione anestetica eh~ essa esercita ~ull e mucosa raringo-larine:ea, modera la violenza degli accc<;si, ne diminuisce la frequenza, sospende il vomito e io molti casi abbrevia la durata della malattia. Raramenle si souo
deplorali elfelti nocivi e mai colle piccole dosi. Le grand• dosi lasciavano il bambino come inebetito e alcune vol te
01 TF.RA PiU li C ~
dalla qu,ale per(l polaVIl (acilmenlo trar ..i. l :<Ìntorm delravvelen&ml'nlo con~'>i"lono ìn pallurt>, vacillamenln, dilatazioni delle pup1lle, coma, debolezza cer,Heca . e r.oli&""O. Il medicamento l'i età alla dose di l a 5 f!ON'e lre o quattro volle al g 1orno. l.jn bambrno th l anno può prentler ne 1 o 2 gocce, lt·e volle al giorno: uno dr 2 a 4 nnn1, 2 a i gocce trt> o f!U&llr·o volte al gior no ed un bambino <11 o a 8 anni, i a 5 lofOCI'6 quattro volle al di, "'••cnn.io rl num~ro e la fr·P•JUenza dPilli eccesSI. Il bromo fo r mio "' prop1110 or.lmariamenl4' "U zucche1·o e in acqua. 11 medica me n to non e facile ad Pfl!'6rt• dato a goccP da per«one, non prflt ...~he e percrò il C. con •gita lo seguenle formula : Uromorormio . . . • • • . 1:01~e 48 Alcool • • . . • . once 4 (gr. 12 Tintur a d1carda momo com.t~d dramme 3 (~r. 120) Una dramma r~ g r. l Lre volLe Al foliOrno in acqua. So l'u"o del bromofor·m ro ai sospende troppo presto le recidl\•e uon ma ncano. G. G. Jtrod UCil V8110 n &rCOlll,
\\' • Lil"TMN. -
Un nuovo rlveatlmento per le pillole.
(Brtr . .\f• l. Jo"rnal, 20 olL e S
}' .\led . .!ourn., "sl'l-
lembrP. Hl!H). Il W . dicA ••ho si ò sempre c~rralo di olleoere delle pillole le '}11811 rof{giuogessero inalterate l'mleslmo. Secondu W . l811lu In l'herolina proposta da Unna, di Am burgo, quunlu ti ,;;nJolo fWOpo!-~Lo rla Diete['Jch, non r nggJUngono lo l'CO[)t). Dopo mollr lt>nlativi ejdi è flnfiiiiii'Ole ~JUnto a trovare un I"Ì\'t'!'ltimenlo per le pillole lt f!U&Ie raggiunge piemunenle lu scopo as~o è fallo da una m r~('e lo clì llOmma lacca e ~a Iuto !II<'Ìolli nell'ulcool. Allo sropo di tleterinare il modo di c..mportarllr dcii•• pillole cosi rive ~titl~ e~h ha dato MI hlir ••i metii"IIC o ha lr()valo che 18\'an.Ju In ~lomaco esc;e "i rilnanevorHl innllorate, mentre che le ft>cce e l'ortna. dopo il lr>t·o J•A'\t~aggio nell'intestino, erano rolorat~>. Le piccole dosi òt catur ltrl int..!'ltinali agiscono pii• prontamente e piil si curamente adopet•ate in queste pillole che nel modo u~uale. 15
•
HI\'ISTA KAS1'0RSKJ.- Il mentolo
4ella 41fterlte. - (Brii. Meli . .lournal, 20 Oll. e Vrar, N. 2~ l8!H).
Il K . riferisce il l'isultato ollenuto nel Lralt.at·e :.17 ca~i dt dirLerlLe (3 aduiLi e 31 bambini) con unn soluzione alcoolica di m~: nlolo al 10 ' l·· Le pt-nnPilazioni (ralle con lllt batuffolo di cotone) erano praticate tre volle al giorno: 111 alcuni c:asi una sola pennellazinne recl' l'comparire le pseu· domernbrane nello !i<pazio dì due gior11j... L'n noleV(IIe mtglinramento teneva ...empre dietro nelle condiziont generali dt'l paziente all'inizio del lraUa111enLo. Il medt--Simo semplice trattamenLO fu messo in opera dall'uulore in nuuw r osi calòt di angina semplici e da Tllulowsky in un certo numero di . casi di angine searlalinosa. Si atl\wma che lt.1 pennellazioni non pr ovocano dolore e sono iuoffc.>nstve.
G. F. KASTUERIN.- Il blù dl metUene nel noma. - (Br ir. M ed. Jour11al. 27 oLLobre e Vrac, N. 32 del t 89-i). Kasluerin rirerisce due ca~t di noma nei quali, dopo aver usato infruttuosamente vari melodt di cura causlicazioni, perclot·uro di t'erro, timolo, i•ldoro1·miu ec·c. ricorse alle pennellftzioni locali con uua soluzione acquol':a al 25 o :{0% di blu di metilene : le pennellazioni erano ripetute ogni ora. l r ili!Uilati ne rurono ottimi poiché in poche ore s~ornparve il retot•e della bocca, le escare cominciarono a cade1·e e s'i· niziò il vrocesso di cicatrizzazione. Uuo dei pazienti mori in seguito per esaurimento, ma l'allro guar1 pur!dllamente.
Trattamento dell' idrofobia. - (Br ii . Metl. Journal, 2i ott. e Tller . Ga;., H luglio 18fH).
D UI-t.l·:s. -
nulles di F1hulelfìa e8pMe lo sue opinioni su clMslo argonHlln. Dopo u11 bt·eve sch izzo sl•)rtco dei vori metodt ò1 eUt'tl usati in pa~>salo, egli enumet·a 1 merlicamenli nei fJU&ll htt mt"H:gior fiducia. 1) Cana!>e indiana, 15 gocce d1 lintu ru o 11~ di gt·aoello dell'eslrallo ogni quarto d'or a fino a cl olle· nct·e :.nnnole.nz11; 2) BromidraLo d'1oscina 11100 u1 g r ano per
DI TEII AP EUtlCA
'VI8 •110derrnica, Olln• mezz'ora . :li Solronal" o lr·ionnJtJ, :!(} ~ 1111 o,.rnr meu'ora: i) I niezioni di morfina l:!eguil e da inalazroni eh clororormw L'alirn.;nlaziont> e la propinazrona dei m..-.hcrnah non rl••v'e!I!IPre ror 1.alu: le sostanze l iquide p(\<~!IOoo dar·AI per m~>zzo d1 c•Ji~ler•t o di hagni. Non fa al•·uoo rueozionc dPI melod·• Pu•leur. L n "'le ..o auloro nel .\fed .\ews ciel 16 giUgno l SUi, pubblica un re•ocool() dr ìtt casi eli idrofobra raccolti tla val'ie fon li durante gli ultimi «·i ennr Oi questr, 18 si erano avve· r 11Li in I"~r ..one al di "Otlo dt I O anui, t lì tra 10 e Hi, 8 lra 17 e .il, :u tra 35 f.' ;)7 ,. 2 in pe~one dr el& rgnolP. L esame d i c1ue:~li ca~i allo scopo tli clelerlllinar•• '31' i morsi 111 parli clt!l corpo più \ÌCrne a1 c4,!nlr1 oervo.. i e rano piu perrcolos1 dJ 'tu,..lli d1 parli prù lonl~tn•• non ha òulo alcun risultato. N on i può pre.J1ro la clurulll lell'incubazione tenendo conto d .. lla c;t•de ch•l mur<~o f.' dell't>llt del pat1enle. Ou!Jt>s c rede c he il nlelllrlo PustPur h11 aurnentnto le percentuali dei morti dei ea"l l·~r <~U!{ste~t•on~ mentalt• "·critica rorLemente lr sue slotiMrcl•c. Gtti\J~;A U.X. -
8u~l1 omoloshJ della ohJDI.Da e •alla loro asloDe blolorto~ • hrapeuttoa. - (Pr O{Jr è& mt•r/icnl,
N. 25 del lH!l~).
0\.1
Già. 111 parecchia puJ.IlltCHZihlli prect>dtwti Grimeaux aveva d imo..Lr11to che dalla com biuozrone della morfina col me tile (C 11 1) e cnll' t:Lìle (C' Hl, avevano o rigin r dei cor i omologlu, lo codeina f' lA codeltlina, doLat1 di azione fls1olngica m •t..t .:1ore li flue Ila della mol'llna stessa. O rn 1.1 !lL'"sso autore. in HOIOoe coii'Ar·naud , riferisce irt uu -.uo ltnor" che !>t otltmJ.Cnno co111bina.t.ionJ anologht· alle prerl!·l~nll lrallaudo la cupr eina, ba,e C'\lratla dallo quina CUf"''''l, t·o1 clot·uri Ji meLLie, di etile u di proprie i11 pret~entll tle~h alcali· s1 ~ellt> l'allo iu tal modo la chirunn ed • rouni fllnologhi -.uperiOrt la r!tin.ettlina o la chlnnpro,.itina. l.o <~l\1 hO fì-.tOIO~'lC.I O l>'I·Opt!UlÌ ·u d1 IJU\'Sli fiU0"1 corpi, ('.tJIIIJillllo la1 SJf:UOri LJLor.l•l e D >urr·u, IlA dnnoi~Lralll che ~st~i . ono Jotal1 di una azit)ue fi siologica e specralrne l l e d1
Ili\ ISTA 01 TEI\APP.UTICA
un puter·e anlitermico supP.rtOre a quello della chiuioa Oat punto di v1sta terapeu tico 111 chine t11ina è un antiper10Jaco a<~"& i :mper·iore alla chinina e la chinopropilina potrà esser e Impiegata co1ne onhterm•co polente nelle r~bbt•i continue. nell:J pir••'-sie elHale. A. C. Mt-:NN~.LL\ . -
DeU'Aohlllea mlllefellum. - (Pr (JI;rt:S!Io mt•-
dtco, 1895). Il capiluno med1co dolL M· noella, avendo o~ser ,·ato
rè-
~leso u ~o che nella medicrnu
volgAre !'!i fa delle foglie d• questa pianl.a, nelle malattio delle v1e genito-urioarie, si :-.enti 111vo~lia to a ft~J•ne t·~pt•r•menlo. Egli ha trovato il del'Otto di Achill«.>a utile in Lutti i ca~i nPi qua li s1 sommiru1-lra no :oostaoze tlmare od fl.I'Omatiche, e specialmente nei catu r r i ga!!Lr·ici Per·t. la magECior efficacia di questa pianta egli l'hR O!'..erVItla nellA ca 1 cnlo~i r ena lt>, nella I(Uale, egli dice, ò di g ran lungu ~uperit)r·~ u tutti gli alcalini, compre"& la litioa.. L& maniera ùi prt•scriwre l'Achillea è solto forma di de· ~llo, al lll-20 o o di acqu11; e se ne fanno prendere una " 1luo tazz.e nl g1or no.
Rl\!IST.\ Dl TRf~ ILA ESERVIliUlli:DICU ~IUTA R~
----
Oo:t. J. ELLOOGf;:-J, - Iatruslone per adattare carri c o muni al traagorto 41 terlt1 (con quaUr o tavole). (/(llan. 1891).
L'ttulore, sulla guida del !Jrocesso del P or l, riusci o trova re un metodo ~:~emplicP ~ fAcile pe•· adattare f]Ualemque· specie di car ro al lr·asporlo di fer ili.
81TIST.\ DI TEC~ICA .E SER\IZIO MIDICO lllLlTARB
U!l
Questo meto•io ottenne il diploma •li ono1·o alla rno,. tra per lo uut riZIOTif' del opolo, che ebbe luogo nel l89t in Vienna sotto il pall'onnto 11 eletta Cfflce Ro~~a austriaCSI e Cu m ollo Jo,lato ~' Slimt~lo all'VIli Congre!~O lnt~rnaziona iP d'igiene e dernog•afta in flel' il vettovagliamenlo ddl"e!llercito e
Rudape~'t.
Per a •I11Uare col nuo vo m etodo dell'aulor~ qualunque carro a due o a 'Ju&llro ruote, non occorrono chiodi o spec•eli men•. ma empliccm~nle !<Ulogbe, lra vicelli, rami d"elbero 4! le~aeci d• bo,.co (" Mnenlo) o funicelle. Adatlfl m rnto di car ri comttni p~l traap<Jrlo rh fe r itt. N el mt>zzo .Jel cn!'ro e !n direzione perpenùicnlare all'as"e lungo. alla parte inferiore, e po~la una stanga, la r~uele -sporJ(e cio umbedui' le parli d1 circa 2~l cenlimell•i. Nella ma ~:~i.lr parte dei cnrri es1sle questa s l11nga , cl•e t>i chinma appog!Xio. Quinn• due corti ll'8.,iceJh o remi d• al bero ~ono Cerrnnli cnn funi celle o con legacci di SPrmenlo alle part1 Fiupcriori d elle part>ti laterali del carro, a dis tanza di circa 80 cenlim ..tri dal mozzo ed in modo che da ambedue te porti '-'PM· gHno in fuori per circa 25 centimetri. Alle tre par li .. porgenti do ciascun Ialo sono fermali, cni -soliti mezzt tll uniont-. due travicelli o r ami tli alb,..ri ciPIIa iun ~he7.7.A cii due metri in modo che le loro ostrem•tà infef'tnrl fe rmale alta pa1le spor~ent e della l'tenga Ai r•un1sèànn Ati a ngolo, mf'nlre le due supe1·iori, d•vnricate (fPrmale r1rra Jt melò a li~ parLi dei travicelli o dei rami c;porttenli rtelle part'l1 •lt.>l t•a rro) ~ieno riunite in vicinanza dt:lle estremità liber e fra di loro e con le due del Ialo oppoAlo, mediante quattro rAmi o lravicelh. Due barelle per Ce rili gravi sono An~>pese anter iormente ~ poslerwrmeute alle due aste lrusver eli s upc•rtori e per .-vi Care le o.,ciUazcom lo Lerali tll dPLle barelle queste• l'ono pure t~rrnate ai duP lravicelli obbhqui a srendenh. Una tur.tn barella è sospesa in metzo alle altl'e due, ma più in basso, al Lravicello laterale ante rior~ o ad oltro Ana•oJ.to poctteriore, rermato quaAi ella ectlrcmità del carr o. Que .. ln "Pecie di adatlamcnto. Felllplice e fnclln, J'UO ap-
RI\'ISTA Dl TEC~ItA
plicarsi con lievi modiflcazioni a qualunque specie di carr or tnnto a quaLtt·o, quanto a due ruote. Conclusioni. - L Ogni spe~'ie di carro può, col nuove> me'.odo di alleslimenlo, ~erv i re el trasporto di ferili. 2. Per adattare un carro al trasporto di ferili ~ono necess ari solamente lravicelli o rami ~i albero, funìcelle o le~acci ui sermenlo. Questf' materiale può trovarsi in oszni luogo, o per lo meno tJ facile ed otlenersi. Se per esempio in circostanze di guerra non fosse possibile trnvs re questo materiale nel momento del bisogno, allora est-o potrebhe .essl!re radunato nelle sedi dì tappa e trasportato con gli stessi carri di campagna. L'aumento di peso ser•ebbe di poco conto e non potrebbe avere influenza sul rimanente Clll'ÌCO .
3. l m'Jiali sono Lr•aspor tati nel moùo piu 1acconcio in barelle sospe!C~e, senza oscillazioni di sorh.l. io. In ogni carro a quattro ruote f'i possono lr•asporlare comodamente almeno lr·e ferili e vi rrmane ancora spazio pel ll'asporlo di alcuni feriLi leggeri seduti, col lor o arredameuto ed equipaggiamento, come pure per i relatl\·i mezzt Ji ristoro e di medica~ione. 5. L'adattamento di un carr·o pel tras porto di ferili s i pul~ otl~nere in brevissimo tempo, poiché l 'esperi~uza ha dimosll·ato che lo possono eseguire fJua ltro uomini io dieci min•'tli ed il car·ro può di nuovo esset'•! resl.iluito al suo uso nblurale, poiché né chiodi né speciali malerjaJi occorrono per l'allestimouto. (i. li melorlo é tanto semplice e facile che per a pprende rlo non occorre né mollo tempo, nè speciale dimostrazione. 7. ll caricamento e lo !'!caricamento dei ferili ha Juogo come nei cart·i preparati e destinati al tra <>porlo dei fer·itì. R. Questo metodo permette di utilizzRre i carr•i per duplic·e scopo, pel tra~porto di materialr di veLlovogliameoto od altro per le truppe che si r·ecano alla guerra, e pel trasporto di feri li al loro r·itorno dagli s tabilìme11ti saniLar-i dj prima linea a rruelli meno avanzali .
c s.
K SI.RV IZIO W.JI.OICO MltlT.\IlE
- •al materiale 4 & m..UOaaloae antt•ettioa • 11111 Utrl 4& oampaa-na 4el oorpo 41 IIP•4lzlone e 4el oorpo 4 'oooapasloae 4el B éDlu, 18e2-188S . - (A r1"/tit:e., de mMertne nacale et coloniale, rebbruio, 189~)
n"s')~.
Ometleudo tli trac:crivere la lun~a h1'18 dei dh·t>rst arll··oh aa cnedu:az1one nnlisetltca, onrle erano provviste le truppe mec:<:e iu campa~na contro Abomey, qu• r:portiatnfl •tuento !4Ct·issf', t'lui ri... ullnti del loro impie~o. il dottort• neua:e, 111edtco prtuctpale .lt•ll•• coloutA c capo dul servizio c:amtario tiella t•olunia del Benin e d l r.or!J'> di st•edt.
zt(!n~>
lo
• Il pacchelln t Ili medtrazione m dì >'uhtAie d t llelbronnet· 111 •li«tl•tiJuilo Rn •In pt·incipin a lulli ~ZII l'uropei. La primo Cll "8 d t JU8"11 pac ·heHi • ra c:tala mAndata do un eomtllllo th •occnr--o d1 fcrtti. e la loro utslitu parve ~• ""'dente che ~c ue rtchieser o lt>legraflcamonte allr·i Il)()() Tutlr ,.rli europc•i t'i Lt·ovarouo quindt provvt"Li di questo paccheU11, porlandolo alla c111lura o nP.Jle llor..a. Puco voluminu~o. al riparo marre un dopp o tnvolucrn da ogni inquinamenlo dall\>slerno, ~881) fu mollo apprez.zttlo dai tnPtllcl dei rt>pnr•ti ùi truppa du rante In ma•·cio ~~~ Aborney Cou~le di una compressa di mussola nl btcloruro ili I'Jlercurto, di un piumac·ciolo di ~toppa puritlcuta P r'reparata al biclorur·o, di una compreslla isolante 111 ~l ac lulosh e di una fa<~rin di ca111bric. Ulili!:l<~imo per· le (t>J'tlc> accompAJ!IlOie da locerozioni poc•o esle~e, non é per Altro ..ulllctenle nel caso dr ferite 11111 ~ravi; nllre a ciò C111t\•err·•·bbe ruodllìcare lt1 diml'nsione e la resif!lenza della fa«cta d1 cambric, la quale uon par'e ubbaslarlla solidi'. np nbhul'lanza lunga, pet cas: in cui ~<i trotti di eset·cilar.unn compr essione al fine dr arrestare un'emor•·a~io Un'aHra porlil·olartti• a notarsi, rhe forse può sembr are inl'lignitlcante, ~ la qualit.IJ delle cluo !<piJie d1 acu reua che lrovau-;t nel pAccbetlo. Queste spille sono in uccioio, e, ptw ttdluenza dell'umidità, ~pes!lo lrovansi i••rug~i111te. nel qual c.c'-o SI pre.,tscno poco bene per tìsl'lara l'eslremrtA della fa'-C'"· una vollA comptula la medtcazrone. Si crecle perta nto che quePto pncchetlo da rnedtcazion o poRse L'emlere nume-
:i32
RIV1STA DI TlC<'iJC\
rosi servizi ; e modifica odolo nel senso indicato, esso potra servire, non solo pet· ferite sempJlct, ma pUI<e per un me.utero assai grande di ferite complica te. Questa medicazion e bene applicata, ~i mantiene faeilmetHe a posto, e l'ospedale di Por to-Novo ricoverò molti r~riti uncora fasciali col materiale del pacchello cbe essi seco porl.avano quando furcnn ferili sul campo di balLaglia. • Non è il caso di pa~are ìn t•ivi&La tulti gli articoli che componevano l'approvvigionamento in materia le da medicazione: coli) ne idt·ofllo, colone fenicato, t'asci e dtverse, ace. non offrono ar·gomento a speciali o~servazioni. • Un provvedimento da approvarsi é quello di r inchiudere le compresse di mussola al b1cloruro dì mercurio ent1·o scatole di latta, come si usa pet• quelle al iodoformio. c P et• le medicazioni in ospeJt~le si adoperò t· r~;~snchi' sempre la stoppa purificata al bicloruro eli mercurio, in pinmaccioli; questa stoppa si trovò sempre perfettamente biaoca t' colra~pello serico della r·amie (fabbricoute E. Froger). Siff'alta medicatura, facilmente applicabile, non irrita punto le piaghe, comunque la si adoperi, o secca o umida, spoh e rata o non di ìodoformio. LP compresse al iodorormio (Royer et Cie. Lyon) e rano riserva\e per i ~rendi ~rau Ola~ismi. <• Il colone idr·ofilo compresso (K Froger) non può bene ulilizzars i che come spuguo per lavare le piap-he. Il suo impiego esige delle manipolazioni che gli tolgono, o ~li possono togliere, le sue propr1eta antisettiche; ìnfaLti, per rendere assorbente questo colone comp1•esso bisogna prima sfaldarlo. Tuffato allora nelle bacinelle contenenti le soluzioni antisettiche, esso put'> adope•·arsi, come fu detto, a mo' di spugna. U s uo impiego non sembr~t quind1 indicato pei posti da medicazione avanzali, per le ambulanze volanti, comunque il piccolo volume lo raccomandi quando non si ùi8pooe che di uno spazio risLretlo. • Uno degh articoli per medicazione di cui si riconobbero i serii vantaggi, sono le rasctc arrotolaL':! di mussola prrpa.roia. di metr·i 8 su m. fl,15. (S.ce S.té de la guerre). Si l'ic.overal·ono nell'ospedale, dopo due o tre gior ni di tra-
sporto, rlt>i (!lrtli la cui metlicaziont• sul campo di hallaglia era ~lata f••rmale con •tue&li! larghe rascie da JOU"!Iola preparata. QU&!!l& (a!\CÌ8, pr ima ammollale, prosciu~lllldO forrnann un vuro Apparecchio inamovibile, iMlando le piaghe da o~ni II'Jluonza ester iore e mantE>nendole n elle migliori coodizaoui pnM~a hili d'anla<~epqi. È qumdi da con<~aglaarsi l'impiego da qUA"l8 f8"1~Ì8, <IOJlr8lUtl0 quando i) (eailO deve eSsere traspM\ialn a«sat lont.ano e dove rimanere ctualcue gwrno ~en1.a A!l«ere melilcato . • Dt molta nlilita prt~laca trovt~a·onc;i pure il rolone car,Jato da prima •tualitit in bt•nd~. e quello analo~o in ralde. Hsve lite sullo d11e paru ùt mus•ola senza &ppareccbio, rfii6"Le rttJti,., n••l caso di rrallure, di le!>-ioni at·ticolnri, facilit.auo conqiderevnlrnenl~ l'applicaziCIIIe di apparecchi coo teull\a; 6'"'6 "a (l0~$()00 laJ:Iiare facilmente CC)IIC forbici; •tuituli hAnno ~ul colone or.JutArtn 111 ralde il vanla~gio della raptditil ti' appltcnzione. Il m ~m bro é così avviluppalo in modo più Uf(Uale e più uuirorme; e questi vtntlaggi, f.lul campo da batle,rha, 80DO imapprezzubili. E perc iÒ da riteoer'-i che tali articoli JA medicazione renderebbero notevoli ~r viza, non ~o!o ali~> amhalanze di primo hnea, ma ben anche ne!(li OllP"·Ialt. • Nullo i A .tirsi c1r ea l'ovatta dt torba. perchi• nell'abbondanzA degli altri generi, non occorse di valereene. • Fin&lauenle, le carte RnliAeltic he, la carta al bicloruro di mercurio, di cui può far~• a metto io un ospedale dove torna racile la pr•·psrazione di c;oluziooa antisettiche a dive rso titolo, rurouo mollo appre7.zatP o.rnt qualvolla non ~i aveva a mano una bilancia per t}t)~are la . o L&m~a anliS~> llica. Que · stu carte suno rint·hluse 11a scutote da latta; un Coglio ba~t.a Alla prt~parazir>nP di un li tro da soluzione antisettiCA al millc~irno Oltre u riò. la porola tos11ico, impre <~sa all'indaco "U cta~cun fo~rlio, sparif'ce durante l'unmersion" e l'indaco sì ~ctoglit< colorando la mano e il liquido in az1.urro, ciò che permette dì ovalltre la conru~ione con altri liquidi. Queste ~catola vanno tenute al riparo d('ll'umidilà, solto pena altrtmenlt dì ,·edere il contenuto andarsene in deliqul•sceoza •. Quanto ai Ollrl, dice il dottore Ra ngé nel suo rapporto
&IYISTA 0 1 TRC:C ICA
che prima cfirnprendere 111 campaf(na contro Abome_y il comando super·ioro si era in modo particolare preoccupa to della questione J1 pro\'vedere ali_, truppe in marcio buona ac•fu&. potabile. Parecchi filtri di diversi modelli furono messi a di-pol>iziono> di r1ueste lruppe, e gli ufficiali med1c1 ebbero !"incariCO di riferir e poi iJ loro llppr ezzamenlo sui vanLag~i e ~~~~~~ inconvenienti che es"'i, all'allo prat1co, avrebbero pr esenlt!l o. Al giungere delle truppe a Pot•to-Novo il locale ospedale possede\'8 una bnlleria tlì 8 filtra Charnberland a pre'lsione ordinaria. rocmanli un totale di 00 candPle. Questi tlllr1, ben tenuta per v!gìlanza del rarmad'lta, runz10nando allernahvam"'nte i per i. davano un pro•lolto p1ù che ~uftlc1enle aa b1sogni del rnomt>nto. Intanto, poco dopo, giur:sero svariattapparl!cct.i spt?diti ùaj rnini~>teri rlelln marina, delle colonie e della guerrH c da associazioni ui soccorso. l tlllri <~ped1l1 da que~l'ulluoe con.._i.,levano in appart'cchi d'uso anò1viduale SIStema Mai!{nen. Essi sono cono~c1uli; la loro pa1•te e,senz1ale consta di un sacchetto m te~quto di amianto rhe pre~eola, solto un p1ccolo \'Oiume, un superlicie tìlLrante osl'ai esle!'a. Mn t"fUestl appart>cchi lìi spo•·cano pee!<lO e, se non vengono netlal1 a tempo debito, esalano un pO!l!!imo odore, e la loro pulihll'a, cotnUnt"flW ~em plice, é tuttavia Ancora troppo complicata pel !'oldato in campagna. O'allrA parte, dal punto di vista della buona ·•~i ene delle !ruppe, é prefer 1bale che l'sC•(UU potabile vengo d1<~ll'thui1a sul luogo di tappa al baltaglionfl o alla compagnia, piuttosto che lasciAr libero il soldato di I'Mvit·~ì a suo piacimento di)) proprio filtro duronle la marcia. Allri frll gli apparecchi sped1ti erano in zinco, ro~gJati a mo' d'imbuto, con diaframma d1 reltro, e fimenll in p•ccolo cannello fl('r lo scolo ùell"acqua. In ra gione dello scarc;;a capacità questi filtri tullo al più a\•rebber o potuto ser vire per tavola. Del t·eslo, al par1 del OIL•·i individuali, t'i saturavano prontamente delle impuritt't
K SKR\'IZI() MEDI CO 11111.11,, IIK
dell'aequo, trallenendnn•· "olttmenle le maler1.. terro<.e "0· 8 pest", e ruuto le organiche cll!òiCIOlte o micro,.copiche. Un'altra vari•·Ul di nttro con1-i~teva femplicemenlu in una epecte d• or.:IUoln in p1P.tra pt•ro~n. Tuffato nell'acqua. b•SO· ~tonva a,opellart• che 'l ue~>ta , allt'&\'etFIO alle pareti, penelrft""e ull'ìnlP.rnn. Tolti fjUP... ti dtv~r!'li Apparecchi potranno rorse ~ervire per rollettiv•ll• poco numer<~"e, ma non per tru pp~' in marc1a. 1 lllln inv1ati ,fai mini Ieri dt.•lla ma•·ma, dt>lle colonie e ,Jdla gu •rra ' rauo Lulh lillri t:hnmberlauù, "tl!l~ma Pa!'lelll·, pur·le fnrruti di l'lflllhlOrtt AUtOmatico " parl•J pt·i' i ,fi lale ac:Te«:::orto. Set'ontlc, Il pn1·••rc• di lutti I'JUCih cht• li ,j,lero iu azinnf', 'JUt' li flllr1, <ltllllll per 1111 n"pe leJe>. r>el UIÙ•Illhlll&nzn "labile, per un posto «tHccalo, 11011 sono punto pralirt per lt•uppe in marcia; 111 t'H IIIp8 :tiiA oli ~tuerra. l JliLrt clt"' il b11ll8!!'lirm~ dello le((IOIIS <>lremera porta''" c•Ht ""'· tlflJI&rl~navatw ul sistt•1na dei lllt!·i a cnndelc Cliamt.erlanu C<lll pr~>'-!:-ioue: erano r~oco rng<,mbruult e "l pole'·ano portare A tlo~sP dt mui . 1 llltt•t O.•\nrlrù di :n cendt•le 0011 ripulilOI'G aulomalico er11no eH tra i"lt'lo e<.lt èmamente d1fflctle, pe"ando c1aocuno '"''' 75 chttof{ramnrt. Sui\·auo sospe~u ver~o tl meuo di un bambù mediauto uoo Si••·<'l&lu intrl!cciu di cm ruguio, a v('nivano portali n ~pella da ~1uatt ro uomini. A ciascun filtr o HCcompagnavasi una Cft!'~ella con òi"er t:i 11ceessort: ch1e,.... 1ngle t•, lubi di raccordo. pol~;f:!r,· !<ili··~'&, ecc. Alla prova i llllt·r ùithlero ti rendimento indtcato; l'dllu.,so ,.ra raptdo e l'ac•tua, pt•ovenhvamenle lr·altelK c on allume e ta..dela in rtpo<~u, uou ol)trUtva le catltl~le ed uo;c1va limpida (Uilllt'lrlltnli "OllO pre.S"tnne;
dall'apparecchio. Ma pn1 11011 fu la stessa cor;e quanclo le cohmna cominctu le sul' oper112.ioni t\ ben preslo, ùa Of,'l li pat·t~. ~or-.ero lugnanze che 1 Illiri non Cunziouavano. l.t' p1u d1ligenlt puliture n1m penenìvenn a t·esliluire 11i hllri la port.at.u pr11111liva. D'all1'8 parte era ben difllcile po· lt:r ..i attenere nlll' islrutiom che raccomandano ti pre,·t•ott,·o lraltamentQ rlel·'acqun (·oll'allume e 11 "ussegueole riposo clelia !'lf'SSQ.
336
RIVISTA DI TEC~IC.\
Giungenclo alla tappa è rltscessurio che il soldato Lrov1 -<libiLO a c,1ua in abbond am~a, immediatamente ulilizzabìl~. l'allumugJ.tiO non può rar~i ~e non nel caso in cui si possa al· tendere pazientemente lo prectpitazione delle m~tler1e terr OMP, per I"OlLoporre ~i alla filtrazione l'acqua gié sclnartta. Oltre a CJò, occorre di avPre di~nonibili dei recipienti adalli. volumino~i. -Ora, in colonno, gli uomini non avevano tempo di a~ pella r e i l'ieultati .tell'allumR~~io; l'acqua lorbrdircia o ran;:(O"a veniva ~enz'Ailro portata direttamente nel fillrn, c le cn n rl~le "i Ol<Lruivano prontamente La pompa poi, monnvraln in modo troppo vigoro>:o, perdeva la "Ua Slftbilità: le valvole, rl) rSe perchè th melall" troppo malleabiiP, venivano intaccate dai granellini di r ene e di "abbu1 !!Ospesi nell'acqua e ptu non chiurlevansi erm• ltcamente. Qumdi, mancAVH l'aspirazione, o per lo meuo avevasi una perditA con11hler evole nel rendimento. Ftnttlmonte le scopello in caoulchouc del ripulilore nutomalico p·ea• efl't~tlo clt'! C'A ldo perdo vano a poco u poco la IO!'O C<Jesiont>, si ram mollivano a uon eset•citavano pit:t Alla superficie delle candE-lo lA pressione voluta per togliervt lo r;tralo di limo che vi ~>i venivA accumulando all'intorno. Ma lultj questi inconvenienti, chP si opporrebbero all'adn zione di questi flllri in campagna, quasi più non est'"lonn quando tali apparecchi "Ono tenuti a posto fisso. in un o~pt> dale o tn uo pre!tidio. Tultav1o, pure in queste condizintll. sono po!tsihili di critica, spectalmenle riguardo alla pompa ,. alle scnpelle in caoulchouc òel ripulitore. Forse potrebbesi modificare la t'esistenza delle valvole nellu pompa. e rtmpiazzare oPI ripulltor e le suindicale scopPll~ con ttpazzolini di setule, tl!tsati :mlle stesse ast.e che reg~ono i caoutchouc. Occorrerebbe ancora dt avere in pro~>stmita del filtro un !terbatoio, o prP"A d'acqua, capace di ec:t-rdlAN U08 ~UNìCienle pt·e~!tiOne l<UlJ'aCIJII8 ola filtrare e. CJUt'"*'• per nou dnvPr sempre ricorrere alla pompa per avere acqua llllrata. Quando a Porto-Novo, nrl cortile tlella Missione, Vélltll" instollato il primo filtro, eliso dovette fornire l'acqua pott~ òtlo Alla guarnigione. Delle coroées si s uccedevano u diver'-~e
E S~llVIliO MEDICO \liLITAR&
o r e della :,zior nata per ,·enir\'Ì (l prenderP. racttua ll6C8""81'Ì8 ol rJaver-..c reparll d• truppa. Cll!li :11 pom1 a. le cavi..:lie, le val' oh• non re-.i~tetlero"aJ sover·hio lavoro Riparato pot alla tucgho, e ctuindi adibiw ....ctusivamt>ote a• biso$tni Jello ~pe dult•, •JUO"' LO filtro p<•lò ancora !'61'\'ir e per ttf'S8i tempo, Lando P""' ..otto la ,·igllanza del farmar.tsta. lu!!ornma, i filtri O. Audré sono npperec<'hi eccellenti tn t'Oudtr.tnOJ c.lelerminate. cna troppo delicate a Ol&ncggiart; per esòlvre a lnperali da tr uppa 111 marcia. L 'aooa4elllla lmpert&le mecUoo·mllltare 41 Pietrobor1o. - (Th• Medicai .\fa:Jonne. jamtAry 1&15).
Fin •iai1 76S. cioc•, sollo al rPj:tllO dc Cetorino Il , fu fondfll1> Pielroburgo un collegin meJaco ull'nggello di p r oteg(Jere In 3alute Jll'biJlica e tl' i.~tnw·e medie l, chirurf!lli a ./arnw-
lll
1'1\tl.
Nvl 17!JH, per or·dine dell'tmper ature P«olu, fu anueMI!8 u tn colle,::io un't~ccadtuua medtco-cWrur~noa, la qu11lu pui, nd 18~~•• ialla dipenderrza del Mucislero degh alTer· i cntt>t·nr. J'A"«iJ a t]u..Jia ù~l Mirustero della guerra Nel 1881 rl "Il" nowe fu camb!ato iu quello dt Accadcmra metllf'n,,cl,lare. Il regulamento allualmente in vt~ure ù di'lato dul JK!JO. L'accademta erve oll'rstruzione dei ml'drca militari l!t•tl' es··rcilo e dt!lln murina . Gli fllurleuti sono sotto la dir•'7.Ìonc di ufficiali me,Jrci •·frellÌ\'1, L'ammiSSIOne degh allievi ha luogo riai t• giUJ:IIO {Il 15lu;.:Ho dr Ogm anno; ognt candida l•) de ve lll'tls.&lllat A cl naploma relAtivo al comprmento de(ocli studi secondurr ({;ym'•tUrurn) Quelli eire presentauo prov~ tl i aver l'rèqUPIItnto une facoltà ftsico-matemalica l'ono arnme st ai CCII,.., !=tuperaor i. Nt•l primo ctor «o non pos,ouo es--ere ammt!SSt più eh 1r~1 ulre' i ~ ti numer o totale de~li ~ Lud enti dell'accademia e rli -~,Q. Se il uumero dei concor renti é maggiore di questo tnfl<.flimo, si d& la pre rer enza ai rueglio classrllcsti, e, a pa~ rata d• rondjzioni, a quellr nativi eli Pietrobul'go. La las a d' iuscrizione por ogni seroeslr·e ò di :Jo rubi t. Ogni studente è obbligato, come in contr·accambio d~l l 'oùu-
•tu~
~38
RI VJST_-\
cazione ricevuLa, a servire pet· un certo lampo uelt'esorci•o o nella marina. Il corso inlero dura 5 anni. Durante i primi due ~:;'insegnano le seguenti materie: Analomia umana, isto1ogia ed embriologia, fisiolog ia, fisica, c himica, holanica, zoologia ed anatomia comparata, geologia e far macia. Glì altri tre anni sono occupati dallo studio delle ma Ler ie puramente patologiche e cliniche cioè : sifilop.rafla e malattie della pelle, oste tri.~ia e ginecologia, lerapeulica clinica, medicina lega le. clinica chit·urgica, ofta lmologia, propedeultcR e lerapeulica generale , anatomia patologica. mtllallie dei ba mbi ni, J>&rassilologia , igi~>ne, chirurgia speciale, cHnica m edtca, oto-laringojA Lrta, anatomia chirurg ica e medicma operativa. Ogn• anno si rltionn esami: ma alla tìne del secondo vi é un esame speciale, col quale gli studenti passano alla seconda parle dell'tusegnamenlo. Un a nno di studio può essere r ipetuto sollanto due volte. Gli esami flnali sono l<OStenuli da,•anLi ad una commissione nominale tlal Ministro della guer ra. L 'insegnamento clinico il dalo alt' ospedale clinico mililare ed allo spedale W ylie.
RIVISTA D'IGIENE Cl&lllft.oadone del m.lorobl. - HELMf: e PA UL RA Nof;. (Jou rnal de Mhlecine et de Chirurgie, luglio, 1!'-.!H).
La terminoloftia mollo complessa che ~erve a d&<ignare i microbi è !>Oventi imbarazzante per il pratico poco al corrente dì questi studi speciali. A questo riguurdo gli Autori indicono nella Semaine M édicale le tliver se clasl<lflcazio ni che sono state adoperate per i micr obi e danno i caratteri sui quali esse sono s tate bnqale. È sopr attutto Aulla for ma e sul modo di ast>ociazione di questi elementi che le cla"sillcazioni sono state fondate. Cosi le l'orme s rerich(', c he sono semplicemente cocc!tt quando
o'tGllt'U
• ,
~3\1
restano iaolate, dm~ntano diplococchi so gono unite due R due. Ksl!e formano gli Rlreptococc:hi, secondo allri le torule, quando <~i di .. pon.:ono io nllent.' hnear1. Aggruppale ~n grap· poli l"Pffnlari, et~"'e prendoncl 11 nome dJ statrlocoeelu, quello di .ocHJit!ll, se P.S~.te Anno accumulolP senza ordine. t-: riservata unfl clc~ignazione parl1colar~:~ a cifl'~cuno di quc"'u Plementi, flUendo e•!li "'""o· come é rrequente. •mmer"i in una sMt.anza viscot<a; il cocco I'"OIIilo è allora detto incaptulato, la C~ttena ~·r••nd,. il nome di n.ost'le C FIU~ge). la zooglt'a quello di ascoeocco Questo pretesto di suòdlvi..iOIU', basalo ~ul rsppcll'lO dejlli elementi tra loro, "'i lro-.a VInto m•lle (orme allungale, quAnto nelle fc~rme sferl<'ht', ma con rn111ol'a chiart.>ua: •Jutmdu 1 hastonrlru rPslano isolatt, hannn il nome di se•nplid /,ne• l/i o tli l,allt>rìi, Qtabilendo!'li lA diqlinzione rru quet<li due vtlcaboli. t•tll la maRt(ior rartP deJ(h autor,, sopra una 11ernplice cl•fTerenzl\ eli lungbAzza, per allt•• (Zopf, Crookshank, t~ulla pr•"•Citza di 111pnre nel bacillo e sulla l01·o assen2a nel batler1o. In JUel'll ull1nu Lempi SI tende a sopprimere quP.!:>la di11tinzionù nn po' I'IOilile togliendo ìl genere batterio da r[uaei tutte le nomenclalure. Invece tll r e .. larP isolati, i bacilli poS!Iono disporsi estremilil Il l e~lremillt; Pl't<i rorma'lo lunj:rbi Olamenli 1 cut elem~nll re..lano dJ"llllli (art robatlt•rii di Hueppe) o SI rondono ìn u11 Cilindro conlt11uo, pet• un vero I'Jassorbimento dei eloppl tramezzi eh~ li separano. Se i c•hndri re~lano diritti, sì chiamsno lgJtC;t/tri~; "e . ,._, ~nno legger·menl" sinuO!tt, strepiothri3:. Infine, quando vari t<"f.(rnenti, invece di dispor'li in serio lineari, si accollano ialeralmeu to per formare ralse ramificazioni, essi prendono il nome di cladotlt rtz o quello dt aetynomgeet. lnollr·u le (ornte filamentose po•sono, come le rorme sfe· r icht>, nvvolger"' di una guaina gelalinoFa; esse coslitui8COno allor!l il ~Anere aen.othrr.r. lnfln,., quando i filamenti. invece di preQenlare, m tutta la loro lun~:hezza, un cahbro unìrorme e rPgolare, ~·rmpìan tano, pet· una base sottile e terminano '" una sommilà ampia, essi prendono il nome di be~uiatoa.
240
RIVI STA
~ anche la ili~po~ruone delle cdlule baUerichc che. secondo il medesimo princrpro, ser'\'e a rrpar•ttre in serie le forme ondulate o spiroidi. s., Ftli elementi parziali restano untli in lunghi tilr flessuosi, e$Si costituiscono ~=Ili spirillideLli anche spirocltoetes - !11 necessita dr questa doppia designazione e!'tsendo per lo meno mollo dubbia (spr rillum plico~tilP, spirochoete Obermeierr). Si hanno 1 semplici orl1rioni, r bacilli delli in ctr(lola, quando il tllanrenLo totale si spezz11 in anelli rqoJati rormalr di bastoncini più o meno cur·vi Foudando11i su questi caratltH'r morfnl•lp;ici, IIehne e Raugè comrnciano per stabilirt> sulla formu dell'elernento isolato, una prima ùrvisrone che compr-endern tre clas!->i: gli elementi a formtt arroll)ndila, gli elemenh a forma rellrliuea e quella a forma sinuosa. Ma ciascuna dì queste tre classi abbraccia ancor a numerose specie; fa d'uopo sempli(lcarle e riùurlc ron una nuova suddtvisione, fondandola sull'ugf.!r·uppamenlo degli elementi, carattere alquanto meno llst-o dt>l primo, ma, come IIUl'slo, fat'rle 11d O!'l!llervare, presentando in ciascuna specie una Etrande <'O~tanxa ed una regolarità relativa: 1• La cl8fl"6 degli elemenlr arrotonditi si lro,era allora cos1 suddrvrsu: Cocchi o rnicrococchi: elementi isolati e semplici; Diplococclti· elementi aggruppati tlue e due; Tt>lrade: fl~ura rettangolare formala ùa quattro elPmenli diposlt in croce sul medesi mo piano; Sarcina: !'~erre di cocchi 1lr!-po li in catena; St.afllococco- ammasso dr cocchi riuniti in grappolo; Zooglea : cocchi in ammaqsi amorfi; ;.;osloc: calt•rra di cocchi attorniala di gelatina; Ascococco: zooglea altoruiola dt gelatina. 20 La cla"se degli eiPmenti r ellil rnei comprender·à gli ordìnr eguenlt. Bacillo: pc~:zo cihnclrico i<~oltt t o, con spore il pru F<pess:> eodog~:ne, con le varietà: ualttr'o (serrza spore) e closlridiLtm (rigonfiamento in corrispondenza delle 11pore), Leplothr ix: fllamenli rigicli for mati dalla r iuniono di bacilh disposti estremità ad estt•emila;
Streptnthr1x: lila111enti flt>-l'-ibih. l'la1iothrtx e ar.tinorn ~ ct!s: IUamenli ùisposli angolarmente lll rel~e 1'811llflC8ZIOili: C1 enolhr1a: Hlarn•·nli con r.:uaina gelatinMa. Heg{:tlftlon: lllamenL1 impiantali pet• una base R~f<a etl allar:zanli<~i olulln ba~e alla <;Omlllità . •1• LR clas--•• olei balleri «inuo!<i non C()lupr•ende che due orli111i: Sptrillo : lunghi lllamenti oudulab, che non olifferiscono •h1l l••ptothrix chn per fJUe"IO ondnlttzioni; V1briou" : pt>a.i bre\'i e inrurvali ri ... uJI.anll tlallta da~!locia ;.don•• di uno !:<pll·illu. Il. Bt.:.. "' rlo;:-. " · - 81ll rtaaD&JDeato del possl la 8ulIDOD& (Rici.,ta rl'tfl'tJfl.e e Ranità pubbllra. N. 22) .
In SulmMa dnranlt> l'epd••maa colerica dell'e UltE> decorso,
pel' nece~<~nt·iC'I provvedimento igienico furono chiusi 1 pozzi di aciJua potabile, t>he rorni\'ano qua!ll esclu"-ivament~ l'acqua per bere a lull1 .:li abtlani.J •Iella catta. Cl!""8l8 l'epidem10 1 alcUni (lOZZI !1000 !lt&ti riaperti dopo tli nverne perc'1 nwoi1onte opPre di ra.,auamenl•> garantita la purelza dell'acqua l pro\'V••J1menti pr·opo:;Li dnll'aulore ed adollal1 rurooo 1 eeguenli 11) Vuollllur·a tlel "erbutmo del pozzo e ri~orosa !JUhtura III~CcaniCfl òèl poao ~ Jelle pareti nsportaaulone la ranghi· ~liu tlt!po"ilnta; b) Genero ·a •l1<~i11reziooe tnedianl~ culce vha in quantiw vnriubih -.econdo In capa cito del l'lor·baloio, mo non mai mmora Ila l m c.; ") H1ernpimenlo ron gros<~o pietrame (breccia), o copet·lurn cnn ,·o ILa an anuratura della cavi là del serbatoio, r/) l n~<aiJblarnenlo, med•anle arena flna ùi cavo. della colonna •lol pozzo per un'&lteua non inreriore a ~ metri !'O!·• n la brecc a o la volla 1nreriore; l') Copet'Lura ron volta in muralura della bocca AUI>el' fl.·,nlc del (•OLZO, J) Appltcazione della pompa per· allingei'e l'acqua. Il>
1\1 \'ISTA
P er ren tlere facilì le opere di ri pe1·azione e di manutenzione del corpo di pompa per cui é necessaria l'estrazione ' di es,:.a insieme con il tubo dì a spirazione, l'ingegnere Ber~ Lìvegna, munì questo di u11 contro tubo estevno, con !"orifizio ~uperiore ben chiuso a cemunlo, per tullo il tratto- rrr cui è costituito il t'iempimento. Questo sistema di risanamento., e~eguilo secondo i prinéipii esposti dal Koch nel suo recente lavor·o: La jìltrnsion~ dell'acqua e_ il colera, J1a dalo ottimi risul tati. Dif~:>Lli in due pozz.i, in cui lJrima l'analisi batleriolo~ica a ve va dato pe1' risullato, rispettivamente, innumere\'Oli colonie e !''ìr di 5500 colonie in un· centimetro cubo d'acqua, dopo il risn· namento il numer o della colonie discese a 30-40 net primo pozzo e 1'0-200 nel secondo (Guald•). Tale risanamento è applicabile in generale a quei pozzi alimentati da acqua del sotlosuolo purA, e non iuquinabile in altro modo perché troppo superficiale o per altre comunicazioni dirette con l'ester no e quando per il gi'&nde spessor e e per la natura detritica omogena dello strato di ter·reno soprastante alla falda liquida sol.lerranea, le a C<Jue laterali superficiali che giungono irt e~sa, vi arr·ivano n a~ uralmenLe ed eftlcacemente filtrate e de purate.
c. s. Dlagnosl batterlologtc& rapida del ooler&. (A r chioes médicales Belges, fa ~c. ~. 1894).
DENYS. -
Il pr·of'essore Denys, di Louvain, richiama l'attenzione $'0p1·a un processo rapido e pratico di diagnosi del colera mediante l'esame microscopico delle rleiezioni: - proces~o dr e cousiste rr•ll'esa me delle escrezioni r~ centi e ft·esclre a11zich•• Ji preparo li di queste e!"sicalt e lis::>oli. - Se ne porta un a ~occ· a direttamente solto il microscopio, o pura, o allungnla in bt•udo se la materia non è ahbas1~nza diluita· e traspare nl•'. l.a con:::talàzione del vibrione del còlera si fa allo1'a non già ['er la sua forma, ma peì suoi movimenti che ~ono cosi rapidi da non pei'rnettere ia genere di riconoscere la forma del vibrione, il quale sembr·a un punto sposlantesi con
-trema re piditA e descrivendo delle <>eriC di cu rve, per modo -ehe i germi essendo numerosi, il loro insieme può es.,er -:paragonat.o, con molla esattezza ad uno sciame di in~elti ~~ilaotisi confus amente nell'arja. Il loro m ovimento di lras lAz.ione è lanlo r apido cbe dirtlcilmenle si riesce a mantenere· un dato individuo per •lUalche is tante iu osservazione, poiché f'ppena intravisto ~com pare in un piano superiore od infel!'iore al piano focale. Il genere di questo movimento é patognomonico pei vomiti e le deiezioni dei colerosi. L'autor e e:-aminò un g ran numero di dejezioni di indi•idui sani o all'etti dn malattie diverse senza inconLr·ar mai un so4o orgautsmo che potesse confondersi, pel suo modo odi eompol'tnrsi, per la sua andatura col vibrione del colera: e >'AÌ htlt; o sono immobili o presentano dei movimenti lenti, oin nulla para~o nabili a f!Uelli del bacillo virgola, e eh•~ non impf'discono di Al'guc rli nei loro spostamenti col semplice gtrare della vite df>l mi r roscopio. Al eonll'ario in tutte le osserva zioni eseguile coll'esame d i escr ezi oni di colerosi, \IOmlli o l'eci, ~>sservazioni praticate 4n occasione dell'ullima epidemia di SAio l-Trond il fenomeno <renne sempre r 1scoulr9lo dall'autore in mo.lo eYidente, ineonle.~tabìlt:.
Questo procM3u del pi'Of. Denys merita spectaltnenle di ,e-.sere conosr-iuto parchè a ccessibile a tutti i pratici anche nou furuiti df sp~>.c1ali Mzioni baUe1·iologiche , perchè non ~~ ge ne laboratori llt' preparazioni, pP.rChè faciliSRi01 0 C•l itS'anlaneo. e ~;pPc•alrne·tle percha dando dei risultati imme-diati , pcrmellP di prende1·P, senza alcuna per.lit.a di tempo tutte le roi$ure prof11attiche richieste dalle circl'slanu. e tanto più Prticaci a ppunto quanto più precocemente alluat.e, per la proli lassi dell11 mala lliA. A. C
Prooel8o per v.ool4ere l baoWl del colera aell'aoqv.& - (Sunto dt:Jl doll. l. A HNOU LD). - {Reoue d'Hygiéne et de Police Sanitaire, ~- 10).
F o RSTER. -
la citlà dt Amslcr,lam ha tl uc disll'ihuzioui di &CI{Utj: l'una della di Duncs pPr bere; l'altr·a della \'echt che si è arl"cl1e .in trodotta nelle cosP, per la lavatura ù··lle slr adP, i waler-
RIVISTA
clo..,ets e pPr i bagni. L'acqua per que~l'ultimo uso, sebbene ben llllrala, è sembrata sospetta al pubblico, nel tempo ill cui tl colera di IIAmbour~ sernbru va v~ni re dall'Elba ed al· cunr sì s !llenevano dui bagni od introducevano l'acqua delle Dunt'!l ~ià molto rara per l'alimentazione. Per rassicurare gli abrlanli il pror Forster coll'arulo del dott. j\;jjland, mef'l!co militar<>, rtCPl'CÒ il mezzo pl>t' uccidere io ll!OIIit!t'a sempltc•• t bacilli dt!l <·olera n··ll'acqua della Vech l pel caso in cui que<>lt bacilli pote~sero veoirvr Osservò da prima che i boctlli colerici me,si nell'acqu~ della Vecht {coltura sull'aErar) ' l muorono rapidamente. Una ~nluzìon H di sapone da lolella comune a 2,\ pe1· 1000 li uccto lo in 10 o n minuti, il tempo min.imum dell~ du1·at.a di tHI bagno. l sapont salicllslt, fenicati ecc. non ùanno mi~ltore riuscela. P et· un bagno di t50 lilr·i accorreranno 360 grammt di sapune. È ll'oppo: ma uu s apouo di subli mato,ull' l p. 100 di su· blimalo ucci·le fJuesll bucilli ur un mmuto alla Jose di 0,1:2 per 1000. In dieci minuti boc;ta t!i 0,00 ed ugualmente di O,OJ p. 10!)0 Il sublimato solo a~il'ce ~tncor meglio; 1 dt subhmalo su 30 1nrlioni d'at'quo uccide i bacilli coler ici in 5 rolnuti. Pct· un bugno o rdinario d'acqua della Vechl 5 milligrammi eh '"Ul.lhmulo danno tutta la s1curezza possibile. l farmacitolt pO!I~ono pr·epararo pa~ticche racchiud~nli ciascuna questa do!le di di~infeUuule. l
c. s.
8ull& ~rdita ID peao clell& oarne per effetto 4ell& oottur& - (Il r chio fr• r llyyiene, Bd. XIX).
l't OliATI
Rtr)roduciamo alcuni dt!t dalt Jll'rncipah ottenuti dall'anlore A lernporuture Ira tso e 50° si ltanrto le seguenti pe1·dite · Carne de 'itdlo l i,6!l p. 100 del proprio peso, carne di but' a.GI p. IIJ(I, di nuuole R.f.-v p. tOO. fra 50 e iO c.-ntrgradr t.r pe•·dilo di peso i• vru'ls' a poco e guaio per lo tr~ !lf ecie t h car·ni, ctoé t•ispettivameute del 37, 33 e :l2 p. 100. Al di là di 7{.)0 questa perdita aumenta mollo lenlomeute,
""~~iungt~ntlo, ell'ehullizione, un me~eimo di 43• per 11 ma-, ele. cii n p. 100 per il bue e il vitello. Per le ~rni arro!'tile, eh& perciò ~ono eollopo!«~ a un ('8· '''re super1nre a 1(1()o, l'auto re dà i ri~ultati seguen t1, <Jllenuli a t~l(}o gradi: carne di bue 5:! p. 100, di vitello 5'>, d1 matale 50. Ln Jlerdllft di peRo per la coltura va1•ia anche fle<:oudo i •li,·er'l ors:ani Co.., l mu"coli del tloMIO di un con1gho per<ier<)nn ri iL il feffalo :u, l polmoni il 1:> p. 100. •
•ali• 11aHUOile 4 ella lalll-lt&. - Bt.:CHNF.fl, - (M un cltncr meri. Wocltens e Centra/b. j11 r elie medie. \Vrs•!n~f'll,. N. H, l~!H}. Il Buchner ... e~naln comt• un Jtrande ocqoi..lo la nozaone della cJitTercnzn quahLtttiva della unmunita naturale delerm•nata •lalle ah•"sine dalla rmtuunita orllflc1ale prodotto clalle anlito-.~111~.
Lu alassine 6 le anllto:-~sano Lrovansi t\OObt>t.lue nel !'langue l' !>Ono nmbe.tue capi albuminoidi. Le loro piil importanti clitft>renJ.:e !'Ono brevernent.e le ~eguenti le pritne banno nziont\ haLltricida e globulicida. le ult1me no, le prime,
le alf·"!!Ìil", ~·mo corps '-lNiortlinarìamente la bili, sono ds!«\rulle •lalh~ \l'rnporsture sopra ed anche dalla azione dello luce e clr•llu ole~sine d'altre specie di ammali; fuori dt>l eoa·po animale proulemente ~i guastano; tlnora non è stato po~s1bal~
so•
ollent!rue la consE>rvazuHle. Al cont1·or10 le anliLO~"ine sono ~orpa !1labrl1, quella ,ltJl l••tuno sopporta 70'- 80• e uon l' dt11lruti.A nt>ppure dalla putr urazione, quella delia d trterile re~i .. te alla 'IIKe'~Lione.
l R al,.<~"tno si comportano di,·ersftmente contro le diverse spf>cie ù1 batteri e secondo la specie anunale ùa t'UI der• -.·anll; le unltlo~sìne 111\'et'e "Ono nella loro natura indipen•l~>nll liallu "-pecie animale e sono solo determinale dalla ~u!llilll !'IJlf'Ctnca doi balleri con cut c\ prodotta lfl immuuitil. La ftlllllOfl"·na quinrli ntlla immunizzazione è quftlche cosa
da nuovo ag~1unto. Potrebbe r 1tener·si eome il pr odotto reuttivo ~,ft>ll'oa·Efunismo AnimAle, ms ò m olto più probabile che !'ÌB un prorlolto ''ìrulenlo moclificato della cellula batlersca; e cir't in.Jure a credere iunanzi lutto la ~<~tlf\ dipenden:-Aitlalla $p~~.·su ùet lialleri.
ll lVISB
La immunità naturale e l'artifh:ialc, sono {(Uindi CtJSe fondament.ulmente diverse, l'!O}o rutlirnft il Bucbner \'UOI comprendere sollo ti nome di irnmuntUl, mentre lo prima denomina • forza nalur&le dt resistenze • Possono ambedue stJssislcre 111sieme; e com•· la immunità, può anche la forza natut•~:tle di r esistente essere t·iororzata con meni naturali o artiflciali. Uno th questr mezzi arlt0<'iali é pet• e<~empio lo tuber colina che nullo hu 10 se eli Rpecttlco, e CO'!I pure lu prott>ine batteriche che promuovono, per esempio nel rolerb, la tmmuniLa p rlll~iuica riconosciulu specialuaentt' dal Sob~rnheam cona6 non specifica nd un aumento nella fot'Z8 naturale di t·osislenza . Che un faLlo sirnale possa essere produllo anche dalle p••ol~lta6 ver<elali, In ha dimostrato il Buchnel' con uno sper~meulo col glut11ae d a frumtnlo. liCGG\RO.
-
Polvue 41 carDe preparata lll o&l&. -
( .'Jr it. Med. Journ., 9 gmg110 ISili).
Il dott. \Vilham II. ll ugl{ard ftt Oot'-ervara clte la maggaoa· parti", se non tutte, delle poh·eri di carne che !>) trovano in commercio hanno l'odore e d sapor~ delle botleghc de1 droglw>ri e perciò non sono volent1Pr1 uPat~ da un ammahtlO il cui pulalo ha bisogno eli esse1·e accarezzalo. Ef(li quindi cvn~1glia di preparai'<' la polvere di carne nel modo scgu.•nle che é semplicP, economico ed alla portata d'ogut cuoco. La polver·e cost preparata è appetitosa, tli delicato JH'Ofùmo ed é pr~:~a ,·olentiert dall'amu1alato prù avverso a i t•i bt ord111a1·i. Se contemporaueameule s'ingerisce un po' di pepotina, est:a è diger1ta anche quandu gli ol'din6r i cibi peptontuatt non sono l'llenuti. Ecco ~0111 0 SI pre par>a. La carne 1li bue senza gras~o è lap;ltata in plt·colt pezz1 : 'luesli sono~etlatl 10 olio, strutto o burr o bollente per un pa10 di mtnuh tlnché siano rosolati. Si tolgono dal grasso e ql pongonoJ.I<'I' pnclai minuti su d'un cola toio, alopo di che ven'(ono iou·odotLe in wac'chiua lralur.. trice. La risultante masse vit.m th!'l..,,.ccata a lent • fune,>: il Lernpo nt:cest>ar io varia de 5 aU ore e piu a seconda della rorza del ruoco. Completamente disseccata, la carne é nel tuuo raggrinzata e può essere polvel'izzata in un macinino da cam~, il quale non ha servito-
o'tGIE~K
ad altra u~i. ~el dil'l•eccam~uto la car ne perde poco piit dei 'l• del ~uo fK'~O ora~otinarJO. Qu~.>~<Lil polver e rli carne può ~.>ssere pre..a 111 "ari modi: con ac•lllft calda e zuppa, con patate mach1lett1 ron pane ~ burro m un sand" t eh o con un po' di. pepsinA in acqua d'amido. Il doll. Huggord ha rauo largh•s· ~uno IL..O di qu~slo pohere di carne C8$alinga e la ccmsiglin t.•al.lameole ni colleghi. Uev'essere conservala in luoghi a~clltU•, ruo1·a il contatto dell'ar·ia e protPtla dall'invasione d! • f'llri iiSSfli. ~ltrJLI.l.. -
Bai mtcUorameDto dei Altrt lD bbootto 41 poroell&Da. - [Recue ttcient(fique, 22 toelLembre 1 94").
Il doll. Miquel indwa, ne~li Annali rli mierO(J1'Ctfi.a, un mezzo t•er rit.ard11re consi\lcrtn·olmente la propaga1.ione dei hallet•i ollravet·so ai 'lltr• in biscotto da porcellana. Certe acque •nullo conta•niuale, come per es. fJuella del can&lfl ùeii'Ourcq, conleugono dei baLLI'ri capaci di allrav~r· ~'e 1 filll'i ~udolelli in meno dì 18 Me; ma f> possibile rimediare per· •Junlche lem(IO a questo g rnve inconveniente prnto>~~ZI'ndo la superfici~$. d~>lle caotlele cou materie alte a lraUeoP.re le impurità melmose che, allrimenli, vi si ven~ono ad ucéumulare. Con ~llperiruenLi d'ullt•onde as.~ai semplici, rl dott. Miquel hn dimostrato eu~ polevasi, mediante un artifizio, mantenere i fìllrt sterili pet· 1lleci e, pure, per quindici giom1 1 con acque le ptù contaminate. E~h riempi di grossa renn l'inlervallo che separa la candela ùalla propria armatura, e anterpose aucora, rr·a In presa li••ll'nequa molto lmJlUI'll d•lii'Ourcq e il flllro, un cilindro lun~oto IO centianetri, pit'IIO per sette di:ICitui circa di sabbia line l'J•Ill resto di ctu·bone an male ordinario. CO!Ii disposto r·a!'l>areccbio, Aeo7.a pr•evcntivn sterilizzazione, si faceva pa... ~ar·e l'nc•tua clèii'Ourcq, con pressione di rnett·i 1,50, da un !lerbatoio di 1:) litri che veniva ri,empilo <'gni due o tre Jriorru Una s~conda ~dela, eguale alla prima, ma nuda e ''' l'Orllatlo di1·etto coll't~cqna, preventivamenle sterilizzata a ltl(} e solt? pressione di 1 metro soltanto, serviva per terlltlne di coufronlo.
2,8
1\lVISTA o ' tGIIN&
Ecco 1 risulLali l'Ile si ottennero: Filtro nullo
-- ..
Rendtm~oto
per 11om<>
Dopo 2\ ore 119'2 ,. 2 giornj 1002
..
3
l>
5
..
6 10
•
tt
' "
13
u
•
15
)i
" "
•
•
Batteri
per cm.~
Fillro protetto Renc.ltmeoto B.lwn v~r rm.• JW'r I!!Omo
882
930 20 ~)M 000 molLt 822 in gt•ande nume1•o
650
..
" " • "
numerosi!'l~imt
"
l
,.
..
"
10:111
•
1362 H28
•
17)()
•
• ,.
numerosì lf:02 molto nurnerOfli 1:>1/l mollo uumero~i
Ounr1ue, tl filtro prolello dall'appat·t!ccbio 8 l'abbia, pe1 una prima depurazione doll'acqua, non fu atlraver'~a to daa batteri che al dodice'-~imo giorno, rn<'nLre quolltl nudo non fu più alto a rot·nire acqua sterale dopo appena 4R ore, Il verso al quinlo giorno aveva, per cosa dtrf.', perduto o~n1 efficacia. La presenza di un batterio nell'acqua Cornata dal filtro protetto Mlle prame 2~ or•e, è altribUJla dal doLL Miquel al· l'introduzione f,n•Luita rli germi aerei ùurarate la prepat•azione delle placchP di collura. Ollre a ciò. il rendimento iniziale del filtro nudo era diminualo, al qu11110 gaorno, di una meta, laddove il ftllro pt·oteuo dalla sabbia fo1·oava al 15• giorno due volte più acqua che nel primo. Queste lii'Ove, dice il dott. M iquel, sono lontano dal risolvere la questione l'lUI modo da ottenere una prolun;zala slertluzazaone delle acque impure mediante 1 filtri in bil>colto òi porcellana. Tutl~tvia, esse dtmosLrauo che questo sistema dt filtri è perfeltibile, o che "i poka ~aungere ad averne di quelLi capaci da fQroiJ•e acqua !'ICeVJ'a di halleri per un mese almeno, ~e non di piu.
'349
RlVlSi A Ol STATISTICA MEDICA La plù aalabre olttà 4el mon4o. - (The medicnl maqa.n ne, ~t>n naio 1 95}.
VIVIAN P OORE . -
Solto questo l1lolo ironico l'A conll'ibuisce mollo eNlcacemenle a dimo<>lrare t]uanlo Jirtlcile sia lo interpretar bene una stal• slièt~, o, pf'r meglio dir!!, quanto ractlmente il vol~o pu;, rimanere ingannalCI dai r isullali di una slaUslica perche non la sa bene analizzar e e vagliare. Londra é !'lpessn decantala nel mon~o inglese e ruori come le viù !lalubra cillà deU'universo. La sua mor talità è appena del 20 circa per m•lle, mentre, per non citare cb.e l'llalia, Napt>ll lu~ il :m, Homa jJ 25•1,, M,ilaoo il 28 per 1000 ecc. Eli anrhc 111 conrronto ùi altre parli tlell'lnghiller l'a, e del totale del Rt:goo Unito, la mortal1là di Londra è la meno co~picu a .
Ma la composizione della popolazione londinel'e non è la stessa della popolaziOne ri10aneute. Londra, la più vasta agglomerozione urbana dell'universo, il gran mercato mondiale, s i aeeresce mollo di piu colla immigrazione cbe coll'eccedenza dei nali sui morti. Questo fa !li che, se si djstingue la popolazione per elà, vi si trovano mollo meno bambini e a dole;.cenli, e molto meno vecchi cho nelle allre parti del Regno, specralmenle Mlle campagne. L' A . fluo dal 1 i aveva eli mostrato che, se la popoluione di quella. perle del centr o di Lond •·a che si chiama Slraod ave~se la stessa composizione per et-à della popolazione gellPrale del Regno, la sua mortalità. invece di essere di 1070 ind•vidui all'anno sopra una popolazione di 37500 abitanti, ~arebbe invece d• 1,207. Se invece in ciascun gruppo d• età della popolazione dello S lr·and si verificasse la mortalità os-
'250
RIVI STA
set·vatas i negli ideuticì gr-uppi nel Dorsetshire, Contea .situata nel sud dell'I n ghiltet·ra, i morti in un an no (sempre sulla st~ssa popolaziot1e di 37500 abitanti) avrebbero dovuto essere non 1070, ma 520. Recentemente, l'artìcio del Registrar general ha pubblicato un conft·onto importantissi mo tra la morlalità quale dovr·ebbe essere e la mortalità qual'è. Da una parte é stato calcolato il tas:::o dì mortalità che si dovrebbe aoere in ciascuna delle cillà pr incipali del Regno Unito, in ciascuno dei quf' rlier1 o distretti componenti la immensa metropoli, s~ la popolazione maschi!~ e femminile ùi ciascun g ruppo d'età avesse la stessa mortalità della cor rispondente popolazione presa nel totale del Regno. Questo tassu dì mortalitA dovrebbe quindi e ssere eguale a quello del R egno oelle città in cui anche la dis tribuzione per età degli abitanti fosse eguale a quella del Regno, dovrebbe esser rninore in quelle città, nelle quali le elà in cui si hu minore probabilità di morire, sono pitl numerosamenle mppresenlate, ossia nella maggior parte. Dall'alLI~ par te si é calcolato la quota di mortalità che si avrebbe nelle singole cillti s~ la lot'O popola:done rosse idenlic'l, pel' la dist ri buzione dell'eta e del sesso, ana popolazione del R egno. ConfrontanJo le due quote !'i trova cl1e la cilla di Londra presa in blocco, nel -pri mo caso a vrebbe una mortalità di 17,97 per 1000, nel secOI'ldo del 2 1,99 P er i quartieri più centrali però questa sproporzione è ancoro maggiore; e lo Strand se la sua popolazione fo:>se egual~ per età e per se~o a quella dell'intero R e~no Unito avrebbe unu mortalila del 33,40 per mill••. Sar ebbe, a nostro parere, mollo opportuno che a nclte n ell~ statistiche italiane si tenesse conto, per i centri urbani, della mortalità distinta per gruppi o'eta. Senza di che non si potr8 maL esser ~ ic uri se le differenze in pi ù od in m eno della quoto ili mortalità corrispondano in realtà a condizio n i s anital'ie rispeLiivamenle peggior-i o migliori.
01 STATISTICA MEDICA
Doll. M YROACL. - Bulla cllsulbasloDe ceocraloa 41 alo1llll 41tettt btol Dell'Aaltrla-UDCh•rl&. - ( Wienef' klin . Woehen.~ch r((t, N. 47, 1 89~). Gli eleo1enti t.! i quesl'1mi)or tanl1s~i 010 la voro sono stali r 1cavatì dall'au to re nelle :."!Atisticbe d.-l reclutamento nell'Impero au!'trn-ungarico pel decennio 1883-189'2, nel quale pe· r 1odo di t,.mpo furono visitate 7,686,997 reclute. L'eta di esse ru dal 18&1 ol IRSR di 2ù, 21 e 22 anni: noi 'l !l-1892 di 21 a :!3 anni. Statur·a - LI\ sl!ltura minima preS"I'ilta sino all'nono 1888 fu Òl 15!>, ·i C, dal 1889 Ìll pOI fu d1 153 C. Dei 7,6!H,fi<J7 vtsilbti, 62>S,5-~ uommi furono l1·ovali inallili pt'r datkienza di !Slatut·~. cioè 81,7 "/oo del nam~rn totale. La JDedJa u\loilna ( l 'i 0 /oo) si ebbe nel circolo di t·eclutamento di Spala lo; la m a~<iìma (21l •/ool in ctuello di Sambor. Le conclusioni che s i lruggo no ùalla ri pat•lizione nei 106 circoli di r eclul.àmenlo sono clte le medie <li iuabilità f•ÌÙ ele,•ale si ebbero irt regioni a b.tate da Ruleni, Polacchi e Magiari, mentre ctoelle in cui furono mino ri le medie ri' inabilitA per• dellcienza di :- tatur~t , sono a bital~ tla Czeclti, Ted,.schr e Slavi meridionali. Debo/e;~a rf,i coslituzione. Per questo difetto furono diclt~a rati iuabìli 3,811,:156 inscrilli = 5il>,i 0 /oo di tulli i visi· lati. La meclia minima d'ioahill (35l 0 /oo) si oss~rvù nel cil•colo c.li reclutumento di marina in T r·ieste; la massima (691 °/oo) nel cir~lo ùi reclutamenl•) di Tarnòw. Una r egione di mag· giore frequenza ù1 debolezza di costituzione cbbr•acda l'int·~ra Galizia , eccettuato il circolo di reclutamento di Cracovia, fJUindi il s ud·63l dell' U u~heria ad eccezione della zona al confi n.,. d-.!lla T rans1lvania . lì.t"Ntlmente la Ct·oazia e Ja Slavonia. Le regioni di minor•e fr equenza sono costituile principalmente dalle terre al pine uell' Auslr ia iuferior<'. l'ar tci. - Il numero delle r eclute, riconosciute inabili per '\&rici, ttscese a 185,R9~ inabili = 26,3 o/oo dei visitati. La ltledia minima (.i "/oo) si ebbe nel circolo di reclutamento di 111arina i11 Zar·a, la massima (60 o/oo) nel circolo di r~clula mento di Eget'. C:ome r·egioni di maggiore fr equenza sono da
RIVISTA
notare la Boemia e i1 circolo di reclutamento setlentl'ionale della Ta·ansil\'ania (Bostl'il"L), mentr e la Galizia, lo Dalmazia, la Croazia, la Slavonia e l' Ungher ia orienfale non forniscono che pochi ca si. Go~:o. Per quel' lo diretto rurono d1cbaarati inabili 167, i Hl inscriLti ~3,7 °/oo dei visitati. La rretjuenza oscillò fra zea·o nei circoli •li reclutamento di Zara, Spalato, Zloczow, S rol· ook. Szegedin ed altri, "i no a 150 0/oo nel circolo eli reclutamento di Graz. Regaoni di mas!'ima rre•1ueoza pel gozzo, cou centro a Graz, <~ono la SttriA, la Carin~ia, St1ll.bur g, ti Tirolo e le prealpi, l'Austria super iora ed inferaore ad ecee?.ione del circolo •la reclutamento dt Vienna. Altro di!'t rello minore sa riscontr ll nel versa nlti s1•llcota·io · Oli!e dell'alto Tàtra nei circoli di reclutamento di Neu$amlec e Wadowic. Raro é questo diretto nella parte nord~t<l della G~tlizia, nella par tP cenlt·ate e mer1daonale dell' Ungher1a come put•e lungo le coste dell'Adriotico. Decia.:ìone delle flinocchia. - Que.,to •hrelto c."t~ionò l'inabahta a t51.209 ID"Cralti 2l,t %o de1 nsilali con oscilla?.ione tli 5 o;,.. nel circolo da reclutam<'nto d t A gram, sin0 Ati 80 oJoo in quello di Kapoc:var. Que!:lt' ultimo cit•colo, con a lcuni di~trettl dell'Ungher ia occitlenlale, mostra la più elevata frequ enza; in appre<>S<l e da rammentare ti carcolo di reclutamento da Bistr tlz. Nelle regioni alpine e neii'Ungllet·ia centrale il difetto è raro. Lesioni intestina/r. - Ques LI) òtfetlo rese inabrli 131,967 in.:~cr!lti = 18,7 "loo di'i vtsitali. Minimo frequenza (2 '/0 , ) si O!\~l'r'vò in Kaposvitr; mos~ima (27 °/ ..) u~>l circolo di reclutnm~>nto di Lrnz. È da notare che i circoli di ma~giore rrcquen7a sono quelli in cui dimorano lede!\chi. Piedi piatti. - Gl'insct·illi riconosciuti mablli per tale diretto furono 75,4ifl = 10,7 •/oo dei visitat•, con minimo dell'osctii8Z10n& (2,9 "/oo) nel circolo di re<'lutamento di Otocac e massimo (a l,7 "/oo) in (Juello di S. Pollen. Sono inolll•e circoli di mnggiore frequenza quelli dt Linz. Wtener-Neustadl, Oedenburg e Roab, quindi seguono •l Ttrolo con le prealpi, lo Car inzia, l'angolo ovest dalla Boemia l'd alcuni cil•coli a nord dell'Ungheria . Fra i cir•coli di miniWo frequenza
=
=
l
01 sT.\11S1IC.\ Ml!: DI CA
' ,
1<ono ,Ja notare ; la Dalmazia e la Croazia, parecchi circoli uel :!iU•I- esl deii'U ngberia, Il cir colo Utlvarhely nella Transilvania. la Bucov111a ecc. r,.aroma di (l''ado eleoato. - Fu causa d'inabililà iu 19,!l1i ~~~~crtltt = 2,i3 °/oo dei vi~it.uli. La m a nifeslaztoue del tracoma oscillò ft·a 0.0 °/o.J nel cir·colo di recluL&mento di Kaposvàr e :~:Z,;; of,., in quello di Pele r·var•adinQ. La dtllusione dt questo ,lif'el lO è cat•aller lstica ; s1 po:<sono rtconMcere 'luallro ,eruppi con circoli di maggiore frertuenzs . Il 1• f.truppo comprende lA Galizia orieulale, escluso il l'ircolo di reclutamen to ùi Lentberg: il 2• i rir'coli di t•eclularueolo di Koroot·n e Trenc~in. a cui appartiene, quale conlinuaz•o ne del no rd il circolo di Cracovia ; il 3"0 il cil·colo di reclulamellto Otoca c e finalmente il 4•, un gt·uppo com patto di ctrcoli tli r eclulamcnlo alla confluenza della Drava, della !'iava. del T izza e del Danubio cioè 1 circoli di Szegedin, Tere:>iopolì, Neusatz, Pe te1·veredioo, M Essegg iu prima liu,·a, Kec:o kNn~ l, ZombM, Gr'OS!'-Becskerek ed Ungarisch-Weiss· ktrchen in seconda linea. I n tntti f{li ni Lri ci.·coli il lracoma Ili rutlo ra:::giunse la medta dt 2,i3"(,., t! nelle ter re austriache O<'.Cidenlt:tlt ,..oJamente lu 110sla duti'Js lria (circolo di t't;l clutameuto di Tl'ieslel p re~enlò una media p1ù elevata (.},2°/oo}. St ral.lismo dc y rad() eléf'aro. - Questo difello •·ese inabtli 19,023 inscrilli' = 2,G9o/oo. Anc he questo diretto si mau i r~slù in mrHiu diverso nei vari territori. Di massima rr e•JIIenza ful'ono i circolì di recluLamenLo di marma dt Triesl,, e F iUil'le, quelli dt Cr·acovia. Bislrilz, W lener-Nousl(ldl, il n ord-ove~:~t della BQernia eLI alcuni cit·coli delhi parte media del Danubio. Luog hi di mmima frequenza rlH·ono i cir c·oli dt r eclutamento Tarol•w e Sanok. Ternesvac, ~d Ungari'~ciJ -W ei sskirclten.
l duo estremi di oscillazione della curva di ft•eq uenza uruno nel circolo dlt•eclutamen~o di Sanok con 0,7°/oo e in quello
dt rnarina di Trieste con 8,i"/o0 • M iopta tli ') rado eleoato. - 11 grado per l'idoneità sino nll'anno l~ fu delerminaLo da una miopi& di 12 pollici vienn~si o meno, d.t puulo r emoto; ·dal 1889 in poi da uua miopìa di 5 D. Il numero Lolu.le dagl'inabili per mlopia raggiunse la
lllVIST.o\ Dl STATISTlC.o\ MBOIC.o\
cifra di 16,791
=2,38°/ dei visitati. La frequenza I)S..:tllti ft·a 011
O.OG•/oo nel .cir<·ol() di reclutameulo ùi Broos sino a 12,7•/.o nel circolo di reclutnmPolO di Vienna. La munifestazione della miopia di g rado ele,·ato mostra un'impo rtante distt·ibuzione. l n primo luogo notasi un esteso territorio di mal!gior e trequenza, cho ha 1•er centro il circolo dt reclutamento di Vienna ed abbra<'cia I'Au~lrta inferiore e super.ore, alcuni circoli riuntli in Moravia , quindi Salzburg. il Tirolo con l e prealpi e la mel& sellenLrionAit• della Stiria. Un secondr· te rritor io é costituito oia•le Jinpe del Litorale e dalla Dalmazia e da ullimo dai circoli di recl utamen to di tre grandi citlil , ctol> Budapest, Prajla e Cracovia. E da notare inoltre <'he la miopia si osserva più fr·el')ueotemenle nella Galizia o rientale, eh~ nella occidentale (esclusa Cr·acovia). Rara i• In miopia io Transilvnnia escluso il cit•colo di reclul'lrnenlo di H e rmannstadt, quindi in al ~u n i circoli adiacenti d PII' Un~heria s ud-est ed in una g ran parte della Croazia. In r1ue~ lA diffusione è Ja oMervRre che le gt·andi città con stabilirnenli d'lstruziC\na superiore, q uindi i paesi con numerose sc;uole fornisconl. In med1a uu numr>ro maggiore di miopi. La maggiore rr•equenzo della miopia nelle· coste me r i l ti me può dipendere ùa ciò che per le reclule di mar·ina occorre un'acutezza visiva di g raolo elevato e perciò nei relativi cil•coli d1 r eclutam ento la miopia é più severamente giudicala che per gl' iscrilli dell'esercrto. C. SFORZA.
VARI ETÀ BtrumeAtl ohtrurgtol 4ell'aDtloh1t&. - Cen · lralblatt fù r chirurgie, N. 18, 189t
Genu:·rro. -
Negli scAvi op~rali«i s ul sito •li uno anlica citld. della S erbia (Viminacium) :ti !'Ono lrovnli in una tomba alcuni s trumenti assieme ad uno sch(•lelro, ad un'aurora, ad un piccolo vaso di veLro o una ciotola ùl bronzo. Tali s trumenti e rano rin-
YARIITÀ.
..u"
~····
chiusi in un astuccio cilindric•> pure di bronzo e par e che es.~i. unilamenle ai sunnominali oggetti, appar tenessero Al corredo professionale rli un medico chirurgo della VII lPgione claudiana che fu colà di presidio. l.'asluccio di bronzo contiene: a} lre caulieri olivali (cuulerium) di diver~a grosSf'na; <Juesli cauteri venivano ad una estremil.ll munili ora di tigule, strumenti a cucchiaio ùeslinati a rimuovere escare, pu.s e specialmente corpi estranei dalle ferile, ora erano muniti di spatola: b) uno slrigil-e, slr·umeulo ns~ai importante nt>ll'eo::ercizio della medicin~ romana, il quale ~·adoperava a t'lropo ili mas~aggio, e quelli che ltl mane~giavano chlamavansi traetaiores o jatroliptae, que~<to sLru meulo s1 usava 11ncora per fr izioni medicamentose (unguentar i) oppure per im;lillare goccie tnedicinali nella cavit.à del cor•po per esempio nt>ll'ot•ecellio; c) Volsellae vall'l a dire pinzette, mollo in u~o fr11 i rotnnni per e!'ltirpare i peli (alipilarìi); d) una FOnda; e} un cucchiaio da orecchi; .f) uno siilus od uncino. L'anrora doveva essere una specid di fiaschcllo o IJoraccia da campo, che !>i r iempiva con bevanrle eli conforto, il vaselto di vetro doveva servirt:~ per recipien te dn unjluenti e la scodella d• bronzo per slemperftre ed unire sostanze diverse. L'a utore toelte in r ela1.ione i suddeSi~ritli strumenti chirurgici cou aJlri, che come è nolo rurono 8Coperli a Pnrigi e nei ~>epolcri degli antichi Pgtziani, c viene alla conclusione c he l'anlico armamentario chirurgico é in gt·au parte una trasrorma'l.ione degli utensili adoperali nei ~acrificì dai sacerdoti, i quali or ùinariamenle e~ercilavano la proCessione di m•nts Lri del cullo religioso unilamenle a quella di medici cWrurghi.
PUBBLICAZIO l PERVE ,UTE IN DONO Dizionario enoiolopedtoo 4t medtotna e chirurgi& per 1110 del mecllol pr&tlol, redatto dal prof. dolL A LBEH1'0 EuLENBURG- Fa~cicoli l8\ a i.Ri. Paramloclono multiplo, Ilei dotL L. COGNETTI medico capo di 2• classe della R. marina. Ueber elle geogr&pbbohe Verbreltuug e.l lllger Korpergebreohe m Oe•terreloh- Uugarn. Von Regim r:-ul!:<arzt dott. MVROACZ.
Bulla. oura del dott. O&r&IIO nena: tuberoololl polmonare, del doLL. A. MENNf,LLA capilano m edico. La •lftllde e 1& tuberoolo11 nel matrimonio, del dott. A. M ENNELLA
capitano medico.
Cura. pronta delle gravi anemie, del dott. A. MENNELLA capiUino medico.
Giornale dello Iltttuto Nlool&l, N. 2. Iutorno ad alolllll oa1l di otlte media purulent& da tamponamento n&l&le poaterlore ed &l mero IIIOO&d&neJ del tamponamento, per il doll. V. GALLETTI. Delle adeniti tuberoolarl del oollo e del loro trattamento, per il doll. F. L ASTAIHA capil.ano medicu., VIII Oongreuo lntern&donale d 'Igiene e demografia (Bwlapesl) conclusioni adollale a lle sedute di chiusura.
11 DlrCt.t.ore
Dott. Snu:rANo Rs1a colonnello medico ispetLot·e. Il Cnllaborat.ore perla R .• Martna
11 Redat.t..orc
D.• Te:ooontco RoSA1'1
D.• R IDOLFO L IV l
JltiUeo (" 1• claut
Capitano medi,o.
~ U TJ N I F EDERI CO, Gerenle.
l
D~ut •ollalllrtallta (P&r mnte di rnraa mdi!Ja annuale) da morbilloesçarlattlDa nell' Eserclto
euue DIYISIU!IlllL1rt di Torloo, Alw.aodrta, Brescia, Rollll e li&!Jilll.
r,..~
~.J~ 1~7~ 1880 1881 1882 1883 1884 1885 188& 1887 1888 1889 1590 •"-wu.t ..
o
o
KEKOR.IE
OR.IGIN ALI
CE Nl SULLA MORBOSITÀ IN TEMPO lH PACE KELL' ESERCITO JTALIA~O OAI.l. ANNO 1876 Al. l.' ANNO 1892
tel •lotlor ('laa•io l'frona. mac:gtore medico
~ell'e,et"Ìto italiano. durante il diciassetteonio l 'i6-9~, l'entrata media 1iegti ammalati ne}!li stabiljmeott sanitari militari (nspetlnli ed inferm erie) fu di 802 su i 000 di form media (1). Le dfre mcd te mensili nel detto periodo di tempo sooo iooicnte nello elenco seguente: Gennaio 1361 O per mille. fo'ehllrnio 13'3 -= 7!) » Mar"Zo u.IG = 83 :. )) \ prile 124-7 = 73 Mnggio » 1100 71 f~iugno 11 ~6 ()6 ) LUJ.{II O i~i.t. 7o
=
= = = \ ,.:o:;to 1169 = 69 'cuemllre 1046 = 61 Ottobre 1007 o\'embre 930 = -=!H)
ij;)
Otcembre 10:;; =- 63
• J> )) ))
,. ))
lf) V. Rtla:lonl medtco-rlalirtlclte Aullt Cùlldizionl •anitarle tltll'trtre!IO IIOhOIIIJ.
17
C.:E'f:'a SUI.L.\ \lOIIDO ' JÙ
Il mii.l'wwm dei malati nell' intiero periodo di tempo avvenne in man:o, quindi ebhe lu ogo una dillllllllzione dal mese di nprile al mese di gi uguo, poi un numt•nto in luglio, io appre:;so un mininuun in novembre e finalm ente un aumento iu rlicembre. Però è da ossen·nre che que!\IÌ momenti cau,.ali di anno in anno non sono ;;tati costanti. Ui fatto, nel diwlsselteonio, il ma.rimwn. cadde 7 vol te in gennaio, l vultn in febbraio e X volte in marzo ed 1 volla in febbraio ò marzo. Piil costante fu la diminu~ione dall'aprile al ~iu }(n o . L'aumento a\·venne 13 volte in luglio. 3 volle io ago,.to ed una volla fu eguale in luglio ed agosto. Il mininuw1 si osservò 4 volLe m ottobre, u \'Oite in novembre, 4· volte in dicembre, t volte fu eguale in ottobre e novembre ed l vòltn in novembre e dicembre. ~l olto incostan te fu pure l'aumento nell'ultimo trimestre, poicbe esso si ver·ifi cò l O volte in ollohre, 6 volte in dicembre ed l volla fu eguale in ollobre e novembre. Limitando le osservazioni ai soli nwlati degli stabilimenti sanitari militari ed escludendo quell i delle in(ermerio dei corpi, si ottengono i se~ueoti risul tati : l o 1Jfaxim wn i n marzo: 2• Diminuzione dall'aprile al giugno: 3° Aumento in lugiio; 4." JffÌ!<itnum in novembre: 5° Aumento iu dicembre. Ma pure nelle relative rnedie. durante il diciassellennio. la costan~a rwn fu j! rarule. Di fatto il ma.rimw11 :w\ enne 7 volte in ~en n aio, .i. volle in fehbraio e 6 volte in marzo. Più costanti furono e la diminuzione dal ma.cinmm algiu· gno e l'aumento in luglio. Anzi questo ~i manifE> ~ tò quasi
"
TK)frO Df P.\CE ~ELL'KS!RCITO ITALLUO
2:)9
volle ~u t il nel detto me·e. una volta ru comune rol mese di ago~to ed uua \1JIL1t ebbe luo;.:o in qttesl'oltimo mese. Il minim1w1 <H venne 7 volle 111 olloLre, ~ volte m novemLre e l 8 'olte 10 tlicembre. \ss.1i 1ncerto pure fu l'aumento nell'uluruo trime-,tre. È certo che l'arr.vo delle reclute e •l conged.•mento nelle classi anziane hanno importanza. però non molto ~rande, come :;i scorge nello specchietto ~e).!uenle : ~em pn' (11
Arrivo delhl DUO\e clu~l (l)
A noi
C••n~ellnmento d~ l~ clml>lll
lla110Jllm d1 malati
M!Oimum
ollohrt' sellembre id .
marzo
id.
id.
dtl·emhre. ÙJceruLre. novemi.Jre e òicembre. nC'vembre.
a).(OSLO e sei· temhrt' id.
id.
tlicemhre.
gennaio • 76 J,:enna·o l ii
un~
187!1 4880
gennaio e fehbr·nio J(ennaio e fehl,raio ~enna io
4881 488?
id.
188:)
hl.
l IH
id. 11{1\'Cmbre
~ 885
itl.
t 886
id.
1887
itl.
ll j
v nelat.iunl delle le\·e.
aJJziau••
d. Id.
id. ~ellemllre febbraio e •narzo a~-to .. to t' set· marzo temu re id.
~enoaio
ollohre e marzo novemhre ~euemhre gennaio ti!!OSIO t> sCI· 1d. temhre
.n malati
dicembre. no,cmhre. non~mbre.
novemlne. ottobre e no· vcmhre . ollohre. ottobre.
~60 \nn l
18'!H
t. K:-iNI SU U .A 'IORBOSITÀ Arrl\11
Confltor1am•oto
elu•l Cf l
dt lt> elu-1 an;twn.,
Muimum •Il mafaJi
Yìnhuum di m•lah
no,·embre
3)!0"10 e set· gennaio
ouot.re.
dellenuo,·e
I~Hfl
td.
l 90
maJ?gio
I H9 1
id.
1~\H
aprile
ternhre a~osto e se Lid. lemhre agol' to eset- i rl. temhre a){IIS(O e 'el- fel!braio tembre Id. gennaio
ouobre. novembre. ouobre e noVt'mhre. norembre e dicembre.
Pet· le sc1me pubbl iràzioni delle statistiche degli osrledali civili non è possi!Jile di verificare allualmenLe in ltalr:• i:e le curve di morhositi1 dei militari sieno corrispondenti a tfuelle della popolazione horghe~e. però da ono st udu, analogo per l'esercito germanico dall'anno f 67 all'anno. l 7~ (?) multa: « l' che cmque momenti causali caratterizzano il moc vimento degli ammalati, cioè: « a) Il uw.rinuwt in gennaio: « b) la diminuzione dal ~ennaio al giugno: « c) l'aumento in lu~lio; «ti) il minmwm in .;ettembr~; < ~'2 J'aomento in UO\elllhre; < ~· che quesl1 speciali momenti caosali si mcontrano « purP nei malati borl(he,i: (l) V llelulunl delle leve. t'i) Sanlltih-Btrlchl u&er dlt D~ul~ehrn fleere •m lirit~t Qtgtn Frankl·tith
1870.71. -
7.~cller D<lnd.
' ' TJ'\fPO DI P.\CR ,&l.t.'&SRRClTO IH L I A~O
~Iii
« !l' che le oscillnztooi della morbosità totale, come c pure 'luelle di alcune forme di malauic ·ono collegatP, c tanto nt~ll a popolazione bor~hese, 11uanto nell'esercito nllll
c st11giont· dtll'mmo, di gu1sn che questa predomina sulle c allre inll uenze pa•·ticolnri che dete11ltinano ciasr.una ma-
• lnllia ; c 4.0 che esposti alle mede:;ime in fl uenze at mosferiche c ammalano in maggior numero le reclu te, anzichè i ~ol c dat1 a01.1ani: c :>• che nel periodo annuale lt• condizioni partico4( lari d~ll·e-ercito hanno poca influenzo sullo snloppo dellt> c mala1t1e in confronto delle cau ... e morbo:;e generali: che « inO uis,~on o egualmente tanto sui mi li tari, qua nto sui hor· c ghesi. D'interesse e di deduzione pmtic11 su questo rapporto c è spt~cialm e nle il fatto che nnche le lesioni traumatiehe. c sull'andamento delle qua l t e. .e•·cita un'importante inlluenza c la specialità del servizio, nei l m r~hesi, faue appena alc cune erceziooi. seguono la ste:;sa norma che nei nu« ltl:iri ... l'otlclthirm,.. - Per i fatti "opn1 e ·posi i e per nnalo,.!in si può adunque ragione\11lmente ammettere che anche in ltali11 la mani festazione e In :,\ iluppu delle varie mala ttie dipendano principalmente dnllo w utlizioni atmosferiche uelle varie s l~t~io ni dell'anno e che la viLn militare non sia elle un modificato re di ::.l'condarin i11tporto.uzo. l.e piu nu merose osrillazioru no,;tre nei momenti cau~ali del dietas etteonio preso ad el'am~ dtpenderebbero poi dalla maggiore ' arieli.l ed ioco,.,tanz, clt•l cltma italiano in confronto di (Jitello germantco. J.' iren7.e, l o febbraio l xn:,;.
LE
MALA TTIE ' lENEREE SECO ND O I MESI riola clrmngmllt~ d~l •lutto re Ridolfo •·•• i. rapita no mt'dko
Si è tanto detto e scritto :-ulle mal:cllie venerf't', specinlmente in Italia in questi ulti mi tempi , e lo statistiche sono state tanto compulsale in , ,,rio senso (troppo !'pesso senza averne •·isposla soddisfacen t•·) che parrehbe inu tile o almeno noioso il tornarl'i :;opra. ~la non è a S"opo polemico che vnglanmo ora parlnrne. Llscmmu ad altn, o aù altra occasione. al ricercare :;u lt• franrbj,~.tie acconlate a Vc nere, in omnvgio al principio della liberlìl per~onaiP, col nuovo ro~d m a l e~i :- lativo. hanno portato qualche benelit.io alla salute geneaale ed alla moraluil pubblica. Cons•llt•rinmo ogg• solt'l nlo un lato. pununeote speculativo, ma unn del tollo uz1oso, della questione. c1oè l'iulluen1.a che le ~tngion1 esercitano sull'and:unenw delle malanie vt>neret'. Parrebbe a prima vista che. M;.endo quest e malallie di rtnelle che l'uomo procura a s,> 'll•ss" cun allo YOiontano. duvrehLero e:;sere indtpendenti dall' 1nOuenza delle sta!{ioni. \ e•i remo iuvece che 'i ;;ono SOJ!I(t'lle. -,e non colln :>te,..sa 1lilft>renza tra stng1one e sLagiooe. almeno colla stessa re~olariti' di tante malaLile delle Mlisumurre.s.
LK liALATTf& Vl"ç&RES
BC0\00 r "VS!>J
~63
..\hhiamo preso in esame ~ li .tomini di truppa dal OO'\tro eserctto cntr·nti ne1 luojthi di cura (ospedali militari e civili e infermerie di corpo) durante il settennio 1887-i 893, e li ahbiumo distinti per melli. in base ai documenti della ordinaria slatistrca sanitaria militare ed ai hollettrni rnen,jli, che da qualchE> anno sono trac;me~sr dalle clirezionr di ~anità all' lspellorato di sanitit rnilit~re . documenti r.he furono }!f'Otilm••nte mess1 :1 nostro d1 spo ~i zione chi ~i~. generale med ico comm .. antancrtt . ~on d occuperemo ni> tlelln ~peciA tlelln mnlallia (sifilide, blenorra~ia ecc.). n.:• di'Ila durata della cura, o della mortulit:t. Limitiautoci a meller·e in confronto gli entrati in cura per malaur e veneree rn rr:tst·un me'e del 'ettennio colla r·i:;pettiTa forza medra rnen-,ile. ~ ello specchio :'i. l, aflinchò la inegunle quantitit di giol'Di componeuti i varii mesi non ouor,·ia al paragone. ù ~lata calcolata l'entrata media groroaliera per l 0.0110 uomini di forza. La curva l della figura 1 dt-lla tavola ,.:r.11ica nnne!.\sa dtmo!ltra a cnlpo d'occhio l'andamento ~eneral<'. A pruna vtsta rrregolat·e, qursto tracciato non tanla, a chi hen lo esamio;l. a mostrue una certa regolaritit. Si noterà intanLo l'a~so luta costanza dei eguenti fatu: 1° un rialzo ùella cun•a. ossta nn aumento dr malathe. m corri:;pontleoza all.1 primavera. rtalzo rhe ra:zl:,rionge il :;uo ma ~simo nel me.;e di ~iugno, per· tlur poi luo)!o acl un altro avvallnmcnto, corrispoodenll• all' e:;late erl al principw dell'autunno (rccettuato l'anno • 8!>3). \'iene poi 1111 allro rialzo. l'lte, in :5 sui 7 anni pre~i in esame, è ti piu considerevole dt lutto l'anno, e che va dall'autunno alla prrma,·era. Que.;to rialzo non ha forma coSl<tnte. Negli anni 1887- 8, 1890-9 1 e IR92-9:l, e probabrl mente nnclte nel 1 8H:~-!}4. esso é bifido: presenta
164
I.Y. Mt\LATIJE VBNEIUUI:
SPECCHIO N. 1.
Hncrati in cura per mrrlattie oenere" 1887
M ES l
..
!
't:
e
2
~
18l10
t888
.
.,._ "' .. 11 -.,
<'!
~§~ l
<: E
<~;:::.., -... , ....
eu.;.
'-l
~
o
l
"-
0 ' - :gi:~ _._ ~t!S ~~ = ="..:. : .... ~~
E~
....~
~_ç~
....
=.:: :.l::: !lO
!>
G
"-
Gennaio .
2:..'07«l 176li 2,'>8 :!17't21 H32 2,12 ~:122::>8 2U:!io
l•'ebbra1o.
2206081 1t ~>8 l,k7 2HH07 11)/f) 1,71 :233900 t :lfil
Marzo.
:WJ0\11 Ha7 2, 15 :2211:121 t07a 1,57 23i357, Hi:U 2.2<'>
Apr1lc.
:!:2782:! 1()2;) :!,:sR 22028i t3481 2M 23250!11 H 71ì :t,l1
Maggio
1!3H76 IH&", 2,5!l)2211i13 1433[2,09 2:}3~11 1 Wt'O :!,73
GIUt::no
:!34059 I R30 2,61 1220727 1512 2.28,232923 1!1:!:$
Lu~lio.
:!30:!02 nm 2,M 2:w;a 151 5 2,2 t i:!:~OH5 lfi~9
Agnslo
:!:!HH t.IOO :!.02 l9:H!J:I J2i9 2,08 10i599 t -:H
SellPmbre
. t7i:ll71 1068 :!,O t ra:.J36, 1057 2.112 172001 1777
OLtobre
. 1 5if~5 lllì2 :2,3~ 16:1529 1288 2,5i 172-295 1R~I ~ 3,il 1
l
l
.
. ,1911l;;l, l203 2/YJ 211520 1&>1 '·''' tt9142 19!18 Dice mbre
m11o
"""j,,:ubs.,
1911 2,61 ~15105 ,,.
T otale . . :! 12~\liot 1792612,a0 20!l91816544 2,15 218917 21633 :!,il 1
l
1
l
~o:;
SIC0:-(00 l liESI
Uto
18 !lt
l U I
3.: • g~ ~e~ =~ o
• 'ls
'?
o::-
_ ;e: c~~~ t• ...
o~
""'
:..
lG
., . .. _., :Se; _.. ~E~ c -.. a . - .;~.....è .... c E =--·... ::io"-
:.:
:>
""
l
' 893
o- ~.: o= 3~:;: -~ 6- f~~ e;cc.
~:l
:al
.5
·~t
.::-.
E
!! ~e2
o!= &.'
o
:..
z-=
-L
:.l
:!,lU 233:H,'ll 2276 :1,15 2i6.:!26 2:J:l'j' 3,()(; l 7lC.8l2 l filO 3,31
2,41 :!i.>:H5!J 2105 a,on 2\63!9 190H 2,07 16:!17!) l 191l 2,63
2,:!8 251\7i 1662 2,t :J 2!10655 1892 :!,55 :HHS.'l 2027 2,68
l
2,81 iH!)l)()!l 1891 2,5:l :!:!R318 1669 :!,41- 25:Hl 2 21-;"!J 2,88 :!,P l :!i8!l10 1970 2,5:; 2262::!0 1857 2,Uf) 25 11 80 211H 2.82 2.9~ :H76Ui
Hl52 2,6!l 22"l78R 18 o 2,78 :!i-S:l77 100!3 2,23
:!,75 :H:l920 l!ì69 :!,38 2232U 1903 :!,75 24:ms12o!H 2,i5
l
2,8!h805H IG7:ll 2,99 2:!0713 1751
2~5fi
2 l3~1
1!126 2.:l5
:t,33 16ii38 l(',(j i .J,3 1 2050i:! 1753 2, 5 t:l H561t5.".S 2,:!4
3,5i1 ttll8\~ 1713 3,33 17:,0i-;) 1ii7 3,2i li6917 l3l! 2,45 :1,2() li65"Jl lulH :J, ll J6055i H!*l 3,11 169678 U31 2,4 l 1
2,60 2-i99tl6 2H3 3,15, 163i97 1:!1)9 2,39
- - --
~ l l
ts;mJ tws 2,06
-- --- ----
2,>37 22071 27754 2,8) 213307 21,36 2,75 214439 20712 2,05
l
l
~66
l E V ALATT[K VK\ItREK
cioè due massimi con un avvallamento in mezzo di breve durata {tre volle nel mese di dicembre, una in quello di novembre); nej!li altri anni questo anallamento manca, ma -;e ne vede un accenno in una specie di gobba che il nalzo pre enta. Questa innegabile regolarità di distri bnzione nei vari i w~si c1 ha iovogltnto a ricercare se anche in altra esercata ii o:S~erYa qualche co~a di simile. l>elle statistache sanitarae e:~tere che sono a no~tra cognizaone non abbiamo trovato che la tedesca e la russa , che dieno il rapporto dei cas1 d1 malallie \eneree colla forza medi:~ di ciascun mesr. La stnta,tica francese da hen$Ì il numero assoluto dei casi distiota per mesa, ma vi manca la forza media mensile. Daa Sanitc,ta-llrrichtc ( l ) dell'esercito tedesco {o, per dir meglio. del pt•ussinno, wu1·temlle1·ghese e sassone, poichè ltt Bn\'ÌPm pubblica una relazione statistica a parte) togliamo t daLI rius Il UliVI dello specchio N. z per il periodo di tempo n:tl l o aprile 18 .t al :l i m:trzo 18!10, osservando però che h stala!\ticn del qundricnnio 1884.-85- 1887-88 ~ tulla compn·-.n in un sol volume. e quindi i dat1 relativi sono ripor· tati in blocco . ..\nche qui si ootu una spiccata regolaritil; e la corn l della fig. ~ della tavola grafica ce la mostra all'evadenza. Dal ~-:ennaio io poi la linea si abbassa, poi si rialza in prama"era, per ragga un~ere un primo mas ·imo an e~tate. S1 raabba~sa poi da nuovo, ma per poco, poichè, dopo un lc~ gero aumento 111 ouohre, il mese di novembre la porta. ad altezza per co:;l dire vertiginosa. lo dice wbre 11 iscende rlt nuovo per tornare ad alzarsi ancora notevolmente in gennar o. U ) '\llnllaii-Dtrlchlutbrr elle kli11lgl. Preuui$che Arm.te, dal Xli. (Kgl. SIIC:/1· ttscll~), 1md dlla Xlii. (Kgl. ll'urlttmbergiuht) Armeekl>rps, (ur die Otrlcltùjahrr
vom t AJir. 1884 /Jia .91 Jlllir: 1890.
j;FC0"\00 l
SPBCCBIO ~
207
'fKSI
2.
Esercito tedesco. lfalatJi( rmtrft d1stintt pt~· ntt~i. Entrati m r taf( UII tnfst ptr 10()0 dtl/tr for:u.
-=
l ::
e
r.::;r
~
.
~
~
~::= l
.
:wsoo3
Feùbrn lo
~
1
l'ÌI!d/ 1"'~
lbl;i/1 ~
~à!
~
l
-~cv
111119/lh~ ~
~
~
=i~t = .....-e :.:t•
~.a
t:'W68i
2,fl
~27 1 9 1
2"' ,-
)26701 1,!1
1.27122
l,fl
~27 i8 l
2,0
Ml289j
2,4 4:1:2127
2,0
i27573
J,H
MagRiO.
40ì 133
2,1
~aa21 1
1,8
4a:n5r·
1,8
G1ugno.
~2-~74
2,:i
i5fìi5H
2,0
~3~!11
2,1
40\002
2,5 -Hl6112
., ., ~350 12
2,2
.\g•J!'lO .
iiJS710
:?, ~
2.i
2,:1
Settembre .
361
Ullobr·e.
:lUiì!l
2,fl 3JR"Ii7
:!.3 3i2:!n:s
2:t
~0 \'l'lllhl'll
a. n:H;
i ,-'>
iOi!l~i
:l,.l!
410H!l
4,1
:ifl7271
1.8
):.!\:!5i
1,7
i2i803
J ,!J
.
~
t:~l :..: 8.fi
2,8
oi~l:i(ì6.J
107093
~.o
~larzo
1-000 13
1 ,:~
Aprilo
Gen11a1o
LuJ:IIo •
E
..
hlcf'rn h r e .
Al ~c;
~
i3iOO'J
~
-·-
H 10:12
H!ll 2,3 3!1<»68 -·- :JniOOG 22
.
<)<)
-- --- - -
1'l otole
E
:J9;W87, 29,2
-~203:!()
26,7 41 Btll3 26,7
26
LX MALAT'IJR YBN.EREE
Dell' eser~ito rullso non abbiam potuto disgraziatamente raccogliere che i da ti del 189 1 ( 1). Non possiamo quindi verificare se la distribuzione per mesi osservata in quell'anno è simile a quella òei successi vi. Possiamo però dire con certezza che essa ha molta somiglianza con lJoella osservata nell'eser·cilo itflliano e nel tedesco . .Nello specchio :-1. 3 {V. pagina seguente) si ha il riassunto dei dati ciJe abbu1mo raccolto, che la curva A della fig. 3 rende anr.or piu manifesti. Anche qui si vede la curva scenùere, con un piccolo n v· vallnmerrto in febbraio. dal gennaio all'aprile, e risalire rn primnera; ed anche qui si verifica un notevole avvallamento dopo il rialzo primaverile-estivo. Poi la curva si rialt.a lino al dicembre, con un leggero abha~~amenlo m novembre. Questi i fatti. Tentiamone una spiegazione. Abuiam già dello che le malallie veneree son di quelle che l'uomo procur11 a se st~sso con allo volontario: ma anche la volontà umana subisce l' influenza degli agenti esterni e quella pure delle stagioni. .Bastera ci tnre come prova i snicidi, i Juclli stessi. i qu:~li pre~ entano regolari oscillazioni di frequen1.a a seconda dei vari me:' i dell 'anno. E prova ne sin pure la di:HriiJuzione men silt' dei concepimeuti , che appunto invochiamo n spiegarci in molta pm·te l'andamento delle m11lattie veneree, e sulla quale perciò vo~dia mo trattenerci un poco. Onlle ttccurati s~imc ~tatisticlte del movimento dello stat(l civile, pubulicate dalla tlirezione generale della stati lica del Regoo (3), abbiamo tolto il nuroero propor~Lionale dei nati (t) Otctol omnitarnom Sol ll'}mtl Russcol Armil, za go<l/891. Pletrotmrs:o, t893 (:l) l'opola,!;ìotae - Mor~lmenlo dfllo lla(o eioilt - Anni 1887·1892. l'er la stnllstlca tlat lll93, an :ora Inedita, abhlnmo potuto avere l <lati merce la gen· tilezza r1t11l'egregio IIOLL. na,erl, ndrletto all'taftlclo dalla stntlstlca.
SECO\DO l SPt.CCHIO N.
~f. · 1
3.
Esercit o r usso . .\1alottie reneree daltintt> per me.oti. A n no 1891. E11lr111i m ,l.,.,un mue ptr 1000 dtlla (or:;a.
Numero ~U S I
Proporz•ooo
b.<OIOIO
p~r 1000
dei H!Otf eA
.
JIIPIIA roru
t~ennaio
:3953
4,0
Febbraio .
3010
3,:1
Marzo.
:~t05
3,4
Aprale.
2i90
2,R
Ma~gio
3 i.~9
3,!1
Giugno.
2!):)()
3,3
Luglto.
:J2f)';
3,1j
Agosto.
2fi
3,1
Settembre.
2080
2,7
o ttobre
258H
3,6
Novembre
:H36
a, i
Dicembre .
33(!3
4,1
35:166
u .~,
...
T otale
l
2ì0
I.E llAL \T1 l 8 \' &f\ER!!E
nei vari mesi di ciascuno degli ann i 1887-1 893, numero elle, se si cambia il nome di cia scun mese con quellu che !ii Lmva a nove mesi più indietro, corrispoude esattamente al numero dei concepimenti. La proporzione è calcolala in modo da esprimer·e il numero di concepimenti che spellerebbe a ciascun mese. su pponendo eguale n 4~00 il tot.ale dei concepimenti anenuti in Lullo 1' :-~ on o, e supponendo anche elle i meJ>i fossero tn!Li di ugual numero di giorni. IJer esser·e eguali, lulLi i me:;i dovrebbero avere 100 concepimenti per· ciascuno: invece, rome dimo!ill'ir no le cifre dello specchiello N. f. e la cun•n n della figura l, vi sono òelle differenze nutevoli fra stagione e staJ!ione. ·MolLo piil regolare di <1uella delle malallie veneree. la curva dei concepimenti presenta ogni anno due avvallamenti e due rinlzi. Oi questi quello conispontlente a Ila primavera ed al pr·incipio dell'estate c di gran lun ga m a~ ~ iore . Ma, confrontando le due cu rve. non si potrà n meno di osservare la loro notevole analogia . Tutte e due pre · sentano uu nv,allamenLo, diremo cosi, post-iemale, o, •e più piace, pre-primaverile; tutle e due hanno un rialzo primaverile-estivo o il successivo avvallamento ; colla differenza che il r·ialzo è, come abbiamo accennaLo, mollo pi tt pronunziato nella curva dei concepimenti, e l'avvaUamento è in quella delle malauie veneree piti precoce, os,:;,ia nel cuore dell'estate, mentre per i concepimenti ha il suo massimo in sellembre. (nfine tutte e due presentano un rialzo iemale, colla differenza cho questo è più sviluppato nella r.urva delle malattie veneree che in quella dei concepimenti. 1\lelliamo ora a confronto l'andamento dei coocepimemi in Crermania con quello delle mah1ttie veneree in quell'esercito. Qui ooo alJbiumo potuto procurarci proprio il rnovi-
::>JICO~DO I
27 1
MBSI
SPSCCIUO N. 4.
CONCEPIMENTI arcerw.ti in Italia negli anni 1887·1893, distinti per me11i. Cifrt propor"~rontJh 111 1~00 conupfmmh Gltnui: Il)
•FF
Mttse
-d-el--: 1887 - 1888 eonr.oplmenlo
1889
-
1890 -1801
-··-
189t
l
n3,~•
Me•t
1893
tlt•lll\ IIIUCIL3
97,:1 Ollobre
Gennaio .
!17,3 H:l,4 95,b
F ebbt·aio
!18,9 9 i,1 9:>,61 85,l !ll,2 !15,1 97,1 Novembre
Marzo
fl6.6 91,8 OO,i 9 1,5 ?<9.i· !l:l,'l 9.i,2
Oic~mbr•t>
Aprile
11 5,9 1o;>,:J 1tn,3 tu .2 IOR,7 107,3
f.r•nnain
M&J!gio
116,0 113,11 122.,4 llt!,ì 112,~ lt2,5
Febbl'oio
Giu~nla
112,8 l tO,fi 1 t i,5 1 t i,"l t 12,1) 108,6
M I\I'ZO
L uglio
l0\,7 IOH,t< 10:>,7 100,! ) 106,5 105,7
A prile
Agocoto
!H,O
~ ... t
:\!aggio
S<!lt&mbre
R!l,H 91,5 91,8 88,~ !Il, ' !11,6
GiUf.\'110
Ollol.re
!lt,2 !IO,H 93,9 !13,1 !>'2,3 93,1i
Lustlio
Novembre
!i~l,2
!H,[> 96/> K1,61 H2,f) Ot.,nJ
Ago~ lo
Dicembre
1 00.~ tOO,Ii
!)9,~
•)
98.-i 97,5 1 00,~
91),4 !l .~ 100,0 99,11
Sellt•mbr e
111 Il totale •Il llllO ronCPI\Imirnti :tnont •l oHteno sommando le l'tfre det do·
dlcl D>esi corumclando 1•eru daU'aprliP, ~ terminando c:ol marzo dell'anno •nece~~i Yo,
272
LB MALAT'I'lK VB I'fERR&
mento dei concepimenti io ciascuno degli anni 1884-- 1890. da far riscontro esatto a quello dei venerei degli stessi anni . Però abbiamo preso da una dotLa e completa statistica riassuntiva (l) pubblicata dall'ufficio imperiale di slatistica.la proporzione media dei concepimenti osservata nel periodo 1872-·1880. Essa è quella indicata nello specchieuo .N. i5, e che nella fig. 2 è stata gralicameote riprodott.a nella curva B, sotlo al diagramma dei venerei dt ognuno dei tre periodi 1884-88, 1888-89 e 1889-90. Si noterà intanto In somiglianza, nelle lince generali, tra la curva italiana dei concepimenti e quella tedesca. Il mru;si mo primaverile e quello iemal e sussistono io ambod ue; però quest'u ltimo c, nella curva tedesca, molto più pronunziato. Se si confronta poi la curva germanica dei concepimen ti con quella delle malattie veneree di quell'eser·cito, si Lrovel'à che il massi mo iemale dei concepimenti corri·poode a quello delle malattie veneree, coll'eccezione che qnesto è reso bifido da un avvallamento costante in dicembre. Al massimo estivo delle malattie veneree fa riscontro il massimo primaverile-estivo dei concepimenti; al rnl!se di settembre, che segna la minima quota di concepimenti , corrisponde pure un minimo, non assoluto, ma relativo, nelle malattie veneree. J\nche per la Russia, di cui diamo, nello specchietto N. ti, la proporzione roensil~ dei concepi menti, desunta dal ci talo la"Voro dell'ufficio di statistica tedesco, e riprodotta waficamente colla li nea 11 della lig. ::J, trovasi grande somiglianz;l tra la curva delle malattie vener·ee c crnella dei concepimenti. Quella delle malauie veneree è un pochino più, per cosi
( l ) Slond und BtWtQIIfi{J dtr Btuòlkuung d« deutttht'; Rtlch• u:tld (remdtr Sla~ in dm Jallr1n l84J-1886. (Sialfllik IUJ deulschen Ittici•~- Neut F11lge,
Bd. 44. - Be:rlln 1.89i.
'-I CQ'\'fl(l l VP.SI
Pt'ofJ4Jr~ ww
ftten t/f det con.:et•lmntti in. G r manifl per 1 :JOO conct!filfrlenlr ftrtnw. (P• r todo nn:!-80). !)!J,II l L UI!liO.
11111,!.!
Febbraio.
~!1,2
AI!O~lt'l
!17 2
Marzi)
!l~.:
<:teti• mbrc
,a,;
A prii~>.
Hl2,5
OllOIJI'fl
nn,u
Ma ~sno
jtl;l,;
'\: ,,·eutbre
:•S.2
G1ugno
• 10~,1)
Dicetnure
t O~.s
SPECCIIIO ~. 6.
l'rCJJ>()r:; Oflt' men~ilf· tln conct•pim~:nti in RuRsia J>er 1200 conct!p•menlt annui. {l't•riot!o f 872-tiU).
Gennaio .
lll,!l
Lu~ilo.
~G.:~
Febbraio.
9s,;
.-\gu«lo
~!i,5
M11rzo.
M:t,O
S••Lie111 hre
!1!1, i
Apr ile.
11!1,9
Qltl)bre
101-1,0
Megl!io
101ò,l)
Novf'mhre.
Hl:l'-~
G i U!{IIO
!11,1{
Dicembre
102.!~
di!'e. tlt•nlaLa, for-;e perehi! ,·. basata sulle osservazioni tli un soln nnno, mentre l'nltra è rl rinssunto 1h un pPriudo di parer.chi anni. Ma la conispuntl!luza tra le due cur ve ~ sE>mpre eviùl'nte. ~ell'uu n e nt•tl'allra si ha uo miouno primaverile e un minimt) e,;tivo-autunnale: un massrmo 18
primaverile e uu m:~s,imo iemale, colla tliiiereuta .melle qui dte la .:una rlellc malattie , .. neree c alquanto iu ,.,_ tartlo su quella dei ro n c~ psmentt. C.: osì il minimu pt imavenle t' ri~pelltvameota in apt·1le e in mag).!io: quello e,IÌ\u i n agol>to e sellem bre. l'os,tamo dunque t·uocltulcru cl te vi è un rapporto inncgnbile, sebbene oon 'etupre l'~uale c costante (t• dellf:' variazioni tlaremo !ipie;.~oziou c più ' olio), tra la cuna IPIIP malatLu• Yencree e quell•l dei cont'ep•meoti . \ !!giulll,munu pot che t}uella det conct•ptmenlt pr~sPntn. in tUli P 1.. 111· ziont rhe hanno stat1 slt~he ap('Osttc, la roede,.tma lt'>ionutum ~en t•rale. ciot' due rial,d e !l ne ;n vall.tmeoti: i due rt..l7.t cotTh>pondeodo uno alla priul.l\ er.t-estale, l'altro sP!nprt~ ptll piccolu, all' invct·no Ut tJIII.'stn regolare distrillnlitllltl druero gi\t spiegazione\ illtwmi• ( t nMlt>s d' J,ygtrni' et de mrrl. J,.,,,t,.. \ ol r . 1~:11) . t)ut'lelet e \Vappaus, e tecentemeutu, ron pht deltagla>, ti dott. lhwk~r ( l) . Il w·ts:;imo da apnle a J.:lll~ n o •" urJ.t dimo:-:tra1.wn•• pos1hva come !"uomo, mal:,(r::.lo ti suo ltl•ero arl•itrio, non an·i,·a a soUrar::.i alla lt>~;.!6 unÌ\Chale Ji n ttur,,, per l~o quale Ul prioaaYera le J1ia11te lìnri~~ono e s1 fe.:n od.1 no, e
Il winutto e~LÌ \tt ... i spie).lu c:oll'th.tu rillJ ento prod11tto dall.1 caldura della stagionP, a dalle rtti•·lte a t.: n eo!e. l'lte h.t rtnn 111 •Juell'epo·a il loro rnasstmo ll11:1lw itl\ernale ,. st.&tu "!''~' g.tlu colla maJ.atiote allt•...t•·•·• ,·olia ma~gio r~ e.,p.t o.. iuu "'' porian seco le fe,le d1 \ .tini". \o i :tlllmelliamn cl11• a111.:1le t U D&, J•rltrn<rh a•thngr" 111 ltr ll•lllfi{J~ rll t trltl<i,dmtr bft•,;fl;r"'"!''" '"''' 'liOr•ll<lahtliUMn l:r~d.ttUUII'/'11. • "" ltr K. RF.C\1". Em l orlr••!1 f]t• hr~lle" 111 ll.I'T Btda ,,,. ol••ol"''''r" •rl•ufllrr/ttll Gutllsrlm(l. rAllqtm. dtlll!fl~rltts ArcliltJ Tiibtqrn. 1892.
questa r.ir•o.;tanz.a Jl"''a 10f111ire, henchi•, (ISSt>0\10 le fe~te eaaalizie fH'•'!Jrio alla fine dell ano •· se n l e,~e sole do~e~,e ~sl'r Httril ,uiLo il l'i-veglio j.(enerat1vo, ~~ tlorr~ bh ~J a\ere an<:he in ~renn tio nna propor1.iune qua,1 eguale rli coucepimeoti. Noi rrediamo che 'l'lesto r1s' egllo, a n ~:he senza iJ circostauza del Nalale, p o:;~a '>pie,:ar-.1 ... ia con quel ma:zg1ore niluppo della 'ila so.:1evole. de1 Ùl\ t>rl1rneut1 ecc .. che i! propriu dell' mverno. 'ia colla 'ita meno fatico,a, e sp··~so ozio,,t, che le rlas-i pm lahnltOSt' •IPIIt ,o,·teta. ,.pecialmente la agri•·ola, menano durante l' invernn. Comunque sia, chiR ro apparl' che dei due mJ3stml, qudlo pt·ima,erile·esli~o i.> il solo. pl'r cosl dire. nalUI'<lle. proùouu cioè da una leg-ge fisiolu~ ica, cui ,og.(iacciooo lulli ;.tlt e~seri n'enti: quello iemlllt! uon l' che il prodollo d1 rir,;o5lanze economirhe o tortali: ~e t{llèSle non SU •SI Stessero. r probabile che (a curv.t nHehbe un solo massimo. e cl1e Il piccolo rinlw iemali! .;.arelllie so,tituito da un a' vnllamento di tanto profondo 1!1 tJUanto sarebbe allo il mN>imo pnma\"erileestiro. ~h non ùivaglliarno , e vellinmo lìn cime l'andamento dei roncepimenti puìt ~ervire a ~J•ÌC~arci •Juello delle ma· httie Hneree. ~Oltnmo intanln dlt' le stntlsLiclle dei con· ~epimenli ci daooo il risullalo tli Lulln la popoluziout• tu blu~··o, giovant e a lult". r·icdti t' povt'ri. c·amp1!.Witoli e l'il· tadini. Per filn' un paragone piil f''al lo sareb!Je uecessal'la una op~raziu n t> st;ttbti ·.t rhe nou 'an mai possibilt>, di~tinp:nt!re cim' i concepimellli protlolli ùai ;.tiovnni da I(Ur:lli de;,li hduhi. Bi~OJD••rà dunc1ue lelll'r conto tldle d rco,tanze speciali io rui si IrMa il :-;nltlalo. 1 ~Ìo\ an e e !;pens1emLo. ,., uaturalt~'uno che il soldato, piu anror.t dì q t~<~lu o qne allr,t caleguna ù1 popolazwne. nscnta il fi,iolo,l ico intlusso dello stagioni. e 'l esponga quiotli a
ser.onda di questo. se altre drco,;tanze non inllui,.t:ono. ,·on tl);l~l!tOre O minor lrequenta .1 pericolwi cont•UÌ. fro\ i.uno pen:iò coslantemenL~ un aumento di malauie venea·ee nella prim nera e nel prutctpio dell'astate. IJue::.to au111ento. lo aub1alllO )!Ìi't veduto, r·iturùa quasi sempt•e di circa 1111 me-;e ~~~ quello clei con,~epimenll. Ciò non vnol :,:iit dm~ che il soldalo sia più to.nlo a sentir· l' influenza della -tagione. ma solo r.ltc l'e!TtliO 1ndugia 1111 poco a mo.;trar·-•. prima d1 tullo per la durala piit u meno lun.~.:a ùd pe· rir,du 11' incubazione dd le maJ.,uie 'enertle, e poi perdtlil soldato, c·ome hen sa o~ni tnatlico militare. o per paura di e,,t<r mandato .1110 spedale o pet· sua natura! ritrn-i '· stenta molto prima di derid~r'i a far.;i vi.;it u·e per una m.•lauia venerea. Questo primo massimo primaverile e': in generale di 111 itiUI' durata di quello corrisponclerue ùella curva Ùtll coriC.Ppimenti; e 111entre in queslt super.1 di mollo per altt·I.I..L 1•ù e~h!nstone quello iemale, 111 quella dei venere1 "" tl'llt" tullu J'oppo:>to. Pet· .;piegoii'Ci IJUeslo uaster:l riconl.lre dte in primavera appunto comincia il per1odo dell'istruLton~: dt•l soltlalo. nel quale preÙOIUtllano le esercitaztoni e~teroe. le Ullll de, ect:. Di piu fin da quell'epoca molta parte dei torpi l n~cia lP guarnigioni per recar,;i alle esercitazioni dt llru, pet· lo più in piccoli paesi, o anche in localitit t::.ol,tte, ÙO\ e le occasioni pencolose sono 1nlioitamcnte nwno fnt)Uentt . .\1 primo massimo ne succede un ...econJo. più grande ~ più tlorerole, elle cominc1a generalmente piu presto dtl! non il .;;econdo ma,,imo della curva dei concepamenti. Que,ta anticipaz1one poss1amo spiegnrcela colla dimmuziooe che suhisce la forza solto le :lrmi, e col conseguente cambiamento nella composizione del coutingente, il quale,
i>ECO'iOO l \fB":r
·co,mlliOSIIfl p~r h mn,.:~ior· parte dell'n ono 1li :l clas5i, res ta per
cerro ltlmpo limitato a tlutl "ole cla~si . '« ella curra C della li,:. l" allhianw '.!rafìcamenLe r.tppre•enL te le oscillalioni d~>lla for·la media (rnen,ile) dol no lru e~emLo per tullo il settennio. q nn li son11 numericamente rntlkate nello specchio N. l . ~ PI m<'si in CIII la li nea si mnntierH' oriuontale o con fe~~t'ra Jlt'ndcnza. vuoi cl ire l'he sono sottu lfl m·mi tutte e tr(' le cl a~si : la rapi1la d isca,; n in ti icn il t•rm~eùarnen Lo di'Ila cla;:;se anziana, la ancor pru rapida r1salrta la chnmat1 :'otto le armr dei co-crilli . ~on nlll.lr:1mo una :.tati~tica cha ci rlimuslri a ri~or di cifre se i ~ohla ti con tre anni di st>rVilio "ienn piu o meno :m-~et liLtai tli qnelli ,·ou un "olo o eu n due al conta'.!:O vener oo. )la Ile! S"Tllhra eh~, come sr ,-~de avventt·e per In mag).{ior pnrl•• delle uwlattic, e :-pecialrnentc tlrlle epidemiche e rontat.:inse. debbn ammellersi che gli unt.ttuli ..;ieno men ùe~.:li altrr sog).(elli alla pr·ohahilita di rncapp.1re rn t{tHllchP malnllta venerea. :-oi a percltè falli p m espertr e prutlenti. sta perd1i· il loro or,1anismo olTre eiTettivaruente maggior resistenza alla in f~7.ÌO ill'. t:o~i 't>tliamu con custanl«' rej!olarttà. rin'zarsi la cnrm rh·lle malattie veneret• ifnando ~i althas~a •tuella «leU.t fon.a me.tia. o 51:1 quan.to d c ontin~rmle tlin~nla di ùue das-i invt-ce •·h e òi tre. Ilt piu, n :->ptegHre il t'Orhllleremle annwnto autu nnale dei Tt'nerPr t'tmrorre a11t'ht> il rit .• r·n,, allP ;.ruar nigioni dopo il periodo tiPi tiri al hersa~lto. «let rnnqu tl'i..;trnl.ion e e dello ~ranrli mano' re, che Ira tenuto 11 snltl:~tn tn una certa a.;tinenl.a, l t rJoale reclama naturaltnPule una ,·nrri,poodeute re:~zion !' • .\ Jll'<~ l n ngare p111 Il mas,.ituo autu nnfl·iumale co n corr~ un altro fattore rrnportantts,imo. la chiamata an nuale «Jdle red ute, t'he nu n occorrt> fermnr·c;i a climostrare come e per
27
Le lULA1Tfl VBN.ERII
qnali t'.tgioni momli e tìsiolo~it:he, forni,ea alle malattie 'f&oet·ee IlO elemento di Ollimo pre,a. r:aumento però è pa.>~eg~ero; hen pr~to l'nzione della -.tag1one riprende i •moi diritti, pt•r ricondurre la curva dei venerei al minimo pu:-tiemale o prt>-primaverile che Volo(liam dire . Le os«er-vat.ioni rhe abluamo fatte -;olia curva tlei H•ncrei per I'P)ercilo Italiano""' applit'nno anche a quelle dell'e-,er,·itn rnsso e tlel lo(erman1co. Per •1ue,t'uhimo abbiamo .10clte indirato nella liu. ?•, runa C. la forza media, conformr• ai tlati dello ~pe•·rh10 ~. 2. L'aumento dl"i 'enerei pet· la rluamata dei coscriLti i• qui ancot· più mnnife;;w. l.n cuna fa un'a" en · ·ione str·aordinnr1a appnnto nel nof"rmbre. epoca della rhiamnla: po1 .;i nbhassa profondamente in dicemhre per· t·ialzar3i in gonnn10. Si direbhe rbe 1 coscritti letle chi t'Orrono pm presto o piu volentieri 10 braccio a Venere che nun ,.:li italiant , e questo parrebbe in contraddizione colla innP~allile tlill'erenza di carattere tra le duo nazioni, consi~tente. per patte det tetle:;du , 111 mag~tot·calma t' rtlle~sivita. \fa ,\ ben,. tener pre..ente il 1!IITerente St!:'tema tlt reclutamento. \l ent r~ il co•rriuo italiano può esser mandato da un e.. tremo all'nltt·o d'ftalj,, lfUelto tedesco r83l3 !fUnSI sempre Il prestare il :'UO servizio nella propria provincio. Beno spesso della citu\ dove vn rli guarntl-(ione P;!li i• già intzinto n tuui i misteri, e l'az10ne deprimente llel pnruo entrare nella vita mthtare t! 10 llu IPmp('rllta d:tl trovar.,i io lnoJ:!O noto, vtCIIlu a parenti ed nmic1 · ir, o~crillo tede;;co hn tnsotnm:\ meno rrent che lo t'tten~an<l dall'espor.;i al pericolo di coota.f.liO. E se questa "piegnzton•' non basta, ne n~J;inngeremo un'altra: ed è il poco tempr1 in rui l'e)ercito tede~co s1n con una rta,se eli meno sotto le arm1. Jn ollobre soltantn, come et è lerito tr;.!uire dall'andamento della corra t'della li g. ?•. il conge 1amento della ctn~se anziana c completo; e ùa allora comincierehhe ~ià di pPr .,i;
'tt:O~OO
l
\Jl~l
quell'aunumtn •li \t>tlt'I'PI. •il •'UÌ 11llhiaut ;!ià tinto ra~ione. do~uto :'olo a i i' P~sere alloot.lllata •tnella 11arte dal coutiogente che ,. pi11 refrattaria. ()uesta circostanza uni ta al l'ahra della r ll iamal.'\ f}pj eo~criui l'a , j rhe in 110\'i\lllhre ><i ha '[uel l'al tissimu rertice. Ili pii1 Ù1flirtlt' ~pie.tazione ··i ric,re. 'emprl' nell.t cnrva te.Jesra. quel mlllimo. ··o,tartle nei tre peno1li pre,j io esame. ehP rorn,ponJt> al dtremhrP. For.;e e perrhi· ad ogni eecl'sso devA sempre sucr.e!lem 1111a real.ioue, od nuche perch.:• , es,entitN in ottobrE> e nn\'rmiH'tl giil conL.I!!iali una gran pill'l8 tnntu di cu,;,•riui d te t li ant.ian•, ne re,tano ID rllremlm.• mull1 mPno a r·nt'I'Pn· il rht'hj(, tiPI t'IHllag o~ E il rialzo. pnr costante. tlel :zcnnuto non st:t Po;~o in rapporto col l'lnlzo •l• tlicemltre tlella rurra tlt>i cnnreptmenti1 Sar;'t intere..,sante tli vodet'e nei sur:t•es~ivi Snnitt.tt.\·flt>richli' s•· •rue•to •·uriu~u faLLu si rtpete. l'et· l't'..et·,·ilo ru-;,;o uon ahhiu mo potuto prt)l'llrnrt·i lrl forza mPdia me-e per me·e; ..apruam•J però dte nell'aunn pre-o in P-.am•· t i X~ ll ), ht t•hiarnata dei ,·oscnui eltlt•• r.nliL luo,:u •In l l o novt>llllll'e al l:; dwPmlll't'; e•l :• ppn11111 rediarntl. t\ellu. t'tt n'lt l della li g. !l". il tlice.mln·r• e il ~en u. in r~giun!!ere un•t prOJ.mrwme du• .;npet.t •JuPIIn tlc~li altri me'il.
Holtluamo l,!l(iuugen• dtP l.t 'omi.:lianza tra 1.1 cun.t dei \'PnPrfl i P I J U~IIa dei r11nrepimt>nti ~~•rchlte anche ma~~10re,
nel .,.n,o dte qne~t' uiLtllt.t tentletel!lu• :ul avere. co11te l'altr:a. il ma-;.;imo irl\ et·naJ,. l'({llctlu o superiore a qnullo prirnn\t!nle, ;,e si pottl-.se farf' il para)!une •·olia :;ola propor1.ione •lei roocepirnenti avvenuti nei t•enlri uri.Jani. La naturale iofinPnz.'l Prruatrtce dP.IJ,, .-La;.rione de t lìort de' e rertamente e•"er più :-.eotitn dagli abitanti delle campagne rhe nun dai eiuadini: tneutra lflleslt a l11r volla devono essPr ptù sen-
~HO
J,E ~ALATTJE V&S.KitEK SRC0!\00 f H E!".J
silltli a quelle infl uenze sociali ed economiche che favot·iscono i concepimenti tnve•·nali. Conch1ùiamo. La dt:.Lriboziono per mesi delle malattie veneree lrn i soldati suuisce l'i n0 11enza generale dw le varie sL.Jgiont dell 'aun o eserl'ilnno sulla frequenza dei concepimenti, cioo un autUeulo in priru ·t ver~, una stwces~iva diminuzione al termine dell'estate: un aumento in autunnoinve•·no e una seconda dimtnuzione al termme th-ll'ioverno. La completa coufurmitil tra la curva dei \'ene•·ci f." quPII,, det concepimt•ntt è disturl•ala da t·irfo->lanzc particolari lllt· •·enti alla vita militare. Anmenta la proporzione d~i \enerei in occa::-ione tlella chiamala dei co:;cr•lli. r.omc pnn1 dopo il coogetiamenlo della d asse ptÌI anzinnn; nel l" raso perchi• si ag~iuoge nn conlirti-{1\0t e rli individ1ji pin :H·r.es· si bili al C(•nla;.,rio, uel ~· pert:hi• si allontana lu parlo menu a~ces~ib ile . Il uurnet·o prupomonnl e dei venerei tlimiuuisr(1 poi durante il perio!lo delle maggiori (;~ tic ùe . tlelle manovre e dei eampi, menu·e d •·ilornu alle guaroivh.1ni ùupo fu e~ercttnz10ni lo fa di nuovo aumentare. Da tullo ciò deriYa naturale la raccomandazwne clt~'. per parLc almeno dei medici P d ~lle autorità mili ta1·i. !.1 sorveglianza su ll e. malattie 'eneree ~i f.1ccia piit atti 'il t! rJ){Orosa in tJHellt: -.lli!-(ÌOni e iu lJilelll' ot~ca,ioni nelle qnah aiJl>iamo dimostratu essere mal-l'~ iore il pe•·icolo. ~otn . Qursto :trtiC<llv er.l ..:i:. io maethìn~ •tuando <' 'enut.1 a IHlStm ,.,,. gn1dou~ una nota del t•rur. t•. Tnm m.1soh. inscr1la n~lla 111Jueg11o dt .1cie11:~ mellirll' I~J•'nOtlìo 11\93), inlìU!IH3 · l) u lctru 1110tlt,. b1tbone otllUfcl irl rliJ• porto aUt strJgi<IÌti. L'A ho. ~-~1\ffillllltll lo slatlslit•lte '' i3 anni lllllta ehou:a '' del •llsp~n~vlo cdlico delh uniw•rsit;~ di ModNI:l (9\i! c;tsi •li ulcerl " ~IS t11 huhunn. ~~~~~ h~ trovato che Il lltllm•r•> 1!1 Lril l m~latlllì mgglun)10 il suo rna-· simo In autunno, mentr~ il mhunlo" ln prirnrtvt•ra: pero :mrhenelltlcur'il r13 lui prodotte ~~ verlo ohe dopo nu flrimo minhoo. 111 marzo fiOr lo ul~eri, lot aprii<' per 1 buhhoni, ~uec•>de nn m:w•lrnn JlrùuavPnleoèstho com~ nellr nll<Lr• Un nltUI'O nti tll 01U • i \'~rl0ra Il) 31(•tSLO e 'il 1111 ln000 lUI tOa~qlffiO UIOI I.O COli •ldercvnln io otoohre per l bnltboni, in novembrtl per le ulcPri. Que~11 rH1IU~II v.111oo rltllhfi!O 111 m·•ssima •l'ae~orllo r.ol no~trl e si pr!lfltano nnclw m :rr:to parte lll!t• ~l!!S•e spiegllzioni.
•f
~SI
UN CASO Ili
EMOGLOBINURIA PAROSSISTICA DA SIFILIDE Per Il tl<Jtl. D••nianuno CniC'a:no,
m{'<tìeo CIIJIII •h - r1 .-~• rul
lt ~la m~nn~
Frn In ~e '' " di }Jiit u mt•no ~rari m;~laltiC del snnJ!Ue o d"Hii nt·~aul srtu~.tulfiraturt, noli t• fri.'I}Ue olt• d1 incontrare• . . pedalutente ned i ospedali mtlitart, con ,. •:.i d1 emng/11bir•''rin. IJunntunttne il Gergeré, ( l). nel 18!l8, ed il Oefer (2). nel 18i9, altbiano fnllo cenno di t[Ut>stn lllalaui:l. pure e"sl\ non fu d ~cnua, per la prima \ Oila. che nel IHH dnl Ores'ler, che la chiamò llll111minurin t crouwturi11 interm itft'lllt {:!~. Seguirono al tri osservatori, che l.t 1lis'i'ro in ~enerale emt.L· 1uri11, poichu non essendo an•·ora lten 1ll'lerminati i lm11l1 (ra orina contenente sangue ed urin:~ contt>nente sostanz.: eolurante dei glohuli rossi non pote\"ano fare unll prec1:;n •lilltin1.ione tra m1at1Lr111 erl wwylubinul'la. Bisogna ventre al 181\5, quando W. PaV)' (Un pnro.rismlll hamwturia) (4), pt>l prìm,, 1limu~lr·ò l'ac;senza di l!IObull rosst nell'urt nn tmta di sangue. Dopo ahbiamo avuto le rirerche del c;ull (mw· l uria mtl'rmirttlltl'} (:)}del Popper (tmoglobimo·ia wrrosa (G)
UN CASO
del Thndichum (crrtrnuur:.~i) (1), del Beren~er·FérauJ ({eb br·· biliosa 1'mnwrica ( ). del [lober t~, che ne fa un capitolo speciale nel suo T·raaato delle mfllattie r malt (9), del Rossem ( l 0), che ue raccolse 32 casi, del Lichtheim (i'mogloldnut·ia periodtra ( l l J, e poi !;li studi pi t't recenti di Otto (1=). di 1\ast (13), ecc. Anche in Italia la malauia ba richiamato l'attenzione di colLi clinici. e nella nostt·a letteratura meòica non è scar~o il numer(l tlellc pubblicazioni io proposito. Il prof. Cantani, iu una Addizione alla tr·r~rluzionu del Niemeyer del 18{)5. riporta un cnso osservato <'ol Tommasi : il prof. Orsi ne de«cri,·e uo altro ·~ol nome di ematltl'io re1utle IUIHltf'a ton doppia int1•1miltm~n (l 1.). Altri lavori sono apparsi fr~ noi sull'emoglobin uria e sulle sue diverse cause. Ricordiamo quelli del Tomaselli sull'emoglobinurin parossistica cla clnttì1la, tli Stlvestrini r. C:t>nti (l :j), del l\o:;soni ( 16), del Lipari {17). del ~los('atll (IH), clel Cimuali ( Hl). del Tirahoschi (20). del Bozaini {2 1). cleL Crisafulli (.H), ecc. Fra tutti. pit't import:lnti ancora sor.o i classici lavor·i del prol. ~Iurri, pobLiicnti nel 1880 (23) e nel 188;) (2i) . Come si vede. l'argomento ha fororw mnteria a molte e ·eril" invesLigazioni specinlmenL& neJ.:Ii ultimi anni. e non può dirsi che la malattia, sollo le sue diverse forme. -;ia ancora ben determinata, massime per quanto l'iguarùn la patogenesi. È perciò che non r.i sembra vano di appOl'IMe con la presente comunicazione. un modesto contributo alla casu istica della stessa. Pochi sono i casi aecertati rli en10globiuuria 'la ~ifili,le . Per quant o a noi r·isulla, ne ha osser·vaLi due il GreenbO\\, due il Wirckham L~gg, due il 'lurri. uno il dollor Spadini eò, in generale se pnr· ,-j accenna alla ilìlidf' Ili
01
E'IIOGLORI~t:lll .\ I'AIIOSSISTII:' UA ))IFILIU&
z~:~
incidentalmente. e, rome dice ti )l urri ?:l), c di :1 ,u i. ca,.i non si p:u·la eli morbo celtico >•. f..;porr<>rno . innanzi lullo. la ~torta rlinica. e furemo c1uindi queiiP considerazioni che po~sono dedursi dnl ta~o e dalle o<~enaz10ni degli ill u'\trt maestri , dii' hnnno trallato l'ar,:oml'nto. L'infermo. un ltt~hitu. dell'ospedale eli marin '· pL>r la lun~a durata della nl'llalli.l, ha inlerE>ssalo. a piu ript·e~ e. non "oln noi ma nnt•he nllrt rolleghi. fra cui nnto i rlott. •:n,.rnNli. l~a ·parrmt e Ctpollone. a1 quali rencltnmo le ma:.:gtnri gra1.ie per lt• nottziP. dte c1 hanno fornilo in propnitn. In modo spt•,·ialt> ,;enliamo l'obhli~o di ticordnre e di rtn!!r.lziate l'a:->si-.tenle ciel 1° riparto ml'diCIIHl. il di~Linto ~10v nne doti. Smuraglrn. per ti dt l11i utile concorso e pt•r h ili lni coopenll.tono n••lla rncculta della st>guettl e ~torta. 11 fa •Jna-i
. .. - Sca nJ ..• n ìov., rapo fuodtista nrlla H rnar111a, di annt 'IO. nativu di (Ì t!IIO \'a, ha pnJre e mnùrc ~-i , eu ti, !'unu dr li: anni e i'allra 1l1 :w. Ha pure clue fratPIIi e tre :;orelle. che sono tuili di buona co>lÌLtJZiooe e ~I)Ùono ottima ,alutr. Entril al ~e rv izio militnr·c nel H~8:3, come volontario P.Ù era uu ).(t(•Vnne forte. rollusto, rh e, lino aIlor a, DCI D a\evn ~ufTerto mal auia. degna dt nota .• olo io '!Dell'anno 1~>!:1) ,., conta::ru di hlenorr I,!Ìa, che guart 111 poco tem po. lml•ar.·ato cun noi sull' llniiu. eltbe a sotrrirc ( 1880) una l11eul'lte a destra. di rui nstahth completamente. '··ll'ouolm~ l H9 1 ammalò Il i nn 'ulcera ul :.rlunnde. che decor~" todol ente sPnza cornpltc:u·.;i n Lnltltone e che dorò ~ir~.~ un:t •JUtO•ltcin 1 dt .1iorni. L'infer·mo clic('. che tale
L':"i
C.\~0
nkera fu thl medico, sul JlfiiiCI(.IIO, creùut11 ..itìlitica e carata localmente con preparatr mercuriali . ..\s:-it·ura. eire non segui alcuna manife-tazione ..<'rondaria, oè eruzioni •·utnnee. ni• placche, ecc., e che pen:iù non fece cur.t "Pe,·ilica g~· ncrnlc. ~on ha nvnto fchuri du uwlarta. non c :-tnto bevitore. non ha abusat(l del ro:to. Ili' ,. iilato onaoistn. 'iessun fallo che pos~a far suppor re vi~i gentili~i nell'infer·mo. 1.:\ pres~ote rnalattra comtflo'to due me-i ,Jopn l • htt.ll i· ~ione uell'ulfera. ''itw nel dicemLre l. !) l , menu·e .~i Lro\'ant imbarcato ~ut1.1 IL ~nn• Fu''''"'''m'. neii'~Lnario tlelh \lrt.l!laleo.l. L ammalato non può in•licnre alcun fnllo ..peciale, quale t'UOSa di'l SIIOI primi uirlurhi. tranne la rjta poco ri~nartlata e dt ~trapan:r, insrl:t llla rategorra tli fnocllll\1.1. J)opo alcu ni prodr·omr. con-;i:>tenli in cefa lnlgi11. rlulol'l alle articnl;l7:.ohi t' male"~"ere generale, se.:ui emi ...... i,>n~ d1 urina color nero-ross.r:.tro, f', qtJnsJ contemporaneamente. comparve una tinta it! erica, sperinlmente nlle t'ODJ.liuuli\ e. e ~~ ncce·e la fehhre. K trna.;~,> • tro~pedale tlt hotJo pt'l' Ire o qaallro giorni, emcll!:'nùo, ad intervalli. nrina oscur.L e t•ootiouaodo a1l a\'er f~hhre e molta spossateua. Fu pen·iò inviJLo all' ospeùnlt• di marma della ~l.ul•lalena. hr l'urina cambiò subito e1l itnpr·uHisamente dt colul'e, ritornnndo al nor·male; per·ò, nei tre mesi che n rima~e m rnra. nonostante l'nmmiui~trazionr ùei ":tli tli l'ltinina. t'act~esso si riprodu-;,;e oltre tlue \'Oile con ~li ~tes~t ft•no· me111 d~lla . prima. In ,;e;.:uilo, la tinta 1ttenl'a e,.... .,rHlu scomparsa e l'tnfermo e:;sendo migliorato nel ~enerale. ru innatu io licenz:t di conralt,.,reoza - lioe dr marzo l ~!l~. [lurante la hcenza di Hl :,riorni. l'infermo as~tcora di essere stato relntiramente bene e :-olo alla fine di qne:.ta, vcr.;o
DI B\IOf; LOB I:'lURL\ PA ROS~ISllCA DA ' ll"IUDS
~).H()
jJ IO maggio. ehhe un nuoYo paro~sis m o, per coi, n emrato alla st•dt' dél corpo, venne Jll\lato aii'MpeùaltJ del t• dipartimento. IJnivJ •·imase lino n tutto "'iu~no. senza presentare alcuno ncce:~so e J'iscontr.wdosi !'Cmp•·e normali le urine. l1erò, deperito nella coslitnzione J>:eneralo, ottenne altri 40 giorni di licenza. nel cui lasso di tempo migliorò sufficientemente e non ebhe più la ..:omp;H·sa di urine sangui~ne . Hipre:<e ~el'\izio neU'agosto 18H:? e fu iml11rcalo sulla R . nan• ltaliu :';ell'ouohre se~uente 1·komparre l'emissaone di ul'ine ros.so- ;;cure, per cnr "' prP•enLò al medico di Lol'do, chi:! lo lt·nne in cura per qualche tempo. Il collega Cogoetll, allora pnmo medico deii'Jwlia. rlol fncilu comparire e scampante del culore sanguigno nellco nl'ine, so~pettò una emo· glohinurin parosistica . e eonfermil In ùiagnos.i con l'esame chimico e micru~copiro dellr urine. Il 1:ogneLti, ritenendo cau-;tl tlelln mnlaltia noa prouuhile inft>~w n e da malar·in. sonunini!\trò a lnr;11le dosi i prf'pnralt rli chinina; ma que--ti riu ~·· tron o ~nutilr, e, poicht\ non era cornenieote di ritenere più 1 hordo l'infermo per le speciali condtzioni della nave, lo in nò all'osprdale di ' pet.in. 0\' 8 venne t·icoverato nel t ~ rtpnrto meùidna. cui erararno desLinalt. E siamo llllit tìoe di novembre l K!lt. PPr circa due mesi nou si PhiJe opportuni tà di osse t'Val'e nlcuno accesso e le analisi delle urine. ripetute più volle. diedero sempre risultati n e~ati v i. sia alle reazioui cltim!che, sia alle o:;ser vationi mirroscopiche. L'infermo fn snttomr>sso a cure ricostitut>utr, eil, alla li ne di ~enna io l X93, riprese serrizio eJ illlbarcò ~11lla 1\. nave Eridmw. Per i prtmi due mesi. continuò bene, poi. nl principio di aprile 18fl3, ricompan·ero l(li ucces"'· e trovandosi la na\·e nell'America del ~ot·d , fo Cllràlo a bordo col rip0$0 e con lrt dieta !allea. Oelli accessi
~8B
l>Ì ripetellero, ad intervalli ir-regolari, dne o tre volte. HiiOr-
nab l' Erit/rmo iu llalto. lo , caoù .... (!!iugoo l ~!):l) tra.;LorJi> ~o l J>wtro Micca. nave an dispor11balitt~ nell'ar:.enale d1 !-lpet.ia. \' ·~•·so la melil di a..;oslo sncces:-i\ o. ricompar~o 1111 nuow acce'>so. rieo11·ù all'ospedale del l o tliparLimento. ove rima.;e lino ol IH sellemhrc, .;enza dare alcuu sintomu della mal<~lll:t. Per il re~to dell'anno 18H3 non comp:u vero altr1 parosismi, e Jo S1•antl. ... fece regularmcnte il SUII servit.iCI, tpl:lfllUIIIJIIe. egli dice, non pili nutrito t' l'one. come prima deiJ,, compar-a del male. ,\' principii di que=-t'anno l S!li-. em~>lle ancora urina -anJ.:UÌIWll. e perciò. il l~ geun.1iu, ri ··n·cr•t di oun'o in •rue-10 ospotlale di Spe1.aa. U.t tjllnDlo si i· "'posto finora, si rilela, come ì p:mJ'-;i ... ma emoglohinurici nel noslru anfermo sa succe.lessero :ttl IDlen·alli irre!!Oliu·i pii1 o meno lun•.!hi. lino a •tuatlro me"i e Jlllt. E;;si duravano ùa l tt 3 giorni. tah·olta 1oterrotLi da •Jualche emi:;sit>nll Ili urina chiara, e si producevano inùiiTerentPmente "' d'io,·erno curne di esl<llt>, 'ollo Ù1'"er•e latitudini - nel \l e.literraueJ P. ncll'.\tlantico - P piu f.tcìlrncnte n horùo. eh~:: n terra. lle.;ta ilclnbiJio se lo Sntncl. .• durantll • periotli di tregun. nnerlendo mag){ior 111ale~~ere ahltia a' uto tpwklie p:tro,.sismo inr.owrlleto, po1du... secontlo lui. l'acre:;so era soln quc>llo. an l'Ili rorupariva l'urina '·'":.:ur;;nn. L'inrermcJ,· per:.OIIil intelli~-tPntr. rarerisce l'Oil molta pre· cisioue l'invadere drl parossi,.mo. Egli tlice che. ~ent.a cau~t' appreunllili. sentiva un brindo intenso ed nn intMmentì· ffil'llln, che da' pie•lt saliva alla lll,IB ed era accomp:~~nat•J da p~rwlli monment1 ronvolsivi. ~otava spesso alle lblremititun colorito cianotico e, talol'a, a' verlivn una sen~azaon~.
lll K'I Ot,l.l)ll"t;IUA P.\llOSSI',ltt:.\ n\ ~lrtl.IOE
~~~
come dt punture. per tnllo il corpo Segui,·a quindi l'em,,ti•me di unua 'l'Ura :-;anguigna, la temperatura si elevavu. ohentr.nnoo depre~:;ione e 'possnml'llto r.oo,idere,·oli e pessu t•ompnriva lu ltola illerica. IUtor·mua l'urina di t'OIorrtu normale, ,j re,;iduavano 1iolor• 'alo( lH pel corpo. ~e nsazioui da pt>~o a~ l i ipo.:nnùru ed :u lomhi e•l un po' Iii atTanno nel cnm111inare. Con ti ripos11 P con qualche rura ricostituente ritor·nn,•ttno le forze atl 1111 hene.5sere relativo, tanto da poter riprendere il proprio ilervrzio. l)uando l'infermo• t'ntrò, l'ultun.l \olia, all'o,pedale l t j!f>nnaio - era g ta M'OffiJl3rSa J' em',.;jone ddl'unna sanguh!Ua. L'esame fuuo d ctorno l~ - pocbi giorni dupo l'.lrCt'•50 tltede l( Sf'~uente rÌ,Uitatu: c Al'senzn di albumina e ''' t-maunn - all'esame mic rro~cupaco: a:.seni'.a di emazie, pochi lcncoCILi. rari t·tlnlc Ù1o1Jr c etltnùri granulo::.ì, tJunldae cellula degeuer:11n di • pro' 'enienn renate. cr i,;talli tlr ar1do 11nco e hl.tmenti c 'J•ermauri imwo11 •. L ammalato. obbligato a letto in un aml1iente aulHl!<tanzl cal•l•1 per i ••nlorileri. tli rui sonn fornite le nostre ,;ule. ru me~,o a dieln lauea tl gli furono amutinil>trati. per i prunt l!iorru, i ~al• di dtillllll e quindi l':h'ulo :!allico t>d il tlecotto di china. ~on pu"'"iamo pero :Hsicnr.tre che lo ~ cand ..• 1111,1liurato dopo la pn ma setumana, non eludes,;e la 'i .1ilanza e :.i alza,.~t> tli lell11. se non altro per andare alla pro,sirna lau·inn. La mallina dt•l :!:! geunaio, e"~t•ndn'~t la ~ern precedeute nolat~t nua ll·g~era elrvaz10ne dt temperatnra (:l';",X), ,.j ripet.. l't:snme •lell'llrina, tli •·tu ti dou. Cipollone nlerl,•'e: • l'rina di tin1,1 normalc.limpitla. -enza st•rlimE>nti - P S. « 11116- renzaone ncida - albumina. ernatinn. muco-pus
288
UN CASO
((assenti - fosJati tenosi e f. alcalini scarsi - solfnti abbon-
« danti - urali scarsi - pigmenti normali in quantità or« dioaria- pigmenti patologici assenti. Esame microscopico: ~ rare
cellule nucleate, rotonde, a protoplasma granuloso,
« di provvenienza renale ». La sera del :2~. la temperatura sale a as• i): la mattina del 23 e del 24 è a :no iS, mentre la sera degli stessi giorni rimette a 3o•,6, 36°,9. 11 giorno 25 gennaio insorgono i sintomi del parossismo. Freddo intenso della durata di ci rea un 'ora, tremore generale, pallor·e marcatissimo, cianosi alle estremità, senso di oppressione, spossatezza e dolenzia a tutte le membr:a. Quindi la termoi(enesi si eleva a 39° e comparis.~ono le urine rossobrnnastre, il cui r·isultalo anr~litico è il seguente: « Urina di tinta bmno-emaLica, poco torbida, con copi oso « sedimenlo rosso- scuro- P.S. 101i- reazione appenil « acida - albmnina nella proporzione approssimativa del « 7 per 1000 - ematina sensibilissima alla reazione di « Helle1·- muco·pus assenre ·- dei fosfati è pre:;enle il solo « f. di calce in proporzione òiscreta. Esame microscopico: « moltissimi cilindroidi e cilindri granulosi - assenza com<< pleta di emazie scarsezza di leucocit! e di cellule di << epitelio renale quakhe cristallo di arato ammoniacale « all'esamA, ripetuto dopo 24 ore :t. li mattino del 26 genuain, la temperatura, cha nella noHe si era mantenuta attorno ai 39°, scende a 37• 4, le urine ritornano di col.orito normale , si mantengono tali anche il giomo 27 ed il loro esame chimico e microscopico risuita n~gativo. li giorno 28 però, senza alcun brivido e senz<t elevazione della termogenesi (che segna al massimo :~7°), l'infermo emeLte nuovamente e per una sola volta urina di
DI E\IOGLOBI"iU RIA P.\ROSSI TI CA 0.\ SIFILIDF:
::!89
tinta bruno-ematica con sedimento piullosto abbondanle per eopia di urati. In essa si riscontrano sensibilissima l'ematina, l'album ina in propon~ionc del 7 per mille circa. cilindri ~ranulosi , qualche leucocito e qualche cellula renale degenerata. lntan lo, menlre la temperatura si mantiene al di sotlo tli ~7" e le urine riacquislano In loro composizione ed il IOJ'o rolorito ordinarii, compari!\ce sulle congiuntivite e sulla pelle una tinta ~ialliccin, e t'infermo o;j lagna di dolori vaghi E'd intermittenli alle regioni del fegato, della milza e (lei cnor~>. È notevolmente spossato e dice, che, dopo i preceth>nti parosismi. mai ::;i i• !;POlito cosi male, come dopo que~t'ultimo ùel 28. L'esame obhietLivo, fauo a' principii di febbraio e ripetulo più volle nel mese, ha dalo qnesto reperto: Giuvane di uuona co~o:tituzion e ~che letrica -pelle e mu•·ose vi«ibili di una pallidezza molto pronunziata e tendente al gialliccio- panuicolo adiposo sotlocutaneo piullosto :;carso ·--muscoli sviluppati, ma llàccidi- pleiadi di glandole pircole ,. dure a~li inguini. L'infermo è in preda ad un notevole deperimento organico. L'apparecchio respiratorio nulla presenta di anormale. Nell'apparecchio circolatorio si notano indeboliti l'impul~o ed i toni cardiaci- il polso ù piccolo e vuoto - tal volla si sono percepiti soflii sistolici alla ùase del cuore (sorfli anemici). Le funz ioni dige·tive sono languide- anoressia, digestione lema e marcata slitichezza. L'esame delle feci è stato sempre negativo, quanto a presenza di sao ~ue. di uova di elminti. ecc. TI fegato e la milzn leggermente ingrossati e, 4ualche volla. 'ìede eli dolori. 19
'
UN L.\~0
l reni rufn pr~ entano all'esame obltiettho alcun f.nto nule' o lt• e nes,un ~egno di ,,lfl:'r.ione si riscontra alla ve· sc1ca. a:.:lt u n·t~ri ed lill'urelr.t. Il ~htem 1 ucn "~" ,. al'luanto ùepre ...,o. specialruenll! h ,(er.t p,.icluc '· La lt•mpet atura. ntornat.t normale dopo il paro,.i,..rwJ ,. mnntenutrhi t.de. lino ,,i primi gioii oi d t febbraio, colntnct.l di nuo\u ,, salire. t'. tlurante tullo il dello mest• e lint• al l !l ùel :;uc~:e,-.iH• murzo. o.,dlla ~roroalmente. con pict·ole òtllereut.e, fra i a t ed i =~~·.t. avendosi talora ilmmiroo uell ~ ore mattutine t•d il ma. ~i111o neiiP on~ serotioe o vit'(•\·er,;a. Il pesu tl~l t'orpo, il woruo l~ febhraio. ern di 1'11 ilo~ramm1 fi!I.:WO.ed, il Jl' marzo.er.ldiscesoatlk.900J mentl't•. Pl'ttnll dell.t malattia, l't nfet'lno as~icura che pe,.n va ntoltu di più.
r.
Il tì fchltl'nto. ti tlou. Ctptdlone procede all'esanw ùd sarq.rttl' e ùtllle 111'1111'. hcrone i ri:.ullati: ~an;.run. « l.u•\ o aunJeuto di leuco~:iti, porhis,.tmi ch•r qualt hanno~ranuhtZHIOI ud protopla:.ma- eruazie 011 IHlcu o palliclt! dt llw~ualt• f(rauclezz.c, con poca tewieoz~1 a r:w« cu~licrsi in pile - rctit•nlo lillrmn;o ahbondaole. un1furnw « nuutOH• cl•·ll·· emazie per mm. cui.. :3,~ J.!:;u Zer"11 'ritorna) ,. • lt
l I'IIHI. • fint.c :.rtnlln. torlli la per :>edimentu eli nrati. che c ... j rulguno a raltlo - l'."· l Oi; - n:aJ.iOOtl adda C afhliiOIIta. l'lll-lltO'I, IUIII'U·(IIlo\ il<i•enti- fo._fillll di ltla:!ll8•1.1 lt :.carso (u,fatu 1!1 raké tm•···e - fo,fati alcaliui 'ls,enll « ,oJfnti l'llflio,,- ur.cli cupro-is ... rmi - fra i lJIJ!lllPIII i ~;; unii na l'li pr~:liuruina l' urot•rllrma - pigmenti pu tolo,!ÌI' I « a-.,.cnti. \ll'f',amt· lllll't'n-roptco: cnucreziooi ùi unti l « a:;senza !11 hwroc1lt. dr emazie. dr elem~>nti cellul:ll'l )l,
DI I'IIOI<LOBI'WRJ.\ I'ARO"ii'ISTIC\ D.\ SH'IIIOE
~fil
Vi~ta l'inutilità dei
·a li di chmma ••1l irnpre•~iouati dal antinuo d~lJerimeuto organ···u. si riror-e :u Lnnici e riro· •tlluenti - nrnari, ferro, :• r~ent co - e ... j nn-:e 1'111fermn ati •n• dietetic.1 pre,·.tlentemenle azotala -lalte.rarne.uo\'a,Pcc. Però oe~'una miglioua. Rianùnnùo nell'nnamne:-i del pnirnte , . .orgeva 1m ponente ti dnltbio ~•Ili' entità dii(Uell' ol•·pra ..:oiTcrta nell' nttohre l Xfil 4:i •lecidemmo perciò ad intraprenderP la cur.1 ... pec:lfiC..t mi~ta , e, ~trcome urgera di tnterrentre. pre"ct•J.diemmo il mPto•lo ipotlermiro. iniell:10tlo un cenlt:,:r·am. tli l•icloruro di mercurio :ti giurno ed amministr,uuln l' ioùuro di pota~,;io, che si portò gradatamente alla tlo:\e di .t gram. nelle '~ ore. ru sospeso ol(ni altro rimeclio e la curo fu in ·omincinta ti 19 mat-lO. Le inieztoni \'ennero praticate con ogni diligenza dal tlotl. Smuraglia , e non diedero luogo ud .alcuno \neo O\ en ienle.
Il !lliOrno prima eli intraprendere la cura sprcifica. rioi:• il l~ mar·zo, si esaminarono il -;angue c> l'urinn, dt cu1 lil el•he il reperto ~eg n e nte: S.tU,:lue. « Emazte un poco pallide. ~~ou tentlt!nza a di« sporsi 111 pile - reticolo fibrino-\o a._ ...ente - i leucoctlt « non apparisrono n aumento - ti numero dt!lle emaztt! « ~r rum. cub. è dt ~.i~:i.OOO (Zej,,. f homa) -t·ol aurno« ··itomett·o del Rtzr.olero l'emo~lohmn da :}ti 111, Urina. "' Limpi!l:l. onrmalmente 1wl.1 - l).~. t MO ,. albumin . ematina a~~enti. \ l mirrn,copio non ultrn che • gro~si cmtalli di urido uriro in ammassi • . l'"l> o dt>l corpo l x marzo dll lo}?rarn G~.noo. la lt•mperaLora d~>ll'tnrermo. cho, t'Cline si l' dello ... i era :mo~tratrt sempre it·regolare ed nl Ùti\OfH'a del IIOI'IIlnle (trd~oha fino n 3 °.il. ~e~nant, la ~era th•l IX marzu. :n•.;
l'N CA:.O
- òel 19',37',7- del 20, ~n·, s. Il giorno .2,1 senza cause note, alle ore 9 •;, a.m .. il malato fu preso da un forte brr~ vido . della durata di circa un'or.1, seguito da elevazione dt temperntura a 39•:2. L'm·ina, emessa in quantità normale. duranLe il l(iOrnO, non fece rilevare all'esame alcun falto degno di noLa. Il bri vido però non fu seguito dagli altri fenomeni, che solevano accompa~nare i precedenti a«;cessl emoglobinul'ici. La febb1·edecli nò gradatamente. lino a 36°2 nel mallino riel ~2. l>'allom la termogenesi si è mantenuta ::.ernpre nei limiti normali. segnando, in media, :lG0 .5. L'infermo comincia quindi. giornalmente, a m i~liorare. si ridesta l'appetito e cresce notevolmente; In dige~tione e la defecazione si compiono senza diflìcoltit; scom paiono la tinta itterica e le senst1zioni di dolenzia e tli pesantezza alle regioni del fegato e della milza: l'aspetto del malato cambia - non più il pallore intenso e l'al'ia sp.1ssata. che impressionavano a prima vista. ma un rol oriLo ro· seo. ed un'npparenza di riuvigorimento e di benessere ritornano le forze e lo Scand ... lascta il letto e cammina. UJllo il giorno, per l'ospedale e per i giardini . anclte nei ~iorni freddo- umidi. senza rjsenlire piti affanno t' stanchezza. ll peso del corpo, c!te come abbiamo notato, era disceso a chilog. 68, prima di cominciare la cura, il ~ aprile. cit•t"· dopo 16 init;zioni di snblirnato, segnava chilog. 69. 500. il i7 aprile aumentava a chilog. n ,oOO, ed il giorno Il maggio arrivava 1\ chilog. 74.400. La cura specifica si è continu Ala lino al 7 maggio. praticando 50 iniezioni del preparato mercuriale. Quindi ru ripresa In. som ministrazione dei ferrugrnosi e dell'arsenico, li no all'uscita dell'infermo dall'ospedale- U maggio.
DI ll'IOI;J.OBJ~ URI \. P\RO:,SI!'>TIC.\ 0.-\ "ffJLID"I
19:l
L'~me del sangue, (allo semt>re dal colle~ta Cipolloue,
durante e dopo In cura, ha doto i segoeolt risultati: Giorno l ~ aprile e a~·· di corn. c Leucociti io lieve « aumento - erut~zie ben r.olorate e con tendent.a a ùic sporsi in pile - reticolo fihrinoso allbontiante- pin~trme c del san;.(ue in picrolo numero - coll'appnrecchro di Zerss• Torna $1 numernruno 3 . ~00,000 emazie per mrn cub ». Worno Il maggio, .io giorni dopo finita la cura. • Emnzre ~ t.~n colorite, che sr dispongono re~olnrmenle a pile, ed «io numero di :u;1o.ooo per mm. cuh. >'. tjioroo ~3 maggio. • Emnzie hen colorale e lulle dispo,le « in pile- leucocitr non ecceùeolr in numero la normale c - globuli rossi in numero c.Ji ;),:JiO.OOO. • l.'es::~me ~himico e miaoscnpico delle urine, rrpetuto a diYer'i periodr, è slato st:mpre negativo. Il giornn l :; mnJtgio. alle ore Ji.,:JI), -.i fece prendt!re allo ~caod ... un ha~no rredt1o- 19' C. - della durati\ di t minuti. L' inft'rmo pro' ò twa f{rande impressione nelruffarsr t n a·~qua, e fu pr~.>.;o da brivido. rhe cessò dopo pocbt minnti . senza alcuna ronseguenzn. Le ricerche;~ sulle urint>, emesse ~ .\. ore prima e ~4 ore dopo il ba,.:no. diedero risultati normali Lanlo pe1· IJnanLild, quanto per qoalilit. Il 2i. mag)%io. lo St•:~tul... è licenziato dall'ospedale ed inviato 10 licenza òi cllnvalesceoza di -i.O ~iorni. El.!li ha ar•111i. tato il colorito normale. ptutto,;to hruno, pannicolo adiposo aubondan le. peliP rlirlicilmente sollevnhile in pieAhe, mu~èolt svilttppatt e durr, hene ..st>re J.:enerale e -:eoso morale ottimi. L'esame ohbiellJVo di'i di\'Pr,i apparecchi organici perfello . .4hbi:tmo J"i,·islo In ~c a od ... in questo me· e. cioè circa ~ mesi dopo dell'ttltimn paro~~ismo: EJ!Ii ha ripreso a hordo \
della f'urmida/,i/.4· il suo ..er vwo. e lo rìtro;jamo in condizioni rumpletamente sane. l'rima dr venrre alle con idera1.iooj sul nostro Cii'O tl·uiamo a far notare, clte. !i8 negli esposti risultati delle ricerdre analrtiche delle ul'iue. durante i parossismr, non si sra p:u·lalo di t'IIIU!Jlobi nu, quc~to i• da aseri versi n t'irt·nstarrzt! indipend entr, dre non h tono permesso di prutìrare ~-:li e..ami spettroscoprcr. Cro pero noo intìrma punto In no"lra dia!..!nosr di 1'1IIO.'Jluhinul1a poicllt-. oltre 1 fatti rllnicr. non pou·eiJhe pen.;ar.. ; ad un.~ .. emplice ;maturin. IJllalltlo le diligenti ricer~he micro~copiche hanno •·oslanteurt•nte e-rtusa la pre~enza di globuli ros:-i in urine di tinta di-.tlllla· rnentP ematica. Un'urina •'Ontenente sangne. nn ·Ire mnlto meno intensamente colorata, dice il Lichtheim (25), hrulll' a ùi t·orpuscoli •·ossi. Ed il Lépine (26) scrive: « l'urina tl t color(' rosso, clte non contenga globuli rossi, ~ ~ii'! un segnn più rhe sicnro dell'emoglol•inuda )1. L.t '\tessa reaziona cl• ffPIIer· su l coaS!olo albuminurirt• , sen~il•ili~.;im t, ci pare non m mchi di un certo \alure per indrl':lre l'emo~lohion. li ùntt. A. Corre, nel suo TmttfiUJ t[, tnalrlftir. dn paP,)i caU, Pangt l R l, png. 3il) di,·e: .. Lt c ri·:wtif de Heller et l'emplot du mìcro.. per.Lroscopij de Ze1s... t~ mirent hors de doute IJUe la m:urér·e contenue daus l'urtn~ 11 l·tait la mt'•tht·mo~lol•ine 11, \ hhiamo ritenutn la parola tmtttina nel riferire le r ìcerdtt' pPr illLPnerct :;crupolnsameote alla ma~-ima esauezzn , nw qj:uuo ronvinti: rhe, 111 ,n,tant:~, non saremmo sta ti ffit-:llu e.. rui. se l'açes,.rmo ~o~lituita con rJuella di nuoglu/,iuu. rome •·i ocrnrrerù nel ~ ..;.mito di que,ta l'umunicazionf>.
DI f'IIOI,J.ORI'\l'RIA I'HlllssbliC~ 0 \ .. lfll.lDE
"
2!'1:)
.
•
Il fall o pii1 importante P pii1 •·arouer·i~tieo. d1e ,;r pr•.henla in •1uesta malnuia, è. :;enza dul•luo. I'Pm1sswne, ad intenallr, di uriua oontflnente emoglohin.t, clontl" il nome rli nnoyluhirw rlll paros.\isticll. È fJIIIO ill natnraiP che sorga. n tnlln prirna. la domanda. '~" il cii~tacco d~ll'~>moglobina clalln slrmna ~loluJiare aHen~a 111'1 rtn~olu ..:angu•.:.wo on·rro nelle , je orinnm• per le:>roni de1 rent . lnoar11.1 tnllu l'emoglol•in.t. la •Juale non ,,.iste che nf!lle enmzit> e nel te"'uto mu.;cuhrP., •111 ndo •·omp1re nelle urinl', è ir~tli1.io di altera7.1nne de1 !!lohuli rns~1. l' no de1 p1·inripali ··umpilt di 'l ue"t i corpu scul1 ( Elt rl1d1) ( ~7) i· C( li P Ilo di regolar•• lo ~ lato fl liL funzione t!l•ll'l'llloHiobina. d1e l1 riv••ste: per· cui. rl•~Lllrlm~n la runzion... e l ;•Ili\ 1tà ;.:lnlmla•e. :;in dirPttamttntt·. sia per tnt>ao tle:.:l1 organi s.lO~!IIiliratori. 'i ltn per Ot!l:è'''ti'Ìil ronsegUPlll:t un di"orÙ111e !li~crasit·o di'l !!lulmlu :-h•,,o .lnn.le il d1'ta•·r o e In presen1.n tlell'emo!!lohina nP.I pla•m11 sa ngnÌ'.{IW ~ ••moglubuu·m111. Hiten;.:ono alcuni. fra cui ultun:uneute il •loti. F. \1 no<.'"" (:?X), •·Ile la tlistruziollt' clt>i ;.:lul111li ro.;.;j l'd il tlis11t:eo delt' cuw~lnllina siano dm nl i td(,, pres!'ota di n•<>alnti nelli' 'it• nrumrit·, a t:ornincta l e dai l'l'Ili. ovP i ~~.orpu scoli sonu spr.t·s 1 per f'nlOITtt~ltt. \ Il n 1n•·ul pilno, q ualt• •·a usa t! el d ,.-ra.::iulentn t·nrpus.·ol:-tre, 1 pt:.!menti ltili.tri. Che cio non :-ia e~allo e eh•• l'alterazione di'i gluholi non av \·en).!a per Je,ioni renali, entro le \'Ìe ut·inaril', ··ome ne mettP ti dubbio I' Ha\cm te,,o ( ~!1) . è dimo,trato non snlo tlalla r.ltnica. ma da rsqoro~i "'PPnmemi in'\Lituilt 10 prop(hiLO e•l anrhe da podti 1:n~i di ru!cl o~··opia , rhe .. ; ,. a\"uL.l o•·r:ao;iooe di e--eguire.
\
:.Wt.i
Il p1·or. ne Ren;~.i, in uoa comurllcazione al congresso tlella soctetà ilalinna d1 medicina interna. tenuto a Roma nell'ot· tohre 1889, riferiYH, che, m se~uito n ptccolì snlast>t su infermi di emol(lobinuria, poLc riscontrare che il siero sun,;.(uigno. dul'tlnte l'ucce~so, content•va disciolta l'eruogloù1na. Il Ponfic" l30). nelle trasfusioni dt saugue. potè seguire l11 sorte dei ~lobu ll miellatt, e gh riuiicl dt !itahiltro du·cunmente. che os:;i nel corpo di altro twimnle non contmuilno n vi,·ere, ma si dissolvono ~radat':!ment '· lascuwc.lo la loro 'ostunza c<~lo rante uel Stt.irO dol sangue, doude si mantfesla nelle urint•. rompletamunte prae d t cot·puscoll. Anche H. HenroL !31) Ila rtnvenutu con le ncrm:hll spellro:ocoptche la {ll't•seu1.a tldl'emo,:.(lobioa nel s1e1 o sn n~-toiguo. per eu t ha perfino proposto di s~tuuire al nome di emoylobirwria. quellu dt f.moylobinemia. Il Mum (~3) rt,cootrò tahoha rwll'urina dt> gli <~mmalati. durante l'accesso, emazie hN1 consen ale, ne ollenne alcuna alterazione dt esse. mbchiando alle urine emoglohiounche. elle ne erano prive. un po' del sungu11 estrallo ai pazienti sle5~i. nel resto nell'esame delle urine del n o~rro inferlllo mai si sono ritrovate tracce di 05salati o ùi pigmenti hiliat't. Ed in quaulo a I(Ue li -quale causa d1 d•~soluz io ne ùelle emazie - n e~ li tufermi di illerizi.t catarrale s• doYrebhe frcl(UCntemente are1·e l'emoglobina nelle loro urine! Inoltre, dalle poche necroscopte. che si ro n o~rooo. non i• ri,ultata alcu na ~-:rare lesione ai renr, e «illelle riscontrate pos.;ono r idur~i ar:h elTett1 della ... tasi. t'ome nel co:-1 detto 1'1•ne 1'nrcliaa1. lnlioe •' noto. cume l'emo;:loiHnuria "l possa arere 10 mulnLLie di natura disso!utiva del saRgue. quali lo :i.!Orhoto, l'••mofilia. le feblm tnfettive. l'avvelen,\menlo per idro;zeoo
fil I!IOf.l OBI"WJ\1 \ l' \R0S''IS11LA DA Slf ILI DI
~CJ/
ecc., :;en7.'1 :tvers• alcuna les10ne anatomica reni . Co~icr.IH~ non cade du hhio alcuno. che l'urtgine ùell'cmo·
Jlobinaria debb 1 asrrwersi ad altert~z•one della nutrizione e
talla attil·ità dei globuli ros,i. co~i poco re,;isteoti e cost poco lllbil i nella loro compo!>ittOoe - disurdine tlt.\cras~en; e che, .. alterazioni le~~dere -.i abbiano nei rent, e""e sono ell'etto. aon r.JJo<>a. Tuuo al più può ammetter,, col Oe l\enzi ( 3~). the. solo nel passa~gio nurn\'erso i reni. l'emoglobina, rbe li riscontra nl'l sangue degli •nfermi allo stato di o,siemo~lo biaa. subisca la trasformazionl' in metemo).{lobina - rorpo .Uo OSSigenato del p1'10l0 - 1JIIUDI110t108 ti flO'SOni faCCia ouenart>. ehe la metemo~loltina pos'la formarsi anche nel tangue e, se in •1 unntitit lim itata, ri,tabilir.;i tli nuovo in emo~tlo h i o a. come con l' u5o della feuaceLina. Po$10 r.he l emogloiJ1rtn at.hnntlona lo ·trom3 glohnlart> Jlt'r alterata nutnzior:e ed ani,·ità dei J.:lohuli l'le:'si - mulalla.t 1lobulare- ~~ue naturalmente èhe qne.sto stato anormale 1 eorpu:>coli 1'.1cquistano per circo~ taozc .,favorevoli o cootr.1rie alla loro vita steso;a, come probabilmente av\'leoe nell'emollobiDuria da malaria. ovvero per vizio di ori~ine. cioè p••r alterazione ùegli or~a ni sanguilicatoi'Ì - milza. fegato. si llema linfa tic.:o. m1dollo delle ossa. In que,to !'ecundo ca~o li anebbe, da una parte, minor produtione di Klounlt e, dill'altr.t, queUi, che o;i producono. porterei.Jt,ero con loro IDa~l'llo de facilitìl a deperire. perchè imperfelli sotto l'a~pelto i compo~iztone clllmica o di a~.:gre~aziooe molecolare. imperfezioni rhe non possono rilevars• atle osservazioni microICOpiche. Qoali poi degli o1·gan1 produuori dei glol•ul1 sangui~ni :;ta CJ8ello amm:~lato - ov,ero "e tuUi. piu o meno. per ora non
l' 'i' C\SO
•·. faedo .Ji •it'let•tninnrt> .•~ome non t\ fa•·ile lo ~1al111ire Hl dte ronsi.;taoo le alterazioni dei dellt OI'J.(ani nelle di' er~e rorme della 111:1lauia. gernhra psù lo~rico il ritenere, che la ean.-a ,I,.Jie alterazioni ùJ.(Isca direttamente su:.tli organi ematopoP-tici: 111~1 non clohhiamo na~conderc1. come l{iostamente o~ ~ervu Il \turri. che cs,e potrehhero anche d1pender•• da anormals wHueo1.t> llf>f'òO,e (troliche1• poiclw nel processo morhoso prendono ct>rL.1meote parte i centri eli riiJe.;.;ione l'asornotm ii. In tnl raso na;;cc il duhhio. che l'on~sne d1 tullo il proce:.so poss;l nuche cuns1~tere in una aiTez1one ùe1 ~un umninali centri ncno .. i, d1 natura ~ifilitica, come •iireuw in :-.t>gu1to. nel r.ostr·o IOfE'rmo. [n Oj.!IIÌ modo pol rebhe trall<~r'i dt'll'nnu e d••ll'ullra ipotesi. a seconda della forma dell'Pmoglollinurin. ~aturalmentP tutto questo è ancora oscuro, p!'r· <'11è mancano In dimo,.trazione clinica erl i controlli nPt'l'u~copi•·l.
f)na li ora le ··anse dell:1 malallia. sia che e•o;e agi;;t·nno ..ui :1-lh>hull ro--~i. ,,a che a~iscano ..u~li or;:ani ~matopo.-t ,., d' rcllamentc otl in,lireuamente per mezzo dei centri nP.n•l';i \ asomotorii ! \ m "appiamo. t·ome s1 possa produrre ad arte il distan·o dellemo~loJuna tlallo ,t roma ~lohulare e quindi l'emo:luloi · mma. (n~i con l'iniezione nelle vene di una 'luaotita d'a~•ID·' c.dda ( llermann) (:J:I): •·o n in .etiont souorutanec ,J i J.:l&lll •111nntitil ùi gi1C&I'IIIIl allunlo(ata (Luch.singer·) (34): con In tra· ,fusione tlel S:lllj.(IIO rra animali di diversa spcrie (Prevn-.1. lluma". l'oolìk); con l'intezione nel san;:ue ùi .1cieln !!!lllirn (1\ uhue) (:n). Lo stP,~o eiTeuo s1 ollieoe con l'mtrodu7.1UIIA
DI E\IO!iLOBI"i LRIA PARO..,SI" f t:.\ Or\ " l'Il IOF.
~!l!t
taluni acidi o alcali concentraLI, l'Oli •tuella •h hile u .ti ~ostanze tl dose venefica - acido itlruclurico, acitln ~;oJ feroso. ga · itlro~eno arsenicale, .;olfuru di carhoniCl. akool 11etilko. naftolo. e>cc. Il Bostroern re~i~t ra Ca'li di emnglol•iDurin per a,·vel~>narnento da fonglu .. pongiuoli fre...chi (/:.'[, ''''' tYp•ll~lllia), ed 11 • h 1rp (36 . ultimamente. riferi,ce un ca.;n di emo!lob'nurlil per inalazione tii ~as ci(Jacali (vrrrr tur}. lo rnl ì 'nst ''~ ancllbe piuttosto una di,cra .. in primitiva del san~u ... poicht! i l!lulwli, ben f\lrulalt. >.arelJIJero nllnl·rntl di· reuamente. Ahltiarn•• inoltre infezioni acute ,, proressi e,uu••enti per suppura7ioni protrane, irr cui talora cumpartl l'erno,.!lnhinuria - C~reenoh\\ eù lla)em (~9) l'osse1v;uono nel reum aLhJnn, N<1un) n in due casi di tifo addominnle ('2:i). Ponlirk nelll' Ar.ouatur·e (:?5). et! aIl ri nella gotta, rwlln l'CO l'la Ili nn, nel mor· hilln. er1' . l.'emnglolunuria. prodotta da queste cau·w, potreJ.l,e •lir,i ~i,ttowatictl. t.1nto piu che 1.- Pmìssioni d1 urinn 5angnigna •lurano p1ù ~iorn1 ùi continuu, e non v'ho. un vau pltru gi~mo.
\ cniamo ora nIla maiali ia. come entiLit ruorho~a ll ~Ì'. l'. ~OliO IJUt'StO pUDIO di VISla e COli l'nÌlllll delfe o;•;t•I V:Il.ÌOIII race11lre da roluro. che ;.j sono orcuratl dell'ar~onleillo r.ndintno di poteiOl' rla... sumere l'etiolo~ia nelle ~e).(uenti cau•e: J• Jlal,zrin. - Fra le molle man1fe·lazioni «lell'infez•one malari.·a i> pro,·aru che può es t-rri anche l'erno~lollinnria. ae.:o•npa.matn. taholta. dai sintomi ptil comuni della mai.H· tia, •ru.tli la fehbre. rhr 1n vade col fn•dd11 e deraùe ··ul su· d(•re. 11 tumor•• •li milza, ecc. f:,. . .a (· anche t:onferwara 1lal erirerio terJpìco- azione specllir.• della chi n ma. Tah aro•li· berrJ i t:as1. riportati da vari autori col nom{• di f"bbre tilw.,a em•llltrira, •Jtlalll •le:)cnlli dal Trrahosdli 120). 1 •~a.;1 del Be·
30(1
U\ CASO
renger-Fer·uud (k), ecr. ~oi rrui possiamo ritenere, con molta proballilita. che il pliN>IIIodium maltLrÙlt agisca drrellamenLt> liUi globuli r-os i. ne alleri In composizione e 1!1 fun zione. per cui il distacco dell'emoglobrna dallo stroma , l'emoglobioemia e l'emo:;:tobinuria. Infatti le ricerche 'petu·ofotometriche e microscopiche del sangue, durante gli accessì. non \;Oio drmostrano nel plasma la presenza dell' emo~lobina, ma ant·he nei gtohuli rossi quella delle forme ameboidi endocorpn-colar·i non piscmentate del pnras,.ita mnlarico (Rosso ni) (l 6). L'emo!.!lobinurra da mnlnria avrebhe - "econdo )Jous-.olr (28) - per caratlcri speciali: 1° la pronta compnrsa ron il par·ossismo di una intensa itterizia. la quale );parirebbe col paro:;sbmo stesso; ~o la presenza co.,tante di pr)!· menti biliari nelle urrne. 2• Chini1tfl. - Il prof. Tomaselli di t:ntania ~ stato fra i primi a p11rlare di un• emo,llolunuria per J'u·o della chinina, indicandola col nome di {fbhre lttl'ro·ematuritll da chÌilina. Questi studii sono slali poi illustrati d:• rns• raccolti dal 31oscnto ( 18) e da altri. rh e ban no avuto opportuni ti• d1 o~sem1zioni in siti, in tui l'uso del farma co è molto comune per il predominro detleaiTezioni mnlariclrP. Concludono essi per •1uestn causa, pogginndosi special mente sul fatto, che, sospesa l'a~mi n istrazione della clunina. cesc;n l'emoJ!Iobiourin. Non bisogna dimenticare. rhe. rn generale , ~i è trallaltl di individni nfTellt già da malaria e qnindi aventi io :.i• una causa pto,ata della malattia: per cui la chinina può aver dehellnta l'infezione e perciò guarita l emogtolunurin. Dobbramo ancora agj!inngere. rh€' le o ~ -enazioni del 'foscato perdono di çalore, in qnanto che mancano del-
DI F:llOGr.Oor,URI.\ 1' \ RO!iSI.:;m o\ DA SIHLID!
30 1
l'esame microscopico dell'urina. E noi ~n ppinmo. come la c:binina aùùia un 'nztooe oJJens1va su i reni, nur.l\·erso eu t ai elim tna ( R rtqu~:~t, Canu.ni, IJ ielh), onde può produrre Oo~o~• ed emorragie renali n.dritr flnatllrl<'ll - non emogloi.Jinuria . ~elle comnnicnt.tont del prof. Baccelli al r• t:ons:resso dt med u:ma interna (lloma 18 8 e nei la,·ora del Ro:.soni (16) noi trov1nmo arJ,:omenti , che contrihui:1cono non poco ad escludere que~tn rnusa. FinalmenlP il c:ant:mi (3i) pur ammettendu col Binz, che la chinina allltin azione -.ui globuli rossi, ng~n1nge c non pare che essa p1·oduca una tlecompo:Sizione globulare. » Siamo quindi andotla a credt•re. che •JU.tnlo viene attnbuilu alla chinina dehlm io\'ece ascriversi alla malaria o, tutto al pilt, clir il farmaco pos~a produrre emoglohinuria, ageudo - per conùtztoni indt\iduali ,pecaali- <]unte veleno - cosi, come avvieue per l' iotruduzione di altt'e :SO· stanze a dthe venefica (idro:,:eno ar,enir t le, fun~!111. J.l"3S cloa.·ala. et!c.). :l· Si{tlidr. - Alcuni tlanno pot·o valore a qaestn cat!'a. ed intanto, dopo una hre,·e cum mercul'iale. dicono di a\ er ''i<:to i loro infermi migliornti al punto. rhe, per riprod urre il pnross a mo. han d1•vnto r1c01Tere ad tnll:Jenze perfrigeranti di ,traordinarin intensita . ~ i dici' p.... i da qualcuuo, che, ~e la sinlide ros~;e capace di determ aonre l'ernu~lol,inurifl, quanta emoglolunurici non si ,,, rt!llbero • È vero che i ricono.;ciuti dt emoglotJ;. nur ia da sililide ~ono pocltr: mn chi può ne~.tre quanto sia \·ario il corso tlell'infezione celtica, quali e quante ne ~iann le manifestazroni e qnal1 la sede e l'esten. tone della
,.,.,i
:302 stessa~
Pl"r' qrnt nto e~sa ~ia Ol(;!i,.porno una malallia rnolto
comune e qu;ndi molto stnrliata. pure do1Jbio1no rou\·enire. che ci restu11o ancora o5cure le nlterazioni. che pnò rl'odum~ sugli organi ematopoetici e sui centr-i trotiei. Il primo ad essere altaccalo è certo il :)Ìstema del lo glandole linfatiche: ma :<nppiamo, come non restino ri-.pal'ffil:llt gli altri or,.;ani formalor·i del sa n~n e - fegato. mtl7.1l. os,a e c' è pnr nota l'oli~ocitemia prodolla da que~ln inft•t.ione. Posto ciò e riconosciuta l"a:t.IOIH' del virus =-irililiro su~li organi ~anJtuilìcator-i, non ci por ~insto di uegare d1e l'iSO possa e,•Hll' ~:au sa d1 enw~louinnria. solo perchi• que~ti casi non sono frequenti per 1f110nto frequente è la stlili•ìe. Non ci seruhra di esa~erare, direndo che l'emo~lolunurìa sta alla sifilide. come alla mnlaria. lncoraJ,tgiati dagli studii dell'illustre clinico rli Bolol{na, che in alcuni cnsi ha rìgoroi\nmente dimostrata l 'emoglobinuria ~iHlilica, r.i siamo indnlti a pubblicare la t'loria del no.;tro inft?rmo, laolo pill d1e risulta cbiaris.;ima t etiolo~in del mnle. Lo Scaod .... non ostaote le ordinar1e cure praticate pe1· lanto tempo - chinncei. amari. ferm gino.ii, nr·senicali. alimentazione prevalentemenlr nz.otatanon risente mai alcun miglioramento positivo. e, ad tn· ten-alli varti. ritornano sempre i paro;;sismi - mt-otre. poco dopo ùi arere iotrapr·esa la cura specifica, mi!!lior.t nelle ~uc runz1oni rligesti,,e e nell:~ nuii'Ì7.ione generala: perde il suo pallore e riarquista il colorito normnle: ri · prende fot'7.il e hene:;sere, giorno per ~iorno: il pc:ìo 1!el corpo, in hre\e, aumenta pÌll di H chìlo,gramrn1; cc)mE' 111· menta il numero delle emazie da 2,n5,000 a :),570.0tl0. E~li inollre. a cura lìnita, e:'>ce incolume dalln prora Jet ba~nfl ;~t•nerale freddo.
DI I!CO!.J.IIBI:\UlU \ PAII0S">I">TII: '- D\
IFII.IDJ::
:ill:i
L'alc:era p:lltla dall' inrermo, l'mt-llir.acia delle rure Ol'lilil ri. . ull.,to della cura ~prcilìr.a l'i danno qumdi 'l di escludere qualo nque :altra ctttL"a e di affermare. la cagiQne ptima della clisCI'iiSin ~auguigna sia slllla r infezii)Oe reltÌC'a. Edor;l sono X mes1. elle rivcdinmulo Scand ... ve~elo, -,nnn e rohusto, rhe attenti e al suo sen iziu, come prima òi ;uumalar5i; mentre. pPr lo innan1.i , non ern sLatu 1nn1 tanto 1empo esente cla parossismt Cerln non pos~1amo nncora afferm are, r.lte P.f!li ~ta rompletamenle guat·ito: ma ahtuamo fond :~ t.a speranza. che. ripetend,, · la r.ura . . pectficn. cnme Ili ,,J,hinmo con~i~lia to , po . . a delinittvamente lilterar. . i dttl ma l ~>. Sur;.:e ora naturale la domanda: in che modo a~{ist·~ la 11ililidu " RtfP.rendod n IJll'IDlo ahutntno giit esposto, e~!ìn rrrto deve apportare un:-~ anomalt:t nella outnziooe t! nell';llli\'Ìl.'t dei ~ l ohuli ro'lSI pt>r cui la loro fn··ile dissolUZIOne. Tillt! anomalia r.himica o molecolare - non determinabile ron i mezzi, di rui d1:;pon1aoJO - prohaltilmeote e coogeni••• nei ~o:lubu lt sli'S'i per alletaztoni anatomiche o funzionali clegli organi s:tn~nilicntori - stn dte que~lt s1ano alterati direllnmeute tlal 'trus sifiltlico. sin che que"to, a~endo prima 'Il i reutr• nervo,i. ne alteri per rille.; ·n la loro funz1011P. Se \·old~:-trno .mtlare ptù 11111nnt.i. entreremmo rwl rtunpo delle ipotesi. Come tale r1 sta permes~a la ·e~uen te : Il noslru iufe1 mo s1 i• sempre lnment:\ln di dolenzia allo rejlione epath·a, r.he uoi ahl•iarno ri.;coulmta le)!germente lfiJ.!ro,...:ll:t. : si fo.,~e ll'alltllo di una sililitl~> epattra ' IJue-.ta ,.pie•!ltPreltlte molto vero~i milmente l'ori.!iu~ 'iztala •ler ~lt~uult .;Jo· gu1~n i e la ron,Pcuti\ a emo!!lultinuria. L'aversi moli t ra.,j
304.
t:N CASO
di epatite sifilitica. senza indizio di emoglouinuria. non sarehbe ragione sufficiente per escludere l'ipotesi. TI pro f. Murn ebbe occasione, nel 1877, di sezionare un suo malato che aveva sofferto emoglobinur·ia, e tro,•ò nel fegato nole tali, che glielo fecero ritenere per silìlitico. Qu e~to infermo, dopo due mesi di cura specifica, non aveva piti presentato alcun parosismo, e mori per sopraHenuta lisi. Co 'altra autopsia esegui il }l urri nel 188~. riscontrando un processo llogistico cronico, di natura probabilmente celtica, uon solo nel fegato, ma anche nella milza. nel pancrea~. nei reni e nei ganglii linfat ici. li prelodato professore, parlando di croeste alterazioni epath:he di natura silìlltica, dice, « un no reciso non è lecito rispondere ancora (2:3). )) Abbiamo voluto riportare questa parole dell'auto1·evole clinico. perchè ci pare facciano pel nostro caso. ~· Freddo. - Si parla generalmente del freddo. come una causa molto comune della malattia - emoglobinur·ia a {rigore. Certamente non osiamo negare l'azione del freddo. riscontrata in molli casi da valentissimi osservatori: ma solo ci permettiamo di domn ndar·ci: è la perfrigerazione cutanea, che. inducendo disordini circolntol'ii o altrimenti, a~i :)ce sui globuli rossi o sugli organi ematopoetici ecl apporta scomposizione delle emazie. dissoluzione dell'crno$!1obinn nel plnsma e comparsa di emoglobinuria? ~on possiamo nascondere. che a noi non persuade completnmente l'azione dirella del freddo, quale causa primn. del morbo, e· che incliniamo invece a ritenerla causa uccllsiorwlt•, agente su di un or~anismo, in cui i globuli ros;;l -;iaoo disposti, per altre cause. alla loro dissoluzione - su di un or~anismo, eome dice il :\Iurri, che « porta con sè e dentro « di <.i• la ragione della sua emoglobinuria, la quale non po-
DI JtMOGLOB~URJA PAROS~JSTICA DA SIFILIDE
30;)
trehbe avvenire solo per l'azione del freddo, ove il sangue c fosse oormnle. » Gri esperimenti soprn animali, manlenrui in una bassissima temperatura - coperti in parte di ghiaccio - sono riusciti negativi, n•w oaenendosi alcuna manifestazione, che nlesse ad indicare dissoluzione ematica. TI prof. Baccelli, uel caso di un fuo chista di ferrovia, io cui sembrava manire~ta l'azione del freddo , dice che questa cnusa potrebbe essere impltgnata, perchè neo è un fatto generale e costante. Nella nostra lunga pratica a bordo, mai abbiamo incontrata l'emoglobinuria in fuochisti e macchinisti, c. he, per il loro mestiere, sono continuamente esposti ai più bruschi cambiamenti ili temperatura. Abbiamo, è vero, un brivido intenso, che precede l'accesso, ma esso può spiegarsi col Lichtheim, quale effetto dell'emoglobina disciolta e circolante nel sangue, così come avviene subit.o dopo la trasfusione del saugue qi agnello nel-
l"nomo. Infine, se, dopo intensi ralireddameuti, si ha emissione t\ più logico ritenere si tratti di una ematuria. renale, sintomatica di nefrile epiteliale acuta da freddo. Concludendo, il freddo per noi è causa occasionale però, nella maggior parte dei casi, necessario per la produzione del pa1·os~ismo. 5o Sono segnalati , fra le cause della mal aLLi a anche gli sforzi muscolari. Fleisclter (38) pubblicò un caso di emoglobinuria io un soldato, dopo una marcia protralla. Hanno notataquesta causa ancbe Bastianelli (39), Otto (H~), Kast (13). Finalmente il Druilt rirerisce, come causa di emoglohinurifl, le vive emozioni improvvise. di urine sanguigne,
20
l \ LA"O
•
*• Uo altro fallo carnlleristico della malattia è quello th prt> sentarsi ad accessi. La mnggior parte degli o ·servatori imputa al freddo il manifestarsi parossismnle dell'emoglobinuria. Il nostro infermo farebbe forse una eccezione t Egl1 Cl IHt ripPtutamenle assicuralo, che ne~suna causa appreuauile freddo, sforzi muscolal'i, emozioni morali - precedeva l'insorgere dell'accesso. il IJUale s1 c prAsentalo lauto d'Inverno. quanto di e:;late ed a diverse latitudini. 2\ui , ~ullt• sole aiTermazioni del paziente. non possiamo ron convint•· mento escludere assolutamente que,ut causa occasionalt.>, poicbi• dobhiamo tener couto di due ci rcostanze imporlnoti: l" Lo , caod .... , pel suo mestiere di fuochista, passnv11 spe,.so e repentinamente dall'ambiente caldi simo delle macchine - talora 50" 1:. e più di temperalut·a - in umùicnti rel•• tivamente assai più freddi. e noi =-appiamo. come pl'r alJitudioe. 1 fuochhll a hordo, c1 uaodo escono d:lll•• macchine. nelle ore d1 rtpo:.o, so~ltono ricercare 1 siL1 piu çenulali. 0\'6 lroYano un 1cfri..;erio alla loro l>lanchezzn t•. ~fot'lu uutamente, anche la ca usa ùi ;;ravi malallit• dell'apparecchio respiratot·io o del ,islema arLicolare. 2• Una minima azione perrl'igeranle sulla cute, che in individ ui sa111 non i• puntoa,·vet'LILa, negli iufemu d1 emnglob1nHrw , ~i11 ol1~oemici e quindi impre ..stonabllts im1. diventa sen~tuil" e ha;;ta a proqurre '' '1uac.lro d1n1ro clell'acceS3o. Il rredclo, non per ischemia cutanea, azione ... n 1 va ...i Jlf'rifertct- ma per azione duella su 1 nervi termict della cutt• ( ~l urn} (~3) pro\ocherebbe per nlles:.o, prtma, un ecrtlamento "ulle lthre vasomotric1 - climinuziooe del cllallletro
DI IIIOiiLOBINUIUA PAROSSISTICA DA SIFILIDK
3Ui
-.aaale ed aumento di velocità anguigna - quindi paresi aumento del d1ametro vasale e r:t llt'nl:lrneoto del circolo. In questo rallentamento ci rcolatorio ~enerale e locale. stns1, i ,;lobnli rossi, ~~;, 1mper·fetti e menu re'i Lenti. Lroverebttero le condizioni per il loro p1ù facile disfacimento, t> SI .anehbe il parossismo. Oltre il freddo, altre influenze possono provocare l"ac<Mso. come avverte il Cock, il quale, in un cn;;o di emoglobinuria, ebbe ad os:.en·are, che il parosismo. che 10 genere si 4ile,ma in poche ore, per~isrevn continuo per tre uioroi interi. Il n o~tro 1nfermo, destmalo a VI\ t're, rome fuochi-la. in en ambiente caldo e rarefallo, doveva naturalmente risent1re eo' nher01zione nella funzione dell' ematosi. Jotrodncendo meno oria O'\Si~enaLa, lo scambio gassoso del snn~ue doveva -e~& cre più difficile e diventnre insurtìciente, per cui la qunntitil di ncìdo carbon1co più abbondante nel sangue stesso. L'azione d1 questo Yeleno, se, m un pr1mo tempu, "aie ad -eccitare 1 centri nervosi vasomotorii , prolungata. apporta ~aurimento e pare i. ~on sareb!Je qumd1 strano Il pensare, - mas·ime . c 'i considera che lo caml... ebhe la maggior .parte de' suui parossismi a bordo - che l'acido carbonico, .agendo direttamente su i centri vasomoton o so quelli va odilatatori , produces~e . per mezzo delle n.;peuive lìbre net·vose, una tlilutazione vasale con relnLivo rallentamento c:ir~olatorio e fJnindi "tnsi e pnrosismo. Il eh. pruf. )l url'l. avendo tenuto dei conigli i o un ambiente confinato per modo da farli morir·e, dupo qualche ora. di :tl>fissia, tr·ovò co:-l:mtemente nel contenuto della vescica la pre-.enza dell' emo~lohioa.
Qu1 cade opportuno di ricordare nncorn, come J'ncido una tal q un le mfluenzu nel eteri t :'O i
~rhooico abbia pure
UN l. \SO
glo!Juli ros~i (Heidenhoin, Oehl), per cui esso ha potuto, nel no,.tro rnso, coadiuvare 1.1 di:-•oluzione corpm:colare. È fero che in molti proce.;si morbo~i. in cut si ha OJII"llcenrico di acido carbonico nel sanlo(ue. manca l'emoJ!Iohinuria ; ma nel caso nostro le condizjoni sono ben diverse, e noi certo non vogliamo dirH, rhe l'acido r.arbooico sin stato la cau:-n prima della malattia - es:~o solamente ha J.lOLuln rontrlhuire alla dissohtz1one tlei ~lohnli, imperfeui per la cama :;ililitica, ed influire sulla man1festnziooe dell'accesso. Che se le all'ermazioni •lelln St·and ... risponde5·ero n ,.Arirà. per cn1 ~i doves~e e...cJuùere la causa occa ·ionale pt•rfrigeraute, e .,e don• ·se tener~i 10 nessun conto l'azione d~ll'acido carbon•co. allor.1, per spiegarci la comparsa d~:l p:u·osismo. ci troveremmo Il\ un cumpo molto hu1o. da cui 111.m rotrem mo uscire che cou qunkl!e ipotesi. E come quella, che, partendo d&lln lisiolo~in, più si accosta alla cliuit•a, l'i per·mettiamo la seguente : Una delle funzioni piu 1mpor·tnnti delle cellnle epatiche ,. l'ntt1tndine speciale, elle e,.,se hanno di impadronirsi della o3tanza rolorante de1 :.:lobuli russ1 tlel sangue e lrasforrnnrlu in pil!menti biliar1 (Werthl'imer)( ~0). f ofatti. 10ieuando nel san~ue di animali l'emoglobina rl1sciolla. si ha un aumentu nella eliminazione della hil1ruhinn (TarchanofT, Stedelmann. Vossuts). Se la 'fuantità di ernoglob111n. disrwlla nel o:iero aogulgno. nrriva alle cell1lle Ppi!tiche in •tuao tità rnagg1ore del no•·mnle, ma non :;uperiore olia Se3~ante.sima parte dt'll.t rnns~a totale dell'emo,lflobin.l dl'l corpo (Bizzozero) {~l ). il ll\"l•rio di es. e cre~re e la bile si carica d1 una magginr~ IJUantità di materia colol'tlnle. lo que~to caso non solo manca l'emoglobinorm, ma, se le v1e bllmri .sono libere. mancano
Il i !VO(;LOBTNURU P.o\ROSSISTtCA DA !>I'FILIDE
309
aDche l'iueri~•a e la presenza di pigmenti nell'urina, e po$sono averst invece le feci di un colorito distinlamente piit oscuro 1lel normale (Uobler). L'1Ja) em (~!1, ha potato osservare itl molli casi una qunntitil relaliva di emoglobina a~ciolta nel t\iero, senza notarne alcuna traccia nell'urina. Se poi l'emoglol>ina, per il disfacimenlo dei globuli, si discioglie lenlllmente ed in proporzione maggiore del sessoutesimo della sua ma:;sa totale, allora le rellule epa ti~be non arrivano a compiere la loro funzion e speciale, ed es·a, l'emo· glob10a. suhendo modirìcazioni nel circolo so n~uigno - ossidazioni - si rend(j simile od uguale alla l>ilirobina (ematoidina) e può passare nel{li interstizi de1 tessuti e, talora. anche nelle urine. dando luogo, nel primo caso. atl'illerizia e, nf'l secondo, nWurobilinuria. Si rivela cosi il processe> di~solutivo del sangue ed all'emoglohinurin si SI•Slituisce l'urobitinuri:t (He Rènzi) (32) . l i dou. Crisafulli (22} riferi·ce, che in un aecesiìo incompleto della malattia , provocato ad nrle, le urine emessr, dopo circa un'ora. di color marsala carico, erano perfellamente esenti di alhnmina e di emoglobina, però allo speuroscopio facevann nota.-e hen distinto lo spetlro della urobilina. Quando infi ne il prùces:>o di ~so luli\'o delle emazie è rapido e consider·evole, per cni l'emoglobina si accumula in grande quantill'l nel plasmo , <~llo ra non solo le cell ule epaticlJe non basta no a tmsfo rmal'l11 in pigmenti hiliarì. ma essa stessa. l'emoglobina, non arr·i"a a subire tntte le ossidazioni, e, per il grande potere di attrazione. che la $OSlanztt renate ha per la ~l83i>a, attraversa i ~om iwli del ~l nlpi~hi e compare nelle orine. l n questa abbonda01e e rapida di-soluzione sanguigna possono. per conaegueuza, mancare l'iuerizia e la presenza dell' urol,ilinn nell' uri oa.
310
UN CASO
Aùbinmo quindi che il processo di disfacimento corpuscolare, a seconda ~: h e e piu o meno rap1do. piu o meno abbondante, può palesarsi : l o con la sola itterizia, 2" con iLLeri~ia ed urohilinuria, 3" con itterizia ed emoglobinuria, con la
•o
sol:~ emo~J obinuria.
Le condizioni or delle possono naturalmente essere modificate non solo per ~a lterazio ni epatiche, ma anche per alterazioni relalire al c1 rcolo del feg.ato -pressione e velocitìt !\anguigne - .e per influenza del si~tema nervoso, cui è pur subord inata la ~ecrezio ne biliare. Po:;to ciò, si potrebbe for e dedurre. che. avvenenll•1 lenLtmente il distacco dell'emo~ l obina dallo sLroma globulnro, le ceUule epatiche pos:'ano, fino ad un certo punto. tr.hformada ; ma che nnivi il momento, 111 cui. non essendo pm surficienti, cominci l'accumulo nel plasma della sostanza colùrante, la quale. J. seconda della quantita, si mantfestt. come illerizia o come urobilinuria ovvero come emoglolunuria. Che se le cellule epaLicbe non funzi onino pel·fcll~ mente o il ct rcolo epatico, per influenza nervosa o pet· cnuse ignote, non sia in condiziom normali, potrebbe açvenir·e cor~ piu facililit l'accumulo ed il parosismo. E linalmenle, se ' globuli rossi, ~ i il nlterati per una 1agione insita al proce,.,o medesimo ed indipendente da cause occasionuli esterno, si di:isolvessero rap1damente ed abbondantemente, avremm<> tutte le condizioni per la comparsa dell'accesso emo;.;lohiourico. Comprendiamo le d tflicollit, elle presenta questa spiegazione, e come es!ooil non ahbia alcun controllo sperimentale. l'erò ammettendola, per un momento, e riferendoci al no!\tro caso col riconoscere un vizio di origine de i globul i sanguigna per alterazione celt1ca del fegato, non parrà tanto strano. the
DI U OI>LOBI'\URIA J>,t.I\OS~ISTICA D\ SH IUDI
:l li
alla manifestazione del murho po3st\no contr:huire le t!ellule epatiche. le quali, risentendo del processo sHilitico, non compirellber·o pila bene la loro funzione. Ed oro passiamo ad altro ar$tomento non meno importante e l>UI truale re~nano pure dei disparf'ri. qul'ltl) cioè dPIIa parte, ch!j prendono i reni nella malattia .
••* Ag_li esami chimici e macroscopici delle urine, emesse durante i parossismi, si \! rilevato : P. S. attorno nl normnle -ematina sensibilissima - nlbummn pmllosto abbondante - molta cilindroid• e cilindri ~rnnulosi e sc:u'<~e cellule di epitelio renate - a' enza di ;.{lollnli ematici. Scnzn rl ubbio, ahhiamo nei reni un disordine, rlte non pu5siam' ritenere per flogistico - !Jloml'rulo - ne(l'ite di Uanasie'', ne{r1lt t'JHlflinl,. acu'n eia ll nu~s•Jtr, ecr. :-e non fosse altro per fa brevilil dt>lln dumta. ln vero, inizitHa'li uoa Ilogo... i, e~sa segu iterehhe. li no ad asso l vere, il ~uo r.or,;o e non ces~erelJue col cessare dell'acce. ~o. ~è la pre~enza di rili ndri nell'urina indica sempre un proee~·o infinmm:Horlll. potclu.. in indi\ ului anemici e deperiti è prolmhile che la nutmitloe degli epitelti ~ta alterata, ~~D7.a che esi ~ t n oefJ•ite ( Mu rri) (33). g non es1stP nefrite negli itlerici; ctuantunqne talorn compari~rano nella loro urina i l'ilindri ni• note neao~cop1che dt prwe.-. o llo,:i~tico furono riportnto dal ~l urri stesso nei reni di due individui. che arevnno ~o fferto emoglohinuria. ~<Hl vale il ron trapporre, che nell'ernoglo"iouria per trasrnsaone di sangue tro animati di specie rliver·a si tncontrano gravissime lesioni renali, da produrrt> lìnanco la morte per uremia. potcht'>, in
31.t
questo caso, oltre la dissoluzione rorpuscolare. !li ha ancora. formazione di emboli e trom bosi renate, che produce ematuria. Anche nell' emoglolliouritl sintomatica per reumati,-mo posstamo trovare fatti tli nefrtte acuta: ma que:-ota si ,;pie!!a per la cau-;a reumatica ste~sa e pt•r l'elimioar.ione attra verso i reni delle tossine, aumentate dall'azione del reuma (flayem) (~n). Tanto meno pos-.iamu pensare, uel caso nostro, a malattie organ rrhe det reni - neoplasmt. parassiti, ecc. Tutto invece ci induce a credere, che si trntti ùi un dt· sordine nella circolazione renate ipereruia - dtsordioP sullìciente a darci la :;pie~azione fisiolo,(ita e clioi•·a d e ll~ allernz10ni, cbr> si mrontrano nelle urine. tjui però pl osser\'atort :.i dh·idono in due ~.:ampi - alcuni (Bartels, Burl.arl, ecc.) so:->teogono di lratl.trsi di una iperemia attiva. alTermando che con que.,la possono aver,i urine albuminose, $noguigoe e conLeneuli elementi epitelinlt - .1ltri. con a capo il ~fu rTi, sosten:.tono rnvece. che le alterazioni delle urine debbano la loro genest ad una iperemia po-siYu (~lasi), e qne!>tO per In diminuzione della qnuntilil d1 urina eml"-;sa e controllata nei loro infermi, e per la presenza dt eptleliì e di cilindri ialmi e granulosi. di cui, tmmediatamenle pr·ima e quali-be ora dopo il pat·o~sistno, non si rinven~ono ptù tracce. Il no·tro caso. veramente. ci fa propendere più per la iparemta attiva. anzi che per la pas!\iv:~. ~oi non nhbinmo a' uto. tluraute l'accesso, oumento di'l l'. , . dell'urina che vuoi dire 'la quantilà di acqua Lrapelante dai j.(Omitolt oon es ·ere diminuita; - nè abbiamo a' ulo l'assenza prima e quindi l'immeJiala scompar~a. dopo l'accesso, degli elementi epitelialj, poichè {ill'esame microscopico questi si sono
DJ B\lOt.LO Dl'~II J.\ PAROSSISTICA D.~ Sll'ti.IDI
:~l :i
i, dopo varii giorni (H gennaio), da che era scomil parosismo de• prim1 di gennaio, ed anche il ?2 pno:uo, cior tre giorni prima dell'ultimo accesso ( ~i:> geomio). ~ vero però che la presenza dell'elemento epiteliale, fuori «lall'nccesso potrehhe ~ piej.{ors i per l'olilo!Ocitemia dell' infermo e per l'ttterizia. che ba-;terehbero da sole a far C()ffi · parire nell'urina i cilindri - come,·, ' ero che, per i ripetuti .paros1smi, ti P. S. può non aumentare. e noi non coooc;cintnu, se. nei pr·imi tempt, vi fo-.se stata oligurin . In ogni modo, Cl pnre non si uhbiano r:;gioni sufficienti per esrluderc l'una o am meuere l'altra llelle due iperemie, anzi ineli nwmo a credere che. L.tlora, puu trattarsi dt ìperemin attiva. tal'allra. di stn"i - tanL•l più che Stli esperimenti in propo,ito dt>l Oickmson (B) e òPI Robert" (!l) concludono coll'ammettere. che l'urina può divPntare alhuminosa. &ang nt~a e contenen• rllindri non solo nell'iperen11a alltra, ma anche nella pas~Ì\ .t. In conclusione, la parte rhe prendono i reni nella malattia. si riduce in generale a di:;turhi circolnlor·ii e rap· presenta nel processo morboso (ruasi una parte secondaria, la quale ces:\a col cessare del pnrossismo. Da quale causa questi distut ()i ci r,;ol:ltorii ~ .~mmeueodo il freddo. IJOale ca)lione O~'cnsioonle del paro,sismo, l'ipe· remta renate si spiega facilme:lle per disturui di inner\'a· ziooe vnsal e, provoeati di riOesso dttllo stimolo su i nervi cutanei. E tali disturhi circolatorii non si limitnno solo ai reot , ma po,;sono estendersi Jnche nd altri or~ani interni, donde i patimeoti di stomaco, la dolenzia alle regioni epatica e renali. ecc. Non biso~ na però rlimenticare, che i distu rbi di innerYazione 'asale possono anche ventre direttamente dai centri
3 1{.
U~
CASO
vasomotori per inlluenza della malattia sti!S a o per azione dell'acido carbonico. come abuiamo deuo innanzi. Quinda, anche senza l'azione del freddo, può prodursi l'tperem•a. Finalmente devesi nnche considerare, che il pas aggio pet· i reni dell'emoglobina , quale prodotto anormale, apporla, senr.a dubbio, una irritazione, donde la congestione rennle {Ponfick} (30}. l'n altro fatto. che. nel nostro infermo, richiama l'attenzione. l' la comparsa , piullo to abbondante, dell' allmminu nelle urine - i per l 000. \arie ragioni i possono opporre alla genesi di IJUesla albuminuria per alterazioni dell'epilelill dei cannlint rennli. ~oliamo solo, che nella degeneraztone granulo-Hrassosa, che succede an e~so epitelio per l'infiltramento di pigmenti biliari, spe!ìso manca ogni traccia di albumina. mentre viceversa la troviamo io amm:tlali di cuore. senzn rinvenire nelle urine cellule o cili ndn renali. Inrece ci sembr:1 piU plausibile il ritenere col )lum (t3). che In comparsa dell'albumina nello urine ùebbn auribuir~i ad alteraziOni nutl·itive delle tuniche dei va i gomilolan e delle membrane ra~ulart dei glomeruli malpi)!hiani. Iufalli l'1peremia reoale non può certo rimanere enza conseguenze sulla nutrizione delle deLLe membrane secernenli, specialmente se si nggiu uga, che si traLLa di un sangue non pi(l normale, ma già ,tlterato e che può anche contenert> in eccesso nctdo carbonico. T·•h allcraziooi, per quanto leggere. disturhano la funzione renate e favoriscono il passa)r:gio dell'albumina, che, io COnoitziooi fì-;ioiO);IChe, i! trattenuta. Con c1ò non potremmo pero 'Piegarci completamente 1.1 quantita di albumina, ritrovata nell'urina del no,tro <~m-
DJ &lllO GLOBIN URIA I'AROSSISTI CA DA SIFILIDE
31 i}
molato. superiore a quella, che suole aversi nelle semplid iperemie renali. l a considerevole quantità di albumina nelle urine de!lo ca nd... . non è tutta imputabile al siero sanglligno, ma essa è dovuta anche all'emoglobtna - sostanza aiLnmiooide, - clte, sc iol t.a nel plasma, attraversa pirì fa· eilmenLe i vasi e le membrane gomitolnri, sia per il suo potere ddl'u sibile, maggiore di quello dell' alùumina del siero, sia perché ao corpo anormale nella funzione del rene. ~oi infatti vediamo comparire l'albumina nelle urine. se ioielliamo nei \'a:.;i una semplice soluzione di emoglobina, mentr e, introducendo nel sangue una IJUanlità qualsiasi di alhnrninn del siero, nùn si manife!lla alhorni nuria.
•
** Per completare il quadro clinico del nostro infermo, dovremmo ancora dire dell' illerizia. della febbre, dell'oligo<:itemia. e di alcuni sintomi subbiellivi. In quanto all' illerizia. quantunque in modo indiretto, ne aLbiamo già discorso ahbastanza. Ricordiamo solo. ~h e essa può mancare o stare senza In comparsa deJI 'emoglohinUJ·in, e che è l'espressione ùell ' emoglobina, lentamente disciolta nel plasmo, la quale, non el\sendo trasformata dalle fellule epatiche, subisce nel circolo sanguigno delle ossiùnzioni, che la rendono identica o simile alla bilirubina. e penetra cosi colla linfa uegli interstizii dei tes· soLi, dando luogo alla tinta speciale. Relativamente alla febure - che nel nostro caso non ~ol o Ira accompngnato il parossismo, ma si è anche man le-
316
U~
CASO
nuta per molto tempo dopo - non è certo possibtle di decidere, se es-:a si debhl all'emoJ,!Iobtna dt sciolta e circolante nel sangur. lo ogni modo. tloiJbinmo notan•, che lo aumento di termogenes1 sembra di es~ere distintamente 10 rapporto con la qunntitit dei glohuli rossi disfalli. Nello ,.and.... la febhre ha perdurato durllnte il tempo. m cni il numero delle emazie era in diminuzione progressi va, ed t• cessata, qua odo queste cominciavano ad nomentare. I noltre si sa, che con la tra:.fusione del sangue si verifica C05tanlemente un innalzaa'lento di temperatura. l.o co n~ iùert>' ole oligocitemia, che é se~uita nel no,tro infermo. non può ascriversi solo aila dissoluz.ione corpu~eola re. poicltr. restando io condizioni normali gli organi della sanguificat.ione, si avrcblte uo compenso. relaln•amente ~olleci to. ne'la formaztone ùi noon elementi globulari. come avviene nelle emol'ragie abbondanti. Ci semhra tJuindt naturale il pen,are, che vi contribuiscano pure la diminuita produzione di corpuscoli e la difellosa qualità dt quelli che o;i producono. Ciò sarebbe un altro nr~omento a favore delle alterazi'>ni sifìliliche anatomiche o fonztoo:t h de).!li organi ematopoelici. Tali onorm.tli condiz•oni del sangue dtlhhono riseotir-..i nelle dh•erse fun zioni orvanicbe e specialmente in quelle digestive, donde ratti\'a nutrizione. che, da effetto. diventa altra :.a~ione di deperimento. Non ci fermiamo su i sintomi subbiettivi. la cui spie~ zione risulla piu o meno da c16 che si è potuto riferire nel cor~o dì questa 'tllmunirnzione.
DI F.MOt; l08L"ilttiA I'.AitOS~ f Tl l:A DA SlrJU D&
3 1i
••• l)a IJUanto è :,lato finora esposto, crediamo di poter venire alle «~egu e u ti conclustoni: l' . _. er r emoglobinuria =-i ha dts~oluz iooe òei globuli ros~i nel Circolo ·anguigno (emo;!lobtnem a). sia per··ht> ;~1 teriHi dit·ettamente nella luro compo iz1one chim1ca o molecolnre e quindi nella loro nutrizione ed nuivilù, sin pet'Ché alteJ-ati pet· vizio di origme - malal tu~ de~li or~ani ema· topoetici od anomalie funzionali degli ' tes i per azione ner•osa centrale. %0 Tali alterazioni globulari SO lt O dovute i\ C41Use discrasiclte. Conosciamo. per ora, la malaria e la i:ifilide oltre le infet.ioni acute, ;:h a\'\elenamentt, et:c. per l'emoglobinnrin. t'lte noi vorremmo chiamare 'IÌntronatica. :1~ E. per lo meno, dubbi:~. l'emoglobi nuria pel ~ulo fredd n - 1'1110f1lubinuria 11 friytJre. Il freddo però - spe~talmente ~o si oullill sopraccarico di acido caruonico nel sangue - può essere Cllll$11 uccasiontL/.e. determinando la maoife..,tazione del paro -~l ,mo per 1 :~ .;un azione su i oen i let·mici det l:l cute e quinrli, pt•r ritle:;so, sul si~ tema ner' o'o \ asomolorio. Appna·enlemeore nel nostro infermo manca questa rausa oeeasionale, ma dobuinmo ricorc!are che e~sa. tn ind1l'1duo ammal,llo ria tanto 1e1npo ed oligoemico. può e:'~ere ,;t'\la minima cd inavvertita . Inoltre uon ..,j de\e duuenticare che l'infermo. pet :-.uo DlP~lit-r·~. pote\'a risentirt· l'efft>tlo dell' ac1do ··arbouieo .. u i r~nln vn.,omowri, e. pe1· la sililide, un'alterazione su que-
.
31
U~
CASO
sti, donde clisturl>i nel circolo sanguigno e nella funzione degli organi saoguilicntori. 0 \. l reni nell'emoglobinuria hanno una parte pura. mente ccondaria - iperemia consecutiva. Deve escludersi. che il distacco dell' emoglobio1 dallo stroma av,•enga nelle vie urinarie, sia per gli esperimenti, che dtmostrano ad evidenza la di.;:;oluzione dei glohuli nel circolo -.anguhmo, liÌn per il fatto che il s:1ugue. mi-.to ad urine di emoglobinurici o ad urine aciùe (acido o~~alico), non subi~ce alcuna alterazione- si tratti pure del ·a o~u e degli infermi ste~si. :;o L'emoglobina, di ·ciol ta lentamente nel plasma ed io quanltlà late. da non poter essere tutta a,;sunta e trasformata dalle cellule epatiche. suhisce nel circolo stesso talune modificazioni, che la rendono , se non ngunle, simile nlln bilirubina (ematoidinn di Virchon ), e si manifesta, come illerizia e. tal\'olta, anche come urohiliourin. In vece, -;e la quantità ùell'emoglobina sciolta sia tanto abbondante, che non solo le cellule epatiche non ba'itino a tra-.formarla, mn che neanche possa ~ubi re modificazioni nel c•rl'ol.l. allora e,t'a - sia per le condizioni pectali ùet rent (tperemia), sia pPr una talqonle aflìnilà, che ha ver~o le membt'tlne ùei cannlicul i e dei glomeruli renali pa:..;a nelle lll'ine e sì nlnotfa:~la. come emoglobinuria. lo questo caso può anche mancare J'ittertzin. 6' L'o lbom inurin \• dovuta. in parte. ad allerozioni nutri tizie delle membrane dei vasi e dei glomeruli per l., iperemi,, renate •' pct· le anormali copdizioni del :-a ng ut~. io parte allo slei>~a Pmoglobina, che passa nelle ut·toe. 7° L'ol igocitemia e relative conseguenze sulle funzioni or~antdte si dehhono non solo alla distruzione dei globuh
DI IMOGLOBINURIA I'AROSSISTICA DA S t~' ILt OI
31 \)
rossi, ma anche al difelto quanlitativo e qualitativo di questi aella loro formnzi one. 8° La cura specifica nei casi di malaria e dr sifilide as:.icnra la guarigione, mentre le cure igieniche, dietetiche e rieo~lituen ti, tollo al più, allontanano gli accessi. ma non jlnariscono. • pezia, seuembre 189i.
0. S. - Aòbiamo avolo l'opportonitit, in questi ultimi giorni, di rivedere lo Sl~nd ... Egli sta perfettamente bene, e, facendo il suo servizio a bordo. ha passato il rigido inverno, senza avvertire il minimo dislol'llo. Ha r·ipetulo ltt cura specifica mista per Yia intern:1. Spezi a, 12 marzo '189u.
ELENCO DELLE OPERE CITATE
(l ) CIMliiM. (t ) O«nR. &CIII~O
Goz. mCd Pari$, t838, p. ISl. mlmolrts de ta rocwé dt biolog~. Ul49.
Complu·re~dtU, d
t l)a;l'. t49
(3) lott~>:~SLIUI. -
11ìn P111t ~011 inl~rmrlfirt!ldtr Albuminurre omd Chromo·
lwrv At•c1rlv. (ur plll.h . .tfnat., t854, BJ. p. !64.. 14) W P.t.VT. - Oo1 parox>sma1 hatmalurte Lanctt Il, (J. 33, 18&5. IS) Grr.r.. - G11y's llopùal Repom, tttGG . (6) l>uPPER. - Oelll'rrtù-h.. Zt~trchri(l (ur proct. lll'illluntle, 11168, XIV, Wìen, f7l THUOICHOII. - A 1rtolist o( file PlllhoiO(Iit o( lht m·ina Second o!IIUuu.
L<On!lon, 1877, (8J RKRJ!NOilii-Ft:uoo. -Da lo /iet•re bilieuse mela nuriqus dts P•1J/I ch11ut11. Paris, 18'14.
(t) !IOIEIITS. - 0. WIIIOI'JI alld rtnol di$t41fl IAndoo, 3• t<l (101 Roun. - Over par~ltmoit lloemoglobinum. A.mstenlam, 1877. Ul) LICHTBII• · - .SOm•lullf1 kl111. Vorlraf1t, 1878. (ti ) Ono. - Gi'll l'ali " " ptnodudler /IIMIIIOflobi~tum, &rl. tlut. Wo
'"'""· at, 18M.
(IS) ICuT. - Ctber Jl(lro.riamol /lcumog~nurit cluc/1 Gdltn, Bcrt. klln Wocllen•, :~:s. 1884. (U) Onsr. - Dmoh~t·ia reuale amorfe. con doppia lntermllten:o, Ga:.dla medica Italiana, Lombardia, anno 187!1. (15) G. Su.. vnTRINt l'l A. Co~tTr.- Jlolollla di/Jt-tuler od emoglobiiiO·oJbuminuria parouwi~a. Sas.otart. ISWI. G. Su.vc.snuu " A. Conr. - Sull'cmogloiJi•ao·albuminuna porouuhw . LtUurt rulla mediciM, vol. Il, N 6 1161. E. nos!O!'!I. - ~wdit cll~t1Ciaulle emof1lobhrurit. Jtor~~agn., anno .XXXJ, l889. Parte l. (11, LrPitlll - Febbre tlltro-rmoll~r~eo chlrrlco. Jlorgagni , N. O, 1889. (18) MO.'ICATO.- Sulla mololha del Tomafflli Olluro tu Ila (ebbrt ltltro·cntolur~eo da cllmsno. Ga.;:ullo tltgll Olp•l. N r1 1$-15, 1889 e ~-rr l i· l9, 1890. (19) CIIIULr. - Amoglobl~turla parouulfca . Arc/1111. ltolloni dJ chnlco mtdtra, 1889. (iO) TlftAIIOscur. - Emogloblrturla • molar ro . Giornale inlt rrtozlolt a le delle 1cienn lltedlclle, N. 5, 1890. ~l) ll<>ut:tt. - Bml)f1lobinuria Glomaù lnh'rnazlOfi(JI~ delle u•m:• medlcllt, N. to, 1893. IHJ ClluucLu. - Emol}l~>bsnurlo porouutuo do f r eddo Gtornau mtd dtl R. urnilo • della B . mariM, l ~tl (!3) MOIIftl . - BmoglobllluruJ dc f r eddo IJoiQGila, 1880. (t4) N UII ~I. - emoglobUIUriO l liflhdt. Rit!llla eU~tiea, t885. (15) LtcnTnrll.- Bmoulobin urt.a ptnudlto. Bi~tfolla.dìWIIfertnct chn.cllr di • otklllann, Strte. S' , :0.' US. {jlj) Lt:PI'<Il - lmloglabillurlo paro•~utica da fredd4. Bolltthrto dtllt tluticllt. Anno \', 1888. (~7) K. ll:ttllLtcn.- Zur Phyltolog•~ u11d P11lholoui~ dtr Blutsclldbe11. Charstj
Att'laleh, X Ja,hrg. (281 F. Movssot&..- Fiel:rt blltetue htmalurlque, 1/tlnoglobi nurle paro.rlatcqut, tic .• 11arH, 1$93. 1-19 G. ll.uu. - Du lilnfl fl dt ltl alltration• onnlvmiJ)ut. Pan , 1889 •30 flol'!,tc;~ - Ceb(r ll'o!l41ungm dtl Lammblutu lfl lltr'/lalb dii mtlllclllttiWt Orgallìllllul lùrlirtn- khn. ll'uclltllS'-'rl(t, 1874 131) Il. tll)lftOT. - (lnlon m~Jtcot tt uteniiJitlut du Nord·EII. (JiJ Da nc:ur. - Qmqruco dello Socido tlnha~ta. di meclicano Interna., tenuto u Roma ut t•tlobrt 188(1. llar'!lapti, anno XXXI, t8tl9. Parte Il 1331 li lllr:llliA'I. - JJe tlfulu ""U"''"' dllul• .,, ucrelìonut urine~~. Ou ltrlallu muug11rolir. Berol, l&:i!l.
J••
IJI JUIOt.f,(IOI~UttlA I'~RASSJSTlt:A fH
:H l
lf'JUOK
IJ4l l .t·cthti!Gtft - g,ptmneufelte und trliJulte Brilmue .Jur P/lyuulog~ l• Gtvcotl~t~. fllau(lura l Dlutrtatl~. Zurlch, 1875. (l$) I>OIIlfa:. - Betlro(ll :tJr Lt/Jt·t ~'O m liLerul, Vlrcllov•'• Archfo. XTV, 18!18.
t'.
t 8gl Ilei Co11oo:c Su11P e W Scw:uul!tLL. - 7'71• L4rud, \OI. Il, N. f37t A. C.:«TAIIJ. - Mtlii!Ul lt lfl materia med. e Tera}X'ulka Vol. Il. tJ8) fl . f'L J!JSCRU - Utbtr d1u ror'fl 110rt llaUttOQIO"-fltlr'lt bll.. Mrntcllm • ..,., u.n. Wuchtttl, t88t (39) G. 0ASTLA I'I KLLI. - Sopra lltt COlO cii emogloblllurlo perO ..IItlco d tl 1/0I'JO mutcolare. OolltlllrtO cl«llo Sodda LCJIICUiotW df Homo, 1888. (60) Wa:nDl.llll:ft Bull'tn. médacal, 1891 (U ) 8tUOZ&liU. - .lllcro~npit tlaMqur, 1888 Pag. " l (U t Otctt~' - JJiml o( 1M li.tdr«ll. Il l'art . Lon.Jon. 1811.
2t
RIVISTA DI GIORNALI1TALIANI ED ESTERI
RIVI TA MEDICA e HOPWOOD - lmporl&DS& dell'e•ame batte· rtoloctoo Della 41ftertte. - (B rit . .'vfed. Journ., Hl ~t'Il·
\V.,HIIOURS
naio tR!lil) W . e H . rwgll ullamr due un n i hanno dovuto convincer~•
dell'imporl8nza della r tcerca del bacrllo della diflerrte e r ift.> r iAcono i se~uenli caAi che sono di speciale interesse. Il metodo da OAAÌ adottalo é slolo quello ben nolo della cultur'll su super ficie di siei'O di Aflngue coap-ulato e, quando fu stimato con veniente, la virulenza dPila cuJLura fu dimostrala con ino('ula7.aoua ~u cavre. a) Scarlatttn.a e difterite. - Parecchi osservalor·i laanno Juno!-.lralo clae I'Pssudalo pollaceo ed 11nc!Je pseuclo-rnem111'11IIOSO ch•lle fauci, rhe !'!pPS!'O 'os'~Prva nella !'C&t•laltìna non é cauMLo dal ltaetllo dì Loefller e per d<l non è sel{no eh vora diflerilP, Il doll. Goodhall ha iosblilo !'U ciò nel 1~!14 e i due aut•m confer·mano colle o<~:ser,•azioni da essi falle al FtH'èr IIO'-(IIlal dr Londra 11Ue~ln modo ch vedere. In un ca. o peri• che esl'l rl lt>llJl'Ono ll'~"olul.amente eccezionali• il bactllcl pol,. r1-<contra1"'1 nelle faul'j d'un hamb•no llllello da -<c.ar -
Jatina.
b) Diftl'rtte po~otsenrlatinosa.- Un essudato pollaceo tl wumbJ·on o!ilo c h~ s1 not.a !!Uil~ reuc1 ò'un con vales•·ente ti1 'lt'lii'IAtiua é per lo piu uua vera u propr1a dtrtet•ale pr odotta dul buc1llo. In alcuni "ue.lah pet• malatlie e'~anlNnatìch .., que,..tt~ liiflerltU pO!!lsCtl!'lHLinOf:B t• rnuJIO rrec[uenle <'Ò ha dato luojtO a molte .JiApule ;;ulla sua cau " · Oh autori ritengono mda· sponsahilc 111 '~Ìillill conli;1genze l'••same batteriolo~ico. pm· ché s1 cor·rerebhe tl r•tscluo da propagat·c la dtfter•le !'!enzu
Rl\ l ' TA YKDI C.\
,oh•rlo. Cosi in un bambino da ess1 curflln e clw nella con,ale~cent.a d• Ila scarl&lina ebbe un atlarcn dl ruule, fu l'Ili· venuto Il bacillo nelle secr ezioni nasalt c) Drtrata tlelCinfe::ione. - All'ooppdole delh• fl.'bbr i •li Londra nessuno è consideralo liber o oiPII'an fe~ìon e dine>rica se prima l'esami' batteriologico non l'hn trovatD immu ne dal bAcillo. Il tempo vana molto nei vari cas1 il piti lur~o pe· riodo da questi autori t rovato é stato d1 t~ gtorm dalla scom · par!'la delle pseudo- merobrane. In que"lo caso l'e ..am•• fatto a i11ver.:;i tnlervalli fece notare semprt! la pr e:;entn del baCI IIn. \'erso la fine fu pro..,ala la viruJen;to del bacillo e fu trova ta as~ente. S1 fecet·o det le ntali v 1 per di<~mfettal'tl la gula con nebulizzazioni di vart anlisettwi, rntt s••uza a lcun Tisulteto. d! Valore dell' esaml' battertologtco eseguito 'Jnalclte t~mpo dopo un attacco dt llift>!r,te non di.ll!JnOIIltcata. Il seguente caso lo di mostre rà. Un bambino soffri d'un legflet•o allacco di catarro nasale che fu caratterizzato per sem plice corizza . Ben pres to guarì m » poi si seppe (•he nei suoi compagni si erano sviluppati dei c.asa da daller1to SI pensò ~nora che la corizza poteva essere Alata dovuto a d1ft~r·1 te e l'e<~ame batte riologico eseguito lro settimane dopo l'allarco delle presente corizza dimostrò la prec;enza dt>l bacillo, la cui virulenza fu pur e comprovata dallti tnoculazioDI. c) Presen:a di bacilli IH'lla yola di P" "·~one che a.,ac..'ltono 1 tlt.fleriet. Un infe r miere, cbe ~orod~:~va per•fella , alule, &"<<~ì«leva i dill••rìci. Un "Ì"'Lematico e-;arne batteriologico fu Caltv della !:'ua gola. Quantunque que.,l•• ~embres ..e completamente sana, pure vi !:'i ri<>conlrarouo b a "illì per la durata dt !'ei settimane . l bacilh er·ano della varJelU l un~a e la lot·o VJrul t>nza fu provata colle moculaz•on1. L'mferm1ere {todelle :-«>mpre buona salute. - In un Altro tnfcrmiere ~i ~bbero ~li ult?-nl1c1 t·tsuhall, ma i bac•llì erano br evi e nPII VIrulenti. Quattro altri infermier i fu rono e~aroiuaLi ma con esito ne~aLivo . Uno dt e'~• . durante 11 !iUO !lt>rvizio fu prt>~o da lil've a ngino, ma i bacilli non polelter o lt•ovnr·c;i
lllYISl \ BtBES e TALASt'><=L.- Pro8.la. .te trattamento della 411-
tulte. - 1Brtt. Med. Journ. J2 gennaio 1895 e Roum. Méd. N. 1, 1 89~) . B. e T. ricol·c.lano i numel'(lsi e~perunenli fatlt da Y&rl u~ servatori relativamente all'allenuaztone .del viru <l•nertcù mediante il lrtclororo di iodo, ti culor·e, e colla coltura 10 e~lratto dt hmo. Mtt lo scopo pruwtpale delle lor\) ricerche era quello di immunizzare tlegli animali che poi dove\'ano fornire un VBC('IIIO in gran copia. Eccone i l'isullalt : colla veccinazionc con cultura di bacillo d1fterico attenuato in l.lroJo di limo 6 qutndi riscaldato 1\ a:)o c. per t:) minuti, si può proJurre l'tmmunita: sicché l'Animale può re~t!llere aJ un'infezione elle .nlubbiamente •arel>he riuscita rotaie: medtante il calor•• 6 il trtcloruro Jt iodo le culture virulente son• trosfor male in vaccino, ma le inocula?.toni debbono es>~ere continuale lungo tempo: con qnoslo rnetodo le pe'!ore ocquistano l'immunita in tre mesi e il IOI'O siero, iniettato nello addome, immuuiaauo le ea vie. Il filtralo di cultura d t bacillo difterico trottato con soluzione .ti io,lo e ioduro potac:c:ic•• (soluzione di Lu ~OIJ 11elle 11roporzioot di l : 3, l 2, ed t l e ammìnietralo in dose eli l a 5 grammi con imcrvallt) ùì i o 5 giorn1, unmunizza con1gh u cavie da un' mfez1one difterica due volle più rorle dell'ordinor·io. Questo metodo ha il vantagg10 eli n~~e re costante e più rapido. Lo slee~o weto lo può essert> itupiegalo io ammuh più grandi, i quali aven•lo una volta acrtU•!'Ililto l'immunità ~ono an g rado di forni re <:jju~u,.. che può e~'lere usato in clinica per la profllas~t e la cur'8 della dtflerile nai bambini.
Dlaguo1l del 41abete me41ante l 'e•ame del (Brii. M.ed. Journ. 12 gennaio 18!'15 e Cbln.tt. r. med. Wis3, dicembre J 9~}.
HREMER. -
l&llgue. -
Bremer de"crs'e una modtflcazione al metodo ùi Ehrl1ch per colorare 1 pr epa1'8li di ~angue su coprOA'S!etti coll'eosina e Jl blù di met1le. Con questo metodo di colorazione, nel san· gue normale, i globuli rossi sembrano rosso brunicci, ma il
\f&OIC.\
J :?i)
colore \·aria lisi r·osso brono-<'ltiaro allo scuro. nuclei e i leucocill si colorano in blù. Bremer ha trova to else nel diabete e nella ghco~ul'l8 i globuli ros~i o rimao~ono non colorali oppure ~>ssi sono lep;germente tinti in gtallo o m giallo w rJastro. Solo occasionalmente una piccola zona perirerica si colorò in ros~o. Cella fucsina Rcidn e colle altre materie coloranti cosi delle acide. i ~lobult rossr del sangue dJab tico si colorano perrettamente come •TUelh ,feJ cot~ngu,. normale: la sola eosma non IJ colora. Per determinare se qut"<.ta mancanza di affinità per l'eos•na era dovuta alla pre«enza <IPI glucosio, 131-emer tralt6 )(1 pr oparazioni di Altllgue normale con «oluzione di zucchf'I'O; ma trovò che le emazie ~i color1vaoo egualmente. Se. p~r tanto un preparato di sangue non diabet1co veniva agitato per 2:>-30' uell'urina diabetica, 1 globuh non si colorivano p1u coll'eosina, ma riman~vano "coloretì oppure lt>~germenle tinti in JZ:iallo o ~iallo-verda<>tro come quelli del sangue diabetico, invece ess1 continuavano a colorarsi se agitali con uriua. normale. Nella !{lico<>urìa prodotta al'liflclalmenle med1anle lu tloroglucina, le emazie ~i comportavano come nel tliabete.
lUoerohe aperimentall aulla patosenl& del colpo 4t calore. - I.AVEI\AN e P REG UAIID. - (8tllleiUl t/e l'Aca démte de .\ll!tlecine, ~ . i-q, 1S!W. Gli autori, dopo a vt!r acc~nunto brevemente le pt•incipali opinioni em<'«se ~<ulla palo!.!ennt del colpo di calore. notano che gli ossPrvatorJ, tra cui (;l. Bor nerd, Vallio, Harlt! , llir«ch, Obernier, Vincent, !'Ono lunlfi tlall'e"'ler d'acrnr.to <~ulla •tueelione d• detta patogrniR, 1• elle esistono inoltre d1ver·genze od anche apparenti contrad di1.io~ai su pun lì impo1·tunLi : rre•tuaoza •Iella l'igi•lihi dei mu'icoli ed in pa1·Licolare del cuore negli aniroali uccis1 dal calnl'e, mo litkaziom ne1 gas del sangue : secondo Cl. Bernard e Vellin, rl saofrue dea-li animali UCCI'li 1lal calo1·e non contiene •JU8'>t piu ossiaeno; al contrario, IPcondo Vincent, la quantità d' ossigen,, dt>l ttaog:ue resta •JU&si normale e non vi ha aumento d1 ACido carbo-
326
RJVJSU
nico, quantunque la rP$pirazioue diventi sempre più lenta nell'ultimo periodo. Essi quindi hanno giudicalo utile riprendsre laJi 1·icercbe ml'tt.endosi nelle cond'zioni in cu1 sì producono d'ordinario nei soldati gli acciclenli del colpo di calorl'. P erciò, invece di far agire il calore bruscamente a sopra animali in riposo, banno sottoposto a temperature progJ•essivamenl~> ''resc«>nti deKli animali, alcn11i dei quali ernno in riposo, mentre l?li altri &l'ano assoggeltati ati un la,·oro faticoso. Un gran numero t.li fatti djmos~rano che la fAtica ba soveuli una gran pal'le nella patogenia del colpo d1 l'alare. Nell'e~Hcito é quas1 sempre Il fantaccino chd ne ~ colpilo, ed é quasi sempre durante le ma1'ce cLe si producono gli act'identi. Nella cavalleria 1 cavaiU sono colpili mollo piu so· venti degli u(lmini, falla ec cezioue per i corazzieri, l'elmo e la corazza fa,•orendo il colpo di calore. Ma era importante slabilìJ•e, con esperienze, come ed in quale grado 111 fatica favorisca l'azione del CI!IOre. Gli autori banno falLo costruire un apparecchio che rt~m menta queUo che ha servito a ReECnard per determinare la parte che ha la fatica nella pat.~genia del male di ro(ltlla· gna, ed hanno fallo la magf(ior parte dei loro e~perimeuti sui cani. Risulta dagli esperimenti che il cane che lavora é J•ÌÙ rapìdamenlt~ colpilo da accidenli gravi ed anche mo1·tali, Fe ~i prolunga s urtlcientemente l'esperieu1.a, del cane in ri pot?o. Essando la produzione degli accidenLi del colpo di calore facilit&.La dall'esercizio, fa d'uopo soppl'imere ne1 paesi calda per quanto è possibile le cause di ralica ; ~e si tJ•alla di una tr·uppa in marcia, si l'allenterà l'andatura e si faranno J•ìposare so venti gli uomini. De molto tempo d' altronde 1' e!< peri enza ha dimostralo le necess1là di tali provvedimenti. Non v'ha dubbio che l' eser dzio prolungato au~n enta la temperature inte1·oa e C'he gli effelli dell' ese1·cnio vengono ad ag-.l{iuru~er~i a quelli del calore, R1sulla dalle e~perienze latte che la temperatura d1 un cane che lavora in un'titmosfera calda ragr;riunge mollo più rapidamente 4f> g radi di quella di Ull cane e~posto ·alla stet1sa temperatura, m a che
lfi!D lt: -\
lll8 in r·iptiM, e che ::.OllO r mtlueuz.a sola del 18\'oro, la temPf'Mitura t~i eleva, ma molto più lentam ente che qua!ldO lo animo!.- la,·ora nell "tura. HiJier, che ba "'tudiato ~tli effetti della fatica "11118 lPWperatura del oltiato in marcto., ha insi~li lo più specialme nte sul fll llo che un'umfOt'ID& calda ed &ll'"estala fuvo rrsce mollo ptu 111 produ1ione degli ac·cidenti, impedendo 11 raffreJJotnPn to del corpo L·e.,ercizro prolun~alo e qumdi una cuu:.o adruvanle del colpo di c~ lore, percb,.. es. o é per ~e !'-~.('~ o uno cau~ tli l'l"caldarnenlo tit•l corpo, e perché, sotto l'azione combinata dell'esercizio u ù...J calore esternc1, la temper Atura del cor po ~• e le" a rap•damente ad un ~rado rncompalibrle co! funz10· na mPn to dell'orJ,tanismo. N~Ji i uomini morh d'in ... ol&zione ~<i const.ata, come negli animati che "'no ucci"'i dal calore. un'elevazrone I'!On •derevoJ., clelia tempPrlltura al momento •lf'lla mor te ~la non ba..,la ccmstot.are rhe gh uom1111 e gli a111muli muoiono f{Uaudn J,, loro temperatura si e eva al di"<lpra clei ~5 f!rttdi ; •• nuce"'"sar10 rtce rcar e iu 'lual mollo, per 'lU&Ie me•·can1smo avvìt>'lt> la mor·te. Dai falli os"lervoll gli auLor i sono venuti nella ronduo:ione cht> nelle condizturu nrdmarie in cui l'i pr·oùuce ;1 colp<l •li e«iote, la morto non ;:j ;:pre!:!a né con la coal'tulaz1011e deUn m&tJsina . nè co11 l'a«fì<;•ia. lll' c-on l'aut rinlo"Sic&LJone: pot·e che e"~a qjs la cou«egnenza di un'az1one dirella, eccitante •lapprin;w. po"cla par-alluante ciel calo1 e "UI o:orqlerna nervoso.
La perstmnsa. deU'a.lbumloa. nell' urlna. dopo la r;uartslone delle nefrltl aoute. - Doll. B.uw - (Jou rnal le .\JI}decine et de Cltiruryte, novembre 1&!1~). Gia Cuffer e Gaston hanno rtchiamato r otte11zione alcuni 11nni or "OliO t>opra alcuni ca"' 10 eu•, mollo tempo rlopo o11a u err1Le acut.a. si constala uncora una fJII&nli ~ notevole ùi a lbumine, che perttrste ntllle orine e che no11 é però rncompalibile con una pPrfelta !;&nrta. Bs.<~t bannu dichia rato nel· laroPnte che, in f)Uei ca"i, non qj deve rare una pr oguosi
IIIVTSTA '! &DICA
gra\"& e che, !!e si devono consigliare agli indiv1dui alcune preeauziom, nou P però nect>.asar1o mdebolirli inultlmeole, obbligandoli a re11tare in ca mera e sotlomettendoli ad un severo regime, ess1 meLlono in guardia i medici conh·o una medicazione assolutamente mtempt•shva ed inutile. E~s1 altr lbuiscouo la benignità di questo stato 81 fallo che la nefrlle, che era stata primitivamente ditruss, generalit7.ata, e divenuta ulteriormente loealiztala 1· parziale. Pur dando d1 questi fatti una interpretazione al'juenlo difrereole, Bard ciU:s casi analoghi e dimos tra in c.be cosa qut·sta albummurtn. rho ha perduto la sua J.(ravezza, difl'~rtsca dai casi di nefrite in evoluzione. Lo studio de1 fatt1 dimo~tra. che questa. albuminuria r resento una certa fl ss1ta ed " meno !'>en<>ihlle alle cau«e occasionall di aumento, come la fatica o gli ccces~i d1 alimentazione; ma la diagnosi differenziale risulta mono dai fl•noroeni che si con~ta.tano iu quei ~;oggl.}lti che da quell1 che nou sì constatano. Il ca.ratt.ere ast<onziale cons1sle nel rallo che l'al!>uminurta co"tituisre ti ~olo renomeno paLoloKICO o:-· serve Lo , l' aoeJi,.i rivela, con l' as<~enza di poliurie, la presenza dl'glt elementi ordtnar1 dell'orina in una quenttlù <'he rimane nei hmili fisiologici: non ,.i con<>tataoo elementi dt desquamatione delle cellule rermenlate; oon cellule libero allormuli, 11ou Cilindri, o LutL' a l piti qualche cilindro iahno. Xon <>i rtsconlrano neppure dtstur·bi della salut1• generale, non ~cchezza anormale della pelle. noo ipertensione arte· riosa e per di più nessun r1percuot1meol0 ,;ul ruorE', non iperlrofia, ne rumore di galoppo.
RIVISTA CHIRURGI CA
Lauastone oongenlt& dell'a.noa. - (Br rc . .\!e.I. Jou.rn.., 21J oli. e .1 nn. o t~ Srt r [J., agosto !H).
8R.\ OFORD
Il Bt•adrorJ dopo avere esaminalo i casr ,Je!"Crtlti neiJa le\tort~ tu r•n medica e quelli propri, "'' crede autorizzalo a
fare le 'iOgueuti coot=tiderazioru : 1. Cbp i metodi di trattamento collalrazioue o con mezzi meccanic:i, ~rucce, s tecche ecc. con o seuza tenotornia non ne proclncono la g uarigione; 2. La cot•reztone mediante t•iduzionc rorzala senza inci· !lione può eS!'tere impiegata solo in ben pochi casi ed è meuo infido ; 3. Ch~ la riduzione previa operazione cltirur~ica offre 1~ mag~iori probab.Jiw di guarif.!:ione. Questo me·todo per tanto pr e enta allualm<>nle a ncora dei pericoli rna ,. da ::~pe rarP che un ulteriore esperimento vi dara ma f'(gior precrsione e foruirà r isultati piu alcun Il Muers (ibid) Jiscute ti medesimo soggello. ln nessuuo det 113 ca si, dr cu1 serba moruoria, v1 era pronunziaL8 ne.~sione o.l adduzione: nel 30 p. 100 esiste,•a dolore a pertodo specialmente nei periodi di troppo r•apida cresrenza. Gli acccssr dolorosi era n generelmenle r1correnti. L'autore crede che la riduz.ione della lussazione non tti possa ouenere senza una o~raziooe chirur gica.
330
Rl\"ISH
JAMES MuRPHY . -
Bpleneotomla, guartclone. - (Brii. .\1ed. Journ., 3 nov. 189i).
ll Prof. Murphy riferisce il seguente caso in cui esegui la spleuectomia seguita da guarigione. A. C. di 1-'lymoulh nubile dell'eta di anni 45 fu ricover·ata nell'infermeria di Sunderland il 18 aprile 1891- colla diagnosi d'iperlrofia splenica. L'esame cut venne l'inferma sottoposta fece riscontrare l'esistenza, nel Ialo s inistro dell'addome, d'un tumore che raggiungeva la ct•esta iliaca, cbe in avanti sorpassava la linea mediana, che indietro t'aggiungeva la spina dorsale; ìl tumore era fdcilmente sposta bile; la superficie ne era bernoccoluta. Alla pressione l'ammalata xccusava dolor e. L'urina era normale, normale anche il sangue. Non esistevano sintomi di lencocitemja. Le condizioni generali dell'inferma erano molto scadute. L'operazione venne eseguita ìl 25 aprile. Cloroformizzata l'int'ern1a il prof. MU!·pby esegui un'incisione di circa 8 pollici lungo la linea seminulare sinistra, si ebbe una forte emot•ragia la quale ces 1ò legando con catgut sette od otto voluminose vene. La milza non aùeriva alle pareti addominali. ma l'omento l'abbracciava strettamente. 11 colon trasverso anch'esso vi aderiva in due o tre punti; le aderenze furono lacerate e i punti sanguinanti stretti da piuze di Pean. I vasi specialmente venosi erano friabili. AssicuraLal'tJrnosta::;i, la milza fu delicatamente, l'estremità inferiore per la prima fatta fuorusci re dalla cavita addominale. La donna cadde immediatamente in forte collasso e sembrò prossima a m'lrire. LI peduncolo, che era molto sottile e mollo larga (ci•·ca ~) pollici) fu assicurato, a cominciare dall'estremo Ruperiot·e. m tre punti con doppia legatura con seta e diviso: lo stesso si praticò per l'estremo ]nferiore: i vasi cenkali del diametro d'una penna d'oca furono legati in ultimo e quindi recisi. La milza, cessate ogni emorragia fu asportala dalle cavità addominale. La donna era sempre m istato di allarmante collas!"o sicchè non si perdelte tempo ad irrigare la cavita addominale, la quale venne immediatamente chiusa con punt• di satura con ct·ine, di Firenze. Non si usò dretla!!gio. Le con-
CHJ llURGICA
3::l l
dizioni dall'operati) miglior~n·ono gradatamente a a11• maggio la meta dei punti di sutura fu rimossa; l'allra metà fu tolta il 3: la ferila era quasi del tutto guar·ita. Il 9 maggio fu presa <.1~ broncopneumouite di cui guarì, sicchè il12 giugno l'u inviata nella casa di convulescenza ad Har-rogat€'. La donna si r imise pr'esto: la cicatrice era soddisfacente e non si produs.se ernia ventrale. L'seme me-croscopico della milza costatò che essa aveva un lunghezza di circa !) pollici una circonferenza superiormente di 9 pollici e mezzo, ed inferiormente di 10: il suo peso era di l 1/, libbra. Nell'interno esisteva una cavità ascessuale la quale conteneva cit•ra mezza oncia di pus. Àl taglio, la milza aveva una ror:sistenza coriacell. Non esistevano neoformazioni. 11 MurphY fa seguire a'll'operazione le seguenti considerazioni· Gli esperimenti di Tizzoni sui conigli e quellì di Crec.lé sui cani hanno dimostt·ato che l'uomo può vi vere s enza Ja mil;r.a, come fin del 1519 opinò lo J occberelli e come pro\·ò nel 1367 il Pean aspor tando una milza sede di dege· nerazi<me cistica. Da allora la splenectomia è stata praticata: l) per ipertrofìa !i'empli"e; 2) tumore dR mataria; 3) milza mo· bile; 4) degenerazione ci!:<tica; 5) ascesso; 6) tumori maligni; 7) lesioni varie. La milza è st8la frequeutemente aspot·tala in casi di Jeucocitemia ma quasi sempre con calti vi risultati. Tranne in questi, l'oper azione è pienamente giustifica ta itl quelle inJer·milà o les::ioni le quali Altrimenti tra llate produrr ebbero la morte: per ò !:tante l'alta mortalità che si ha ancora oggi.;ì, i':' quei casi in cui la vita non è minacciata l'operazione uon é da commendarsi. La splcnectomja io se stessa non presenta gravi difficoltà tecniche e coi mezzi attuali a nostra disposizione per frenare remor-ragia (p:nze di Péan) e coll'appropriato trattamento del peduncolo è ad essa set·ùato uu brillante avvenire. Al professor Murphy sembra elle l'emorr agia cosliluisca l'unico grave pericolo, ma dì el>sa non possiamo più oggidi preoccuparci.
RIVISTA DAURIAC.
-
Delle fertte pelletranU dell'addome. -
(PrOfJr é., médical, N. ~5).
A pr opo10ito della morte ùi un umci&le operato di laparfJtomia all'ospedale di Vel-de-Grilce in !'legurto a fer ita complicala del 'entrc da colpo di revolver, il Daur·iac richiama l'attenzione dei chit•urgbi sul valore det metodi dJ cura finora impiegali in tali casi, ne dtmoslra l'insurtìcien:t.a e ne propone la razionale moditlcatione. Esamina le ~t.alislìche o le ragioni allegale dar.tli aslenllionisli, e da• lapa rotomuti, cita il l illaux, che pensa che l'mterC'ento qualf' ,,i effettua al pre.~ntli! o.ffr~> tanto t Jf'ld C'an.taggi che è ancor mef!liO t·orr ere tl rit.cluo dello :rcahtlirsi di una per itonite cisfl'ca, ~is~rrvmdoci d' ifl,teroentre se la peritonite :ri generali;.:a~P. e l'opinione da Delorlll~ che cioè, ver IJUOIILO debole ~ia la ('lfra det suc·ce««i che puo\ attualmente sperarst colla laparotomia, pure cn princtpto, devesi accorLlt)rle la preferenza, es.9cndo certo che la tectticcr. Opf'raioria non "a ancora r ct!FJiunto il arado di per(e.:ìon• duideralnll'.
Si ammette in ,renere cl1e 1! mezzo più sicur o di evitare la per·itonite sellica, in seguito a fe r ila del ventre con~ll'l& nella sutura l'alla colle precauzioni anti<~elliche· ci si contenta di lavare uno volta lo cavatA por·tloneale, di a<>ciugarla con spugne o compressa, e l'ubilo dopo si richiude ermeti· camente il vt>nlre come se, quasi indubitatamunle non -.1 la~ciattse l'infezione nella t·e~rone medicata. In qualunque caso di ferite imbrattate dt materre fecali, o anche solo dt detriti 1lel suolo d si riserva la possibilita di «pingere una irritzazione anll'~eltica o di assicut·ar e lo scolo di sieros1hl selltche: perché agit•e diversamenlt> allorchè traltas• del peril.oneo organo t.anlo delicato ? L'A. opina che il difello d'irriga<troni aulil"ethche nella ..ierosa, dopo la laparotonHa, é la cauM la piu polente deglt insuccessi dell' inter vento : ed é da questo Ialo che egli c r~de debbano por~ rsi delle modrflcazioni Il metodo che e~li propone .::arcbbe il seguente: aprrre il ventre nel p111 breve termine pl)lssibile, proceder e rapidamente alla ri para·
CR1RURIHCA
lio-ne delle par eli inlesLinali, ed olia legalut·a dei vasi, lavare aecuralissimamenle la c..1vilti periloueale e r1chiudere poscia l'addome, ma osserva mlo questa particolare condizione, di lasciare cioè alle due estremità della ferita, fra le due commessut·e superiore ed inferior•e, ed il prim0 e l'ultimo punto di sutura, lo spazio sufTiciente per l'impianto tli un tubo rla rlrena~~io, solidamente fissatovi. Il tubo superiore poco lungo, libero nella Cllvilé.; l'inft!riore, formante SJfone, colla branea intea·na semirigida pescante nel punto piu declive della eavilé pelvica. Con questa disposizione ~ra possibile introdurre, dopo la sutura. un liquido nella cavitil pea·itoneale: tale introduzioue va fatta lentamente ed n debolissima pressione; e si puo avere cosi sia l'Irrigazione continua della sierosa, sia la 11ua balneazione temporanea. l\on ~> Illiluraltnente indifferente la scelta del liquido per tale laYalura peritoneale, e l'A. ritiene che a Lulti i liquidi medicati o indiiTereoti sarebbe preferibile l'impiego di un liquido fisiologtCtl, come il siero arlillc•ale ~lerilizzalo. L'uso da 'luesto siero oltre al vantaggio che Ila di non it•ritare al peritoneo, presenta pur quello impor tantissimo di poter essere abbandonato url veul••e iu più o meno ~trande ((uanlil.é: 11 suo assorbiroeulo compiuto dalla sier osa esercita anzi il pill benefico etTello suno stelo gr.>nerale del paziente. A. C.
Del oateterlamo delle arterie, del pro r. Bucarest. - (Pro,,rèa m.édical, N. :l2).
SEHREANU
di
B pro!'. a·umeno comincia col dichiarare che sembrera un paradosso ai piu il senLtre du lui che egli incontr ò dei casi in cui il calelt-rismo dell'arteria gli sembrò mdtcalo, e che egli crede ~ssere Il pa•imo a ll•allare un tale argomento. È a tulLi uola la fr equenza delle caugrene dovute ad embolismo. L'A. ne studia le diverse cause, la paLogenesi e le vanelò r elative. L'embolo J dovuto all'ateroma dei vecchi, o ad un coagulo par tito del cuore (enJocaa·dile), alla coagulazione della fibrina da germi o tossine ancora mal detertni-
31l
RIVIST\
nale (forme tnft!tlive) o ìntloe dtt un'attitudine viziosa ùell6 membro a lnn tto prolungata e spesso ri petuta In generale iJ coa~u lo 1 arresla a livelli) delle b1forcaziom arteriose. eo~1 ~ono piu frequenti in corrispondenza della biforcazione dell'omerale al ~omilo, o della pophtea, producendo lA cangrena della mano "' dell'a,•ambraccio, o del piede e della p:arnba. Per avot'1· un buon ritmltato occorrP eseguire l't~m pu la zione dow· si perc•'PI"re lu pulsazione delle arterte, ~acri fi·~ndo un lungo egmenlo dP.Jl'ot•to ancora intatto amputando toolo a1 confim dello parte cangrenata i lembi ~i mor· LtOcano e O(~CorrP. o •·ipetere l'amputazione o aspetlare uua c•calrt~ zattone Recouda rio . Fu '" talt ca<~i che l'A. ebbe l' idea d t disoslruirti co11 une sonda i rami di b iforcat.ionc della poplilea che non ~i !'t>llliva pui Aare che all'unollo del 3• adduLlore. Su un uomo tlt 60 onni con rbng t•ents do emboli11mo, che avevo invaso la gamba senza lcudenza o limitarsi, ed in cui l'arler10 non pnll'ln va che molto in allo, anziché all'esLrem1lè delle cosciA , e~li vollù amputare la gamba al punto cl'elezìone. Duronte l'operazìont- non cbhe ulcun gello dJ sangue , solo )mchi"'flima ••morragia, fJU&~i cap•llare. Con sonde Charriere precedentemente prl~parale, e hen di!iinfeltete con nlrool •'" acido renwo, e tnlrodolle nel h1m•• delle arterie pl'r tulla la loro lurlf.chez7.a, ~ e<.eguirono dei tnov•menti di 'a e ncni : 11 !!&n,:!IIP. comincio a lluire a1 lati d••lla sonda, ed e<:trallll 'fU6"1lO, l'onda san~utgoa ~pinse ruoJ•i parecchi COti~Uii cilin.irici, couservauli la forma P il calibro dell'ot·Leria ; la corrente si rist8b1lt e l• ~ali i va'i. l'emorra~Itl capillar... di· venne più copio ..a. i te~"~uli piu colorati. t lembi non SI caurrrenarono e '~i ebbe riur11one per prima inten<>ione D1 p01 l'.\. in tutti i ca«i d1 ampuln7.10ne pet· cMgrenn do obliteral\i<m.:l dei va~i pra ticò sempre ti cateterismo, ed ehbe ..... mpre a f••liciLar«enP. O'orJinarin la sonda peu..,Lra cotll plelauwnle nPI lume dell'arteria. ma talora non si puo penett·ar,·i. e cii• ò l'au«alo dalle adl'renze gia contr ulte dal coagulo colle pot•eli dt•l vaso: in questi casi non è raro vedere il lnmbo morltllrat·~i in tutto o in par te.
3:~:;
CHlitURG ICA
L'A . modestamente dichiara che per quanto poca impor ·
lanu po. ~a avere f1Ue!C'lo procedimento, tuttavia é ~r&:llt! nl mede~iruo
che egli polé ottenere buona
rir:~ultali
in ca<ti
moltu gi'8Vi, e crede che la nutrizion~ dei lembi ~i olebhu m jlran parte al ristabilimento della Circolazione ottenuta col calttlPrismo delle arterie. Egli conclude il ~uo lavoro pregando 1 c•olleglu a verificare questo suo proces...o e ftiU· dic&r l' per~onalmente !'e e!lsO mer1ti un posto nella chu·urgia o! •era l i va. A. C.
Bopn. &loane puttoolarltà. delle ferite prodotte da prolettnl a maGtello 4'aool&lo. - ({'ent r ctiIJ/rJtt /ttr chir1' rgie, N. 42).
TA LUJ.iR. -
Taube1• r ifer·isce il r·isultato dei suo1 ullimi l:lspurimellti.
!';gli spa ro con cartuccia complete da g uerre austr iache '' pru~!luwe s~•·ven dosi per ber~a~lio di cadave••i inietlali cii rroii!Co. A:d ogni sperimento dì li1·o fu tenuto conlo delle condizioni meteorologiche (temperalul'a, vt>nlo ecc ) alle quah l'autore a•~e~na non piccola 1mpor lanza. Gli sperimentatori lw>r la meg~• o r par le trovano che il proiellile Miinnhcher non ~· deforma colpendo il her"aglio. econdo ~tll esperllll.. nll di Tauber, sopra 100 pro1ellih !;parati e ne trovarono qumd1r i alterati neUa ror·ma, 11 qual rullo fu constatalo llllche da Oelorme. Sparando alla tlistanta di J()O.:JOQ.9()() ~.L auch t.! a 1000 m. il canal~ delle fe•·ile pr ende,·a uua f11 rma Cilindrico . Mu se 11 proiettile nel ~uo <'or l:-O incc.nlrava un ostacolo, oppuro• .,e il colpo era sparato a maa#tiore dic;lanza. il canale a.c;c;umeva. !:lpecialmente nelle 0"~"'8. la forma di c·ono c.olla ha-.e r h·olla indietro. L' autore mo"trò tlue craniJ uno tlea •tualì mostra va una fralluru a fMo l'altro ~•·n 1'1••otto in frummeoti, CIO che il TaubPr sp1e~a amrnellt>ntlo che sia av,enulo un incontro del proiPlltle con un ostacolo n Krandi dlstanze, oppu1·e ammettendo rerle anatomi<'he cuudlzioni. A nalogbe differenze mostrarono prepaL'ati <.Il rernor•l con fe r·ite p 1·odotte -sparando a distanze dh•erse.
lllfi'TA EBER\1ANN. -
8111leleuoal4el OI'&Dlo pro4otto dal prolet · (Cen.tralbl(Ift fu.r Chir urqie, N. -i2)
We a III&Dtello -
Colla dimosll'azione dei relativi preparati, Ebermann r afe11 risult.at.o di pr oprii esperimenti. Sparando contro il cranio con cartuccia da g uerra completa <~i faouo piccoli frammenti e fratture rag!riat.e o circolan, eJ il foro d'uscita mor;tra una forma meno r egola1•e. Con cariche di· mmuite (di 2 c!rammì ed an.!l1e meno) si ottengono <:cheggie di maggiori dimens1onr. Colla carica ùl l g rammo si fnnno scheggia in minor numero e meno !!stese, ed il foro d'entrala acquista una forma più o meno ci1•colare. Gli scheggiamenti che partono del torll d'entrala nMI ~gliouo 68sere iu comunicazione cou quelli partenti dal foro d'u~cila Il g•·ado dello lesione del cervello era direttamente proporzionale alla 'luanlità e gran. dezte della cer1ca "d indirelLemente alle distonza alla qualu era sparato 11 colpo ri~e sopra
8opl'a le ferite d'arm& 4& f'llooo delle pors.lolll spupose delle Oli& luosbe delle eatremltà . (Centralblatt (1i r Chir urqte, ·. 42).
8\'<:TRO\\, -
L e o<~servezioni su CUI c'informe questo autore si riferiscono acl esperimenti instituiti al polij::ono ù'ar•ligliel'ia. Onde potere osser vare le lt!sioni prodotte u g ranola d1slanze, egli adoperò cat·Lurcie con cartelle ùimrnuJie. L'eslr·emitil. da MI· pirsi fu collocata orizzontalmente davanti una serie di tavole gro$!le un polhce e d1staoti rra loro circa lre pollici, ed 1 colpi rur·ono ltreti alla distanza di 12-:1000 passi. L'outor·e venne a lle conclusioni seguenti: a• a tulle le distanze tino e 3000 passi il proiettile tra· passò sempre le parll !Opugnose delle ossa Lunghe. 2• il pr·o•ellile in Lal caso resta inal~rato: a• alle s unnomlnale distanze i proiettili mantengono la regolar1tA della loro tratetloria e colpi.1~cono il bersaglio colla punta;
' ""'l n•:•c.~ ~· 1! J.l! metltl•• dopo 11vert· lNlpa,.~nla
!:t ('Ot'ZIOIII'
pu-
gno"" perfo t•~tnrlol a , rolpi"C<' la la volti l'iluota di did ro •·olia sua l<U(l..,rl,,rie l~tt,.rale llppuru colla >'U& huse: r;• qmwlo ma!:!glot·t~ ,. la forza <·on rui 11 pr11i~llile pt•r-
rora un os-.o tnnlo piu p.. rdo in ret:olarill\ la «ua traiettoria: tj" il rorO d'entrata ùeJia puiJe é :->emprP circolare, t111Ailtlo al pt•oietlo cnlri"ec ali &llf(olo reLlo. !-'B ··~"o t•olpi!'ce obliqunment.e il foro tlivenla ovale, ,.,111 rh~-: Il foro ù'eutr11lu d&lla pelle o è ugual•· in diemelro a ')Uellu dd pt·oieUIIe npour •! t•iu picco! •. 7" il foro .ruo.;cita hu l'a<tpelto di IIIW pit'cnla fer•ihl la~~rn, di furma ir·•···aolat'<~ oppure dr una fo•:.!'Ut•a; R• ot•dmarJamente CR!"o é 111ù ampio tlul foro d'ontt·ala; IO UlJilni Cd"<Ì f'l'rl'l ._'è VÌ lo f'IÙ f'Ìl"C tlo. f lllaraini d •J fOI'O d'u c:cita "0110 orolinariarnenlo r·ovesc1al; in fuori, rn& :-11 puo>S<•llO ve.lere anche depr•·c;<~i: 9° •tU811IO mmore P la Vf')Cicilà ÙPI proH•tlile qnenÙO COl• pl<~re, tanto in 111inor numet•n ~ouo le ~>ehPggie e l~ fonrll lur" che ...., ve.louo l'HIl(• O!<!-ili, •:on una '!:!loc1la corri.. pondt•uLe alla distunza c.!1 I'Ìrl'a 3000 p&!-:!'11, l'uulot·e ottenr ... cauni& <>enza ~cheg~:w~; lt}o uelle <~le~<~<e o;;~<u il fnt·o ù'uscitn l• ordinarramPnte
tnaggiot·e llt~l foro d'enlt•aln, J 1• nullo l••!<tone olo•lla "o<~lanza <~pll,:!l\0!>8 delle o--c;a lun :rhe i fl'lllnlll·'lllt di 1Jil6"1U "000 01'1ÌIIIlrÌ8ffiPIIle lPOUh 111 J>(lc.lo ahloa-.tsuua hen • dal p •rio-li•J. L'autort> <·onchiU<it• coll'fJ <~<terva r•• cllt> 1\l zerlo)t•t.du tutte lo ftlr llO olulle por•zroui spugnose delle oc;c;a lun~lte tlf.'vono rtguat·darsi c·ome rnnllo merto grav1 di qnrolle prodotto dagli anltcln pt'Olellllt. h \ 'SO\\ - Bulle ferite obllque della. dlaflsi delle osa& {CMtrrtlhlDghe prodotte d& proiettile._ mantello fllatt fùr ( ltirur•/ .. N. 4:!).
Quali o~rE:elti da ber-.agho .,ervirono in t]U<'"le spcriunt.~> lt> diaosi del ft•more, dell'omero o dell'ulna; •tuo>~te O""" ''tmnero collocale solto un ongolo dì ~ ~rat.lt. le eslremitil ~~ lrovavauo po~te sopra uu piano orizzontale. L'augo\o di 22
Rl\"h lA
i.> l.!'rad fu "c-:llo perchc in :.:uer·ra in e&U!'!tl dei frequent.r movimenti si verr flcano 111 grande quanti tà di quesl!' ferite oblirtue. \Ilo scopo dr dar·e un'esalta rt ...nurzrone del11• parlr· cola r rùi di •JU6"l" ferilo. t>;Zni dialisi ru dr\'il'8 in tre ~ez•olll' ciot• una sezionP assrlt• e due ~ezio11i lttler ali. geco le conclu«roor l) Per· la enor me forza \'ÌVtl del nuovo proiettile l'autor~ non poV~ nllenere alcuna fralLus·a a foro. 2) l proietlrh che colpiscono obh tnamente :-r•ieganu Azione prù d•slt·uttiva clw 'tuelli chi' colpiscono direllament~>.
:i) ~on fu rnar os erwlla r"'nelraz•nne del pmietlile nell'o!lso. ~) Il numero tlelle scheg~m· cre~ce col cre;ocPre clelia carrca. fi) Anche aurncntando la lontananza si ag!.fra\'8 la le"ÌMie. li) Le grflvi conlu8ioni er·a•rn pt•odolle solo ùa colpi di
rimbalzo. 7) l proiettili deCormatr agr..,cono con effetti cspln<~l\ r. ~) La Ultra e l'ulna si compor•lano diver·!'!nmoule del fe-
mort-. O) Lo spOI'fWIJZ<' e !-lca!Jrtlzte dt!ll~ 0"!.'8 fa\'!JI'Iscono l'eti!lnc •·"pln:;sva th·r proietLili. IOJ l vu-.r ed 1 111 r\ i pt•r lo piu re~lllno inlaltr, eeceltuatr 1 C8'41 m cui l'i espli('a l'azione espiMi Wl del fH'niellile. l l) Al fPtnOro• ed all'umero Il ruru d'eutrau. pun ri~ul tare ptu piccolo Ilei diametro del proiellile. PAUI.O\\. -
Sull'importanza della terra, dell'acqua, delle pietre e degll alberi quali mezz141 proteslone contro le terlte del proiettile a mantello - (CelllraliA4tt fr•r Cluru rq ., N. i:!)
St 8 (!t'II08 o.ÙJ Paulow Hll"tmportanza del fiUC,.,ito ,utla eh· d<'i po~<li di medit·aztone contro le les·onr cau"nls ola• proialtrli 11 lll&nlello nello fu ture guert•a e in pari tempo ,.., si fanno conrJscet·e gli e!lperimenll cho ci devono dtre iu ft>S8
Clll!t l' RI. lCA
m ìsuea la terra, l'ac,fuo, ~li alb~ rì, ecc., da uua parte .,,J i lt~rrapieni ar tificiali con nllre oper e di diresa daU"allra possono p rolett~ere il comb11tlente dai nuovi proiettil i. CflU'a ìulo dell'a pparulo di Leboulan~er e,rli ha va lutata e determinala esallumente la forza dell~> car iche ed ha trova to -che il proiettile ad una distanza di :w pas!'i, sparato da une corica completa contro una tavola di 36 polllci la perfora: con una ca rica di 2 ~r·ammt ne perfora una di 27 '/, poll1ci; con un grammo e'/, uua di li". con un g1·arnmo una di 8 1/ 1 • eJ all'wcootro colla caricA dt mezzo grammo il pro1etllle può f~r·marsi nella canna dell'Arma. ~el colpire !"acqua sotLo un an~ok> piu piccolo dì 8" le pnlle rimbalzano, qualunfJue sia la carica, e rimbalzando J•nssono ,•ausarP g rav1 ft~rill!. Lo spessore tlello slralo d'acqua auclte dt un centimetro non protegge da une feritl.i di rimbalzo, rome fu dimostralo dai g'ussli preseulali da una tavola che ser vi di ber;;a glio imm ersa nell'acqua Ma se l'angolo di pet·cos"'tone del rrotelli l~ e di s• oppur·e supet·iore ad So il proielltle allora non fa ri mbalzo ma precipita al fondo; 5'<8 poi nl'll'acfJU8 vi è una leg~era ondulmdone PSSO può uscirue per rimbalzrl e prt•durre anco t·a delle l'el'ito. Sp1lrando coolt·o r iparr di sobhia umida o di cretti, la forta della carica non luf1uiscl' sul gr"ttdo d1 pPnelr!lZillrW del pt·oiellil~ tn quel materia'e. Cou una cal'ic~ completa e alla di<>lanzn d1 :woo pass: il proiPtlile, dopo .-l'e....;.:ere pene trillO per la prorondilu dì O, Hl - O,~> m. nn n può pilt Lr·apassut·e una tavola poslll dietro il ler rRpieno; ma in !!GllerRle eS-31> pt•oieltile 11011 t•enelr·a al ÒÌ 18 rli H(} teliiiRl ~tri la spèssezza 1lel terrt~pieno. La n•an.:&ltZa dì uua appt'».zzahile dtversilà udla penetrazione del proietlilo nel lerr apieno, ~parantlo con <'arich•· di forza. diver!':a si puo l'piegAre cQ)ramrnettere che il pt·o1ellde spt~r·alo 11 pt ... ua car1t·a, coiPètldo ttuel b~r<:aglio per·dR molto della sua furzn \'Ìva e r-l1e proceda innanzi irr~'~Olarnwnle, co11 clt0 la terra cht· ~ta d1Ul\8H7.i al prOiettile \'lene fortemt-> file COl Op re~$8 offl·eudo cc1~i al proieltiiP c:tes"o una ma~gioro re~"isLeuza. C'm caricl:e f iù deboli il pl'OJettr(e pren l•• Ull decorsO f't'gOiare ] terrapieni a pa.t'P\i perpenùltolari sono fllll:'lh cbe proteggono tn6!!lio, allrim~uli i rrmbalzi per i •(uali il proiett.le SI de-
81\'bf.\
iorrna e prooluce le!:ÌOIIi piu gru,·i "ono ine,ilabtli. Uel rè'-lO l'all.. raz.i(lne di fo.·mA del nuov•' proiettile a mantello n molto piu lieve che 'tuella .1.-.1 pro,etltle anli•·o Ji piombo nu.J, Le pallottole che ~opru llll Ler renn orizzontale colpil'lcouo toolto un an~o lo rninoru di 15 fanno nrdinoriamente dtH rìmballi. Spara to contro alltet•i tl protPtlile n mantello pent>lra a piccole distanze piu pt·orontlamente che a distanze maggiori, mentre il follo oppo>ilo si é oc:servalo co! prOiettile Derdau. I nuovi prou>llih penetrano wl una dt'-lanza dt 200- t:\0 Ct'fl· tirnetri, etl a t'!OO pa<~~i penetrano soltanto a 31 cenlimelri. Al· l'incontro il proieUile Derdan n 200 penetrava !o<ÌIIO H L6 centunelri 11 (300 lino a 3L Pet·cir'l un uomo elle :::i lt•ovi dielt•o .t'un alber·o a ~ pas.. i dal OPtntCO pun essE:re n~parmtato olal proielttle Det·<llln, mentre che alla distanza dt tiOO 1uc:c:i puo dallo !ltec:c:o prottlltile C"serc ucciso. Dai nuovt pl'uietlth dobbiamo a"pelltsrci il conlra1·io. Un proietlilP. cho l rapn~<sa la parlt\ mediana oh un alburo \A ollr·e in linea retta nwnll'e se esso colpisco le parLi laterali v1au ùeviato latera lmenlu Mllo un ong(Jio di 8-10°. Finnlmen lt • ola notar:;ì che il nuo\'o protcllile urlnut.lo contro uu ~a~'-u vien derorrnnlo ed ti ~a:o!>o e tnt"'"'o m lhmlumi. PiPire ùella ~ro.;sezza di unA te--La, se non sono mollo adPr,.nli al lPrreno '>i mettono in movtmeuto per l'mcontro <lei l•roiellill· e rotolano ~ul terreno ('0106 palle ola !ZÌOI'O. Il pr otPttile Hordtltl invece non ft•anLumtl le pielr(', 1na s 1 appiattisce completamente sulle rn .. de~inw.
- n trattamento dello lnflammazlont flom mono1e mediante medloazlone continua dl alcool Deut:seltt milllarrir~tl. /.etf. e C.entralblatt, N. t5.
SAI.ZWEOEL.
L'a utor~ rl(lscrive per la cura delle infiamma:r.ioni llerurnonose un nuovo metodo eon ' ut egli avrebbe ollenuw un
rtc:ultalo wramente td(!ale. Billrohl dice che questo ri~ul lnlo consi"l6 e~~enzialmenle: o iu Ull rt•rresso qua~<i aborli\•o delle llogo~i lt·~gere, oppu r~> in una tumerazione di parlt alquaulo inRarnmate, <'nn rapida "COmpo,.izione dei
CHIIIURidCA
:Hl
tetumli grEnemenle affetti e rormazwne <>ucr<.'3<.;Ì\& di ca,1lu purulenla ben tieliuulala. Il metodo t• ti "'eguente: llopo ovl'l' purillcalu IH pelle con etere qino al ù1 là dt'ì hmiti dell'., rea infiammata "'• copre ltt cute d1 uno <>pes:-o t!lralo di 0\ &lla s~l'8""18la e.i imbevuta l'alconl, copr~>ndo poi nussL'ulluna con rnalel'iale uupe1·meabìle nllo scopo di unpe.Jire J'e,apl)raziOIIl'. P ero queslo materiale nou deve chiudere Prmt•hcam ente potclw 111 l1M caso ..arebb~ fa,ortta raltone rautertzzanle, ma .t~ve esser·•• provvNluto di fol'i oppure applit•ato a slriscie !'leparttle ll·a loro da uno spozto. Il tutto è (Wl COJ•t>r·lo cd involto rla una ra..cia dr cambric. L'nppal'ecchlo puo f'OStare in l'ilo Joleneralmen t~ :!1 or e; ne• ca~i grnvi si r·accoman.ta di rarnuiarlo dopo J:! or e. P1ù t.ar.ti, quando tllur gor·o delle parll é durunuilo, 1'npp81't>ccluo pu" r~'-lRre Ila due a tl't! gJeol·nì Se estslono ferile. l'autore le r.oprl~ <'Oli ~arza nsc111 Lta opp11 rt• le tnmpona; v1 sopra ponn unu compr!>-<'-a 1mbevulo d'nlrool e •Jniudi il reQtanle matenale. Cneoi !<Ono ev1lali anche i più liev1 dolori 1 quali cef·lo "'l'nza que!'la cautela "' provocher ebùero per il contatto dell'alcool coli•• !O<Uporflci piagaiP. L'olcool da u~81'-:li deve esMre al 111) u nl 00 t>i puo adope1'8re anche l'acqua di colourA, 11111 con caut••la. pc1·ch•• parP che uli 11lii el<>riri che in t"'"R eono conteuul1 abb1ano azione il'l'itante. l'an lo la ft•bbre come la tumefazione locale c:o~lwno ~porire.
RIVISTA 01 TOSSILOLOGIA ~ ~H:DI[I\\ lEGHK L 'Javulone del mlorobl nell'Ol'l'&llliiDO 4opo la morte ACH ARO f: PIIU LI'IN. (Rerue 8Cit•n/i.fique, 'l fevr. 18flo.) Acbartl e Phulpin hanno rrl·~r·cato il modo d'mva sionc .lei m•crobr ordlneruneglr ulllDlr r tanll della \ÌtH e Jopo la lllt rh~. Sr lretl.a di una questione mollo rmpo r lsnte, rerchì• l'os"ervatore ,. espo~to a d allr ibuire a• m1crob1 r itrovati all'au\op:,;ia un'mflu enza palogenica che elletlivamente non hanno t>"Preilata. Gli autori ha uno con!'talato che i bacilli della putrertt7.itme non in va tono tnai gli organr avanlr la morte, "ebbenP. l& loro ! r e:-Poza ~tia stata constatata qualrhe volta duruute la vi t n nelle le!' ioni loca l i ùi natur11 cancrt>nosa. Dopo la morte occorrono a •1ue~ti bacilli parecrl11e or• per prender pMsesso dPI cuore o del ft'galo. A temperature elev.,Le, e qnonde> esistevano in vito dei focolai purulenti, queslu invasione pu() e~ser gu\ completa alla ùec1ml\ ora. Lo sUitìlococco biant:o precede ~res!IO negli orga ni i ùat:rlli della pulrefatiOoP; ''e lo q• trova talora fin dAlla ~elhma ora. D'altra parte si ton <·bt• tJuesto microbo determ.na spesso delle inr,>zioni aggiunte!lì du rante la vita alla malallio pr incipale, specia lmente Juraolt' l'agonia . Finalmeu t~t il coli-bac:llo produce spes!>O l'inrezione del ft'gato durante la vita; H esso che tr ionra piu facilmente della res•Rienza dell'organismo. In~omma la re,islenza ai ml\' r obi non cade tutta intera all'istaole preCi"O della mor le, ed è nella putrefatrone che sr de,•e cercare l'ultima e pio derisha p rove della cel'!lazionP della \'118
:u3
RI\IST~ DI TEC'\h:A E SERVIliO~I~DIGO ~IILITARE
- --
Iatrudoue .alla OOD.Iervazioue del materiale 8&Ultario pre..o feserolto fr&uoese - (Jlul/etin r'}IICtl'l rltt \ft. fli.ttti•re de la tJIIet·re, :-.l. 4!1, lH!H). Jfetlieament i. - Tulli i medtcamenli devono es1o:e1·e provvif'li di unu etichetta speciale mdicunte la data della loro introduzione in uso. Quella che sono volalil1 o che l'l alterano spontaneamente saranno o~galto d1 una attenzione parltcolere, dal puoLo di v1sla della flceiLa del locale dove P&rannu conservali o dello chiusurtl ùe1 recrp1enl1. Le sostanze compresu nell'elenco <:eguenle devono esser•e t•innovaL~ olio fine del pet·.iodo 1r.d1cato per ciascuna dr e-.~e; pt!rò questi termtni non ·ono as«oluh e po«!tooo es· l>~>re modiflct~ti f'econtlo ti g rado dr conservazione. IlO Ili
.l liDI
2
Pulvere dt li•1uirizJII N. 1 :t Polvere t:hinn- chiua grtgia N. 2 . . . . . 3 I'!Jh'tlre ùi rRb&rbaro . :l Polver·e di su!Jiimalo corrm~ivo t•mnpo~tu . ~ Soluzionr> !11 ~olfalo tl1 chi·
Clorolio uJrolo Clororof'mlo
:.!
Collo.Jion
a
Acqua di.:.ltllala Acqua rli luut-o ceNt~o E <~trallo di belladonna. Olio d'arachide Olio tl1 r ictno . Oho ,·olallt• di liUioni. Olio vololile di menla p•'1ft terr..., . . . . . . . Pt\ lole di sf>lrato di chin1nn Pot!ofllhna (rP ina dt}. Pnmnla mercur1alt1. Pota:-;~io (ioduro di). Pota""J'' ("ilicatu eh• Polvere ri'Jpecst·uona PohPrF• dJ g1alappa
:1
:! :l
3
a
:1 ~
~
t :1 :1 !l
a 3
IIÌII8 Il 1 u . :l Thr di cltiuo ~ CR Lapla<~ml Leltevro ~ Grouuli di digitalina amorra do #l'l'. 0,000:> . !l Carta s~nap&ta • • . • 3 Spar·adrappo dracltylou gOtnHlO~II. . . • . . :! Spar·ad r Appo mercul'iole . :1 Sparadra{'JK> "e~cicalorio su tela ,.,,, ata • • . . 3
l8trume11ti. - Gli i-;lrumentì rli chil urgia deYono e-.~et·tj conservali in arm&oli siluall in locali pcrfettanu~nte al'ciulh. I~P ca~c:elle saranno sempre t••oute al complt>lo. e nell'orflin+' fissalo dali~> lahelle.. r.li islrumenti iflolali $81'80fiO con ...er\ah ,.,u de::li ~callah e l mlaru taJle me Jic~tlure allo iodoforuuo e a l--ublimnto, dallP boco•elle conlenl'nti tlello iodio, del percloruro tli fur11, de~li ac1d1 llllllf'rllli, ec:c. S1 • vilt·rb •Il !'pa mnr·e con "U~na J.!li i--lrumeuli d'ac~iaio. Bn-la per pi"C-er\'nrh tiatros~irlazione di apphcarv1 uno >-lr:.lo lt•ggerissimo di va~elina pul'a. Questa opt>raz1one d+'\8 essere riuuovuln ogni -<ea m e ...i. ma nei tna~azz.ini a,..ciuUi, dove gli i-.lrumeuti !<Ì eon'"t~n <~u:o b··nt•, basterà una volta l'anno. Al momento dJ nwllerli ir. :·<~·rvizio i· ulilo ùi farli bollire iu 11na "oluzione i1 carbonalo c;odico al:! p. 100 a tin1• d1 s,arn.;. "arli. ma Ili ruetlera qualche gocci,, •li olio sl••:-Jhlzato suiiM articolazioni e ne1 punti di l:'fn•garnento. Lr! parli ui r hdute tl·'~h i~lruruenti uon •levono f><:~r·e ricoperlP con Alcuna prepnrai'jonP- ; bec;lel'"d. lunerle perfeltameute pultle •• as,·iuUI:'. \'alt-t lo «tes"n per i pe:tzi d• mailleclwrt (pakfond) o d'arp:eulo che ~nunno all'ocr.a<:ione puliti con una me-;colanzn di buwco dt Spa~ua u d'alcool e srregati con uua pelle dt tillliiO.
Dopo una uperazionP che abùia ricLie<:lo la irmuersione de~h i~lrurncnli io c;olu7.inni antioelliche, • iodispen"<Sbile dJ
lavarh m molla &C<fUa. asriu~Andoli bene ~> pa"<:andoli all'alcool; P'~· ~aramw mollo leggermente spalmati d• vasci !Ilo. Con\·iene ricordare che gli ir,;trnmenli di accsaio .;,ono do>terior&ti ,Jal pa"sag;.:io nll'autoclave o alht stura secca a 1800, cht' altera la loro temp•·ra; il pa"saggio alla fiamma, la soluzJOlll ds s ubl11nalo; di cloruro ds zinco, ,j, ~otfato di rame, come puro: l' odto e 1 suo1 compo"li mettono rapidomPule i taaheoli foor"i <:ervizio. Questi prOCI.!~SÌ dì ~l&rllizzazione HOD tlovranno quindi essere u ali che con estremu J'iser\'ll Nel cnso che gh Jslrumenti pre. euta,.~ero qualche macdlio di ruggme, si dovrà evitare Ji soffregarl1 con so~lanze
E Si:!.llVIZlO liEDrCO
~ll.lr\RE
345
polverulenle come smeriglio. mallon~' iuglese, ecc.: basLera <;trofinare i punti ossidati con una stecca di legno dolce, dopo e ver lt umettati cort f)ualcbe goccia ùt petrolio. fln che ogni traccia di ruggine l'lifl !':'complu·sa. si applicherà io seguito un leggero strato dì vaselina. Termometri. - Sat·anno confrontati con i campioni delle / tJ.rmacie ,.e[!ionali e non dovranno pt·esentare una dlfl'erenza ma!;giore di •lUP. decimi di gt·allo. Questa vet·ilica si c~e~ rà una volta per anno durante i due prirni anni dall'acquisto, 111 segnilo solo ogni ùue anni. Sir inrrlw. - Gli stantuffi delle sir1ngbe ed irt•igatori !':<8r anno asciuga ti con una pezzuola, si rileverauno i loro bordi e ~ spalmeranno d1 vaselina sulle lot•o due faccie per ramliiOUirli. Si iuLt•oducono in se~nito nel r.orpo dt pompa, con un leggiero movimPnto di rotazione. Gli stantuffi di gomma sat·anno sprigionati dopo ogni iniez tooe, per eYitare la compres!'=ione deliA roLPllc durante LI l<>mpo che l'istrumento non funziona. L'ago di platino con •ridio saru l'iservato per l'impiego delle soluzioni che delet•ior ano gli aghi di acciaio ; ~i avrà cur-a di introdurre 10 questi ullimi un filo rnelallico pe1' impedire l'ossidazione. Oqgeiti di {lOmma. - Gli oggelli ùi gomma non si ronSùrvano che durante un tempo molto breve; al contatto del· l'aria perdono la ll)rO elastic1!.à e di vengono fragili sopralutto se non si mellono in servizio. L'azione del calol'e, della luce e sopralutto quella del fredJo l-'0110 OOCÌVI alla conservazione di questi ogl!elti. Si é gener·almente rinunciato per la lot·o consorvazione a l'immersil)ne continua oell'act{U8 fenicata, che nou ha dalo r tsullali soddisfacenti; il miglior pt·ocesso consiste nel far loro subire delle 1nanipolazioui ripetute il più spesso possibile. Si é pure consigliato di lava1·e con acqua abbondante gli oggetti di gomma vuJcanizzaLa, man.ipolandoli in guisa da asportare l'eccesso di zolfo; questa operazione dovrebbe essere r ipetuta ogni tre mesi durante i primi periodi di soggiot•no mn magazzino. Le soode uretrali ed esofagee saranno coperte di uno strato di talco in polvere por evitare le aderenze.
3 ~G
RI\"I ST.\ DI TEC~IC.\
Le ruf:lcie elastiche per emost.asia dovra nno 6!< ere svolte ad ogm 'tStla semP!'trole, "Polvere!•• th talco e dispo"-te in t-'Oiguilo in rotoJi poco stretti. l tubt o drena~gio . aranno dispo~li sia in lungo. ~ia in ctrcolo di m.miera da evitar e le pie;::lu~ e dei noJ• che dEte r minano clt>lle rotture quando la di!l<.eccaztone comincia a prod ursi. Le pere di gomma dei polverizzalot·i prrdono la lor6 tlallctla !<~1llo l'influenza del freddo o Allorquando '-i lasciano qualche tempo S6117.a rarlt funziona re; basta p~·r rendere lOJ'o la eiA"Licila di lulfar·h durante quakhe mioulo nr•ll'acr1ua caloia a iO gl'&<li. l tessuti imper n•eabili a bac:e di ~omma elastica, F<ar anno per quanto è possibile conservali in r•ololi. "~enza ... u!Jir•e cllrnpres~iorw esst >-at·unnu inlieramente s,·olli n l ogm \'i-
"•lll "ellle.,lt·ale.
Jl J'illllOVflilltmlO de~li oggetti ID gomma Sarà 8RSiCUrlllO a mezzo tlì scambi fr·equenli col set•vtLiO corrente . .\fntutnl~> da medtcawr a. L'tnviluppo impermeabile c·onlell(>Jilt! i matat•ioli di rnet.licalurtt unLiseLLica o 8'll'llu.•a don·A sempt•e rest.ut•e intt>gro e i pacclwlli saranno ermeticamente ehiusi. Si l'Vtleraono con le piu grandi c·ur·e le ma· nipolaztom br usche, rome l'ecces!:'o ùi compressione, che pos~ono produr re lu spaccf!Lura degl1 involucr i. Se tnalfZrndo queste precauzioni, que~ta rotturn veois«e a produ~t. c;;j provocht>rt'i imm... Jtatamenle ti rimpiazzo dei M~ chetti deterior ali che l"ar·llnno vet·sall al servizio correo le. La const> t•vazione dol CH l g'uL, del cr ine di Firen7e, e tlclln ~Pta òa sutura deve Psset·e oggt-llo delle !'P~uenli prerauzioni. l Racont contenenti il cal:zul e 11 cruu>. di Firenze "Sraooo "empre rrp1(•n1 di licJUrdo, lu l01·o chiusura dovra esqere e«u~la e il lappo ulanleoulo mediante un rappuccio di carta per~nmenal.a. Per la cons••rva~ioue del crine di F trenze, si impie~her~\ le 'loluzione anlisellica seguente: Acido feniro crit~tallizzato gr. Glicerina otlh:maiP . . • • Acqua di~tillat.a bolltta .
Totale
1(1'.
:.o
37>0 6()1')
1000
l :.EitVJZlO n:lllCO VILIT-\RE
l r·Jccbella di '-ela da ~olura saranno ronser va h oelraCI(UB alcoolizzata coulenenli l p. 100 di na rtol B, o conservata a s ei'CO in flaconi tappata con cura Otf!Jeiti Orl ~t!tll m 8t!la, col'>ne. etr. - l e coperte da lello, ramacae, mulande, ecc saranno incarlati con ca1 la da imba llo in maauera che siano preservati dalla polvere, prima da &lll'ere mes~• in colli. Que~ti dovranno e~~ere dispo•ll ctopra scatr..lla o palchelli a unn di<~tanza di m. O,M almeno •lai muri. Cope r tu re, el)etti m lan(l. - l locali do\'e saranno c.li~po te le coperture e ~li ~lfella di vec;liario in lama tlov•·anno e<~ "ero frf'schi, a~<·iu lt i e puliti pe••fellamente. Il pavimeutn "'nria inaffialo cor1 uml soluzione acl L p. 100 di IH'Itlo renrco commerciale o con una soluzaone da cr~"Yl al 1 p. ltlO. Que.,to inafflarneoto deve aver luogo •1uattro volto al me•e do mf\st· gio a settemure. una ''olla al me~e il ret<lo dell'anno. Le por te e le flne!òlre dovonu t;Jl<Sere tenutu chiuse, conviene cionondimeno di lasciar penelrat•e la luce percbè ~li m•t-lli cercano l'o-icùril8. La con~ervazione de?!li effetti é asr.olulamrnle subot·,Jinala alla frequenza delle sbaUalure e dHIIe spazzolature opratullo dall'npnle all'ollobrt'. Durante 'fUC~to periodo es~c saranno rinnovate il più spe•so po~"• hllt' La spaz70ietura delle cuciture e ùello piegiLe nelle quult "~Ì annidano li in.,eLlt sarà pa t•Lacolarrnenl~ ~orv••gli ata. Quasi a operazione ~i (erit 8 distanza dai ID8[.!8ZZIIll ; ~e i dov8!>"C fare IO prOS~IIlllUt. l )~cali Et8rQnllO tenuti chiusi p~rcb(> 18 polvere non vi penetri. Lo cope r l~ devono esset•e collocale le une sulle altre completamente Ji"ll.lse; le pile pot1 anno t>•set·•• alle. Que11ta di~po i-lione precenta una t<uperncie mmoro all'azione degli in.,elll e pruùuce una compre!<>~aon~ surtlctente per impedir~ la loro penelrat.ìont>. IJue volte all"nnno almeno, al principio d'Aprllt\ e nell'olI· •bre, le copet·te saranno e"posle all'ar:a e accuratamente ,.J.,ilate e ballule. Dopo ~aranno <~polverate con polvere dì paretro e dhpo te m pile nelle •ruali l'i metterà di distanza in cl•stanza, dei pezzi ùi canfora o di nnflaluHl. P11r gli eretti ùi color~ bJOnco, r\ pref~riuile impiegare Il pepe bianco
RI\'IST.\ DJ TEC'\ICA
!!ra::...oJanamo:nl•· contuso; perché la pol \'ere d• p11·••lro rnol'ilfìcu )Pg~ecrmenL • la li n la di quO!!ll les!<Uli. Gli eOèLll poi che fossero già at11ti rnvasi da~ll iu<:~ell1. St eoltopor renno al:'llzione deiJa ~lufa a vapori! sotto pr·~S$trme . Si può pure in moncunza ùelln . lufa imptegare la "Oirorazic.ne o l'unmersione pr-olunqata nell'acqua cor·runte: mn remcacia dt que h pr ùea"':!i u fO•'II(I pol•·nl·· CÙt> Il pa9!'8i:!:li10 aJia stura co11 vt~poru sollo pre.,..,ione 0,/{/elfl e utensilt tlt r11eiallo.- Sat·anno collocati in locali pet•fetlamenle sPcch• c tol'mpre a distanza dni murt. Quando ~nranno sovrapposll a introuotti gli uni oe~di nll•·i, c;j coUochen.1 frn cia ...,:uno di ,..,... un fo~hn di carlA spe:-.sa. Gli oggetti che non c;ono stagnati o rirop~'rti da uno slrrtto tlt wrmce dovrunno essere preservati dalla ossidat.iouc m~ rtiRnte l'olio anlln""' lo Boorg-,ors. l reripieuli in lnlta dopo mes<:i in "e1·vir.io "'8rsnuo a~ciu ~all e r ipuhtr tlolla maEtgior cur·a. In ~Pguiltt si rivc!'lli•·anno con un !'ollrle strato di parafllna, a pplicata a ctlififJ Il r•iparlita uniformemente sulla superllcte iflterna del recipienle• .\l momenl.o tli farne U<IO per mwltcrvi le 'ivande, l! i leva In paraffirut con l'ac 1ua bol enlt> Qut•<>La "'Cl~lsnza ha sulle alll·e il vanlaggro, eh nou clnre ai li{Utdi l'Ontenuti nei recipienti ué gusto, nè o.Jore di-.eggrad6vole, r11entre li preeen•a tlolla o~idaziouo. Gb oggetti iu ferro smaltato esrgono delle granùi prec•auzioni duraut~> ì trasporti e le manipolazioni, 6-"~i "Orunno sumpre inY1luppflli 1n un foglio d• cnJ•ta ~res«a per evitare quanto "' po::sibrlc r contalh o atlutiru le sco~se SU"C•!lllbili dì d~:lerJOrarf' lo 8lr~tto di srnflllo ~on vi è alcuna precauzione spociale da pr•ende1e pPr la cnrl!wrvazione dPj.{IJ ulen .. ih rn rame o sla~o. si oviter1~ la applicazione dei cM•pi grassi alla lor·n super ficie e si dc•positeranno in un locale secco e chiuso. O•nriti in euoio. - E"si devono e«.,ere couser vall n"'r mnl-!ozzini al copPrlo dnll'umidilà e dal calore. Il cuoio sart\ "razzolato una volla all'anno per lOf.lllere le mulTe, coo una ~poz:r.ola in):!'rassnta con lA compo<litione St•guenle: r-;e!:!o de· purato fuso p~rlt 1; olio di pie' d• mam.o parli ::l.
F. SERHZIO ~IIII CII ltl ll lT \Rt:
Barili e tferiJato' di leyno. -
Saronno immi\~OI.Zinali in
locali al'ciuU1 e frt-~chl. Es:-i tlt'\'OIIO "CIIJ!•re e<o!itc•rt pr onti a coutenere t liqurd1 <'h e so ne• tlet-linalt a 1ire' e n •. Lo 1.:.1'0 conse1·vaziono li a<~><iru rata nellu rnanie t•a ~eguenle: Dopo a verli riempiti tli acqua fredda, !<i serri\ no i cerchi. -.e nccorre, dupo un po' di Lampo '-l vuolnno e !>Ì \'t r ;n dentro un po' ùi f\l'I'Jtlll bollente a ve rufo cure d1 agitar 111 lutti i "8tt!'Ì, poi "l 'unta no~ :>i brucia puì dentro un pezzo clt miccia olforata Ili r.trca 25 mùltmelrr e --i tar,pano èrmeLtcameute. Questa opor·utione vieut! rmnovuta o~ni anno e più <~p~:-~o ~e occor·re. Al monwnlo eli mettere i bttr·tli in sor·v1LÌO occorre riscill'lll&rli con at't[UII l're lùa, rintt uoYnllelola 1111 che ... ,n pet•fellatnenL~ chiat·fl.
(..!uando i hn1·11i o "erbaloi tlevono e!lct61'8 rìempiL1 cii 'ino
o d t ac;rua' itP, ti •ndi,renseb•le di ~l forarli e di ri,..cmquarh ~l!coudo
le mtlicazioni delte soprfl Secc.ltie c{, tPla. - Saranno ~empre teuote in uno blato d1
per fetta puli:t.ifl ..\ •[l.:.e~to ullollo e~"O non =>&ranr•t• immo~azzint<lt\ ~:h e clopo e~:-ere state l·ene a~<'iu~ate t' <thurAZZIIlt• dolla poiYere e llì ogni t.>lemento C&[•&re dt alleral'l' lo• qunliUl deU'ecqutt pnt.abile. Avanti Jì ~'""'ere m~>sse in !'Or\·rzln le "t>Cehìe suranno l•alLule e spou.olntc eon cur a, ~oprululto <>ulle cuc1lurc Snr·allno t·iMioqutlle a più ripr ef't', p(ll vi f"i lascrt>rli ~<og~io r nar e dell'acqua ùuranle qualcho ora. A \AIIli eh rtpotre le ~ecchie 1 ncLleronuo e sect'lcPrAnno. Se uua iuwrovvi<:u par·lenzu, ohblì~herà a ripo1·lr umide,
"' dovrà dopo l'ar rivo <:J2i e~arJ,, n seccar le all'aria, "nspenùen.Jole a •luolc·he h«t.anza dal ,.uolo. Derrate, Cf)/l!U?rce Ler. - LI' derrttle • d OA"geiLt tlr •'•m.;umo, IH'C!'>'88rì alln div~rf'e forma?.toni, Cllffil' burro, ctllfé, doccolaUt'. candele, ecc "'Arannn con!'et'VAlì dall'ospodole mil.lare ciel :-ilo tlon• gli approv\'i~ion arn~:nli sonu tleJ·O<>Ìtnti l j n on "'Aranno mes.St al poslo ché al momento ùelln rnobtli ·
t.azinue. 11 loro r n IO\ 111neut • "Ì IÌiru con ùe~lr ...cawb1 colle lerrate con"umnte corrt!nlernentc clnll'o5:peùnle. Se il consumo
:no dell'ospedale non
t'
"IIOICJeote per 8""icurare il rinno,nrn .. nln dei viveri ii1 rull!'< •rva, ~• terranno lt> 1ll8nlila in rap(lllrlo C'OI bisogni dello slabihme nlo. Li approv'••gionamenti •li eia · ~:.~auna formazione llaranno completali o.l momento della mo· biiiLaziooe. Allorqunndo li approvvigionamenti RODO d>-'po~itat• in una p•azza dove noo vi è O'-pedl\le mililaré, que .. te clerrRia ed ogg:Pltl dt consumo ~eranno comperali al 1110rnenLo della mob1lat~zione dall'urlicìole tfamministrnzion•• cho ha il can.::emenlo in tempo d• !•ace. Le conserve oli brodo (tavolette), JUiienne, !alte cou<'enlralo, fap;iuoli vordi, piselli, d0\'1'811110 H!>t~ere rimtovlllc np;m clu•' anni. Que!tlO let•mine potr·ù 8!t!'l8l'O moditkalo ~<ocorHiu il grado di con ·ervaztone di que li prodotti. Una eticht>tla incoll~:~ta su cia"cuua !leàlola donu indir.ure l'anno t• Il "cme"lre di fabbricazione. Le ambulanze ~~~~·ovv•sle d• row•er,·e tli brodo al momento dellu mobilitat1one 8\'ranno la facoltt\, 10 ntancanl.8 d1 que~-olt la voletle, di comptwsre o requisire un pl"odollo anal o~,) .
Dollttr H41HRr. - La prima medio~oto.ra sul campo dl battag-Ua. - (IJer .\lilitlirar~t, N Il). Oopo gli slr!lordioari progro~si clollc moderuc errni do ruocn t! di venu to diflkiliRsimo se non ilnpossibile di t•c:;e~uirt' l11 pr1ma mediralt11'8 .. ut campo eh holluglia in mezm ali« lempesto5a !lran.JinP. i proiellll. d1 o;wt "pecie.
Tulli ~h storz.i ciel personale «anilar1o 111 gtJerra .le~;•mo e "ere rjvolti al '-OIIt>Ciln lra~porlo dt•' rurili. f101Che "lillA . orte di questi non decrde la pr1ms med•calura, ma al pt•trno l1·nsporto, il quote clov<> precedHre po!l:;ihilmente la lnc·di Nrlura (Porgue). Prtmo dovf're ciel per~onale !'tut i torto nddello al "l?r' ili., da prima lini'a. 11011 appena lv Cfln~entano lè coodiz.irmi del comballimento, •· tli -..olle,-ard i feriti, r i"ll:•rarli, r1aniruarli. e d• porli a l $Ìcuro, cio!! lra«portnrli 111 luo<>bi Ji mr .ltcu· lÌ0118.
E Sf.RHZlO llEOlCO XIIHARE
35 1
In generale i proiettili d'armi da fuoco non introducono nelle rerile che tlR!'i ~gionano germi iofeLlivi, ut> pezz1 ·h ve!'! tiar10 det soldAti mtrodotti dai proiettili nel cor po dt AOI· maJi im pediscono la ~ua rigionE> delle ferile senz.a r eaz1one o l'oltanlo dflslau n procestoi mflammalori !'ettici, ::~e arhflCiahnenle furono inqmuaLi con colture 1!1 micror$tani<>mi vìrulcnli. rDai'!\lme con s lreploeoccliL l comuni cocch1 e bacilli della p.-Jie sono innocui pPr le rer1le e solo eccezionalmente \'Ì 11ì pos«ono lrovard germi pRlo,:reni. P uò quindi, come reEtola f{<'nerale, ammeth•rsi che 111 a ferila d'arniA da fuocn recenh• non sia infeLLa. lnolln• nel Stlngue fr·esco dell'emorragia, ('he accompagua qual-li ~empre la !i!rila, pO!'!'Iieùe l' o rga ui .. mo un valido lllezzo 1li dife"a contro 1 gl'rmì •lelht suppurazione, purc!lè non vi ... j m e~coli!lo in quanlita slraordmaria e nou sieno 1li pnrticoJare virul~nt.IL Né alcun timore si può avere dall'aria a cielo 11pe rto, od al riparo di tende, perché ,.ssa è qual4i tnunune eli germi. s;pocialtnenlo patogeni. L'unico pericolo veramente gt'IHtùe e lemibile pet· l'infezione deve ri cercar~>i nel materiale da medicazione e nell~ •nan1 di coloro che c•urono il rerito. !!: percio a<~~olutnmenle IIE'ces~arvJ che la prtma medtcotura ::!111 e:... ~uita e<~cluc.;i\'8 lll'!Ole da metliei militari. per ché Gfl'<i soli sono io urttdo di riuscire! tlÙ av,.re mani e malerialf' 1la medicaztone pr rvo dì ~.termi. nr rhierlet•o dò d:;i porlal'et'ili c:at·~bbe ~:mmdl• et·rot•e, cba polr~bLe coslur lo vito a mo!Li ~>4;1i rnt rerili. Invece 1 portareriti renderanno straordinari serviz.i trasportando <~olleci tamente 1 rer tli ai po«tl di medict~zinne, nel quale arduo coml•ilo potranno essere \SU•~menle a1ulali dai medict militari per tull~ le "l'ecte dì lelC'iOrli d'armi da fuoco ('Omplìcat"', le 'IU8li richie~g-ano Ull particolaro lrallomenlo prtmA dellr8· Rporlo. Diviene qum1li neca~sltà grande r1uella dì la~ctare la ttaP.là dei rul'dieì militari addetti alle truppe in mezzo a queste suJlo sle'-~O ciHnpo d1 batta~ha, poichò soltanto 1 mt>dicr iu alcune ct·lttche eu co~tanzP pO"''iOoo salvare la vi w di:' t rerìlL Quando la ferita devo es9ere per uece~<~ilà coperta in primo tempo, bt:>OA"Tlfl pl'ocurare che toolo g-l'tstrumenli clurur;.;tci, quanto il malertalu da medicazione sieno assolutameule puri.
PMCIÒ, ttnche per pa rl~ dei rneù1ci, non rh:!,·e e.s;:::ere che eccezionale la prima med1catura «ul cnmpo oi ba ttsgli11. l.e ~rand1 pr<lVVÌ"lU da ma terinlo au ti-.eltieo, concervate per lnu::du anu1 01.11 ma ~87.zini clcgli Stati, per·dorw lo loro l'CJkacia e !'li vanno popolando di ger rn1. Gli stessi pAcchclli tll ml'dicazione pPr il lun~o ~og:;cuu·nn net maga7.zmi, o per le condizioni $ftJVOt'evolt del bivacco tli\'en~ono spesqn IIIUtih e triste fama pei nmneroqi ca"1 <11 sep!i!i delle ferile ltauun non <~oln i paccl1etl1 da wedicawme dell'es.. rcito germanwo nt>llll ~ut!rra del 1870-71, rna andte quPIIi austriaci del !8~:! e 'luell1 rrance!~i u<>ati nella guerra tlel IJahomey. l.a meùicalur·a a"ell1ca e quellu cito rne!rlio corrisponde m guerra, ma •; tnultle il parla•·e di "èp•i ed antisep-.i, •[Uimdo -i urla contro Il sudiciumP- delle muni dei !'Oldatì, 11 qualo
reude illu«!lrio qualunque ~pecit3 di lllCtlicazione. l ,.o,.,lt tli llledicat.ioue devono c;.spre collocali 111 tuo lu convenienti ed alht dista nza di 2000 n :1000 metr i dtelro la lì1\el\ d~?l fuoco. In questi pol"'ti, l'lotLo la vigila nza di m ~>dtd milìtnri, polra ren.IPre utili <~PI'vizi andte il personale rnetlico t11penJPnll". M ~dir·i tl rer·sonale }onnitarin «arunno di•·i~i in parecclu gruppi: Jo :,:ruppo, rt•riti le~!!ert. - Qne"lt "'ll l"8nDO tosto cparati •' rnedtcati con ...emplire malOI'iAle occlusivo a sell1co. 2(> gruppo, ferili ~ravr. - (Fratture d'ar mi da fuoc-o, le"IOill della lesl.ll, gt·andì fet'lle museolari). :1° gr uppo, operazioni. j• g-ruppo, ferili non lt'a"'pOI'lobili. Que<>ti sal'lwno col- . locali pos«ibilmenl~> sotto lenola. :,o :.'1·uppo. morMli.- Que«ti --Arnnno ao;sJ<'tilì ctlll tnllt i conforti po"-.ibìli ed anchf;! per e-.. i o~t·or·rt>m no prt~prin pt'r "f•nale sanitario. Ottunò mict·obicicla in guert•o è il calo1·e. Fuoco e.l 1\C•JIIII ~0110 i migliori nlPZZÌ di SOCCOI'':J f'l'l' l'anlt"'t'P"Ì C clté pO"· c:ano iacìlmentc trovnrst in oswi lung.>. l .' RClflla bollente, il calort! urnttlo e ~ecco per uuantllll! conFen"o dei batler iolos;i e de1 clur ur·g1 moderni co"tituì~cono i mezzi migliori pet' la dl<>!t•u;.wne dei micr o r ganismi.
C -.!flYU.JO llKIIIl;O
~liii.\RK
Que•ti wea• ..emplici, U"Uli Dt" luo~hi ùi medicaziou~"', fanno porre iu ,Ji.,.parte lutti gli alt••• appat•t>cebi I'Oslot"L Per una t•um pleta asepst twro r re. 11) l..a di<~mfrzionP d(•Jie tnnni !'lerondo i moderu1 precE.'Ili •lellu clururs.:itl, b) La dasinfetione degl'islruwunli clururgici : c) 11 mat.. riule do medicazione asettico, il quElle pub pr et•al'81'Si in j:trtuuli ~ima quauut.a e con la mas;:ima "OIIedtudine ml!diunt•• !'lufe '~Lerilizxalrara Cun lo ;:te,..-.o procu<:,.:o puio oltenet''-i put•e materiale a~atlicn all'iodofor mio u al eler· roetolo. L'uetlll8 bollente• twi po~li di me.lteazione l'i pone in jlrndo di uL,Uu:aro, in ca~i eli ll"C6S"Hlli, IIIIChP Il malHìale tln medicuzion[• so--pull() e ,..h :-to>.::~n pa,•ruettl da roe iirazione \'att di .-ermi l'Oli l'ellollìzionP l div•·rst llpi di malertal" Ila medicaziollt> privi J1 gc1rmi, t•Llt•nuti mlldliUite la ~ lertlizz l7.tone a \'Upore, cousl..,lOIHl in t'0 111 rlrf'BA!l eli TOWI!'!Oill irl r·nfìla. di cotone di~Zras>'~ato ovvnltt) in mussola tdrntilll 6 di ra~c<' cl1 cllltt"m ùi CIO'JIIe «<tvN·· (> ;21'8rtJe:tze. Qu•'!'lll Ji,·er si ltpi, mc.hocrPmeule cnmpr~.... ; t>d avvolti in carta ptll'gamenata f'llno Nln~ervalì in iscatolt> eli lutto in modo ch1• ~!:<,.i per lun~o tempo re<~ic;tono a i ngoi in•Juìnamentn e po::sono e.<;sere Pleriliunti t!i nuovo nei pr•mi gwrni dalla tnobilttaztone. l ro~li di rn(•<lwazione "81'8 0 110 inollt'l' PI'OV\ l"li di <lpnzzole, sapone, di rl'cipienti melRllH:t <~malto ti adatti por lo. ste· r ilizzazione d t lutti 1 vari O!i.~etli th me lir:azione a!'leltic ~.non • dtt> tetzlt appnrer rh i p•·r la slPrilizzaziom• de!:!l'i~lr umenli e ,Jj l'lufe slnt•tliualrtcr dt>l materrnl•, poi 1uale 111limo ,copo corrj"•"m,J~tno IDl'llltO dr tulle •(Ut llto h •v htmrnPibu ..dr e For ~ue · ~el m!lggior· llllrot>rn di cac:i pr•t• la prima mf'dic·nzrnne La<>ta la solo ll"''flRt e non si tlnvrohbl'ro mai u'~are nnlt"'"l· l1cr o lavnre rn •rrutlunque modo le ferite per non turbat·e il l'l!JWlare procPs~o tli t•igen~rszrone In ogni m•>llo r ('OUJ.(uh anguign1 co~lltuiscono Ja mJ,.,'hor tllft!<:;a di'Ile hll'tlo> contro i m1crobi In ont'lusione le f..l'Ìle clu> ~ono asettiche devono Pssere ropet·le eon rnf>dicotura s~rìulla asettica rlu tnHni nn-
p·•-
li<retlicht>
23
RIVISTA 111
r~t .:'\ 11 ,\
111 due nlr• r•tren1:!111117.1' ~11r.1 n~ce~"Art& la lavatura anhS• llÌC8 f'H'OlllatiÌ\'11, t:IOf' ;
t~ :\ell'uurutttatnt ulo •Ielle f•'rile con terra, rect, ot·u••· ; 2° l n t:a•i ,Jj nperR/JOIII '<me i cnn inquinamenti dt-
'Cr"•· Al J•O~h th lllCdtt BI.It•llè ti
I>CCflt'SfJ tne<ÌÌI'O :!SrH Orliiii!Jil C
r lfl<tt lato nel modo 'c.menle. t• ,;ruppo, ferali leJ.::J."Crt.- Riceveranno scmphce maferiale t·er 10~ hrnlloue ot·cht'J\R 't!Ctmdo tl llpa tiJ ,le11lrz· Ull.IOOO 8 <:CCCfl
:!' r.ru!IJio, trntlu1·•• tl'nruu •la fuoco complicale. I'<HHlll cm•ate r••u
nppnrù ·dti di
ru~•lrC<JziOnc
..,.~_
occlu'- VIi
clunprt'""i' 11. ~~· Clruppo. Operat.tnnt - Qut pos:-onn fZI0\8re 1 vart an·
t,,.,, ltlf~J.
Scopo ~upren1 o dt•ll' Hl.toliH tnedlt·a 111 guerra ,. ryuello d1 racCO!-( Iier·l' t t'tmLi, dr modwar·h m luoghi convenieult e dt mandurli il pi11 prr· ~to po:s~ibilo ag!J ospedali da campo n porrna tll'tlli. ronelllfi.rl'"'· - l l !<oh medact rnilttari sul campo di bal· tagltH od nl po-.lr) th metlic•nztOnl' de,·uno applicat·e la prmtll 1111' ftt·atul'll. uwnlt't' fil pot•lafet•tLJ d1•ve c:;:-er e ;:oJam t~nle 'et-
balli 11 t'fJJll('llll dol
ll'll:;porl\l Ù91 r.. r ilì.
:! Il prmt•l 1w~·u r " ,uJ campo di !Jalla,dia dev•• """"re r l-gOlnlo iu IJI()· 1n da f.'\ tlure O:!ni mauipnlazione delle ferile COn lllfllll 6 1118li"J'iaiJ lll'i·ll per UIID wretlarle. :-c. h IH!CO"M ril'l Jll'o'>' Cile re le truppe di un pm ei~>\'BI.i.• p t:>l· :-nuale eh S""Ì"'lentR ,. percu) conviene eh~ melà dei medici tlllhtarJ dt!llc lruppé ltccompRgni e d1r1~a qut!!"lrJ pet·~unal•' ~111 catllJK• eh haltu ghtt •• l'altra meta !-<ta addetla a1 po:--li dt
m.•dtcfll.anns. t Tutto ti tuAlerialo da merlicazi,me di JU~''' p'=lr'<onah· ~lllllll'tv d.n•t·ct.llc ,.
cri! a~cllicn, uniforme e tal• da rapme ii• ezi•Jue internazionale :,. Fot•tlt g t'H\1 p ' l' frnlt 111'6 cl'af'mt tln ruoco, emorragte pe· ricolo"''• IBIWHJJ inle~o~llltelt rl ewmn es!>ere medicati sul carnpu di halltlghn 111 rnudn tla r·ondcrli trasportabili ::;en.:~;~ mquina· pr·~'tmlnt··· un rnttlcrwte tla
mouli rlcllt• Iom for·iiP.
E; Sl':l\\'IZIO 'fEDI CO ~ll. lf.\111(
6. Ln prinla mcdicatura !•ron•iqoria .leve 6"'!1ere 8'-tCÌut\n
e faltn cou materiale ~L, rile a-.ettico i. 11 c·aralll!re delle moderne ferite ù'armt da fuoco rrl'hicda nor111e asettiche. E perciò nece:-c:ario provve-1Pr "fJanol e sapon\! P.i onli!!~>llici pPr la disinfezione delle rnani e lli'IJ,.v·tt d1 tnudtca~.rone '' • vrrouo r~t:tpienli melellrci "moltuli l'.d t\f parecchi •ii ~·erthlzazwne a v~tpore p••t· il malet'illle .tn 1111!dicazi!>ne. s. In lull•• 1..- slationi sanitari•• sa1·à prescrtllo at nlellll·i nulil!iri di collocAr•' con 1~ proprre ma ni il ml.il.er181r' !In wedicaziooo or.c!uc:ivo. mentre il pt>r~llnale rlipeutloul•• clc";ra p1·e~lare '"Oibmlo un .. ervizto c:econdat·tn Couw regl)la !Xdnerale per l'npplicuzione della pruun tnl!· drroluru in l{uerra d•! ve predominaru l'ollrl!o proceno · antisep!tt 1 •r le man~ ed asPpsi 1•er le lerttc.
l)oll. 111-:E\t.O•;. - Bulla. po11lblll è. dell'atepal nella llnea d1 battaglia - Unternat. klin.. Tittnrl:whtru, N ..~7).
L'autore dRI !'<SII al 1891 ebhe in c ura rwlrnccpcdalo mili,Ji Brliinpl!!;,l cm•1ue mrhlar., 1 qun'i 8\'C\iliiO leni tlO eli ~Ut<.'i lar:-t, cagtonandOF-1 al pello ~1'8\'Ì f~t·ile d'armi da fuoc•o t•bn rcll'f d'ru::ri''<-<0 e h li"CÌla dei proiellrh Suhbeu~ l è COli· clt7.ÌO!II d.-r :-uici Il non .,;ieno pel' nulla ravot·e,·oh nll'a~t·p~i ., ll!>tl ' I'Oil<fÌ7.10nÌ spcC18li f11!'~6 irnpo,-.jltjJe eh tJi-.jn(,>llarr> 1f l1111~\J canal•• delle f~t·ite. pm•e i cin•Jllf ••icitli ::unrirnuo stsnza sup)Htraziou.a e «enza pJI)torac~. Qut> ti c ernpi limostrano •!Je le (~ri 1 e J'RrmÌ t!ll fiWCO, )II'(J•)OtlP dai lt.(IÙCI'IlÌ flrot ctlih pO"'-'Oiln 6"'- ·r~ eon;:;i•IH~I · a"elliche nel «c11-.o d 1 r urftCù. A uche sul campo di baltadta -.aranno rr·erptcnh le f"rtte ~n for·t d'ru:,(re,.,.o e di us··ìla eh l'rniellili, con c·anali li"l'i, 111 cui 8~-,a i dr radn t·e~•eranuo i protullih. Il """~uc fre,.N• r t•ndet·u it uorur ì ;:ermr po,o•qbilm.,nle Ad••r·eulr nt pu•t~oll cor•pi Hlrarw:m. ta coa~ulaziou~ dt•l "lllll!llf' cltiudel'li lo fet·r tn flll'l!-..torno 1.' lu mulera in ... ottorula•ll'a. Sarà "ollaulo lat'•l
nccesc:ario che lo feri te non divengano eeUicha, il che <ti otterrà impedendo cbe pr ofam ma nipol111o le ferite e dbpo· n~>ndo cho : feriti sieno al più pr estC'I po<>sibile trasportata 1 1 poc:to di mPdicazione. Però e probt~btle che gh sless1 ftmli rendano infelle le loro fer ite, quando non potranno e"«orP subilt• lra.::portalt. specialmente nella guerra di mootAJCHa, nei piccoh riparti •li truppa dH:;taccaLt ecc. Jn !.ali ca~1 1 «oldo.ti, invece della ter ra, de1lt> fronde, ùr.J mu>:cn e dei sudicì fanolellt, 1 olranno utilmente porre !'Ulle ferìl(' puerhò ne .,ieno prO\'\'isti. anche il ,.oJo cotone ,.ltmle. La slcrtlizza:uone del male1·iale da mediCAZIOne con stufe o secco pPt" mezz'ora alla telllperulut·a d1 120• C, come coust!!lia il t.lollor Gl<>kh corr i..ponde bene. l rnatertalt ros1 ('l'eptH'&li ~nnn mollo ac:sorbenli e rendono ..;t•audt sarv1g1 nello cura delle ferile in E(Uel"l'a :-;at•h dunl')ue utile p~t· rta!"CUII ~oldalo il pacchello tla medicazione fot•mato da ùue compre«"'e di !!81lu "-h•t'iliz.znl& ripie:zult• 8 molti •lratt. in forma •li tlul' libr~Ui . avvolte rla una fa ... rta !'ler tltzznta e fet·malo dtl nuo <>pilln di .. ic:un•zza, clnuse 1n hcatola d1 fèrro !JiallcC'I <>unite a cl unn taha<'chiera ccn dut: <'a..,·itu. Ai portafe1·iti qj dor11111 o parec· du pacchetti di m•·tl•cazionf>, avvoiLi in cartu perj.!amenata e ht>n ehiusi in scatola d1 latta ron c•opr•rrltio lmtuobilizutte le frattun.1 •h armi da ruoco, lt• Jesioui arlirnlat•i e fr enate le emorra;:ie, i relallvi fPriti saranno subito trasport.ati al po!-lo eli m~dicaz10ae, •·innovando e nctlanrlo belll' pe1 traspoi•li sucre .....,i\•i le rerule, i turnreltdtr, le barelle Pcc. Il i'O"'to cii medicazione, anch•• a dul} ( htlomelrt e mezzr •l& l 11 linea eli fuoco, dovra r•ssere rollocolo 10 luo~tlH immul1l eia ogm ;.pecie d'inl')uiuamenlo. Sarà ivi compilo principale dei medici dt e~e~uire tnt>ciicature. opera7inni l'urffenza pel' rt:ndere pO!'-"'IbiJe 11 tra:-put·lo "IICC6SSJ\f0 de' rerili, 11"80dO 111a let·1ah dt menicozionl' sler il1zzali col l'nlore, con!'iervali entro c;catole •h latta G1'1sLrumenlì !'Sra11nu prefer ibilmente '-lr>rillzzati t•m ,..oJu7.ioul eli "O la nt>ll'ac•rua bolhml•'. La l'eta, 1 dr·"naggi, giù ~tedltnt~ti, sAronno con~orvati in l'Oin:dom anlt~eu i che. l.a ucllezza della pr.IJP dei fer1li •' dPilc muni dei medid potrù oLlener!<i o.ucht' t-ol prOV:"-$0 Hmplicis~iDliJ ciP l l~ltrhrin~or A l po~to ti i lnt·dicuziont? <>{lrll t li
E J-1::11\"JliO lf t:DII.:O Mllll \Il[
a1)mma utihtu. non l'opora1·e, ma il ben medicar•· e precisuDI" nle ltnlmobihzzaztone ttelle fratture e delle !estoni arlleo· hm .rat·rm fie fuoro ~eli•• aperture delle grathlt ca\'ila per I P-~ioni lrliUtntllichc, ollr·e In meòicatura a~etlica, è di ~omma unportiUI/.R 11 r •poc;n t>ù t r l-.pt>tllvi feriti non dovrunno ~enza a .-~oluta ru'!ce:s:;ilà, e.,set·e trasportati. Nelle per roraztom del ventre è do! bacino per· lc~:~toui d'armt Ila fuoco é necessario 6"••gu1re In laparolornia al pl'imo giorno, quando ftli operati po,..-.ouo runanere "'Ul luo~n dell'opt>razione. altr1ment1 ~rà meglio l't• nrrere alla t.:lll'fl con l'oppio Ua nllimo per la poss1htlitù ùell'ac;epst nella ltnen d1 balto ~lta dt•\e I'Ar:.t gl'lllltie B!'!leguamenlo sul senno e t>ullo Mpirtlo d'iuazìali\'8 de• merlici.
c. s. UoLl. LEO"'! P. Se:;TINI. medt•"J Jt 2• , la.....u nella R MRI IO'I - Il vitto del marinato dell'armata lt&ll&o&. - (.t n· nalt tlt medtcina narn/1•, gennaio IX!'l:>). Uì l"' '>li) importante c;twho, che heuc wau;.wra la ~t~r:~ delle me111111'1e -;rwnltflche pubblicate dal nuovo git1rna1H raassumlflmo le t•ortclusioni fllll unpnrtanlt. Crediamo anche
utile dt rtpnrlnre 111 flnc le tabelle uHlicanll la cornposizinn~ rlella l'UZ ÌI11H' tleJ IIIArillaiC"' ,
La r·azione ùei cl!-!~tinati n terra e su nan in tJic;ponibiiltà
e
eli tn alJ~..,lJmenlo tropp<t povera da l lt·all ùi carbOniO. e pm parlil'olormPnte dt Elrtl~~"~'• non ra~~ìuu~endo IJIIeslt rtommeno la rn• 1Lù della quanliLil rnedia lll-IRB.La dalla !'1\!Uolu di
!\i ouacn Le raziom tlei ,J,.... unah "'Il na\, 111 armamento, o Aulle novi "'!Azionarie noi :\lar Ro~so, o nRvt~anlt 111 ehm• caldi !!Ono mollo migliori, ma la razione 11. Il è pt>r i gr·a!lc;i ~empre Al dt sollu clelia media volutA. od i caa·boiclrah non s•tperano •JliPSta ttH.>tlra •Ili poter perult'tlere clte una parte !'\Upplasca i g ra:.si tnancanh. Per la raztone del Mar ROS~"~O e climi caldi, i gr·ac;!'ll !:'orto al di sop1·a della mt>dio se ,.ì u~a
carne e brodo in conserva, ma pe~istono al d1 sotto -.p ~i consuma carne fresca. Poiché la co•·ne o il hrodn an con-
lln'ISI.\ bi l.I::C~ICA
-;crva sn11o un ottimo corrt>llh·o rer la scarsitu di gr&!.'l<Ì, é roo~i~llllhllt> se nt> fa•·c1a piu larzu uso di •Juello alluale, e ~ia,·chè "l ,·. pt!n~alo a mnditìcare m meglio la razioue cou rordinuro lrt ,,.;ne. tra nl lnrd(J e t·arne w con.<~erc«, que:<la ~io pnr•! ll"ula piu "'H'èule e 11 on ven~a ,Ji.. tribnila i' olo in. "O~lilu:t.ionu dello carne e brodo in cooser,·a. Ben mt,so rhe in lt:!mpo ,,; zuerra la polenzialila eli tuili i 11[>1 ,JI ranonc nnder ebbc aumentalo. E uooe;cqa:•m -.1 "lttbih-.ca "" Cla,.cuna nave c.on e IUipa::rgio di IliO o piu 1 er-.one almeno un t'orno e si (J istribul"!ca in tal 111odo pflne frt>sco almeno una colta al yiurna. in luo l.!O dal l11"collo. S1 modillchi la l'lizione 11. ll nel sen"'o Jj logliet•e I'Pcce<~ ,.jva 'lllilnliln d1 fn~moli e si so,.lituisca questo legume co1 nllro di 1•Il l'l vnlore null•ili vo, rome ceci, piselli, leo Lìcchie. Si li111ìti il ron::u1no dèl viuo e dell"alcool per il personal& dellè mtH'China, a .fuochi ac~e.qi, Seguono lo laiJr•lle iwUcauti lo composizione rlelle val'i& t'ni.ÌOnt
!.; •W ilV17lC1 MRIII CCI \1111 l \RB
RAZIU:-IF.
l.
Porriun~ alimentare tlei militan delln Regia .\ !11rina .Ietinatr ,, ~erci;io a terrct o !!ulle naci in •li.•J•Ordl~tlltù ud in allestim.mt•J.
. gr.
iOO
iOO
ìOO
"
rJOO
tiOQ
50<)
250
~50
j
45
iO
80
•
GO
"
200
•
lt)(l
Fe l{iuoli
"
50
H :)
C&ITo'•
F•
t5
15
Per (l,!lltln•liHfU••
2<1
20
20
l>tr a••tlll Iii d1
33
33
3:J
Pane rr eE<CO. (l
B H'!COUO
Cu r 11 o fresca
Jt
P11rrnoggio no.do111116 •
Ht -lO.
•
" Il
Pa~to
Zuccher o
.
\ ino (l)
centa!.
Lnn·~ll,IOt'rl'uiNII, ~ahntu. 1\lao ~on
ragluoll nl brnolo - C3tm' le~'~
111M l t'Ili, IliO VP11l,
.gr .
..
Il
:3()
SSlf'
•
IO
IO
18
('PII liJ.
• •
Pt•pe
.
.gr·.
..
3
l
0,2()
li) Il Vlllll !11•1 1110~:1 Il ti! riO!i 23 t'CIItlliVI.
rn:;o11 t •l arcomort3tn. YMIMfh ~1111~ tn•· :1 l
Olio. A celo
donm1il'~. l'a,,tn
t\.!ICIULIA • r.urn••
"" 1'011,. '"'"" ,, pC'$111 fa~auuU
m loiAIIIIn ·~ttanll t ren· l~·lnu al ;:lomu
n•nlure
Il ulor~ •Il '\"e~
ralt..>ne i! • • t• Il· ~mi15
:}60
ftiVIST A DI l e C:'t!ICA
R \liONE Il . f>or.;ione nlimeniar P de1 militar i di mnrina nact!'lt:ntt
U•nllla •l!'a vrv~n •tnerdJ Bi~collo.
.gr.
!"JII()
SOCI
:100
"
i'OO
71)()
71)(1
:roo
300
o Pan" C• rne rreBca {l
•
"
Car ne ir, con!;er-
va
)l
200
200
•
t 50
t:>o
Forme~~ono
j(j
:IO
Hil>n.
t 2fl
e Bmr!o rt~t1·etto
l:'& <~ l H,
Fnciunll. Caffi Zuccher(l
,.
l
•
2{)()
120
" "
100
wo
liO
1!1
Hl
15
»
211
20
211
50
:)o
T onno
.gr.
•
•
•
...
13
l :l
tx
A cetn
Olio
.
Pep1·.
centil.
• •
:>1)
:t
" 111
0»erfV.1 •111 f
l roruan•1anli IlO•· ~o,l, a 4it•runtl;t dPÌ l"l.\1. llr<liM re •ll•lflhUih'l OI
'itraordlnnrl" '"
n•·quavlte.
M~l l intllvldau 111 bu~sn forza tul-
detti alle
;)()
Vino r·o,..~o Cl) c~ntil.
'al
l
J;",
:ro
•
0,25
111 t u r.uwnt• 11i vinll flCi mo:~t Stlru W J ,) cMtilit rì.
mn•··
chine, OCil(loHIII
di fuoelu aere~• spet1.1no !S r en· liilìtn •Il viuu, or tre l'ordìr•artu, e 8 renhlltn tll
arqunue.
Pero:mi trufl•••1uo ~l'~llanl>
3 f'('fl •
l~imt nl:fn~m"
n•l me.it,. n::nu, lu~rh,, a~nS:tu t•
S<>lte m h r 11 J•cr l'aciJIII• lo 111 •~rdora.
n valort! rll 'jll•··lll
ru10n•· t' 1 t teu-
W>iDH !Il.
~H.ìl
t: SIUIVlZIO MKOH:II &fiLI rA IU' RAZIOS F.
l Il
l'or; ume alimntlare riPi miltlar t dc TJtarilla irt Mttr l'lossiJ o n.aoiganti in. climi caldi. Giorw tlelln ""tlllllAI\3 () ualllil r1••1 vh eri
lu;wdt merctiledi veoel'd• sabste>
tlòlllC" kll
marl~•h ~iovedl
l
~~~~ervazioui
5(}()
5oO
o Pane
7011
71KI
l (HID.tllllatttì flO-
Carn e fre"C8 " Carne iu rnnscr va. Brodo c·onceulrato Formaggio d' lllanda n lSo
35U
;{511
tlltr.tr<' •leli~ rlhln·
~
:Wl
:HU
u
150
l;)()
l)
ar;
nartn dt rhum '' LUtti !(Il !ndhidUI dilli' ettuipag &cio.
a~.
100
lj
"
20
~()
2:)
2~,
centil.
50 10
50 Ili
25
~
li' :;.callo
Caffè
Zucche ro. \Tino rus:;o "-Rie. J ulie nn~ (l) .
. gr-.
"
.~r.
..
tranno 'rmpre •1rl>ttliQlll
.rtr-.wr•h-
l]lli\0110 ~iò
russo•
da mgrora i Igieniche.
ron~lghMO
Per Os:!,ll indivftJu,l ,pettruJO al giorni\ cl'lltesillli qullrtro rer venlu ra l' rln-
n•sclli
PeJ• la divisume dei pasti. due sono le r egole principali o ,{ue o tre ptt»ti al gtorno, nel primo caso <•·uuone l s~>m p re) C•Jiazionu Al rnallìno circa le fl, te rm ina lo li' opersziOII t tll pulizia pe1·Mnale o dello s tabilimento, o delle ua. ve; pranzo alla st·rn cil•ca le 4 '/, N el secondo, colazio no td malli no 11 ppena l'Al ta la lava nda pe rsonAle, rwanzo ~i rca le 1:?, ce na a lle :, di sera. P er obbedi re al pr i11cipio d ~>lla '-&r ielà dettli fl limcnli, e deiJP lorn manipolaZIOni, lo tabelle offmno varia' mana. nel pra nzo per ih z ann1 a seconda del gior no della setti percht> in generale. ~h·o ti ,·enerth, la C(l)az•vne e la cena r ima ngono ina ller ale T.n tavola "egueule dimoslt'8 preci<>mnunle questa compo«tzione dei r~tttd allor cl•è st hn nno 3 pn«l l a l J.do rno. Il ) In 111ogo rtnlll• llllhmne ('lotrarulll dn.r~l :~m·ho l··~ um l rresr·l •l.
111\1..,1\ IIJ TEC:'IIt..\
I' \IIP.ILA
lV,
. . . ,··-""·. . . "'""' ....."~''" l
========----============r~====~= Vtnertll
Cola; ione
Bt,cotto •
gr. t:.o 81 cotln •
Catlti • Zucchl'N.
c dlì.• . .
gr. 150 Bt"colto. • i:j 1Caffe. .
• 2!1 Zu-.:c hern.
,. :!0 Zucchero
»
15
P ti/fUll
Pranan
• 150 • lit D
-'11
Pran.:u
K1"n rou "erdura in Pal:! t& asciultfl e car- :\linestrouecnn JH'· brudo e l'l\1'118 11 118 a ra~out n acsto e fa~.duo l i 111 le~:;o comodato msalala
1\itro
Jtr. 1:20 Pnsta . gr. :WO Pasta gt•. 1:20 » ;{OH C!IJ'IIC. ~ 300 Fagiuoli • l iO ,. :wu Biscotto Bil-lcolto \) :!00 Biscotto • :WO FOJ'1!18i(llÌO • ~ :m Fol'lllaggio . ,. :30 Formaggio ~ (Il) Vino l:lll t tll. lO \'iliO cenlil. 30 Vino. centil. ao
Carne.
.
f 'etw
Cerw
Cella
.
~r. 150 Bt~cotto gr. 150 Hiscollo. ::n . ,;,u uccoFugiunla iu IO· Tonno soll'omodat1. 11!0 !'alata • oJ • 1011 lio. \"mu cenltl. :!U ,., ..0 centil. 20 Vino. .ceuhl. :W
Bi"COltO
F~;~~iuuh
•
-
Condimùnlo pl'l' Con.Jimento per Condtmento pe1• pranzo f! cena pranzo e cena pranzo e ceua Ùl (.
'&lE'
gr. IO Oli n .
• u Ss!~
A c elo
.
.. n13 Olio SaiP.
1!1'.
rent1l.
~
Aèelo.
Pepe.
. ,..,
gr. :Ili rentil. .l gr. o.~:.
Allnrt(UIIIIÙO <~1 l'unnn ùue pasti al giorno, :;:i suole :iistribuire al matlllto, t·ol rttfT•~, il loPmaggio e meLH della J'll~wne toLol•' d t \'Ìno o pnne: al pranzo si portano 1 fagiuoh che spellAno ul 3• pusto.
lit SI:"II\"IZIO \fl:OIIO \IIIIT\IH'
H \Uo\ "T. - 8latemazione del primo aoooorso aul campo dl battaglia, lD rapporto agU eaerottl moderni ed alle nuove armJ. - ( \V~tne r medtt:Jni r-/w Pruse, N .•17)
P1 nf
Il uo:-tro c:iornttlc m~dico ha g1à dportato le concluEioui •li •JU• ,(o lavoro (l) di.,;eu~;:;o nel Cougre'~.~o inl••rn&lJOnnle •l'i~:iene e demo:.:ra.fla in Budape,t, 1110. ~ iccome l'ar,::omento +J tli grarulie::.Jmu imt•orlanza, creJ•amo opporltmo tl1 a~e ùcre alle pref,tllleru falteCJ da ÙÌ\t>r-i Abbonali, pubblirAillln, un na~"'unto completo delle ragio111 uùdotte dull'aulorc in osterrno rlella ,.ua tu ... i Gli e!!'1'1'c1lt moc.Jerni sono popolari nel piu e~te"o ~.guili t•ato rlella parola. Ora le arm1 mo.t•••·ne, cio•· 1 fuc•ll a r•· puti1.ionc. 1 p1·oiellih protetti da 1111 involucro di acc•aio, eh nichel o rh ranw hanno tolto qua!<i o~n1 nnpor lonlll al valore indivit.luflllj isololo, eù ae.cre~cluto luvee" m modo ~trn<>l'· •liuario 'luello compiPssivo delle infantal'ie. Il piccolo collbro dt:>l proiettili (t\ 111m., 6,5 ed anche f• mut.) ha reso possilule l'aumentc> di dola7.u>ne d1 ogni ~oldato e terrtbtle, auche a rlt"lanza, LI combathmenlo p~>r le nuove -;pecie dt polvct•i enza rumo, pPr lt~ melinite. •'ecra.... it~ ~ per allri preparati con l'acido pirrico l'CC., di morlo cbe l'as:•altn olio huionella • "' può coneiùerare ade:;so com~ •tii8Ri •mpo~siblle. Cenlinuiu e c•entìllSia di migliaia di armali si trove,·anno a rt·onl•~ nell·• nuove guerre. il vapore, l'dellricll/i, Il telefono, il veloci(let!e, le na' i a ''apore, i piccioni via~aiator1, i cani da flll"l ra 6t'C. 6CI' • r'O"Iiluiscono tali progre"'l ÙB CO'ìl r m!ler~ nnche i 111edici mililar1 a studiare l'arduo problemu dt un ,o.·co1·so po:--.•b•lmente adegualo ft!Zh ~:~traor,hnari rnea1 di >ÌI~truzione d~llo futut•e ~uerre. l nuovi proiettili (come risulta dalle o:-~e•·vazioni fllll•• "111l'untuo e dagli e"p•mmenti Jlegll onimuli) cagioner·anuo, prnbabtlmenle, nelle future guerre, ma~giort perdit~> di uomini e di 1111imali enll·o minore ~pazio .Ji ternpol. Que<>li proiettili, che (l) Giornalr mtrlico riti /1. &urcilo ' rlrlla R. .1/ttrlnn, ~ ti, nu~···mhrP
•so&. pag. tas~
nt n :--u 01
1Et: 'i Il \
efficnci anche alht tli<~ll\nLa dt i~tt~F!OOO llu'lrt, le lllitr·ugliHlrJct moderuc, i cannou1 H ltro rapido. le bombe dt ecra,tte e di melinil+> renderarsrw mult•l piu ~--lt·~tt la zona dei cnlpi mortaù. NBppttt•e è da porre i11 non cale cl1P uno !'le .....o proi,.llile dt rucilt> mo ler·11o pnu cagiouart• 111 ' Cl· nA 11.a panl•~chie fer•' . 1:. prt.,bahilt• a lun'lue da•' nPIIe r n• y,. ç:-ucrre su!Ji::~ca un oumento nou solo il numet·o totale dt•t ferrlt, 1118 anche la rtfra me•lta dei morti e che "Uper we !"iu ti numt ro di fl!rih le~(lterJ iu confl'•'ulo dr 11111~11i ~.trA\'1, che t'tmanStono in vtla. Diftlcile t'd ar·.iuo ~nrà perciò rl cnlllpilo tlel mc.t co mililare nel ps·.•-.lar "O •t•o•·,o a ..., ~ran unm~r·" di ferilt senza tener l'onlo dt coloro cl1e dt\·euaono inr.·rmi per fatiche ecce~«ive, o per lll!llallie mfellt\'P. Il numero dPt ft>rili in guerra ra ~gmngerehbe pe1· akuni rl ~(l "l• dei cornlmlleuli, ma in dale circostanze, ""''~ondo allri. pot•·ebbe H!< ·•·ndere alla co>-pl ·nu c•l'ra del .J7 • Gli e,crc•l• popolari che ·l'omllut tono solto l'u!lberg-o dellto Cr·oce 1\os...a i111pongono al vinl'ilnrP il compito di r1wco~lit>r·· e curar~ no t •olo 1 J•roprt rertll, mo art,•h~.; quel11 del n• nuc • caJutt !'.Ili campo ùoll'onort•. Supponendo pAr calcolo probabili' t'h~" 61){)11 circn siano i fcrtli di una di'i"tone .ti tanlrrta dt lli,OOO, uotnrrti sj cornt•rende fa cJhnPrtl'' come non ~•a po,.~•bilt> rl i Ujlpnrtar~· liti essi adegualo '"O•·r•ut"~o cnn h• s•>h f01·maziom :,.an1larie ·iella fanlPrta, es~eutloue J'arti,..liP1'18 e la t'R\'&III.'t'IA <JU A~i del tutto spr''"'''istc. Snlii'Henùo <hiì GOOO C(lJpili t;pr:l morti, rimar rebbero i661 ferih, ~.:>.5 p. trxt dt>i ·~ualt s1 potr···Lbt~ro constrlerare com e le~g1er1 " H,;, p.IIJO wrne~ravJ, 111 ryuah bi~ognerPbbo o.pporiAt'fl J'ÌIIICdil• l prirlli potreblwt•o t·ug~iun~Pre a pte H il po-.lo rlt m..dit•azione. l i ~e •unch vi leuelobero e«--t>t'e trasportati con hareltt•. Uua rlhi.,irone alt fanterta pnt'la co11 St• :175 barello r d tlll «:orpo d'm•lnota iu lololc 1/J!I bAr•elle. \mmt tlendo che la dl-.hJIIZrt ,Jellt~ pflltuglw ~arulfu•ie daliA lineu dt'l fuoco "''H iu cifra tonda .!1 20011 metrt 111 ton iiLioni nor mah. e!,se •mpaegh• r~bbero du 12 Il 2~ Ol'C per li'IU•flOI'IAI't~ C(IJI 17:~9 burellt• t :!llr feriLI ;,.(\ou
gl'&\'i
È lll!<'es,.orta una re' i"ion.. t.lel'11 COli\ euztone da Gine\'r8 nel !lenso tht' l'e•wr~tlo comhaUenle, il quale t' co!>lretlo a
E SERf"IZlO »Kn tCO Mli.IIAI\E
ritirarsi , pos~a lasciare sul lerreno lraf<porti convenienti ed altri meui •Ìl soccorso per i propri ferili e che possa opcraré a lato delle formazioni sanìtar 1e del vincitore. Senza revisione tlella convenziono di Ginevra 11011 é possibile uu ndegualo --o('corso in ~uerra. Allo !"lato allualo "&rebbe ntlces..ario di armare il per!"Ollale di a«sistenza, affioche pote)'!ae compiel'e il proprio do\ere. Spetta al personale l"anitar1o uf.Jìciale non solo la dir eziOne ,fd primo soccor <>o, 11'\8 ancbe la provvi-.la del malel'iale ~a mtarto, il trasporto clet reril1 e l'erezione degli st abilimenti ~an1 La ri. NPi va ri eserciti ìl pe•·sonale san itario ufrìciale e ùt as<;Jstenza ."• c.rescittLo a tal punto ch e non è p1i1 possibile oli penc;are ad un uumenlo d1 esso. Jn Germallla, RuS!Iia e Francia ::>ono stele allestile rol·mazioni rH soccor::;o pet• la I'&Vallerin e l'artigliet·ia. Ri sponde bene a tale !>copo il mo1!ello di vellura di c;anila reggltnf>ntalP francese per la cavall~ria e la rormazione sanitaria di guerr·u i11 montagna dell'e$errito uu<ìlrO-UJl~Arico, Il personale sanilarto di l'occorso deve esser•• istrmto ...ù ~~ ..•·cita to dtligentPmenle dai medici mthlatl du rante la pace. :-ienza J'&I'HOn!lle s!lnilario adatto non •' possibile alcun efticaet! soccorso. La 1neuicaziono• e il trasporto dei ferili so ll., 11 fulmìnat·e tlel ruo(·o nemico non sono attuabili. Ctò potrli avet· luogo durante le tregue, al terminar del giorno a dum·anle la nolla. I poi-Ili ùi soccorso e di medicuziooe t.levono Cb"er·e collocali piit inùielt•o ùi f!Uello cbo è slaln umme10so finora. Il posto principale di mc>tlicaz.ione de\'e essere eJ'&llo n 2000 e :lOOfl metri dalla linea clel fuoco. Oggi non e la prima medical urn, ma il prill1o lrtlgpurLo quelln cbe deciderà della :-nrl~.: dd fer1l0. Primo dovet·e del personale di ~occorso è di p0rre in ~uJ vo il ferilo dopo averlo risto•·ato. L'tllumiua· <t.ione nollurna di o~ni specie l"&l'<ì ll•~cessa ria nulle ruLuro ~uArre. l oolll·e p E't' il lraspol'l.~ dei l'er ili potr anno mollo ain t.nr~ 11 pt•t·"onttle l<Snilar·•o unleiale le associaziOIII umalllLarte di socc.orso 111 :,tuerra, come la Cr<l•~e rossa, l Cavalieri Ùl ~lall.a e('C. Ulik snra radaLtameolo dei vari veicoli di t·llmpagna pel traspMio dei fet·ili, ma il n\eggiore asse~na111t•nto deve fars1 nei mezzi di traspo r to ufficiali, nel rosi-
IIIVI bf.~
Ul TECN1C \
tlèllo o~pt~da lc da campo am!Jula nle. Le proposte del culonnello m edico To'<ì ~ul l'aurnenlo e l>ulla st~~l{)i,·isiorte di varie fOI'mazioni Hl ~w·rrll, 8UI ~l)ccor:so ùl'!la Cro•'e ros;.a nei punlt di ra nnodamenlC> dellf' sedi di Lappa (ler poler ehri~~r·· in tlali momenti snelle •JUP"ll uiuti -..u} campo di hallaglit~, trovano eco in •fLH•IIl' Mstl'nulc con lanto zelo da Billrolll Po>r la ~XUerra in montagua e ;.talo raddOppisto al numero t! et portarerili il lllBl"t iale samtar10 suddhiso ì•t ptwchi entrr ce"LP de 'imiui rJVt',.lil•' all"iutet·no tli lel:t impermeabile, su t •ln·t~e le rormazioni santl!H'te di dh·i~ioue w sezion: ~ecou tlam~. J i roo lo cho i cli"lttccatt t'i parli po.ssono apprestare ..,.,ecorst ai fet·ili -tU lal'ga zoua. Tanto i l(ra:re Ji monta~ ttl del lltdJaclis, quanto le harf"ll~ ùi montagna deii'AllPt' e ùt Luig-i li'l'vehch. com'~ pure i efwolrt:-; e le Jelli.~rh~ adottate nell'esercil" ft'IHtces~ henuu, accanlu ai mezzi di traspor!n re~ola menlari ed improv\isal l, un gt·ande vRlOt·e ed anchf' qui sono ddtunate lA pa Lriolliohe 1-\0Cieta di soccot·so ad m·gan itilare rol(•tliiO di moutognn (anah•ghe a que l !~ dell'online tlei Cavallct•• ledeM•Iii) ed a prepara t·e ambulanze ocl ospedAli mobili Ji mnnlagua dt ofl lolll ciascuno come in Jtalia. Il comitaLI) c~ n trole dt•lla Croce t·ossa italiana moùtlizzu O!!nt uuuo un pra u uurnern rli ~imlh ospedali da cAmpo. che 11e unione alle truppe t·e~c,!ari <h saniln, comP alpmt. preuùonn parle alle mou0\'1'1' dt mou lll~nR per es. sul Monte \'erg111e nll'alt.. tzA dt !:177 meh·i pre""O Napoli, su:;tli Appenoint ··,·c. ~1anc&nto di kmpCJ ,. d• tt·anquilliui jrnpedisee la prnoa met!icalura sul campo dì ballagliu ed id nuu ~i 1•ott·A peu::,ar., C!JC al prtllJIJ lrttS)lOrlO. l rerili )«?#!!!Ìeri S8fflnno afliJulÌ al per"~onale sn.uilariu oli a«!lbl··n1.a, i gra"i (èroorJ·ugit: pel l· colost>, ft·atture tl'armi da fuoro) at med1c1 mililnri. l na tuPtu dt metlict mililat·i addetti alle tr uppe accompu~nertt i pol·Larertlt «ul ca111po, l'allro st t•eche1·8 al po"l'' pnncipale di medica1.ion~. N umerosP medit·ature prepurale I•Ct' fét'tle d! ùi,•t>rsa ~r&tH!.:zza de,ono essere portate in ~uetT8 ,, sudùi\'ise La.nte twll~ la'<Clte •l•Jgli ufilctali sanitart. ùe1 1111!· tltet ausiliari, cle~tli aiutanti di ospedale. de.! portarerili. degl'inrer miN·i ace., qua.ntel nellr tasche dei portatori ùa campo " ••dlu corr eU•• tli nwuu.·i11Hit.
:ur;
t: "- ER \"IZIO )( t:OICO 1111.11 \RY.
In l~ ra nr'lll un C•>rpo d'armata portu cou ,t:, cO"'I ~ud!lin e, U,WO meoltettturto• individuali e con le dotazioni def!ll o pedali da •·tunpo c di sgombero un lolaiP di ~i,9rl0 rn~dicHtnre. oltre 11 pocchclto d1 mediraz10ne individuAle di cia~cun .. ol· dato. E pur~> nPcessar lo di Humeulare Il mnlerìale por emo· lll::iia . come con::<i::liB 'l o"i. Alcuni materiali ~anitOI'I, ,,. ··mdn l'autort~, pnt1·ebbero pure adattarsi negh zaina delle truppe o i sanith. Lli mBno m murw clu~ i ferili con tulli 1 meu.i •h lr~t ~ l'orto rc;wlarneut.ari, improvn~al! t! tlellc oc1elà nruantlnr•e ~mn::!eranno ru•gli u::p~>rleh da campo, "Ort~. '"rupr·e rnefrhO aa"icur aw ti lon• -.:occoNo e lu. seeonlo le "pec1u dello le~:;iu lu, ~lll'81111o curali a-..•tti<'amente ori auhllt'lltcalncnlo. Le Lt}wle e le hnracche potranno rendere ~t·antli l'IOI'\'tgi 111
g•wrra, ~pectalmente se nlleslite dalle ;::ori~tà umanitari ul FOccor·~o (Ct·oce ro<.>-A, Cavaliera di :\lttlla). l treni "IHI I tltt'l tl •·lla Croca r '""8, del Cavaltert di .\1tllu, le n&\ i r•"J•t•dlth t'I' IIÙOI'I'\11110 ulili:-"tmì o;Prvt:.rì pellrll"'fitJrln rlt•l f••r·tlt u "raudo• tli sLanza. Dn ulluno l'i :.rione militar~ mo lnrna. t•ou tutti i II IUI'7.1 dt CUÌ •lt'lp0116, deve lt."lllSre oh ftr6\'l'IIÌI'0 (o ,_\'ÌJII)'JHI dt rualatlt• tnl'ctlive.
c St'IJI'U. \ ,
RLVISTA D'IGIENE Valore relativo delle varie pYeparas1oD1 di vaoolno - (;lr,./dr;ws de médecin.e miiitaìre.)
ASTONl. -
l n que:;lo lavoro, che • ti fr·uUo di un'assidua esperienza dì i anni 11T centro var.cìno:,teno del Val-de-Gritee, J't>!!'re~io autore dimostra colla clinica P colla statistica che ad O!!lll varietà 1li vaccino, corrisponde un gt·ado ~pecìale rli vir·ulenza, e tJuc:ola dotlrina gli per•metl-3 di risolvere cet·te I'JU"· s Lioui mollo imporlanti tw r la pratica, e speciaJmenf•• per· il medico rnilitaro. 1° Sceltll rlel naccrnoda in.ocrtlarsiar;lianimali. -IJ dottor Anlouy 1lù lo prel'er·enza alla linfa defibrinaLa fresca ed el'lente da qualnnr1ue rnescolanza colla polpa. L'eruzione av''it>ne cnn •1Ue$lO me:>.zo con una regolarilà quast matematica. LP pu~;lole l& l'Ila no un poco ùi ptù a svilupparsi ma tlanuo una linfll ltmpld&, povera di leucociti, ma ricc.a di lìbrtl18 coagulabile Jnvr•ce mne~lando agli animali della polpu glicerinat.a o dis:-oeccula, l:'i lta una Pvoluzione piu rapiJa, ma le puslc•le ,..j circou.lano tli uu'at·eola rossa inftammatll, edemalo"'a e Jura, cbe t•enrla difficile l'estrazione; e l'animale
stesso nP. t·esta .lanneggiato. 2° Srelta del <'tteczno ·fa znocctlarsi a.lfuomo. - Se lu linfa rleRbt'ino.ta ft•esc& .. un ,·iru.,. perfello per vaccinare la flÌOverwa, norr lo é aflallo per vaccinar l'uomo. La recellivilA dell'uomo è mollo rnmnre che non nei bovidi. Per la \'&cc-inazione dt-ll'uoruo P. da preferirsi la polpa veccmica me~colRta a parlt eguali con glicerma clm:nicam eule pur11 ed a~eLlica. ~elle vaccinazioni operale con fTUeslo materiale 1;1 è avuto una indispooibililà media del 2 o 3 per· 100 e un uccidentr> llemlllonm;o sopra 34,i50 opt>J'ali: mf'nln'
lUVISTA
o' IGII \E
vu c~:i uazioui •la Lrsccio a hrscc10 "' elJbP il Ili per· cento dt uomiui indi<lpnnibili tra gli operati e gli acci •IPuti flemmouo"i <~i prec:entarono colla fr,•quenUI di l <-u 11.5i•> opPrats. L '•"•urue butterioloaico di qne!<ti vaccini •là lo !>pieguzio•r~ •Il •Jue.. ti Caltt. Esisto no costauli-JJV·nl•• nelle liurn ''Il• cinalu viv eu~ . prov<!mPnte dalla ~roveru•u, ciP-i cnacruc.(Jcchi e dea hncllli cbe non nuocciono olfatto a <lllt'Sln " non •lieturbauo l'evoluzione \llCCinale, mn chP l'uomo per•' IIQ!t tollo•ri allr.,lltlulo b··n•·. porclw i micruc(wclu, <lpeciolmeute il micrococco por <·ellans. rnenlre si !rovttno rn tutte l~ linf» vi\·euti, nou "i lr ovaov in tutto le polpe, '-'pecrolmentc in •1uell~ antrche, eh·· però hannn con"ervelo tuLI8 lo luc·(l varule nzo vaccu11ca. l n vero al momtlnln dellu rnr.colln srwhe IR polpn 1100 e cse•tle t18 tnÌeroor..!aOÌ'-ffil pulogeni, Oltl quel'li spurisrttllo in capo n ùue o Lr~> mesr cm parò la polpn è ghcortnnla. La polpu l!lire1·inala e adunque il mi~lior1• dei vaccini per l'uomo; 1\ nello s lt'!>SO tempo il piu allivo nd il più rnofleu SivO, f', per l'lll-P r ctln, !In 11 g rande vanl.k1g~io rhP puc~ t•<ls•· r~ at.lopPralo au rhe molto tempo dopo la r•accolla, por<•laò è ~n l lauto dopo tre o •1uallro mesi che cominc1A a perde1·e un po· della "ua pfficacia. Ll' 1 olpe secral•~ P. polverizzate conservano In loro erticacio per Jue o ll·c a nni; però hanno il gra ve ìnconv••r uenl~> che 1 rnccr oor)!antsmi patogent vi ~i conserv~.; nn a lun~o; pl'rd6 l'\ pr opone che quo,-te p repurt~ZIOOÌ ..,ieno IS'"Cill'-ù dal malertale per In mobilrtazt me . .1• Reretiictia delle dioiJr~r cnle!JOr tl' di racctnati nell't•· l!l'f'clio. - La r·ecellivrt.à climiuuisce manire c:tamcnte coii'R•:cre...ce..-e •lell'età. ~ei gw,·ani arruolali dell'e..,ercilo 11ttivu i r i"-ullatt l'avore,·oli sono nella fli'Oporzwne dt 711 •t.i uei l'iet'' r~ti, non l'OliO più c hl• :-,o '/v, ne t lerrllOrlah la proport ioue dt ..cendP a .10 oJ . \ 0 D f'lle fnl.~ pu:;;tole, naccinuli, o carcuwllc. t 'nutora ere le che la rnAgf.,rtor parlt> dei rìsulloti (rualillcali cr m~> t.lublJi tlo-bbano P!<<:f'r meqsi Lr·a le vaccinazroui efOc.:nci N(·gli iudi' i•lui (io loti J1 poca recell1vttà, ti boLlono vacctnate orobth • calo normale è !<Ostiluito dn un bottone di ''accinella S9 c;i 2i-
!l/O
Ili\ ISl \
mocula quPsla va\!cinella a un !-loggello mollo sen~ibile, "' 11tltene un'eruzione vacciuale perfetta Questo fallo è as~o lutameole in co ote~l&btle . La pustola vaecìnale clas~ica ~i riconosce nll'ombilìcazlone, al cercwe perJferico, alla zona Argentea ed alla cicatrice bianca, depress a che ne rima ne. Nello> vaccinclle la :.:ona argentina sparl~ce, J'ombihcazione non è percepibile; un& sola cMalleri ~tica resta, la cicalr1ce r·olonda ~> bianCA. Qualunl"fue eru t.ioun locale clw non lascia que!-tln ~egM deve e ~ser con~Hier·l!lu com e n('gatìva d11l punto dt vtqla dt>l\'1noculnzione. R. L.
DWD.feztooe 4et pro4ottt tuberooloal. (Reoul' setentijl'f((e, 9 fèvr. 1895
GOI\IA~SKY.
-
Il doll. Goriansk), di Pielroburgo, add1ta l'aceto di leg no come un eccnllenle a~enle di d1slruztone ùegli sputi lubt1rcol~t r i .
È nolo che quest" prodotto tlella disl1llaztone secca rlel hquulo bruno, eh orlnre aromatico g radevole e contt•neute guaiacolo, cresoln t>.l acido acet1eo. Secondo Got·lan,k) bac.terebbe agg 1unger e agli Elpull tubercolosi un egual volume di ac~el0 dt legno e poi, dopCJ averi! Al!it&to Il miscu~l10, ahbarttlonar•lo u Re sle:~flo, per ot· tenera nello "pazio di "CÌ or•·. la Jistruzrone di tutti i mr· crobi, ,•ompresi i ba ctllt della tubercolosi. l~gno. detto anrhe ac1do pirolignMo, ~ un
L& pTotblstone 41 aputare.
Troviamo n el .\.1edtcal Rer'Orrl dt 1'\uovn York che la citla di Sydney, in A u~tral•a, tnft1gge una 111ulla d1 una hl'l;l stet·· ltnn a fJoalunqur. pe~ona colpe,·ole d1 avere sputato sul pavimento d1 un qua l~•a'< i luogo pubhhco, o nella strotla . Certo 'fUe<;lo provvedimento e troppo tfraconi811C) 1 6 parrà fors •• tal u anche pres~o ;:!li mglesi e gli americam, ma tra la se· veri ttt degli echlì auslt·aliani e l'assoluto non rar nulla, sta
3il t1utta ttna Ferie di provvedimenti, più o meno radicali la eu i
.atifità non !'arebbe p1ù da d•~culere. A Parigi, 10 tulli gli ~moibus deUa societa genertt lt>. sono affiS!'i degh a vvisi che pre~no i viaggiatori a non sputare nell'interno.Mo lasciando totare gli omnibus, poiché è tanto generalizzalo in lutti i too~hi pubblici, ufficii, al berghi e case partìeolari, l'uso di -cotlocare sputa.:chiere nei locali di maggior lr11nsilo o dì maggiore affollamento aJlo scopo di impedire t-ile ne resti jnfellato il pavimento, ci sia per messo di e.sprimere il volo che eucbe nelle nostr e cal'erme sia fatta proibiuone di spu· tare fuori di a ppositi recipieut:, che rlovrebber o esser ro!lo.calt in conveniente numero in lulli di a mbienti, e sarebbero poi quotidianamente disinfettali.
Apprendiamo dal
Progr~
miltlalre del 16 febbraio che,
in eone•derazione dell'epidemia di febbt•e tifoidea che attualmente infterisce al t:'' reggim('nto eli fanteria o Digione, il
ministr o Jella guerra ha ordinato l'invio in licenza di 10 friOI'Gi di 1600 uomini del reFgime ulo. Uu ran le la loro as&E>nza ia caserma sarà risant~la. Es ..eudo state constatate altre epidemie, tr·a le quali quella del !H-0 fanteria a Bar-leDue, sono Rlali acro1·dali numerOSI permes~i di 11uindici giat"ai. A. OQÌ sembra ehe il sistema di accordare brl'VI licenze geatwali in ca~i di serìe epidemie d1 liro polrcLbe es!'lere preSQ in considei'87.ione anche p res~o d1 noi. Cou esso si renderebbe possibile la sollecita tlislllfezione ,~otenerale •lei locati, si lranquillizzerebber·o mJgliala 111 famiglie. e non s i lederebbero gli inll'res~i dell'~;~rario. pnichè, ()U&ntl'anche si uedesse di accordare uu' mdennità di v1a!!gio a! partenti, 1\l&.sbl sarebbe compensala dal risra rmio del vitto.
RIVISTA DI STATISTICA MEDICA
Statbttoa a&Ditarla 4ell'..erdto LDcl..e. - (1'he Lanrer, 9 mat·zo IR!I:>). To~liamo da un resoconlo c:ornmerto ùatone dal Lancer alcunt dati s ulla '!l&ltslica <::anitaria ùelres.,r•cilo in~l~e pt!r l'anno ltl93. Lt1 rnOJ•bo llitù ~e ue rale per le truppe stanziate nel Regno l n1to fu di 75t,G p 1000 da forze, e precisamente d1 790,8 in lnf(hillerra, di 6:!8,5 in Scozia. di 6.')2,5 in Irlanda. La morl&htà ru d• 5,13 p. JOOO pPr •l R e~no intero, di r,, i3 per l'ln,:thillerra, ,), 6,11 per la Scozia, di 4,ta per l'l rlanda. l ca«t eli febbri lifoide furono in lullo il Regno Unito !'òoltanto 151 con 2:! morti. Le rnalattie• venea·eè caullarono })en lfl.~S~ arnmi1;9ioni nei luoghi di cura. H~>lali vAmon lo alla forza meùia si han no 19~,1i vPuerei p . 1000 di forze all'anno Il 10,7 individui su 1000 giornalmente in cura per luli malatLle.
Fra l~ f(UarniJ!inni medilerr~~neu. l ribtltPrra pre!'E'ntò f'lU•'<::l'ann•l una morlulilà bassic:<::tma, 2,7~ p. 1000; Malta ebbe Ì\JVOC<' il 10,~1. in causa più che altro d1 una epidenua di
fPbbre hCoidea ~elle l n·iie oriPJilali, !>Opra uoa forza totale d• fi9,8S:J individui, si ebbe una morhollila del l416,8 p. JOOO ed uno mortalità ùel 13,15 Nel deçennin precedente la morbosilt\ era l'lata 11! 1US e la mortali La dt 15.21.
Rl\'fSTA. Ol ST,\1 ISTIGA ~BIITCA.
373
a tl aslone medloo-ttatltttoa •alle ooadblolll nult&rle del B . e~erolto U&llano nell'&Jlllo llt31 compila la dall'lspellorato di sanit8 militare (urfleio st.alisLiea) solto la dia·ezione del maggior generale medico eommeodalore SAN l'AN ER A.
Ci alfreUiamo a dare un ragguaglio quanlo più potremo completo dei datt con tenuti in questa pubblicazione. t.anto più voloutieri inquaolochè es!'ta ci olfr·e in quest'anno uua prova anche maggiore che nel passato dei progressi continui che va facendo in meglio lo stato sanitario dr> l nostro esercito. Ecco infaHi i dati principali Ci!rt) as->olute
Per ti)I)O 1ltJ1.Jl fO[U
Giornale (ii truppa con as~ef!no . . . ";8270310 Forza media . . . . . . . . . 2l443fJ Entra Li negli osperla li e nelle infermerie tr.7672 Morti . . . . . . . . . . . . l412 Riformah in seguito a raseegna di rimando . . . . . . . . . . . 2968 l oviali in licenza di convalesceoUI in ~guito a rassegna . . . . . . . 2096 l nviali in licenza di convai~!>Cenza d11 1 a 3 mesi . . . . . . . . . 5972 Giornate di ospedale e di infermeria . 25i-2880
73:i
6,6 13. 9,7 27,9 32
Il miglioramento suU'anno precedente ,·. reso anebe piu sensibile dal fallo che nel 1 92 non si era avuta n8$suna ehlamala di coscritti solto le armi mentre Ut!l 1893 (marzo) si ebbe la chiamala della cl&s!;e 1872.
:n4.
li\ISH
StaLo tanitario in rapporto at m~i. foru. media
Ent rati nti luoghi di cura
ptT tOOO
della Cona
.
Genna to Febbraio . Marzo. Aprile . Magl{tO G1ugno. Luglio.
J568i2 J62179 ~4418--l
:?52H2 261180
248377 :H5715
A jlOSlO .
..!~3250
Sellembre Oltobre
:!31456 t769l7
59 51
77 Si 71 t-ii 61 ti l 48
Morti J!tr mtlln
melfi a
~loraallt=•
0,45
-· 2R
0,2R O,an
')-
30
1,12
4l
O,G3
:~1
0,45
30
0,:>1
:{3:H
0,50 0,4~
2!t-
3•
:1:!
~ovembre
16~1678
46 4i
D1c~mbre.
187·H 5
49
0•6<1 0,42 O,iO
2LU39
7:n
tì,6
Totale
Pr~Dia
ella !ona
2' 31
Come !'lÌ ver ificò anche nell'a nno precedente, solo 1 me!,.; immediatamente susseguenti all'epoca .iella cluemallf !<OliO le arm1 det coscr ttli si distmguono per una maggior pr~ porzione :ii malati e òi morti. ~tato Mnilar io
in rapporto alle dioisioni ecl (lÌ pr~ id1.
- Diamo qui solto la morl>os1là e la mortalità per ciascuna d h 1sione aggiungendo a nche a riscontro la morbosilé di cia scun capoluogo di dtvisione. E siccome i carabinteri r eali, che sono appunto l'ar ma che da il minor conting(·OtP di rnalull, non sono distinti per pre~idii, co~>i per poter paragonare la mot•bosità dei presidii capoluogo con quella di tutltt la divisione, abbiamo aggiunto la morbosilà della divisione e;,;clusi i carabinier i.
:n5
DI ST,\TI'rJCA Mf.Oit:A
...... mtdLa
-------................. * •oQ
........""l ,u tutta c~rwt.nlaol eoP'prttt f l• tfì•itia:d.c.. u utà.hhùt.ri
Jllort•Uhi pu IOUO
•....a "'"""'
llolptuid~
,t4orNani !Kr 11)11()
npaluoa•
r•~lt
·1orino. Novara Alessandt·ia. Cuneo. Mihwo. Brescia Piacenza . Genova Verona Padova Bologna f\aven r.a. Ancona CJ1ieti . Firenze Li'\"orno Roma. P erugia Sardegna. Napoli. Salerno . Bari CatanzaPo Palermo. ~le.->s.ina .
67:~
6,0 \8
8805 :H 58
!)H~
iOil
7,3 ;,7 5,2
:l~32
792 ii-8
i\80
7H
fljf;j
7,8
2991
t li)
U12 i272
736 062 i 56
61(i
8151 11)1 !)8
1007)5 !145!) 8370
tl65
li8:i
090
;:J2
fl50
988tJ
'700
!1786 10770
603 (·119 712
G99 72:! 623
10552 9"11.1 5605
5972 5978 !l800 7811
730 693 866 fi60 6H3
H:N
720 71,1) 79o
7,6 • 6,1 5,8 4.,7
74H
i-,4
!170
8.7 8,[1
100:i
753 697 918
l:H27 4357
8}!1 1250
13i6
4:~6;$
H88
sa;,
17622
8i8
892
·«Hl 41:>27
ill
82:j
884
1091 IJH:l
~510
·1Ga 720:1
GHt
629 705
1t898
9't:) 082 iM
5,6 5,8 7,1 9,4
6,} 6,5 7,9 9,7 6,4
:'ti~
6,7
s~:J
.\,f.)
5333
2G27 UZi 1365
829 685 8:J5 855
951 1952 i038 997 872 5240 749 1700 940 10600 920 1167 13:{8 926 930 (}795 866 U71i !131 !.228 lì!J2 69::! 629 36t3 8342'ii6 926
Risulta da queste dfre, come l'anno scorso, un fatto di set·ia importanza, cbe cioé soltanto Ln 7 su 25 :divisiona la m orbosiltt del presidio capoluogo è inferiore A quella generale; nelle altre è superiore e spesso d'assai. É vero che in La· luni presidii lra l più piccolì, specialmente in quelli temporanei. o che sono sprovvista ili mrermeria propria, la mo rbosità figura nella statistica alquanto minor·e di quello che
3ì6
111 VJSlA
r eAlmente è perché molli amrnatat1 le~giPri, che irt un cor po fornilo di infermeria sarehbet·o ricovorati in 'luesta. sono mvece lreUenuh io cure 10 camerata .e perc1n "'fuszgono alla !'lf.ahsltca. Peru IJ Uel'ti picroli presidii sono una mino ranza qunqi in"ignilìcunle a cunrrtml.o dei ~ros ..i, e stando ai ra!?ullaLi della s ta tistica si d~>ve rileuero clte le totuarni~ioni più nurncr·ose ~ono meno fuvorevoh alla salute ciel ~oldaLo Malnltte da rur fu rono colpitt [!li uomini di truppa. Una distinzaono e~alla per "lfOCie d1 malallie non è dala che per gli entrati negli ospedali mililsri, o neUe infermerie (h cor po, i quali l'orlunatamenle formano la gr·ande maggiorar l8. d Pi militllrr ammalata Per quell1 curati nellt> mfet·11)8rie non s1 hanno che i doti relatavi nd alcuno detPrmtnntc malattie; per· quelli rnflne curata negli <l(lE'dnh ri vili, clu• !:!ono per ò la mmoranza, non si da "he una cla~sifica zionP all'mgrosso nelle 4 cnlegorit> · malutlie medicht', ebì nlr~il'he, oltalmrcbe e veuur~c. Prendendo quindi 111 blocco tullt i curati nei lre gener i di stabili111enli si ebbero !'lu 1000 dt rm·za. Entrali in ('Ura pe r malattie rnedichP !18 id. Id. Chil'Ul';{IChe . id. id. ottalmicho 20 ad. id. venereo . . !)i Le sole maJalttd cbarurgtch~ hanno dato un leg~•ero aumento sull'anno precedente. Le veneree sono in graduale dlmmuztone dal 1800 in poi. Tra le malattie curate ne~li ospeòali miliLari sono da no· tars1 per numero " per g ra vita le l'otto tndicate. Entrati
Malallao veneree Bronchiti a cute Febbri da malaria Pleurr\1 ed esiti Reumatismo a rticolare Con!liunliviti semplici . Ileotiro. Morbillo. P olmoniti acute
1 i ,t f>'j 5,5;2
Morii
t
3,R89
28 H
:!,231
fìJ
2, 1;)1
9
1,313
00
899 1,024
1!'i3 2'2 l f>i
l ,:l6()
377
01 ST\ TISTII ' \ lU.. OIC \
.\ for tfllitti cleglt ufficiali. - Forza al t• ;-ennaio 1H9:l, 14,961. Morti 105, cioé nella proporzaone del 7 °', Que~ta proporzaone ''a naturslmeote aumentando dai gradi di qubalternu a quello di generale. Sulla mortalità degli ufficiali non si hanno aiLri dati; ed a p1u fortP ragaone sru~gono alla lltali t-~tica i t·asi di malattia ver1tlcatisi tra gli ufficiali, poiché rruelh curati negli ospedali non rappresentano che una piccola parte del totale. M orto.lita della frrtppa. - Totale dd mo1·ti 1,i12, o<>sia 6,fi per 1000. A •JUl"•ta mortali contribuirono : ~torbilln P scarlaltina con • ill morti 0,19 per 1000 ,. = 1,1:! lleo-ttrn. 240 Febbri malariche e caches~ia :r: • ::::: 0,13 • 21!) Tubercolosi • = 1,02 Bronchtle, polmonite e pleurite . 36i • ::::: 1.70 • !)~ Afl'ezioni cerebrali e spinali = 0,4't • ~alaUi e del tubo digel'ente, peritoneo P fegato 52 4 0,2~ ,. Infortuni ed omicidii . 85 » = H,40 SuictcJu . 73 • ::::: O.!lf • ,. = l,ll2 • All re cduse tli morte. 218
L•
=
..
=
.
Totale
Iit2
• = 6.~~
..
È tla notarsi che di ryuesli 141 2 ben 158 mor irono mentre si trovavano assenti daa corpi per la licenza (la maggior parla In licenza di convalescenza) e che .n morirono oegh ospedali militari dopo essere stati riformati. Ri(o,.mati in l'asse(Jna dt rimando. - Furono in tutto 2968 O<~"lo J3,8 per 10<1(). A questa cifra contribuirono: MalallJe scrofolose, adeniti, llrtrocaci, con . . 83 r aform. 0,39 per tOOO l nft-zione malarica. 2~ =0,11 Tubercolosi . . • 25!l • = 1,18 Bronchlli. pleuriti, polmoniti e difetti della casl'a toracica . 485 =2,26 •
=
.)~~
Ita\1' f\
MalaUie del cuore e dea gros~t vasi MalaLLie dell' a~:~~e cerebro- spinaie M~:~lattie dell'organo della vieta Ernie. Po!:'lumi di le'-inni violente. Altre cause da raforana
261
»
_ J,i5 1,06
:311 :!'17 516
EH 7H
= 1,2:!.r,er 1000
• •
>i
=
,.
=2,40 =0.30
»
=:U7
• •
lnoiati in licenza di eonoalescen.:a. Fu~ono in complesso 8068, dei quali 5972 ebbero una licenza di con''alescen?.a da uno a tre me~i; gli altri 2096 ne ebbero della Jurala da tre mel'lt ad un anno 111 segualo a rassegua ,h ramando. Questi ulllmt <~a dividono come segue secondo il ::.-nere della malaltaa che motivò il provvedtmento: Postumi di ileo tiro e di alta·e mAlattie d'lnfeZtOne t>SCIUilO la malaria . Adeo•ti, cache~..çia scrofolo"a, perioslati, asce~<~i fredJa, ••cc. • . . . . • . 1 :1~1 Com;eguPnze d'inrezione palu~:~tre Jtl; Broocbali, plPurili, polmoniti . . 717 Mala tLi~ del cuore e dei gros~i vasi . 111 Malattie del sistema cerebrO·!"Ipinale. OH MalaUae dvll'organo della vista. 101 ~ialaltie dell'appara to digea·ente riti Postuma eli lecaioni violente H\ Altre malallie . . . . ta!t
Vaiuolo, vatuolowe e oaricellt(. - Per queste tre mala ltte furono cut·ati negli ospedali mtlilari soltanto 58 mùivJCiui ùi Lruppa, e ù1 questi soli 28 erano offelti o ùa vaiuolo o da vaiuoloide. Aggiungendovi i curati ne~li spedali civili. e quel!i iu cui il vaiuolo o la variC'ella st sv•lupparono mentre ~>rano ricoverati allo t~pedale per altra malattia. si ha un totale di uomini di truppa colpiti da vaJUolo o da vaiuoloide eli 3G individui, per la vartcella di 35. Si ebbe un ~olo caso di rnorle in un inscritto, non vaccinato nell'inlanzia, e che non pot6
3i9
Dl STAll!liiCA MEDI CA
esser vaccinato al cor po perch'' colpilo dalh1 malattia poco dopo Il ~uo arrivo e l di~tretto. Vacc inru iolli - Le vaccinattolll praticate furono m numero di 118,898. F u esclusivamente ad op~rata In Jinra vaccinlca fornita tlall' lslilulo vaccinogeno dello Stato. Su 1000 ''&cci nazioni si ebbero:
59.1 estLt poqlli\'Ì nei ~tè vaJUolali. Bìn J•J. Jd. nei git\ vaccinali. i71
id.
id .
nei m ai vaccinati nè vaiuolali.
Pres1dh della Colonia Fr,i rt>a. - Sopra una forza media di 1731 uomin1 d1 truppa si ebbero: Entrali noi luoghi di curo 1756 ossia 1014 per 1()00. Morti 15 ussie 8.i per 1000. Giornate d1 de~tenza 35,30"2 ossia 56 per 1000 N~ll'anno precedente la mor bosilà era t~lata di t tOt per 1()()(1 e la mortali lA di 8,2. Dei 15 uomini di truppa m orti uuo cadde s ul campo di ballaglio di Agordal. Si ebbero tre ufficial i m orti. lutti e tre nella ~loriosa azione s uddetta. In ra pporto ai mesi gli entrali nei luoghj di curn rurono per 1000 della forza media · (jenna1o Febbraio ~larzo . Aprile . Ma_zgio GIUgno. Lugho Agol'llo. S ettemure. Ottobr e. Novembre OtcP.mbro.
89,6
88,2 IO ,9 !W, t lH,2 8,6
..
85,9
sa,o
06,9 fi9,0 ~>G.O
5 1,4
T ra i 1756 r a s1 di malall1a che furono curali negli ospedali e nelle lflfermerie mertl&llo menzione pe1· numer o od importanza i !leguenli.
3811
RIVI I'T \ DI STATIST ICA MBO ICA
Febhri ertlmere, ~inoche. Bronchiti acut~ Polmo111lt acute . • . ~ Pleurilì . Catarro ~a<~Lrico acuto • Catarro enl"'I'ICO 1d Ileo-tifo . . . . Febbri da lll&laria Scorbulo. Ane1nia . . . .
312
H 13
122
163 !l
• i i3 Il
tt
Blenorragia e ort'hl ll blenorragiche Ulceri e a leniti veneree . Silìlitlt•
:H6
Totale delle malaltie vene1•ee •
r>i8
211 121
Le malattiP venerct• colpsrono rtuindi in media :H6 uomini di lt·uppa su 1000 •li Cor-ta, cifra p1i.t che tripla d• quella verlficalasi nelle truppe stan~iale in Halia.
..
NOTIZIE n teueDte medloo Virdla. E colla piu viva compiaceuza cbP ebb1amo lello nella relezione uflìciale compllala dal tenente ganel'ftle BaraUeri sulla glot•iosa !>pediz.ioue di CoaLll è SeoAre le seguenti parole che, tanto succintamente quanto efficacemente, riferiscono sull'ammirevole contegno di un no~tro giovo.ue fJUanlo ~limato colle~a. il lenente ruedico cavaliere Virdia. c Frallnnto l'altura al nord di Coatit rormicolava di ne" miei, i quali da grandi distanze continuavano un fuoco. • mollo nutrito ma non moll11 dannù:.:o. contro la nostra por sizione; Pd un branco di partigiani, audacemente girando • per un lmr•·one naQcoslo, giungeva presso le elùesa dove • erano i terlli; ma vemva t·~spinlo dalla presen1.a di spi• rito del teuenLe medico cav. Virdia, il 'Jnale di dietro ai c muri del cimtlero H fece accoglie•·s co11 :'pari dai mulatc tieri, piant.oni, aUendenti e rertli ttleu g1·avr. n Al valot·oso {'Ollega, che htt ag~iunto uml cosi bella pal-(ina ai fasti mililari del rorpo sanitario italiano. e che pur aon è alle sue Jll'lffi•' prove gue•·•·esc!tP, maod tnmo Ili cuore le piu schiette congralulaz.ioni, r.rile 'luali siamo cert1 si a-<socierauno LuLlt i m~d•ci mililat·i.
Gludialo eatero aulla caserma degll allievi oara.blulerl. Al>biomo lello con piacere nell'ultimo numero degl1 ,lrchice..'! de médei!ine et pharmacie militaireR u.na desc1·izione assai particolareggiata di questa cttserma, dovuta alla peu11a. rlel dtstìnto igienistt\ militare fran<·e!>e dottor Antony. L'A .•
falle alcune critiche, comuni a tulte le graudi caserme rnonumentali, ed allre particolari ul fabbric11to In ·disror..o. s pecialmenle sulla costruzione ed ub1cazioue delle cucine, ha pa1·ole di ammirazione pet· la sa!ubt•ttà dei locali, i l
38t
NOTIZIJI;
modo lo levole c()n cu1 ... manl~nula la puhzia geu~raltl dell'a mpio "l&bihmenlO e quella personale dei :-oldall, pt>r l'andamento del s ervizio s anitario ecc. Ci perrnelliamo d• nlevare una piccola inesattezza nella quale egli è caduto a proposito del r eclulumento dei car11binieri in Italia . lnl\i i carabinieri il8ha111, lsnto ljUelli di pt·ovmcia cbe 'luelli d~Jia capitale, hanno In <~l+><~so reclutam~>nlo e fanno lulti il loro tirocmio alla legione Alhe,·i, pr1ma di passare a pre~l8re il ser,·izio speciale della lor o arma. La legione alliPvi non e dunque r isp••tto agli .<Jitl'i cara hinieri un cor po d'~litt: ma semplicemPnle ~1 nn spedo Ili scuola prepara loria per 1 nuo' i amme..si nell'ar mo.
lervtdo a&Dltario ed equip&Hlamento pre111o le truppe giapponeat. - (Le p rog r è.~ mllitam•, 13 marzo l !l5). LP rura cht' i g 1apponesi ha111w dei loro soldati ha conll'ibuilo non poco ai loro s u cce~sr. Sono interessanti i ùetlogli seguenti rorniU dal r11edico c apo dell'esercito giapponese, dollore T sluguro, e dai m ede ..inu si rileva che non si ,. fall" di meglio negli e~erc1b dell"Uccidente. Gli 8Ò1Li ordirwri pt~l ~oldal• netrinver no si componaonn di una cArnìcìo, th un pancmllo in ll11nella dj colone. di calze di cotono, di pllntaloni o di una giuhba ù1 panno, di guanti, d'nn copricApo o d'un fazzolèlln Durante la C'OIIIf'O~na contro la China venne formlo oi ~oldali un equipu~giawer1lo CO"' ~·ompo~lo: camicia, maglia e calzP di lana. rnulnnde d1 fdbbru~azione <:peciale fall~ <·Oil un miscu::rho Ili carta e cascami di ..ei.R, pantaloni e gm,hba eli lana, un <:econtlu cttppnlto col collo fo,Jerato dJ pellircie, un cnppuccio pu re 1:011 prlhccia, gunnli di pelle e due coperte l portatori, i quali r·ìcevono una pa~u dieci volle super ior~ a •ruella Ilei !<Ololah ~> !'Ono obbli~ah pPr·ci6 di ''estirsi n loro spe"t>, sono .. tali •'gunlmrnle prO\'\Ì!'ll rli nbiti per·l'mvt'rno. Recentemente p01 furono di,tribuite delle scarpe fodemte in pelliccia con delle ~ uole tte o soliOpledi di paglia. In presenza del nemico allorché !"i "la per ordinar e l'altacco, i soldati !'i libOI'ano di quella pa rte del veslJario che
NOTIZIE
riesce inrzombrante, allo scopo di avere la completa liber tà di movimento.
La razione ordinaria distribuita a ciascun uomo é di 1 kiloff. da ri"O, 300 ffl'. di carne, e dei legumi. Duranhs le marcia 1 10lda ti ltAnno dovuto contentarsi da pallottole di ri"-o e di ma1 .... Circa i rer1t1 e malati il dott. Tshiguro constata clw ti JlUm~>ro, dal prmc1p1o della campagna, l• s t.alo t•elalìvamente poco conqide1•evole. t..a morlaliw media fra i feriti ~ stata floot·a del 4 p. tOO: ai ebbe inv6ce una mortalità più eleva~\ per malaltif'. Il tifo e la tlicocoenteria hanno infierito &l prmc1p10 della eHmpagna, sovralullo n~>lla Corea. Dala lo <~omiglianza di l'ltma, di nuldz:one e di costumi fra gli abitanti Ilei Giappone. clelia China e della Corea, l'esercito !!IOpponese ebbe meno a qofl'rtre che un &!!ercilo europeo, Il personale mPdico che accompagna l'e~o t•ctlo é dei più I'OmpiPtì: :JOO tnedlci, !!70 infermieri. La socteld della Croce Rossa tiene po•· suo conLo un personale di 138 medici e inrermie ri. Il clott. T«htguro si compiace poi dei progressi reali futli dal Giappone nella scienza medica: egli ricorda che durante la Ruerra c1 vile di Satsus bina, venli anni ra, la medta della morlaltl~ ~ stala di 107.5 per 1000, menke nella campagna attuale non fu che dt 2ì.2 per 1000.
G.
I,ERVENLITE I~ DO~O
l' l'BRLIC ~ZION I
Rela~rone sul calort ,J, alcu11i lit:ri antidi/Lertci per ti doli A. ScLAVO. Il marinaio 81dcida nella mrtr uw mlli.tare del doll. <:nGNETT, mPdico capo di'Ila t·o~-rla
marina.
Lo .~lato della mil::a nella "t)tlìde actfuistra ùel do t l. P. CuL0 '11 UJNt.
Obtterrntwn d'acror,uraalie per il dott. L. E. HLR 1 RA:-<n, Ruue cle mt!tlccine, liJ febbrato 1~5). Di;tonario en~iclcJ~Jedi,.o (ii medicina e cltirttrgia per uso i m e.lict pricat1, rl'd&tlo dal prof. dnll. ALBERTO Et u.:-.o• HG, fa!lcicoli 1x8 e 18'1. Ftudl! de la pl!ysionom u f'/tez. les .-tlién/!8 par l•• doclt·Ur Lu1r.1 Moi\CERl, (eslriJ~lo clelia lttternaltonale medrcuusehplloto(Jraphische MonatNcliri.ft). Trattato di patologia llpectalt• mt•dioa. e terapia pel doli T. e~trulto Jella
,7,
SANTOP.\DRF., volume 1" l<•ziotw :!• fascicolo ~o e
e
,,,,a,,t,.
so.
H"ltter nel uora tlt>l pror. E . FAzao. l a ,.ura del[uretrtle nnteriort• tv.uta col ftlelodo tlel pro· j~;rore .llatocchì pel rlolt. C. C!WA"CIH, tenente mt> aco. Jr,te !rcuntlaria lepro.~a. n""'ervazioni del loll. liiL~PPt'l. Now<A. l a clwtatulOf]ia, la baln.Pt>lo']ia e la yinnasrica nel/t• .11nalit" tgtentcke e nelle pra.trclw applicruioni curattvc, prt>h•ziMaP. del prof. EUGENIO F AZIO, Napoli 1895. La pratiq 111.: des malrulie11 d u. c((•ur et de l'appfl ròT r.irl'lt· lntoire tlans fes ltopitan.1 dl' Jlnris, por PAUL LEFrR 1. Pal'i" J. B. BniltiPre el rus. un \'Oiumell<> legato in tela, rr~. :3 . .\luctuusmo tli (t.zione dealt antìterttiÌCt Pd antipiretiri. l•'"Ì l• pare,(!giamenlo d~"l dotl. A. M1 '~ LLLA, capitAno rn••
dic~ ~apo~l~i~1~89~5~·~====~========~~~~~~~=== l
UII'CI.l
r t
non. ~TBFA~O R&ta-. ma~)!IOr generale medico ispettori'. llCoil~boratoreperln H.• :lif.HrLne.
O.• Te:oooruco Roc;Arr Jlldko 41 J• cla.u N UTI NJ
Il ReòE,~tt.ort•
D.• R IDOLFO L 1v 1
_ _ _ ____:Ga:.:::P!::i::.:ta:.;:;;no mealc11.
Feo"Rrco, Gerente.
M:&l'M OR.J:.E
OR.J:.Gl:NALIJ:.
DELL'AFTA EP IZOOTICA NEGLI ANIMALI E NELL'UOMO
SAGGIO DllolEDICINA COWPARAT .>.
olt!l dottore Giru~eppe .t.IY&ro. tenente tolonotllo medico
direttore drurospedale militare di NatJOII
L'urtn epizootica, deLta anche febbre aftosa, fonzello o m01·bo aftungolare, è malattia infelliva trasmjssibile a Lolli
gli nui m11li domestici, specie ai ruminanti , come pure agl i uccelli , al eamello e al dromedario, e da ~Juesti , in speciali circostanze, all 'uomo. È morbo conosciuto tìn dal sedicesimo secolo. qunnùo endemic.1mente si estese in tutta Europa souo il nome di stomatite ulcerativa. Nel 18 16 Buniva pel primo dimostrò In. sua cootagiositit, e poscia BI'Unell, 1\enn er, Wirth , Hodinger, Spinola, ron in qllest' ultimo periodo era c.onsiderata come malattia ili poca importanza , causa la mitezza del suo andamento. L>a f)unlcbe anno a questa parte pet·ò, ha preso una forma molto intensa e gr<l\'6 in quasi tulli i paesi d' Europa, il suo decot·so i· divenuto maligno, allnccanclo io parecchie lol'alitù anche l'uomo. e la morL"lllil:t, poco conosciuta in passato, ha t·n:.:giun to in alcune iovas.ioni proporzioni allarmonli. Oggi, tanto i veterinari, quanto gli ngricoltori, si mostrano pl'eoccupnli per i danni incessanti che ridondano 25
386
1
DILL .\FTA Jtl'IZOOTlCA
all'agricoltura ed all' igiene. e perché l' mdustria zootecnica costituisce uno dei cespiti pit\ ra~g u<~rdevo li della nostra proil ozio ne agricola. Come lulle le malaiLie da infezione. l'afla ha un periodo d' ineuba1.ione, quindi di eruzione vescicolare o pustolare e poseia d' olcorazione, accompa~nata da un leggero stato febbril e, che carallerizza la malattia. L' elemento causale è un Yirus specilico, microscopicamente riconoscibile solto forma di cocchi pallidi, grossi poco meno di un micromillimetro, che si trovano abbondanti nelle sierosità delle vo:<dcole e pu3Lole, cocchi tondeggianti od ovoidali, isolati o l'iuniti da due a sei elementi assieme. formanti delle piccole coroncine (Levi). Escluso che poteva trallar·si di spore delt'oitliwn albìcans (Roùi n), ed assodata lo possi!Jilità delle culture in liquidi naturali eil artificiali, si spiegano le cond izioni di nutrizione, di proliferazion~ e di diiTnsinne col mezzo dell'acqua, del pascolo c commercio degli animali. Riegel Lrovò nei reni e nel fegato di animali morti di afta dei bacteri, e, fatte delle colture, con esse contagiò nella bocca quatLro giovani maiali ed ebbe come esito la morte di tre di essi dopo quat·aolollo ore. Due -vitelli furono anche inoculati, uno nella lbocca, c l'altro nella ca viti\ addominale e morirono entrambi dopo 4 ~ giorni. o veterinario che assisteva a questi esperimenti. caratlòrir.zò i sintomi presentati dagli animali" durante la vita, in Lutto identici a quelli dell'afta. Scbottelius rinvenne nel liquido chiaro-giallastro delle vescicole pochi elementi morfologici, e, con materiale di coltura, ottenne delle colonie. delicate o quasi trasporeoti , di color grigio-perla con margini lievemente dentati, che
NI GLI AN Uf ALI & NELL'U OilO
oin capo a pnrecchie settimnne raggiunsero il diametro di un millimetro r mezzo. Gli elementi li trovò più grossi dei comun1cocchi riuniti .a piccole catenelle, e li denom1nò streplociti. li doli. TTurth trO\'Ò nel contenuto delle vescirole delle mammelle. degli elementi rigooCìati informi, uniti in corte -c:atenelle, fece colture in ~elntina, e notò che a~sumevano (orma uguale a~?li meptococchi della risipola e della supporazione, ma che nel brodo mnntenev:mo la forma primit in , annotando la particolaritiL del comporla r~i delle colon1e nei diversi mt-zzi nutriti \'i. Nell'ngar e nel ~iero di sangue rinvenne le colonie cirtondato da un alone di granuli debolmente rinfrangenti la luce. che rn~~iuo~e,·ano tah olta ~~n tliametro quattro volte più gr:mde dellr. colonia. lo, ripetendo tali osservnzioni, mi son :-ervilo di lobi capillari di vetro sterilizzati, per raccogliere il materiale delle " escicole aftose svilupp·Hel>i :;ulle mammelle, dopo praticata disinfezione della parte; e l'osservazione del liquido vescicolare, come delle colture fatte nel brodo. mi fece rilevare la presenza di elem enti !ondeggianti , ma nella mnl-!gior parte ovoidnli, riun iti a due ed a quattro assieme, formanti delle pi~ole catone (strrptociti di Schottelius) .
.
.. •
Intorno al pertodo d' iocubnzione, nolo che nella stagione cal da la evoluzione è p1(1 rapida che nella fredda , e, s;econdo le mie osservnioni, non si tralla òi un contngio volatile, ma bensì di un cont:~gio fìso;o. Osservai in una zona infelln, che fa mnlatLin non penet1·ò io una stalla di 7 capi 1li bovini e .dae ovini, che nvevano pascolo tolto a si• e ch e, durante la
J\JtLL' Al-'1 A ~PILOOTICA 3X8 epi l ernia, erano stat1 trattenuti sempre in 1fU61 dato terreno. Tnli ri~ultati pr·atici escludono la po:<!\ibili tit della trasmissione della malaltta per mezzo dell'aria. e le o.;servazioni di Le Gendre, che io uua fnmiglia si ammalavano solo le persone che prendevano bue di vacche atTene tli afta , sono dimostnnive. ~ el i' infezione ordinaria, si ammette in general e un p~ riodo di :j a l() giorni; però in 'er.t ed e"atta durata di la le periodo. può es>ere determinata dalle ~ole infezioni arliliciali. Questo periudo può e~sere Lrevissimo nei sui n i(~<\-~~ ore), ed ordinariamente di cint1ue giornt iu media negli altri arumali. Si deve con~idera rc come periodo d'incuhazione il tempo che passa tr-.1 quello d' 10oculazione o di artificiale o ca~uale coolagin, e C(u ello dell'apparizione dei JH'imi sintomi del morho, che non ba niente da fare con quello di commercio .-un animali aiTeui, o di stazione in luogo l'tlenuto infetto. Ebbene, portando la ba\a dalla bocca di nn animale malato in quella di uno sano, lo sviluppo del morho si ha tn· fallibilmente fra i dne ed i cinque giorni, anche d'tnverno, e tale conoscenza è ulili.;stma per qoanto in proposi lo SI rtlova dalla lelleraluru contemporanea. Il Ureflier ti ice che. lo stadio clelia ùuratn mtnima dell'afta epizootica ha una tmportanza giuridica di ~wimissimo ordine, ed io aggi ungo che del pari c importante a saper~i l,t tl urala massima. Egli opina che durante la :;LnAione estiva. il periodo d'incubazione può essere di soli due giorni ed anche meno nel porco. Tale modo di vedere è condiviso da B oor~eois che, fondandosi sulle proprie ossena1ioni, nmmulte come minimo la durala di i ì ore e come massimo 8 giorni. notlhille ritiene tal periodo non minore di 4R or~ net bovini. e rifercndo:;i n mollephci sue o:;ser\'aziont fau~ a
-
NXGLI ANIMAt.l ! 'li!t.L'UOWO
3M9
Parigi durante il U193, sopra animali provenienti da luo~lti infetti e sani. niTerma ciò senza tema di essere smentito : ammelle però che nel porco In malattia si può :;volgere benissimo in ~t ore . • i registra infine che. dagli esperimenti dei dollori in veterinaria Oavid e Zernecke, risulta nn caso d' inoculnzione sviluppntosi dopo l~~ g10rni, in un bue che S mesi prima aveva sofferto l'afta. Le prime manifestazioni del periodo erulli\"o ven~ono caratter·izzate drt nn cerLo malessere generale. da tristezza e tJUiDili da l'levazion•• termica, rhe nei casi ordtnari è abbastanza mite: l'animale rifiuta di mangiare, perchè il lavot·o eruttivo iniziato sulla mucosa della bocca glr rende difficile e doloro:>a la mnsticazione, e si Yede perciò stare con In te ..ta hn:;sa ed andare in cerca di acqua. che beve come prew dn viva sete e rimane volentieri col musello nell'ubue' eratoio. e ciù per lo s,•iluppo flogistico nella !tocca, che la rende calda. asciutta e di color ro!'SO. A (jtle~ to tien dietro una fo rtissima iperemia saliva te, e dalla Lloccn ~~ vede colare nbhondantissima e !:pesso fetida uava fila nte. fn molti ca!ii s;i riscontra stitichezza. (1, se il pr·ocesso aftoso si estende all'intestino, sopraf!giunge diarrea. Nei casi pii1 accentuati, ai smtomi locali detrafta, si associano quelli genorali e più insidiosi della mnlauia a processo dissolutivo del sangue, la feiJure si eleva e l'animale 'ien prt>'>o da rntensi tremori con sussulti muscolari nélle varie regioni .!el rorpo; però lo slr1Lo fehbr·ile cessa di solito dopo uno-due giorni. :-e non sopraggiunge esito letale. L'evoluzione eruuiva sel1ue l'insorgere ùel male, prima con l'apparizione di rhiazze rosse sulla mucosa, quindi con la formniooe rapida di vesciche e pustole a base
390
OILL'AYTA l!PIZOOTICA
larga sulle delle chiazze, e poscia (24-.i-8 ore dopo), coo la rollora delle vesciche e formazjone di ulcerazioni, eh~ io prosieguo cicatrizzano . La sede predi leLta nella bocca ~ ai lati e base della lingua, nelle geo~i•e, sul palato, nelle guancie e nelle labbra, e. quando sono più vt~scichelle confluenti , forma nodelle vaste piaghe superfic1al i. L'eruzione talvoha si rinviene anche nell'esofago e sopra tutto il tubo ~as tro-intestinale. sulla mucosa nasale e sulla congiuntiva, accompagnandosi a scolo nasale e sintomi di con~iuoti vi te con scolo lagrimale. L'eruzione cutanea p1ù ord10aria è quella cbe lli avvera in vicinanza e fra le unghie dei piedi (all.t cucitura , nello spazio interdigitale), con tumefazione llemmonosa dove. nei casi un po' grnvi ~ i formano tlelle ver·e ed elltese pi.tghe, che fan cade1·e le unghie e deturpano anche i diti. Pure la cote delle mnmmelle è comune sede di semplice o discreta eruzione, associata a tumefazione flogisticu ed a diminuzione ed altoruione della secrezione lattea. E cosi pure le altre parti della cute pOS$Onn essere sede d'eruzione, specialmente l~ re~ioni dove la pelle è più sottile. Però non tutti !{li animali sono attaccati ugualment& dall'afta, nel cavallo. ad esempio, l'eruzione d'ordinario si limita alla IJocca, io altri più alla IJocca ed ai piedi, in altri nncorn piu alle mammelle e piedi e meno alln boce;t. Quando la malattia si presenra limit:lla ni soli piedi~ oer bo•ini e suioi , suoi dirsi morbo aftungolarf, nelle pecore e nelle capre roppina, paronicchia orina contayiosa, podopartnchidtrmite. Nou tutte le epidemie si mostrano u).(uali pet· intensiti•~ e,;leosione di eruzione e gravezza d'infezione: mt~ ordinariamente, più estesa ~ l'eruz•one, p1ù grave è la forma.
'.lGt.l A ~I XA LI E NRLL 'UOliO
l piccoli animali sono d'ordinario maggiormente colpiti, e la morlalitit è grandissim~ fra i lattami, anche perchè la aecrezione la uea~ oltre di essere sensibilmente diminuita, è 'lnalitati.-amenle alterata per aumento di principt al buminoidi e di corpuscoli analoghi a quelli del colostro : questa modificazione qualilaliva rende anche il lane purgatho e capace di provocare infiammazioni gaslro· inte&tinali, per cui i p1ccoli muoiono in brevissimo tempo. ~ell:l maggioranza dei ca~i il periodl.l ulcerativo ha la durala di i0- t 5 giorni (andamento normale); ma alcune volte lll ulcerazroni sono esle~e e profonde e ntardano a cicatrizzare, e non è raro il caso che le lesioni ai predì, per cattive cure, o per poca pulizia, divengono gravi; la forma flogistica può ns~u mere vero rarallere llemmonoso. le ulcerazioni si possono coprrre di fnngosità, ~ l i un~hio n 1 e gli zoccoli possono venire scalzati da inlìltrazioni di pus sotto la muraglia, ed i diti talmente alterali da richietlere npj)(Jsite operazioni chirurgiche, ritardando 10 tal modo il processo di ripnt'fil'.ione. Nel 1870 io vidi due ovini mutilati dalla malattia nei diti dei pieùi, senza l' inlet·vento della chirul'gia veterinaria, e 4uest'nnno v1di U suini deturpati pt•r la perilita degli ungh1oni ed intieri diti dei ruedi, ed uno con postumi di lesioni alla mammello consistenti nella perdila di due capezzoli. La ciratrizzaz1one in (1uesti ca"i ritarda in media sino a tre-1ruallro settimane.
Non è una novità che t'afta epizootica si trasmetta dall'ani· male all'uomo ed as.sumn lah·olta carauere molto grave. 13oerhaYe e Yan wieten hanno compreso 'otlo il nome di
DILI '\f'TA fPJZOOTILA
afta una mnlauia epidemir.a, accompagnata da febbre a cor~o ciclico. ed entrambi hanno ritenuto elle le esulcera1.10ni alla bocca rappresentavano nn siotoma della malaUia. Sagnr nel 1765, emi~e il parere r,he questa forma morbosa rapprc~entnra nell'uomo l'afta epizootica. ed a~giunse che, quale mezzo di trasmissione Lra l'animale e l'uomo, eru il latte. Tale opinione è stata posc•a pos•ltmmente niTermat,, da Dnvid in un belli •simo lavoro pobhlicato nel 1887. e qninùi da l e Gendre, ed oggi si aggiunge che qua e la furon o SC!(nalnte forme erulli\·e molto somighanti .di'afta epizootica, in persone che aveva no contallo con anunali arTe111 e che non \'eoh ano bene delìn1te. Ora la frl'quent•' roJncidenza di epidenue di febbre aflo,a negli animali o Ili epidemie di !'tomaLite aftusa nell'uomo. conrermano fJttnnLo i detti autori a'·evauo osstwvato. Per moltissimo tempo. nei trattati di medicina umana, il nome di afta comprendeva Luue le ulceri delln uocca, e con tale estensione di s•gnilicato si trova in l ppocrule. naleno, Arcteo. Cullen, Good , ecc. ec1·. Willam e lhteman confondevano l'a fta col IDUJ.!hello, ma la di stinlo{uevano dalle altre stomntiti nlcerose. Dopo, ~li studi rli (~ner,;ant, Billard, 1\illtel, Barthe7., ecc., definirono la stornati le aftosn: una arTez,one della bocca caratterizzata per una eruzione vesctcola•·e e consecu tiva ulcerazione. Nel 1869 e 70, 10 osservai per la prima volta nel t'Omune di Giffone, in quel di Heg~-:io Cnlallria, una forma morbosa particolare, rho veniva carnuerizzaLa da una eru7.tone vescJcolare sotto ed ai margmi della li ngua , sulle guancr. j.(engivc, labbra eù au)(oli della bocca, eruzione che frequ entemente si yede'a estesa in diverse parti del corpo, ma in particolare snl durso delle mani ed in qualche caso anrhe ai piedi e sulle dita in vicinanza delle unghie. nel mentre
...
'(EGLI .lNL\1 \Lt E XELL'l"0\10
:i93
dominava l'afta epizootica nel be~tiame, che in sensibile quantit•i si alleva in quelln plaga. Oa quel tempo atl o~gi ho potuto o,;:,en·are nelr istesso comune altre tre volte la stessa form a morbosa nella stag1one P-stiva, semp1·e quando domina'"a l'afla. Anche in :o;icilia nel 18H l et. bi occa:.ìone di curare tre c:~ si 1solatt. che r1vest1vnno la stessa formn. "' iluppali si dietro l'uso eli lnue crudo di non sicura proven1enza. In gener.de questa sper.iale malattia sej:UI\'a un cor;;o henigno, e s'111i7.1ava con uno o p1ù giorn1 eli malesset·e, :.ecrhezzn e c:en;;azione di bruriorP nella hocca. \ ciò trnt?va ùietro l'appn•·izione di piccole chiaz1.e ro,; ·e sulla muco~a, nel centro delle quali ~i formava un punto bianchiccio, dte rapiiamente ... i ele,ara e prendeva tuili i caratteri rli una vescichetta ron contenuto ll'aspul'ente, che nel .2°-3° gior·no diveol\·a torbido e to ... to si rompeva la.~cia ndo lu mut·,,sa ulcera la. Contemporaneamente nll' eruzwne si aveva poca febbrt• o nessuna apprezzabile elevazione termica, i piccoli chieùe' ano incessantemente acqua pel calore fcu·rissimo della mucosa orale. emellevano ahbondnnte snlìvn Jilnnte. ~pede dur·ante il tempo clelia formnione e rollura delle vescicole, che, quantlo erano cunlluenti. formavano delle estese ulcerazlooi con fondo bianco-~rigiao;tro, coperte di un es,udato den'o che dilllcilmPnte si toghe,-a, lasciand•> una ·nperlìcle sanguinante. Il hordo ùr queste ulcernzioni era ros;u, ta~lratn a p1cro e lie'femenle indurito. ~ello stesso tempo si notav;lno disturbi digestivi. innppetenzlt e spesso diarrea nei L•ambini ; ma la erulinne nella bocca rappre~enr.a va il sintoma palognomonico più importante. l disturbi funzronali si accen luHano nei primi ~iorni e raggiungevano il massimo nel momenlo llell'ulcerazion~. e. l'allaunmento
394
OHI. L' .\FU EPIZOOTICA
nei bambini, come la masticazione negli adulti, rmscivano dolorosissimi. Il decor·o si compiva .:on la cicatrizzazione nel periodo medio di l 0-1 5 giorni, e, quando la eruzione di\eoiva confluente, si diffondeva sulla cute di più parti del corpo. alle mammelle e particolarmente sull 'istimo delle fauci, fario~e, esofn~o e sui ~eni1ah (cosa che si osservava frequentemente nei pircoli), la febbre si acrentuava maggiormente, sopra!!giUo~evnno sintomi tifoidei a forma adinamica e si avveranno ea<~i di rnorle : però la guarigione era la nota [più COSillll t6. Dietro indagini ripetute ed accurate, assodai che i primi col piti erano i pastori e specialmente i piccoli di queste famiglie, e poscia In malattia si diffondeva sopra parecchi popolani, ciò che non lasciava alcun ùubbio sulla contagiosiLìt della forma morbosa. Intanto conviene bene conoscere le circostanze che favori\·ano que5ta 1rasmissione. 1 paslori di detta località danno ai loro bimbi del latte crodo, senza tener conto dell'animale sano o malato, c poi bevono acqua in orciuoli di terra cotta a collo streuo. appooPndovi la hocca a ca"o or l'uno or l'altro. 1 trascurano colà anche le più volgari norme di pulizia ::anitaria. e le carni di animali morti di una ven.:ono r.onsomale d:rgli stessi alle,atori e guardiani. Devo però ronstalare il fallo cbe. a mia conoscenza. non si t! Yeriucalo nessu n ca.;o grave, nè la durata delle ulcerazioni si protrasse per lungo lempo sugli aduiLi. Chnrcot, Bouchard, l e Gendre riportano nelle loro pnhblicozioni molti casi di afta, coolllnicati per mezzo del lalle preso da vacche affette d'arta epizootica, e citano non solo casi isolati, ma anche multipli contemporanei in uua casa di salute sopra bambini, sempre per contogio diretto.
~IG Ll A~I X ALI & NILL'U0 \10
39:>
J.o stesso tlicnsi di Hertwing e Cbabert, che videro comuuicare l'afta :llla bocca delle persone che fece ro uso dt laue di nnimalt aftosi. Il dollor· Falelli, in Valle d'Aosta, osservò piìt volle il passaggio dell'afta dagli ;animali, non solo nei bambini ma anche n e~li adulti mediante il laue crndo. Il profe~ore Mosler riferisce ~opra due casi da lur osserrati. uno in per· sona di una ra~azzn che lnoravn in localit;ì infella, la quale presentò vescicole grandi e piccole alle mani e fra In dita dei piedi, e l'nltro in un giovane apprendista macellaio di 1;) anr.s, che eLbe pu~tole io ambn le mani, :~Ilo scroto e al pene. Il medico \'eterinario Eud.e di Hnlle, narra dt vnri lramhini, che solevnno per abitudine here latte munto da fre~eo, i qual i presenta rono un'eruzione estesa sn tutto il corpo di forma vescicolare, similo a lfuella dell'afta, qua ndo la ma· lullia si sviluppò nella stalla dove si prendeva il lalle, mentre altri bambini déll' istessa località, cbe non facevano uso di •anel latte, non ammalarono. r>ue ra~azze adibite a mungere le Tacche di una st •Ila. infetta. perchè tenevano piccole ferite cutanee aJiu mani, si con tagiarono dell'istesso male con tolti i si ntomi ca ratteristici, tanto sulla localittì delle lesioni cuta neo, quanto sul~ott>nerale. Un pa tore eblie er uzione vescicolare sulle labbra e alle gen gif e, analoghe all' afla epizoolica, mentre inlieriva il morbo fra le sue pecore. Siegel s"S{oala una vera epidemia da lui os ervata nei di Otorn i di Berlino ne~li anni 1888-89-90- 9 1, coincidente collo svilnppo dell'urta epizootica nel bestiame. ~:gtr dice aver carallerizzato quel morbo come contagio d~>ll a bocca analo~o allo scorbu to, e la descrizione che ne fa è quella d 'una stomatite ~rave con salivazione nella maf.(gloranza dci casi, eruzioni vescicoluri ni mnrgiui della lingun,
396
DELL'AFTA I PlZOOTICA
sulle gengive, alle labbra c agli angoli della bocca, che rompendosi davano luogo alla fuoruscita di un liquido chiaro ed alla formazione di ulcerazioni superficiali pill o meno esl&se. l n questa speciale epidemia notò che il periodo d'incubazione era di 8- 10 ~ioro i, durante i quali si avevano sintomi prodromici di mnlessere, e quindi si manifestava la forma caratteristica dell'inliammaziooe sulla mucosa orale. L'eruzione in alcu ni casi si estese all'esofago ed anche sopra tolta la pelle, assieme a svil.uppo di petecchie, apportando aborti nelle donne ed anche casi di dece:>so. Come complicanze ha notato forme d1 glossite, emorragie sott,lculaoee, delle gengive e di nltre pr~rti della bocca, la polmonite ca tarral r nella stagione fredda. ascessi sollou np:ueal i, e d ice che in un qua rio di tutti i colpiti, la malattia as,;unse un carauere maligno. l<'ra i sintomi costanti fu notata la tumefazione del fe~nLO. Siegel trovò nei reni e nel fe).!alo dei bacteri simili a quelli ottenuti da culture falle con sangue pre!:o da pecore e cavalli morti di aftn, ed ammette in modo indi!:cnLihile. la identilii della forma morbosa da lui st udiata nell'uomo con l'afta epizootica. Le afte della bocca, possono dipendere dn molle e svariate cause, come: stato saborrale delle vie di~estiYe , niTezioni croniche di delle vie. debolezr.a costituzional e od accidentale per malattie infettive od esaurienti, irritnzioni meccaniche della muco~a. ecc. Però lullc queste cause non determinano !n febbre aftosa epidemica n~ presentano l'eslensione c le locnlizzazioni delle afte sulla mucosa omle e Sll lla pelle. come di frequen te si ossen·a nei bambini. La stomatite epidemica si distingue dalla stomalite sem· plice: per la facile complicanza della feblm:l, per In pre· senza di piccole vescichette traspnrenti, o di color grigioperla, che si rompono ed ordioarinmenle si esulceran o al
NEGLI A)lil MALl E NKLL'UOMO
397
secondo gior·no, per lo :.lato epidemico e cnnlagioso e per. le localizzazioni. La forma discreta e caratterizzata da rossore a cùiazze e sttcchezza della bocca in primo tempo, abbondante salivazione e spesso fetida in secondo tempo , as:Sociata a dolore e calore urente. La forma confluente ed estesa si accompagna a maggiore elevnzione termica iniziata con brivido, e spes!'o si associa a tremore generaie, vomito, sintomi tifoidei e può menare alla morte. Si distingue con facilità dal mugbello per le masse cremose carattel'istiche depositate sulla mucosa, dall'hel'pes buccalis per le localizzazioni sulla lingun, palato, ecc., dalla stomatite ulcerosa, per la pr·ofondità ed estensione delle ulcere. Oro, se in passato per la mitezza del male non troppo impressionava il possibile contagio sull'uomo, oggi che le epidemie si ripetono ed assumono forma maligna, impone la massima sorveglianza ed il maggiore rigof'e pel' impedire non solo il contagio sull'uomo, ma anche la difi'usione fra la specie umana.
* "* Le ricorrenze epidemiche e la forma grave richiama l'attenzione dei cultori delle medicue discipline e del legislatore. Le rilevantissime perdite economicbe, per la mancanza di lavoro del bestiame, per la diminur.ione ed alterata •Lu~ l ità del latte, pel dimagrimento grave degli animali affetti, i freqL1cnti aborti , le perdite di gran numero d'ani mali adolti e parti colarmente di piccoli e di lauanti, interessano non solo i singo li proprietari e l'economia nazionale, ma, per la di[usiuilità della forma morbosa, anche i principii di lrbel'o scambio internazionale.
D.!LL'.\FTA !PIZOOTICA
• Golles\\ iotber, parlando delle ultime epidemie dice che. in IJUaranl'aoni di prat1ca veterinaria, e la prima volta c he constota un decorso CO'-Ì maligno dell'arta, associato a complicanza di tosse molto doloroso. di diffusione Oemmonosa alla gola e di forte diarren. Siecheneder in parecchi casi notò una speciale diarrcn che assumeva forma tliseolerica, preceduta da contorcimenti ed agitazione dell'animale, o dice cbe al reperto necroscopico, s1 rmvennero con~t• stiooi di parenchimi Ylscerah, contenuto saogoioolento nel tenue e macchie echimotiche ·alle mucose e nelle sierose. En){el , io parecchi casi di morti apoplettiche, all'autop~ia rim•enne essudatD siero-sanguinolenlo sollo la dura madre e nella cavità addominale. Hafner io una vacca morta i~tan lan eamen te al terzo giorno delltL malattia, rinvenne degenerazione grassa del mn:;colo cardiaco e tumefazione con rammollimento del fe~nto. Il prof. Guillebean in uon località della "vizzera, notò che su l ~ l capi di bovini allacc.l ti in 5 giorni, morirono l giovenche nel t• periodo d~lfa malattia , cioè quando l'eruzione tii stava sviluppando sulla mucosa della bocca e gli animali avevano molta ~ete. aumento di saliva, cessazione della secrezione !allea, Ire· more generale ed abbattimento. All 'autopsia si notarono le solite alterazioni dell'afta, ipe remia della muco~a con parziale raggrinzamento dell'epllelio nei pt·1m1 stomaci, emorragia e pigmentazione n('! tenue. ulccrazion i quasi cicatrizzate sui pilastri del ponzone, stasi viscerali e stra va 'i sanguigni. chouelius e Feotzling m una sezione di una vacca morta sei ore prima, trovarono. oltre le ulcerazioni della bocca e dei piedi, anossimenlo e focolai emorragici della sierosn e
NEGLI A~fJf ALI l ~&Lt'UOJI O
399
del paozone, simili lesion1 sulla mncosa inte• stinale e ·tasi vi cerali. lo tutti 1 ca i fu dimostraLo che era a~·olu t:tmente elimtaabile ogni sospelto di complicanza col carboocbio ematico. In Italia J'afLn epizootica si è manifestata in moltissime provincie del regno, ed io alcune hn rivesLito forma grave, accennando di avvici uarsi alla g rnvi~Ri ma riscontrata ultimamente io Germania ed in Svizzera, ed il commercio specialmente ri enti e risente danni po~IIÌ\ i. La mortal ità del grosso bestiame non è elevata. ma sono frt>quenti ~li aborti e la morte dei lattanti per la deficente qoantitil del hHte e sopra tutto per In venefica qualità. ~ ella regione meridioonle la ma lattia ha presentato carattere meno grave, ma si notò però aumento di gravezza e di mortalilh nei !ìuini, ovini e particolanuonle fr:l i lattanti. L'essere più o meno au ac~a ti nlcu ni an imali in luogo di altri, sono distinzioni che si riferiscono solo al genere di allevamento locale. non potendo \enire col piLi animali defic1eDL1 io una data regione. ~eli,\ provincia di Terra di Lavoro, ad esem pio . dove si alle\ano molli suini, si ebbe io que3to anno una epidemia ahlw~tonza diffu ·a fra detti animali, estesa anche ai bovini.
••• La cura di questa iofermita deve considerarsi sotto il punto di vista pref"eotivo. difensivo e repressivo. S1 pr~Y iene l'afta tentando di rendere gli animali immuni per mezzo di una pecie di vaccino. l'na tal pratica preservati va fu messa in opera fin dal Delnfond e recentemente rimessa in onore dal ciJial'issimo dott. Nnsotti in quel di Pavia ; ma lo inocnlazioni non diedero
.
.iOO
OI I.L'.HtA EPIZOOTICA
quel risultato che si aspeuava, sopratntto per non essersi trovato un efficace processo di attenuazione del virns. e per· complicanze ed esiti infausti fra gli inoculati. questa pra tica, già divenuta estesa in Lombardio, fu abbandonata. Siccome l'afta epizootica è un'affezione che fra gli animali può dirsi In vera malallia del giorno, così sr c cercato di Care tentativi con iniezioni di siero di sangue di animali che avevano di già superata l'afta, io analogia di quanto si è pr:.ticato io altre malattie da infezione (Behring, Kitasato, Roux), sugli animali e sull'uomo n liCOpo preventivo ed anche curativo, ritenendosi og~i che il siero del sangue degli auimali immun izzati r.onteo~a delle antitossine, rappr63eotate da sostan1.e chimiche indeterminate. che si trovano in quantità ùelìnile e costanti (Heui.Hlar). ~on si traller·ebbe c1oindi di fagocitosi. e la distruzione microbica si farebbe in tal modo all'i nfuori dei lencociti, i quali. eccitati dai microbi . dareLbero per prodouo le alassine, IJnali sostanze immunitrici. Però, nllo stato pre· sente delle nostre conoscenze scientifiche, la fagocito~i rappresenta noo dei fallori pitl importanti ed attivi a favore dell'immunità. • Fu il veterinario distret.tuale David delln. provincia di .Brandenburgo in Prussia, che avuta l'opportunità dr f,,re simili prove, unito al veterinario Zernckc, ci comunica i risultati di tali esperimenti. T due valenti zooiatrici nel mese di dicembre 1893, sperimentarono ciò sopr·a 15 capi ùi bovini. di cui uno che aveva sofferto l'afta nella primavera dello stesso :1 nno. li siero fu rreso dal sangue di due robusti bu oi che avevano avuto l'afta tre sellimane prima, e che si trovavano completamente guariti .•
"iRGLI A'\1\lALr K Xl!.ll '11011&0
i-O t
Dei t:.; bovini !l furono lltoculati e (j tenuti per testimoni. Dopo 15 giorni delle praticate inoc ulazioni, si produsse il contagio artificiale mediante la flava portata diI"E'ttamenle 1lalla bocca dt>J;Ii animali infeltt in quella dei san i, ed in cnpo a cinque giorni . ~i rilevarono le prime manife5tnioni dell'afta. In '] unle in segutlo ,j n•nlicò opra talli . Si ~ notato pure in questo caso elle il bue. il LJUnle ave,· n soiTerto l'arta in ante•·e 1enz 1 non ,·. 'lnto ri-partntato, ma In mnn ife·tazione si c verificata dopn treùtct gwmi ùt incuhaz10ne e presentò grado l e~J,! iero. Sviluppntasi tale inff'rmitfl, i duP sp~rirnentatori vollero provare l'erucacta della ~ierote rnpt a. e rileriscono dt avere ottenuto :,:rnnde vantaggio con dosi elevale; ma che. causa In grantle yunntità dt siero necessaria c la tltflìcoltà dt procurar·sr1a. tali tentativi riescono di poco valore pratico. Oa parte mia noto che l'anttlosstna contenuta nel ;;tero Jel s:ulgue di un animale non ,., proportiooutnmeote ugttale a quella di un altro, e che tro\ .1i nel ,•ero del maiale no'auivtt.l maggiore. La le,.:ge del ~2 clicemhre 18 X $u lln tutela dell ' i~ie ne e 1lella ..annù pnh111ica, e l'orJi nanta di poltzia \'eterioarta emanala tlal , l inibLero dell'i nterno , m clata l" fehllrato 189.\., pro, vede tlallato difensi'o; ma tali di$posiziont -.aoitarie • ... inu ad o~gi lasctano molto n desiderare dal lato della ap1•li1·azione, anche perchè il se.rvi1.iu veterinario non i• pro'vi ·to di sufficiente per~onalt. in•tuautochC• tn lutto il regno, il numei'O dei veterinari cnn diploma f'qerce nL• nel 189 ~ . t>r.1 di 130i, et fra di molto infc1wre allo st reui ,simo bt~~~ JIIU.
Per qur~te ragioni e per· ignornnle traicurauzn dt>i ùetenl••ri tli IJe.;tiame. lP denunrie dr cas1 di afta in ;zeuerale arrivano ulle nutorilil com(Jeteuti qnanclo la proiilassi difenstva
DEl L' \t lA ll' ll OOTI CA
non è più possihil~. Satehllero perciò necessari ma,:~rMt mezzi di sorçe:.!lranza e d'istrnztone fra ~~~ allevatori, negozianti e guard iani di be~tiame, aflinchi'. denunciati i rn>~t in tempo utile, si po~~a impedire il maggiore danno ai colpiti " la propa~aziooe ai sa ni. Per tanto olleocre non saril nwi abbastanza rt!clamato il concorso del medico, si ngolarmenle nei piccoli comuni. dove più si esercita la pa,torttia. e \1 è mancanza di velerinarro, e ciò nllo ~>Copo di mag~iormente tutelare la "aiuti' ùell'uumo profilatlicameote. Per poter 5olfocarc tale malaltia in .-ul nascerP. con\'err~bhe eseguire speciali e rigoro·e ispezroni ùai veterinari pro' inciali in tnlti t comuni, appena si tlcnunzia l'esistenza dell'afta in provincie limitrofe, procedere ntlnn censimento, e ctttantlo si avverano dei casi, ndollaro me1.1.i opportuni di as:-ul ulo isolamento e di cura. Il selfuestro. prù cbe delle :-tallo ed ovi li . converrebbe farsi di zone e campi interi, estend,.ndolo n tnllt i rumm:mtr e surni della località.
Per difendersi efficacemente dall'iO\·asione e dilTusinnr dell'aftn, bi:;ogna ostacolaro l'ordinnrtn vin che lu malattrn tieni.! per di!Tondersi negli animali o nell'uomo. Il virus aftoso si può trasmettere da un animale acl nn altr·o mediante la bava, la secrezione nasale, cooginntivnle e delle ulcerazioni ai piedi ; il latte cle,.!li animali aiTetiJ può anche rontagiare animali Pd uomo. e da alcune osservazioni risulta che anche il ·nngue può infeuare. Per lutto ciò, quando un animai., co ntn~iato si trova nel periodo erut tivo od in quello di esnlcerazione, donrnque si porta contamina la località. ed i sani che nello stesso sito si condurono,
\EGLI A'li~ALI E Y!LL'UOMO
1SÌ pos,ono
contagiare sia camminando che pascolando, e speci.tlmeote be'f'eodo negli nbbeverator comuni o cor~i di acctun. La resistenza del virus nCtoso disseminato in prater·ie, stalle, ecc. , non ~ bene conosciuta: ma possono farsi coltivazioni in acqua comu ne ed in acqua sterilizzata e gli elementi infettivi re:;istono per molto tempo nll'at.ione degli agenti comuui. D..t tali cono-;renze "i deduce che nella zona di terreno ealpeslata da animali iufetti, dovr;t ri~orosameute impellrr:;i il pa~ colo ai "ani. E ·generillmente conosciuto che Il calor·e Ca 100 gradii annienta glr elementi dell'afta, e -;rccome il passaggio di ~ues ta infermità nell'uomo si arvem pr incip:tlmente per mezzo del commercio del latte crudo. durante un'epidemia dovril esserne i'mpetlito l ' u~o , se non saril prima bollit(). Ogni commercio in ooa zona infelln doV"rit essere rigoro:.amenle vtetato e con"erra staùilrrsi unn -;or\'eglianz'l sui macelli, anche pel possibile contagio tla parte del sangur. gi donà parrmenti impedire l'u ·o tli re:-;ulur di cibi di animali e delln fabbricazione del for·ma~gio, per e,·itare la propagazione del male. Oietro molti dati scien tifici di rigorosa oc;ser·vazione particolare, r i~ulta che il periodu cl'incuba~io n e spontanea dura in modin un IO grorni, che r1uell o tli contagio artitìciale o d'inoculazione è eli :). e che il masc;imo o~servato sperimentalmente fu di l :1. Dietro ciò, dopo un tal periodo eli tempo, gli animali che ~i rinvenAono sani rn una vi::;itn, se apparte· nenti a località infella. pos~ono dirsr certamente li beri d'lll'afn e non capaci dì più conta)!iare, e quelli che subiroM la malallia, dopo 8 !fÌornr della completa ch:alrizzaziooe. f.'orÙill11ll3 di polizia Veterinaria, pPr Ollenere libero lranSÌtO, vuole che gli animali di una localiti1 rnfeua, debba no
essere muniti di certilicato dichiarante che nella pla~a in cur erano rimasli. da oltre IO giorni alrneno non vi furon1) malauie epizootiche, ed io opi nerei eho !\i sarebbe pt la e~alli dicendo: c da l~ :d orni 11011 \i furono malattie epizootiche ». llitenendo come fi~.:;o e non volatile il vi ru ~ aflo~o. 11e consegue la necessaria e ri~orosa pulizia dei lo~ali, la disinfezione di tolLO e di tulli qucllt che hanno contatto con an imnli infelli, ed i cani delle mandrie sequestrate dovra uno tenersi nIla catena. La ces,-azionu c.lella malauia do\ ril .;empre e:-~ere constatala dal vetermario uOìciale, il quale darù tulle le disposiziont atte per la dbtnfezione. [n IJnaolo all'uomo. la protìlasst consiste nell'allontanare i bambini dalle sta lle e luogh t ove si custodisr.ono animali molati, nel disinfettare le persone e ~li abiti dt coloro cl1t· hanno avnto conl•lllo con animala suhito dopo aver fatto delle medtcature, o comunque toccato gli ;~n imn la stes~i. o gli ogj!etti che ebhern con rtuesti co ntano, e tale pratira non "' dovrit mai trascurat·e primu da portarsi a 111.1r1~part>. Conven·n a.stent•rsi di medicare. mungl're o toccare nntmali nmmalati, o carne di questi. quando ~i hanno le:.ioui alle mani, e facen.lo uso dt carne di animali aftosi, ~nr(t h~ne badare che 'enga sullicientemente colta. Quando si vet·ificas.sero casi di contagio sull'uomo, C•)nverrà prattcare l'holamento . tlna madre contagiata donà sospendere d"allaltar·e il proprio bambino durunte la malallia; ma oppcna cessata si permellera l' allaunmonto, conoscendosi che ti ,;iero del latte degli animali che sulurono l'infezione, contiene delle sostanze antttossiche per lo stesso principio infellivo. ' i tlovr.\ sempre evitare di dare avanzi di cibo di tali malati aù nn ima li domestici.
N"€f.LI A~ t:II ALf E ~""J:LL'l"O'fO
~o:;
•
* • Ln cura preventiva e la drfensira nelle malattie drfTusibili si potreblttl dtrr la vera cura del morbo, inquanLochè, per combnltere la malattia cJnnndo si è resa epìdemicr~ od endemica, m~ncnno "P~'""o i meZ7.i adatti all'uopo. Però, dobbiamo aggurng~>re che IJUC~ta forma morbo"n og~i la possiamo comballere, :;ia dift>nsivnmenle che repressivamente, <JU rntunque rtP.sce ,.empre piu facile curare il m'Ile appena si può fare la ùia;.;no.;:i. ~ella forma epidemico, che io ehi.> i occasi•me o"servare sull'uomo, mi girn•ai del calomelnno. degli acidr e dei salicilati e chin:rcei per rh interna. degli adòi cd astrinHenti localm€'nte, fra cui l'acido fenico, e meglio ancora l 'acido solforico in Yt>icolo mncilaginoso (~ p. 1000) ed ebbi sAmpre e~ito fortunato. Per gli animali in questi ultimi tempi sono stati dettoli molti utili mezzi igieniri e medicamentosi, e così la pulitia e la ventilatiooe degli ovili e delle ,talle, locali asciutti e temperatura mite. nllootanare i lattonzi dnl seno OUlterno ni primi sintomi del mnle, somtr1inistranrlo loro pappe. beveroni t·on lnlle bollito ed allungato cnn acqun, bibile con fariua, ecc. Come farm aci furono consigliati al principio della malauia l'nci,)o salicillco ed il salicitato di soda, le bibite rinfresr·aoti, e, comparse le afte, lavature ripetute più volte al gior no con decoz1one di or·w condito con poco ac~>Lo e miele, soluzione di clornto polas·ico, ed ni piedi bngoi emollienti di nurh·a o di farina e !alle, soluzioni deholmente
~O ti
a~tringenti
DILL'AP1A EPIZOOTICA
o di cloruro .;odico. e, nelle compl icanze, la cura relath•u. Furono anche con ~igliate le fomentazioni con acqua \egelo-minerale r111scite f,tvore,oli anche all'uomo {Mosler), la piotannina al ' • p. l UOO e tanti altri anli:.ellici di cui i: rit('a o~gi giorno la farmacopea . Da 'lnalche anno Il profe~:.o re ~lorandi raccomanda coo moltis-imo calore il tltymrt$ s1•rpillu.ç, Egli pare abhia convinzione profonda sull'efficacm d'un tale mezzo, e le sue ossemuiooi sono circondate da validi ri:wri igienici. Io n"n pote,·o tralasci;~re d1 studiare fin dove corrispondeva l'efficacia di questo farmaco, e clalle mie osser\""aziooi risulta : ,·be il tltymus .~t·rpillus agisce come l>emplice sostanza aromatica ed eccitnnle, nlla pari di Lante altre ùi !\imile gener~.:, e non rirnenni in dello farmaco uno spl}ciulità. L'azione sua l:t trovai vicina n quella del timolo o cnnfo1·n ùel timo, somministrato n ùose tenuis~ima, cioè, al disoltn dello l p. l 000. Oro. di quesln sostanza che è In parte atti v;'\ del timo, sì coMscono gli studi rlel Liebreich, del Levin, del Husemano, t'CC., dai quali risulta che il timolo impedisce lutti i prore "' di potrcfazionc, di fermentazione. dt formnz.one tli mulTa, ccc., adùperato in soluzione all'l per l000. ~appia mo pure che il ttmolo è stato raccomandato io terapia umana per \ia intet nn nella poliartrile reumatica, nell'ileotifo, nel tifo e)rtn lematico, oell t polmonite, nella tosse convulsiva, nel diabete, nella broncorrea dei lisid. nel catarrn gastro intestmale, ecc. (B.Jelt.. Coghen, Kus.;;uer), ma per u,o interno, lino a ernesto momento non ha alcuna itnporlanza (Not lln a~cl, Rosbach, Semmola). Per uso estot·no il Rauche le atlrihnisce un'azione antisettica sicur-a con vantaggio su quella del fenolo nella medicatura alla Lislct·; ma per tanti piccoli inconvenieuti
N E!~I.t .\~I M ALI E 'aLL'UO ~ O
.\ .(li
Ira cui non ultimo t[uello che non può ndoperarlii in soluzione ;JI di là di 0, 1 per l 00 senza determinare localmente infiammazione, specie sulle mucose, questo mezzo non ha surrogato la mediratura al fenolo nt' trovato una dill"nsiooe generale. llà parte mia. dopo oumero~i e ripetuti tentativi dirt>lli allo ~copo dPII' allPnuazione del virus afto~o. tanto col pn~sa~gio da un animale in un nllro medìantP tnnesto. tjuanto coll'impie:;are :;o.,taoze dtverse in gelatina, in hrodo e ~ulle patate, ouenoi con un mi,t·uglio di ,o,Lanze an tt :;ettiche l'annientamento dell'elemento aftoso. co:;n elle non are\'o polnto olleoerc con gli ste:;si farmad impiegnlt t'\OIatamenle. Quando non mi riusri piit po~siliile la tnoc olozione dt•lla hava degli animali infl!lli , nt., del t•onlen uto delle vc;;ricole e della secrezione della parte ulct>t·ntn , nH•tliante tlrllo mi $C U ~I io, pr·orai direttamente quc~to co mpo"lo in Yf'ic11lo oleo.;o, ed ottenni inn;pcttato sucresso per In prontezza della ces;;azione dei sintomi generali e locali e la rnpìdi til della cicatrizzazione . Tale farmaco lo ùeoominai llat componentr: olio balsamico rmti~ett ico alla fuwnll. È IJIIe:.lo un liquido di odon• rc,inoso e lìevt-mPOl!' colornto, dte se \lene applicato nella borca. nppeoa si ''ede larru~~ un ento colla compar'a «Ielle \e5Ctrole o pu'\lole arto~e. f.t arre~tare il p roce3~o olcerati\'O, l'animale , j melle .;ul>ito a nHmJ.!iare e nun succedono :Jhorli nt~ complicanze 1-(enerali. Se la forma nkero:;a si ~ di giit a' veratn, l'appl ieaZtone del rarmaco limita il proce~so ed arcelera la rormnzione tlell'l cicatnr.e. , ullo mammelle od altre partt della cute si ollieno lo stesso t•isullato. Però, «filando l'a fta altncca i piedi. con\ iene URare molla pnli?.ia, anche per farlo agire tlirellamente sulle pnrti ulceralt', e cosi, pr·evia lavalura ed n:;riullamenlo, si
-\08
DELL'AFTA ltPilOOTICA
applica in :.;enero~a truantità. In tal cas.o, se l'animale non può alzarsi da terra, si può trascurare la medicalura ulla bocca, perchè appena medicato ai piedi, per· uno ~peciale stimolo prodollo, incomincia a leccarseli ed in tal modo ~i viene a medicare anche la ùocca . Nei casi di forma molto mlensa o di animale nei primi ~odora i trascurato, con\errà ripetere la medi ctllura per dnr. o tre giorni consecutivi, essendo suUkiente nei casi ortlinari una sola applicazione per ottenere che la guarigione di' entt norma cosh nte. l:applicazionf:l dell'olio ulla fu.:sina rte5ce facilissima per mezzo di un pennello. o di un piccolo straccio. o ùntoiTolo di colone legato ad un n uacchotta, curandosi di adopera• e per OJ.lOÌ medicatura grammi ~5 per nn animale !Jo, i no e 12 per nn sui no od ovino, e per piccoli animali o lattonLt grammi 5 -8 . .Basandomi sopr·a questa propriota del farmaco e dell' immuuitiL relativo. elle acquistano j;tli animali di giit conLngiati dall'afta epizootica, praticai il conta~:io artificiale coo la ba,•a (l'un animale malaw io quattro t=nni che si trovavano nella medesima stalla, eù ollenulo lo sviluppo dell'afta al 5" &;iol'no , applicai su bito il dello o!lo balsamico, e nello spazio di 5 al tri gioruì, lullo era scotnparso. Sotto il punto di Yista difensì\'o quioòi, per alJureviare il cor'so del moruo ed impedire la propagazione. io luogo d1 praticare l' isolameotn con divisioue lra :u,1imnli :~aoi et l ammalati nei primi momenti , che, causa io sviluppo successivo ed a distanza del mnle tra un caso e r altro . sa sciupa tempi) e lavoro, io son del parere che coovetTebhe. ttppena sviluppatosi un caso in un greg~e o stalla, isolare tulli uli animali e praticare l'i nnesto all' intiero ùesliame che ivi si trO\'a, e poscia curarlo onde annientare la pru-
NEI~Ll A'il'f.A Ll 1:: '\'&Ù.'t OMO
l n tal modo riuscirà piii facile l' applicnzione metodo difensivo, ma, comunq tte si voglia, riuscir-à sempre il metodo curativo applicato come mezzo di 'alida représsione.
·-ua:n l;toue.
Casertn. ououre 1 !14-. 51-oto il dovero• .11 vlv:unent" ringrazlArf! Il camslmo roll~ga dott Paolo .PIIIianl medico llrovineia.lo •11 Cn~rta, olel valido appoggiO ae<'o"la toml m quest' nllfmo tcrnpo, chi! m1 re• e racii•J l'accedere m comuni e tOoP io!tll"' della pro\'mcln, non cho 11 vot~rma.r1o provinciale dott. EuieoloJ SAbatlnl, che mt ru largo di raclllta.zlunl e dJ 11errrenm. al 1111nto 1.11 accompagnarmi 10 parecctuo locnlfln pre,eal.ul.n•lo al111 m•Jitcphci n.e.Jirature e rootro113odo i reL'llni e~1U
CONTRIBUTO CLINICO ALLE FERITE DELL'AVAMBRACCIO
Per Il dottor JH. ltl il e lla, medico di '!- elasse
Mi accingo a pubblicare un caso di ferita profonda d' arma da taglio all' antibr·nccio, per l'ottenuto risultato in guarigione perfetta, cl1e nel su perare la mia aspettazione mi dà agio di riiJadire al cune considerazioni pratiche, che confermano o modiricano io parte la teoria. Durante il mio servizio di guardia iu questo ospedale princi pale della J\. marina, il di 18 agosto dell'anno scorso alle ore ~3 , 30 .si presentò il giovaneuo Esposito Doro. di F. , capraio, di anni l U, da Fuorigrolla: il quale disse esser~i casualmente ferito con nna roncola ben affi lata all 'avambraccio si nistro. Tolla la fasciatura prov visor·ia improntata alla meglio dall" stesso individuo per· frenare l' emorragia, riscontrai ferita da taglio, netta, trasversale, dell'e. tensione di circa ;; centi metri, alla regione palmare dell'estremo inferiore dell'avaro· braccio sini. u·o, e propt·i;unente due dita lrasverse in ::.opr:'l della linea articolare radio- carpea. 1 margini assai divaricati (nel mezzo 2 centimetri ci rca.) la ~ci nvano app:wire nettamente l'erisi i tendini dei supina-
CONTRIB UTO CLINI CO ALLE FKRJTR DELL'AVA11llRACCIO
4.1 1
tori e de' Oessori, e recisi eran pure l'arteria ,_.oli e vene e il nervo 1-ndiale (ramo superficiale). ~ i lro,·avo di fronte ad una soluzione di continuità dell'U•Imbraccio con lesioni multiple, che aveva un si~,rnificnto gr.tve per In fu nzione dell'ar to. essenùo simil i feriLe tnnto piit importanti quanto più vicine alla rnnno. Appl icai il laccio d' Esmarch, e attuai ona irrigar.ione continua della ferila con acqua nl :;ublimato O,JO p. 1000. Quindi allf'ntai momentanenfJlent~ il lact:.io, perchè l'uscita del sangue m'avesse aiutato a mettere immPdiatamente sulla via delln posizione del vase. Peci la ùoppia allacciatura della radiale nella feriln, leJ.l•llnra cioè del capo centrale, e del capo pe1·iferico, come è cousigliato dagli autori, per l'esistenza delle nmpie anastomosi tra le a1·terie dell'avambraccio, costituile dalle nrcate artel'iose che si trovano nella mano (arco palma1·e supPI'fioiale e profondo, specie il 2°); onde si spiega il po Iso ricorrente. ~l' niTreLtai quindi a suturare i tendini rerisi con seta anti~eLlicn, non avendo a mia portata del ca tgut. l a tenorralìa mi riu~cì facile, m11lgr.1do In relrazione dei monconi centrali (uniti al ventre muscolnre t, a preferenza del flessore comune profondo delle dita. Per rintrncoiarli nella profondllà della fe rita, riuscii con opportuni movimenti di flessione ad avvicinare i monconi alla ferita; li feci sporgere successivamente nella ferita, facendo strisciare le dita sul ventre muscolare; introdussi pe1· la ferit a nella guain n LendineJ un piccolo uncino acuto, e portando fuori con esso man mano i tendini dh·isi vi applicai due ponti di sutura per ciascuno. · Stetti assai in forse se suturare o no il tronco nervoso (1'8.tno superfi ciale del nervo radiale) giacente all'esterno
i-l~ CO"fTIIIII UTO Cli:'UCO Al. LE l'f. HlTE DKLL' A\" '181\.\CCIO
dell'nrleriil. )li contentai ùi far venir·e ad immed1ato con tatto i 3 monconi del nervo tlh·iso, dando all'orto una posizione conventenlo, come dirò in segni lo, aflìnchè, rilassnndo le parti. i due monconi res tn~sero tra loro an·icinnti . Yenni nella determinazione di non rare la ~utura del neno, non per temu di svol;?imento di processi in lìamnntun 'IO lenti, essendosi veriOcati de' ca-.i di nevritt> con lAn •ll•nt:l nlla diffu:-ione, e in ctrcostanze part1colari (infezione con badili di ~i colai'er) anche il tetano: ma In credetti non neces~al'ia. poiché ancht' l't>~perimento (Lnndo1~. EuiE'nhurg) ha dimost rato che non :H•viene mni la riunione per pr·ima 111tenzinue de' moncont di un oen·o "uturato. A vviene però la cicatriZ7:aziont>, come è avvenuta nel no,lro caso. confermandosi nell'uomo l'e'peri mento ese.tuito ne,!li animali di illn esti onchc di pezzo di nervn di altro 3ntmnle ron ripristino della funzione dE'l neno divi,o. l>unque per tale ferita di nervo recentissima. ho osset·vnto ripri ·tinar•i la funzione •lei detto nervo; ho veduto In mano tornare nelle coodi·lioni normali, come tlescrh·erò appre,~o. E qni cade acconcio riportare gli ullimi stadi spenmentali compi uti intorno alla rigenerniooe dei ner·vi pel'ife · rici del pror. ~l ot·pur ~o, pobhlirati te;;tè neJ.!Ii « \111 òt>II'Accademia. d. • c. mcd. e MI. òi Ferraro » (Il i 1~!\i ). Rias umo in hre\e. Isola ndo i ~ moncooi l'un tlnll'ultro e dal tf>,.c;uto cir,·ostante, l'estremitit periferica tlel morH'one nervoso centrale isolato eotr·o ad un tuoetto di vetro. produce un intrereio di nuove r.hre nenrose, <>i tramuta cioe in nenromn vero, analogo 31 oeuroma d'amput~z1oue. Quella rentrale tlel rorri;;pondente rooocone periferico. 111 cond1zioni analo~he, 51 Lrn.;;forma in tessuto te lean~iecta sico. Il moncone periferico, intubato nel cili ndro di \'etro, ~~ a~;40ltiglia ed appnre rome
CO~&RI BVTO 111'\J CO AL~ r iJUU 0111 , \VAMBB.\CCIO
i- 13
esile cilindro fortemente çnscolartWH!l. A ll'e~am e microsoopico si rivela costituito esrlu.,ivamente da fasci di tesIMO connetl ivo nttraYersato da ampi Htsi sanguigni con pareti sottili. Questi vasi. ver:'O l'eslremit<~ ltLera del moneone periferico, formano numerose an~e e si aoastomtzzano l'ra loro cosi riccamente da dare al te ~s nto l'aspetto di una teleangiecla~i.l . ~ o o si vedono tracce di tessuto net \'OSO. icehè da solo ti monc(Jne nervoso centrale t- io grado di form:1re numerosi fascelli dt fìhre nervus~ nuo\"e: 1neutre nell'e"tremitil centrale del moncone pe1·iferico scompaiono le fibre preesistenti e non se ne formano nuove . Pr~es e siiTalle coosiùeraztoni, n;.;~iun;terò che a completare l'opera1.ione fe~i la sutura nodosa de' comu ni tegurneoti dando ben dieci punti con seta o;terilizzata, e, appli cala nna ri go ro~o. medien tur·n nrllise ttic:t col benrla~ g io, credeuj nece.;s·1rio ùare alla mano. durante tulto il periodo d1 cicatrizzazione, e~sendo sopratnlto ioterrss :~ t i i musCt>li Re! ~on. una pum.ione io Jle,-stooe palmare. allinclu:• i tendini, reslanùo nlasciati. sle~'<ero avv u·tnnti naturalmente tra loro. Ciò ottenni nel modo piu ~emplice t:on un'assicella convenientemente curva. La scrupolosa cura aoti~euica della fe rtta mi annunziò. gta al primo rinnovamento della med:ca tur•\ dopo i giorni. lu beo iniziata adesione dei marpiu i 1lella reri t ~ cutanea. senza altra reazione che lie\e nrros,w men tu. Volli accertarmi dw maocas·e qualunque -.tntoma di emor~'~~!!ia Qecond ari;~, formnzioue di ematoma arterioso. o d'al tro accidente. Per la divisione 1lel tronco ncr\"oso - nervo rnùiale pur non e.~i. tendo \'eruoa alterazione trofic;l. con,tatai ~li t iTetll d el!~ paraltsi di :;eoso e tli molo . .:o,i di.:tnltolt:t:
414 COXTRIBUTO CW'HCO ALLE F.BIUTE DF.LL'AVAJIBR.\CCIO
ipoestesi3 alla ente dell'eminenza te nare; ipoeslesia alla cute della faccia dorsale del pollice, della ·l ' falange dell'indice, e della metà estern a v rad ii!le del medio. l n quanto alta motiliti1 erano difficoltati i movimenti atLivi di supinazione, per la recisione de' tendini del lungo e corto supi nulore, che ricevono rami dal nervo radiale : sopratnllo mancanl i i movimen1i di flessione delle d11a e nel pollice in ispecie, per J'avvenula rer,isione de' I'ÌSpeltivi tendini; e difettavano puranro i movimenti di 1.':-lensione per la par<~lisi nerven parziale: siccbè si aveva per consegueozn la forma piti evidente di paralisi dell11 mano. Questi i falli conslatati nell'ago:;to in presenza di e~tregi colleghi del R. ospedale ùi marina. Dopo 7-8 settimane. ossia nlla. metil di otloore, presentni nuovamente ni colleghi il giovanetto Esposito completamente guarito. ~otavasi uoa cicatrice liueare, liscia, levigala. non retraua, libera, scorrente, punto aderente a' tessuti soltostanti. La pelle della mano normale, non assouigliatn. non fr·edùa oè lis..:ia. di colorito normale, senza alterazione del!t> unghie e de' peli. L'arto, divenuto dapprima un po' magro per l'inazione de' muscoli, riacqoistò il suo no1·male volume. avendo fallo eseguire de' movimenti a tempo opportuno, dopo avvenuta la cicatrizzazione della fe1·i ta. I movimenti auivi delle di ta si r·istabilirooo bentosLo dopo l'eletLrizznzione dei muscoli ('20 sedute di corrente faradica). Il callo co nnettivo formato.;i attorno ai moncooi dei tendini divis1 si venne isolando dalle lievi aderenze che aveva prima coi tessuti circoslan Li, e ·erve auualmente di mezzo d'unione fra i monco ni de' tendini recisi.
CONTRJ BUTO CLI \l CO ALJ.K F&I\IT.E DELL'A \"ADI\ACCIO -i 15
La seosibihla tornò normale nel distretto del nen•o offeso. forse per essersi sviluppate anche vie collaterali. Sembra adunque a~:certala In guarigione completa, essendosi ristabilita la funzione inte~ra del nervo, elle è molto diflicile in un grado uguale al normale e relalhameote iu breve tempo (due mesi o poco p1ù). ~apoli ,
31 ollobre IB!H.
4Hi GUaita tlla.lllltlogiea 4ell& R. DDivtrtlt.i dl Torino dirella 4a.l vrof. f. hyllllin~
NOTE DI OTTALMOMETR IA Dtl dott. Glaeo n•• l.uee iola. COJ)IIano mtdlco
Descrizione sommaria e sguardo comparativo fra gH ottalmomctri eli Relmholtz, Javal-Schiotz, Leroy-Dubois c Reid. - Rapporto fra le misure ottalmometriche e la correzione dell'astigmatismo. Teorie dell'accomodazione nella nsione astigmatica. - Parngone fra i risultati ottalmometricl e qne1li della schiascopia. 1\otrc nile esl f'l'indiquer les IIOùo,es de l'oplttalmomdtrìl': oou nou~ h:ìtons d'ojouter q ne, pour eeux qui wullmt .e n!l<l:,:ner a ~mmeure dt>s erreur' t!'un~ dema-dloptrie tootes ces llnes<ei tli<Jl3r..issenl, ctl'opUtalmométrle ne pr~'!ente <lueune diffirnlté. JAV"L. -/nfrodu,liOII flU;t; rnrm u{rts a·ophlalmumètrle.
Dopochè le cognizioni sull'a,tigm atismo dell'occhio umano. grazie soprntutlo agli studi del Dcmdel'~. divennero complete si riconobbe come il metodo suubiettivo per la determinazione di Gl'so mercè le lenti sferic.he e cilindriche era poco esatto, non solo perchè fondato ::ulle rispo,Le dell 'esaminando , spesso incerte o conl radiuorie, ma in ispecie perchè non valeva a svelare l'esi,tenza. il grado ed il modo di comportarsi doll'astigmntismo del cristallino. Occorreva quindi trovare il mezzo di lletermioare separatamenle l'astigmatisruo corneale e tjuello del cristallino,
'OTE 111 OTHL\JO\IETRl \
~17
aonchè la maniera tli comportarsi reciprocnnwnte. per porere poscia stabilire le norme per •tna rnzionale correzione. Tale scopo ru ra!!~innto merrc~ di ult. lmometri. Ueresi prindp:tlmente al gc•nio tlt Uelmltoltz l'inrremento dell'ottalmometrin clinica: e ~li iùt'n uno ùc!.(li nttal momet ri srieotifh:amente pii1 pt>rfetti rul •tnale ,, poterono determinare form:t. climen~ione Pd inrlit'!l di riefrazione delle differenti parti clell'app.m·c·eltio tliollnc•• dell' ucchin; però al prest>tllt: l'i, trnmeotn poco :-i arlopera per :!li ns1 pt•atici, pnr ~erhan •lo 11 prf'!!Ìo d'e•sert> un prt>ZIOSII nppnrPccluo da laLorntorio. L'indole di qnesto la,·oro 'iet'l di riport:tre IJUi una dettagl intn clesrrizione rlegli òunlmometri rli Uelmltoltz, .Jn\\11~ rhi•itl.. DUf iiiÌS-l.P I'II~ e llcttJ, i I[UUii tutti i j.!ÌOrni ~ i adoperano in •ttte~ln rreqnentatiSslma cltnic·a. mi li miterò n riPpilognre soltrcnto le co!.!nizioni in!li:>pPn~a!Jili pr'r snper·en!' Jten .;en ire, e per tUl!'ll•lerc' l princip1i del loro ru nzionnmento. L'ollalmonwtro di llel ml1oltz ,;('n ·e a mi,;urare le gran•II·ZI.e lineari c·on un'rsauez?.n allilll<l ~ ~~~ ···i.t l e. nunostante i li!'' i morirnenti cu1 l o ·rluo i· q un'i c·ont mn :~ m t•Dle "o~ ).l&tto. Esso c• l'on.lalo ~u l s!'gncntf' prineipio: IJunoùo ~·nc:sp r,·a un O.!J!6ll(l allraver~o una la~tra di l'ri'lallo n ,nperficie pi•1ne e parallele, $Ìiunta perp!'nditolarrnenL•• nlla linl'a ''i~ u 1 l e, i ra~gi luminosi pro,enienlì ùnl· I'Of!getto non ,uhi~rono alrunn de,iazionP: SP però h I:Hrll. in vecp d'e,-.('1'1' perpendicfllnr1• alla .:udclrlta linen. s'i nclin :~ in lllCldo d 1 forman' r·olla mt>rle-.mm un aogolo rhe non sia piit il retto, nllflrn i raggi lumino,j peoetranclo oelln 1.•-.tn ,11no t)e, iati a.·,·o,tandosl nll.1 oormalt• eiHata al punto 1l'ineidenzn. erl a ll'u ~c·ita vanno incontro od unn nuova dr27
~OTK
DI OTIALllOlUHIHA
n n.zwne in ·enso inveno. ~llontanandosi cioè dalla normale al punto d'emergenza. ' e segue che il rag~io suhisce una deviazione parallela alla sua direzione primi tha , e l'o}.!J.(cllo si YedC' spostato lateralmente. Se. in luogo d'una sola. di que. te cosi d~>lle lnstro deviatrici, se ne adopcmno due identiche e sovrapposte per uno dei lati , le qunli merd• "peciale meccani-;mo po"sano a-irare in senso inverso l'una snJI'altra. ~ioo a drscrivere n piacere nnn rotazio ne iolern. ~ i producono anrhe nPila seron la lastra i :\oddeui fenomeni di re(nzeon•• respello all"o~~euo. ma in ~eo ..o em·erso, perche inver~o ,. il movimento delle due lastre. Succede cioè cbc guardan1ln l'ol.!getlo attraYerso que,.te. m maniero però che la linc:~ di loro separazione paSSI pel rentrOt! ella pupilla, J' Occf!ÌO \l't!r:a ~o ntcmpo roneam enLt~ nut·twerso le du e lastre, e se e.;so sono in choa t~ invece d'una sol.t tuunaj!in" dell'og,gello ne aplnriranoo dne. La òistanza fra le due immagini dipende dallu spe..sure e dnlrindice di rifrat.ione delle la· tre. non che dall'an~ulc• d'incidentn del rag!!io lununo,n, O\' ero, ciò che imlt•'rì la stes-;a cosa, dall' an~ olo d'tncl inat.iooe che si da aliP lastre. l.'ottalmomelro di Helmho ht. con ~ta d'un sostegno a In• pi edi su cui è montato no lubo a ca nnocchi ale movihile in senso verticale e laterale. l pied i del sostegno sono pcrpenùicolarmente aura\'ersati da \Ili che :;ervonu al la livelln;.iooe dell'bLrumentn. l n una 'C 11ola metallica quadran;wlare an ne -a allo e...tremc• anteriore del cannocchialr, c gtrtnole intorno al snu :h'e longitudinale, $Ono situate le due lastre òi cristall o -;ummenziooale, sovrappo te per uno tlei lati e mo,;bili merct• met·cnnismo speciale io senso in \'er~o e proporzionale attorno
~Or&
DJ OTf \L!ItO\l&rlll "-
all'a:ise ,·erticale; la lastra su perìor~ corrisponde alla metil superiore e ttuella inferiore alla mct:i Inferiore d'un obbietth·o esistente nel cannocchiale. l)oando esse sono perfeuameoto sovrapposte, ossia nel lo stesso piano. si vede una sola immagine dell'oggetto: ma fiu·endole incrociare allora la porttone dei raggi lumino,;i, che emanando dall'o~gello passa por la lastra superiore. è denuta da un bto, e t[nella che nltraversa la la:;tra inferiore è 1le\·iata dul lnto opJJ<Hlo, e st ottiene lo sdoppaamento ùcll'ogJ:ello. L'angolo d'inclinazioni:' tlelle due la,tre \'iene indicato io jlradi su du•• cerchi J{ra luati d·t O, a .Jti0'1 che tro\·ansi l'uno sulln faceta snperiure e l'altro ~nlla Inferiore della -.catola qu adrangolare. La distanza fra le immagini sdoppiate è data ilal valore dell'an~olo elle le la,;tre rormano roll'asse della lente. Allorchr debbon•i misurare le curvature 1lei diiTercnlt mf'ridiaoi della r.ornea :.i so.diono ncloper.tre per ~~~~ellt lunu no.;ì alcune fiammelle che ._j fanno ritlellere so di t•ssa. l\el praticare le esperienze l.t lt'sta t!ell'osserrando ·i li:nl eon oppllrtuno me1:caoismo in gui~n. tale che l'occhio si tro\'i sull'asse dell'istrumento ve1·so del 'fuale deve l(llnrdare, skchd lt> immagini rilles~e dalla cornea sono \'i-.il.lili auraver.so l' ollal mometro. lnnnnzt a t]Hesto. e perpentlirolnrmente al suo asse. si dispone 1111 rel{ulo gradoato lungo rircn un metro, il quale può 1-(irare in modo da essere adnttatu nella direzione dt tu111 1 merult:.ni; sul merlesuno s1 .. ituano tre p1ccolt o;pt>cchi spostaiHII a fOionta ed iodinahilt io tutti i seo ..t: e.;si senooo a rillettere sull'o ·chw da os..;ervare la luce d'una lnmpaùn collocata al di sopra tielln lesta llell'esaminnndo. Dei tre specchi l'uno si fissa sulla metà clel regolo grn-
i'\011~
01 OlTU.'IOli Y.'flllA
dnatn che Ct>rrisponde nllu de"tra tlell'l)sserratore e ~li altri dn~ sulla metà oppo.;ta : ma per prMedere alle misurnziooi è ne-:ess:irio che la loro dhpo:-izione si faccia &;OO norme determinate. che si conosrann cio~ le di-t.anze intercedenti fra cin~ruoo di es:<i ed d centro di rotazione del re~olo. A tale scopo nt'lle nostre esperiente. seguendo la pratica di Woino\\. ahhi:uno c·ollorato In speccluo d1 destra a :2~ centimetri di distanza dal centro rli rotazione. e degli spr,·chi di smistra l uno ublliarno fìssntn n 12 1/ , centimetri e l'altro a 3i 1 , centunetn dal rentro mf'aie~uuo, sirche CHlscunu di e-'i restava distante l~ 1 1 centimetri d,tf punt•> 1lel • re)!olo sul rpHIIe è segnata la òhi~ione Cf>rrispon,lenr ... a 25 Ct.!ntimetn. Per e\ it:1re di dofer dari' in ogni IHservazione agli sperchi l'inl'lin:li~inn e oet'85saria unde riflt>ttaoo sulla cornea l'imlllnJ.!Ìne delln finmmn della lampada. Helmholtz ideò una l'pCI'I<lle disposizione. ~i h~.oa cwè la lampada ad una d1·tan~a co,ta ntt•, e ;;i ~itua il ri!J,!Oio CU;.(Ii specrhi 10 maniera che cia,cupo d'~~si wcupt sempre un piano tan!lente ad una ~uperri cie ,feri•·a irnmnginnria, il cui Ci!Otru .,i trovi esattamente nd mct.zo ùelln di,tanz.l che :;Ppara la lampnda dall'u~t:hiu e:.aminato. l'er o~geuu di ~Ili .;j vuole 'doppiare rimmasine ~ i a iopera la di'>tanza d1e tntercede fra lo --perchio di destra ed ti punto me,!w fra 1 dne specrlu di ·1nistra. distam~a clw pel modo comt' .tllui.uno Òhpu,ti gli ~re··chi è di :i() centimetri. S1 fanno giraru le lastro di cristallo sinu a che l'immagme sdoppiata dello specdtio di ùe~tra si sittti esattamente nel mezzo dello spazio che sep.tra gli speccb i di si nistra, e cosi la. di:>t<IDZil tli :;o centimetri rappre;;enterà la ~ran clezta dell'oggetto 1li rui ~i misura l'immagine.
NOTE DI OTTAUfO\fiTRl\
l'er· determinare nn raggio di cunatum d'nno ùei .meridiani principali della cornea, supponiamo dell'or·inontule. ,..j proiettano su d'essa le immagini della lampada nll~s'e dai tre ">pecchi, dopo aver disposto il r~~olo Lnsver~almentc. po~cin si di~pone l'oltalmometro ed il suo oculare in maniera da 1·edere nettamente le fiammelle :;olia cor nen. ed rnlìne l>i girano le la4re sino ad ottenere lo sdoppiamento, e ,j fa la lettur.a :;olia scala graduata. PP.rchè i ri:.uhati ,,eno della maggiore esatteua possiiJile .! necessario ripetere pitt roiLe la manovra dello sùopphlmento, uvvPro si porternnno le lastre nei quallro euori di cerchio, J.!trandole ciui· ~mo a che aLIJìano espletata un'intera r·ota7.iooe. e si prenderil la media dii risultati ottenuti nell e quattro posizioni. Chiamando h la grandezza tlell'oggrllo, ossin In dil< tnnza l'm lu spPcdrio di destra ed il punto intermedio n quelli di :-t nisLra. a la distanza fra l'o;.r~euo e In rornea, ~ la j!ranùe11.a deJJ'inunn)!inc r-ine~sa, t' il ra:,rgio di cunatum masuraLo, !li hu: r
? a~ ==-,,-
Skcome nelle OO'Lre esperienze nblliurno si10aLo l'otlnlmometro ad 1•. ~'> di distanza dall'occluo •lSservaLo, e sacco me la grandezza Jell'ot!.!etto per la suddeLta dispo:;azaone degli ':Ja
specclti è di :)Q ceni . ,.i hn che -~~ della foa·muln •' ==o e ttuindi r == 3 X ~. l a ).!randeua dell'immagine noi la couo.;ciamo dal 'n lore lineare coa-rispondente al grado di rotazaonc delle htstre occorso per ottenere lo sdoppiamento: or-a tulli i valori lineari
NOTE Ol OT1 A l \I'Ol!ETRIA
relativi ai ~radi di rotozione necessarii per ottenere ~li sdoppiamentt vari sono se~nnti in apposiLe tavole calcolale dal prof. !lbertolli (1). e perciò dopo aver letto sulla scala dell' ollalmometro il prado di rotazione, si riscontra in delle ta,·ol~ tjuale valore linenl'e J!li corrisponde. e si moliplica per 5, e cost i conoscera il valore del raggio di cur· nllura. t>eve ~i po:;cia determinare il rapporto tra il rag.tio di cur· vaiUra delln corneae la sua nefrazione misurata in diollrie. Riporto qut il ragionamento dello Tsclwrning col quale si arriva a cono~cere tale rapporto: la cornea considerata come superlic:ie rifrans:enle lta un indice di rifrazione n e due distanze focali principali. l'ante· riore, il cui valore si sa tlalla cliourica oculare essere
7 •
,
n- 1
1
e la po~teriore uguale a ~ . lE> qnali 'i calcolano entrambe Il-
a partire dalla superficie. La differenza fra le due dis•aoze focali è 1·, il che sigoilic.t che la distanza fra il fuoco po;teriore ed il centro è eguale a quella Ira il fuoco antertore e In superficie. Se \ uobi paragonare l'eiTeuo della cornea a quello di una lente po·ta nell'aria llisognl!rà che essa sia ·ituata al centro della cornea. ed abbia una dislanz 1 fo;:nle uguale alla distanza focale anteriore della cornea. Si avra adun•tue per que~ta lent~ F'
r ==-n- ,.
(l) ALBIIITOLt.l tr:u oR. - Grodttll;lont dtll'utlalmoluetro dL Htfmhollz. Alli
della regia atcallcmln tlelle sclcn1e tll Turino, 30 aprilo: 1882.
Se ~i suppone n== 1.3Ji:.>. cifra a~sai verit1ern determinata da .lavai. ~i ha r
F == U, .,.} ... ··• •I•J /•)
r è esprf'sso in miUimetri lo saril anche F, e chiamando r il \'al ore in diottrie della lente .::, ·n ra Se
, ..
l 000"'
~==-v==-~-,-::=
:)37 . :; T
ma il raggio noi lo co nosci ;~ m o, •toindi eseguendo lo. divi..:ione finale si determinerit r o-sia il valore 10 diOttrie del rag~otio di curvatura rni ~ urato. Per misurare poscia il raggio di curvatnrn ùell'ultro meridiano principale dalla rornen, il qunle supponinmo verlit:a18, i rnota il regolo in senso verticale l'•ll~e udo n ndn r~ in ullo lo specchio di destro , si gira pure la scntoln lJUadrangolare dell'ollnlmometro sino a che la sua far.cia superiore di\•enti inf~riore. e si procede pel rest(l nella stM~a maniera st•guita pel meridiano orizzuntale, sinu a determinare in 1liollrie il \'nlore del raggin di curvatura. La dilfcrenat dei dne valori in diottrie dei rn~~oti di curvatura indirherit il ::rado dell'a,ligmati:.mo ··orneal('. L'oualmomeLro di Helmhollz IH\ re•o o;ent.a dubbio servizi grandi:> 1m i alla ~cienza, e ri~uardo poi all'a 'Li)!matismo ha fatto riconuscerfl che nella maggioranza dei cast C$!iO è la conseguenza d'una costruzione asim metrtca della superficie corneale. Però il suo impiego rie~ce piuuo·to malapevole, richiedendo una camer.1 o~curn, luce ùi · po~ra io maniera ~pecinle, misurnt.ione e calcoli multipli; fllr"e ;\ rousa di Lnli ùillìcoh!l l'ottalmometria non divenne tosto fnmi~ li nr~. posteriormen t"'
'\01& 111 OTT\L\10\IKTRI.\
invere non solo penetrò nella pratica. ma si re!le indispensa bile. ~i ' enne infatti a conoscero d re r•a-.li,!matismo rwn i· sempt·e esclusivamente corneale: Dohrowolsk) prrma e rwswt Lero~ .•laYal, .\J.min e«laltrr furono conrordi udl'arnmellere r he allo "lato fisiologico il cristallino possa modificare simmetri camente le sue eu n alure. Comempor.weamente rl )l anrn puhhl icò numeru•e o.;servazronr su indi\ rdui 10 roi la euntrazione asirnmetrica del musrolo ciliare. ~~~--umendo l' impurIHn:t.a d'un anor·male fu nt.lonarnentu. era ca!!ione dr :.variati disturbi patolo;.:ici. Orueno la dragaosi J i lll'lte cnntraziuni noo può fnr::-i senza l'ottnlmomotro, e perciu ' culturi •l'oculr:.trca sentirono rl bisogno di familiarizzarsi coll'utta lmometria. OctalmomrtrtJ di Jarai-Sc!twt:. - Il còm prto fu lvro \l;;evolato tla Javal e Scluolz i IJ O•tli, con\ inti delle difficult.r che all'uso [li\1Lico presrnlara il clas~ico islrumento tli Helmbollt., co,.lruiruoo nd l H80 11 loro primo uttalrnometro che n101lifirarono nel 18H!l : rithcironn con e~~o n ri.;oJvere il proulema di determ inare i raggi di cun atura della l'ornca ed rl :;uo ac:.Ligm oli·\ltlll SPOla 1:alcoli. :;erve nd o~i a \'Oinnt:t •Iella luci' dinrna o ùr quella artilic~ale. L' ottnlmometro modello l X8H consta essenzialmente di un arco di cerclriu :.n cui :.currnou due nure, Ili tlll disco e di uo Luho a canoc>cchiale co nte n e n lt~ cluo ohbiellrvi e1l 110 prisma ùir1frangente: il lutto t' montato su dr un trepwùe mob rl~ sopra una ta,·olella reUJO;.!Oiare, 10ercè una scanalatura nellii quale può scorrere il piede posteriore, dw c nll raver~alc' J>erpenJicolarmeutP da una vita de·tinata a r~;.:o l o~re i too\iruenti 'erlrcali tlel cannocchiale. All 'estremo autcriore della la '•oleua i• lis~alo uno speciale appoggi.t-Lcsta. i\el ca nno~clri.l l e i! contenuto il si3tèma ollico composto di
~O
n: Ol OllALliOWEUII \
,_,)
l~··
ol•hit·ltivi identirt. arromatici etl n!Jinnatici, i quali hnnno distan7..'l focale di 17 centimetri: essi sono dispo~ti parnll elamente t· c••nstaoo d'un.t hmte conwssa di Croow e d'una cooca\":1 tli Fl ull riunite col bals·•mo di Canad~t. iiiJnale h.1 un indice di rifralione as:'ai vicino a •1uello del cristallo: le super6du messe n contatto hanno lo :o.tesso raggio di curvatura. Nel tn t>l.ZO de!.!li ol•hictLivi è c;ituato un prisma hirifrangente di Wolln'\ton. che dit uno ._.Joppiamento di ~"'m.n:; per 1.1 distanza eu 1 è SI tu alo dall'm~ eh io os;;t>n atn. Il cnnnoccl11:de è mun1to multre d'un orulare positivo di ::H1 diollrte e d'u n reticolo t! ispo.;to al fllOllU tlel!'ohLielliH) poste· riure. che i· IJllello rivolto ,l!t'oeulare. Se l'orchio t: sitt tlo al fnoco ùdl'oùhietti'o anterior~. :-i aHà al fuoco dell'ohhietLI\'O pus~erior ... l'imrnn~orine rove,cmtn e liella tes,.11 grandezza di l]uella riflessa sulla t'Oruea: 'aie a dire che il ca nnocchiale i· io giuslt po,izione quanùo l' oggello 03~ervato si trova al fu oco della lente anteriore. t;li obbieltivi ed il prisma pos,..ono e•sere facilmente a.;porlati per le neces~ario ripnliturfl. L'oculat'l' c quello tmlinario di Ramsden montato su d'nn rullO dotato d'uno ~peri!!le movimento :~d elica :.:raduata. Cla'>enna tli\'i~ione ùell'elien rorri-.pondc ;ul uno sp«Htnmento d'un rnillunetro dell'orulare. e cia:H·un millimetro corri~pondtl ad una \a:·in7.10DO di quasi tre diourie t}, rifrazione nell'o,.chlo dell'o;l'ervature; cosi mentre un emmetrope metteril l'oculare a zero nn m1ope di :l d1ollrle lo meuerà su(la prima rlt,·,,.one. Ci,t~cun mtllimetro •li spostameolo clell'orulare corrispnnrle inollr'l' ad un errore tll misura tli circa o,:l:l cl. La rlivisionL' dell'elir 1 serve anrhe n mi,urnre la pro fondila della camera aolrriore n~l 'IC!luente modo: Si meLLe l' tstruulento n fuoco per l iricle, pose ia si ~po><la l'ucltlare si no n vedere la superlìt'ie corneale: sir.romt' iu ~e-
'iOTE DJ OTTALll.OMETRlA
nerale t'oggeuo è uguale all'immagine formata dall'obbiettivo cosi lo sp~tamento dell'oculare sarà uguaJe alla profonditi! della came1·a untel'iore. La sLessa misura si ottiene meglio mettendo J'ottalmometro a fuoco per l'iride, e spost.a ndo l'oculare sino a vedere distintamente le imm:~:zini delle mire. Il cannocchiale é avvitalo in un tubo fissalo sul sosle~Zno verticale dell'istromento: un'incisione snJ culmine di tjuesto tubo funziona come una mira da fucile, guida cioè a dirigere il cannocchiale verso l'occhio dell'osservando. Sulla tavololl~l oriu:ontale di sostegno, ollre la succen· nata scanalatura in cui scorre il piede posteriore delrollalmometro, avvene un'ahra più innanti che serve quando vuols.i ottenere uno sdoppiamento pari alla mel;\ del precedente; ma a tale scopo è però necessario anche un obbiettivo di ricambio. L'arco di cerchio su cui sono le mire rappresenta la quarta parte d'una circonferenza: il suo raggio interno è di .290 rum. e l'e;:;terno di :3 1:; mm. (jnando J'i,;trnmento è situato nella sua giusln posizione per prendere un'osservazione l'arco è concenlric·) l'nlla cornea dell'osservato. Su eia cuna metà dell"arco a partire dal eentro è segnata una scala divi:~ a io ~radi da O" a 4-0°. 11 prisma rifrangente di Wollaston è calcoJato in modo che ciascun grado segnato soll'tu·co corrisponde ad una diomia. Sulla melil de~tra del margine interno ùell' nr·co esiste un'altra scai:L che indica la grandez1-a del rnggio eli curvatura in millimetri. ~ella metil sinistr-a dell'arco trovasi un foro per lissanri stabilmente In corrispondente mira. Perpendicolarmente nll'arco \•edesi un grande indice bianco
'iOTK DI O'ITAL\lOMKTRI \
U7
elle rifletten do~• :.ulla cornea dell'o~-.ervando ~en·e a ~t·gn:~re
uo dei numeri della corona hiancn del disco. Sull'arco sono scorre,·oli due mire luanclle anteposte n due rettangoli di vellul o nel'o: il campo noi'O serve a rendere per contrasto più netl~ le immapioi corneali delle mire. l rellangoli di \'"elluto possono :-<conere \ellicahnente dentro le cornici delle mire, t'ciò permette di fare sparire a volontit l'cmbr., proiettata da essi sulla din.;ione dell'arco dr cerchio. l contorni delle duo mire fo1'm:111o dei quadri di GO millimPtri: ciascuna 1ll es~n è sudtlivisu nel ffi('ZZo da unn lio~a nera. La mira di sinistra netrin:;ieme laa li~ura r~>llan!!olare: la sua superficie lliancn è alta 60 rent., lnr$!a :l: es-;a con nn perno a molla sa lì .;sn nel foro esistente sulla met:1 ini . . tra tlell 'ar·co, e vieno cosi n trovarsi in corrispond!'nza delln di \'isione 20 di questo. La mirn di destr·a è n !Iradini, ed O;,!ni gradino è alto un CMlimetro e largn 5 mm : a poca di 1nnza dal suo bordo interno vedonsi elue IJllndrati di :.>rom. rinscnno. :\el mrzzo dei lati esterni di ci 1scuntt mira è lì~~ato nn indice lJianco il quale si rill elle su ll'occhio osservato e segon delle cifre del disco. Il disco chernto~copico ha un diametro di 6 t cent.Ailiochf'> il riscùiaramento delle do e mire sin u~uale allorchi• l'arco di cerchio .~ in posizione vertirnle l'> i i• dato :'!l disco un'inelinazione di 20 Ar,Hli ri~peuo nlla ,·erticale. Une larghe npertnre trovansi neiL1 metà inferiore del disco e servono pel pns~a)'rgio delle mani che devono muovere le mire. Poco al ùi sopr.l del suo diametro lrt\\ ersale esiste un foro rotondo che serve òi guida per mettere in ginsta eo,;izione il ca nnocchiale: il foro è allraver~ato da una fenditu ra trn5\'Prsale che permeue di "edere gli occhi dell'o,;servando.
NOlE DI OTTALMOMETRIA
Sul disco e:-.istooo ùci ce•·cbi concenrrici hinnr.hi auravet'sali da raggi. Es ·i l{uardati dalla posi:liooe che occupa l'o:;seJ'vando sembrano ertuidisranti perchè i loro ragf!i cre3cono secondo la legge delle lnngenLi. La numerazione dei circoli arrivn sino a l i) grndi. onde Il disco inricro occupa un'estensione di 90•. l cerchi corTispondenti o. l;,;• e 30° sono più larghi degli aiLri , ed appariscono pitt netti nelle immagini corneali. n questi duo cerchi sono (lei numeri che indicano i meridiani da (l a 360, e lungo i raì!gi situati a 45° trovansi dei numeri bianchi i quali determinano in !)radi i cerchi concentrici. Questa doppia gradua:t.ione se rv~ a slnbilire un punlo rli fissazione all'occhio osservaLo per rare l'oualmometria in fuori della linea vi suale. Può utilizza•·si anche pe1· rare la perimelrin. Fra i t'archi di 4.oo e 4.5° esi>le una larga corona hianca la •1uale porta delle divisioni in gradi e delle cifre di 15• io l o• gr·adi, cif1·e che sono seri ILe a rovescio sul di sco per poi opparire diritte nelle immagini corneali: esse invece Ji proseguire da O' a 360" sono ripetute due volte da 0° a !80". ul lato .sinistro tlel diametro orizzontale del disco retlon~i le cifre 35, ~0 , i.:), i)O diottri e. Allorchè per lo sdoppi:unento delle imma~ ini corne:-~li i cerchi cosi numerati divengono taogentr a loro stes i iu un meridiano ~ ua lsiasi, •JUt:'SL~1 cifre 1odicano il potere rifran g~n te in diollrie della cornea io dello meridiano. Sullo stesso diametro orizzontale, ma d:rl Ialo oppo~to del disco, si leggono le cifre 3. i., ;; mm . le quali po~sooo :;ervire a misurare il diametro pupillare a condizione JJCrò che l'i ride sia bene illuminata: il numero del cerchio che coincide colln pupilla iodrca il rliam etro della pujJilla in millimetri.
:'liOTE DI 0TTAL'40lJRTRJ..\
dell'.tppo,:gia-testa sono fìs-.ale Jut> rilt su cui ~i edauano due becchi a ~as per l'illuminazione artificialt>. che r1eace meno lteoe d1 quella diurna, t> deve es,;ere perciò ausiliata da nn rtOetture speciale. Occorre purP d1fendere dal calore [.t lesta dell'o,;sen·antlo po~tgian ù ovt ..;ogra un roglio di carta. L'istrnmento s'adopera nel seguente motlo: lo si situa sr1 d'nn tavolo rimpetto nd una lìne:.tra: l'os~enando roiJ.:endo ad esl>.t le spalle sit>de "" d'uno ~galtelln di rui può variare in mndo cnnveniente l'nllezzn e st arco:'ta per po!.lgiare comodamente il mPIIto sull'apposita mentoniera ed adattare la fronte al tc1ntorno superiore ti ella li nest m dell'appo~gia-testn. !.'osservatore, assicuratosi della perlella orizzontalila del piano degli occh i del paziente. gl1 copre con un opercolo e~i stente sull 'appogJ.(m-testa l'occhw che dev'es:;cre ossenatc1 per ~e.:ondo; quindi ~ li t ac•·omanùa dr lis~are allentamente il centro del tuho e ,Ji trn .. re hene l'occhio aperto. altrimenti le ciJ.!Iin po ~so no mnscher:u·c parte clelia imm.tJ.:ine ùel tliscu . .\.;.di individui nervost od llfl'~lli da nista ~mo. futofobiu ecc. i.• utile btillare prima rtnalche }!Ot·cia eli ~oluz10 ne cJr cocai na. L'Illuminazione rlell'otlnlmometro dc•v'e,;~ere la mil!liorc llll~.;i!Jtle, gi:lr'thè la cornea non rillclle che cin·a il 3 " n ùclln luce che carie su ùi es~a. P lo sdoppiamentu riduce 11ncora alla metù la rhiart'zza di ciascuna imma!!iue. rogionP per eni l'istrumento funziona mcglto nei gwrur ~en lumino:.r. l.'o,,enatore posda gira l'oculare si no a che vedl' neuam,.ntP. i due lìli del reticolo i quali s' incrociano perpl'ntlicolar·mente, ma 111 cii> fare deve a\·ero wra di trrare il più. ch" può ver:;o d1 se l'oculare. e eroe ~ino a che so~uita a Tecledifnotti: spin~endolo mvece an1n11 ollhliga f'o,·clno nd uno ~forzo d'accomodazione, e non s1 ouengono mì:>ure ~:salle.
• 'On: DI OTTALliOMITRI.\
D1spone po:.cta l'arco onuontalmente e, lasc1ando !issata la mira di sinistra sul numero ~0, procede all ttncercn dell'occhio da esaminare. Sit ua le m<tni sui due pi edi anteriori dell'istrumento e lo sposta lateralmente sino a cht:, guardando attraverso In ressura orizwntale del disco. 'ede l'occhio. lntli mira aurave1·:.o il ca nnocchiale, e se non \ade l'occhio imprime l e~gieri mo' imeoti d1 lateralitit .tll'l~lrumento e gira anche convenientemente In vtte del p1ede posteriore per heu dirigen\ il tubo verso di quello: arrin1 cosi a vedero l'immagintJ del disco, pe1· rendere la quale della maggiore chiarezza possibile I'ÌlllUU\'e leg~ermelllf' J' OltaJmomelrO in avJnti. m dietro, a de:.tra. a siuistr.t ,econdu il b1 o,.:no. lotauto skcome tirando a sè l'i trurnt•nto l'im· magi ne s'innalza, e spiugendolo :n an ti si abba:\sn , IJJso;.;na ricondul'lfl nella sna giusta pu5izione gi1·anLlO opportunamente l.t vite del piede. 'i vedranno allora dist?gna r'l :-ulla cornea tlue dischi parzialmente sovrappO$li. e o ~l mezzo del campo ùi :!Òo · vrappo.;11.ione scorgonsi le due mire; però sui bordi ùel disco se ne vedono altre due cho devono apparire r.ette quando l'ollalmomelro è beo cen tralo . 'e l'occhio io esame è astigmatico le linee nere che auraversnno le mire non avranno la stessa direzione, e.! allora si cerca di condur, ele girando colla mano '\i nbtrn d tubo dell'ottalmometro 10 un ver·o o uell'altro, secondo che occorra, e contemporaneamente colla mano diritln s1 fa ,;correre la mira n gradini si no a eh~ la sua imma,.:ine amn quasi n coutatLo di tfuella retla ii).(Oiare. Questa opera.done richiede molla pratica et! auenzione perchè i bordi delle immagini delle mire non so,!ltono essere nett1 a causa di aiJerraziooi do' ute al prisma. Giunti n «Jueslo punto devesi ùare aiJ'istrumento la sua
S OT& DI
O ffAL'IO~ t:TRIA
giuala posizione, e purciò lo si lira a sè (juanto pi ù si può , cioè fino a che le im m a~i n i Ùl'llè mire seguilano ad app:.rire beo distintl'. Si legge allora la c1fra ~e)olnata dal 1-(rnnde indice. ed inculca ndo a ll 'os~ervando di lissnre uene il r.entro dell'orilicio del tubo, s'imprime a 'luesto un ):tiro di 90 ~adi. t! co~i uno dej<li indici delle mire t•ntlru sul numero se~nato prece,Jentementc dal :.:ramle indice. Allorché dopo ll tH'~ln J'ùlazione di 90" non n ò il g111:-tn livello lo si ottiene girando di IJllillche grado di tjua o di là. Se vi è asLi;tmutismo secoudo In •·egoln, il elle vuoi dire dte il merid•ano piu rifrangente è Yerticale o quasi. le mire appaiono piti o meno ~ovrappo:<te. e la son-apposizione si man1 fe=-ta per un.t tinta bia1u·a su nlcnn1 de1 gradini della mira di destra. S1 contano allora i gradini hianch1 sovmppllsti; cia~cuno di essi corrisponde acl una tlcolll'ia di a.;ti~m:Hi, m o. e le fraz•oni di ;;nulu1o ind•cano frnztoni ili d1nttna. Ln posizione del meridiano viene inùicuta dal numero segnato sul rontorno del disco Ù(I.~IJ indie• delle mire o dal ~ro nde indice allorchè si f••nno le leuure. ~c le imma~o:in t delle mire 1ovece di sovrappor:-i si allontannno allora si ha astigmatismo contro 11 regola, vale a dire che il m e~idiano piit rifranjlente è orizzontale o quasi. In '}Uesli casi la misura si olliene app1·ossi m ativamen t~ la mert:è dei doe piccoli cpuu.lrati bmnch1 che emlono 'erso il bordo inlerM della mira n gr,tdini, cia~cuno dei quali corri sponde ad una dioLlri~•; ma la determi nazione co~i falla non ì: esulla a can~a dell'aherrazione cromatica dell'oualmometro. 8 1~0gn a adUOiiU6 neJIJ i'6COJlda posizione dell'arCO Sltl.bilirt! il contatlo spostando la mu·a a grncl10i. e leggere il
\OTI:: Ili Olf \1.\IOMETIII \.
grado ci'asti~mati"mo dopo ;\\ere rtcondouo l'nrcu nella posizione presso n poco onzzonlnle. Il numero di diouri<> corri!\poodeott ni rn.!:.:i di c-un·atnra dei meridtooi ~i ouieoe o;,lgiuogendo ~O alle cifre indicate dalla mira a gradini. e ciò percht" la mirn rellnncolare t tìssatn suJ numero ~O nella metil stni,;tra dell'ar.·o. Può <;uccedere che nella pdm:1 pu.,izione dell'arto dell0 oualmomeLro le linee nere orizzon tal i che allravenulo le mire sieno esallamente nella stessa tiireLione : ciò tndit·a rlu~ non vi è a~ t igmati:\mo. a m~no chfl 11011 si sia r.:-tduti proprio !O:O uno dei meridiani princtpali. la 4fllnl cosa ~arit rontrollata col veder.• ~e le mire si sovrappongono o :.i alloutanano quando si girn l'arco eli 90 grndi. '\ el C.t:io vu• J'a,t:gmatismo trregol•tre le direztont IÌt'lle mire possono esset·o anormali, lo lint·o nere che le ;tllraversano -;i ouose, i loro bordt fra'ila!.!ltnti. i tre t•erclu del disco cltPrato~copi o dt>formalt. nondimeno t\ raro cht> non :;i nrri,·i ad uuenerr una lin)llnzioue nppros:;imaltva ad una detertntrlszione dt1 1'asti;.:mati,.mo che, per ljU:Hllo poco e~aua, può tornare utile al pnt.iente. La lellnr·a delle cifre può riuscire difficile. :~ta pt'r J'iu:.urficieolt: illurninnzione. sia percht! In po.•izronc a fuoco dell 'ottalmomelro non ~.. proprio iclentir~a per· le mire P pel romorno del di,;co; occorre per ciò "Pingere l'istrumentu un poco all'Innanzi quando si 'ogliono vedere heoo i numeri. Se una parte del cuntorno del di't'O è masdterata. ciò può dipendero dall' e""er~ l'occhw ùoll'esaminnrrdo situato troppo vicino al contorno tlella lineslr·a tlell'appo,.'gia-lt>'la. \llre ''olte il nn'o dell'osservando irupedt:;ce che una pnrte del contorno del dt,co proietti la sua imma~ine ~u lla corncrt. Pd allora occorre fare leJ,!~ermento girare la testa nllorno al suo a:;:;e rerttcale.
i'ìOT& 111 OTTAL.Il OMKTRI.'I.
4-33
Ed ora f,, duopo esr orre h parte ptÌI interes~ante della teoria di que~L'ottalmom e tro , de~onta dalla dotta memor·1a di Tschern ing. l.a cornea umana si può considerare come un piccolo specr hio con,·eqso, e !inppouiamolo sferico. l,er la teoria elementare degli spec·chi conve=-si il ruoco si tro1a s ull'asse ad uguale distnnza fra la superflc1e ed il suo cPotro. l raggi incidenti paralleli aiJ'ao,se sono r1ne ~si r.omt' se venhsero clal fuor!l ca toll riro. e per legge ùi r·eciprorilà lutti i ra~l{i tlirclli 'ersn il fuoco -.ono rille:..-.1 paralleli all'asse. Son endosi di questn proprietit del fuoco si può costruire l' immagine d'un dato O:,!geuo, tletermrnare la grnndezza di essa ed il rn~g1o di curvatura dello ~pecch io. Ch iamiamo l la grandezza ùell'immagine, O la ~rn ndezza dell 'o~geuo di cui si vuole misurare l'tmm·u.tinr, l la distanza fra !'O).(I.{Ollo ed il fuoco catottrico dello specrhio; applicnndo le suddette proprietà de~li .;;pecrh i co nve~~i per ~o,truire l'rmmagine dell'opgetto ri,.uhano ì segoentr rapporli :
o l
1'
2 m'l'ero
e (juindi 2 l1 r== O
La suddetta teoria elementare non sarebhe applicabi le alla cornea se tutta la sua superlìcie venisse utilizzata nell'espe28
rimento, e ciò a causa dell'aLem.:tionA di sferir.iti1, per la quale le sue parti piti periferiche hanno il fuoco :.ituato n pi1i ù1 due milhmetri io avanti di quf•llo formalr• dalle part1 ceutrali, c quindi le immag1ni sarchher·o Laoto irregolari da non potersi cli:;Lulgnel·e. \la per furlunn a noi 1mporta l'ludiarne soltanto la piccola se:tiooe cemrale utilizzai.• per fa visione distinta che é situata all'intorno della linea v1suale ad una distanza ùi l .. "',z !HJ:tione che dà immngmi ntllle. Intanto nemmeno per una rate zorta circo~crilla le ..;necitate formule ~emplic1 suno 11!'1 lullo esatle. e pel'l·iù l'l,tru· mento costruito 111 lmse alle stesse ha b1sogno d'uua p1cwla correz1oue. non di menu per comprendere il suo funzionamento tali form ule -<ontl piu che adeguale. La ragione per la t)llttlt• nell'ollalmumetro le mire ,;ono situata su d'un arco ùi •·erchio sta appunto nella cono:-.cenza del moio di formaz1ona dell'uumagme rl'un OJ.t~etlo r11le:-~o da uno specchio comes:;o: IJIIesto lll\ero uon tHt uu'iruma· gioe simile all' ogl{elto; così ad esempio uuu linea diritta perpendiCOlare all'asse dello specchio ha per immagine una pane d'una ell~>osi couve,!->.1 111 aYall lt. uno dei cu1 fuocht é il centro dello specchio: quindi pt>r .tvcre un'immag10e J·ettilioea occorre che l'oggetto abhta una forma ellittica, in manu~ra che il suo centro :'ìa lotllmo dallo ,;pc•·clliu piu delle sue due e:.Lremilà. Il solo oggetto che da un'nnmagine ,.,imile a sù stesso è un arco di cerchio concent1'i1·o allo :;pecchio, e perciò l's~o è stato adottato nell' ouahnometro per :.ustenere le mire le tfuali hanno così una positiona obli•tua rispello alla linea visuale. \'"cniamo ade,;so all'applicazione pratica. del!? suddeite formule per dimostrare come si ~iunge a determinare il raggio dt curvatut\1 dei wer1diani coroenli.
"'OfE DI OT1ALlf 0'fETRI.\
Riprendiamo lu rormuJa ~l l
r ~ indica.
== U
come si 1\ dello. l'og~etlo il quale nell'ollalmometro 1\ rappresentato dallo spazao compre'o tra i bordi ioterni delle mire; l r.appre3enta l'imm :•g•nt? di questo oggetto, che si può ammeuero situato al fuoco dello sp8cchio corneale, ed l è In ùi~tanza dall'oggetto all'immagine, vale a dare al fuoco. Se il ca nn occhia l .~ dell'islrumento è ben m!!s"o a fuoco per ollenere l'immagine r ifle~sa, la ÙÌ'\Iaoza Fr.1 questa e l'ohhiellit'o è inv.triahile ed uguale alla d1s1anza focale dell'oi.J hiett•vo nntenur·e cioè a n cent. Trovandosi il bordo antel'iore dell'arco dell'otL<dmometro alln ::.tessa distnnzn dall'occhio e da dell.t lente, !'i ha che anche l== 27 cen t. e co,i <>i c as,.icurata h costanza di l .. enza aver Luso~no da mi surare la di~tan.m fra l'uccluo osservato e l' istrumcnto. La misura di r la otteniamo variando la grandezza rli O mercè lo spostamento di una delle mire .;1uo a che l'im•nagine r allltia grarulez,:a determinata. Per ragioni che vl'rlremc pi(l oltre si il stabilito T=:s .2"'"',!H, e co,;i nella forrnul.a di l' il oumeraton' è costante ed è 'ariabill:' solo U. Pe" R5SÌCorarsa che l abbia realmente 1<1 grandezza adottaLa si ricorre al metodo dello sdoppiamento inlrodollo tanto utilmente da Jlelmholtz nella nllalmometrin, e che presenta il rantaggio di diminuire le ine.;altezze ~~agion alr dai mor imenti dell'ocr hi o u,;.,ervato. La mercè d'un prisma uirifranventP lllliO dò che ~i 0'"-erva nel campo rlel cannocchiale dell' ottalmometro çiene,;cloppiato, e la disLnoza t'rall' ùue immag m1 d'uno ~> te:;so punto ì.• sem-
NOTR nJ OTI\L:\10\IETRIA
pre la medesima (i-,94.). Si fa varinre la .grandezza de~li oggelli sino a che l'immagine ~ia uguale allo sdoppiamento, e quindi al momento del conl:•llo si hn l = ~m"',94. Lo sdoppiamento in genere si può ottenere con varii mezzi luminos1 alli a òh~dere i raggi che allrnversano l'obbi~tivo in due metÌI l'una superiore e l'altra inferiore. ovvero io due metit laterali. Praticamente questi risultati si raggiungono o facendo l'ohbiollivo di due metà l'una !\opcriore e l'altra infe1·iore messe a contano non perfettamente sovrapposte, ma sposl~le lateralmente, ovvero situando a vanti ciascuna metà deJI'obbietlivo un prisma debolissimo o due lastre di cJ·istallo a superficie piane e parallele (come negli ollalmometri di llelrnholt.z e Dubois·Leroy) od nn bip1·isma rifrangente di Wollaston, ~ell'oualmomelro di .laval-Scbi(}lz si è aduperato no biprisma di WollasLon che è composlo di due prismi di quar.zo i qu~tli iiembrerebbero uguali. ma non lo ):Ono. sovrapposti per le loro ipotenuse in modo da formare uo p3rallelepipedo reLLangQiare. L'angolo fo rmato dalle faccie di ciasc11n prisma dev'essere piu o metto grnn"e a seconda dello ~doppiameoto più o meuo cOD:$iderevol() che vuobi oltene.re. Nell' istrumeoto dello angolo ha un valore di circa 28 grpdi. li btprisma è, situato, come giil dissi, LI'!\ i due obbieuivi acr<Jmalici, distanti fra loro 4-0 millimetri. L'oggetLo travasi al fuoco della leme anteriore, l'immagine di grandezza uguale all'oggetto si forma al fuoco della lente posteriore: il prisma adunque è auraversato da raggi par·nlleli. Dobbiamo ora determinare il rapporto tra i raggi di
'ìOTR IH OTIALMO)(ETRIA
437
curvatura e In rifrazione rorneale misurata in diottrie: nprendiamo perciò la formula:
o
il
f - -,:-·
Siccome l' immn:.rioe l ~ u~ua l e allo sùoppiamento che ch iameremo IJ , ,-j può sostituire D aù l " "i ha cosi
r==
9 l o l)
11 numerntore di 'lue:'ta fmziune è costante, dunque tolte le volte che si è ottenuto il conta tto fra le mire non si deve fare allro che rnisurnro l'oggetto O, ossia la llt~Lant.n fr·a i bordi iotel'lli ù~lle mire. Lnscinndo una de:le mire li,:;-,e. e segnando sull'arco un'adeguata divi"ione ...i potra le~gere la qr·nndezza di 1' direttamente sull'arco. La scala su cui ~i fa que~tn lellura travasi sul la mela destra clell'arco in avi\ntr della divisione in ~mdi. Però in prat1ca importn mollo pru di cono cere il potere rifranS!60tt> della cornea nnziclri• il suo raJ,rg\O, ed è per que ta rauione che sull'arco tro,n.;r una di\isione ind icante in diottrie il ,·alore rifrangente di p-:sa. n ragionamento intanto con cui si J,!iun~e a conoscere il valore rirrangente .1 in tliotll'ie della co rnea ò quello ;;tesso el)posto trauanllo l'arMomenLo a propo:;rlo dell'ottalmomeLro di Helmholtz rlal quale risulta: t DI
r·--v--
1ooo-
F
-
:J:-l7 ,:.> -r
vale a dire che dividendo 337.5 pel valore del raggio ·i potere di ri rra.zione in diottrie di ciascun mer iti iano ''erlicale. eotto~ce il
438
1\isultn dali~ moltepiJri misurnzioni che il polert> rifran~ente dello. cornea varia in gener·ale fra i.O e 4.7 tliottrie, e che uno. differem~a d'una diollria corrisponde a!Jilualmente ad una differenza dr r:rug10 inferiore a dne decimr dr millimetro. , ostituenùo nella formula sopra riportata, quale base dei calcoli. al r·aggin il potere rifrangPnte della cornea .-i ha: l)
-1
~lr ?/rO == -~lr == ~ ovvero O == ::- · 337 ..,.lJ,,)
•
,.,
~oi ahbinmo ,·isto che il valore eli O è slnto ~lnlulilo di 2•• ,!.H, si OIl iene l'O~ i che la !.(raodezza linear't' --ull'arco corri~pondeniC' ad una drottrin sia preci.;anl('nte uguale ad un grado: non rlevesi quindi fare nllro che munire l'nn~o d'nnn !iemplice divi:;ione in gradi. Ecco come si i• ~(iunti a detPrminnre la cifra .2"'.,!lk , i.1 y la grandezza lineare corrispondenle ad una drollrin ed esprima J' il Tltllnl'r·o delle diour·re si ba: 0
:?l.rD
3ln
~lf)
== .r Y == '!'l7-;;- ed 'l == 360 == 33- .. •
t
'i)
'
'
l~·->
donde multa:
,\ Jia stes">a J.,'Uisa eire un dato valor·e di sdoppiameoto ha permesso di far si rhe ciascun ~rado de11'.1 rco ,,; cerchio cor·rispondn nd una diouria. un 1leLermioato vulore del r·aggio dell'arco ha permesso òi dare a ciascun S!rat.lo della sun drvisione una lu nghezza prerisa io millimeln che è di 5 per· quest'ollalmometm modello l 889.
"lOn: DI OTfAI.\lOYEIRJ.\
E"'so i.· t·o~ tt'III IO con dati tali 1la a>ersi ri ollati rigorosamente esaui qunnclo si misura ona cornea In qual e nhltitt uo raggio di curvntum di 7m• ,:; corrispondPnle cioè a ~() diotll'ie : ~e la corneo. •' più grande o pi it piccola si ha nelle determinazioot un piccolo errort!, che non suole superare on rtnnrto di diottria, ed ,.. perciò trascurablle. llonders ed lfamer banno dimostrato che gli errori l"iaultanli dalle misure falle eoll'oltalmoml'!m ùi llelmhollz sono alquanto pui rilevanti llna piccola ,Or!!ente Ili t>tTore "i ha nel rauo rhe latundo goardat·c il centro ùell'ottnlmometro noi :;opponiamo cho la linea 'isuale <'o incida roll'n:;se clrl mrdesimo, mn sicrome c:ovente la linea. n•nalt• non è normale alla coroe·a allura fra es:m e l'n"'e dell' i::trumento -.nt'it comprt>"o un angolo che prr essere mCl!tn ar.uto si puo trascurat·e. l>nlla sueilpostn teoria emerf:e che l'oll.almomelro non ffi tsura il ntg;rio di curnlllra cnn tnun preci,ione ~" non quando la cornPa abhia una forma sfet ica : c noto invece per gli stu1lii del Peltl e d'altri che la ,.ua cun'atura i· piit pronu nciatn nl centro rhe alla periferia. dal che risulta una figu ra ovoicla le. Ora qu1nùu l'a-.se clt CJ UE'$la li!.!ura ovoirlule coincide rolla linea di Sj.(Uardo allora In rornea chiam:~si renlrilt;l (.lavai) "' l'angolo oc l' nullo: nel caso contra rio dicesi decenLratn. La coro('a umana in !!ent>rale non i: ceotr~tn, giacclu" il SUO asse ~UOI'essere siiUI\10 alquaOlO IO ruori ed in RhO r ì ~peuo alla lin!'it visua le. tlonde l'apparrn1.a di on lievA str·n bismo divot·genle eli nsr.enrlente negli occhi normali. Quando l'an,wlo a non t'• che di qunldlP grado, e la forma della comea non si :tllontan1 mollo dalla !'ferira, le misure ollnlmometricbt• ._; po,sono ritenert> esatte : ma
HO
i\OfE Dt OTTAL'fOltKTRI \
se l'occhio è fortemente decentrato il disco cherntoscopi,·o per la fJO$tztone centrale dello sguardo non appare piìt formato ùa cerchi perfellameut e rotondi, hensi oYoidali colla parlicolaritit che l' immagine del cerchio centrale del disco è piu vicina alla poniooe interna che a •1uella esterna degli altri cet·chi del dtsco, e 1<1 rifrazione curneale dtvieue asttgmatic:t senza cbe perciò si pos~a dire che la coroe.1 •• astigmatica. Quest'ltstigmatismo da deccnlraztOne si riconosce pl'l carattere ~ht~ oel meridiano di minor curvatura le mire danno dell e tmma~ini di grandezza ineguale . l.'ioo~-:uagliaut.a di grandezza é "oprntutto <~ensihil e nel piano di sdopp111meoto, e si riconosce facilmente per mezzo di due mtre rettangolari situate ad u~uale dt~tanza eia una parte e dall'ullra del cannocclli,1Je dell'oualmometro, e l'una al ùi sopra l'.lltra al dt ::.otto del piano tli sdoppia monto. Per centrare una cornea :;t può com tnciare col gtraro l'arro dell'oLtalrnometro sino a ~he si sia nel meridiano di ptu ~ runde t·agJ,.'iO di curvatura: in que-.to momento non 'i l'ara ptlt dislivello, e resta a far muo,·ere l'occhio nel piano di ~:d o ppiam ento sino a che il rng~io di curvatunl sia minimo, oneru sino a che le mire rettangolari steuo della sle...sa ~ randezzn. Gli os~e rvntol'i nou ltanno tenuto semprf\ sufficientemente ('0 Dl0 della decentrazione, rna uisogna invece in ogni C,l,ll ~uaròarc e ne!la po::.izione lienza dt:;ltvello le ttttre s1~-'llll di u~ual e gr.mdeu.a, o dare uno sguardo all' intersezio ue dell'immagine della corona del di::.co cheratos. opico culI' immagtoe dell'obbiettivo, ed assicurarsi se nelle dne imwagi ni prodotte dallo sdoppinmcnto CfUCste inter,.eziuni ...ono simili (.Ja,al. bdrodtLction. tUt.r mhnoirr\ ti'Ophlrtlnwmltrie).
XOJE DI On \ UI'O"ETRI \
Hl
Un altro fatto da tenersi presente i• tJUeslo che <;ecomlc)
le stnti"liche di , chiotz l'ocduo normale pos::.iede un n,li~ matismo cornt>nle diretto di circa o.:) D, o forse anche di O, 7i) ~econdo ,J aval. Que:.to difetto per lo pcù si ri~contra situato s1mllletri cameote io amllo }(li oc-:hi, ma ort·orre quando s1 prendono le misure della rornea tl'un individuo nssicurar~i sempre se v1 r simmetria verificando se il totale dei due angoli è uguale a 180 1-1radi. Secondo Pfalz la s1mmetria t• tanto meno e.,lllta •1uanto piì1 11 falore dell'asti,.rmatisu:o Jei due occhi s'allontana d.llla ugua~l i anzn. ()uando 111 uun stes<oa per:HJOa i due Ol'd1i hanno lo stes~o grado d'nsti~mnllsmo 1 meridian1 di pi1t grande e di più pierota cnn·at ura sono uguali fra loro; quando rnvece rl gra1lo dell'nstigmatismtl \· ,lilferente allora i !!lCridcnnl ormontnli "~O!.!Ii ono ùill'erirt> fra loro meno di quelli ve•·ticali. Risulta dn ll e socldelle cognizioni che c1unndo dopo aver preso lo misure d'una delle cornet• si ù ohùl1~at1 ad allontanare la mira a gradini per ouenere il primo con tatto ne! fare le mi~ure dell'ullra rornea. J'o!lsen·atore ùeve alteudersi òi tmvare l'asti .~ matbmo del ~o (WclJ in piii forte di ttu ello del p1·imo. Cu> che nbiHnmo esposto sinura ~i riferr:.ce alle cornee astl \!m.tliche centrate; ~e invece esnmrniamo cllrnee a~ t ig matiche fortemente decentrate allora la ricén:a dei meridinni prinripali e irnpossihile U causa del dc..fiveflo. ()URUdl> le linee nere orrnontali eire n llr·avt' r~a n o le mire si fn11oo COÌDC1dere lfUC,t'Oftlme appacono deformate, e la ffii:-UI'll ottalmometrica della cornea non llil 'alore.
±
(Contimw )
±
RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI
RIVISTA MEDICA
Fenomeni ollntol della. affezione difterica del reni. A. B \Gl'ISI\:1 (.1 re/t. f. Jùn.derheilk. e Cen.lralb. rfte medw. Wis~en.sch., N. ti).
r
La malaLlla dei reni non ha in generale uella difterite una parte cosl import.anle come nella scarlattina, però si può af· fermare elle essa i· proporzionale alla gravezza della malattia gene•·~:~le e può essere un indice del grado di quo"ta. Il B. disltngue le seguP.oU forme: 1) Difterite di g rado leggiero: la quantità della oriua é poco o punLo din.linuita, il peso specifico é appena alteralo. Fenomeni idropici mancano quasi sempre. L'albuminuria manca o t> d1 mediocre g rado e sparisce a misura che d processo difterico proceda nella guarigione. Già prtma della comparsf\ della albuminuria, l'urina contieni! anche nei grAdi Jegg1eri tle!!li elementi figu raLi che depongono peL' una lesione del parenrhima renale: insieme ad una consideren,Je quanlila di ctlinùri ialini si ll·ovano leucociti grassosi P.! epi· teli renali che spesso sono raccolli iu cumuli di fot•ma cilindrica nei •JUSii un nucleo è eolo difficilmente riconosctbile. l corpuscoli rossi del ~angu~ sono solo in piccola quaotila dimosL••abili. La corupat·lecipazione del rene retrocede, quando osisle, spesso benché non sempre, in modo AoaloJto allo sparire d~lle utembraue nella faringe. 2) Nei r.asl maligni rli rlrflerite é r esa manifesta la p-rave e sollecita affezione dei remi dal rapido e improvviso comparire di abbondanti protlo Lti di disll'uzione degli epiteli ro.· nalt c grandi quanLils di albumina nell'orina. La sepat·a-
RIVISTA WEOICA
H3
sione di elementi palologlci della ot·ina dur o Cino allo tnorte. La qu&ntìtil della orina è diminuita: 'llll'~la dimmuztone 6 in parte con<~e!.{uPnza tlella debolezza dt>l cuore, mn in parte ti de,•e attribuire alla malallta renale. <ili epilt'li renoli e i leucoctli, specialmente 1 prjmi, ..i trovano nell'ot•iml rigontl e in .. lato di ~compoc; ;,:rone, come cumuli eli '-O"lnnza qua;.r amor fa, refrnn~enle fortemente la luce eia•' nellP form 1 grA\'i si ~ci()glie in ~rosse e piccole granula1.ioni. ln'~iomo r.ei ci liruJroidi ialini !!i ''e~:aonn dei rilinJri ~ro!>-<Olanamente gra· nuJnqi, simth n ma-;'!e calcare... ma non ronten~nno calce. Anr.he in qne~t1 casi l'orma C•lnllene porht corpuq<·nli ro--'~i
d11l ~ngue. Il .1• gruppo P costitUilo òai ca"i di (linerile con l'oiTezione r ennl" a cor..o !'1-ubocuto. Accompottnano In f'l\t o menu JtC'U\ e alterazione I'Gilflle <>lfllt adimunt<'i del ruorc e parnll~i d~>t rnu-;coli. L1 malallta r~uale t> palesata dalle ~te;;~~~ ollernztom che ne• ~~·uppt !>opradescl'illi; e prnpt•iarn•·ute solo 10 Cfiii~~La fOI'IIH\ <.:i verilico la conli tHHl viceradu eli miHiiornlllonti e di pe~giot·amen ti. In questi rac:,i è cot•alterislico eh•• il tni· glioramelllo definitivo dello ~lato gcn .. role é a vvtato ed ac<~om pa~nalo d&l J'ittJrno della orirta allo 'llolo norrnnle. Quo!'tn ctt•cn..tanzn probabilmente si):!nifica che In malattia t•eualt• cou11' gli allrt ptù o meno S!ravi fenomeni della dirlertle <lOfiO prodotti da to~~ine ctrcolanli nel sao~uo. In quanto alla Lf·rll.pia. si può dedurt•o d« que!I~R o~po~i zi ne che nei cosi lez~:ieri sr deve a ''<'l' cura clw cl all' U!>O ec('O'~"ivo •li -.oslanze ecctlanh --•a a "'copn di nutt·izton~ sra come medicamenti, non ,·engu nei reni aumenlfltn la rrritazione gui e~>i,tentc per le so!>Lanze vel•mose che sono nel 11 8lllfue. =--Pi ca-<i del 2<> gruppo .... j pu{• nverP appenu occal'iouç di prendere •li mira l'affezione r<'nale. anzt la terapia rt"pello alle anomaltt> dei reni !~O i o puo nvere qualche efft•Uo •1uando il proce-.<>o pel ùt"LAcco dellP ma~sc diflel''Chl' tend~ alla guarigiQne e la malnllJa prt>ntlc pit'i il cnrellero dt~l :Jo ~ruppo. Nel ;{o g ruppo) bi~ClgTlll "<lpero;;i t'<'i-!Oior~ p••r 0V\'18 r 8 du U11R pat·te ai minaCCIOSI gravi ft•IJlHliOIIÌ COri!ÌOCl con l'u!<O ,],•gli e<'cilanti e dei IIJnict, ,. dall'nltra non rrrtlare troppo i r~ni.
IHVlSTA
Deve io ~enerale proibirsi la alimentazione carnea, ed anche 11 brodo LJ·oppo concentralo il B. lo r•iliene dit·ellamente nocivo. Olt1·e abbondante introduzione di Ielle, il B. raccomanda l'uso di uova, ìl peplone di Denayer, prt'par ato spacciato in commercio come sugo di carne, ed inollre moder·ate quantità di al<:oolici mascherate nel Ielle o 111 decolli muccilag:ino!.'i. Nella diSllll·bala azione <'ordia~\ con diminuila diuresi si è dimostrnla utile l11 cliurPlino allo dosi di 0.20, 0.50, e J g••. 2-1 volle a l giorno altet'nuta con do:<i di benzoato sodico e caffeina di O 10- 0.20. Terminata l'albuminuria «i deve norr e mano Alla dieta rorlemenlecor l'Obnranle.
Nuovo metodo per la determinazione del numero a•aoluto delle alngole specie dl leuooolti. - ELzHol..z. ( \Viener liUn. Wochens. e C<.•ntralbl. fii. r tlic med. WisIWfi.Sdt., ~.'ii).
Nell'appar eccllio di mi~chiumenlo del numeratore dei f!lo buli del !!angue, di T homa-Zei'<. f. introdotto con la pipelt.a il :<angue da esaminare tino alla linea t• o alla 1/ 1 , qulnni è aggiunta fino alla parle media ùcll'apparecchio una soluzinne di glicerina ed POSina, CÙ ambedue i liquidi S()UI) r1'8 )orO me!"COJ8lt scuotendoli per 3 o 4 minut•. La composizione dPIIa mescola nza di gli cerina ed eosina r la seguente: di soluzione acquosa al :2 p. 100 di Posina 7,00, glicerina 45,0, acqua ::ti llata 55,0. FolLA la miscela si a~giunge con In pipelln una soluzione di violetto di genziana fino al segno 11. QuP~la soluzione si compone cosj: a 15 cm. di acr1ua ~i ag~iungono 5 a 6 gocce di una soluzione acquosa conceokaln di violelto di genziana e una goccia di alcole assoluto. Dopo nuovo scuottmento, la miscela e lasciata alcuni minuti nell'apparecchio di mischiamento ed è quindi esaminata nella cam~ra di Zei$. Le cellula polinudear i neulrollle moslr·ano in questi pr·eparali un tono di colore violello, le cellule eosinolìle !!ono di I'OIOI'e r osso violetto con prevalenza di rosso, i linrocili e le cell ule di transizione hanuo granulAzioni turchine. Un piC\COio numero di cellule rimangono ~enza colore e sono quelle che anche coi metodi d1 E:hl'lich si colori scono dirticilmento. l corpuscoli
MIWICA
1'0!1!4i tt..J sangue sono dislrulll. Scopo del metodo •' appunto quello di dlSII·u~g.-re i cor puscoli r ossi e conser vare intatte le ct>llul" scoiMale, il •JU&IP scnpo. sei'Ondo Elzholz, Ei raggiun;.t~ compleL&mentc solo col suo metodo. L'Eizhol:t r& \'\ isa in •1uesto un altro vantaggio ud è eh~ nella mescolanza del eangue «econdo la sun indicazione, la ri par ttzione det leucocili ' ' più r egola1·e che nel metodo Thoma- Zeiss. bJllleJU:& del m&81&ggto elll rto&mbio materiale .
a. BE.'(DTX. - (Zf'tf.~eh. }llf' klin . .\fed. e Cent rniM. /ur die med. Wùlsen.,c/t., N. ~:l). Le I'Jcerche ratle finoru ntJn avendo condotto a r1c:ultali sicuri in parl•• perché non ru rono ubbastanza osservate tu cautele necessal'ie negli sperimenti sul 1•icambio malol'ialt:>, il Bendix é tornato su questo sludJO. Sottopose due aduJh e un ronciullo a dieta coslanlo (cnruc, pane, riso, burro, zuc~heto e rlspetlivam••nte !alle, pane, cioccolato), ìl cui contenuto in azoto era ogni volla ùelermmalo ro11 l'anslicoi e, dopo che erasi raggiunta la uniformilh nella separozione rlell'azolo, erano trattati col ma~saggio per 1/ , cl' ol'!l, ll·e o quattro giorni di lleguilo. un per1odo ~uccesshn chiuoleva la ser1e degh spt:rlmentl Nel periodo del massa,I{Hio auml.lnlava la quan ti!.ti. della orma in conrronto col periodo antecedentE\ di circa 10-00 p. 100 la P.limlllazione dell' at.oto per l'orma di 10-15 p. 100. X el periodo posteriore lo quanti là dell'orma o dell'azoto non diminu iva no sub1Lo, llC'Correvano da 2 a 5 giorni perché di nuovo l'a~giun t.tessero Il valore del per1odo anteriore a quello dd ma~sag~io, perciò il massaggio ha ancora una rilevante &tione consecutiva che duru lento pu:t breve tempo quanto J>iù i periudt del ma aggio ~ono inle1·polali, e tanto p1ù a luogo quanto più sono giovani le persone soggette allo Sj)Crimenlo; nel fanciullo di 2 '/, a nni non cessò complf' l8menle l!e non dopo olto giorni Devecoa quind1 ammellere col Bum, che con le manipolazioni del massaggio snno dai mu~coh trasportate nella CÌ I'Colazione generale delle maler·ie che eg1scono come dtu rutiche e aumentano la scornpO!>izione degli albuminoidi.
H6
RI\"IST\
Nel fanciullo, duranl" il per1o lo del massaggio, il gro""O e" pulso con le fecce era solo '/, in confronto col perioclo antarinl'f'; il che attesta un p1i1 facìl~ O'~"or•bimenlo del gras~o per l'azione tlel massag~i o (azione mr·ccauicajdiretla ~ul YOnlre 11el massaggio addominale) fcH'S~ anche aumentata gerret.iOIIe ciel sut.ro gacotrico; c co~1 pure la eliminaziouo tlell"at.olo per le rercP era un poco minore che nt>l pcriorlo ontel'iore, probnbilmente in <~omwguenza della plll abbonclante secreztono del sugo ga<~triro durante il massajljlio.
Sull& polmonite d& 1D.1luensa - A••\LBU. - (DenUrlt,. m"'d \Voeh. e Cenc ralb. fur 1iie meri. WissettSclt. ~ :JI. 1895).
T.' .\lbu crede che alla mflucm~n apparteo~a una fol"lnll !'lpt'ciale di J;olrnonile. Questa ò Utili polmonite calarr·nlt\ o bJ"onco-po!monile P ~i pt·oduce per· In propagazione ll).tli ulveoli della br•ouchile capillare deqigna ta come celart·o da urlluenza. Chuicomente lo pol111nnit" da inlluenza ~i di<:tiu~u~ rlulln genuroa polmon le crupo«a pei se,:tuenti !"egni: l" La ouucoitA <>ulla parte inlìltrata ch•l polmone c::pesso munra coulpletamente (polmo01le centrale) od ,•. oltremodo fus.race, ovYer·o d(lpo brc"e tempo trasmigra ìn altro luogo, ed rn rtuosl l ca<>.o non raramente la pohnouil6 eia lllfiuenza prende la rnrma della polmonite migrante. La ottusità è nel CU"I tipici della polmonrle da mfluenza prccola e circoscritta. :!0 Il rumore respirator·1o è br·onclualo ner luoghi della lnnllrazrone e ltllora ,. questo l'unico se!lnù; ordinariamente> o~i stono rantoli 3' Lo !>pula non ,. mai schiettsmehle ru.z~i noso, solo sul pri111o rominc1are •' <~pusso gialliccio, p··r lo prù mucoso schiumoso. s,• La febb t•e en tr·a per lo piu, non ':lempre. senza brivido, sale a poco a poco, non rugg111nge mai una ~r»nde allezr.a c termrna p••r lisi. 5' Il cor o ~ mollo meno acuto di (Juello della ~enuma polmonite e roposa; le infiltrazioni solo lenl~m •n te relrocedouo, la <'011\'8lescenza é lenta e ~tentata. f; da notar e la frequente comparsa de lla pleurite, il cui as8orbtmenlo è lentissimo, ma raramente passa in essudalo purulenlo.
MED ICA
Anatnmicamente la polmonrle da iufluen1.a ~i distinque per le ~ef!uenll particolarrlé. La infiltrazione <>i O!"lende solo !IU alcuni lobuli, la suporllcie dì sPzione è menoJ granulosa, piil liflcia, il suo color·e non r> t'OS!"O ~rigio. ma chiaro, color r•oseo; l'infiltrato ò più moli<>, più pover o in fibrina, ma rrcco di ctdlule, di modo che talora ha l'aspetto di 1111 lir1uldo put'lLientn; in conseHuenzu eli questo cora~Lere la inflllraztont' non ta!'amente gAnPra a<~CI'"!"O e cangrena nelle parli mtlllrftle, talorA ne clf'ri va 11 pnt•umotorace. Nella v ero polmonite cruposa un tulo pneumutorace fu o~ser vato m tutto tre \'O]lt>. I n quanto alla que!<Ltone in qual rapporLO !<la la gP.nuina polmonitr crupo!"a con IR influenza, l'A. creJL• che rtuesl.>. due malullie n ..:;'luna relazione vi <:ia, ~i lrt~lta o di unu complicazioni.\ uccillentnl .. o eli una infeziooP l'econrlnrta.
rra
Dùlt. C. St•P.NGLER. - Sulla. tuberooloal polmone.re e aulle infezioni mbte che l a oomplloano. - (Zeitllchrift fiir H!J{ltene unti Jnjecuonsl,ranl.htltetl, volume XVIII, fase. Il). L'A in se,rurto ad uno stu lio clinico e bnUerio~copico rli 5() ammalati, curali in gran parte nell'ì<~Lilulo per le malattie da wr~zione in Berlino, é giunto alle segu.. nti conrlusJOni: t o Fr·a le li'i tubPrcolo:;e esisl.. solamcnt.• un piccolissimo numet·o di luhert·olosi polmonat•i non <'Omplicale. La diffusione anatomica della tube rcolosi in questi casi, qua ndll e,.i~lu In fPhbre, é <~Pmpre pn) considerevole, di qullllo che "i po<:sa dedurre o detPrmina r e con l'ec:ame fisico. Nè~li sputi eli tali molati non <~i o,.:ser•vono microrganismt ~tecondera. Lavando accuratamente gli spult possono ottener .... collure pure dt tubercolo~i, se in e:-;'~a esrstono io gran uu mero t bactlli relati' 1. Lo pJ•og-noqr di questi casa ,-. infausta, quando esiste la febbre e uon s'tntraprt•nde in tempo opportuno la cura con la tubercolinu e quan.to la malattia é susc:eguita da infezione mi~:~ la.
IUVISTA
2° Nella maggior parte delle lisi polmonart si ri~con trano inft!ztoni mi~tle per streplococclu. Le dette inrczioni si dividono in eWve e passive; allive, se unite a lebbs i, passi ve, se F(li streplococcbi cho si vegilono negli "PUlt non cagionano febbri. La dia::tnosi delrmrezione mi ...la alliva è determinu ta da J•icerche balterio!'leoptche de~li sputi. ~elle collu re pre,·all!ouo gli streptocoeehi, i qunli o ,; si sviluppano da ~oli od in numt!rOstssime colonif', rni~te atl altre poch~ di batleri lltversi. Quasi sempre gli ~lr'eploco~'chi infiltrano ti p•l ront>ltitna pohnonare c cagionuno in es"!o un' tntlammaztont!. La Jc,ro pre"enza nel tes~ulo polmonere, anch·· tn terrttort non mollo estc'li, si manifesta con lult1 1 nott ~inlomi caralleri~ltci rldla lisi, cioè ff'biJre, sudori notturni, rnnncanza di appetito, dimAgramento ecc. Seconno che il les'lulo polmouare n1wmale o il morbu11o (le!'sulo cicalriziale od iriduriln) ò colpilo dall' lnfezinnP il •lecorso c piu o meno grave. Lo ::ravila dipende moltt·c dalla esten•uone dell'infezione primaria o secondaria. Raramenle ~li !-lreptococchi rot'ffillllO nel tessu lo polmonare ascessi chiusi, dt~i quali le ~ostanzP losstch~ m <~egutlc• a pressione ~ i rias:.~orbooo e producono rebbre settica Ji grado elevaLo. La prognosi dell'infezione mista du str·eptococchl ò favorevole, l>e l'infezione complica una tube1·colost locale, se rlmnne localizzata e "c l'infermo in tempo opportuno é sottoposto a cura climatica. In egual moùo chù gli slrept.ococehi complicano la lub~>r colosi polmonare i tllplococclll di Frtinkel, il tetragono e w ra1•i ca!!1, anche Rli slalllococchl, quindi i bacilli doll'iufluenza e della fnl su influenza ecc. Come la infez1one mts la alliva, cosi pure la pa<~sh·a !'li r iconosce COli le collure. Se in molle coltur e di sputi si sviluppano poche colon1e dì micrort.:antsmi secondari, allora la febbre non dipende dalla infezione mista, ma dalla tubercolosi o da rocolai infettivi esislenL1 allrove.
\lE DICA
H9
Se streplococclli S I '!Viluppuno iu mPtliocre quanL1ta nl1llo eolture. ullora gli sputi primo delle collure devono es~ere lavati per i~pogliarli dei germ1 prO\'enienti dalle vie re,pln\orie Rurwriori. Ma Re anche dopo tale processo conlinuano a sviluppa~i i ùetli ball~ri è tndizio che essi hanno sede in caverne o d1lataziom bronchiali. In quesll casi pero è diCIIcile decidere, se la febbre obb1a ot·igine Ja Luber colosi 0 da SP;:'RÌ. 3° L imporlauza c.lell'infe:uone mi«La nPlla rtiologia t11•1la lisi è dPlt>I'Oltnata dul fa llo cltP sotto l'inlluen:r. a ch maltca l'infezione tnlsla scompare, lo lub~ rcoJo,..i rtmaue immutata e In guarigione delle li«i ,·. soltanto apparente. i 0 La profila,.si tlella lil<i riclueJe cito ogn1 sputo d1 tiek{l ed ogn1 ~ecreto pu1·ulento di fJuolun 1ue pi'Ovcnienza eieno allontanali dalle dimore di uomiu i, per evitar • il poi· YP,rì:uamento del materiale infeUivo; l'asepsi chirurgica deve e8l'er@tnlroùotta pure nella profllas~i tlella li'-i. ~<'Ila raccomandazione doll'o~mo sre ra priva th germ• Jell'a.lto mare, de1 ùeserli e dello alle monLagne si trovano d' a~ordo lu actenza e l'empir1smo. 5o La tubercolosi deve, in tempo opportuno, quando uon esistono complicazioni, e«sero diagnosticata e cur·a ta specillcamenle. perchè soll8nto in CJUesLo modo possono ot~ners i otlami rasutLati. La terapia specifica con la tubercolina nei cas i m cui la febbre ò soslenult.l da inft>zione mis La ,·. incerto, in dale cir· co..tanze pericolosa. In ' JU6, ti casi lo cura cltr:nalica è eia anleporsi a Quella d~>lla tubercolina.
c. s.
29
HIVISTA CIIIHUHGI CA
Tn.LA.UX. -
Dtagnoll dell'&ppendlolte
-
(Journrrl dc
Mddecrne et de Clururyic, novembre 18!H). Alcune parltcolar·it.à possono complicare smgolarmente la diagnosi dell'appendicite e Lro~~ono quasi falAltnentP iu er· rore il cilU'urgo. Ciò accade ne1 essi in cui il cieco ha cambialo di posto e nou prellenta più 1 =>UOI rappor•li abilualt. È ben dirtic1le allor·a non rnganuarsi, perché l'uvpundicile si riconosce innAnl.i lutto per la ~,.de del dolor,, e Jcllumorc. Yi sono altre ctwso d1 errore che non f'!ono meno difl ili ad evilnre. Il prof. T illaux ho curalo un giovane •l i :28nrwi, ricoverato all'ospedale per un dolore nella fos..~ 1liaca de ..Lrn. A cagione di diverfle parlic.olarita e del ratto che non e..,,_ ~teva il testicolo nel loto destr·o dello scroto, fu falla diagnosi di orchìt~> del te!'llicolo d~slro in i~talo di eclopia. Siccome il malato soffriva coslt~ulemenw do mollo tempo e non poteva ltt vo ..are, fu propo~la l'ablatione .t o l tumore, ma '<i Lrovò, non giA il testicolo, ma l'appendice cecale, della {lrO~ sezza di un dtlo pollice circa, ~lobosa, e che fu esti rpala. L'operazione ora evidentemente indicata ed ebbe ecrellenLi l'Ì!'tUILali, ma la lliaf(nosi era sbaj:(ltala. Tillaox visitò pure unn giovanetta di La ann1, nella 'lualtJ un dolor e vivo, il Ctli masl'\imo pur·eva risieder e in corri~pondeozn tiell'arlicoi&'ZIOD& coxn-femoralt>, aveva fatto diaguoslicsre una roxalgia, e che, a cagione di quesltl riiagno~t, era stata messa in una docc1a d. Bonnel. Pere\ un e!'ame accurato dunoslrò che SI trattava di uo'appendicilt• l<'gg1era d,.gna di nota per l' Lrradiazione dei ùolort ùa parte dell'ao~.:a.
IIIYI ST\ CHIRURt;rA
S-51
Se e spes'~o dirtlcile ricono!Scere l'appendicite, non lo é meno lo stabtllre 11e esiste suppurAZJOne, la qual col'la è però mollo impotlante a conoscei e dal punto di vista della curu; e per fare •1uesL8 diagnosi non vi ha a ltt·o segno rerlo che la dulluazione. Tillaux ritiene che la prettca, che constsle nello e .. portare l'appendice tutte le volle che la d1agnosi di Hppendi· CÌlt> è !'WL8 falla, e ("'•lremamento t"~Agerata. Se la 'lU(IpUr 8· zione é certa. é neces~ario opet•Aro ti pu! presto possibile, ma fin ché essa non é sta bilita, la maiAtt•a può mol lo ~pesso guar1re coi mezzi rneclicamentosi, ~ non ''i ha alcun interes!le ad inlet·veniro chir urgicalmentc. Per la condo Un da tenere ul terionnenle, quant!o 1 fenomeni dell'ap penclictto ricompaiono, fa d'uopo ba<>ar "• '-UIIA di!!linzionl' che Tnlamon ha sLsbililo fra le appendiciti a recidive e I'JUPlle a t•icadul". In un SOI{flello, il quale dopo un pr.mo attacco 110 ha un llt'COndo sepat·ato cio ptù anm d'mLervallo, s;i lralla di una t'ecidiva e l'operazione nou i· indicnla nell~-t secondo più che n~> Ila prima volle, da l momeulo t:ht• la recJJh•a ,-.mollo lontane. A l coutrat·io, !"6 dopo 1111 primo allacco, il malato continua a <>offrire, poi pre!lenta c risi sncces«ive, separat.e da intet·valli di quindiCI flinrm o .ti un m1·SP durante i quali pe~tf'le il dolore, si lralla rlt ricadute, conlt'O le quali l'operazione é assolutamente indit•ote, perché quesli maiali sono nspo~ti ad ogni momento a f,!ra' i accidenti, o l'opet·azione "fll·ehbe utile, anche qmwdo 'JU<'sla appN~tliclle IO<>l'le di natura tll· b ~>r.:olare.
E . BR.ISSON. - Le1lonl del ple810 braohlale ~elle fratture della olavloola. - (Journal de Médecirte et de Chirurnie, ~ennaio 1895). Malgrado la freiJuf'nza delle fratture della clavicola, le -complicazioni dt quASll> Accidente •ono r elalivamenl>' m•lllo rare soprAUullo o L.. niamo conto tlelle rratlure rli que<~t'os<~o no n ar.compegnale da rerita. La rl&it•urgia alluale J•ermelle dt t•imedtare JU u11 modo mol to t>frlcace aglt acctdt•llli che P03!'10no e ~so re pt•oJolli dalla lesione del ple~so bt·uchiule.
Ra VIS'I'A
In (alla, le lesioni del ple""O braclualt• costituic::cono la pau fre•111enle e la più in lere~«nult>, dal punlo di vista clinico e terapeulico, Ù··lle c.)mplica1.tonr della rra.Uur.a clancolere. Queste le~iom sono dr nelura o di cause mol t.o diveJ•$e. Alcune sono immediatamente posl-traumttliche, le une c.lovule alla semplice contuc::iono del l'lesso, senza cauc;a per~is te nle di alterazioni, le altre n Ila 1 enetraziouo tH•I pacebollo r:ervoso del frammento e, terno o di una sche~gia distaccata. Alcune sooo ~econdaric pr ec,•ct dovute el ver:-nm••nlo 1:\iero-sanguigno nel fucoloro dt>IIA frallure. Altre c;ono secondarie tardive, dovute all'evoluziouo di 1111 cAllo iper trotico che po~s<mn f~tr prevedere lo spoc;tarneuto considere vole dei frarnm~nli o lu drfflcolla della loro ~on tentione. In lutti i casi i fenomeni, variallrli nellA loro intensità, in · te r·essano la mo lllità, la "'t>llStbililù e la troftcrlé. La mottlilé l1 più o meno la~a. talorA in un modo iucom· plclo, la paralisi essendo hmiLola a d un cet·to numet'(l oli mu!'coli, appa.rlenenli Pia all'uno, o.;ia all'altro dei ner,·i dl'll'arlo. ~• a a diversi s ullo c;te<;so soggello. l nl!omrna, .Ji .. buzipne ir rt'golare dei ùislurui m otori. Gli acctùeoti sono generalmente piu g ra vi nella ..re ra tll•l mu..colo cutaneo, del radialt>, del medjano clw nella :;fern del cubtl~le. La 'ìensibililA é ~oven ll rneno te~a della molilitil; 111 tut l1 i ca.., la faccia interno, lo eu• se11sihilità dipende dai pri•ni~ner· vi intercosloli, è somprc pt•es"rvala . Qu an~o et distu rbi lroRci, desqua mazioni, caduta dello u n~h ie, ulcerazioui et'c .. e..si $Ono pure molto variabili. lo ste!lso clicasi dei dolori. L'evolu.r.ione degli nccidenti dipende unicamente dalla loro cnu!l.8 anatomica. Quelh cbe sono Jovuti alla cornu .. ione ùel plesso, ad uua scheggia, fli manifestano sul11lo dopo l'accidente; quelli che hanno per causa il "~rsameuto $iero- sauguigno compaiono dopo 4 o 5 giorni; quelli che sono prpvocati da ll'ipertrofla d el callo o dalla mobilità di u na pseudo-arlr osi si pr oducono
ll·•-
CRJRL"RéiCA
.;):J
ulòfio lardi, dopo alcoM sétl1mane od anche 'dopo t•iù rnesf e più an111 Una volla ~labiht1, es ..i &i ~volgbno in dtiò 'modi ,.hll'erenU, secondo la loro causa. Gli accidenh dovut1 ullo contusione di'l plesso o ari un versamento siero-sangui~no, si at:enuano a poco a poco. finiscono per scompar1re, lal!lciando ~rò pet· t(ualche ~ ~ o rno dolore "ul lra~tlto di uno o di dut> ner\ i, rorrnlcollo, ed unti ~ranlle su~celtibililit ciel membro agli agt'nli vulueranlì e sopratutlo ai cambiamenti th tem· perslura. Quando lo cao<~a ùegli aceaùenh è pt!rmanenle, framm ento e<~terno, ~chegtria, callo o pseudoarlros1. essi vannu al contrario a!.!~ravando!Cii od allora hanno quasi ratalmente per e<~it,, l'Impotenza completa del membr o. ~ quinda a~s'llularneule iutlìcato ricort'eN ad una cu ra energie», tanto ptù che ri-.ulla .lal lavoro di Bri~~on che lHlle lo volte che n<Jn l'i ,~ tur.Jato troppo ad operare, gli interventi sono sempre s laL1 fuvorevoli nei lor•o risultati. Per cui quando !'l Lralln di accidenti immediati, provocati rlnlla punta del rrnmmento esterno o c.Ia una scilet4gi 1, si i nl~l'\•crra subilo l'e"E'cant!o ragt•nt.. noci\'o e suturanlo 1 fl'&mmcnll. Quando si tratta di acc1denti da callu iperh·ofico, la re.,ezioue ùi que'ilO callo e la sutura sono egualmente 111dicnli. forse "-flrebbe il caso, quanJo le cond1tiuni della fratturA, possono fa r prevedere la formawmo d1 un <.'allo rpertrotlco, 11i operare senta allcude1·e la ~ua ftWIIIazione. Per la st... sa ra,.rioue, gli accidenti uor vos• f..econdarli, rapitli, dovuti ad un vpr·o;arnenlo sicro-Mng,11gno nel focolaio <Iella f1·attura, devono O'~"'ere lrnllati coJI't'V8CUal.ione del ver~am enlo <' con la sutura ; è il snlo mezzo per evitare l' inttl ,bamenlo dt'l pl~<~so nel te"<sulo cicatriziale. La sola varietà d• le<>ione del plel'so brachiale per f1·atlura c.lella clavicola, clte richiede una geaod,. riMrva lerapeutica, è la conlu ..ione 'lempli,·e. Sarà necessario fare la dia~nosi con un e~11me molto accurato del fo colaio della frattura e d1•1le paru Circostanti.
.io4:
Rl YISTA
J. GREtG SMITR. - È l"&ppollzlone 4el perUoneo &l perltoneo un errore ohlrorgloo?- (Brit. :Wed. Journ., 5 gen· naio i895). li prof. Greìg SmiLh si fa questa domanda e risponde arrermalivamenle. Ne{(li ultimi due anni egli ba operato in modo, quando era possibile, da riunire i1 periloneo non Al peritoneo, come e sta lo fin qui qu&!.'i a"siomalicamenle consigliato, ma alla superficie delle ferile o a quella fibrosa di es~o. Riferisce nel suo scritto moll1 casi in cui ha agito con quesLo int11ndullento e viene alle seguonli conclusioni. U0ve si desidera di assicurare un'Azione pronlfl, fot•le e permauenle lo sulur•a siero-fibrosa i' migliort~ della sie1·o- sierosa: dove invece l'unione non deve essere tanto forte e pel'lllllneole pu6 adol!al·sl la sutura siero-sier·osa. La sutura fìlJt·ofìbrosa, tanto buona rruanto lo siero-sierosn, non lo è f(Uanlo la sier o- fibro!la. La sutura fìbro-flbl'Osa e la siero- sierosa si possono quindi usare nella chiu;ou ra rlel la ferita pal'ielale, nella l'!ura dell'ernia ombelicale e ventrale o nella colpoistereclon1ia. La sutura siero-lib•·osa o apposiztone rt'una supel'f1cie periloneale alla ferila è inuicaltl nella goslrostomia. iste•·opes!'iR, enterol'ILomia, cololornia, colecislolnrnia eù in lulle quello altre numero~e ope•·ttzioni le quali implicano il drenaggio 1l1 cisrt od ascessi. Il prof. Smith fa voti che questo sur) consiglio sia seguito poichè esso si fondo non solo sullo pratica ma anche su lla teoria. L' un1one siero·sierosa avviene r·apiòarneole ed in poche ore essa è a tenuta d'ar ia e d'acqua. Ma quesl'uniom• è meno rapida di quella che avviene lrtt il perttoneo Cl una superficie ruvida. Ciò si spie!.nl facilroeule coll'istolo~ia. Lo strato di giovani cellule linloidi che s i trova l1·a le superficie sierose ba poca coesione e separato com'esso è ùa un doppio sll'Olo di endotelio dai vasi, è lento t1 Jiverur vero tossulo di granuJazione, e <JUBndu ciò s'inizia, cessa l'es.:mùazione della liufa. Tali adesioni spesso scompaiono e se rimangono ()uasi sempre diventano solllli e stirate. D'altra parte il coa~ulo li n fatico che si forma primariamente Lra le su(>o-l'licie sieros& t' fibro!'e aderisce pn1 fo•·Lernenle percltè ha maggiori punti di con-
CHI RURG ICA
tatto t'olle fibre tlivaricnte. Poiché PS"O rolma le lacune ù1 tenuto connettivo ed i• circondato da cellule plasmalichc, la va~>Colarizzazione ..i fa im media~• mente e continua mal\eral.ll. In capo a due gio.rni le adesiom !ller o- tlbr·ose sono piu forli di rtueJJe siero- tlbrm;o, in capo ad una seU1mana queste ultime po!'<Sono ancora e!'!>ere lacerate con roca emorrawa mPntr e lP. pr1me non Jo possono CO"i facilmente O l"em •rrajlia è piit obbontlaule Sf' \'Ì t\ poco a "'Ce~liere tra 1,. due ~ulur~> ric-uarù•J al prewnir~ lo "trava"o ii li1uidi nella prtmn,la .. uturu siero-<>itro"a ha un dec1so vantaggio sull'altra quanto p ù ci allontaniamo dall'etto opt•rat1vo. L<• zallo poco or ganiZU\Io, inerte e poco c••erentP ctw forni<lce ltt sutura siero-:-wro!'n t! racilm~nte alteralo e rollo dalla pr..senza di li'}uidi Ciò ;.. purtropJ•O ben nolo ai chirur;hi : è al ~:t•conclo o tt>~·zo giorno che l~> <luture ceclono. Un'ade"i"n" sieN-fibrO!"a che dura pt-:r un !!'ÌClr llO e pratlcam ent~> totcura per !'empre percJu; a :::quista coll'aodt:~r rlel tempo llempre piu in forza e solidihì. DU'iDOR.E. -
LamlneotomJ&. -
(Med Sell"ll, uov. 1>-!li),
Il Dundor«> rtferi!'CC tre ca~i eli laminectomia operati da Bidale o da lui <>le";>O. L'autore ritiene cht', quan tu nque i r i:;ullali d1 JU <.foperuzion~ per fratture u lus..aztoni delle vertebre <oouo molto incer li, e.<:sa é nnp• rtosameute indtcata a meno cbe il paz1eule nou :-i trovi in coudi:.~JOOI di<lpe rale. Il prtmo ca~o t•illetteva una paraple ~io prodolta da una lu!oò-.aZione par·ziale delln nona vertebra dorsale. In rapo a cinque m t>f'i ru praticata la lammectomia. Il m1dollo ara conjlesto ma vi erano ~egm di lacerat..Jorw. Le lemme o i proc. ""i 1!-pinosi dell' • c !l" \'ertebra furono r1mos~i e cosi fu lolla o~rù l re"'~1one ... uf midollo. ::\..-1 pr·tmo rne~e Jell'oper·ouontj vi fu poco mig'ioramcolo nelle cond1zimu delle membra inferiori, m a in se(:ruilo la p11rali<:i scompar ve ~~ 9 mesi dopo il paziente poli hberamente camminare.- Xl'l secoudo ca<:o l'opeJ'azione ru e oguila quattro mesi dopo una fmtlura della d··cima \erlebra dor·sale la quale aveva prodotta uoa porajj,j et•mpleta di :,co ' O e d1 molo al th o.:otto della fe rila. Il
~56
RI\'IST \
midollo rn lrO\'Ato dsviso e s du.., monconi distnveno circa un pollice l'uno dall'altro. Le morte avvenne dopo uu tnt>f'e. Il terzo paziènlG ru operalo per (r·alltu·a della 9 1 vertebra dorsale nelle ps•!u1e 21- ore del Lranmalismo. Il midollo fu trovato gravem~nte lacerato. Le lanline e i proce~'H ~111111 F-i clell'S•' n• e IO• Vt•rtcbra furono l.l..pur•tati. La ferila opernl•va cicat•·izzò al 12• giorno sna Il paziente non ehbe alcun miglioramento e mori lre settimane dopo ropera7.1oue.
Trattamento operativo dell'uloera g aetrtoa - (Brii. M ed . .Jnurn., 12 g•'ll118i'l IX!>5).
KfiSTER. -
Kuc;ler r·iferiscu un «ecl'lndo esso •Il ulcera gastrica eurala con ~uccesso coll'npt'rlura dello stomaco, colln csuterJZ7.Azione i~nea e la ~al"lro- entero~lom•t\. Il pazient.o flra un uomo di i-2 anni, ernarialo 11 IJU!lh• da Rl.:i unui Mffriva 'h dolori allo Rlomaro e vomito. NeiiN pri1r1avera dello Rcor ... o anno tanto In mutel'ia vomjtata IJUOIIto le feci et·ano fot·lcrn~nt~ tinte th ;.anh'lle. Il 27 giugno, lo ~tornaco fu lnC""o allo ll<'operto moùianlc un'incis1011t> snù..liana della parete A•ldhminale al disopra òell'ombPii<·o · "' trovn un'ulct>ra n Pila pnt·ete posterwre t.l~l viscer e in V1cmnm.a del piloro. l•'alla un' iucisiouo nella parete anteriore par allolamonle nlla g rande cHI'VO lut•o, 1 bordi ne fu1·nHo fortmnente divat·tCislt e l'ulcera ru t·aufltictllo col lermoct~ulerio. Si slnhilf tn Reguilo una comuuicaziooe lt'8 lo ~tornaco e il digiuno La tendenza allt1 I-'1Jarigioue fu mollo di,.lurhala per la rre•JUenle dlsteni!ione dello "'lomaco p rndotte clnlla ~aerazione rl'tllt liquido giallastro che t•icbiec;.e la frt>queule lavatura doll'or;.:nuo n~i pl'imi ci11quo ~iorni dall'atlu Ol>l'rativo. Oll1·o a ciò 1111 forte accumulo di sangue e d1 !>JCt'O ncllu fer·ila uslerna 1'1'"6 néc1•<tsaria la ri•n01.1one di alcuni punlt th sutura e il dl\1\ricamento dt'lle ferile. Quundo il pozitmle fu dimP"ctO 111 <'8P'l a ~ei settimane t>ra hbero da Of{fli ~offercnza allo stomneo ~ 111 grado di mang~are cibi solidi e lt•JUJdt 960za alcun 111conveoienle. Due t1l6fli più l!lrdi erli ~empre in buona toa.lule l! il peso dlll corpo twa consit.leravolmento aumcutato.
CRJJ\UI\r,JCA LA!"GEsm eu . -
Bensione dello atomaoo. - (Dcut. med.
lVoch., 27 rlkembre 189$)
l.angenbuch rìfer·isce due <·aqi di resezione fJUI\'-~t lolate dello ~to m aeo · l• Una rlonna, dì 58 anni, mollo deperita. prec:enla\'ll nell' ipocondrio sini .. lro un tu moro ren tforme. A perlo l'addome, lo 9l01Tl8CO fn trovato J'itlolto A piccole pr•opor.troni, ti tumore occupava principalmento la !-uper lkie po!'leriorP rlt>lJ'organo. Non 'i erano depositi nel feg'$10 •J nellu glandole ma nell'orn!!nto !'i notavano piccoli noduli. Lo stomaco !li allirò, p~r rruonto fu possiht!P, ruorr la ferita OJII'ratiwt e I'Op"razìorw n;nnn completala t)US<>t t>"lr·apet·ilonealmenle. Fm·ono aspor tali cit·ca 7/ 1 dello "lomaco e i summenztonali noduli dell'omPnl•' Il cardia ru rtc:lrl'llo P i dttP ""tremi dt>llo stomn--o furono tiulu raLi l'uno all'altr'o. stcdt~> que!llo r•irnase del 'olume di un uovo di galli nn. La paztr•11t•· guArl e ancora godeva buona salute l !J3 ~.tiorui dopo l'oporA7.ionr. 2o ~el ~t>cnndo ccr~o d'una donna di 56 anni lo ~ll)mac:-o era cosi poro con~i!l lPn le che ,.., ruppe dua·ante la rimozione Ln pazienti' mori al SC"l'J ~iorno dall'alLo opernlt \'O principalrneote a r.Rn"a detrinanizt(lfl~ mcorse anchP unn periton•te localiz7.ola. L'uulore fa le seguenti con ..idcruzioni : t o deve usat·si ti meno posl"ibil" di anes tetici: nel tH'imo t·asc> ~e ne usat·onn ~o lo poclw 1-!0c••ie; 2o non de,•e nf:IHI'~i a le nn a ntisettico nella cavtllt a j ,j ominniP: :{o tleve adllllat·"i il mf>· lodo della r•• .. o>zione eslraperll~tnea!e. 1• l'ammalal•' d""e e~sere ahmt'nlalo pr ecoremenle p~>r· lo via boccali•. RoswEr.t. PARI<. -
Valore antilettioo della farina dl senape e d ello zuoohero. - (Phil. Med. New.q, 22 d!cembt·e 180~).
Ros,vell PHrk l'lcorda ti ratto chP l'nlio essen7.iaiP rfi senape è da lungo lt>mpo conosciuto comt• deodnrnute. Egli ~<I&!' So lo ha molte voll" usato dnpo le autopsie t' con olt1mi risul!ati. In ca ..o di diCLe rile malt~na m cui il perossido d'idt•ogeno e l'nlcool 1\~t·o no insurrtcienLi u Logliore il puzzo
IU\ISTA
alle sue dita, vi riuscl perrellamente u~ando la comune farina dt Aenope. Egli la raccomanda in lulli i casi in cui debbono toccarst rertlo o 11coli e specialmente in casi urj!'enti quando manca ogni allm dismreuanle. Egli raccomanda inoltr~ ti zucchero lld afferma che le frallure complica~ pos..C<Ono cur•arsr con buoni ellèlti collo zucchero in polvere. Nola che tnentre le ttoluzioni dilu1Le di zuccùero formano un m flnO tli cultura pei baUeri, le forme palogene non vegetano nellu soluzioni concentrale o negli sciroppi. Egli constdf'l·a perciò il zucchet·o com" un allro ut.ile antisettico ~peciolmenle quanJo non se ne ùanno altri a dH>!-OSIZi•Jne. G. G.
F ARRE . - Trattamento del tto doloro•o della facola . (Ga.3r'lte d es Hòpitau.r, t\. l 02). Fat'l'e ha faLLo all'accndemia d• medicina di Parig i una comunicozioue, nella (juole dice che la vera cura del tic dolor oso della faccia con>-~tste nel faro scomparire le lesioui cicakiziall d.. l nervo, cllt>, nella maggior par le dei cast, <>ono la vera cnusa del hc tlolorosn. Queste le:c:ioni banno per saJe le eslr·erniw ler-rnmali det nervi inclusi nella rt>1{ione alveolare. L'a1·Lrile alveolo-denta1·ia c romca e glt accid<!nli infettivi determinuli doli' eruzwne viziosa del dente del giudizio inferiore sono le causP p111 comuni delle lesioni cicalriwth alveolt~r l cho sono il punto di partenza della nevral~m <>pa smodica tlella faccia. In queste condizioni, il lrsU.ameulo in· dictllo consi~le nell'ablazione Jel bordo alveolare e. per con· seguenza. delle le!!loru ue1·,o:c:e che es~o racchiude. Beco come :si può rt l·ouos~re ti punto m cui rtsiedouo le lesioni: La porzione del bc>r.lo alvPolat·e, che é la sede delle leSIOni nervose ciralriziuli, "O.rà ùete•·minala dagli antecedenti ezio l• ·g1c1 ed anche dal punto di parleuz;; del Ltc. Questo è indicato spoutaneamente dal malato che accusa i feoome111 dolor·nsi. lntlne, iu molLI casi, un'esplorazione dell'arealo alveolat·c, alrerrata tra il pollice e l' indico, JJro-
CHlRURGJCA
" ochera una seusazione dolorosa in corri~pondenza dt'lla re. g ic.ne sospeUa. ~ questa regione, comprendente generai· mente l'estensione di un alveolo. cbe si lratlo di delimitare e ùi liberare, R6 é necessario, con J'esh·azione di uno o di due dt~nli che la limitano da ciascun Ialo, pr·ima di JH'Ocedere all'liblazione. :-.Ielle sue prim e osservazioni Farre Lta Lentalo di distrurre la re~ione malaltJ con l'applicazrone eli punte di ftJOco. Questo pr·ocesso avendo l'inconveniente di pr'odurre una eliminazione lNppo leuta delie parli tlislrulle, egli ha credulo r icorrere alla resezione temporanea. Ecco rl !>UO JII'Oeesso: ' Pr·imo tempo : Escisrone della rnucosu e del perioslio r icoprente la parte del bordo alveoltlre da r esecar·e; Secondo tempo: Resezione del bordo ah·eolaro llonudato; Terzo tempo: HaschiamenLo della rar·iLa osseo.. T erminAta l'operazione, la ferila t• medicata cou una pal· lollo la di ovalla imbevuta d'un liquido antisettico. Le conseguen~e dell'operazione sono semplicissime. Il t•isulu\t•) immediato ottenuto dall'A. fu la diminuzione notevole delle crisi, che da venti o lr·enta al giorno disceser•o a lre o quattro solamente. Queste crisi, cousiderevolmente attenuaLe tii intensità e di duralo., dlrninuirouo progt•essivemenle e scomparvei'O io quattro o cinque giorni. Sopra l~ persone offelle di tic dolot·oso della faccia, Far·re ha comincialo la di~Lruzione col fuol!t• delle parli lilOili ri· coprenti la regione ossea cicatri~it~le malata; 2 hanno abb andonaLo 1l suo LraLt.arneuto koppo presto perché egli )lOli!SSe Lrarrd dal risultato del suo intervento incompleto una conrlusione qualsiasi. Ciò non pertanto uno di essi ha ollenulo un migliorament.o in seguito all'eliminazione di un sequestro rormalo a spese deiJa pot•zione vest1bolere dl:ll lJorJo alveolare Jenudato colle ~ue cauledz.zaziooi. Sopra gli altri 'IO operati, 7 sono stati lrall.nLi con la punle <lr ruoco e 3 sollanlo con la resezioue estemporanea del bor·do al veolare. Questi malati, la cui malattia datava da otto, nove, clodrci, tredici e fino a quindici annt, sembrano allualmenle ~uarili.
.i-60
R[VISTA
Sculii.I.ER.- OomUDlcadolll ohlr1lr&1ohe •ul reumaUaml
oroDiol arlloolarl - (Cen.l ralblatt fu r dit• mediel ni!lelten \Vissen.seltaften, N. 39). Sulla ba"e di nn proprio materiale di 116 pazienti, l'Aulot•e dì vide le inflammazioni arlicolal'i croniche reunH1liche 111 lr~ ;:~ruppi. Il primo di es~r (forma ~empi ree) caratl• rrzzalo dalla Olt'tnbranu sinoviule ingr08f:Hta, cr·onicarnt>ulP rnfiammt~la, forl••menle vas~olarinata, Abbraccia 92 paz.ienli, ciof.o 3S uommi e 5~ donne. La somma dello arlicolazrom colpite giunf'e a 331, di cui 167 !'pellauo alle e~ll't?mita !'>11periori e 16~ n quelle infer·iori e in totale fu rono ì2 i pazienti, ner rJIIIlli conlt•mpornuenmenle <'ra slnln rolprta più ,Ji una arllcoluzlùoe. Le ur licola.Grorll pllt fNqlll~ulemenle ~Jll11Cl~al~ l'urono quelle ùel ginot'chio, ùel piode c llelh~ dite delle rnonr, 'fU n li cJuelle d ·Ila mano, del gemuto, olblla f:Jl&lla, delle iita dei piedi, Jel lnrsoJ dell'anca, ccc. In :!() malalr, nei quali fu una ~ola arllcollnionc malata, R volle fu colpita un'articolazione del ~noc.·hin, ~ volle ~ollanlo un· arti~~o l azione della ~"pai'R ed un'or·ticolaJ.iono del pioli~. t volla In <~nla arti•~oln zrone d«>l gomito. dello mano, tlt>lla dite della mano •· delle drlfl dei piedi. In circa '/• de' malati Ri ebber o affezioni"'"'" 01~tricho dello stesse arlicolazroni. Il SPCOndiJ ~r uppo si drfft>renzrn soltAnto grndualrncnle dal pr imo, C'"SO nccfl!!lre la forma g rn ~e di Numoli"mo arti ·o~ ler9 cronico con numer·osi arruffamenti ciella capsula. 1\,l eqso apportP.n~nno 1:> casi, 6 unmrui e O donue, e solamente 111 2 ru attaccata una sola arlicolaz•one. lo circ.t più oft ' , di questo gruppo In malattia si manifestò in ambedue i luti. li terzo I!TUJlpo. dall'Autore de"'r,.malo 'JU& 1e ancJ.ilolico, co· strlUtsco la ba'-e dello de!tcrizioni dr autori anteriori sul re urnn· l1~mo orlicolart> cronico. ComiMra col ra;tgl'mzarnento dclln capsula t> cou la vascolariL.zazione delln cartilagine a ~iungP. alla sua parziale alterazione con finale au mento o.l an<'he ossiticazionc di essa. Il movimento fOt'7.alo, che nei malati dei gr·uppi aolecco.Jenti e ro anco ra Jino a un Ct.>rlo g rnJo ra~sivamenle pos•:abile, pt•oJuce una laceraztone dolorocta dui lessuli ing1·o:ssalt con distinti rumot·i. l muscoli dello at•-
l ti l Ucolazioni corrispondeuti <.ono ntrolki in alto ~rado. Apperteogonu a IJHesto gruppo 9 pazienti; an essi St trovano spes,.o l~e tl.ver$e ar ticolazaona, alcune delle quali anche in grado pala lieve. Ca ranera~tico pt>l' la gravita th que~to gruppo é !tOpratullo il numero delle aalicolazioni lese; mentre nel pr·imo si ebbea·o :J3l urtrcolazioni malate su 92 pazienta e nPI secondo 105 fiU l5 pnzienli, nel terzo se na ebbero 7!) l'U 9 pazienti. Frequentemente le fo rme più leggerP divengono gravi, tuttavia ciò non è lll'cessario, spesso l' intaera elfez10nP rimane per anni allo ste<~so livello. .Non o anche nec••ssario che le rorme più grav1 altnccruno esclu-;hiHDPnte i pazrenti prù aUempatr; le anliarnmaziom articolari reumnticlw cromche sono pr1ncipalmoute e più f-pesso una malattia dell'età \'Ìr1le. Gli uomini curalr dall'Autore avevano età oscillante da 20- 50 anni, le donne tlu 30-60, inoltre ò da M · ser vare che molli orano gu\ maiali ùa 8-10 anni, prima che dali'Autot·e (ossero sotlopo~li n cura. Il processo morbo~'<o, secondo le ricer che istologlclte dell'Autore, é caratteri7ZnLo da aperplasia infiammaloria ùolla membrana sinovialo normnlc o da infiammazione c a·onrca eh detta :::iooviale. Questa iper•plasia Jal lato eliologicJ non Ila nulla da fare con l'arlr tte derormanle, o con la ~rlllrde o con la Lubercolost, quand'anche que~te malalliP. pO'"Stwo talora s~rvire dt terreno ,pel reumaLtsmo articolare ct·onico. Mollo spesso l'Autore \'Ìde que~lo nilupp&rsi come tale ùulle iuHammaziont arll· cqlari acuto o subacute; alcune volle originò quasa tlirellameuLe Ja un reumatismo nrLicoloa·e acuto e soJamenLe in pochi sopJ'I\V\'eroero coutplh·azronl di cuord, le c[uali perciò av vi~o l' A.l,ltore che non apparteugono al quadro clinico. La distribu7,ìone della malattie an aio gole at•ticolaziont sembt•6 dt>l tutto irre!lolarr, anche le affezioni bilaterali non andar ono eh pal'l passo, ammalarono pm racilrnPnte quelle erli· colazaoni, lo 'tuali in concreto erano state più maggior111ente esposte acl influenze esterne nocive. lo ogni caso aocbP. lo alalo parelaco ed alrqfico det muscoli non clepone per uun or igme centrale delle soffereuze. Le lesioni muscolari come pure i disturbi dello slalo g~oc rale (tubercolosi) dipendono dalla immobtlilà. L'A utore per· rimedio trovò mQllo utile
RIYlST.\
11 massaggio prat1cato secondo rar to dal medico. Fra i bo~ni e doccie dà la prllferenza a quelle applicaz1oni, che sllernano l'aziono del caldo con quella del freddo. MoIlo ul1Li riescono le docce " scozzesi •. In 5 casi :zravi, nt>i quah 'i volle fu attaccalo il ginocchio ed 1 volla il gomìlo, l'Autore pratico l'arlrectomia.
c. s. Jl bottone dt llarphy nella enteroatomo1l e le aue modUlo&zlonl. - (Cen.lralb. (ur Chir., N. 1:1).
LANOcRER. -
Tn un suo articolo intitolato la tunica delten.lerorajla il prof. Lnnderer passa in rassegna le sve•·ial~> modiftcttztoni proposte t>d attuate dagli autor1 pt>r nvdare agli inconvenienti che furono addebitati al proces!'O di Murphy (\{ r la Rulu ra inleslinole, proponendono inflne uno suo proprio c:ol quale al boltouo metallico viene sosl1luilo un altro upporal.o d1 malet·iale ve~etale e digeribile. Crediamo ulil<' richiamare !'ommariamente la descrizione del proces'~O nriHiuale di ~lurph~ come ci è dala dnl professore Winiwarler, per poi ven1rr alla innovazione in pa· rola con cui si è tentato di rnodttlcarlo vantaggioQamente. li eosidetlo bo Hone ti' anaslort1osi (onastomoseokropl) ru inventato e mes!'IO io pratica con ~uccesso da Murphy, e !'li aJalta benissimo a lulli i casi in cui é indicata l'ana ~tomo~i di due organi cav1 ciel bas!'o ventre. Jl bottone si compone di due parli. ciascuna delle f!Uali é cosltlu•la da un corto cilindro metallico cavo, cht• ad una eRtrem1Ui porta un rialzo circolare convesso s imile olla te!!la d'un ruogo. Le cslremllà Lubulari dei due cilindretti cavi si adattarlo una all'altra in modo che iJ cilindro interno (maschio) ''iene 11\trodolto nell'e~terno (femmina) e v1 v1ene flssato con due molle d'arre~to e con un giro di cerniera a vile. Qunudo le $ingole parli sono rosi riuoile, lo strumento presenta la figura di un grosso bottone da canucia attraversato nel centro da un Lubo cavo.
CRl Rl'Rr.U: \
~G3
L'applicazioni' del bottone <>i pr atica nel modo '~~>guenle: Le pon.ioni di anse inte<>tinah ùa riunir si vengono l'paceAte cia$ctma con una inci~ione Jon~titudinale ed in Cl;..ni aperturA co~i ottenuta s'mlroduca una delle due metà dello strumento in modo che il marl!ine grO!I!'IO, o capocchia, rli cia8Cuna estremità penetra entro il lumi' dell'intestino lasciando sporger e all'infuori l'estremita tubulnre libera. I n questa po"izione cia<~cnna mela dello strunwnlo vien tls<>ata con sutura a sopra~gitto, che !li serra sul cdindt•o a modo di una bor'-'a da tabacco, mantenendosi cosi slrellamentP adallata al cilindro sl.l•sso la parete intestinale. F1s..atn co<~ì ciascuna mela dello •Lrumenlo nelr·ispettivo intc~tinn <>i Affrontano lateralmPnto , le due anse, s'introduce il c1lintlr•o mR<>chio nel cilindr o rammina e si preme l'uno contro l 'ellro tanto fioche le molle di arr·e<>to d1 una meta c.>ntrano nel giro <~pi 1'81e a urto rlell'allra. Con crò é compiuta l'an~tslomo~i laterale. Quello che piu importa in que!ltO aLlo operativo si è òi conoscere il gr·ado di forza con cui devono premere l'un contt·n l'olll'ù i due mezzi boltoni, affincha i tessuti che ~i trovano Lro le due sup<wllci delle due capocchie ven~ano sufficienlemunte compressi per cadere poi in morlitlcazrone. A vvt>nula la necrosi di quei tessuti 1l bollon•' retota libero, cadé !'lull'mtesliuo e vtene espulc::o colle feci. L'apertura cbe ra comuntcare l e due anse corrt~ poude col suo diametro a quella delle due placche che r mnile cosl ttuiscono il bollone. L'anastomosi laterale esegurta con questo proces~o soslitui-.ce con vantacgio anrhe quella cr rcolare dopo la resezione; ed il suo vantAggio consiste ~pecialmente nell'evilar e le steoosi •1uant1o il dJameLro dell' i ntestino è piccolo, come nt•i bambini, oppur e quando la l'lezione infèr iore dell'inlesllno P•~r l unga inel'?.ia si sia ristr etta. L'anastomosi laterale 10 seguito o resezioue si fa in questo modo: dopo di avere legato ~opra P t>olto le due ~ezioni inte~ti na li lim1tanti la porzione eia staccarsi, applicando però li uodo sempre ne1 le~ub ~a01 c::i recrde la porztone rnalttl8 o rerrla. S• chiu ..Jono i monconi invaginando la porzione termtnale di ciascun intest111o, compr endendo nell'invaginazioue la parte Jogat.a e ricacciando questa come un dito
RI\"ISlA
dì guanto rovesciato, e riunendo roi i margini •Ielle ~u~ r tlci s iProse di ciacocun moncone con couturtt a ~<nprar;gtllo; quindi i due monconi, ridolli CO!lt u due tubi ciechi a cui dt Mcco, si affrontano colle loro !>uper•llcì laterali e si el!'eguisceo :.,ui medesimt l'enterostomi11 nel modo suddescrillo. Onesto è il processo originale dì Murphy, che neli... div ... r....e moùillcazìoni di enLeror·atla proposte da Neuber·, W olllor, Senn, Bar'tlçl ed a1Lr1 gode contrastabili vanla f.f~:t. P erò non H da lacersi che di rronte ai lodati buoni 1'1'-UI· tali di questa coutura come c• vengono riferiti dagh tlutori $mericaoi e tedeschi, stanno unche degli insucce!l~i 13 degli estti infausti. l n a lcuni casi, per es., il b•lltone ha cagionato u nn mnrlale pPrttonite. ostruzione inte-;tw~e e perforaztono (Uawbarn. Anna/'! of Surger>!J, febbl'aio 1 !l5}. Gli inconvenieuti dl'l bollone di :\lur•plly stanno Kp•>cialmenLe nel c:uo volume e nel ~uo peso, ch~> re ndouo òiflfcile il suo pa:JSII{{f.( •> cd u t~ctla datrinlaslino, specialml!ntH allraver·eo la valvola del Bouiuo; nella necessità dr un procP~'<!'IO tli mortiticaziotH' che può dar luogo a perforazioni. Da ulttmo il bottone dt Mut·ph) non i< ~emprt! a dtqpoRtziorw dt O!.!Oì medico. Il pror l.antlerer hu tmmagmalo un proces:so (però fino ad oro !'lpcrJmenLato solo sugli ammali) col quale e gli inlende di otle· n~:re una sollecrta adesione evitando g li inconvenienti d~l processo di Murphy. Questa sua invenzione consis te nell'adoperare matt•r1ole digerib•le etl assorbibile in luogo d,el melallo. Con unn paLata forata nel mezzo con un trc.>quurll e~tll forma un ciltndt•o che por ta u.ella ~ ut\ pat•te mcdiaoa un mlaglio circolare luugo un c!;nlimetro e pr·o(ondo circa ellr·ellapto. Su quesla tucavatura circolare si addossa no le due anse e lateralmente ol· l'incavatura medesima in cor1•ispoudenza ai suoi orli 11i applica una sutura che serve art nsporlare coUe loro morse la dve porzioni (.l'in testino corri ..ponùenli a gli or li dell'intu~ lio circolare. Dai suoi esperimenti il Londere r ha potuto consLalare che il cilindro veg~lale. si maolrene cinque o sei gjorn• rnalle· rlllo, ~empo s uificien te p&r ottenure un perfetto coalilo. Dopo
CBIRURfìiC\
olto o dirr·i F;torni ord inar iamente non .. i lrnva piu alcuna traec•e Ilei cilindro, e nemmeno "" nt• \'P.d•• nelle feci, rl che !!i~nitleu che 1uel materiale vien r•..rf• Uameul.. digerito. In oe11~un ce<~o <li ebbe ad OS!iervare !>lPnosi. Eglt raccomanda di prepm•are un certo qual numero dt crlmdrr di ~rosl'ezzo diveN'& pruna clell'uperazione e rli ben ùi!!'infellarli in una !loluzione di suhlimalo. P er le operazion i "'ull'inlesti no c rasso ocror·rono na~urnlmente ciltnùrr 1!1 rnaggior·i dimensioni.
• ••zlone del polso . -
~1u..LEI\. -
(I!'rltn. M eri . .Journ.).
\ llllt>r de!lcrive un metodo di r•es•·z•onc dl>l polsv e!;cogrtato da ll eron \Vas..on parecchi ann1 or .,ono, 11 quale uon é mollo cnnosc•ulo dai medici Il pro~:t>.,.,n é 11 seguente: S'inh•odut>e d bistorl a circa l 1/ , polli~e al di <~t•pra del proce~so dell' ulna, verso ltt superllc1e pelmare e si prolunga per poco <~ul melacar·peo del 111ignolo : <~i esegUisce col'! l un 'incisione di cir 1·a :J pollici, prMo!Hia lino all'osso. L't·slremilà Inferiore dell' ulna é i"Oiat.n e ~e no a"po r lo un buon polli<'o. Il Cllrpo è allora me""~"O olio scoper to Pd a spor-talo OSiilO per osso od eccezionP del lraprzi•l. t e P<:tr emità d· ·• met.ncarpi poo..<>ono atlaccari'i o collo s~orllie o colla sega, facendoli "Porgere dalle fer 1te Re ciii c neces!'ario; a nche il radw si ru ~por~tere e lo s1 sego. Si esamma il trapezio in ullim(l, t• se é necessar io lo si a~porta. Ogni tempo ùel l'opel'&7.ionP o mol lo agevoli·, e pochi Rono 1 vasi t'be s'inte· re""Ano e che htrono bisogno d1 legatura. Ne~l i ultim i sf'l anni il Miller ha eseguilo dieci resezioni con questo m etodo. lo. uno di questi casi fu necessaria l' amputazione consecu· liva, iu un allro essa fu consigliata mu non e~egu ila: in tre aH1·i il processo m o1·boso si rJa•;cese. nei rimune nli crnque la m alattia tacque ed il pazienl"' poté godere d'una mano utile. l vantagg1 di questo metodo «ono <~ccondo le conclusioni di MJiler 1 segueoll : t• e !lurticlenle un'unica mcisionP, 2" Il drenag'tio si effettua bene poiché lo fer ita lr ovas1 nel Ialo della mano che é il p1i1 basso nella posizione in cui la mano liensi abitua lm ente; !)()
406
Rl\ 1ST\ COIRUa GlC \
3• la t•isultante cicatrice e appena visibile e quindi l'aPpello della mano •' pe r fellam~>o le normale: ~· l'oporaztone ~ di mollo racile esecuzione. G. G.
RIVISTA D1 OCULISTICA
-·--
Sull& 41trla.l1one nell'interno dell'occhio. - L. B ~;t.LAR MINOFF t' \Y, Doi,GA:>.OW.-(V, (ìraeje'.~ Arcfl.j. Ofi/ttu[ftl, P Cen.tralblatl 1. die me!ltc. Wiss,.nsclt., ~. 12, 189::.).
Oli autori sul ton.Jarnento d'un ~ra n numero di ricerr•lle sono venuti nl ri~uHA Lo 1•he diver:;i slali patologici della parte anlet•iore tldi'Mchio '~pecialtnente dolla cornea num•·ntano o sc~ mano la diffuqione dei lifJuidi nell'interno dell'ocdlio. Le inOa mma t.toni ncule della coruea cb, l'Ono accom· pa gnate do all1•razioue di Lei'!!Ulo aumeobmo la diffustb!ltlà. L'aumvnlu di questa tn uno cornea m stato patologtco <~la in dirello ra pporto con la esll·ol'ione, la prorondita, il periodo e la "P6Cte del procel'so palologtco Quanto più e<.:leso e profondo •• un pt•oceq"O palologtco acuto del tessuto corneale Lanlo ptu rorlo l'ora il !(l'ado dt diffusione. Nelle lesiom operaltve della cornea il grado di diffusione dipende dallo stato del leq~ulo d• ciratrtce che riuntl>ce i mar~mi della ferì~ . Nulle ctcatrict recoutJ la diffusione.-. aumentala; le ctcatr tct ben o organizzal.e nou &}{iseo no in modo app1 ez· zabile !.'UIIa diffusione in confronto a quella normale. Le al· terazioni slaztonarie della cor nra (degenerazione di ciralrtct>) diminuiscono la dilTustone: il j:trado di questo iodebolimento dipende dalla g1·andezza della superficie cicatr tzia. La ditl'usibilità dogli oach1 con piu o meno grande degenerazione cicatrizio dalla cornea duninuisce a poco a poco corrtspon-
•
RTVl SIA DI OCULISTICA
..tentP.menle alla relrazione e al raggrinzamenlo del lessut.o ,d ciestrice. Se le ferile operatori!' Jella cornea sono com-
plieate a processi inflammatnri (suppuraztone, infiltrazione), Sa ditrusione é aumentata in rag:10ne della gravezza della compl icazJone. Nel t~mpo in cui ta formando~i la Ct('Blrtce. le diffu~ione _. pura aumentala; ma quando la cicnlrtce é completamente «'llSOitula e comincia a r&2j:!rtn?.ar~i. la ùìiJU"tOn., sì 111deboltsc-e. Il colobo ma at·unctele dell'iride non hA alcuna atione ne sulla· ditTu.,ione nella camera anteriore o.. •m quella nel torpo vitreo. L·aumento ddla preslliorw rntroculare ra dimmuire la diffusione. CO!<I SI sprega l' rndt>llolimenlo della azione dPi miotil'i nei prncessi ~laucomalo«r acuti La atione della lemperalura sulla dtffusione non A s tata abba~lan za esaminala: l'aumento di esM os"er vato dopo l'azione d~lfa cqua caldu é eia allribuir!;i alla alterazione dell'Ppitelio delltl cor·nea. La cot·rente ùi diffusione non raggtunge rl cot·po vitreo oè nei casi tllwmalì nè in quelli patologici, quando la IPnle non t) lesa. Ne~li occhi afacluci la corrente di olill"u~ione r" ::~.t~oge Il corpo vtlreo. X ella afachitl compltcala da qualche processo patologico della cornea si altera In dilfu~ione nel oorpo vitreo secondo la spade della compliCI•zionP. Il c or po della ltmle con i due fo~hetli della ra ..sulo, la zonula integr a e la membrana ialoidea oppongono un g rantle osterolo alla corrente di diffusione dei lit[Uicli dalla cam!'ra ante.rìore al corpo Yitreo Pror. ScHMIOT·RtMPLF.R. - Traoom& e oonglunttvite follJcol&re; loro tratt&meDto oon l& plnzetta m&ng&D&trloe. - (Berliner klinùu:he \Vochenscllri./t, ~ l, 18!15).
E generalmente ammer,.so che ti Lracnma e la rnngJLmli"it.• fonicolare siano la !'les~a malallta o l'una der· vAnto dall'altra. ;\IO le basi !'Uile quali •lU8S lO tdenlrlu ... , fonda, eome la baLLet·iologico, l' intos!!icazwne mierohic11 di'Ile glan-dc•la lmfalkhe, non sono sicur e. Nà tnal(gior ''alure ba il processo anatomo-palologico, analogo 111 principio allo •lue fot•me cliniche, né l'alferrna7..ione elle alll\ congiuntivite fol·
~68
Hl'riSTA
li ·olare ~ucrt•da il lracoma, pPrche, "e la congiunlt\'ltl• é p-enuina e non -.uecede altrn iufe7.ione, ciò non si o..ser"a mai. Con numeros~~ aHre ra~iom r.\. E~OsLienf\ cbe In congiuntivite rolhcolar6 nou ha nulla dt comun., col l racoma, o in altri t~rmitH c·he le due forme ::~ono dl'l Lutto dishnl*". ~u merosi«~imi 8"empt dimostrano che ti lracoma e allaCN\ltCCÌO e se l'altitudine presenl8 condtztoni favonl ''oli olia sua dimiuuztuue, rH' puo llipendo>r~> dal fallo c!te in luo~hi elevati é minore la deusilA delln popolazione. Spesso la diagnosi differenziule fra la ~ongiuntivite folh· colare e il Lt•tu.:oma é facile; talor·a è difficile a primo n"pèllo; spesso •n ambedue le forme, mn ruù frequentemenlù ut.-1 tracoma t!sislono le«ium corneali e pin «pecialmente pnmu lrll· comalost con ùiminuztone più o meno &!;lesa Jell' uculezza visiva. La cut·a delln congiuntivite follicolare è di gran lungn ptù semplice di quello del tracoma. L'uso di compresse bagn11te con soluzioni di O<.'elalo ùt piombo o di aCido borico, o l'o1.ione direLla dEIII'ncetfiiO eli piombo t·ompletaroenle noutralizl.tllO o l' islillazione eli deboli SQil.zion• di piombo, di zinco e di nltt·i ac;triostenll !'ervono a calma•·e lt' c;offerenze subieltÌ\•e. Se non v'è ipet·ema, il toccaroPnlo di••etlo con la pietra dt ,...,,_ foto di r·ame agAvola il rias~:;orbunento dei granuli. Ma quec:lo riUledio devP e~Rere usato con par simonia (una vollA all11 ~ettimaua) e con cir co pezione, perché altrimenti polrehbcI'S'~ere allo congiunltva pti.l di danno cbe di g•o,anwuto. Se i follicoli fos-.ero numei'O!:li e gro«si, gioverebbe mollt~ ~•mo lo scluaccia•nenl o dt essi con la ptuzella manganatri ~ e. Di particolare importan~ è l'ar1a pura anche nella carnern da lello. :-Iella t.arapin dt'l tracoma, l'autore oltr e le cornprP!'"le fr edde, gli aslr ingenlt per frenat·e o moderar e una lumefazione troppo forlt' t> l' infl)lt•azione delleSSUlO COllgiunltVO, oltre l'azioue trritanl e del solfato di ram e in cannelli o in soluzione in CJ~i di iperenia troppo debol e, fa princtpale 8"· !'legnamenLo sullo scbiacciamento o sull'~:~sporlaztooe det ~otranull lracomatosi. Egli usa da due anni e con vauln~gio l a pinzetta rnanganal•·ice di Knapp por schiacciare le gra-
DT OtUl.ISTlCA
Hì!)
nulezioni. Cou que~ta pinzetta o con altra analogA modrOcutn dall'A. a pos-.ìbile eli compdmer·e e ~pre mera i follicoli granuiMi in ogni sede deUe palpebre. Duran~ l'operRzioue non è quasi mai necessario di rrcorrere all'ane~tesra generale, es,.endo •1uasi sempre bastevole quella locale dellll palpt>bre ottenuta mt!draole la cocaina. T erminata rop.. razione é nece~AArio dì la\'ttr·e le palpebre con :.oluzioni di ~ublima lo (l: f,(IHI)) o con acqua dora ta e Ùl fa r uso •li comprt~ ..se glua ceìal& per frenare la rt>azrone Talora ,. necessnno Jr ripetere in appres!'o la piccolo operazrone. Quah ri~ultati llnora l'A. h11 ottenuto 011 miglio ramento nelle alter-azioni delle palpebre e talora anche della COl'llea, rna nt-'-'sumt guarigione definitiva. In ognt motio l'u<~o della pinzetta man~anatr•ic·· co~trtuisce uno dei migliori tratlamaoti curuth·i meccanica del tr·ocom a.
c. s. AIIL.SI'HliM. -
Estlrpa.zione del sa.ooo laorlmale. -
(l~rit.
M ed Journ .• 2G gennaio 1 89~)).
Ahlstrom d1ce che l'espPI'ienza ha ampiamente. rlimosll'alo
eh•• Il pru insij!nifìcunte trauma, il quale non avrebbe ulcun efft:llo ~•: ù'un or-:hio ""ano, rmo avel'l'l cont~eguenze ~rav•s Bime ~ arcadP in un ot:chio 11 !tacco lacrirnale non sano. CAUSR di CIÒ si é tt·ovat.a e<>sere l'infezion<~ dello forilu prodotta dai batteri della secrezione del sacco. L'aulonl ha eae• gurlo l'eBt trpazione del saccu 1)er le seguenti a lfoziom: J) tube•·colosi del sacco o tlel canale. 2) oblilerazioue tlel ~acco ùovuht a malatLia dulie parli
limitrofe: ~) fi"lole Jacrimali:
41 come or>erawme p•·eliminare a tJuella che si doveva praticare poi sul bulbo oculure quando 11011 vi era tempo di cur·ar l'affezione del sacco. L'in~ision~ cutanea (leve rarsa almeno a tre millimelr• dall'angolo rnterno per evitar•• ì vasi 81l.'tOls ri e dev'essere condotta dal mezzo del lìgamento plllpebrale anterno m bas;,.o ed alquanto an fuori per· l'eslension8 di circa 2 centimetri.
+io
RlHST.l 01 OCl U SnC.A
Il secco deve, per quunlo à po!<"JlHle. e<>po rlar~i intatt~ per preverure rinrt!ZtOfiC d~IJtl (e rilu: la d1s~ezioue t' rec: a più agevole colla pr evta introduzione d'una <.onda d1 Bowmao. Una quelcbe difficollà s'incontra nd distacco della melA ìn~rna del ttacco 111 qoa le oder 1sce al perìoslto del na!'o: e:>so si e ..e'-'ue rueglio colle forbici. Se la parete ,tcl sa,.co à troppo sottile e deve aspor·lar!<i a piccoli pezzi, i> cosa amporlante raschiart> la cavtlà per•·b" non vt rimtul~a alcuna pa rtl~ d\lpi\elio. L'emorr~tg~a durante l'op••razione é a lcune ,oJit inquiet.anle: !<i doma megho colle pinzetl.e di Pèan riropc rte da cotone. L'uutor·e usa tre ,.uture piuttosto 1 rofoud~ e llf> occor re ,.e ne aggmn#le uue ..uperticiale. L 'opf!razione è complet.at.a <"oU'obliterazìone delJe ,·i c lacrJmah medl8nle ilterrno-canterio. L8 c1catrice r 1sullanle é piccola . G. G.
RIVISTA OELLE MALATIIE VENEREE EDELLA PELLf
--
Cura 4elle malattie del.l& pelle con l& oat&torea eH aubllm&to al bagno elettrico. - K. ULliiAN'·- ( W1en.
rMd Woeh•ns. e Cent r albl. .fttr die mecl. Wissensf·h., N. 12, l$%).
l
Diver<~i malati con proce,sl cronici a~li org11ni J:;eoilali furono tlall'Ulmaon "'t>ll••po<>ll nel bAgno elelLJ•ico alla calaforest di sublimalo. Ne ebbe per re,.ullalo che con l'aggiunta dt 60 gr. 10 un b&ftno (:J eU ,Jitri). rt ui111li alla coocenlr•az•one di 1:5000, con correnti riella for..:a di .l CXI-:~011 M .•L (' per la durala dt mezz'or a o tre quart1 d'ora, s: pot••\'a gtà dopo pochi bagni nol8r e un senl>ibì·~ elfelto, e che quest() aumen ta va •ruaodo la quanLitA del suulimalo era aumentala fin o a 1011 gr. per bagno.
lllVlSTA OELLB MA.I"ATTIK VEI\RKEE E DELLA PELLE
.t 7 J
P er ciiJ che Hgutuoda gli effetti Lerapeutici ollenuti dall'autore, quPsLi per le sue esperieru:e e venu\o alle seguooli conclusioni : l 0 La caU.foresi elettrica può essere usufruita per far peneLr are nella pelle del COI'po umano una certa quantità di sublìmalo od altra !Sostanza diffusibile a scopo Lerapeulico. :2° La cataroresi elettrica di sublimalo 1~lle circo.;;tam.e ordinarie non produc~;~ mai intos;:icszione. :l• Questo metodo 8 approp r iato per la cura della sifilide e n on solo eli tutti i processi ulcerosi e cr onici roa io particohwa di quelle gravt forme inveterate clJe re!3isleLLert) ostinata.meute a Lutlì gli alti-i metodi di cura o sono accompagnale a generali disturbi deUa nulrizioOP.. Lo &lato della nutrizione e le allt·e condizioni f!fl11Cl'81i clelia salute del malato !.!Ono migliorate. Per certe rormt! spt1Ciali di ~ifllitle il bagno eleUr ico ùi sublirnalo è ti metodo da raccnmaodat·si a preferenza di ogni altro. 4" Le ulcerazioni culaoee anche gravi scoperte per Lernpo J.!Uariscono rapidamente nel ba:.:uo elettrico ùt sublimalo: è questo H piiJ 8emplice, il piu eUicace soccorso pr ot1laWco per ovilare la irareztone col veleno sifllitico penetrato superl!ciolmente nella pélle. 5° Questo metodo si put'• oncbe usare con vantaggio 10 certe affeziont della pelle non sifllilicbe com!' per esempio, nelle malaltto tullammatorie delle ~lantlole e dei va~i linfataci, nella resipola, uelle malattie del tessuto cellulare, nelle ulcel'i dei pie11i, in certe specie di eczema parassila r io nel •lecuhito ed altre forme m orbose.
Tumefazione della. glandola tlrolde nel primo periodo della aift11de. - J. ENGEt.-RJoliMERS.- (Jahrb. d. Hamb.
Staatskrankenanst. e CentraLiJL. ftr die med. Wissensch., N. 5, 1805). L' !•:ngel- Reimt>t's trovò nel primo periodo della siiìlide in circa la metà di Lutti i malati, nelle donne più l'requentemente clte negll uomini, un ingrossamento della glandola
RIVI ST.\
lit'Otùe che poteva ~olo rirt•ri•·~• alla c:ifilidc. Es<ta eon<ttsleva n in un gozzo dt mediocre grand~>zza, o, ed era ti c11~0 piu frPqul'nle, erano solo ingros~oli i lobi IAl.:ra!i dt-lla litiRndula. rtmanendo il n•edio inalterato, Sempre s1 trattavA di un11 luml'fazione molle, affollo ~enza dolore. che no11 incomoclava punto i malati, la mag~1or parte dei IJU81i neppure se ne ernrm 8('C01li. E s!'& compariva du rartt<> il secondo per1odo eh iocubaziorte o cr>nlempor rwHamcnle ai primi 1\iotomi roslilutinnali P non pare .:he vi ave~c:e alcu11n natlucnza diretta li h·ultamenlo anlisifìliticn, e al pari drlle tumeraziotli dPIIo lllantlnle lìofatiche, c:i dtleguava IP.ntam~nte nel corso di a lcuni anm, ma nelle piu l-arde recidtve dt:lla malollia non provava a lcun aumento l.'aulore ct•eole pc c:stbrlo• chf' in cac:1 rar1 r ''""8 for 'e più tardi essere il punto eli pnrtcnz•l di Jtravi maloll•e della liroidt• e dPI mtxedema.
Un oa•o dl atrofia slmmetrloa della pelle. - F. ZtNS."I n. - (t\rch . fii.r Dermat. u111l Syplì. e Cent ralb . .ltir die med. Wis.~en..YCJt., N. ~~. 18!15). QuP<;lo cn~o fu o,!'ervuto nella duuca ciel pt·or. LP<>ser n Ht>rna. Uua ru~a~zina dr l~ anni flV(W8 -.ulla faccia dor-ale dell<' mam fino alla punl8 dello elata numerose cbunze h~ce aLrollchc prive di pil{mento e tli p~li, gro~se quanto una lenLicchia, lu pelle intOl'IIO serul)l'uva piu forlernente pigmcntnta del normulCI, le unghie erano soLlili, nlquanl.o ft·ngili con tunui solrhi lonfliludtnAii. Tanto sul lnto dm·~alequanto sul pAimat·u flppflr·iva no del lo picc·ole 8tf1JOrntnP, manco va ogni dil~turho RH· biethvo ..\ llt.>razioni dPl Lullo Ptm1h, ma piil gravi <~i tr0\11· VALlO uncora sulla superficie dor<~ale di entrambi i picd1; i rocola1 atr·ofici et·ano qui ptù u"t.esi che nelle mani e man1 ft~ s tamcnte Affondali. Le uughie ct·ano un poco spe!-~ilc c·un molti <>CI)ehi longiluùioali e tra"'vc>r·,.ali. La :<ensil11litu •· ltJ rnohlitlt ernno normal i, non esisltwa alcunA alrofia dPi mu«coli n··· rlelle oc:;<~a. L' affez1one ~~ <~v1lnppò in f>-6 a nni senza Ili'"· cedente locale o generale malullia c rlopo piu non caml>io. Gui la dislribuzaon~:< simmetrica dell'alt•ofia ~u ll' ultimA parla di
DILLE \ IALATIIE rltl'llilli.U & bRLJ,A 11ILLE
~i:~
&utte lo ecttremità depone per la sua origine ner\'0'58, ed d eoncAttn pìit probabile é quello di un diRlu rbo centrale nel dominio dt>lle ', .. trotlcbe. LANz. -
Ortloaria ed lt tlolo. -
!f81lfl810
(Bric . .\led. Jo11 rn., 26
IR95).
Il Ltutz, <tpet·rmenlauJo su ...~ ~l••<~o.;o, conrhiut!P che l'itl tolo dalo inlC•rnsnwntP è u n t·im!'rho ertlca••e contro alcune form~ d'orticaria Jll'Odotle d11 error 1 tliAleltct Al'lotlo da una VIOlenta t>r.tZIOU<• d'Ot'llcaria, eJIP,tala '3olo per un rooml'nto da dn:-1 b.quoll Jiant! d1 gr. 0,.!0 d1 llll'lllolo, pre<;e una pillola di 20 cgr d'itllo(,, l't:ruztonc scolllpane coutf> per incanto Per 111r~ura ù• precauzione e;;h JWI.l A ti g1oroo seguPnlo uu'all•·u l'~uAI tlo:oe di iltiolu dopo i diii' pa ~ti pt'incipali: J',.ruztone piu non riromparve. G. G.
Trattamento del lupn•. - (Brii . .\led. Journ. , 5 ,:tt'nnain 1Rfl5, e A rch. f. Der m. u. Syp!t , l, 1895 ).
ScHUTz. -
Lo Srhùll cura il lupll'~ vol.tAr•' nel ~e!.!uente mo,fo · cloroformizzato l'infer mo, htLlo il Le~sulu friabile t\ rimm;<to col cucch1ato ta~hente e la super ficie delle fertte e 1 marErm• di eMe tlno aliti di-.tanza d• L cm. "ono ~carJflcatt. Frenata l'emot•t•agia, IR ferita è pareccluP vollt> toccata con l"oluzione alcoolica satur·a frerltla d1 clor uro d1 zinco cui è stata ag ~ti u ntu un poc·o di acido cl o rit~rico. Un dolore acuto !"egue nelle c::ei or e dall'applirazìone: es!"l'l può veni r mitigato colt'uso eli comprf'sse j:!hiacrinle. Prima che c::tano trascorse ùo<lici ore "' prodUl•e u11 J!Onfio1·e locate ron edemA pill o menl'l pronunziato delle par·li victm•. nelle compre~se baKnav• in sohlllone borica fnnno scompartre qu»slo etlema in 3G ore e pultc::cono la feritu. Dnr11nle 1 quuttro gior11ì consccultvl c::t appltca tre volle al di la vaselt1111 all'arido plrOIZBilico (l : 4) A questa med1catura !'ICA'UO nuovamente quella all'actdo bor·1co per cmque ,:!iorni t' poi di nuovo per quattro giorni quella all'acido pirogalhco u po1 nuovamente acido
47 l.
RIVISTA DELLR li AI.ATTIK VINERER P. DRLLA PELLE
borico per l~ giorni e fioalmPnle un'ultima applicez.one ili acido pirogallrco viene falla per due o tre altn gior•ui. Le ciC8Lrizzazione si ottiene r·apidnml!nle col iodoformio oppure con una pomata all'acido borico. La dur·ala del trattamento da 2 '/1 a 3 me~i t! ne derivtl Ullft bella cicatrice. Se avviene la recidiva si ripete il trattamento. L'autore afferma che i risultati ollenult con 'JIIesto suo metoolo ~ono dt ~ran lun~o superiori a que!lt avuti con quAI~o~ivoglia altro. Il trallatnento l• applicabile al lu pus della cute, per· quello ùt>lla mucnf.a, com& gengive ed u~ol11, Schutt. raccomanda l'uso cl'uu11 "'iuzrone acquol'a (:W a 30 p. 100) d1 doruro di zinco. G. G.
RIVISTA DI TERAPEUTlCA J. Brt.t.tNGS. - I.m plego dell'eatratto 41 midollo d'oaa&. - (Bull. Jolln.« Hoprin.s ilosp., novembre 1 tl9~). B. riferi~ce sur ri..-ultati da lui otteuuti usando l'e1-1trallo di midollo d'ossa nel lraltumento di varie fol'me d'anen11tl. Il preparato ch'o~li usa è uu e!->Lr&lt.o glicerico ollenutl' facendo maCt!I"IH' 111 un rofriger storo per tre o quallro grorni dodici costole di pecora pestate in un mortaio ., qumolr ra~ ~aLe per panno. La do.,e imp1e~ata era dr un <lra111ma (crrca 4 gr.) tre volte al giorno. Le sue conclusioni sono cho gli elfelLi furono oltim1 in due Cfl~i eli clorus1 ma cornpletarne11te uulli nell'anemia perniciosa. Noln che l'usa del ntu.lollo d'OS!-8 oon deve considerarsi atJalogo a quello dell'eslrnllo di ltl'Otd~ nel mb.euemo, p01chè io quest'ull11na malattia l'utr·otìa t!Pila ~landoiA lironlt' !->Ugger isce •l tentativo di supplt re artifkialmente alla deflcrenle sua secr•et•one. Nt•ll'anemia pemwio"a al coolr ar·io vi è piuttosto aumento del midollo ddle o~sa e inoltré la fOt'ln8ZIOfl6 dd globult ruSSI del midollo Ol-1"eo è più una rnoll•pllcazione cellulorn che una sect·czione. 1\'ei
fll\lSTA DI TERAPBLTit.;A
ea!i r ireriti dn altri O"~ervalori i t{Unli otlenoe1·o buoni risultati dal nl1dollo, eglt dice che le dmtmosi non fu precic:a e inoltre sì usò conlempor eneamenLe l'ur::oenico. Qua11lo alla cloro"i, il Billinl!'s conchtde eh,. il nwlollo •l'o~sa agi ...ce pel suo contenuto in ferro ed è dubbio c:e e..c:so "Ìa più efficace dei comnnt IH'Sparali marzio li: un ca t~o di cloro'>l guarl col1'11"0 delle p11lole di Blaud perl'ellamenle come un aiLr o lrollnto col mhlollo d'oc:ss G G. .8UCI( 8 VANOERLI::ND L.N. -
Yl'&lgiohe. -
11 a&JofeDe Delle &ft'esion.l De-
(Rrtt. Jlerl. Journ , 19 ~cnnaio 1895).
tlollori O. e v. lodano mnlliRc:imn l'azione anlmevr·algica e,l onalgesu!a del ~alofene l! il l'IUO \'Riore lerapeultc•t nelle ne\'ral~ie, cefttlalgie, ndnnlalj.tiP. ecc. l l Ralorene o "'nlicilato eli ac•elilparaanuclC'fenolo contiene circa il 5 p. 101> di ac. salil'ih<'o ti: wta polvere h1anr#!, crislalhna, 1nodora, in"<aporA, di l't'87.ioae O"\llra, insolubilo tn aCf(UB ft•edda, ooco nell'acqua ca!dn, coolubile invece nelrslconl e nell'etere. Fonde a 1810 C ~ brucia con fiamma ~eozn lasciar re~tiduo. Col cloruro ferrico e'<so dA le meJe"1me rea7.ioni del salolo. Il salort'ne alLr·.nersa inallaralo lo t~lomsco senza {H'Orlurr~:~ alcun rii,.Lu rbu. A cnnlaUo 1lt•i liquidi alraluu dell'intestino <.i "Cin.Je rrogr~~>~ivamenle nt>1 suoi costiluenL1 rho sono cos1 I'OpidurnenLu a~sorbili. L'ac F&hc1ltco ><l combina rolla ~licocolla e vien•' t>h:ninato in parte solln formo ùi ac. qaJicihu•ico ed in parlo sollu qu~>Uo di Ralicilalo sod1co: l'allro c0'$1ituente, l'acelllr arnamidoff•nolo, !'l comLina col radicale 11 SO, ed in perle lltH'he coll'ne. glirul'tllliCO. Il solralo corrispondenle all'acelilperoamitlofttnoJo é privo d'ognr to.. ~icilà. Siebel &'<'>erisce che il coertkienle lossico d ..t salorene é molto mwore di quPilo tlel solnlo Gli aulor1 r1corJono cliec1 cusi in cuj ~i moslr'arono gli dft!lll analg-esici del !'elofene. Esl'li concludono clte l'azione analgeqtca oon "' man1fe,ta cbiaram~nl.e se non si raggiunl!e la dof'e di gr. 0, 15 al g1o1·no. Il suo u~o non •) ~ccornpa~moto da alcun fenomeno diSpiacevole.
G G.
RIVISTADI T~LXlCA ~ SERVIliO~1 fDI~O )IILITARE
--
Notizie aagll stabWmenti mJUtarl unltarU deU& olttt dl Budapest, del dott. CLAUDIO SPOJ\ZA, mag~iore me•lieo. Reale et! imperiale ospf'r/(1/e della yuarni!JiOtte eli Bwltt/'tqt .V. lì - L'area tot~le dl'i rabbru~ati e dei giar.lini an· uest~t ' ,h :*-,600 IIHJ. l n e""ll sOl'guno 6 gr·audi fsbhricati
pl'incipali isolati. L'ospedalt> funzrona fino •lui l 7i, cns1cché può couqi.Jerat·si '"Ome un ospedale modl>t·no a padiglioni st•par alt Di ft·onte all"ingresso pt'incipfliP, ad asl, trova~<i Il fdbbrì caln clell'ammini!ltrazioue, il qua lP, ol tre agli uffici amminic:Lralivi conl ene la sala dell~ ispeztoni e tull1 i locali nece.c:"'ari per il ~erv1zio amminislt·ativo. Dietro il fabbricato c!ell'amm ini~ lrazìonP e posto il padt~lione p~>r J,!li ufficiali nel p anlerreno t!el quale lrova~i In farmal"ia e nei due ptani sopra Lanh le camere di aromnlnti cio l a 3 lelli e la sala ,Jt lettura. Ai due lati del pa Jiglione d>'gli uflleiali, a nor,J t> n '-tifi, trovansi due grandi padis.:lium per la cura dci maiali di troppa. Il parligltone a f<ttd contiene nel soLlerranei le scuol•• d i i;;truz1one per la truppa di snnil8. oPI pinno terreno 11 r1p11rlo p~t· 1 maiali venP1'e1 e siflli li ~i. nel ('rimo piano 1 locali , ... ,. In cura delle malattie rnedicht•, nf'l ttecondo quelli per la <'li l'A dellt! rnolaltie infdh,•e. Le camere per ammalali ~ le rispelliv.~ sale contenJ{uno da 2 a 22 lelti : vi 8ono inoltre locah pt'r bagm separuli e per alcuni altri servizi acctls~o ri. Il fabbl'icalo a nord conlil•ne nei Qollerranet il cor po oli guur•d1a eri i ma~at.ztm; nel p1ano tet•t·eno il riparto pei rna-
IIVI~T\ nt TRCNLCA E SERVIZIO 'U OI CO MI LITARE
4.77
lati in r-uni11one e per gli alienatt, nel pmno ptano il riparto per le' mahttlie chir•urgiche e nel secondo tJuello per le malattie lleglt oc.·ht. Anche questo rt~bbricalo contie-ne ambienti per ~ a 2~ lolli Questi tre fabb ricali per ammalol1 non sono solamente collegali fra loro, ma anche l~On qnelh> dt•ll'ommtntslraztone, mediante corridoi coper ti. Uielro il padiglione per gli uffic1ali trovasi ti fabbricato delle macchine con la cucina ed i ha~n• per gh ufficiali e per· la truppa. Uietro il fabbricalo delle macchine ad O\esl, e l a ~ran distanza da e~so lrovasi il padi~I10ne per i cadaveri con le r elal1ve ~all' morluarie, la cappella ed i locali per 1 gabinett i di anatomia patologica e dt ballerwlogia Vt e pure un locale separato per le d.JsinCezioni. In mezzo ai giardtnt. fra questo pad1glione e quello delle macchine, .L1•ovasi una baracca riscaldabile per ammalali con 16 letti, 5 dor•mitoi in legno con sola copertura, ove dor mono a ll'aperto per i od 8 mesi dell'anno i granulosi. Ognuno di qu u~li r1covari contiene 20 lell i. V1 è inoltre una baracca Dòckttr, la gh1accta1a, ed un depo~i lo p••r il carbone. R tllcal·lamento. - Sistema di risculdamenlo locale con sture a limt>nlale da carbon coke. lllummaz1one a gas. Ve~t tila.Jione.- Ventilatori alle flna!lll·e cd a spi r.:~ loria di verse altezza nelle pareti, ravvivati dai tubi di eondullu ra delle s tufe. Acqua. - Quella del Dauubio fil trata. OritLatoi e latrine. - Sono lavati con abbondante quantità di acqua ad intermiltecte. L'oRpedale può accogliere 20 ufficiali ammalali(' 6,8J mc. per lello) e \.9 malati di lruppa (36,68 mc. per· lt>llO). Per&onale. J Oberslabsarzl di r cla!lse (colonnello). l Oberslabsarzl rh li classe (lenente colonnello). 3 Stabstirzle (maggiori). t Regimenl.sarzl (ca pitano). 2 Obertirzte (suballerni).
4i8
lltflST \ Dl T&C."ilC.\
l noa re 3 ufliciali e H8 UC1111ini nella truppa da sanità, !ii più un capitano ùir rUore ùi conli, un uftlciale contabaJe e 3 im-
piegati borghesi. Oltre i labor·atori di anatomia patologica e di batLPrioscopia, ogni riparto ha nn quo gaban .. llo particolare per le ricerche eù ossen·azionì relative ai malati che vi sono in cura . Ben nqpondente allo ~copo ,·. il ~abine1 to annec:~o al raparlo di chirurgHI per la preparazaone dPI malea•iale ac:etlico, per la sleralizzazaone degl'islrumPnli e per quanto pog~a occorrere per madicalure ed operazioni. Anche gli ultri gab111eUa ann est~i ai riporti delle mAlattie degli occhi e di me.licllla, il gabanelto da dleLlro-lerapaa non lasciano nulla a desiderar<>, ma sopraltullo ammirevole ;. quello per la cura e per la prole1-1 ùentaria. (:; un \'l•ro gabinetto da spectallsta, fornilo di tutta 1 mezzi e dt tulla ~l i apparecchi necesqari con sale dt curo per soldati, sollu fRciali, urrlciali o IOI'O rarniglu•. ì\ei malera.s~i tauto in lrueql'ospe.lalf', quanto nell'accademia Ludoci..,ia, 1nve<:e della lann ~i fa uso dei crini di caH•IIo. Ca&er ma di C<HXtlleria. Franceseo Giul't>ppe ( Aussert Ke1'Mfltrasl!e in Budapest). - ~ coslilu1ta da qua.rAnladue fab-
bricali spat·si, m comunicazione frti loro rer mezzo <li giardini. Può accog-lier·,• mille uomini coi relativi cavalli. Dormiloi. - O~ni padiglione •· !'Uddaviso in tre parli, cio;· in perle medin c in due eslremita laterali più ~;viluppale f',i i· costituito dal p1anlerreno e da un pa·imo ptano. Nella pat•le media esiste un corridoio con sette nurr;Lre. ove si aprono le porlo di quallt·o camere pe1· soltuiRcaali ln ciascuna estremità sono collocali due dorrniLoa per la truppa comunicanlt fra loa·o per m..zzo di una porta. Ogni Jormiloio pos!11ede quattro :.:randi finestre nella parel~ ma~gior•e ed una nella minore con un cubaggio di 25 mc. per lello. Il corridoio gp r ve per deposito delle aa·mi. Le laLrinP lrovansi a pianterreno, separate dal padiglione, ma comunicanti con esso per mezzo di un corridoio coperto
E S&RVIZ!O MEDICO 'fiUL\RR
Bsse !!i searicano direttamente in canali sotterranei a circo· la&ione continUA di acqua. l lavatoi "l trovano in una t.snza a pianlerrt no, la ';ui purtu ~i apr o noi corridoio. TuUo il fabbricato abbonda dì aa·ut e dr luce Scuder ie. - Le scuderi~ sono dotlici, A solo piant.erreno, con numerose lheslre a riscontro. una ogni due cavalli t> con molti aspiratori Cf"n.lrah nella volta. Il pavimE~nlo é inclinato dai due lati ver·F<o iJ rentro. ove esrsle un ca.oaleUo per raccof{her e e portar ruorr le materie tiquide. Le mangiatoi ~> c::ono metallichP e possono racilmeut.o nPlt.arsi. In ogni fl&cliglione trovan"i rlue scwlerie ~i rnili. Le dette "cuderie sono del lutto iC>olale e mollo lontane dai dormitoi della truppa. l letamai coperti sono pur(' collocali a!'lc;ai lontano dalle abitazioni. Caoalleri;.;a coperte. - Vo ne snnu quattrn ~··anrli ecl una p1ccola. Es.,,. sono fornile dr uum,•ro<>i ..c::mù tluE>slrl)ni a ri.scontro l-! di quattro flnnstroni opposti alla porta d'ingresso. racalleri;.aa scopt•rla. - E costituita da una grandi!'lc;iroa corte, aLldrno alla quale sot·gono, lontano g-h um da~h allri, i 42 diversi fabbricati. Sc11ola di nuoto. - f!: d ispo"la io un padi~lione ~e parato, o ve trovasi una grandissima vasca con ocqua che sot·ve per gli esercizi da nuoto a lulh 1 soldati VI sono inoltre padiglioni c;epa.rali por infermP>ria uomini, per infermeria cavalli, per prigioni, per cucina ecc. Selle padiglioni servono per dimora d'urllc1eli ammogliali e per celibi. In uu strande padif!lione centrale a due piani sono posti lutli gli urtlci del comanùanlo e degli uCilcioli superiori. Acqua potabili'. - E queUa d••l sollosuolo, raccolta in un grande serbaloio. Tram. - Un tram a l"istema ridotto gira intorno a lulla l~ ca~ermo a scopo d1 ser·v1zio. Gia,.ditti. - Oltre il gran<.le giar clioo degli ufficiali, fra un P&•h!!ltone e l'altro sono coltivati piccoli e nuroero~•giardmi.
RIVIS'rA DI Tf.CSICA
.\ceat/Pmirz fl!tfdare Lurlocir:ia. - Nella VIII zona rlella città di Bu lape~t, in fondo Alla trada Ulloì-ùl ed in mezzo aò un parco di piu Ili 200 mila mq. di estensione, popolato òa alberi e pulnlo di oqn1 ~Zra.n.lezza e adl.lrno di f{i81··lini e di un graz1oso la~hetlo artificiale, for malo da un canale del Danubi•J, '~orge un rabbricato monumeotale, a fer"ro di <'S'allo, chiu"o, con soUerranei, pianterreno e due piani "Opratltanli. In •tueslo fobbrical.<l risiede In 1\. Accademia mllil.8re per ;?li allievi urtlcialt unghere"t in numero d1 360. Un 1:n·ande corritiOIO con i!>paziose finestre gira nllorno ed o~n1 piano dal Jato interno e per tulla la lunghe.tza del fAbbricato. In fJUC!IIlO corr tdoto, bene aereato eù illwninalo dalla am pia corte centrale. si aprono le porte delle camet•utt•. Sotterran.el. - Nt•i ~olte rt•anei trovavi la cucina cou ann+>~!'lu di~prn«a e molteplici ma~azzini. l'tan.o ter reno. - Il pieno le'rreno accoglie i dor•miloi r~r la truppa, 111 <~cuoia cl't!quil.azione coporl.a, la palestro e la scuqJu di nuoto. Primo tlian.u. - Nel primo piano ~i trovano le saiP per le RCuole, provvisti-' di 7 ompie finestre le quali l'tcc>YOilO luco ed nr :o. dal parco, i ~alinelli di fi«ica e chimica, la hi· blloteca, lo saln da pranzo, la ~ala di scbe1•ma e di baJI,l, !a sara di ric·evimentfl, Ja sala di disegno, gli alloggi degli uflicialt e gli urtìci del comando n le. A n che questi locali ricevono lucP e·l aria do t{r&ndi finestre aperte sul parco. Sceon.do piano. - Nel secondo piano lrovan!!i i oumuroei dormitoi degli allie' i, i locali per l'infenneria e il gabiuctto ril l>alteriologia. L'ada e la luce abbondano dapperlullo, la massima nellena si M'lconlra nut pEI\imenli dl legno, neUe paretr. nei letti di ferro con reti ml>talltcbe, n~i materassi ripieni d t cri no di cavallo, ecc. Risealt/amen.lo. - Stufe locali. Ven.tila.:tone. - lì: assicurala da a$piratori e numerose finesi r e. Urin.atoi e latrine. - Predomina il sistema Water-clo«el con obbondanle 'JUaut.ilà di acqua. Parco. - Il parco Rerve non solo per iscopo di passeggto
& SRIIVIZI O MEDI CO MIU TA II R
.i-Hf
• di r icreazione . ma anche pPI' eo::er ciri milìt.ari nll'upPrto. DI retto lrovaf:i in esso una "cuoia d t nuoto, una ~1·nnde ca\'HI· leriuH l'coperla, una grunde pale«lra, una ...-uola pe1 \'Ognlori oel piccolo la~o ar tificiale ed una <.cuola pei \'elocipedi"Li. Vi 1:' pure un piccolo padiglione par 1~:~ cura tlelle ulalaUie inf..ltt\'e con unnes"o locale coperto per 1 convah•..cenll Serorate dal fuLbrtcat.o prmctpah· lro,•ansi pure nel pArco le !'cuderie con i relali,·i localt per ba~no dei ra,·olli. tn <ipe"a a nnun de,:di aJJie,i, che pagano J'iulitH'II l'elln .~ di 1200 lu-e , NHstono uncora posl• dt me1.za I'elln iu ltre (iO(} annue e posti ~raLulli. l:ol;tcll/e.;~a.. SC<tpll pr·in<'ipale ùi que~to 1"lìtuto mtlìlure è d1 educo re giovani for li P r()bu.,ti cci .~ per lnlo motivo che gli ÌU!<&L:'namenli sono aller nuli rrequenlòmOnle <'On la ~t n· na11lioa, con la scLerma, col nuoto, con IH equìtaztone e con (Juanto altro ser va a favor ire lo s'•iluppo urrnoniro dell'OI'gurmuno. E cut·a pr incipale dei Lre m edici rnilila r i odde~li nl ser vizio dell'Accudem 1a, d'invi~ilure sulla solule de;.:li allit>vi pc~an dolt e misurandoli spesso c provvedendo con oppor luntl altmenl o7ione speciRie e con altre oorm'' h:ri~niche a cot·reg~ere l@ anomalie dì s,·iluppo che si potessero in alcuni allìev1 ri~co nt ru re.
Ospedale S. Ladislao per le malattie inft!ttire - La costi \Utone dj rrueslo ospedale era s lnta decretala Il no dal ISili ma per r agioni finanzia rie non fu comple!Jlto che nel IH93 , ttecondo il dt..,e;.: no dell'archilello Giu..e ppe Kauset·. L'o!lpeda le ,•. posto nel s uburbio 1lella cil~ nella contrada illlò. e compru111le 16 fabbricati separati ed • (!()Stato li39 mila fioritii. DI rronlP all'ingresso lrova!'li il grande fabbr ica lo per l'arnmi nislrazione, a due ptani. Altr aversantlo par te del giardi no si J!iun~r ud un corridoio di legno coperto i n direzione del centro del r11bbricalo tlì a rnminislrazione, che percorre un lungo spazio in linea. r eLtn ed a destra e sinistra di esso si aprono gli ingressi di 8 padiglioni. :H
RIVJSTA 01
T&C~C.\
l patligliolll hanno il solo pianterreno, elevato al'1uauto dal suolo e perciò dal cori'ìdoio si accedo Ad essi ascendendo meutre direttamente dai giardini s i pul) discendere nei sotterranei d1 ciascun padiglione, ove si tro vano le camere per il riscaldamento dell'aria Ttpo del padlylìone. - Ogni pad1glione ba, in com::;poudenza all'ingresso, uua terrazza coperta, e provvista di numero~e fìn~tre, pet· convalesceuli; qumdi :-i t>nlra in unu pl'ima sala di malati di 16 letti, con finestr-e a riscontro in modo che corrisponda una flneslt•a ad ogni due letli. Atlraver•sala la sala principale, s i giunge in un cor·ridoio ove si apt·ono lo porle di piccole stanze per infermit:ri, per bagni, per vestiario e per latrine (Water closet). Netla parte posteriore lrovansi allre Quatlro camere per maiali di cui due grandi con i letti, una p1ccola con t !ello ed infine una :<~afa per convafescenli. Alfa estremità po!'lerior e tr-o vasi una terrazza scoper to. Riscaldamento. - Ad aria r iscaldata nei sollérrHner. Jn ciascuna sala lrovans i numerosi e grandi vPultlatorr centrali nelht parte mediana del ~ofrì llo, cbe si aprono con adatti spor·telli d1 basso in alto e dall'inter no all'esterno in modo che si può r egolare a piacere la ventilazione del sopratletlo. Num~wosi a~pil'alori s i aprono iu alto e io basso alle due pareti corte della sala. Grandi stufe Mno collocate nelle camere e nelle sale cJei malati e servono per introdurre io esse ariS purrssimo, aspirala da piccola Lorr·c annessa a ciascun padiglione o risral· dala nei sotterranei. Alla dis lanza cii parecchi metri da ciascun padiglione sorge upa piccola lotTo per· la presa dall'aria pura. Intor no alla parte superiore della torre coperta sono disposte numerosissime aper ture, munite di rete m etallica in modo che l'aria allratta da un appar·ecchio venlilalore (mosso dal vapore) che funziona alla base della Lorre, disceude nel sotterraneo ove è filtrata e medianl~ g rande canale sottet•raoeo è condotta nelle camer e di riscaldamento a vapore, esistenti nei sollerranei di ciascun paèigliooe. Cucina. - È posta in padiglione del lutto separato da
E <;KR VIZIO \IKOICO \lll,ITAR&
~uelli dl?i ma1fll1
ed ha grand1 e :;pazioSl locali non c:olo pE'r .,reparare i veri alimenti , ma anche pPr di«tr ibuidi, pP.r n "ller+l i rccìpieuti r~lntivi, l"'r magazzini ed altro. Trasporto dPflli alimenti. - Gli alimenti giun~ono ai ma· tali entro recipienti di rame coperti, n doppia ptt rete, ove l'i v~>rsa l'ac'lun bollente, che li con!'\erva caldi. Larander:a a cnt.ore - È po-.ta in n'l ~ ro n de pa li!!lione ad un piano, provvisto tli elevala torre. Ne l pianterreno funzionano i niJli apparecchi sim1h a quelli del si<~LE'ma l.ehmnnn mentre n~>l p1ann c:uperiore lrova~i i'asdn,:raloio a vapore, <)ve in IO minuti la bianche1·ia d1v1ene .del tutto asciutta. Disinft::;irmi. - Le di..iurczio11i si eseguiscono in un edificio Mparal••, prov,•i«lo di ~trnndl -.aie, <lt>lle rrua li l'una ('Ome di con<>ueto, c:er,•e per la biancheria ~udi('ia e l'altra per la dì..infellata C~enzu akuna comunicazinne fra loro. La stufa '~lf'r1hzwtr1ce é regolarmente po~ta m•lla parete Jlvisoria delle du~ '"81<' c spOI'~fl melé re•· porte. Sala mfJrturrr w. - Anche pl•r que~>ta esi~te un rabbriC8to ft pa 1·te con grand1 amlHenti provvi<~ll ,Ji oumero"'i tavoli di marmo per aulopc;u• erli quanto pos~a occorrere per ricerche anatomo-potologiche e hatler•o~cop1che. Fabbricalo dell'nmmin.iRtra:;ione.- ConLit•ne ambienti per tullo ciò che pos<~a occorr ere pt!r mngazzm1, urflc1, <>aiE' di r icevimento degli omtMlati, ecc ~ella par te c.le'llra di detto rahbricuto, nel piano ~uperiore trovasi l'alloggio dolle !'IIIOI'G e nell'n1rer iore (a rRJ'macia. Conelu."fioni. - L'ospedale puo accoglier e 208 malati negli <>llo padiglioni relol!vi, ha un'area co11sider evole, coltivala a giardin•, in mezzo ai quali sorgtono 1 numerosi rabbi'IC8li. Insomma t! un O'~pedale modello costrutto '~econdo i prin-cipi dell'igiene moderna .
BlnST\ Ul
llt:\11 \
11 •ervtz.lo •auttarto nelle openzlont contro B a• Mang ..olà. Rtlazil)nf pr1;rolol11 11 .S. B. it Got•trnolur• ma IIJiOr gtntrall IJaral"" • tomantl•Jntt il curpo '" optra:um~, d•li llnmlt mtdiC() llon etti•I"U"r Eliseo lltC<lriQJIO d4lla d•u:11111t dtl ltrci:lo 111111l•1rlu
n cozpo di opero.zionc, che, riun1to Il ~5 dicembre in Adi-l'~,.,.,, !eco il 28 la dimostrazione su Adua o cbu dipoi, nei ffiOrul Hl e 14 gennaio hn comùa.ttuto a Coatit coutro l'esercito di Rna Mangnsoin, era forte di ci rca 3800 mlliturl Indigeni con 1:! ~ttrnclunti e soldati di truppa bianchi e 65 urtlcinli italiani. Formato u trl' battaglioni 12', !J• e 4 '• ciascun di questi aveça al suo SP.f."Uito il proprio ufficiale me<Jico tenenti Coppola Nicola, llouetti Elf,"'O• \ irdia Tomm.'II!O), lnaieme al ri&p41ttivo caporal maggiore alut:tnte d! sanità 1Nottl\rl .\rnoldo, Guerrini Pietro, Yolpi Antonio' A dispo· sizione, i11oltre, dello scrivente, che ori\ Rtnto incaricato della dire· ztone del servizio sanitario e de l comando tlella sezione, oran stati assegnati nove necarl, scelti fra quelli che meglio compremlc,·nno In lingua italiann c che nve\'allO qualche pratica del sr-rvlzio speciale cui veni\'&no addotti. Cio per quantA> riguarda il personale Mnitario. Quanto al materiale, ogni ufficiale medko di battagHonc-, oltre l~> borse di sanità regolamentari, avea, come di consueto, portato atwu. nella proporzlonn do! meZt.i di trasporto !Il cui al momento ùelltc parten2a egli pottwn disporre, quella quantitii di medicinnll e di n~ gctti di medicazione cht> In sua es~rfenza ,:rli faceYa ritenerr- ma.rgiormente nt>ceasari. Ma, più che su &ltro, in caso di combottimento, ciascuno faoovn assegnamento sul materiale della l f : cui<' di 8aflità leggftra per le truppe d' ~...frica, che venne condotti~ nl seguito della oolonfl!l operante. Detta. sezione, appositamente allestita dal capit-ano medico Orelìce cnv. Maurizio, è coetltuita da tre casso, dl\lle quali la 1• à destinal:l pe? jrli o~ttl di medicazione, per gli apparecchi e per gli strumenti chlrur.ricl; la 2• pe:r gli oggetti di cucina e la a• pt>r quei medicinali che ai rendono specialmente utili nelle primi' cure dei feriti. A complemeuto di queste tre c111Ì8U vanno unitj lre rolli formati da 9 burelle pieghevoli (mo<lello Guida) e quottro ~~acchi
! ..,zRvtZIO lliWICO _liiUT.\RB
~s:;
4e1 complessivo peso di kg. SO.lX>O, d1 cui il p rimo contiene 20 coperte di barella, Il secondo l~ Unge ria per due ufficiali e 11 teno e Il quano d~ll'al tro materiale In fl&nere da medicazione. Non credendo indispensablli p-11 os:gatti di cucina e la. lin ~reria per gli ufllclnll c nell'idea. di poter sostituire le barello con l mezz i di traaporto forn iti dal paese, la sezione sanità oon fu portata a l ae~to completa. Al presidio di ballo in Adl-t'gri furono lasciati la cassa :\. 11 l'<l Il sacco ~. 2; e delle 9 barelle tro soltanto si stimarono neci!s;~ario per supplire a quegli urgenti hlsosrni cb e potevano scender Improvvisi ed al quali, per essere In mni'Cia o lontani dai l uoghi nhltntl, sarebbe stato dinlcite il provvedere altrimenti, con quolln pl'estezza che le clreoRtanze esigevano.•
.
• • Du.rante Il tMnpo lo cui il corpo di operazione fu iu camp6glla, non s i veri6cnrono trO{lpO trequ entl le malattie di seria lmportatua, Parecch i erano gli individui cbt• al mattino si presentavano alla visi ta medica, ma In maggior p:lJ'te andavano affetti, o ai pieni o all11 gambe, da pinll'he o da alU'C lesioni eeterne oonsimlli, le quali, se rlchledPvnno qualche cura non Impedivano, in vin Ol'tlinaria, ai pazienti di prPstaro egualmente 110rvwo Fra le mnlntt1e d'altr.L naturo predominarono qu eJl~ dipendenti da influen:te reumatiche c predomJnnr.lno in modo speciale negli ascari muaulmnnl siccome quelli chl' ùl solito son nati e orescluti In regioni più c:1lde di quello dell'altipiano. E f1·11. 12'11 nsC'.nri musulmani se ne mostrarono pli1 pre,lhlposti quelli che facevano pa rto dei presidi stanzinti aUa costa, inqunntoohò essi nl dlvel'tiQ e pru freddo ambiento non avevano potuto a.oquist.are neppure una leggiem e temporanee acclimataziouo. Tali ma lattie da cause perfrlgcranU si ma.nifest.a rono ora. sotto forma di affezioni più o meno jlrnvi a lle vie resplmtorie, ora sotto formo. di reumu.tismi, ora come o ffe~ioni dell'in teatloo. FT& queste ulti me venne notata plù di ogni altra frequente UM forma spuria e leggiera d1 catarro dissent.erleo, che con UDB. o piu dosi di olio ~~ r icino finiva generalmente collo scomparire, aenu bl6()ftno cbe l'infermo ricorresse ad ullerlori cu re. Pt!rclò, quoodo si ponga. considerazione alla non bre,·o durata m
lliVISTA DI n:C:\ICA
cui U corpo di operazione stette In campagna; quando si rlftetta alle lunghe e celeri mareie che e&liO ha dovuto comp•·~re e quando al consideri che, collo sbUanclo dJ temperatura esistenti in questi paesi tra il A"lor no e la notte, le truppe han sempre bivaccaw, $ mestieri concludere che l danni nello stato di salute degli ~ari furono luslgniftcanli e ohe mii•orl, forse, non si sarebbe potuto aspettare
.
• •
n corJlO di operazione cbc il giorno 12 ave,·u perno~tato a CooUt, nij} ma~tlno del 13 mosse per tempo all'attacco del nemico che ai vedeYa accampato u pochi chilometri di distanza. A differenza di tutti gli altri mulettl che portavano le sal m• rie dei reparti, i quuttro della sezione si sanità non rimasero in Cuutlt, ma si accompagnarono alla colonna attaccante. Questo di farli seguire ru p:ludicato il mi~tlior consijl'lio, ~rchè, se Il nemico o non accettava tosto il combattimento o cnmbia'l'l\ posizione o prendeva la vla della ruga, il luogo dell'azione Ri sarebbe alquanto spostato e non ai anebb<oro &lUti vicini Q.Uf.'~li oggetti di mrdicazione che per l'O<X'orrenza cm bene tonor sotto mano. Nella breve marcia d'attacco la sezione di sanità camminò rra Il EtTOsso e la riserva e, nnu appena ru iniziato l'attacco, essa stabill la sun sede immediatamente dietro il poggio soolto dal Governatore colllllndftnte in capo il corpo d'operozlone !l donde si dt>mJnan e si o:oservn\IL tutto il campo d'adone. Un posto meno annzato, in riguardo al sistema di comtmttere che sogliono usare !fil Abi8llini, parve inopportuno, taulo più che quello scelto ai r.!e<:omanda\•a per i se!l'uenti motivi: era In poo;izione ce.ntl"81e, si trovnvn abbastanza a riparo dallo fucileria nemica, si giudicava il più sicuro, stavn in prossimità della truppa ed em. tosto reperibile pPr chi dove~a ad esso ricorrere. "Xon fu preventivtu:nente data alcuna dispOsizione circa. il trnsporoo dei feriti dalle file combattenti alla sezione di s:~.nità. Urn ai sapeva come i feriti legg:fcrl, che non si s··noono in grado d• rimaner più a lungo al loro posto, al dirigano Rpontanonrnente n1 luo$t'O di cura, ed er- del pari noto cume. per quelli JliÙ g ravi, .quando pur la cosa sia r>treuuabile e nulla osti dn parte del coman-
F. ~ II: Rr!ZIO \I EOICO >I IU T \ RI
dante di compa!roia, provvedano con aollecitudlne e nrl miglior modo, che s ta loro a portata, gli amici c.:ommllltoni. Per tal g ul"u, Un dal principio del combattimento, l rorl ti o u piedi o montati sul muletti del graduati o trasportati a braccln a1ftu irono in discreto numero alla seziono di sanità, dove ru pratlcnta la medicazione occlusi va provvisoria con quel materiale che. all'atto di partire per l'attacoo, s'eM messo ìn disparte, nello acopo di non eSier COlltrettl a togliere il carico dai mulettl anrhe p ·r bl&op:ni di liOVU '(TIOIDillltO. ro&\ 1 tenondO i quadrupedi pormanentemr n te carlchl, nel caso di cnmbiamento di poRizione ora snmprtl poll&ibile di porRi In movimento senza frapporre indu11l di sortn. !llouostanto taio prrcnu.zione, quandn Il Comaudo, per la minaccia di iUZ'giramento del nemico snl fianco sln1slro, spostò le forze di de etra e, lasclando l'alturtL su cui sL·n-:t, ai rlirt'sse all'indietro '1'61'110 Coatlt, la sezione di sanità, <X'Cupata uol metter tutti l feriti iu condizioni di nllont:UJarsi tosto dal sito, ritardo di apponn tre o quattro minuti la sun partenzn. Questo IJrf'visshno e inovllnbile ritardo ebbe per conarguenza che, fu.tti pochi possi sulla via che a vevano intenzionP di seguire, tanto io quanto i due altri collep-hl, cht> s'erano iu pl'l'<:edcoza a me uniti, t'i trovammo nell'ImpossibilitA di piit oltre procedere nl'lla direziouo prefissa, aventlo dei forti ln'Uppi di nemici sul dM·anti, c• d&..:ll altri Jm!ppi, piil chtl prosBiml, sul IMo destro od anche alle 11paiiP. Fu in quel momento cùe ll muletto cho portsv;\ le cassetto N. l o N. S cnddo colpito dal piombo nemico c che un secondo rnuletw rerH.o uoo ll'rnvemente si diede alla fuga sbarazzando~f d~.>l colli di cui andava carico. 1 r imanen\i due muletti, abbandonando il sentiero e marc iandl) al nostro seltllito in din>zione trasve:rs:1, su e Jrlil p8l' le altu re, poteremo con difficoltà metter11i in salvo a raggiungere, i nt~lemo a noi, Il villaggio di Coatit. l'er posto di mndlrozione a Coatit venne alloro prescelta unn tettoia deLla casa di Grasmncc' Sin~!, <'llpo del paese, destinando, In pari tempo, la rasa stessa come lno~to di ricovero pel l'erltl, nella cousiderazionP che, 10 non per la polizia, che dovunque In Abisaluia lascia molto tL desiderare, certo per l'ampit!Ua e moltiplicrta dei locali essa meglio di o;."llaltra si prestava a tal specie di bi&Of!'llo.
~88
RIVIST\ Dl H:C~II;A
... . l forlll, cui nei giorni 13, 14 e l~ si prestò curJ, furono in tt)· tale 212, quasi tutti colpiti d'anna da fuoco. D'arma bianca se ne ebbero due o tl'e soltnn~ 1.1 fra essi va çompreso il tenente Soliani RaschJni sig. Vittorio, n quale prescntava alla spalla destra una lesione estesa dai 6 agli 8 centimetri e cosl profonda d·\ lntoreasnre in legger grado nncbe l'osso sotlostnn!A>. Dei 212 feriti 8 eran stati colpiti alla W.Sta, 6 al collo, 45 al tronco, tjà allf' estremftì!. superiori e 00 nlle Interiori. l frutturau, piil o meno gra,•i, ascendevano a 51, 28 del quali andavauo affetti da lesioni osseo alle etltremità inferiori. Tenendo calcolo delle lesioni in sè stt>SSe, i fratturali più importanti erano i IO del femore; ma in riiTU8rdo al cattivo &spetto delle ferite, alla notevole scomposulone del Crnmmenti ed allo sta~ gt·neralo dei pazientJ, di (n'aVCzz;l sopra g-11 altri maggioro si presentan.no coloro che, racco lti sul compu cii battaglia la mattina òell5, erano stati per rlue l):iorni prhi1li mt'dicazionc e, per colmo di sventura, si tro,arono uolla doloro11a nocossità di tlovor lottare ancora r,er re .. h;tenza, facendo tutti gli afoni possibili per 11ottrarsi alle fiamme, a cui, per larghi tratti, erano In preda le folto ed altt> erbe del luogo dove s'ora combattuto nello prime oro del giorno l~. Tra l f••riti della testa era notevole un fratturato del mascellare inferiore o fra quelli del collo uno a cui il proiettile aveva trathrato la tr..cbea. Per quest'ultimo basw praticare, medjanu- sutura, l'occlusione del fori di ontml:L e dì uscita, percbè i gravi sintomi dispnoici dapprima ml~tlioms~oro l' poi nel due giorni successivi, flolsse.ro collo scomparire, tanto cbr l'Infermo potè compiere il viaggio d' \smara a ravnllo di muletto Sui 4r, milit.vi che 'ftn~nero medic:ltl per li'rit~ al tronco, Hl avevano dello lesioni suporftciall, mentre nel rimanenti 26 ai riscootravano delle ferite penetranti in caYità. Durante i primi trt1 R"iorni Si veriflcnrono 2 decessi por ferite penetranti nl torace e •J pOr feritO penetranti all'addome. Fra gli ultimi stan compresi i tenenti Sanguinati Glo. Battista e Scalf:~rotto Giovanni, dei quali il primo pre11entava Il foramo dl entrata del proiettile nella. regione lpo~tri~ destra e nel secondo si rilevava lo stesso forame di entrata sulla
E SEIIVIZIO 'f Eili CO llli.IT\1\E
Jme. mammella rt> della regionr tomeic:l destra) o. quattro dita traaversa sotto il C.'l pezzo lo. La morte del Banguineti M venM per lesione doli' inteatino, leliODe che, o.ncbo priJlla del mpido insorgere di'i sintomi caratterlatlcl, al riteneva probabile lo rl~ruardo al tragllto del 'Proiettile che anva il s uo foro di u11eita in corrispondenza della regione lllo.cll deftrn. Allo Son.lfarotto !n pra tlent:l. l'estrazione del proiettile posteriorme nte nella regione lombare destra, cosle<lhè la morto deve ener stata causata 1la una loslon" più o m~no este~a del fegato
... l>opo lo. medicazione occlusiva degli indlvlclul che, como sl è dsau:&i detto, richlesrro soccorso sul campo di Latt.'lglia, la prima me<llrntura al subliluato e JOdoformio, fatto da mc e dagli altri collegW riuniti nello stesso local<", veune eseg11ltn su tutti l feriti con quel~a mng~tior diligenza che le circostnnzt• dì luoltò e di tempo pennotteva no. àl algrndo la pertllta tlella parte migliore dollt4 llOzlooe, U mat,•riale snnitario tu nel primo giorno e auche nei suocetiiJiV"I sempre sufficiente, l'S!;lendo l rifom1menti arrivati sempre a tempo, pwltualmente e in larlt1J. misura. Perchè, caduto nelle mani del nemico, reee solt,'lnto diftltto il materiale per ~rti apparecchi contontivi di lmroobll izzazione e i l sostitulrlo al ln meglio con l mezzi ll per Il Improvvisati costò qualche fotlca Il oon lieve dlepeudlo di tempo. DI operazioni di gn1ve momrnto non ne ru prntir:ua alcuna.. Es1lltevn qualthe dubbio circa la possibilità e l'utilità di tentai'\' la laparot,omia. sopra Il tt>nente 8angt1iueti, mn ben presto sopraggiunsero tali fenomeni di depressione e di sbocll che> fecero, lo su l J•ro poaito, desi11tere da qualunque idcn, nella cer tezza che prh.na di potAlt condur re a termine in queJI(I sfavorevolissime condizioni un atto operatorio di si alta e delicatissima importanza, si avrebbP ''it:to IOCCO tnbere l'lufermo. Negli ascari, sia porchè i singoli c.'lsi realmente non lo oaige.-ano, s ia pcl'Cbè, dopo l'esperienza avut.a sui Ceri ti di Agordat e Cassala, è lecito In questi pnesl as[l('ttarsì dallo. CUrtl conservntiva degli esiti piu ravorevoU che altrove, pur di11ponendo dì mogttiorl mezzi e di mrtggiori como di por attuare nn'accurata a ntìsepsl, sa-
RI\'JST \
Ili T P.f.~ l CA
rebbero, credo, lnaperatl, anche neUo tratture più compllcntP, non venne proposta l~ demolizione del membro, limitando il no11tro urftcio all'BSportazlone delle scheggia osseo o ad una disinrezlono, per ta.nto più scrupolosa, por quanto più g rave appariva la lesioM. In oontronto degli altri due combattlmeoU testè ricordnU, io questo di Coatlt non s'ebùe a. Jlraticnre che ).JOChisslme cKtroztonj ùi proiettili. Le ferite, complie.'ltc o meno a frattura, si ptel.'l"ntanno quasi tutU! a canale completo e sol rarissime erano quelle a fondo cieco. Clu che mi fa deduM'O come Il munl%ionam~>nto d••i soldati di Ras ~langnsclà rosse per qualità superiore a quello dei dervisci. ~on m1 venM fatto di beo osservaff' gli effetti della ù;•liwht~ t•è di rilevare le differenze tra quelli prodotti da essa e quelli cawiati da cartuL'ce a polvere nero l'er trarre al rlguarùo delle conclusioni e del criteri di qualche \AION, bisognerebbe ll'er prostato cura a non pochi feriti dell'esercito nemico od averne, almeno, potuto esaminare l morti. I o quella vece al posto di ml'dlcnzione J reriti nemici ricorsero in numero nssai scorso e quanto nl morti non ne potei O\tlr visione, }.lCtchè durante le notti del 13 P H la pietà degli abislllnl, cui tanto sta a cuore di non lasclnr l cadanlri del propri cari in pasto alle iene e agli avoltoi, avea dato a tutti piu o meno conv••nlento sepolturn. E u proposi tu della pietà dei guerrieri abissini, è degno di me nzione il t'atto che a ne!<suno dei nostri reriti, cui toccò lo. trist.~ sorte di rimanero per uno o due giorni sul campo di battnf(lia lo potere del nemico, vennero usate stiVizio. l nemici sl mo!l1rarouo, anzi, generosamente bent'voli e di qualche po' di cibo e dJ bcvaudtl te~ro talvolta f(tazia non solo ni loro connazionali, ma nuche a•l alcuni sudnnesl, che dagli abisilini I.Klr odio di razza o dt religione stao da tempo divisi. Tale contegno, che egualmente unumltarlo potremmo, ,,tl'ntto pr<ttfco, augurarcelo In una guerra ti' Europa, non è uso costantemente seguito dnllo orde abissine, come ce ne ammoni,cono i tristi episodi di Dogall. Questa volta Ras Mangascià avevn In nnt•'cedenza dato l'ordine di astenersi da qualunque maltrattamento, perchè la battaglia, per combinazione, accadeva nel sacro giurno di domenica e {l('tehè i' oramai cominciata a farai strada In persuo.t<ione che no1 Italiani, nemici e debellatori dei Dervisci, siamo
E l>RR \"lZJO \flUII CO liiLtT \RE
\91
4!011 le genti d'oltre Mareb realmente confnteJii nella rOillflone di Cristo; pel'lluaslone che ai tem pi di DognU l'Alula non &TO\'O e che tbree anche adesso, trovandosi nell'occasione, cercherebbe di non avere.
.....
Lo sgombero del f~tritì da Coatlt Ri cominciò la mattina del 15, DOn appena U corpo di operazione mos11,. per Inseguire l uomici cbe nella notte av~n hwate le tende ed eran fu:rglti 'erso Sennfè. Esso ' enne per Intero effettualo colla lDGBslma sollet:ltudlno, como d'altronde lo imponevano molte ra~tioni d'ordine tecnico e militare. Grnzic allo special~ interessamento l'd oJ valido aiuto della s• compaJrnia. di milizi!L mobile al coma111lo del capitano dal genio Cent.Oni cav. .Bro<'sto, lasciata in Coatlt per l'unico scopo di pronPd9l'e a u n tale sgombro, al potè subito, ;11l'auo della p:trtenza degli Bl<Car i, raocogliere un buon uumpro di mulcttl c fu di poi possibile requiaire nei villaggi circostanti parecchi angarib {letti indig11DI) o far costruire delle barelle ~ul sistema Indigeno. Por tal modo, come ho cr ora acconmltO, Ilo dal giorno 15 furono messi in vla~lfiO tutti quei feriti che, non 'l'l'endo speciall controindicazioni, si senti'l'ano In grado di trat~ferirai ad Adi-\ gra a cavallo di muJetto, m1111dando in Loro llllCOmpagnnmento per i piccoli bisogni che potean per via luceedere un enpornl maggioro di s:mità (trovandosi ambedue i colleghi all'inseguimento con le trupp;.•) ed afrldando il comando della carovana al tononto ~oliani Rascbini, che, per lo sua non j!'rave t'erf tà, sl trova.vn in caso di c.llrigero e sorvegliare la marcia. A Cbenafenà., dovt• p-funsero la sera dello ste!IBO giorno, l r,1rltl troTarono il capit.:ln-> medico Sciavo clott.Or Lul~tì, che dnl preaidio di Adi-Ugri era stnto o1mandato di 'enir toro incontro. La seconda carovana, che lascio (;O:\tat allo l O del g:lorno lG, era coetituita dai rlmanenli 44 feriti, che o cngione della natura, gra-vità e sode delle lesioni, esigevano tutti il trasporto a braccia. A quelli clte andavano affetti da lesioni di m(l.j:!'gior import.nnza furono a,.sep:natl gli ang;).ròb, mentre gli altri, che pur essendo gravi, richiedevano al paral!'one minori riftuarùi, si trasportarono sulle barelle indigene. Queste, nella loro semplice costru.c1one, sono formate da due lunghe ston~be lougitudinali riunito trasversalmente a bro\•linter-
RIVJST.\ 01 1 J;CNI CA
v:llll da ba.srooi della lunghezz:a d i un cubito. Quando gli infermi vengano ~;u di esse ben aesìcurati con legacci non el pre11tano troppo male al trasporti, e beneM, trovandosi nel caso fortunato di poter scej:rllere, al debba in via ordinari~ accordar ~tempro h preferenza o.gli angnrèb, pur tuttavia nelle barelle in parola Mn bisogna dil!conoscero il vantnggio Ili esigere una minor quantità di portatori e di tro\·ar, grazl11 alla loro poca larfrhezza, fnclle Jl'\SB:ij!'glo per l ristrelli Sl'ntleri che ru. d'UOpO qui percorrere. Sono, poi, do,·unque, tla tutti e prostamente rattibìlì.
... La marcio. di questa seconda. curovau11 procedette piuttosto lentamente, a caj:t'ione dello eçart~o numero di portatori che mancavano di ricambio e a cagione dei r•guarlli dovuti (1gli infermi che· )>er la mll.jrglor pnrle erano fr-ati urati o oon loRioni intt'rne. ,U Adis-Adi, distanto un ora di camnuno da Chenafllna, non si ~·unse che verso il tmmomo e quindi si ùecisl'l di peruotto.rvi. Nei mnt· tino del 1;, approfittando dPlla hlll<) in pieno. ei mettemmo in T • ns6ai per tempo ed In quel giorno, per il concorRo di nuovi portatori, la carovana potè marciare più spotllta, arrivando ad AdiU~i verso le ore ](). Durante il viagg-io di circa 60 chilometri, da Contlt ad Adi- Ugrl, non tli ebbe alcun deces~o nil si verificò alcun serio ineonYenienta. Le duo ctlrovane feriti percorsero un terreno privo di stmcle (M~ con t~l nome ci rifl'riamo a quelle che oos~ chinmansi in Italia. permanentemente montuoso, cbe presentava dei pnllsagjtl ora mnlnge,·oli per la loro ripidità e ristretteua, oro intrlcati dalla ,-e;rt!-tazione, ora Rolo tlpf>ena adotti per Individui che potassero marclnre isolati. Gli infermi ciu no.no11tnnte non muove\lano lamenti l'l non mostravnno neanche di provar sofferenze. Mo. un altfntto relati'\lo benes11Are, più che alla boot 1 in sè stessa del meni di trasporto, piil ohe alla de»tre%%3 ed abilità dtll portatori, plil l~he nlle attenzioni di chi Il nccompngnava, rltenp:o indubbiamente si dova attribuire alla tolleranza ed lusenslbflltà speciale, di cui In ~renere godono gli iudigeni di queste regioni.
E S~R \'IZI O li &Dl CO lW.JTA.RE
.~!) 3
Dal presidio di Alll-Ugri, dopo uno o duo giorni, di riposo e dopo una diligente e, in proporzione del maggiori mezrd, nneho più approprlnta medicatura, fatta In unione dei colleghi capitano Sciavo e tenente Gimelli, i feriti sgombr arono nel giorni 18, 19 e 20 al luogo di lol' stabile cura i:n Asmara. Quivi se non erro, giunsero In numero di soli 154, essendosi accordnto il penneaso ad Bleuni ascari affetti da leaioni lnsignllleanti l.lll'imanere alle loro compaJtnie e non avendo potuto esimersi dal non aderire alle insistenti domando di pnreechi fnmigliari dei grogad delle bande assoldate, l quali vivamente desiderarono di tener vicini e presso di loro in cura i propri congiunti, Invece di fìl.rll entrare alla nosttà lontana infermeria, dove, a cagione della djstauza, ben di rado avrebbero potutA> visitarU e dividere, in certo qual modo, seco loro le pene del tnnle.
RIVISTA D'IGIENE Wuova 1tufa. per dlldnfezlone a olroola.zlone d 1nna. oorreDte dl vapore 1otto preSilone, dei dollort VAll..I ,ARD e BessoN. - (Reuue scienlifi'Jtte. N. 8, 1891).
•
Il dottor Vadlar d professore a lla Scuolu del Val-de·Gràce, eù il dollor Besson addeLlo al lnboealorio ùi bolleriologìa della scuola rnedesìllla, parlando dal cancello che la circolazione dj una corrente di vapot•e soUo pr·pssìoue e il piu sicuro ui Lulli i mezzi di disin fezione. ~i sono proposli di trovare la rorrna. più semplice per cost•·urt·e una sl ufa ba sandosi appunlo sul principio sovr aenunciato.
i!H
1\1\ 1ST\
Es!>i riP!'cirono tr<r"~iamente nt•l loro intento colla -.tura di cui ora ci occupiamo, la ttuult• h 'l i ..eguenh pre~i: maneggio c;emphci~"i mo , erticacia carla, funzionamento l'fu&-:i antomatiro che esd udc I"JU&Isiasi r rrore e pericolo, prexzo mitissimo. t :apparecchio si compone d i ùuC' parti ùil:llinle o !>epat•abili · a) il fo,.ne lo in lamiera contornalo •la terra rerraltaraa, che forma uno zoccolo su cui pMa la c:;lufa; b) la !lil~/a prr,prmmente deLta in lamiera dì accaaao gnl· vanizzalo, che comprendo nollo !'!le'3so corpo il g~nerulore di vapore e la camera di di--anfezaone. L'apparecchio cho ora de..crivìamo hl! nel suo in .. ieme la forma verticaiP, mA può 8""'rre da forma e damenc:;ume aversa, e c;econclo la sua dec;lmozaone può esser e fls~o n locomobile. Non polenclo riprodurre c;u questo giornale le fi~ure alluslrnli,·e, inve('o di una descrizione tlellAgliata, ci limileremo a dare un'idea .-tehematica da quco;ta slufa la quale ~ d'una grande scmplarilà. La camera dt d•,..infezione (cihndro tulerno è contenuta nel prolungamento vertrcale (cilindro esterno) della callltua sollostanle; il lutto P. ermetirarnenle clli u<~o da un copercluo. Il vapore che si produce sale nell'interstizio fra l due CI lindri, r~ggiun ;.co l ~ ~amera di dillinfezione pPr lo sun parte superiore per forata da molti buchJ che danno acee<~~o al vapor·e, il 'JUAlo di,.cende altrnver~ondo la ca mera ed u~cen done per la parte inferior e medJnnte un lubo che meLle capo all'esterno ad un rubinetto mgegnoso che ba una pnrlP P~ !.lenziale nell'N·onomJa ddl'appar·ecchio, poiché funziona anche aulomalicamenLe mantenendo coRlaoli al grado voluto lA pressione e la tempe1·alur a del vapor e. Le <!Qr•aUera .. tirhe principali da questo apparecchio <~ono le toe~cuenti :
Jo La Jo,.ma <iella caldaia ,.cali.na le condi rioni pm fa· ro ,.eooli n.lla M(lidiiri della messn in fu n•ione: la <~uperflcie di riscaldamento è molLo gr ande e lo sLraLo d'acqua da riscaldare é r elalivamonle di poco spessore.
n'!GJENI
2<> La eamera di di.'rinfezione , contPnuta nel !Jf.neratore dPI r:apore. e SI tror:a eirf'()nr/nta m tutta la ltlta e.~tt'n fiont> dal oaJwre prodoztosi. - Il ri,.;r:alùamenlo della ctlido•a eleva la tempPI·nlura ùella camet·a di tliHinfezione, o quindi anche quella degli O~l{elli m es~a conten uti. CoEi pure quan,lo il Yapore ra~~iunge gli og~etl1 da ch .. inf, ttare "i lrO\'& ~:ili a una lemperatur& che imped1~ce la «ua condeu'<azione, o ahntwo la ridu<'C ol rnin~o. Si evita cosi <li ba;!niU'e ~la O,:tEtelli e il loro pr·o~ciugnrnenlo divtene mollo ra pido e quas1 inutile. 3• Il oapore ~ introdotto n.ella camera eli dr!lin.(ezioue •lall'afio e 11orte in. basso. - Qua... to modo di c1rrolnztone è il t•tù fa,·o,·evole per la racile e"'pul«ione dell'aria mlerpO!Ila attor no gli ogzulti e nelle ma!:hf' de• te«suti, e ..., prt! 1.8 anche meglio alln penelrazione <lei vapore negli oggelli tla purificare, e quindi all'unif•>rmilà della tempt>ralura nei eliver si punli dPIIa l'tura. 4• Il tYH~cctJIItl;rno speciale cho !Ila all'estremo del tubo di Uf'Ctla del vapori} permette : a) di utìl1:uare la stufa per la tl1sin_fe~io11e ~on una c.orrente di rapor~ a pressione nnrmfllt: b) d1 rmmre a rolonui la prusione alla cirl'Oltuione del c:apore; c) di elerare ttuesta pressione jlno atl un. limite ehe è impossibile d i .~upera.re, o cii r egolarla per gradi infer iori. 54) A llorché la Btnja e messa in p ressione e la ralrola e <li~posta per la eartea massima la p rensione si regula mra r1abilmen.le, atttom11ticamen.ce, per la iemperatu ra da tt<Jo- 112". - L'appRreccbiu non n~>ce~<~ita allora d'allr11 sorveglianza che cruell11 necessarie pel mantenimento del rocolaio. La manovra ò si semplicE' elle pu1~ essere affidala anche a pe1·soÙe inesu~rle n el maneggio delle macchme ogm JW· r icolo A prevenuto dallo valvola di c;icu rezza e dalla rPsislenza deJJ'apparo•echio che può toll .. rore una pre<~:,IOnu a lmeno uguah• u 1 k1l. 500 per cenlunetro qnadrato. 6• Il oaporc è ttempr e in Clf'COla.:tOM durante tutta la {i.itJ in.fe.:ione. - Lu chiusura ùell'or•flcio per mezzo della
49G
IUVJSTA
''alvola non è infolli lalm,.nle e•·melicR da non dare alcuna usc1la al vapor•e : que~lo eseu 11empre, debolmente in principio, ptù abbondani.Prnente in seguito, in modo da stuhilire una cÒrrenl.. , 1l che ~aranlisce l'ectlcacia della stufn. lnratli lutti glt studi ralli sulle W$infezioni hanno stabilito che l'espulsion~: dell'aria contenuta negli oggetti t'Ostiluisce un ratto essenziale, poichè la prt>senza dell'al'ia ostacola la penetro· xione del vapore, e l'elevazione unifor·me della temper·alm·a negli o~gelti e ([Uindi l'azione microbicida. In l}uesla s tufa s<>no appun l<> realizzate lulle le condizioni più favorevoli per la espulsione dell'aria, val" a dire: l'l:!caldumenlo p1•eveutivo de~li oggcllli, transito del vap(IJ'e dnl1'allo al basso, numenlo di pressione e circolaziOne ciJnlinua del vapore. 7o La di!Jpo.~i:ionc rlell'apparecchio che a..'1sicurrc il r iscaldam<>nto del cili n.dro ittèern.o (camara di disinfezione) permette eli operarr• l'a.sciuyamento degli ogaetti. - All orclli· si è apert.o il rubincllo e levato il coperchio la corrent~ del vapore cessa di lrEl ve1·sare gli oggelli e la camera di dis111· f~zione diverrLa uua specie di bagno- maria che pe•·melto il prosciugomen~o.
Questa •1perazione san\ anzi il più delle ,·olle inuhle: gli effetLi sono bens1 t•itirati dalla stufa lèggermente umidi, ma ad una temperatura Lalmenle elevata che basta agitarli ed esporli all'a•·ia perché si asciughino completamente in breviss!rno tempo. Solo i mete razzi possono Cl}nservare un po' cti umidità, ed è per questi specialmente che é il caso t.li praticar.! il prosciugatneuto. so Dal punt.o di vista della sua strutt~tra la stufa non ha a lcun meccanismo fragile o di maneggio delicato. Gli accessor·i !!ono abba!lt.anza massicci, resislentiss!mi, e con sporg.,nza minima. Non vi è che un solo tubo che serve per l'uscita del vapore ed é inaccessibile dal di fuori. Le avarie possono essere riparate senza bisogno di mecca· nici speciali: solo la valvola di sicurezza e quella moderatrice dell'uscìln del vapore se fossero conto•·te da scos~e violente esigerebbero d'esser·e sostituite, il che t'iesce facile trattandosi ùi pezzi indipendenti.
497
1
D 1GLKNK
!JO Il j un.dona.menfo e economico (t0-12 chilogr·&mmi di earbon fossile per ogni operazione) il pt·ezzo è !JOCO elevato; ed infine il peso relativamente lieve (chilogrammi 360) permette di collocarla a brF.ccia d'uomo sopra un carrello a due ruote. Crediamo utile di sogg. ungere cbe un campione di questa !Stura CSJSie in Roma presso la scuola di per·fezionamento nell'i~tene pubblica, dove fu gia spe,.imenlala con olUmo l'i· sullalo.
G.
RIVISTA DI STATISTICA ME DICA 8tatlatloa aanttarfa dell'eserotto tranoese per ll 1892. La forza che ha serviti} di base ai calcoli fu nel 1892 di f>2i,7 ll) uomjnì di effettico totale (20,572 urtlciali, 37,6i0 sollufflcta li, 285,:~98 soldati con più d'un anno di servizio e 181,109 !IO).Jatr con meno d'un anno di set•vizio). L'effeltioo presente ru invece di 467,781 uomini (urtìciali 16.976, soLtufflciati 34,013, soldati con più d'un anno di servizio 2;)(),8 16, solùali con meno d'un anno 165,973). li totale dei malati cura ti nelle came rale ltrailés à la chambre) lu dr 605,219 cioè nella proporzione di 1,31.2 per 1000 pr·eseoLi . Questo dato è però il meno importante per l'apprezzamento del vero s lalo Mnilario delle truppe. Un corpo di truppa può non a vere cbe un piccolissimo numero di malati d la chambre ed essere in caltive condizioni sanitar ie, car·atlerizzaLe specialmente da lla forle entrata all'ospedale od all'inCermeria. Di piu la speciale cos tituzione di alcuni corpi, delle condizioni parlicolarl di set•vizio, la insuft)cienza dei locali, sono tante circostanze che si oppongono a che ques to dato abbia un valot'<' assoluto.
32
RIVISTA
Gli entrali all'mft>rmeria furono t75,90i- ossia 390 per 1000, però lra i sollurticiali quel~la proporzione fu del 102 JWr 1000, tra i "Oidali con più d'un anno dr se rvizio di 319, tra i soldali con meno d'un anno di servizio di 556. Il lolalo degli entrali uogli spe tali fu di 110,";"?9 O!'lSÌR •h 211 per 1000. l sottuftlciali ~bbero il 127 per HJOO, i «ol•l&ll con più d'un anno di servizi n19G. i soldati con meno d'un anno 271. l morti furono :taH c ioò 11 6,2·1- per 1000, menll'& nell'anno prec~>dente Ja proporzrone er'8 !llaW dd 7,5a. In Algerra la mortali là fu Jel9,00, in Tunisia •lei 13,93, mentre trn le trupp•! slanz.rale in Francia non fu eh•' tlt>l 5.5!.1. Gli ufficiali dettero il i ,!l6 per· 1000; i sollul'lic1all rl ~.fi l , 1 soldati anz1anr 11 5,70, i co~ riltJ il 7,50. Nc•l1~91 la morlahlu dei coscritti era ~tala del t0,5H n massimo della morlalìlà considerata per· mtl~i si ebbe nel marzo. Il mo' i monto dr discP..sa della curv11 è · però ìnlerrollo io luglio, agosto e sellembre, sotto l'intlueuza della febbre tifoidea o della dissenlei'Ìa Tra le più importan ti malallio che ri1olivarono il l'ICOvero degl1 ammalati negli os1 erlali nollamo in prima linen la rebbro tiroidea, con 6,35R cas1, ror ric;pondenti a uol) morboflil1l rl~>l 12,12 per 1000. l deccfl&i per rtne~;ta malattia r•JI·ono 1.0'211 corr1spondenti a una mortallta dell' 1,95 per 1000 11ì ror·zo. Questa proporzione varia cosi secondo i gradi: ufficiali ll,itl, sotturtlc1ali 0,74, soldati anziani t ,M8, coscritti 2,:>.1 per JO(i(). P t! r morbillo sr ebbero ~oltanto 21 decessi. Le \'&rie forme di lurbercolo~i dettero 5~ morli (1 ,0~ per 1000) e :J, H6 riformati. Si ebbero 2,99~ casi rli polmonite, broncopneurnomte e bronchite capillare, con 276 decessi (0,5 per 1000). Nutiamo ancora : pleuriti 2995 con 82 docrssi. Diarrea e disse n terra decessi 106, dei quali iO in Francia e 36 in Algeria-Tun1SI8. l ~uici.Jii furono 161.
8tatlatloa aa.Dltarta dell'eaerolto ruuo per l 'aDDO 189 2 . - cOtriot o Sanitarnom. Soslojani Russeoi . t rm.11) - Pielroburgo, 1 89 ~. Abbiamo ricevuto questo splendido volume or ora pub!Jllcalo, co1·redato di b elle tavole groflche o che comprende, oltre
i.H9
01 ST-\TlSfiCA flOICA
.. stalisliea sanilnria delle lJ uppe (3ia pagine). anche quella .dei •1uadrupedi (l H pagme). La nessuna familiarit.è eh l abbiamo colla lingua russa, ci impon~ pur troppo di hmiLarci a un cenno molLo ~ommario d Pi dati principali. La morbositA generale nel l 9'2 d• H7.7 per LOOO di forza mentre nel 1891 ot'8 ~tala di ~22,6. La morlalilà invec,. san da 6,30 nel 1891 8 8,57. • La magg10r morlalilh è dovuta principulmenta all'epidemia c:olerrca, infatti 11 colera la malallia che mohv6 il maggior numero d• deces~i. 1598. m enlr.· il numero Lotale dei morli fu 73tH Oia mo qui sotto le ctfre &!'S01ule ed il per 1000 di forza ·degli entrati e dei mCJt•Li per alcune malaUie più importanti.
ru ru
Grippe. Crup o dtfterile P arolite èpidemira. T iro a ddominale .Colt•ra &!!talico . Menìngite epid. Morbillo Scarlallina Ris ipola T otAle clelle malal· ti e inrellive non veneree. 'Blenorragia e complicanz<>. Ulceri IOOlll e 1mbbon i S•fllide. Totale delle malall1e veneree. .catarro bronchiale acuto e broncopolroonile
.
Entrati
Yortl
Entrali p. tOOO
Morii p 1000
8807
57 3
15::1;{
a
6587 :l761 H
t90
l2H 159 lO 15
86
~
2222
G6
10,1 0,08 1,8 7,6 1,3 0,02 0,6 0,1 2,5
0.07
7i
10H171~
3868
ll 6,9
~,i-i
O.OO:J 0,003 1,W
1,83
O,Ot 0,02
0,001. O,OR
22,8
19885
!)0~:3
11
8,0 1.3,8
0,01
38!l1G
H
H,6
0,01
1ì056
H !l
19,6
O,i i
i0"2l
500
ltlfiSIA Snlrau
Polmonite crupale. iUIO Polmonite cronica e tubercolosi . ~ Pleurite acuta ecronica iif);l Morbosilé e mortalilà g-enerale . 362770
llorlì
&-o:trau p. JOOO
p. 1000
710
8,7
0,81
26
3.8
O,!J:J
285
8,5
O,:i3
736i
417,7
8,57
MorU
Secondo i metoi la morlalil8 e IR morbosilà dettero le :--eguenli cifre: Ammalali , •• 1{00
Gennaio Febbrato. Marzo. Aprile. MagE!'ÌO Giugno Lu~lio
~2,5
o,:J6
36,4 36,0
0,61 0,78 0,68
32,2 32A 30,8
~ovembre
38,7 37,7 33,8 32,0 3H,3
Dicembre
;Ji,l:i
Agosto Settembre Ottobre
.woru
p. l!nJ
O,IH 0,56 1,24
t,O{ 0,92 O,iJ
0,43 0,41
Diamo anche, per chr pot.e~se interessare, la ripartizione delle malatlle veneree per mesi. Numero assoluto per 1000
Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggro. GIU"OO.
Luglio . Agosto.
del venerei
di forza
41i2
4,6
:3268 285:! 3220
3,5 3,1 3,5
352J 3187 3172
3,9 3,5 3,5
;tJOO
a,<~-
50~
Dl STATISTICA MEDICA Numero U!oluto perlOOO di rona .del veoerfl
Settembre Ottobr e Novembre Dicembre.
2622 2877
3,1
2932 :l711
3,9
3,8
4,4
8tatl•tlo& nnlt&1'1& dell' e ..l'olto &utro-ungartoo. (Militar-statisticlws Ja.hrbuehjur das Jahr 1893, Vi enna 1894). La statistica sanitaria dell'esercito auslriaoo fa parte di una pubblicazio ne complessiva , inlilolala .lnnuario stntistico militare, nella •tuale ollre alle statistiche relative alle vicende dell'eserdlo iu genere, eù a quelle sanitarie, io specie, è comprrso anche il r esoconto dei ris ullali del reclutamento.
Durante l'anno fo.t•ono vil'lilali 7W222 cosrrilli, dei quali furono dichiarali abili . . . • . . . 251 per 1000 Rivedibili pet· difetto di statura (1,53) . 23 • P er imperfezio ni . . . . . . . . . 51 i • rnab'l' l . . con slal. inr. 8 1,6:3 12 • 1 t a servtzw , _, ., con s...... sup. a 1.5 ,, 197 E
1
fl m w imo l'egolamenlare di l ,5::1 llOn fu raggiunto da 36 individui su 1000 visilaLi. Il minor numero di stature basse si ebbe tH: I cit·colo òi Zara (7 p. 1000); il massimo in quello di Przemis l (67 p. 1000). Su 1000 individui che avevano raggiunto 1,53 di s~atu ra ne furono ~rovati inabili: per debolezzn di cosliluzione 519; malattie degli occhi 19,8; gozzo 23,9; ernie 22,1; varicocele 8,1; piedi pialli 1 i , t; varici 26,6. La proporzione òef!li individui al disolto di 1,53 va ria come segu.a per nazionalti A: croati 16 per 1000; magiarj 26; tedeschi 28; czechi 35; rumeni 43; polacchi 67; r uteni 70. Quanto alle vicende sanitarie dell'esercito nel 1893 si eb· bero 879 ammalati pe1· iùOO, con oscillazioni varianti da 7i6 p. lOOO (Przernisl) a 1158 (Zara). La morbosilA più for te (93 p. 1000) si ebbe nel mese di g~nnaio, la mìni rna in seltem-
502
RI VI<;TA 01
TA.TJ Tlr.A
"OIC.~
br e {52 p. 1000). Le mor bositit secondo la nazionalità fu la seguent~: ma$tiari ii:?. pe1' 1000, rul~ni !)19; tedeschi 95!); croati 967; polacchi !:l!l5, ~echi 1025; rumeni 1053. Ad ogni uomo sollo l~ armi toccarono in media H ,2 ~iomi di malattia. La ùural.lt me.lia di ogni caso fu di 15 giorni 1/-t però la dural.a medaa della cura neo(tlJ ospedali fu di 27,9 friorni. ~1orirono in ~usa da rnalaU.i 1 11 i2 ~otdali, corrispondt:nli al 3,9 p. 1()()0 della forza, a ri<~co ntro dì i ,5 dell'anno précedente e di 7,6 per il venlennio 187:1-1892. Alla morbo... ità genflrale contribuirono le se~uenLi specie morbose: c:;corbulo: 2,3 pea· tOOO c.lella forza media; reumatismo arltcolare 8,1, ileolifo i .O; maluria 3i,7; lubercolo~i polmonare 3,2, t•ougmnli vita 26,8, lrocoma 7,7; polmomte l-l,f); pleurite 4,4; malatlte veneree Gi,5, maiRltie cutanee 215.8. l s uicidi furono 321 l,Oi p. 1000 di rorza. Vi furono in oltr ~ 109 tentati suicl Jii.
=
CONCORSI looletà me41oo -ohtra.rglo& 41 Bolosna. - Progr&mma. ID oonoono &1 premio Sg&rsl pel 1897. Quesl.a Societé, nell'adunanza del 15 febbraio u. s., per altual'C le dì"pocoaz1oni test.amentari.. del henemerilo soci:.> al prof. GAeTANO SGAI\Za, decic;e dì aprire il concorso ati un premio di lire 500 1:1 orn, col tema: L' ematoterapla. Contluioni flel ccmeor,'Jo. - i. Le memol'ie conconenll al premio aeranno an lingua ilaliana, lAtina o francese, aneJite e manoscritte con ~lhgrafla iut~lht.ribi le. 2. Non parle-ranno alcuna indic,azione del nome deii'Aulort•, ma unicamente un rnotlo : questo sarà ripet•Jlo sopra una busla sigallaLa, dfmla•o lo qual~ snrà 11 nome dell'autore o la sua residenza.
CO~CORS I
3. Sar·a nullo rl concorso per 'luell'aulore, rl qual<•, ,_enza anch"' mellere il proprro nome, si rara conoscere in qualche manier·a. t 1 !10ci residenti della Socisla mP.ùrco-chirur gica ùi Bo· lollua saranno esclusi dal concor!"o. l). Le rnemoru~ del concorso dovranno pet·veorr e rrunehe da t[U&Iunquu spesa alla se~relerra di questa Soeiolà eutro l'anno 1897. 6. Il Premw sara accordato a '[U••lla mPmol"ia. che megiro ùdle allre '3volgerà rn Lulttl le parti rl lernu proposto, contenc•ndo ~lutti origrouli e giuns:tendo a couclu ..ioui nuove ed importanti. 7. Fra duo memorie di pan morilo rl Premio ~W ra di\"Ì"O. 8. Le disset'Laz.iuui pr emiato verranno rrr luce nelle Memorie della SoLi età, pr·eceduludal f(iurlìzro cltrlo dull'&~'t'ademro, e gli autori ue l'iceveranno in dono 50 copie. 9. Ad una diRser·Lazione di molto merrlo, ma marwanle di (jualcuno dei re(juisiti per ottenere il premio, potrll a ccordarsi un attestato di lode. IO. Le busle ch~> accompugnano le memorl~> pr·emiate, saranno aperte in piena !;eduta, (1uelle <~peUanli al!G altr·e verranno bruciate e le memorie resteranno nell' ai'Chr vi o della Socrelà. Il pruidcnte - Ar •ousTo M Ul\RI.
Oonoorao al pzemio Riberl ~caduto il 31 rnar'zo 1895. Pe r veunero in tempo debito oll' lspetturato di N~nrtlr mililara le seguenti memor ie: M emor ia ~. l col mollo: • Quanqum11 anlm.u memiiiiUt horrtl •.
Memorja N. 2 col mollo: • Lu neuroses conatuumt, dans le C(ldre ttosolctgulut, wn oroupe prooLIOtrt dulhcé a &e rtstrrindre " rDebove).
Memoria N. 3 col mollo :
CONCORSI
Momoru:t N. ~ Cl>l motto : • La patoloql•• clll slsuma neru.no ; da rifar. l . WnTPUL
Memorta N. 5 col mollo:
Memorta N. 6 col motto o
rogliaml 11 IUII'JO studio •.
Metoorw N. 7 col mollo: • L•11Mn (at>-r d•fuil non (a&ro klbor •.
Mamona '
8 col mollo ·
• .ron ut operose qttltJpiatt~ motlrl dtdfCus std nillll om~mo oqtrl dtdtr~u tll - ~1000 ••
Memortn N. n col mollo: • ()pera tlaturole è eh 'uom (avello, • Ma toli o cosi not4Jra lascia • Poi (are a rJOi ltemaao cJ.e " ' abbella •.
Memoria N. 10 cnl mollo: • Vaglia m• 1l grande nmort'... •. M~:mo riu
N. Il col mollo.
NOT I ZIE L& aleroterapla nell'eseroUo tranoeae.
Allo ~capo di a~--icurure la cura delle affez.iom Jiner•icho colla sie•·olerapia e ùi racililnre in tutti i centri di guar'UJg•one l'applicazio•H• dt questo metodo, il Ministero della guerra francese ha stabili to che !:"lA no me.;se in servizio dello sirtnghe eli modello speciale e che tlll approvvigionamento di flaconi di siero ~iu co~liluito pt·esso le diretioni rl1 sanitA rh
NOTIZIE
ciaseura corpo d'~rmala, conformemente alle segu3ntt disposizioni : l flaconi di siero, di cui llnvio sara fatlo pe1· cura dell'ammini$lrazione ceolrale, saranno conservati presso le dire· zloni, per es<>ere spedilì immecliatamenle ai medici capi degli ospedali militari o degli ospedali mist1 o delle scuole, che ne farunno domanda lelegratlca. l medici curanli si uniformeranno strettamente, sotto li punlo di vista delle indicazioni, delle dosi e del modo dì im· piego, alle prescrizioni della istruzione che nccornpagna ogni boccetta. l medici capi dovranno in seguito fili' pervenire al direttore l'egionale, nel termine di 15 giorni, un rapporto circostanziaLo sui risultati del Lt•allamento e dell'esame batteriologico. l tlacooi saranno sempre ermPLìcamente cltiul'li e manll:'nuli al r iparo dalla luce e dal calore. L'a oprovvigionamento dovrà sempr·e essere lale da bastare ai bisogni urgenti; in consc~uenza quando sarà ridotto ù1 met.à, ne sarA rirlaieslo uu nuovo quanlitalivo anche a umentalo se occorre. Ogni boccetta porlera uu biglietto coll'indicazione della data di ricevimento e d1 uso, e queste dale :;ar anoo riprodolte su di un r egistro. AJcune sit'ingho per sierolerapia saranno tenu te in deposito presso le direz10ni di sani ti!~ per i biso~ni dt:lle guarnigioni dove non esistono ospeùali. l medici, dopo usate, le clevono reslitujre. Oltre ad usa r e le comuni norme eli sLel'ilizzaziooe, è necest~ario prima ni ogni iniezione tu!Tare per IJnalc!Je minuto lo stantuffo d)Jmianto nell'acqua sterilizzala, per ottenere una completa ollurazione. Dopo osato l'istrumenLo. si fa pas~are a più ripreso una corrente di acqua Liepida nel cor·po dt pompa e attr-averso l'a~o, per· togliere intieramenle le minime traccia di siero. lntlne il miglio1· p1·ocesso per assicurare la conser·vazione e la perm•!abililà degli aghi consiste nel lenerli tuftàti o permanenza m una soluz1one di bot·ato di soda o lli carbouaLo
306
NOUZIJ!.
di soda a l due per cento. Quando non ~ara nn o immersi nel la delLa soluzione, gli aghi saranno muniti del solito filo mslallico destinalo a conservarne la per meebililé.
M. Bloor4o 4el oongre.. o meCUoo internazionale. Da parte ùegli ufficiali mttdici esteri che intervennero al conwoesso medico inter·nazionale, del quale appunto di questi giorni ricorJ'eva !"anniver-sario, è stato presentato al maggior generttle medico Cipolla, ispettore capo di sanità militare, un magniflc(l Album, ArlislicanH'OLe scolpito in ebano e contenente le fologr•afie dei delli s ignori ufficiali. Essi hanno voluto, con questo allo di squisila cortesLa, esprimere aJ generale C1polla Ja loro gratitudine ed arnmi- · razione per il modo brillante coll cui egli diresse i lavori della sezione mililare del congresso e per la ioslaucabile cortesia con cui, qual degno capo del cor·po sanitario dell"esercito, egli fece loro gli onori di casa in queste ca!Jilale.
11 oorpo ..nltario ln Afrloa. Cl facciamo un grato dovere di pubblicare qui soLto la motivazione ufficiale dello tr e medaglie d'argento al valor mili· l81'e, concesse agli uftìciali medici eh~ presero parte agli ullimi Frloriol'i falli d'armi. MOZZETTI cav. ELISEO, tenente medico 3 battaglione fanlel'ia indigena. - (C'oaLit). Koncurante del pericolo, 1limostr6 sem pre colma, allività ed ammit•evole fllantro!Jia nrlr·accogliere, medicart~ e conforta t'e fer·ili, dapprima sotto il fuoco nemico, e qullldi nel posLo di medicazione in Coatil. Vl RDlA. cav. TOM.MASO, tenente medico i balla~lione fante ria indigena. - (Ualai). Dit·etlore del servizio sanitario press1> la colonna d'operazione, si dimostrò allìvo, c-elere, utilissimo nel r ecar e ordini, allra verso le r oecie e dirupi, eì reparti in marcia per aspro e difllcrle senLiero; quindi Recorse sulla linea di fuoco, e noncuranle del pericolo, calmo, ser eno e risoluto, prestò le cure dell'arte e d conforto della
~OTIZJE
!)07
parola ai ferili, che poi ~ef"('urt6 o medicare ÒUI'&Tile una notte sus...eguenle a più gjorn1 rli ~rav• 1h~agi (Coati c). Xoncw·anle d~l per icolo e vib••anle t€-lo e fllantropia, dimosLrò calma ed uttivtlà fllnmil·evoH, nel raccogliere mechca.re e confortare fer·1ti sott.o il Cuoco nemtco c ~ollra rlì dal pericolo di catturu immedrala. Slabii1Lo il posto di mcclicaz•orre, e vedendolt> as.c:aJito dai ltgrini, con rftra presenza di ~tp ì r1to ed f'nergia, raccolse, armò e munizionò dispersi, fertli leggieri , conducenti ed attendenti ed ll'ltprovvisò una dife<~a che val~ a fu~are il nemico COPPOLt-\ NICOLA, leneule mf'di(~O 2 ùallasrlrone fanlerra indil;'ena - !Coa.tit). Serbò !':empre g•·andi.. sima calma c prodigò le prim•• cur e 01 fer1l1 sollo un fuocn violento; po~cia li a rcompa~nò a Coam, allraversondo una zona vivamente ballula. dal fuoco.
Pel atero ant!dltterioo. - li Mulistro llell'inlerno ba dirawulo ai prl'ft.lli una circolare, nella quale, folta la storia della !lcupPrta del siero antidinerico e dt'lle pratiche espletaU> p~:-ché sieno evitale lt! frodi, e la nuova scoperta rie~ca Ji beneficio r eale a1 !mtrerenlr, orchna per la pr eparazione e lo smercio del c;ie•·o antidift~rico quanto eppre ..so: • Il ~1in ist,.ro dell'm terno, r·1cono!':ciult1 l' ullhtà di applicare coma mcuo preserv11Livo e curath•o il siero antldrnerico contro la diiTusione dPIIa difter i te dovunque si manire.. ti ner Comum ciel Regno ; u Hiconosciula In necessità di re ~olare con spt!ctali dispottìzioui la preparazione e lo smercio del cotero f'les;;o a fine di evitare pos<~ihili in~anni ril'tuardo alla !\ua plflcacia; • Vista le legge 22 dict>mbre 1888, e sentito il Cons. Superior e di l!anilà 01·dina: l. Non potranno c"!ser e aperti istilut1 per la preparazione
•161 Mero antidifterico se non alle l':efiuenli condizioni: • a) ne s1a affidata la d1rezione tecnica ad un pr eparator a medico di r·icon of'ciutn cùmpel•·m~a nC'lla tecnica bacler iologica;
508
NOTIZIR
• b) sin addetto al servtzio dell'istituto un per~onale s ufficiente e capace, fl'a cui un vetet·inario pet· la vistla •ruotiiliana degli animali adoperali per la prepa r8.1.ione del siero; d c) !'ia l' istituto provveduto di locali adatti e <~uffi cienli ad uso laboratorio e di st.slle in buone condizioni igienjcfle; « d) sia l' islitulo provveduto di LulLi gli appart>ccl1i, al· trezzi e materiali necessari ad una convenien!P. prE>pnr·&zione del siero. « 2. Non potrà essere r itenuto per vendere, venduto o dish·ibuilo F(l'8luitamer1le per scopo preservativo o cura tivo sier·o r:repa1'8lo altrimenti che da istituti nazion<~li, riconosciuti dal Ministero dell'interno, rispondenti alle sopr·a enunciale condizioni, o ùa istituti esteri ammessi a tale commel·cio dal Ministero stesso. In ogni ca$0 il siero dovrà, fino e nuove di:::posit.ionr, ra ggiungere almeno un valore di 60 unità immunizzanti. provate secondo il metoJo di determinazione di ·Babr ing e J Ebrlich. • 3. Per lo smercio del siero p r cpbralo da islltuli di'bila~ mente autorizzati è oece~sario che: • a) ogni boccettine di siero s ia suggella ta con a pposiLo timbro dell' lslilulo pr'epar&tor e; ù b) l'elicuelta di ogni boccellìno por lì il tilolo ùell' isti· tulo, il numero d'or·dirre e la dala della l'accolta del siero. cui appartiene il con tenuto, nonché il valore con ~tata lo del siero. " 4. l depositi d~lle boccetLe contenenti sier o anUdifler•ieo non potranno esser e teouLi per la dis tribuzione pubblicu che presso: c o) gll istituti deb i~m eo te aulol'izza~i a prepRrarlo ; • b) gli uffici det medici provinciali ; c c) gli uftici san ilari coruunalì; « d) le farmacie; • e) gli osperlali. c 5. Nessuna manipolazione potrà esseee raua dai depositari sul contenuto delle boccellt>, le quali debbono essere rimesse per le applicazioni meùiche nelle identiche condizioni in cui fu rono suggellate dall'isti tuto p r·eparatore.
NOTIUI
50tl
• 6. Le domande dì autorizzazione ad aprire istituti per la preparazione del siero anlidirterico devono essere rivolte a1 Ministero delr inleroo. • 7. Le contravvenzioni ella pt•esenle ordinanza sanitaria seranno punite a norma delrarL. 50 della lellge sulla tutela dell'it:rtene e della !l&nilà pubblica , con pena pecuniaria esteneibile a lire 500 e col carcere da uno a sei mesi.
N ECROLOGIA D clottor Emlllo BuJfa.. Allaccato da colera fulminante, contralto nell'indefesso sacriflzlo pt•ofessionale, mot•iva il 9 dello scorso marzo in San Pedro (Repubblica Argentina) il dottor Emtlio Ruffa, fratello el generale ml'dico comm. RutTa. Ma ancb.. indipe ndentemente tla questa ci rco~lanza il suo nome merita bene un r icordo in queste pagine, poichò il RuH'a ru medico milltar e e soldato in tempi o t·mai divenuti e t•oici. Soldato volontario per la durata della guerra nel 1859, egli si trova pr esente col 5o r·eggimenlo (ttnLeria alla batLaglia di San Mr.rtino. ~el 1860, prima sollurficiale, poi soLtoleneole nella spedizione di Sicilia, lo si trova preseul~ a Milazzo ed al Volturno. Ftnalmente nel 1866, r1ual medico di cor vella pet· la sola durala della guerra, egli prende parte alla gìot•nala di U ssa, a bordo della fregala Carlo A fberto. Ques lCI stato di servizio dice m eglio che altre parole come il Ruffo sentisse i suoi doveri di cilladino. Trasreritosi da cir ca 25 anni nell'Amer ica meridiona le, si fissò nella città rli San Pedro, dove la stima e l'offelto universa le di cui e t·a Callo segno dai connazionali italiani e dagli in·iigeni , non erano soltanlo dovuti all'abililà s ua professionale, ma alla sua inesaur ibile bont.A, a1 s uo disintct•••sse. Scoppiata l'epidemia colerica in quelle' t•egioni, il Rulfa raddoppia,
510
::\'ECROLOI;tA
non il ~uo zelo, ma le sue fa tiche. Di l'Jlorno dalla vtsita al Jazzaretto, dove, colla sua solita instaneabilità, prodigava at colerosi cure tanto più meritevoli che erano curoplelamente gratuite, egli è colpilo dal terrìbile morbo come un soldato sulla breccia, a soli 57 anni d' ei.A, nell'epoca appunto in cui egli vedeva av,,icinarsi il sospirato momento dl ritor nare in patr 1a o di rìcongiungersi all'amalo fratello. Onore alla memoria dell'uomo, lanlo modes to quonlo virtuoso, che lascia cos1 bel patrimonio di nobili esempi come soldato, come medico, come filantropo~ Il maggiore mecUoo leghleri- Blna.ni.
Apprendiamo dai giornali di Firenze la morte colà avve· nuta il 17 dello scorso mar:z.o del maggiore medico della riser va cav. Leopoldo Seghi er i- Bi1.zarri. Il dott. Segbieri-Biz7.arri, che dopo lunghi e lodevoli servizii militari arasi riliralo a godere il suo mel'ìlalo r iposo nella nativa Toscana, ha voluto morendo dare un' ullima e solenne r>rova del s uo animo caritatevole. Nel s uo testamento, mentre lasci9.vn alla pr opr ia vedova l'usurr utlo del suo palr imonjo vita natura! durante. disponeva che avvenuta la mor te della vedova, questo patr•imonio ,·enga cosi di viso: L. 25,000, per la fondazione di un posto di studio per tutta la durala del corso universitar io a favore di un giovane povero, nativo di Firenze, che Intraprenda Jo s tudio della medicina ; L. 17,640 per un premio da conferirsi a chi scrive1·A la miglior memoria di sog~retto chirurgico. A tale concorso saranno ammessi soltanto medici nativi della Toscana, e:!clusi per ò quelli residenti in cìU.a dove esiste università.
511
••ta al • Oennl •ulla morboalU. ln tempo 4l paoe nell ' ...rotto lt&llano. • (V. Giornale mt!dico del R . esercito, Allo scopo d1 rendere più ov•.!ente r influenze dell' 8t'l"I\O delle r eclute e del congaJeUlenlo delle eia ~i anztaoe sulla morbosité dell'e~erci lo, reputo necessat·io d'indicare i totali relatrv1 alle une e alle altre, po11te in ri.sconlt·o col tempo, non lenendo conto dei piccolt rip~u·ti di unmini congedali per anhcrpa zione. l n questo modo Mrnnno put·e eliminate air one ioesaltezze, incor11e nellli riperllllooe per ann1.
Data dell'arrioo delle nnooe classi e fo r::a d.Rl contingente chiamato sotto 11• armi: Classe 1855 - dtrembre l 75 e gennaio 1876 - conlm~en le 56!liH • 18513 - dicembre 18711 e gennaio 1877 - conl. 602R3. • 1~5i - gennaio e !eiJbraio H~i8 - cont. 5i09:J. • ls:>R - ~ennaio e rebbrato 1879 - conl. 5792:l. 10 185!1 - f(eunaio e rebbrnio 18 O - couL 57060. 1800 - J<ennaio 1881 - cont. 5iU7. 1861 - gennaio 1882 - conl. 57072. • 1862 - 'rennajo 1883 - ront. 66075. • 1863 - dic~mbre 1 83 - cont. 69080. • J Gi -dicembre J8lH e gennaio 188:> - cont. i0~ t 6. , 1.865 - novembre e dicPmb1·e 1885 - coot. 72043. » 1866 - novembre e dicembr e 1886 e gennruo 1887 coot. 71605. • 1867 - novembr e, dicembre JR8({ e gennaio lR87 cont. 7369~ . • 1868 - novembre lS88 - con i. 73.'310. 10 1869 - novembre 1 ~89 - cont. 75908. • 1870 - $fennaio 1891 - 68i07. 187t - novembre •• dicembre 1 91 - conL. 85400. •
512 Data del eonuedamento delle cla.ni. an=iane. e totale deo li uomini congedati : Aono 1876 - c;elte mbre - congedali 55681. • 1877 - novembre l 1878 - g •nnaio, agosto e settembr e ( con~. 93796. • 1879 - agosto e settembre - cong. 57i39. • 1880 - ogosto e settembre - cong. 50015. • 1 81 - settembre - cong. 5U71. • 1882 - ego..,lo e ~eltembre - cong. 51607. • 1883 - agosto e sellembre - cong. 36899. • 1 ~ - ottoùre - cong. :l9 ~t • 1885 - a ~oslo e st'ttembre - cong. 65261. • JN!lH - fleltembre - cong. 6182-i. 1887 - agosto e seLtembre - cong. 76576. IR8R - ogo1110 - cong. 68666. 1889 - ogosto o settembre - cong. 60757. 18!l0 - agosto e s eltPmbre - cong. 59014. • 1891 - luglio o agos~o - cong. 64952. • 18112 - s ettembre - cong. 38829. C. SFORZA .
11 D• ret.t.ore
Dott.
T&PANO R&GI
maggior genernle medico ispettore.
ll C oUa.borat.orc per lo. R.• Ma.r1na
Il Reda t. t.ore
O.• T EOOORJCO R OSATI
D.• RtDOLPO LtVI
Jl.t~Q) di P ÙMII
N UTINI FEDER ICO, Gerente.
Caf~UaAO .. tdfro.
:Y::BlMOR..IE
OR..IG.INALI:
thnita tltalmowgi~:& drll& a. hhenili di hrino diretta dal prc.r. e. ltl mond
NOTE DI OTTALMOMETRIA Dtl cloU. Giacomo LuccioiQ, capa/11110 mrdaco
(Continua:: ione e .fine oedi numero pree1 dente)
Ottalmoml'fro Dttbois-[l'roy. - IJubois e Leroy considerando che l' istrumento ùi lava i-Scltititz r troppo 11rande, costoso e di uso limitato, salvo che non si molti plichi il numero dei pt·ìsmi , coslruir·ono il loro ottalmomelt'O per ovviare a tali inconvenienti. De$so rappresenta una felice modificazione dell'istrumento 11' Uelrn holtz dal truale diO't!risce esst• n zia lm e nt~;~ perchè, mentre in questo 1,1 grandezza dell'oggello che fo rma l' immagine snlla comea è invariabile, e si tnisura direttamente l'immagine rillessa, in •tuello invece la grandezza dell'immagine riflessa è ridotta ad una costante, e si misura la grandez1.a \ariabile de ll 'o~gello, cosi •·ome si fu anehe coll 'ottalmometro di lavai-Schiòtz. Siccome lo sdoppiamenlo nell'oualmometro tli Lero)Oubois si ottiene col sistema delle placche ùi cristallo a fncr.ie piane e parallele, co:<i avendo adollato il principio della costanza delle immagi ui hasla lhsare le medesime neJ1.1 posizione necessari a per proùn t·re lo sùoppiamenll> voluto, ed in tal guisa sono stati sopp re~;si s1a il meccanismo e· islente nell'o tlalmometro d' Helmhollz per misurare 33
514.
NOTE DI OTTALMOOTiliA
gli nogoli di rotazione delle pl :~cehe, sia i calcoli r·elativi, e l'osservatore leJ.(ga direttamente su d'Uil regolo vraùuato il risultato delle sue misure. La graduazione del regolo però ò sufficient e soltanto JW' la misura di cornee la cui curvnwra non s'allonl.ani troppo da quella media ri.srontrata nell'uomo; per misurare invece cornee coniche. o corn ~Je d'an1mali l:t cui cur.atura si scosti sensiuilmente dalla suddeua, occorre cambiare l'inclinazione delle placche, variare cioè lo sdoppio mento, e calcolare un coefficiente pel quale deLboosi moltipllcnre le indicazioni del regolo. Le placche di cristallo :;ono conl.enute io una scatola metallica cubica, e ciascuna copre una meli1 del! 'ohbiet- . tivo dell' istrumenlo; sono mobili auorno ad un asse di rotazione com nne, sicchè facendo loro subir& un'indi nazione sdoppiano l'immagine d'un dillo punto in due immagini distanti tnnto quanto si vuole. Le placch' percrò sono munite di due indici mem· r quali si fanno ~ira re, e gl'indici vengono fissati nella posizione voluta per mezzo d'una \' ite di pressione. AJia scatola cubica è connesso un tollo a cannocchiale nel quale ò di spo~to un ob!Jieuivo acromatico di 13 centimetri circa di fuoco ed un ocul:~rc potente. La lunghezza ùel tubo è determinala in maniera cl~t• la distanza tra l'immagine corneal e ed il piano ùell'ohhieltivo sia di 340 millimelri. TraHersalmcnl.e al cannocchiale è adallnlo il regolo graduato su cni sono mobili dne mire merce ad:Jlli sr·o r·~oi, nella faccia posl.eriore dei quali esiste un rilievo n l't'almo che funziona da indice. Le immagini delle mire ritlesse dalla cornea devono es~ere guardate allnwerso il cannocchiale.
NOTI DI OTUUO\IBTR IA
Delle dne mire una si compone d'un reWtngolo bianco :aaaltnto io nunpo nero e l'altra d'un rellaogolo :\ÌIIltle nel eai campo veclon·i 3 trisce nere allrrnnte con strisce biunche targhe ciascuna o milli metri {l). L' istroml:'nto per l'unzionnre hene hn bisogno ùi buona im~ di•una, eù in mancanza si adopera 10 camera oscura. sostituendo alle mtre due piccole lnmrnde che si fis,nno a~li scor~oi suddellt per mezzo d'un perno attorno al quale girano 4iberamente, in mo1lo da restare sempre in posizione vet'ltrnle ~ualunque sta la direzione che s• ùit al regolo. La J;Catola cuhica mercè una ghier:t dolcemente ~correvole ii adattata al tubu del C:lonuccltiale: nel marl!ine della ghiera ~ste una tnrca in cui penetra una vite a bottone, e co:-.1 si assicura uoa urientazione tale clte l'a..-se di rotazione delle placche sin nurmale al regolo. Il cannocchinle puù girare inlomo al suo asse traspor&ando seeo lu ~caLoia cuuic., ed il re:;:olo. ed ha un doppio indice parallelo nl regolo che se)!na sn d'11n semicerchio )!radua to di 5 in :; :?radt l'indioaziune sull'orizzonte del meridiano in cui si prenùooo le cnisure. Nei !tordi nnleriort della se t lola cubico esi ·tono rlue lac~he: ciascuna di queste ('OI horùo superiore del regolo situato a zero co.;titui~ce un pianu Ili mira che p1s~a per l•oj.tgetto oiJorchè Ì: Cll6S'O in )(iUsla posiziOne. ul culn11ne del semicerrhio )!raduato, io corri-..pondeuza cio~! della ùivhiooe 90", es1ste un"in.-i,ura che coll'npic~ d'un indice G·sato in nvanti della :-caloia cubica segnn una linea
(l) .liJb~rnu tllll (atto m~UZIOna oMie Miri' ols' l'ottalmomel ro 1° mod~Uo, cbc ~ quello t'>lit~n te In ehnic:a, nell'i tnunenlo di nuovù mo•Jdlo le mire sooo alotnanto tiiiTt•renll ed hannu uo 1 certa rassomiglianza con quPIIU dell'ottalmomelro di t:w~I-Schtulz.
516
~Oli
IJI OTT\1 \IOIIITRIA
di mira, la ctuale passn uguo.lrnenle per l'oggetto ctnnnclo è messo in giu~tn po·izione. Questo piano e questa linea di mira servono di guida pet· mettere l'istnunento pressochè a ruoco, senza aver hisogno tli guardare nllraverso il cannocd1iale. li canoocchialo si può elevare ed abhassare perchè è so. tenuto da una colonna di ottone la quale scorre a :>lrofinio in un cilindro cavo, e merc~ una vite di arre5tu si può !issare all'altezza voluta. Il piede posteriore dell'istrumenlo c allraversnto verlu~nl mente da una 'ite. muo,•endo la ctuale si possono impn111ere al \!anoucchiale delle leJo!~:iere inclinat.ioni solroriaonlt> L'ouo.lmometro di nuovo modello presenta piccole vnrhnti . di costruzione destinale a render·lo piu maneggevolt•, et! è munito d'un dìo;co di Placido che si mette al po~lo della ~~ca tola cubica quando si vogliono e~aminarc cornee irregolari. Te()rin 1• yratlttazione. - Per calrolare il raggio clll'nrvatora R d'un speccllio conve,;:-.o ùasta conoscere la gr.mdezza dell'oggello O. della su • immagine I e la distanz.t D che -,epara l'og~cuo dell'imma;:ine. Supponiamo ello n ed 1 sicnu conosciute ed invnrinhili. allora per tro,·nre il valore del ra~gio di cun•aturll U h.1sta conoscere la J.trandezza di O. TI cannocchiale dell'istrnmenlo è regolato io modu ··he r> è invariabile ed uguale a 3.~ centimetri. L'accomodazione rlell'osservalore può cagionare una variazione di 2 millimetri al massimo. Per determinare la costam:a di r si è tratto profitto clnlle no'te proprietit delle placche di rristnllo a soperficiè pinne e parallele, propriet.t che accennammo a propo~ito dell'uualmometro di Helmhollz. • Sell'btrumenlu di Lero~ ·Dulloi,.; I(Uando le placche "ono
~OT&
517
DI OlTAJ.MO)I&TIU.\
=
re«<iate in m:tniera da produrre uno sdoppia mento ~ I. al momento in cui di qoaur·o immngini visibili di due punti siloati su d'una retta perpenùicolara all'a$Se di rolazione delle placche, le due medie sono confuse in una sola. la distanza dei due pumi l> nr.:uale a ~ l. l rApporti che :;ono slati utili1.zali per la ~raduazione dell'ottalmometro sono fondali ~ulle formule se~ue nli :
.
r
srnw=: R
o== n 1g ~w essendo un angolo che dipende dalla ollliqui tit dei raggi iocidemi. \ destra ed a Stnl~lra del rej!olo graduato sono segnaLi due H : ora quando gl'indici a gradi ni dei due scor ·oi delle mire sono sui delli numeri, signiOca che la cornea mi urata proJuce lo st~so all'ello d'una lente di 44. Il . Sapendo che fa)
~4- _ l i - l
-
H
'
ed e5sendo H espres o in metri ed n== l ,3376, si deduce che
A destra cd a sinistra <li cia~cu n H sono delle 1livisiooi che portano il segno in un senso ed il segno - nell'altro lato e sono numerate progre;;sivamente da 1 a l~. Cioscuna di essa e lunga :j millimetri e corrisponde tHl una variazione
+
NOTB Dl OTTAL'IOllETRlA
di unn diottria quando lo srloppinmento è di 9-. ~ i) .;. ~ ono inoltre suddivi"e in millimetri che rappre.;entaoo •tuiodt '/, di diottria. ~ o no tante che il cannocd 1iale :.in regolato per In distanza di 340 millimetri . tuttavia l'ocu l:tre è mobil e, acciorchè ciascun osservatore possa adattnrlo alla prupria vista. Questi per disporlo adunque opport unamente situerà un oggello a :Hu mill imetri al davanti delle mire, e tirerit l'ocularE>, se occorre, sino a che vedrà neuamente l'ogJ,;ello. Sonvi sulla scatola cubica dei ~egni i quali indica no la pr'sizir•nP da dare agli indici delle placche per ottenen• uno~do p pia me n to di ~-. ~:;. na ' per controllare se lo .;,doppia-. mento è esatto si procede nel seguente modo: l'os$ervatoresi lua a 3"-0 millimetri un micromet ro ad ', ,0 di mill imNri; poscia rootnndo il cnnnocchiule sino a che non sussista nlcuno spost..tmento dei se~ ni delle doe immagini del mu.:mmetro nel senso della lnnghezza ·tessa dei segni. egli !'t'assicurerà che lo spostamento del zero d'una delle i m rnn;.nn~ ri$peuo all'a ltro è di ~ ~
..
-_, .,,J -1
l d'IVI;,IOOI. • •• • _( ;.< -~ .~-w0 - ~O
~ )
-
u
~o
micrometri fotogra fici "ono più comod1 di quelli !In pressi s•1 cri stallo i cui segni sono pallidi e non n omernti~ Qunndo si vuole operare con uno sdoppiamento differente si conducono le placc he in po:-izione parallela l'd in senso perpendicolare all' asse ott1co del cannocchiale, poi i produce coo una d1 e:;se la metit o •1oasi dello sdopria~ mento voluto e lo si completn in ultimo coll'altra: inline girando le ,·iti si fissano le placche nella posizione cercata.
:\OU: 01 Ull.\LI10111:.1111\
;) l !l
Ouboi' e Lero~ assicurnno che per le mtsure pratiche l'istruruento st può adoperare senta regolarlo prima per In propria persona, e che :;.olo •lutmdo SI vuole misurare la rur•atura della cornea con un errore massimo di circa un •Ju;uto di diottria occorre primn regolaraelo. L'errore pill forLe proverrebbe dn unn ùilferonza mnssimn di ~ mill imelri nel vnlore ùi n, ciò che cagiona per unn C:l•rnea dr H tliollrie un er·rore a"solnto di 0,24- O. ~:eco come si adopera l'ollalmometro. Si fa edere l'e~a min :~ où o colle ,pallr rivolte ad una line.~tra per avere unn buona illuminazione di~rnu : :mi tavolo che serve a sostenere l'istrnmento poj:!gera uu gomrto, e colla palma della mano corrispondente soster ril il monto. Quindi devesi situare l' n~'e ullico del rannocchiale nll'alleua dell'occhio da osser·v[u·e e mèllerlo a fuoco: a tnl e scopo si pone sullo zero l'indico dl'l regolo, e guardando pel bordo superiore del regolo e per l'incisione laterale anteriore della scatola cubico , ,'innalza il cannocchiale sino a che 11uesto piano di mi ra pa i pel centro della pupilla. e lo si lissn in Late posiziont'l mercé la \ite d':mes~o del so~tegno. Poscia guardando nella direzione della inci,;ura superiore del cerchio grarl uato e delht punta della mira e~i stente all'innanzi della scatola cultiru, e muovendo i due piedi anteriori dell'i strumeoto lo ::.i :1postn sino n che la linea di mira sin ri,·olla al centro della pup illa, e per terminare di metterlo a fnoco si guarda attraverso il cannocchiale. Si \'edra nno nllorn delle immagini piti o meno allonL:t nale delle mire, ovvero delle lìammelle ·e ·tdoperasi l'ilhtminaziont> artificrale. \luovendo il piede i spostera in avanti od indieLro il ca nnocchiale e si condu rranno le rmmn~ in i merlie nel pian11 med iano verticale; girando poi opportunamente l:t vile queste si trasporteranno nel piano rneù 1ano orizzontale. Allora le immttgiui saranno a fuoco o centrate.
;\Ofl!. Ili OTVIlJO<IETRIA
l'er prendere le mbure una delle mire polra tenersi fissa coll'indice del corrtsponùente scorsoio sul numero 44-. e si sposteriJ l'altra sino ad o ttener~ il contallo delle rmmagini mediane: allora si vedra quante din sioni segna l'indrce dello scorsoio di questa mara, e ~e esse tro\ ansi ùal lato del l'egno dovranno essere addizio11ate al numero U , -:e an· vece sono dnl lato del segno - dona ono essere :.ollralle. 11 numero cosi onenuto indica in diottrie il valore riir ~n geote del mediano corneale misur.tto, où il numero della lente la quale produrrebhe lo stesso efTeuo di questo rne· ridiano. Se poi l'osservatore muove eutram be le mirt>. in\·ect: di tenero e unn li<;. a :~ ul H . allora il ri;.uhato si oll11rr;'' nel modo clte nppare dul se~oente esempio: Se l'mdice di do,tra st-gncrà 6 e quello di si nistrc1 - .~ la rifrazione cerca ta snr:'t:
+
+
H
+ 6 - .. == ~G .
TI grado che segned1 l'indice sul semicerchio gradu,llo indicheru l'orientaziooe del meridiano che si misura rispetlo all'orizzonte. i ricoooscerit r esistenza dell'ast i~mat r smo allorcht• dopo aver fatto coi nciòere le 1mmagin i delle lampade, ovvero portato a contauo quelle delle mire, nel girare il re~olo t' ron esso il cannocchiale il contatto viene annullato. Occorrerà allora determ inare la posizione dei meridiani principali, ma siccome essi sono inclinati a 90° l'uno nspetto all'altro basterit trovarne uno. l meridiani principali in j.!enere si riconoscono pci seguenti caratteri : la distanza delle mire o delle lamp1dr che corri ~ponde
NOTF. DI OTTAUO'f&TRJ.\
5?1
al contallo delle immagini medie t\ massima o mmima per deui meridiani; inoltre in loro conispondenzn lo im10agini delle mire non presentano alcuno o tollo nl piu un minimo dislivello io sen~o perpendicolilre ul regolo, mentre che tale dislivello riscontrasi, e sovente assai accentuato, nei mer•diani intermediari. Pt·nticamenle si può procerlere nel segue:lle modo : Si mi -ora successtvamente il meridiano O- l ~O ed il meridiano 90 e si prende la media dei numeri ottenuti. Quindi si ~posta la mira di destra s1no alla posit.ione che corrisponde n qu esta modia, e ~i gira il regolo si no n tr<•,nre una posizione nella quale il contali o sia ristabilito: si a vra rosi un meridi;mo d1 r1rrazione media. Poscin si ritQrna da questa posizione a .t,;;• nell'uno e nell'altro senso, i misura e si avn't la rifrazione doi meridiani principali, In coi rliiTerenza rappre;,eOta l'asti~mutismo cen~ato. Nella maggioranza dei ca~i i meridian1 principali sono 4 0 e 90°; lo "i riconosce dnl fatto che il meridiano di rifrazione media è n .~ ;;o od a 90 ~!.> :::::: l !~5°. La diiTerenz.t fra la rirrazione media e quella dell'uno o dell':~hro dei mrridtani principali do\·endo es·ere la stes~a . si ha co·i un mezzo di controllo dcll'esauezzn della propria operazione, e se si t' operato bene ed esiste una differenza che non può essere uiLriboita ad errori d'osservazione, si sar!1 autorizzali aù ammettere un grado pit't o meno rilevante ù'irrcgolaritù della superficie comeale. Qunndo si vole.;sero misurare rornee cooichP on-ero di animali la cui eurvalura d iiTeri~ce assai da quella media dell'uomo si sat·ebbe oubligati a spostare le ruire oltre i limili del regolo graduato. ln questi casi si evita la dillicollà cam· biantlo lo sdoppiamento delle placche. beninte:>O che allora le indicazioni del regolo non sono piti esatte. \l ~. i-4. bi-
+
'IOTE Ul OTT.\1,\IOMKfiiiA
sognerà sosliluiroe un :~I Lro. e ciascuna divisione del regolo ra pp re ~en ta noo più una dioLLria, ma una Jiottria molli· plìcata pt:lr oo certo fauore co,-i come :'indica il seguente qundro:
ou
'
slont~
r
lr
Spitpzjoue delle colonne
t
0,:.!5
390
0,50 0,75
L91'1
1,25 1,6()
l litYI·
l
f<,S~:H O,OO:!Hi l Sdoprtomento tn mlll· 1 ,70~9
56,57
49150
1 ,1~3!)
l oH
1,75 2
8.1l~5
l ~.:12tH
5
:J,0073 ~.r~~7J 2,2a3Z l :J,40!JS 1,8015 ~.:W:H 1,5006 5,111-6 l ,:t&>9 5,9671
1:12
l
3
79,2 (i(j
(j,fi!D:l
2,25 H l i,li7:20 2,"•0 39,6 o,sosaaj8,5:Hi 2,i5 36 o,a tGRG n,:l7fl8 :1 :l;! O,ìi-879 10,2'2<> :$,25 l 30,Wl5 0,6!H2i 11,~2 3,50 2 ,:!8:,7 o.u~u;g lt,U:l~ 3,i5 2tl,l 0,5!18')ir :!,ìHi 4 2~,75 0.51819 l3,1l:i9
l
metri.
0,00 56 S O u Valore in t!tottrie 0,01915 comspondente 11ILrat· lO U. O,O:J410 O,U5:ll4 3. Valorein diotLrte d'un:•
oo-631-1 eligolo. visione iotertt tlel r(•· •
1
0,105i8 4. R:~gg1o conbroorteolP aD 44 . 0, 1350i 5. Variazione dJ r Jll'r una 0, 17049 variazione dJ una thul· 0,2099H tria.
.
0,253~3
1),:10086 o,a5t9 1 O,i0i51 l 0,466('>6 0,52967
!:'upponiamo di ùon•r f;u·e la misura d'un cheratocono. SI melleranno le mire ~ulle divisioni H , poi si ~irer·a o no le placche di cristallo -,ino a che abbia luugo il conlallo delle immagm1. i metter:\ allora nn mìcroroetr·o a fnoco e ~i leggerit lo sdoppiamenlo cor'l'isponùen te a questa novella po· :;izione. Cemtndo quindi nella colonna l lo sdoppiamcnto
~OTE
DI OTTAI.UOllf. llll.\
ehe più si av\'icina a quello tro,·ato si regolerannu linalmeotP le placche pe1· questo sdoppinmenlo. L'strumento cosi funzionerà come <l'ord1nnrio. e :;i donà soltanto modificare l'e3pressione dei nsultatt con formemente alle indirazioni del rtond ro. Il pror. Alhertoui ha adallalfl a quest'oua lmometro un rel(olatore ad a..;te articolate che sen·e arl ouenere ~po:;tamenti iorer i e simul t:l nei nel movimento delle mire, il che contribuisce nd ottenere misurazioni pil1 esntte. \ 1 hn 10ultre introùoua allreu llll mo.lificazioni la qunl1 tu Ile tro' ans1 ml'nzion:ue in due memorie pubhlic:He nella lla~v,•ynatlellll scit•n:t' medicht>.- \nno rv. ,\lodena 1889. Otratmometro di Retti. - (Jue;;to ist rumento sen·e a misurnre In curvatura dell'area centrale delln col'llea utiliuata per la vi~ione ùisliola. sulla linea villunle: fo rnisce quindi tutti i dnti richiesti per la dia~ n osi e determinazione del grntlo dello asti~matismo; ~erve alt re~ i n mi~nrare la ~ur vatura di qual~iosi superficie c;ferica l'iOeLlente con ru)lgio da G a IO millimetri. La sua costruzione i! fondata sulla se~ue nte nota l e~~e nttica : l)uaodo due sistemi ottici centrali sono combi nati in modo che il loro foco principale coincida, il rapporto delhl gran dezza dell'og~ello alla grandezza òell'immrtl-!int> formata dai l\IStemi cornhioati c uguale al rapporto del foco principale dei due !'Ìstemi ottici adiacenti ri,;pelli\·amente all'oggetto ed alla imma).!ine. In questo caso i due sistemi ollici sono la l<•nte ~on ves~a dell 'istrumento e la cornea come supt>rlic1e rdleuente coll'o)!~etlo si tuato nel foco principale della lt>nle suddetta. L:osj (Vedi lig. l") sia M.\1' la lente ~o m es~a di foco couosciula, A la snperti,:ie corneale, P' il punto o' e coincidono
:\OTE 01 OTTALliOaiKTIII \
i lorn fnoclli principali. Sia S P un oggetlo sttuato alla distanza focale principale di M W e sia J' rl l'asse principale del ~istema. Un raggio S )1 parallelo all'asse venù ùopo una rifrnzione dirello al foco principale r' d~lla superlìcte curva t Iella corne1 e per conseguenza verrft riflesso nella di reziooe IO parallela all,a.;se r:r'. l B prolungata ioconlrJ nel punto ti t'<\g}(io dircllo al centro C; per conseguenza S' è l' imm:tgine di ed ... ' P' l'immagine di , P ed P' sat·à nel focu pnncip::tle della snperlic•e convessa rilleuente. ~ei triangoli simili ll P' O eù t P' A : 1
l
~ ll ed l ,', prolun~ameoto questo del raggio rillesso sono
paralleli all'asse x x', dunque: .quindi :
quind i:
:-; P == ~1 O ed
' P' == l A
P' O
l' () F P' A == ~'P': ossia -1- == - 1 -
_Q_ '? F . . . . . (1) r = _!_. 2. l - , .
e per conseguen1.n r ==
2FX l
0
JJe~ari.::ione dell'istrumeuto.- Le pa1·ti essenziali dell'ottalmometro sono una lente con ves~ a aplanatica di foco cono~cllltl'l, un prisma rella ngolare neulralizzato nel suo centro da un
XOTK DI OITAl.lfO\JIURIA
prisma piil piccolo ed un disco circolnre: un lnto del prisma rettangolare è adiacente alla leolt>. Quando J'i.::trutnl'nlo è silonto rìmpello alla superficie conyessa rilleueote. col disco riTolto verso una sorgente luminosa, nel foco virtuale della superficie convessa riflettente si fo1·ma un 'immagine virtuale del disco. Que·tn immagine .aril ,-eduta disuntamPnte soltanto dall'occhio emmetrope nuraverso In porzione neutralizzata del pri:<ma quando il foco della lente coincide col foco virtuale della ~uperlicie cooves~a. JJ rapporto dell'o:,!geuo coii'Jmmagtoe •arit tJ U&IIo elle innanzi nhbiano detto. Se ora dietro il prisma neutralizzante se ne inseri!\CC un allro birifrrmgmte, il •Junle sdoppia e~:m:uneote l'immagine, il suo effetto r facihnente determinabile, e per coo,egoenza si polt•it misurare ('sauamente In $:rnndezza dell'immagine. E~,endo cono ·ciuta la grandezza tlell'oggello si hanno i tre elementi nere~sarti per determinare la eutv:Hura della superfici e conve,sa riflellenl e. L'tslrumento in questa !'empltce fo1·ma presentaçn nel suo mane~gio delle dlllicollà pratiche che furono eliminate coll' aggiungervi 1111 corto cannoccltiale munito d' un pri~ma birifrangente fissato di fronte ad un ohhie111vo. :iccltl' llall'n"3nti all'indietro lro,·aosl nell 'oltalmometro le ~<eguen ti part i: Lna lente aplanaticn lticonvessn : Un prisma rellnngolnre dietro cui ... ndalwto nell 'asse visualu un pm ma pni piccolo neutraltzzante: Il prisma htrifrangente del cannocchi:~le; L'obbiellivo o fonte biconvessa del cn nnocchialc, la cu i tli~tanza foca le i· uguale a quella della lente nplaoattca anteriore;
'iOTK DI Ori \LliOU&llll \
Oue liti in croct: 'Ìtuati al fuco principale dell'obhietti\·o del cannocchiale: Co oculare ftnmsdeo . Prima di ~ervirs1 de11'1 trumento è necessario a Slcnmrsi che i lìli in eroe•' sieno veduti distintamente al pnnto remoto dell'osservatore. L'osservatol'e tiene l'i'ltrumento collu mano sinistra In quale po~geri1 sulla fronte del paziente: iJ disco sara rivolto verso una sorgente luminoso situato alla destra drll'o5serv:~tore.
li punto di coinc1den7.n ciel foco pa·incipale :;i trova muo·
'enti o l'ottalmometro nel senso antero-po·terwre. Quando l'occhio osservato i! diretto al punto ceotr.d~ o di ris~nziooe e la sua linea visuale è verticale al punto dellit cornea pel quale e:;sa passa, l'immagine corneale raddopp1ata e rovesciata dM·e vedersi nel contro del cam po. Invece di usare di·ch• circolari di dllferenti dimen swni si C)ttiene tneglio e con mn!!giore prontezza la grantlt'7.Zn dell'irnmaJ,:ine neces,ana per pr·odurre un esatto contallo io lUlll i mendiaoi variando la ~rnmlezza del disco In merCI' d'un diaframma ad iride allo -.le5SO an nesso. , ervenòosi d'un og~ello circolare la forma circolare. el•t· tica où irregolare dell'•mmilgine rivela tosto la condizione della superficie cor·neale. Quando l'immagine è ellittica il meridiùno della mas"ima curvatura ~i trova facilmente coli.• rotazione del ca nnocchiale. e con unn rotazione di tao• si avrà uu'ossenTazione di con· trollo. i determina con aoalo~n procedimento il meridiano della minima curvatura. Per potere eseguire misurazioni della maggiore esaltt'zzn pos~i hile, l'ili. pro f. l\eymond ha fallo adattare all' ottal mometro
NOTI Ul 0'1 fAI .'IOllKl'lll.\
..
~-
i) .. l
tlit&enle in clinic:l un piede speciale 11 quale mentre permelle qualsiasi mm·imento ue a'si..:ul'a a ltr·e~i sia l'immobilità as· aoluta al momento di stabilire rl contatto delle immagini del disco, sia la posizione voluta su ll'asse vi,ivo. Gf'ariua:ionedl'll'oualmoml'tro.- !'\la n il poler&in diot· trie della col'nea come superficie rifrangente Cttn u.n mezzo dietro di e$S8 di un iforme densità rhe alluin un indice di rifrazione I l = 1,337 apprnssirnat ivam~nLe:
n == (n -
4) l 000 r
331 = - 1'
. . . . . . . . . (ll)
Combinando In fo,·moln (l) t\OIIn ( li) si ha:
l
,
() -!- l -
'
-
x
:):{; ~~. ? IF
l _ 337 (O' _ ()') -.2 lf' . ~oll 'i·tr·u menlo
quind i
l =? e 2 F ==:>2, l == 3.'?-i. (01 -
l
3.2i. ==
O'
0),
- o
quinrli IO = n •tuasi meno ,Ji ' , di millimetro.
:\011! DI OITAI,\fO\IKTIIIA
La scaJa ·u cui si muove rrndice è divisa in due graduazioni uoa esterna ed una interon. la prima indica In ~'l'an· dez:ta delle immagini. la st•conda le dioltrie corrr:.pondenti. L'ind ice di errori' $i trova col prendere il numero clr cliollrie ad intervalli sullicientemeote ~raodi entro i lunitr dell'ottalmometro. In questo strumento se noi prbndiamo gli estremi c.lell'indico O== 13 rom . e O= l G mm. trovinmo che le drottrie corrispondenti sono :3 ,9 e i) l . 4-. l.n sr.ala essendo gratiu:~tn rn ter·zi di millimetri, l' iudica po--itiYo di errore di cra:.cnna c.ltl'isione é ci rca 0,08 Il . • e ·r to;;lie ti doppio pri,llla l' rrnmagioc e~senùo urura, e l'apertura della pupilla essendo io ~-tenera le nettamrnte visihile. si ha il mezzo di determinare se l'asse vrsu.1le possa pel centro della pu pillo. L' istrumeoto diiTerisce dall'ottalmometro di Helmholtz percluì in questo l'oggetto è costante e l'immagine ,·nria colla curvatura della superllcie : r~womiglia all'ottalmometro prntico di lavai- Schiotz, nel quale lo sdoppiam ~>otn 'i n:trene merce) un prisma birifrangente situato fra du•• uilbiPltrvi acromatici di ugu.lle fo co . di modo che mentrt• la immagine è costante si fa variare l'oggetto. \ lh>n:hè la diffnrenza di cur·vatur·a dei meridiani pr·inl'i· pali corneali è considerevole (di 3 4 diottrie, p. e:;.) per ouenere ri-;ult:~ li sufficientemPnte e'atti coll'ollalmom etro ciel lteid , (• n eces~ar i o sostituirvi pri:;mi birifrangenti di forta differ·ente i quali dieoo imma~i ni da l a 3 millimetri . ~el modello descrillo, e l'he è 11uello adoperato io 4ue-.1a clinrc.1, è stata scelta l'immn:.:ine di ~ mm. ron cui si hanno risultati abbastanza esall1 per gli scopi pratici . Pei casi dto ecr.edono i limiti sopra meozronati (da 6 a l O mm.) devonsi liOSlituire pr·ismi di forza conveniente.
NOTE DI OIT\J.I! OifiiRl\
,J,.ll' ottalowulttria. l'turi,• tl• lt accomudammro lltilrt ri.~ion•· rrs&igm11t1ctt. Rapporto fra i ri1mltati dt llr 111 is11 re ol talmo llll'tricbi> t' la rrtrre: w n•· di'il' ll8tig matism o. l mt'fll'tlln ; a
'lercè l'ottnlmometria, come ~iit acn•nnarnmo, t> stato por<~illil e rico no~ccre e determinarl:' l'intluenza delle contra:~ioni dt•l muscolo ciliare sul cnn~oamenlt> di cun•at ura del cri,lnll lllo, d~nuwndone datt dt ~omtua unporlanza per la correzione rnz10oale tldl'asliJ,:HHlli,mo · ma non si arrtHano qui i vaillaJ!gi dnlln medesunn nrrt·t~alt alla ~cienza ed ai pazienti. l)uPslo mezzo d'esame tn\ero Ila fatto dtBJ.(OOslirare un rileHi nle numero di lievi a~ttgrnati:-mi d te prima sfu~gi vano nll'ossern1ziooe, e rhe risl'nlono ns~ni più di quello elle si supponeva In henenca innuenza delln correzione nppropri:lla, •' ciò per In ra~ione elle l'astigmatismo debole è pesso cau ;:.a d'n:neuupan iotoll~raltile. menlrl' rhe l'nsttgmati$mo forte provoca soltanto un'ambliopia hl '(ttnle suole riuscire meno tnsopporlahile (' lartin). l'nn rorrezaone ltPo fall1 h . . o,eole 'P'trirc d'incanto non sulo un cPrlo numero di astenopie rtllellt, rna anche di emi· cr:~u ìl', di coo~-:iuntiviti e blt>fnrili pertinnd. Ed a questo proposito vn ricordato che basta talora una dill't>reoza d'a~ti~ mnti-.mu di 0.2:.> rrn nn on~hio ,, l'altro perchc J'i naividuo pr·l:'ndn l'abitudint~ di servirsi dell'occhio migliore:~ pcrciù rhe neglt strahki l'occhio più n~tigmalko c IJUello rhe devia . . i è potnlo altresr provare elle l'asli~mata~mo è cau.;a. spetil' ne~ li ~rolari, ti t miopi a e da anisornetr opta per la ragione chr nt•lln visione d'ogl.!etti vicini atloperano solo l'orchio ~tigmatt.:o. iltJU~Ie finisce p~>r direnirl' rnropr. mrntre l altro resta o.mmetrope o '!nasi. :H
530
;-.on: DI OlTAIJlOli"ETlUA
Gli alti gradi di miopia ed il cheratocono sogliooo associam ad no astigmatismo rilevante che prima dell'uso dell'oualmometro sovente passava inosservato, gincchè non veniva in mente di provare sui pazienti l'efTetlo di cilindri di i) n 13 diottrie da cui ottengorro non lieve beneficio : si ~ parimenti riconosciuto che alcuni cheratoconi fanno soggetti a variazioni ritmiche di curvatura, e Javal in due casi constatò che sifTnlle vari:tziooi erano sincrono col polso degl'infermi. Javal , Airy, Pftuger, Marti n ed altri hanno potnlo accerLtre che non solo l'astigmatismo Lolale dell'occhio può subire delle varia1.ioni, ma ancbe quello corneale solto l'intluenza dell'età, di malattie ed altre cause speciali: ciò ha iauportauza per la necessiti' che ne deriva di dover cambiare la correzione astigmaLica precedentemente prescrilla. Leroy ha studiato. servendosi dell' otlalmomelro, r tnflueoza che esercitano i mu:1~0Ji dell'occhio sulla forma normale della cornea umana, ed è veuuto olia conclusione che l'asimmetria fisiologica della medesima possa sopr:HuLlo dipendere da dut> fa Lli principali , cioè dalla variazioue di spe~ sezza e resistenza del gu ·cio sclerale e dalla pres::.ione dei muscoli retti e forse anche obliqui. L'iulluen7..<1 dei muscoli è tanto piìt ammessibile in quanto che ciò che di es.si si sa concotda colle co.;uizioni circa la distribuzione ordinaria del minimo e ma.ssimo appianamento dell1l cornea: infatti l'nppìnoameolo minimo riscontrasi sul lato temporale, ossia 1111 corrispondenza del muscolo retto esterno elle è il più debole dei reui, o l'appianamento piu forLe rotTispontle nf lato oa· sale ove trova.si cioè il reno intemo che è il più forte. In rapporto anche della influenza muscolare sulla cur\'Olura corneale panni dovrebbero mettersi le seguenti osservazioni ri~uardanli due indiYidui aiJeui da strabismo associato ad astigmatismo, operati io questa clinica l'uno di Lepotomia
'OT.K Dl IITTALXO~ETRI.\
53 1
.., retro interno d1 si n1stra, s rahro d1 araozameoro museo..,, del retto e~tern o di de~.tra. Ouo ginrn1 dopo l'operazione ueni l'~tiJmalil>mo corneale accresciuto nel l ~ di mezza dioUria e nel 3• di ooa, ~eozn che ciò av~se punto ostacolato i !Jenefici eiTelli <lell' opernzione. Non meno Interessanti sono i rl:.ult;tli delle ricerche ou.tlmometrlche fatte dal ~ Ortlensou "U~Ii allievi dai 7 ai 20 .aani dte Cr·equenlavano la scuola Al:.aziana di Parigi. E;.;li rt5eonrrò f(Uanlo segue: Degli emmclropi 9 su l O pre~cnU1vano un astigmatismo misurabi le. La proponione degli a,tigmatil'i era più alta ancora fra lfi ipKmelropi e sopratullo rra i miopi. Su U6 allie' i GO avevano un a~tigmatismo di almeno eoa drotlria ad no occhio. astigmatismo c;oè di grado non lraseurabile, e che meritava d'essere tenuto io coosiderazioae ed t>pporruoameote rorrello. se per poco dei sintomi dj caiopia 11 tli nstenopia fos~ero l'O[H<l\veouti: ~ allievi poi erano aiTeui da astigmnti:~mo super·ioro ad una ùiourin e aaezzo che si ru obbli~ali a corre~gPro senza indugio. L'acutezt.a Hsiv.t normale è comp:llibile ne~l1 scnlari rou u a\\tigmotismo corneale di circa unn diollria e mezzo: Ilei f,rio\·anelli poi osenti d1\ a~li~matisro() in re~ola 1-{enerale l'aratezza vi~iva è .;uperiore ad una volta e mt>7.7.0 la normale. :iei gio,·ani di :wl ito il crislilll ino prende parte alla corre':Z.iolle dt'll'asligmati:.mo. DegH allie\ i esenti da :Btigmatismo oes~unu ern miope, mentre che su :33 di es-i miup1 tuili presentavano un certo grdo di nsti~malismo, il quale nei due terzi er·a di almeno mezta diollrin. Questo conferma cit\ rbe era gii1 lato annunciato da b-ral; che cicè l'astii{Dltllismo predispone alla miopia.
'OTE DI OTHI.\IO'ISTBI\
Dalle ' ue.sposte osservazioni emer~e qunnlo accurato e rc;;!oro.so debba es·ere l'esame delle condczioni diottc·cche nei giovanetti che• devonn e:-,ere amme·si ai collfgi e ~cuole militari, <lappoichè COS!Ii anni pos~ono manife,tar~i dei cangcamenti rwtologicc i quali non :-cmpre sonn compatibili col militure servczio. Il professoc·(, Scimemi eia uoa !;erie di arrurote nci,ure ottalmometrichf su occhi operati di cat.arall.l ha clt·dotte le seguenti concluiiioni che hanno interesse per la t·orrezione nstigmaticn : l" La curvatura ùelln corue'l non per·ll! la sua f,,rma ellis~oille e le sezioni (rncl'idinni) dee passano per la lint>a '"'iva ~ono per lo più rlliuiche. come prima dt!ll'operazionc; i' Nel mec·idiano pnrnlìelo al Lnglio aumenta I'N·c·entriritic dell'ellisse corneale ed insieme si rentlc piu ron' e-.:sa la rurvntnra della rororn: l'nn~olu a dimcnuc••'f". pur tunanendo positivo (!1 linea visiva si nvvic·crHl al t'('ntru); 3• Nel meridiano perpeudicolare al ta~lio l'ellis~P w1neale duninnisce tanto la sua ec<·entricilic, da olfrire un.1 curvatura pre,.;;ochè circolare: l'an~olo a aumenta cun,cdere,olrnente e dh iene S('mpre po:;cll\ o (oper·to io ltnsc:o), mentre la linea visiva passa quasi pt>l centro del mendinno corneale, onde l'an~olo a rcsulta qua~i uguale a zero et.l il \'ertice dell'ellis'e rorneul e si tc'O\a piic ltasso tlel centro del roericliano. CJueslc rnui che sono pronunziati nei primi J.(il••·ni clopu l'estrazcone dcminui;..cono in st>guito. pur consen nndu:-i alt'uni t.l efini tivnment e. massime nel meridiano prrprntlicolnt·e. Lnonde si può dire che le modilicazioni ùelìuitive che trovan~c nelln comea dopo l'estrazioni': e che hanno im-
NO CI~ 01 OTfALllO'f FTIIIA
portanza pE'r la pratica. nM sono tali dn disturlwre forte mente la forza çi~i\a. Nel mcritlin oo parallelo alln ferii;\ Il leg~iero aumento dell'eccent ricità dell'ellissi ror neale viene t(un ..i compen~<nto dall'an icinarsi delln linea 'tsr' a al ce nlro della cornea, pt>r cui tl<t UO lato e tlalf'altro :-.Ì ha 1111!\ furza rifr:ltl1Hl 'l u a~ i uguale; nel mt>ridiano perpentli•·olare lt\ curva si mndificn avvicioantlo~t alla rorm.l circolare, onde l' inconveniente che si riscontra. tlel non trovnr:;i r.iot'• la linea vi,i\·a in posizione si mmetrica rispello all'ellisse rorneal~. dr,·enla di poca importanz;r. Per queste ragiona neP.Ii operati in cui la guarigiune der.orre normale, onde sr può p:-esumore ragiunovolmen te clrB la nuo,·a curmtnra della rornca s.a regolare, non bJliOJ.! nerehhe pre•JCCuparst d'altro che ùcl semplice astigma tismo che "uolsi riscontr01re in corrispondenza della linea visrva, il tJUale è veramente quello che può en.•re causn di circoli òi diiTusJone. Che se nonostante la corrl'ziooe astigmatica non si riel<re a dare nll' 1nfermo la rorza \!sava norm; le ciò ~i deve piuttosto att rihuire alle condizioni interne del hulho, priocipnlmeote alla tlerormita del forarne pupillare ••ti pieghettamento delln cristalloide eire. pur es"entlo tra~pnrente, derc d i ~ Lu rba re la rifra1.iooe dei rnggi che l'attraversano.
.. l'er mettere in rapporto i dati di'Ile misure oualmometriche della cornea cuhe correztonr che dell'n,.,ugmatbmn hisognedt fnre occorre tener pre:~en te i dill'eren ti modi di comportarsi del crl:;tallino -ouo l'atione del mnsl·olo cifrare. Donders :\Vt!V.t notato che per lo piu l'astigro.tti·mo ,.,og-
NOTI fil OTTAl.lfVliRTRJ"
fteliÌ\'O è inferiore a rynello corneale e
ciò f.',:li spiegavasupponendo l' e~istenz t d' un nsltgmatic;mo statico nel cristallino. dO\'Ulo od alla formo della superficie di curvatura od a una posizione obliqua clel m ede~imo sull'asse visivo. r.iraud-Teulon P 1\napp posteriormente am mi ~em rhe nel cristall ino possa pt·oòursi un astigmatismo per ronlrnzioni ineJ.tunli del muscolo ciltar·e. Dobrowolsk~ guidato dalla stes~a ipote ·i e<;e.~tu • ~Ile esperienz<> dalle (ftJali deuu,se che il cri .,talli no solto t'nt.ivne di rontrnzioni irregolari del mosc11lo ci liare pos~a assumt're una forma asimmetnrn alla a nentrahnare l'nsli~matt"mo statico clell'occ ltiu o l'effetto di lenti cilind riche si tuutt> tla\8nli un occhio no11 asti}(matico. Waino" , Thomson, Graedle, L ero~, Javal, ~Jartin ~ molti aiLI'i si associnrono a tale opinione . .\ 1 pre:~enLe qua~• LoLli gli oualmologi c;ono d'avvi.,o che rl crislalhno, merce le contrazioni irrf',.:olarr del muscolo ciliare, operi una cosideLla correzione dinamicn, ed io casi eccezionali anche un :1 sopracorrezione dell'astigmatismo. 1\iferirò al ri).tHarùo f.lli studi del ~l a rtin eseguiti coll':uuto dell'ouahnometro, cui farò seguir·e l'esposizione di quelli fatti dal professor H.eymond roi quali e~li ba potuto dare un'interpretazione ben differente al fenomeno dell'ac~omo dazione dinamica. Il Martin aLLribui;;ce al muscolo ciliare due sperie dt contrazioni parztali, •li cui le une sono conttlrici d'una asimmetria statica della cornrn C'l del cristallino, le altre in,·ece producono una asimmetna del cri>talli no (contra:ioni a11ttgmogmc}.
A. Conlra:ioni t'OTTettrici. - LI' contrazioni ac;ti~matiche de~tinale n neutralizzare in Lutlo od 111 parLe l'asimmetria dell'occhio sono eli due varieta.
La prima dinota un certo grado di tensione permanente del muscolo c11iare chP non ce<:s:l se non i:1 s e~uito nd istill:~zion1 di soluzione d'atropina e rive.;;te un poro il cal':lttere tlella coutr:tttura: e. ,;n riliula In lente ci lindrica incl icata dall'esame ohhietti vo della cornea, e vieo r. hiamata dal " artin contrazione n•rtilrutr. l.a seconda 1nòil·a un grado minore di contraziOne del muscolo c·iliare. non •' continua. A quando si prmluce ba r.. treuo di accre~cer~ la nellezza deUn vista corregt(endo più o mrno l'nsimmeu·ia della cornea: ,;e ndopernsi un cilindro rorretlor·e di <iUCI'La asimmet ria la contrazione spa· ri ~··e per rirompt~rirl' appe11a che il c1lind ro viene tolto. Questa contrazione hn denominata t•lastica, perc b ~ ~;i romporta l'i~pNto alle lenti come i corpi elastici, la cui fllrma alterata da una ca usa muccanicn tran~>itorHI ritorn.1 normale appena che tale causa cPS:'a di agire. Per la detormina?.ione delle contraziOni ren ttenti occorre ~Prvirsi dell'atropina e dell'ottalmomet ro. Adoperando solo l'atroptna non si potrebiJo punto giudicare se l'n,ti~ m n ti,;mo trovato all'esame suhhietti\ o i• dt• Ila cornea o del cri stnllino, e d'altra parte l'oualmometro solo non potrebbe indicnrci se l'asti!.(mati·mo cristnll ioico correttore trovato subiettivnmenLe sia d'ord1ne statico o dinamico. Assori:10dosi tfU Oill l due mezzi d'esame s1 ~ ie ne a riconoscere che 1.1 correzione più frequente è tluella d'un difetto roroeale, e rhe qut>-;ta correzione nPila maggioranza 1lei casi ~ dovuta un icamPnte ad nn ast1~,rmat1smo clinamico dt>l cri·tallino. Quando 111 un a<.tigmattco l'esame ~ubietti vo est>guito la mercl- d'un t~uadro a ra~gi s1 tunto a ;) o 13 mf'lri di distan1.a non rh·ela pl'ima dell' istillazione d'atropina alcun a"LÌI-(Illlltj,..mo, nllor:t il grado della contrazioni' reniten1e è misurato
:;:w
'\OU Dl HTTAI.lJOIIETKIA
e~allamente dalla forza del cihndro currettorc tollerato dopn
1· atropioizzazione. '\ei casi in cui nelle ~~e~·e cir«:ostnnze è stato lrrl\ato un OSLigiDalÌSIOO uhbielli\O l' inteositil della COnlrl\1.10116 li6Uè misurata dalla for·za del cilindro correllore diminuito cll'll:1 qunntitù rappre:\entant~ il grado dell'astigmatil'lllo ,u!Jbicllivo.
Se il totale di queste due uh1me quantità fo ·si' supcnore nllu cifra tlell'a:;Ligmatismo corneale. hisognera Cllnduderc che non pari«' clelia cootrazrone serve n 1lissrmulare un a'tigmntrsmo cnstalltnico OlllOOilllo. Per la dia~nu~i p(ll delle r·ontrazinni clastiche occorre :-.ol<t . servirsi dell'ott.1lmometro, mentre dte l'u:;o dell'atrop n anllrehbe contro le ricerche. ~i fa gu1rdare dal pt~tieute il IIIHtdru a raggi srLualo n :j o G metri di ùistnn1.a, e lo s' interroga per soperP se tutte le lmec sono YÌilte ugnnlrnente nere. \nelle quando la sua risposta sia all'ermativ:~ gli s1 pun« !lVIIIllÌ l'occhio IlO cilintlru positivo o negati\'0 di o.~:i Il, cull'a;;~e diretto secondo le mrl1cazioni risultate dull'c" m~ ou·1lmometriro. Se una d1 queste lenti non dt~turh:~ punto l'unirormitit tlel colore delle linee signifi1·a che l'occhio i• sede d'una conii,,zione elfuitica dte é cc,;:ata almeno in parte nllurqut~nÙr l avanti l'occhiO t' stato rnes:;o il cil indro. Per conoscere il graùo esatto di ttuosta conl.rar.iune blso~o:na provare la erie a rendente de1 ctlindri. -.ino a che sia turbata fuoiformiti1 della t1nta delle linee. - L'ultimo cilindro che ncll'csperiwento nou p1·oclncc alcun disturbo nell'armonia della tinta d&lle linee indica la forza della conlra•dooC' eia ·ttc.t. ~d ca~o po1 che una .;(Ila linea appare netta e i'piccata
SOTE DI OTT\l, IIO)IBTRI\
i;3i
si pro1·eranno cilmdri progressivamente più forli sino n cile tutti i r.t)!~• :;,eno 'tsti ugunhnente neri. i noterìt la lente più debole con cui si è ollenulo tale rtSultato. St presenteranno poscia al medesimo occhtCJ le lenti cilindriche pro~res sivamentc piu for11 sino a chE> una di e:>se faccia ce-.sare l'umformitlt del'e linee del •tundro. Ln fot·za ùi ljue:;to ultimo cllmdro, dinHouilo della forza rlcl prtmo che ristn~iliva l'ugu n~lin n z.t nella tinta delle ltnee. rappresenta tl ~rado della contrazione elastica. ro t1liÌffi O ffit!llO per sapt•re se esi-.te una rontrazione elastica 10 un occluo emmetrope. o reso tale, e che si cumporta nvnnLi il qu adro a ra~gi come se non fus~e punto a~tigm atico. :<t è di vedere gli eiTettt prodotti da una lente 5fenca con,E'~"a leM}.lÌera, per esempto eli 0,7:) U. All ora so non vi è astigmatismo. o se quello esistente ò rE'nìlente. qnesta lente non potril f:u·o apparire una linea piu nera sul qu tdro. Se invece fi è a,t•gmatisrno corretto da una contrazione elastica la lente posttha dimtnu irit tosto la forza della t•ontmzione correllrice e si vedrit subi to una line:t piu nera. La direzione di lJue;;ta linea indica allo stes~o tempo la natura d~:~ l cilindrtl correllore e l'inrlmazione dell'asse. Que ·ti due tipi rli correz10ni si riseontrano in tutte le varietit d'asti~rnali~mo, secondo o contt·o la regola, obliquo. mmpico semplice o compo-.to ecc. Le si riscontrano specialmente n e~l 1 ipermetropi e negli emmetropi: nei rniupi invece esse -;ono r·are e devono e sere considerate pinttosto come il risultato d'u nu spa,mo anztchè d'una contrazione normale. Gl'individui all'etti da un asli ~malismo miopit·;1 semplice d'un grado elevato raramente lo corre~~ooo per la lontnJH\nza.
~OT&
DI OTTH \10\IKTIUA
fJup-.ti ocrhi in eJTelli 11011 provano alcun vanliljl;!io a neutr:tlizare 1:1 loro ashnmetria; ciò facendo essi aumen_, terebbero l'~cotezza ùelln v1s1a ma oe raccorcerebbero la por tal i: le contra1.ioni infnlli aumenterebbero la loro rifraz•one accrescendo il grado della miopin. (~Ji emmetropi alfetti da 1111 astigmatismo miopico, 1 quali correggono per la lontananza, sono quelli in cui il tlrfello corneale ,.. leggiero, :.icchè il grado di miopia che ri,uJia dalla contraziOne si manttene li~>\' 0 e non diventa pPrru) una rau a di disturho v1,;1vo nella mn~xior:mza delle occupazioni della ma. L'nsti~.:mati,mo cri;,tallinicn esistente -ulo oi o.;5ociat., .l IJIIello corneale dello stes~o sun senilo trae vanta~gio , al pari dell'a,.,tivrnatismo cornealo isolato , dalle w11t razion i ron·etlnd 1'eD1tenli od elasttche. Qu esl'asti~matismo del cri~talli n o che rinforza quello corneale è piuttosto fr·erp1ente. spec·ie twi c'bi d'1~tigmati:;n1o contro la regola e nei miopi. li ~uo ~rado varia dn 0.~:; a :J.:;o n e talora è superiore talvolla inferiore al grado d astigmati:;mo corneale. L'esistenza delle suddette cootrazioru si può diagno L•c ar~ nei tr·c se:.tuenti modi : o) Comparan do due r:;nmi prnlicaLi a parecci:Ji !Inn i •l'intervallo. /J) Con un solo esame s n ~sidiato dalle istillazioni d'au·opina oei ca:;i di contrazione renitente. r) Con un semplice esame enza atropina nei casi •li rontrtlzione elastica • .\bhrnmo detto innnnz• che In neutralizzazione dell'n.,tium.lli mo nei miopi è rara al pnnlo che non ~i riscontra che :J a ~ vulte su cento pazienti; que~ll nondimeno vPdono hone da v1cino e devono perciò corrt>\!gere anch'essi il loro
~OTE
•
1
DI OTTAI.'10'1RTIII.\
astigmnlil>mo. - Per scoprire le loro contrazioni nellt' prove a 5o 6 metri bi'Oì! n :~ procedere in maniera alfano speca:~le. lo Juo~o eli l'orresrgere con una lente sferica concava l'ametropia del rnerir\iano meno maope. il t[U•IIt propriamente parlando r:~p presenla il gr.ldo a·eale della miopan. bisogna adoperare la lente che corregge il mf'riùinno piit rifrangente: IJIH?SLII lente d'ordinario rendi' tullo le linee del qundro ugualmente nere pel motivo elle una contrazione parziale si produl·e immediatamente. la quale conduce sulla retina il fuoco dei r.l~!!i troppo dl\-ergenti. l)ra IJU Uie ,,m·• il grado ùi que"l:'l cuntra1.ione ~ Se nel quadro a ra~~i le lineè "ono vi...lc nere ed nguali vi hn nll'retione complet:l, pari :ella cifra dell' a:;ta~coatismo eorneole. 'e nl contrario snno vi~Le soltanto nelle le linee pe1·pendicolari al meridia no pii1 rifrnn~.:ent e, lu correzione è rwll.l o parziale. - Si provano allora dei cilindri positivi ~rnd n ta me nle più forli. cominrinndo dnl più ùehole. Appenn dte si arà ollenula la perfella unifornuta nelle linee del quadro luso,:nn arrestarsi. La cifr.1 tlell'~tigmalismu 1'orneale diminuila dell-a cifr:. del cilindro con cui si olliene l'unaforlntlà nelle linee rappre~enta il gratlo della conlt'al.ione . • e le due cifre s0no uguali il iso~nn conchiudere che non vi t'l cont rnzione. La notevole predilezione che i miopi hanno per le lenti sferache cuncn'e fo rli si spiega pel fntlu ch'essi mellono suhito 111 gauoco le contrazioni correurici del loro asti).!mau smo. Qne~ te contr;czioni eccitate da una lente conc~l\'a iroppo fo rte di .;.amolano ~ovente J' :cstigmaii'JUO sulllnettivo. l m•opi nstilo{matici correg~ono la loru asammetl'ia per In vicinanza il che ottengono e,;,~erando, .;furLanùo le conlrnZIOni.
L1 loro coo•lolla é imitata da certi emmetropi i IJUali non
punto per la lunlananza, sia perchè la loro •ah:te i: debole, sta perchl· la loro .1simmetria "tatica ~ troppo el!'' •ta. lnline è pos:-ibile I!On•tatare n e~li :Biil(mat ismi Jel cri,tnllino. dovuti probabilmente tnllt a,J una contrazione a:-ti,(mugena. d~lle correztont pamult conellrici nella vtsione da ,·ici no. ~ .. Ilo ste·so apparato or,tanico(cri,tnllino e muscolo··ilian·) s• tnaert>hherc, :ulunl(ue la ca u ~a del male eti il rimeili(l .ti medesmw. O~o:ni com•zione che si f.t solo pet· la vil!inanzil t' il ri~nl llllo d'un artilizio, 05:-la d'un esngerato ;,forzo tlelle contraZioni, e non ù giil ulll\ \era corrPzione li ~io log ica . Quando si dice r he un on·.hio correggo o non correggo il proprio a.;Ligmntismo noi 1ntendi.nno di parlar·e dei ri,ultall ~: h e si ouent!ono nell e pruove pPr· la lontananza: è soltanto pPr In lontananzn che :~i t·iconosco no le buone corrPzioni. quelle cioù che i fanno ~p ontan eamenle ·enza sforzi. Lo studio dalle con trazioni a.. t,gmatiche oegli ipermetrol'i da lu o~o ad nlcune o~set vnz1oni importanti. ' i pnò aù esemp1o o~servnre una correzione co mpleta dllll'n·ti~matismo allorchè e.;t$te ipermetropia manife,ta. Qne~ta stes~a rorretione -;i può riscontr-are i n indi,•ithi afTelli dn pn rali~ i dell'nc<'omorla?.ione. Gl' ipermetropi hanno una ~ io J{olar·e maniera di neutralizzare la loro nsimmetrm. :i potrebbe credere 1nfatti che con una contrazione ~eneralc essi cerchi no a prim'l gmnta di corregj{er·c il meridiano meno ipermetrope. e che risenino nlla contrazione parziale il comptto di ag-giungere~ dell.t rifrazione all'altro meridiano in man•era tli far convergere sulla retina i rag~i che l'attraversano. Ora cotTt'~of~o n o
~OTE
DI I)TTAL \10\IBTIIIA
!Hl
non i.· tllle!\to quello che a\'viene. La conlrazione genprale i! tale che corre~ge an che l' ipermetropia del meridiano meno dl\'l'rgenle: ne ri ulta cosi forzatamente un asttgmatismo miopico semplice. al quale la contrazione parziale è incaricata di rimediare. È probabile che questa trasformazione dell'astigmatismo ipurmetropico ~empi ice in miopico !'empllce n' \'en:ra tolle le f'Olle rhe l'amptezza dell'acromodazione i· ancora forte e che il j.!rado dell'asti~matismo non i suscettibile d'una ct~rrezione io ti era. t) uesta sostituzione lta sem.a dubbio per ic:copu di da re delle immagini verticalt nelle. immagllli che sono quelle prefente dagli astigmatici. l'o altro fallo degno di menzione t• il seguf'nte : se l' ipennetropia non è correLia il paziente ru:ce tln Cllllle osHllamente correttori della sua asimmetria dei cilintlri che trova troppo forti quan.ln la su:t ipet·metropia mantfe,.,ttt c\ neutralizzata. lli so~na adunque sempre rercnrf' la ptu ndalla lente sfPrira convessa e trovata questa, vedero C(nnle ì.• il cilindro piit opproprin to. Le contrazioni correurici po~sono ''ariare da 0,~5 a parecchie diourie. Le contruztoni ela->tiche e troelle rf'ntteuLJ unite i n ~teme danno talora delle correzioni suJwr·wn ati l ,i>O U; ma la correzione che piit d'ordinario in•lucono var1a dn O,i:.> nd l ,~:5 Il . e "Oio ecrez10nalmt>nte arm·a a t. :L t Il. La le~ge di .ranl sulle rariazwnt dello a"Lir!mati,mo sulll.lieuivo secooJo l'eta & perfcltamt'Ote esnlla. mn non n esente da eccezioni : cosi c frequente la ~corrtporso. • premntur.1 delle contrazioni correurtci in ~10vanew linr.tticì o convalescenti di alcune mal auio (morhi esautomntici, tifo ecc) eù al contt·ario si possono nucora trovare que::;te
NOTE Dl OITAWlOM&TUIA
contrazioni dopo i 40 o 50 anni. Esse sono più durevoli nei soggetti nervosi. L' istillazione di :3 goccie d'una soluzione all''/,., di atropina può sovente in un'ora fare sparire la contrazione renitente, ma tale dose e tale tempo non sempre bastano per rendere manifesto tulto l'astigmatismo statico, e qumd 1 è meglio procedere all'esame dopo aver fatto ripetere tre volte in ~4 oré l' istallazione di tre goccie della suddetta soluzione d'atropina. È diflìcile che cosi non sparisca tutta la contrazione cor•rellrice: sonvi tuttavia dei casi nei quali per vincere l'at;comodazione astigmatica occorre raddoppiare il titolo della soluzione ed istilla rla per parecchi giorni di seguito. La cocaina a~isce in un astigmatico quasi allo stesso modo d'una lente sferica positiva leggiera. Se l'astigmatismo è corretto interamente da una contrazione renitente la cocaina, al pari della lente, non fa apparire il minimo grado d'astigmatismo subbietLivo. Se vi è al contrario una contrazione elastica dopo l' istillazione di cocai na , come per l' interposizione d'una lente, apparisce sul quadro una linea piti nera. L'eserina fa nascere delle contrazioni el:lstiche; la pilocarpioa aumenta il tono delle contrazioni esistenti. Le contrazioni p ~rziali una volta scomparse possono ritornare negli individui giovani, e questo è un fallo importante a tenersi presente. Le contrazioni par·ziali aumentano l' acutezza visiva (~ordenson); ciò però talora si verifica solo per un certo tempo: arriva infat~i un momento in cui la vista degli asti~matici s' indebolisce e diviene inferiore alla normale: è allora chela forza delle contrazioni parziali è sensihilmeote diminuita.
'
• '
NOTE Dr OTTA.LMOUTH lA
Gli sforzi dei muscolo ciliare cagionano delle c{)ngestioni della membrane inteme e fann·o diminuire la sensibilil à della retina. Obbligando il patiente al riposo suol si ottenere nn sénsibile miglioramento della forza visiva . L'uso di lenti cilind riche bene appropriate produce, quando si è ancom iò tempo, degli eccellenti risultati. L'osservazione dimostra cbe negli astigmatrci spesso la presbiopia compare un poco piu presto. Le conseguenze che derivano dalla conoscenza delle conlrnzion i parzial i sono diverse e di somma importanza. L'astigmatismo del cristallino inverso di quello corneale essendo oelh mnggioranza dei casi uno stato dinamico suscettibile di scomparire sotto l'influenza dell'atropi na, bisogna non fare uso di questa quando si fa la determinazione snbbiellivn dell'astigmatismo. La paralisi del muscolo ciliare indurrebbe alla prescrizione di cilindri troppo forti che non sarebbero tollera ti. L'astigmatismo invece non ha bisogno che della lente la quale corriiiponde alla parte manifesta della sua anomalia. 1 L"ottalmometro dev'essere la bussola che indica la via da seguire nelle ricerche subbieuive, in maniem da ottenetsi una determinazione esaua e rapida dell'astigmatismo. L'esame obbiettivo dev'esser e seguito in tulli i casi da quello subbiettivo. Senza di questo ~i potrebbe èssere indotti ad ordinare delle len ti allorquando esiste una contrazione del tutto eorretlrice, o a prescriverne di quelle troppo forti se la co1·rezione è incompleta. Al contrario se l'astigmatismo corneale è associato ad astigmatismo cri~ tallin ico omonimo non corretto la lente indicn ta dall'ottalmometro sarebhe troppo debole. Si ccome la correzione dell'astigmatismo del la cornea ese-
'On: DI OTTALXO \I ETRIA
guit.a dall'asti~matismo dinamico del cristallino può essere limitata ad un solo occhio, mentre che entrambi ne :tbbinno uguale bisogno, l'esame subbieuivo in ogni raso si deve fare su entrambi gli occhi e non su uno solo. La contrazione elastica non deve essere punto rispn rmiata: essa è generalmente accompagnata da fatica. Bisogna adunque ordinare non il piit debole dei cilindri eh~ ristabilisce l'un'formità nella tinta o colore delle linee del quadro a rnl:(gi, ma il più forte col quale tale risultat.o è ancora ottenuto. Per lo passato si riteneva che l'astigmatismo ~uùieuivoJ che è l'espressione della òifferenza fra l'astigmatic;,mo corneale e quello del cristallino, rosse invariabile. Si riteneva parimenti inutile sia ricercare l'esistenz;1 dell'a~tig matismo subbieuivo allorquando un esame praticato alcuni anni prima aveva dato dei risultati nej!alivi, sia fare variare coll'etit la forza delle lenti cilindriche già prc~crille. Le coooscem:e presenti sulla natura dinamica ùi I(Uf'~to astigmatismo cristallinico correttore devono fare.i regolare Leo diversamente. [ risultati d'un esame 11ubbiettivo devono servire di norma ~olo pel presente; il giudizio sull'avvenire dev'essere riservato. Se l'astigmatismo subbieuivo manca, può un giorno comparire, e se esiste il suo grado può aumentare co~li anni. Se in individui giovani si prescrivono dei cilindri per mettere fine all'astenopia, in seguito si ùovril sorvegliare la rifrazione del pazien Le. Giusta quanto si è dello, l'accomodazione astigmn tica può riapparire dopo essere mancata per un certo tempo. l.a fo rza dei cilindri dovra perciò variare secondo i cangiamenti constatati, e se un giorno la correzione ritorna completa, gli occhiali dovranno essere abbandonati.
-.oTE DI 01 fAL\1 0 \I&TIIIA
IH 5
~ iecome il ritorno delle contrazioni suole coincidere col ripristinarsi delle forze e della salute converrà associare al trattamento ouico la cnra tonico-ricostituente. 8) Contra~ioni astigmogeni. - La contrazione parziale del mu scolo ciliare può talora raggiungere un' intensitil superiore al grado del difetto che dovrebbe corregge1·e: ha luogo allora ciò che ùa .ra val ò stato chiamato sopracorre::ione. In tali condizioni la funzione del muscolo ciliare. !ungi dal servire a mjgliorare la vista neutralizzando le conse guenze d'una asimmetria corneale. ne fa invece comparire un'altra in direzione perpendicolare alla prima. di ~rado sovente più elevato. e la cui presenza suol'essere causa di molestia e d'irritazione per l'occhio. Se nell a maggioranza dei casi la contrazione correllrice va cons iderata come un allo norm::de, come una vera accomodazione astigmatica. la contrazione ~opracorreLLrice al cont1·ario bisogna ritenerla sempre quale una manifestazione m01·Losa. In alcuni infermi si potè accerrare la natura dinamica dt>lla sopracorrezione mercè la scomparsa d'un astigmatismo subbietLivo perpendicolare a quello della cornea. il quale Yenne sostituito da un altro il<:ligmatisrno uguale al corneale e diretto nello stesso senso. La sopracorrezione può insorgere tanto spontaneamente, quanto per traumatismi (contusione liHe della regione oculare), per presenza di corpo ~ traniero nel sacco congiuntivale, ecc. La durata d'una sopracorrezione e variabile: talora può scomparire spontaneamen te, altre volte mercè l' istillaz;oni di cocaina od atropina per· alcuno sellimane. La loLnlitit della contrazione spasmodica ha per misura
35
!H6
'iOTE fil OTTAI.MOMKTRlA
la cifra dell'astigmala:;mo corne:tle aumentato della fon.a del calandro che fa sparare l'asimmetria subbieuiva. Quando la contruione spa"modicn non si i> potuln docere con nessu n mezzo. ripo!)O, istillnzroni di atropina o coco ina, allonta0;1mento delle cause produttrici. ecc .. occorre eseJ!uire un'esall:t e completa correzione dell' nsimmctr·ia. giacché il più liove sforzo correUivo è cau~n di stanchezza e di mnlauia. L'accomodamento adunque può dentro certi limiti ueulraliuare la sfavorevole inOnenza che la deformazton<> a'ti:matica delle immagini retmiche ha sull'acutezza ,·isivn. (nfnlli nei giovani dotali di l111on accomodamento l'asti;.:mutrsmo lteve, inferiore ad una diollrra, non suole rnOu,re · sull'acuità visiva; che anzi di solito essi non nerettnno la correzione completa del loro astigmatismo o;i;~ per l'astl'nopia, sia per la dlminu~ione del visus che ne risC'nlono: l'occhio in tali condizioni vuole ron,ervare da o,:)Q ad 1.~:; clel suo astiJ;;mati~mo sProndo l'et~a. Diminuendo poi C·l~li anni l'accomodamento t paz1enti esigono la correzion•• compleln dell'nsllgm~ttisrno, . iccome quella ch' i• lncli,.pensahile per J' iote,_:rit(l deiJ'acuatit çjsiva, specie quandu l'Illuminazione è debole. Insomma la correzione che in dati limiti l'accomodnmenlo fa dell'eiTello dello asligmarismo, riuscendo ptu perfetta eli quella che si olliene colle lenti, è preferit-I dagli inferma. Ora per spieHar·e CjltC>~ to f<'nomeoo i più suppnn~ono che il meccani:>mo dell'accomodamento sra ordrnato in modo tale da potersi ottenere o delle variazioni dellE' wrvo del cri,;t<lllinoJ non solo nella sua iotiera superlirll', ma an~he isolatamente nei singoli met·idiani. ovvero deiiP variozioni d' inclinazione nel cristallino.
NOlE Dl
OTT.\J.'ti()~EIRIA
Con tali ..uppo,izioni che hanno qualche appog)!io ne~tli •perimenti 1li llensen e \ oelchcr~. 1 rtuali pro' :mo la poa~ibili ti1 ùi contrazioni meridionali isolate della coroide e dtll' iride, si 'orrebbe pure ammellere che l'occhio possa opN·are nna ,·era correzione ottica l'On cui acqui~terebbe &e proprietit d'un apparecchio limitato rla superficie . ferir.he e centrnlP colla semplice aberrazione di srericità. I l pro(. Fte)r~ond, con una serie di accorate osservazioni ed esperienze. è venuto ad una conclusione alfallo divet'Sa. che cioè la correzione òmamica dell'astigmatismo è :;o;rgettiva. non n'aie dal punto ll1 vista dell'ottica: essa è il ri ·ultoto d'nn succedersi r:tpirlo "Uiln retina d' Impressioni nette e diiTu·e ( l ). Un giorane leggermente a~li).!matico, o re'o tale con un ~il indro di 0 ,7:), l d!ouria, nei limiti dell'accomodamento può vedPre henc successivamente ln tle le linee del quadro a raggi adoperato per la determinazione dei meridiani nell 'e~nme so2geHI\ u dell'a,ti:;tmathmo; egli non oH iene la percezione più nera, piu spiccnta eò f'Satla che di on olo rag~tio per volta. l't>•·cht'> l!'te:;to fenomeno c:.i mnnifl'sti immediatamente chiaro non hi:HlJ.ma /issare proprio il rentro di parlent.a dt>i raggi. ma ogni linea alln di<~tn n7.n in rui si comincin n Yederla ùi ·tarc:. ta dalle altre attigue: dtrigeodo poi successi,·amente la lmen visuale lunJ!O tuLla la linea in esame se ne vetlril il contorno esatto dall'nnu all'altra e~tremità. Tale fenomeno della visione sncressivn esalta dl'i sin· goli meridiani si produce anche nell'ocrhio astigmatico. ma è più. mantfe ·to, piil accentuato 10 quello ast i~ma tico. (li Bnvo!'lo. - .iunola:ìoiU' t~lla uuioM a1taqmaht1J t la •un corru«QPit dl~tamiCIJ.
'<Ofl'. Ili OTT.\l.'t!OM&liiH
\\'oiuow abolendo il potere rifratlivo della sua cornea col guardare auravet·so un orto~eopo di Cze1·mak pieno d':tcqua avanti al •1uole situnva una lente biconvessa lteu centrata coll'occhiu, provò che la facoltà di cui gode rocch1o. s1a o no astiJ.(matico. di potere in certi limiti ulleoere un fo..-o ~ue cessivamente e;;attu per l)~n i meridiano )';pelt:l prin cip~l mente al cri~tallino. Il pro f. . P1etro Baiar1li ha fallo al riguarclo e-.penem:e pia& dimostrative .-er,·eodosi dell'optomelro di )l o.' ne compo~to d'uoa lente conve~-a. nel cui roco principale 'i fa co1ncitlere il punto nollaltl od Il pinoo principale dell'occhio e>'amio.tto, Al davanti e sull'asse della lente lungo un regolo mNalhco si f•l scorrere un d1se~o o fotografato a raggi coove•·geut1, in · corrispondenza clei •1uali sono anche fotografate dell e lellere minuscole di vnrie grandezze. Rul re~olo sono seguate in diottrie le nfntzioni corTi spondenli alla distanza in cui travasi il d1!\egno rispello alla lente. l'orlando Il disegno ,.;radatamente verso l'occhio la lrnea foca le posleriore saria la pr·ima a giuo~ere sulla retina, ed allora 'eùesi uera la ~ola linea perpendicolare al meridiano pr·incrpalt1 meno l'ifrnn~ente; po·sono però anrhe e~~ere 'edule esattamente un.1 o due altre linet• alligue. mn a preferenza l'unn dopo l'altra anzichè ~imultane,t mente . .'eguitando nel avvici nare il di ·ej:!no il fenomeno rimane cruas1 ammutato sino a che In linea focale anteriore non cnda sulla relina, ed ,liiOrtl >etlesi la linea perpendiculnre al meridiano principale piu rifrangente. ~ tale distanza allorché si li"sa nel centro del di"e~no a rnvgi Lutto le lauee possono apparire ugualmente tinte, m:~ è necessarao sempre un accomodamento speciale per ciascu na di e:..;a per vederlu colla massima precisione: ogni
\"OTE DI OITAL\fO"Y f TRIA
raggio dot'• può essel'e veduto csauamcnte, ma succe si•amente l'uno dopo l'altro. I•Pr ra~gi uogere l'acuitil eompleLa di l•·g!Jibililtt bi:;ognn ancora an icinare uu poco il d1segno alla lente. Posdn gli uJierior i a' vici namenti non mùnrono alcuna mod•hcnzione nelln lt•;tuibiliti•: però occorre sempre li~;.;nre ed ::u~comotlare succe,~i' nmente per o:.rn• singola linea se si Yuole vederln colln ma;!giore e~attezza po.;sibile. mentre che ~olo nn inaernllì e pPr brevissimo momento tulli i ra).!;.:i sembrano simultaneamente esalli. \ llorrh6 il caitello si t> a' vicinato tanto che la linea Cocole posteriore ha oltrepassato il punto pro~simo (P). cioé quando il ~o lo raggio perpenù1colare al meridiano piit rirrangentf' con pochi altri allil{ui. può es~ere vi::to con precisione, l'acutezza visiva scrmn sim ultaneamente ell in grado notevole. Da 'lunnto soprn r esposto il pro r. He) mond deduce: c l . C:he l'ncuitil visiva clinica, oss1a la visihilitit delle forme, non raggiu nge il ~no mas ·imo se non quando le due linee focali suno comprese, l'una e l'altra, entro i limiti dell'A, ,1) disponibile nel grado d'inclmnione deiiCI :o;gunrdo m cui l'orrhio t'! colloeato. (El! h ~h i:~ ma \ , monoculnre l'ampieu.a ùell'accoruodnmento ùi~ponilule in nn:t inclinntiooe delf.'rminnla dell'occhio). c~ . :'ic l'accomodamento per la snta linea rocnle po·te-
(l) Dondeu h11 dato il nome tli Accomodamtttlll t•tlollco (A,) n.lll' t•nrtntlonl cl'oo.c:omo•lntone compntiblli con una convergPnxn 1lrtermmnta tlallr lln~~ Vi· auali. Il ~o.'l'lltto minimo di rHra1ioo11 ocuhre compaL•Inlt con una d •LA ronver· r.nu tttt8J'llllna il llnute Fl'moto (lt ,) del campo th ~ , "'' ti ma,•tmu sratto di :ac~:omod:~m~oto colla med,simn convergrrua nr Indica il punto pro•-mto (Poi·
Il nJorn tlloHrtco del rampo di A1 .~ dunque
...!. t t "• r,-n;·
:,;:,;o
J';OTE DI OlTAI.YOM&TRrA
rìore, nè J'accomo lamento per la sola linea focale anterloropossouo procurare racullél VI SIVtl completa (s'tntende setnpr& nel sen ·o clinico della vtsibi litil delle rorme). « :J. Nell'astigmatismo. solo una p1rte dell'.\ 1 monocolore rimane compatibile colla p1 en~u 1 detl 'acuitìt visiva. l nfatti al limite H, monocularc l'acu1tà \'isiva non diventa l'Otn· pl eta ~e non quando la linea focale anteriore può e.;sere portata sulla retina, quando cioè l'occhio ha ~o:iil messo in allo un grado di A, monoculare uguale al grado del!'uu u:>tìgmatismo. ~ Inoltre verso il lim1te P, rnonoculare l'acui là ce":-a d't·ssere completa dal punto in cu1 Ju l1nea focale anterwre cel\"1\ d'essere compresa nei limi ti d1 A, monoculare, eioù qnnncl& non può e=-sere condotta su lla reti na. c L'A, monoculaJe suscellihilo di procurare l'acuitt1 v1sivo completn é dunque ridoua n e ll'a~ ti ~mati s mo d'una quant1tò proporzionata al grndo dell'astigmatismo. (( 4-. ~ell'esame subhietth·o dell'asli)!mati~mo col meao della fìgnra stellata di ral{gt concentrici, si ammette che allorquando i margini d'una lmea sono veduti esatta111ente dchmttall. neri e senza ombre~~wtura. la rifrazione delmert· diano perpendicolare a questa linea si opera senza asliJ.!ffiU tismo: tutti i raggi rifratti per l( Ilei meridiano si rnantengnoo nello stesso piano, ed honnò 1 loro punti d'incontro sull'asse stesso del piano lumino~o: s1 ha un ' ero foco ~ ull' as,e. « :'Jell'astigmatismo re~olim•ltu·de lo' i considera nell' occhi•> due soli piani. ed essi sono i due piani principali. hann& 'Ju e~ta proprielà di aTere nn ,·ero punto focale :o.ull'a~,e. « l\a;.dunaodo da que:!lo punto di Yi~ta fì.;ioJogico. ci~ nei limiti d'esattezza cbe puo:;~i ricavare ùa un e·ame sub· bt clLt\0, possiamo rilenere che, allorr1uando l'occh1o a~ugma· tico vede distintamente nna linea, uno det meridiani principali dov'essere perpendicolare a quella linea.
'OIK Dl OTHL'lOliKTIII.\
• L'eventuale inclinazione sull'a§"e che, per effetto della obliqoitit dell'asse Yisuale rispetto all'asse del sistema potrebbe assumere In linea f•1cnle corrispondente, Ynrierebbe he n~i la forma dell'immagine reti nica dell'inLiera lin&a focale, ma non potreube alterare sensibilmente l'esattezza del fo ·o form ato dnt rnggi refralli nel meriJiano principale. Ogni linea della slelln potendo successivamente l'una dopo l'altra essere di5tinta ton esauezza, st può pure ritenere che l'occhio \ <tria la direzione dei suot mert.Iiani principali o;.:ni vulta ehe l'asse Yisuale si porll da unn ltnen aU'altra. « l fenomen i sovraiodicati, nessuno eccettuato. si ossernno in tutti gli occhi. « Fra gli occhi che nel smso clinico :;o no chiamaLI astigmatic i o non astigma tici 'i ha solo d!ITerenza di grado nella ma oi festozi one ti i questi fenomeu i. .c; Essi hasl;l no a dimostrare che non esiste per l'occhio una \'era rorrezione oltica dello a.stigroati,mo. In ogni mo· mento della visiu ne, sorprt>odtamo dei segni che indicano che l'occhio ~j comporta '\empre com•· un apparecchio astigmatico. il IJuale non ba dei fochi e~atti che nei soli meri•liani t·orrispondenti alle linee focali • . Il pror. 1\e) mood , Lenendo nnchL• conto delle esper·ienze del tlollor "eco ndi (l) {dalle tJIIn li risul Ln che, indipendeu· temente (la ogni vnriazione d'accomodamento, il ~rado del l 'tm~olo Gt varia, con una legge e proporzioni regolari, in IIJ.(ni tnrlmuzione dello SJ.:uarrlo) ha sperimentalmente di· mu trat11 che variando n e ll 'i mm ··~• ne rettnica la drrezione delle ltnt>e rocali dei pennelli a;;ti~ma t ici, in modo da rarti corri,pondere con rapida :-.ucces->wne a ciascu n meridiano
Cl) G. Sscol!ot. - lìiorllale dell'accadellll'• di medicina (ll Turino, t888-1!9.
.'\OTE IH
OlTAI,\IO~f.IRI \
r nn dopo l'altro, ne pole\"a ri-mltarl! l tmpresstOne complessiva della forma vera dell'og~ello . . i Jissi unc1 specchio cilindrico, pt•eferihilmente rom e~so, ad un apparecchio che possn farlo girare auorno tul un a-.se perpendicolare all'asse del cilindro. Si dtsponJ.{a ,1\ anlt allo specchio una r.gora geometrica, ad esempio nn •tundralo, un circulo, nn triangolo dt carta uianca, avendo cnra che l'o;,!gello e l'ol•t:hio deJI'os:-ervntore :.ieno coll01'nti al davanti dello specdtio in gui::.a che l'occhio riceva se111pre l' immagine formata sull'as!'ìC di rotaziont•. e allora st fn l'Ilota re IPnt:unente ti cilindro ... j 't••lrit ' aria mente defnrnuta la li:!Ura a ~eco n da delle po,tzioni ùt~ll'asse del ctl'nft ro. Imprimendo poi ona velocitit sempre magg10re al l'ilin · dro arriverà un momento tn cui f' occltio non puu ptu se· guire o perceptrc le Yane defornut7.iont della figura rille~sa e ttue ·La appartrà tlt:ltullo stmile all'n;.:gello di ~pos!o a,,,nt• lo specchio • . o:.titoendo nlla figura geumetru:a una leuera lfUesta a p· pal'irà distinta ed es,Hla nella sua forma con qualunque veit)d tà di rotazione. percltè io questo caso le var ie itn111:1gini astipnatichu s u t•t:e~)'ive ùell'o,!gello cotTi:>ponrlono alla ml'desima regione della retina. L'esperimento '}Utndi dimo,;trn che dalla riunione r.IJ'iJ.t e succes·iva in uno stes<o punto della retina di tutlt! le ,t•· zioni perpendicolari all'asse visuulc. pt·nticaiJi li nello spnziu interfocale d'un pennell o astigmatico. risulta un' impro.':l:>i~>ne complessi,•a simile a quella d'un fuco ullenut.o con un ststema di superficie regolarmente sferiche e centrate. Se invece si lissa l'o:;:gello lateralmente atras·e di rotazione del ci lindro l' tmmngioo esel{lltrà dei movimenti d'escursione intorno all'n,sr ..-isualt-.
:\OTE 01 OITALliO'IEJ RIA
AUora le diverse sezioni de1 pennelli Mtigmalica non C'a dono più <>sntlnmenle sui medesimi punti della retina ed :~p pariscono bene tutte le deformazioni, mohiplicazioni di ùi' erse chiarezze eù in diversi piani. proprie dell'irradiazione. Con nhro esperimento poi hu provato come tiunl'ndo in un mt'tlesimo piano tolle le sezioni perpendicolari ali u~se dei pennt.>lli a~ti~matici ri,ullano realmente clelle imma~ini focali simili alle immagini locali dei sistema sferici e C(lntrati. Ad non delle esrremitit d'un piccolo tubo si appl1ca una lente sferit~a coo,·essa, ed nll"ul tro e~tremo si colloca una lente cilindricn, cui si può imprimen• un mo\imt.'nlo di rotazione sull"a~sc pcrpcndicolnn• all'a~~c tld cilin1lro. Innanzi all.t lente fcrica c sul suo asse si disponi' un lume atlnna crru.t distanza, t• datraltro lato del tubo si ~i tua anrhc pt1rpcndicolnrmcntc all'asso dol sistema nna lastra di vetro smeri ~lialo. La distanza dcllunw tlt•''"~"t•re re~olaln in modo che la Jastra corri:;ponda ad una dcii~ linet> focali. prt•fcribalmente alt'nntt•rion·, t' riù ~i dctcrm.na faci lmenw. Se ad esempio l'a.ssr dc• l cili ndro' 1cn mes5o in posit.ione verticale il lume dnriL nn ' immagio(• sulla lastra molli) nlluogata dall'<•lto al ba l\O, ma nella nei suoi con torni lnltrali. L'ossen·atore collocalo dietro la lastra Yedrà per trasparenza l'immagine del lume che iormasi sulla medesima. Ruotando lentamente il cili ndro l'immng1ne del lume• si nllarga, si def••rma per ricomparire regolare quando l'a~se del cilindro ritomn 'ertirale. Ooranlc In rotazione mollo lenta la di~Lrihnzione della luce nella superficie piu o mt'no larga od all un)(nla di dif· fusione varia a seconda dei diversi gradi di rotazione del "ilindro, e ne risultano delle imma.?ini di di'"eN~ forme. Accre,cendo alquanto la velocita clelia rotazione le lliverse deformazioni comi nciano a sovrappors1, dando luogo ad im-
'ìOTB Dl OTTAI."O'II::TIII.\
magi nt un IJOCo ptu 11Juminate, di s'ariate forme le •1uali ri:.altano in mezzo alle nltre parli meno illuminale. Fra •rue~te immagini è pcl>sibila riconoscere alcune delle defor· mazioni dell'imma~otini ast1~matirhe descritle ùrt Zeh~.>nder·. A misura che s'aumenta la rapidita di rotazione si vede la immngine divenire grnùotnmenLo rutonda con chiar·ezza decrescente dal centro nIla periferiA, e con 'eloc1tit aocur m;~g· giore appnre un· imma~inc del lume netta, ptct·ola e pro· porz1onata, quantunque alquanto pallida, cb e sptt~t a in mezzo ad nn largo e I]Ua~• rotondo campu t.li difTus•one. J>er dimostrare poi come ~ul fondo oculare vadano a r tdere succe~sivamtnte l'una dopo l'ahr.t la linea focale anteriore e la posteriore, con Lulle le seziuni mtertuedie. CAli idl)ò un apprtr·ecchio col quale riu-.ri ad imit;1re lo sLesso fennmeu<l, po1·tando i r·aggi sullo sclter·mo d'una macchina fotogrnlirn . .\ tal~ uopo ehiu~u l'estremita cl'un tubo con una IPr1te cilindrica negati\<l di circa ~O poll1ci di fuoco uù as<~r leg· germ~nte inclinato ~ulla v('rlit.:ale: il tubo portava una fe;sura laterale per la quale passava un piuolo che sostt•mna un'altra lente cilindric;t po~it iva d1 1.? pol!ici cm·a. ad n~se presso a poco verticale con quello della prima lente. La prima lente era lis!\n: alla seconda con nn congegno speciale si potevano imp•·•mere de1 muov1men1i ùall' avanll all'indietro, essendo e~sa .;posLnhile rneòiante il piuolo di sostegno rho per la fessura iuù1caLa usc1va all'esterno del tuùo stesso. ,\ JI'altra esLremità dt>l tubo pose su uno schermo sem 1tra~parente una lìgura stellata se,:nala con tralll nert, opachi. l raggi lumino 1 pas~nndo nur·averso lo srhermo proiettavano l'immagine "Ili tubo, dal quale tJ:.c1vaoo p1u o mt>no spostati; e venivano raccolti sullo schermo d'una macchina fotogralìca. La lente mobile interna fu pt'l ffi(l dil'po:-ta sullo stesso asse
~OTE
DJ OTT ~Lll0\1 ETRlA
•Uieo d1 IJUl'lla lissn, ed in un p1nnu parallelo a quello di qoest'ullima: 10 se;:u110 fu posta su di un nllro ac;$e ollico, e persino ohliqoameote io\·ere che parallelo. AHe lenti cilindriche furono poi sostituite lenti sferiche pr1ma centrate fra loro, poi scentrate, prima 10 piani parai· leli poi in piani non più paralleli. Orl•ene con tutte qoe.ste cau·e cl ' errore e dt deformazioni che si t•ercarooo di produrre appus1tameote le imma; inì ollenute rJU.;cirono pochi ~si mo defonnate. La lente mnl.11le e~eg u endo le sue e rur,;wui porta''":l sullo scbermu precisamente ora la linea focale anteriore, ora la posteriore cun tuue le sezion! intermedie. O.d sovrapporsi di IJI16ste dtveN' imrnagint ri~tlltava un com pl e:~so abbastanza re)!olnre. Un' altra imporla nle considerazione SI è questa che l'occhio non è mn1 immoh;le quando guarda, non re~ta ~iammai fisso 11uaodo noi die•amo rhe fissa. Landolt e poi Bravais hanno bene studiato que~w f ttlo nelle loro ticercbe sui rnovrment• a shalz1, a scOs$e durante la lettura. t'nln doùluo per questi mOVIffit'nll r·tmùiano continuamente i rapporti fr·a l'oggetto di lissuz10ne ed i mezzi rifrao..:enti dell'occltio, e quindi essi contribuiscono al rapido ed incessan te nlternal'si delle imprtj$~io ni retiDiclte, che è ~iii conseguenza dei difetti di rurvnlurn e di centrnzionc dei mew rtfrangeot1; nondimeno nell'allo della\ i'ione noi non ei a\·vediamo 111\ della successione delle impressioni retioi rbe, D .. delle 1mma~ini di diiJusiooe che '-l fot mano :;ulla retina. Ometto per urevità j!li e~pcriment1 d1mostrativi di questo ed ahrt fenomeni e riferisco le deduzioni piu importanti che il profen)re R e~ mond nP. trne: « Oali u r~nal1~i che pre· cedono appare che. nella l'isihilità delle forme. l'occhio uon corregge otticamenle il suo nstigmntismo.
'101 K DI OTf \LKO\JRTHJ \
(( \ pparirebbe mrero che ogni singolo meridiano nel dt· venlare successivamente meridinno principale, comprende non solo la linea fo cale che gli corrisponde. ma anche i for.h i e--alli che l-!li spellano. Pa run ~ nti ogni s in~ol o meridiano dovrebbe pure ticeYere successi vameote ogni singola deformazione focale n~tig matica otlcnibile. in ciMcun meridiano, nello spazio interfocale. Dal complehO di tutte queste tmpre.;-.toni sulla retina dovrebbe risultnre l'impressione compl es:~iva di un' immngi ne del l' O)lgetto, pin sbmdi ta. alloro iala da lar;o cl're hio r.i rcolnr~ di difTusJOne, ~ome oei sistl'mi ~ferici cen1rati. oppure da in·adiazioni di forme astigmntiche. « Dall e e"pertenze espo-te ri uha che, r,,cendo ~ucce•lere mpidamente sulla s lc~sa regione della retina tull e lP immagini deformnte d'un ll).!geuo ouenibili, in sezioni perpendi ·olar1 nll'asse prin<·ipale, nello spaLtO interfor,1le 1l'uno specchio cilmdrico. ~ • otltene in realta l'impressione complessi va esalla delle forme dell'oggello. « lli sulta altresì dH' r.,ccogliendo con rapidis,ima successione su d'uno schermo tutte le immagini deformute dei pennelli a ll;.tmatici otl.enlbtli con una lente cilinùrtca. ,i ottiene pure la ricomposizione di tu tte le immag111i 10 una sola, simile per la forma nll'o)!gelto. mn assai piu s!Jtarlita eù altorniata da e~lf'sa irradiazione. Questa irraÙHll.tone consPrvn i caratten n-.tigmhtici nelle rapidita minori di ''H'cessione e d h enta afTa li o ctrcolare. d'indole sfer~ cn, nelle rapidità massime di successione. « Cosi potrebl>e esse1·o interpretata e l'analisi succes~h a delle forme degli oggelli, meridiano, per meridiano, t' la possibilità d'nver· pure un'immagine complessiva e~aua ptiL sbiadita dell'intiero oggetto. (<
'0rB 01 OfTAI \10\IKfRJA
:;:n
c l.a gra nde rap1dità colla qnale l'occhio può \'Uiare 11 1100 ae~omoùarnl•nto assoluto
e piu rapidamente dal punto P aJ punto R, e In dimo~trnzionc ùnta dal Gallenga che le variazioni d1 rifrazione s' olten~ono con eguale rapiùitì1 e legg~ nell'accomodamento rE'IntiVO, sono più che sufficienti per permellero la fus10ne, in una sola, di tutle queste impressioni rapidamente :;ucces.;ive. • Le vnrinioni rrt:olan di forma. d' ombrej.!'giature, di chiaro$curo. che si producono nell'1mmagine retin1ca d un u~gPIIO a seconda delle prospetti\ e diver.;e in cui l'o~gelto ~ vetfulo. !>ono i criteri pl'lncipuli dui trualJ de~umesi, nella visione, la conoscenza dellt! forme vere degli ogl.(elll. 41 Per effello dctra~ti~matisrno resrolare 3\'"VCO~ono pore. tlu1110le la fìsc:at.ioue e l'accomodamento, delle variazioni regolari, nella forma dell'1mmag1ni retinl·~he piit minute, cioè comprese nei minimi angoli ''isuali che misorano l'ar.uita visiva. \'ariano pure re~olnrmente le d1rczioni. le inten,ità t.le;:li omhre,!~iamen11 dnti dall'irradiazione e che, a mollo di chiaro ~c u ro. attorniano i contorni anche det piu minuti og~etti. t 1 E dunque probabile che l'a.;ti,!matismo rt.•golare, colle ""e \ariabilitil tli forma e di direzione, 1lev' e~sere utilizzato nella VIsione, pt'r la pi11 pcrfclla cono~cenz,, df:'lle forme, in ~pecie degli og~c u i di mini mt• dimt•nsioni >L Bl11ultato dell'e•ame eomporaU'"o di A oUalmometrl •udde•eriU I.
Lo studio comparativo doi i- oualmometri mi ha condotto alle seguenti concJu<;iooi: · I:' istrumento di llelmbollz è senza dubbio dot~to di grande
:;;;s
NOTE U1 OTTAUIQ\fBir\IA
precisione. o.a pre,.enta nll'u~o pr'D.lico non lievi dilncollit. Lo sdoppi.unenlo in(atlr si fa in una maniera tutla suJJhiettiva, i' aOìdalo e:;clnsivamcnte all'occhio che deve ~iudicarne l'esattezza: ora quando st ronsideri che o~ni linea delle scale graduate rorri~ponde a cirM un terzo di diottria si comprende come non srn po:--<rùile senza nn luo~o esercizio !\chi· vare gli Prrori. L'ottenere poi nno ·doppia mento esatto è re::-o 'o~ ente meno ngevole dal non e:;sere sempre le fiammelle della ste~sa grandc1.za, chiarezza ed mtensità luminosa. dalle o·~ illa ziont del!n lure del gas o del pavimento e ùal nnn pott>re facilmente l' ossenatore :·s~i r urarsi, opernndo a rlb.tanza, che il paziente diriga lo sguardo nel modo voluto . l:iò spiega C••me per gli usi quotidiani d'una choic:.. ove sovente s'impone il hiSOilDO di fare colla ma ·si ma economia di tempo molteplici cleterminnzioni d' asti~matismo, que~to classico ollalmometro sia stato quasi abbandonato. Certo però rer· esperienze di gabinetto, e nelle manr di coloro che ahhiano acquistata tutta l'attitudine nece ~$aria per schivare le succitatP t;ause di errore, l' istrumento n esce pre· zio~o e forse più seducente def,lli altri , i quali seozn bi~ol-!no di calcoli e di speciale ahilità possono essere bene adopernti dalla comune dei medict. ~ell'ottalmomelro di Lero~·-Oubois la po izione fi,-sa delle lamine deviatrici elimina l' inesauez.za coi può dar luogo lo apprezumento subbieuivo dello sdoppiamento. Il biprisma rifrnngente adoperato negli ollalmometri di Jani-Schiotz e dì lteid ha oppresso ad un tempo l'errore che potrebbe derivare dalla variabilità dello sdoppiamento e quello di collimazione dato dalle lamine deviatrici e·istenli nei due primi i trumentì. Accen nai u proposito dell'ottalmometN di Javal nd una
~Or&
01 OTfAlli OlUtllU \
pccola sorgente di errore che si ha perchè non sempre In lioea visuale dell'osservando coincide col centro dell' 1 trumeotn. Ora In possibilitit di tale inesattezza ~i può dire qua~i eliminata nell' ott.almomt>tro di Heid, giacchè il paziente an icin:t tanto al medesimo il suo occhio da es~e r~ li piu agevole tli guardare nel centro, ovt! per di piu lo ~~uardo ba un punto di richiamo nella n sionc del!" imma<:•ne del disro. Oi ~~i inohre come le fnrti deceotraziooi dt-lln cornea l'i rendano manifeste, perchè il disco cheratoscopiro non ap(Mre r ostitoito da cerchi rotondi. ma hensi trntlenti alla forma o,~oid ea ; ora anche l' ottalmomrlro di Heid ne permelte d1 riconoscere tale anomnlin della corne:~ col vanlOJ(t.IÌO che i suoi dischi appaiono Olisai piil nelli : per la stessa ras:ione di maggiore nettezza delle immagini si apprezzano più agevolmente le asimmetrie corneali degli astigmatismi irregolari e del cheratocono, ~ i cch è colla pratica dal grado di deformazione dei dischi si può cun maggiore probohililà di approssimazione al vero desumere il grado del difetto corneale. l"n altro lantag~io dell'oualmomelro del Heid sta nella precisione colla quale si r·icono~cono i contatti dei dischi. mentre che ne~li i5trumeoti di Javai-Schiotz o Uuboisl.ero~ . a catba dell'aberrnione cromatrca. il cootallo esalto d~i bordi dt>lle ruire non sempre :'i rie:>ce ad ottenere, e la diOicoltà r accresciuta dai fallo già accennato, che ciot' la cornea n flette soltanto il 1 p. l 00 c1rC:\ della luce che cade t>O di essa, e lo sdoppiamento riduce ancora a metà la chiarezza di ciascuna immagine : sicché il grado di luce diurna influisce non poco solfa esattezza dellt mrsure. È accertato dall'esperienza che i risultati ollenuti coll'ottnlmometro di .raval sogliono nllontanarsi da quelli detl'l'•ame subbieHho nelle se~nenti proporzioni:
560
~OTI~
DI CJTTA.l.liO"R'fllf.\
:iell'astigma tismo debole secondo In re~ola la misura ollalmometrica d'ordinario è di 0,25 a 0,50 piu forte della misura subi.Jiettiva dopo atropinato l'ocuhio: nell' astigmtttismo dirello fo1·te In misura oltalrnometricn può essere più debole della s ubbieltiva di 0,5 ad 1 diollria: in quello contro la regola <!di 0,.25 a 0,75 più debole, e questo fatto 1; importante giacchè t{uando non si riscontra punto a~tigma tismo alfottnlmometro può nond1meno esisterne uu grado ,·ariabile da 0,2;j a 0,50 contro la regola dovuta ad un astigmatismo statico del cristallino. Ora sulla lmse di tali rapporti ho istituito dei paragoni colle misuro praticate mercò gli alt1'i oLtnlmomolri ed eccone le deduzioni : L' islrnmento del Reid suole dare dei risultati elle supernno d'una lieve frazione IJUelli dell'otLnlmometro di Ja\•nlScbiot~. Emerge da ciò clte nello astigmatismo Jel10le ~e condo la regola dette misuro s'allontanano slqnanlCI di più lla quelle dell'esame sabuieltivo, in,·ece s·a, vici nano n que:.te, più che non s'ottengo. coll' ollalmometro di .Javai-Schitilz, nell'astigmatismo contro la regola e nel direuo di allo grado: aggiungerò anzi che ho potuto riconoscere coll'oltalmometro del Reid lievi gmdi d'astigmatismo ('On lrO la rel-(ola (di circa (J.~5 O) la cui esistenza sfuggiva alle ricerche f,tUe coll' islrumenlo di Javai-SchiOtz. Gli oLtalruometri di Uelrnholtz e di Leroy-Duboi$ diedero diiTenmze qnasi ngnali ora in piu ora in meno, di grado variabile , non mai però superiore a 0,50 diollrie. Questa discrepanza nello misure date dall' oualmometro Leroy-nuhois do\·ette forse iudurre il prof. .\luertoui sia ad adallare al medesimo, oltre una speciale piattaforma. un regolatore per ottenere spostamenLi inversi e simultanei nel movimento delle mire, sia a determi n ;~re l'angolo " del pa-
:\Or& 01 OTT.\L \f0\f!1 Rl \
'i61
ziente prima di procedPre all'esame prr potPr mettere l'istl·nmento in piti J!IU~ln posi1.10nf'. Egli cosi o;i 1•sprime nl riguardo : si rompre n d~:~ facilmente rome nel moo,er,;i in senso in'f Pr~o e ,..im ultnnen delle mir1• pPr mtuo del re~olntore adauato alle mt>de~imr, la 1leterminn1.ione oftalmometricn sia re• a J,:eometricamentt• più regol.•rr, perdw l'ug~euo. ro~ti lui tu dalle due mire. al quale dP\ e dar luo~o oli 11nrnagino rifl esso della cornea, si trova, in 'lunbi,·oglia momf'nto della detPrmma?.IODt>, <:imrnetric.unPute di,J10'l" ri,pPitO all'nsc:e d('JI' i•trumentn. E pnicltt'· ra-.c:e df•llo slrumP.OIO al moIDI·O ICJ della determ1n.1zinnP. dr'fe co.nci,Jera rulla llm•.1 visiva dell'occhio che si ~·--plom. ne •·onsP!!U~' che le mire stesse, 10 qua!siroglta ruomento tlrlln determrnazione, si trovnoo pure simm~>tricamt>nte c]i:,po,tt> r•,pelto a tale linea \Ì•>tvn. 11 movi111ento rlel11• imnwgin t delle mire che si clipiogono ~ul mt•ridiano tlPtla cornea che '' va e.;plorando. si t!ITt>llun nellu ste•so tempo con 1110\'imenti laterali all:l linPn vi.;iyn actennata ... Per e~C'gnirt- J; tleterminazione oftalmometrka d'un meridiano corneale si procura anzrtutto di rar coinciùero t'as~e Mtieo ùello strumento rolla lin1•n vi~i•a dt>ll'occhio '"~!~etto ad Psame. l'r r altro, se hen .;j con,iùeru, la fine:~ Yi~iva non pa-.:;a pel centro di li~nr'l rlelta cornea, mentre , j può q;;"à,i rrtenere rhe VI pas:-:i l'ass~· ottiro dt>ll'occhto. Quindi a rigor di rcrmine p1•r ma,.! ..riorr esallt>zza e rP!.!Ohrtta di d~> IPrminazione avrebl,(·~i a far t'tttnciùere l'asso ottico clello i,trumento coll' as:;e ollleo dt•ll' ore h io ; ma pe1 otll•nere l}ue tn po.,izione c d'uopu, pre\la mi~ura dell'angolo ac. catcolnrc la distanza rLngoln rc di rui sr òevP spo~tarc l'isrrutnt>Ol•l. allìnrlll' dalla -.ua po' ziooe wizi le fin etti es-n eul suo ns~e olticn coincide colla liuea vi)liva dell'occhio 10 esame) Jln ...,..l nIla po.;iztune 'olntn. o.;sia alla po:.nrone in .311
56?
'\OTK DI OTTA.UOliiTRJA.
cui l'asse ottico dell' istrumento coincida coll'a~se ottico de1l'oechio (prof. Alberlolli. Con fidt ra:iuni 1'1g1wrdantr l'ot• talmon~etro di l.tTO!J·Dubois. Ras.ugna t/t'ile Scim.:e .lftdicht. Anno fV, Modena 1889). Queste differenze del resto fra i suddescritti ottalmometri non sono nell'uso pratico sor~eo te di errorr apprezznl11li, f!Ìacchè per la col'rezione dell'a:.Li~mntismo i' surtìciente co· noscerne appro:;simativamente il ;crado, pur·cll(• pen\ ne sia beo nota la natura e la posiziono dei meridiani. ln quanto poi alle misure assolulo dell'asli~ru:lli:.mo corneale ho ottenuto i risultati più precrsi CO!!li ollnlmometri dr Reid e di .Javai-Sc!Jiotz, l'errore medio dato dar !JIIalr sarebbe slnto ùi circa 0.~:; 0: alctunnto magr.twre ru l'er- · rore ri~ultnto cogli ottalmometri di Lero) lluboi::o e con quello dr flelmh ollz. Del resto le misure di controllo fntte da Oondors ed Hamer avevano ~·a messo rn l~bi 1ro che gli errori dell'ottalmomelro Ili Helmholtz ri.;petlo a •tuello eli ,laval-~chiotJ. erano nlqnnnto più nlevnnti. In conclus:one il nuovo olt.:tlmometro del ltritl pt r il piccolo volume, cho lo rende portatile, per la prel'isione delle mrsure, per l' invarinhilità 1lei suoi risultati non soggelli nlle oscillazioni della luce dtUma co~litui ·ce un istrumento a.;~:u prezioso, una nnova conqui,ta per l'onalmomt>tria clinh' '· La sua speciali! mane;.rgiuhililà olTre anche il ~r·an vantaggio di potere e.;egnire le misuraz1oni in svariati.' posrzroni del puziente. Co~t in ùuo cosi tli lu:>sn?.ione del cristallinn le osservazioni prese nelh posizione ori1.zontnle, facendo sdrilr..re ~l'infermi, risultarono notevolmente rnferi11ri ~ ctuelle P 11'0 prima otlenote facendoli sellare. e ci()(' di due clinrtne 1n uno e di 0,7:) nell'altro . .\ cceono per ora il fatto riservandomi di continuare le osservazioni in proposito.
'iOTE
or OTT.\ L~O~ STilL\.
563
at.altato eomparatlwn fra ~&Il e•aatl obbletttd eo11ll ottalmometrl e eolla aellla•eopla.
In questee sperienze ho seguito l'indirizzo dello Chibret le cui deduzioni credo conveniente qui riferire sommariamente. Egli è d'avviso che la cheratoscùpia sia un mezzo di esame obbiellivo superiore a tutti ~{li altr·i, in ispecie per la deLerminazi(llle dei piccoli gradi d'astigmatismo, perchè ne permelte In valuta?.ione anche quando sta appena di 0.25 O. menlt·e cbe in :;imili casi sovente l' otlalmometr·o riesce iosof6ciente a scoprire il difetto. Trovò cosi che mentre all'ottalmometro risultavano astigmatici il 5,2 p. 100, :tlln cheratoscopia invece Lule proporzione sali~a n G,5. cc. n un an mento cioè di i ,3 p. l 00. Constatò pure che il l !l p. ,, 00 dei casi d'nstigmn.tismo erano cootl'o la regola. c cbe nella valutazione del loro grado l'ott.1lrnometro riuscira meno preciso della cherato scopia. Le mio;ure ott.nlmometrichc anche nei casi di astigmatismo $ecoudo la regol a. specie nei ~i O \',l OÌ in cui il vizio é di grado l'ilevante, possono risultare di l a '9 diotrie inferiori al vero, cosa cbe non succede colla cberntoscopin. Ora ciò si può spiega•·e con due ipotesi, o cbe esista nn astigmatismo ciel cristallino il quale s'n)!giunge n rJnello -corneale, o che l'astigmatismo corneale non viene svelato tutto dall'oualmometro. l:hibret è di ques1n seconda opinione, giacchò le contrazioni astigmatiche ùel cristallino devonsi di mossima considerare come alle n diminuire e non ad accrescere l'astigmatismo corneale.
:.w.i.
'iOn: 1.1[ OIT AL\fOl!El JUA
Le misure invece che $i fanno co~l i otlalmometri in ~e nere non sono prese sul centro della corncn, ne sul punto rlella cornea per cui pnssa l' :me visuale, nHl n qualche millime!ro in fu ori di tal punto : ora la formo elissoidale della cornea renòe possibile l'esistenza ùi un n~Ligmntismo piu forte verso il centro r.he nelle parti alquanto periferiche, le quali sono quelle su cui si esegui::cono le misure ollalmometrìche. To rrlengo che questa sia In ragione precipua per cui le rni :\\rre cotr istrumE'nlo del R.eid sogliono essero alquanto più rile,·anti dì quelle risultanti nll'ollalmometr·o di Javni-Sclrii}ll: tenendo in falli l' istrumento assai 'ieino all'occhio del paziente si possono eseguire pir'1 agevolmente misure sul centro della l'Ornea. Tn llavia clinicamente e praticamente le succi Lal e difTert·nze rm la cheratoscopia e l' ollalmometria non inlir·mano gran fatto la bontà di croesta, gincchè la frazi one d'a ~ tig matismo t:he dessa non s,·ela viene corretta ùa lle contrazioni nstigmntir.he. sicchi• il pnziente talora ncceua la cor· rezione cilindrica piir. deuole risollala all'ottalmometru e rifiuta quella esatta indica ta dalla cherntoscopia; però col· l'età, paralizznte le contrazioni nstigmat1che de l cristallrno. si rende necessaria la co rrezrone totale o cheraloscopi(·a. L'astigmatismo rootro la re;.:ola si può ,·aiutare facilmente colla cheratoscopia sino a circa 0,25 diottrie: fl~so in gene1·e difficilmente r·aggi un:,:e le 2 diottrie, e r:on un cilindro debole. per es. di O, 7:;, diottrie spf'i:SO J'arole7.Zn visiva viene raddoppinta. La correzione poi utilmente applicabile all'asti~mntismo è genemlmenle rompresa Ira le indicazioni ottalmnmelridte e quelle della schiascopia. L'esame subbiettiro nell'astigmatismo secondo la regola
"X O TE lll OTT \ L)10 \f&TII IA
in :::encre -,'nrcosta pi u tli sovente nlla mbura ottalmnme triea, invece nelrastigmnti :>mo contro In regola s'acco:>ta piu alla misura r lt erato~copica: desso però è sempre infido, m;zannando 11oppo spcs~o ti p:lliente ed il medico, e perciò dt!v'e~ se re limtHllo tul una prova fi nale nllo scopo di a1 uta re a f:tr determinare frn due Il tre l'tltndri di gratlo poco diffe rente fra loro, ntl e;; di O, '2:) ad 1.50 D.. quale me~dio cormponda al biso;wu. Le re,;ole cardmal1 per t·e~ame clterato~copico onn le seguenti : l .'o~servalor·e se a rnetropc deve correg~ere la "un rifrazione per l Cd ere bene ti mar~ine pup11lare; ,ituatos1 poscia ad RO cenl dal paziente che guar.terit all'infinito. od in uno :;peccluo piano 50~pe,;o alla pa r•~te, correlo(ge la rifra • zione d'uno dei meridiani con adallo leute sfericlto (proce-.,;o Plrentl, In seguito hiso.!na muo\ere allernatiramente lo "percbio nel st>nso tlei dne merulinni priuc1pal1: se la ;.uùdetLa co rre~.io n e sferica c esattrr per uno dei rnt>ndiaoi, si arriva a riconoscer·e una lieve differenza ti' intcnsiLil lum inosa nel · l' omura de1 due meri1Jiant nel ca•o rlte qutHlÌ difftll'hC300 di 0,15 o. ~ell'ast ig m nti:..mo non è nt!cessarro :.iluarsi niLre gli 80 centimet ri dall'osservando perché è la d i iT~renza d' tnlensita luminosa u·a le due ombre, e non la differenza di cammino delle ombre. rh e hi:'O ma ricercare: questo secondo p1·ocedirnen to da solo un'approssunnz1one gro~solnn a se si compara al pri mo. Quando la differenza 11' intensita lu minosa tra i due merì,lian i principali .;i è LlenE' constatata l'osservatore porta la lòlla auenzione sopra l' inclina1.10né dell'ombra 10 rapporto ai due meridiani prt ncipali. Dopo averla \'ai utata
566
"'ìOtE Dl OTTAl.MOM.ETIUA
npp1·ossimativamente situa avanti l'occhio un cilindro concavo debole, il cui asse corrisponda allo spostamento dell'ombra nel meridinno piu rifrangente, ed a tentoni cerca d'ottenere l'uguaglianza d~lle ombre nei doe meridiani, sia cambht ndo il cilindro, sia modificandonA l'inclinazione. i arriva cosi ad una determinazione rigorosa nei casi in cui l'astigmatismo è regolare e l'occhio non fortemente decentrato; se l'astigmatismo invece è irregc.lare od anil nn alto grndo di deceotrazione In correzione cheratoscopica t\ impossillile. :'ìonostante la sua Remplici tà la schiascopia permelle solo dopo una longa pratica di raggiungere r isultati precisi. La sua precisione è uguale a rruella del procedimento nd immagine diritta per la rifrazione sferica, ma la :;orpassa d' molto per la J•ifJ·azione astigmatica. Dalle mie espe1·ienze a vrei ottenuto i seguenti risultati: L'ollalmometro la cui misura piu di sovente s'avvicinò ai dati del la cheratoscopia fu l{UI'IIo •li ll.eid, venne subilo dopo quello di .Javal-. chiO!z, che però differiva dal precedente di solito pe1· lieve frazione. Infine cogl' istrumenti di Lero)Dubois e d'Helmholtz ehbi discrepanze alquanto più rilevanti e sahuariamente ora in piu orn in meno. Giunto al termine senio il dovere di esprimere i miei sentimenti di vivissima gratitudine all' illustre professore Reymond, che tanto m1 fu lar~o di consigli e di aiutj.
UN CASO n1
f~RITA II'AR~L\ DA fUOCO DEL MIDOLLO ~RRYICALK Lettura ralta alla eonrerenZ<t sci~ntlnca dPI ~ no~ ~m br" t 9l pres.-o l'ospedal,• mUII&n! •Il Palenno dal tenento ml'dieo dciU . aatrae llo l"l"poti
Questo caso è importante, pel contrihulo che può portare alla sintomatologia abbastanza oscum delle feri le del midollo spinale. ~cu lli Francesco. soldato nel :;7 reggimento fanteria, clas:;e 18n, da ~'ernnzaoo (Re~gio Calabria), di profes:<ione contadino, es~endo. il giorno 2 giu;.rno ''ersC> le 13, venuto per ragroni dt seiTizio a collullazione con clet l.lorghesi a Belmonte ~lezzagno, fu ferito con un colpo di rivoltella al collo. Oai medici, sigg. capitano ~atoli e tenente Lic:hlro, che per i primi lo videro poche ore dopo che fu colpito, fu riconosciuto lrattar$i di una ferita d'arma da fuoco al lntn destro del rollo. nel triangolo inferiore, dall'estèrno ,·erso l'interno, da fuori in dentro, in direzione della a· \'8rtebra cen·iedle. Celi nrti erano paraliz?.ati . diminuita molt11 la sensibiliti1 ùi amho i lati , integra la coscienza. lliuscila impos·ibile l'estrazione del proiellde in primo tempo, ristoraLo nelle condizioni genernli e medicuto localmeute, ('infermo fo fallo trasportare IO ltareiJa in CfUeSlO O pedale, ove entrò nelle prime ore dol 11i :3 giugno.
56H
l ' :\ 1\'-0 Ili I"ERIL\
11\ll\l\ Il\ fUOCO
.\ella notte dal l Jl :1 fu e~e;:utlo due rolle 11 c ttcterismo dell'uretra, e si esLI'ussero in lullo circa 800 cc. d'urina ma· croscopicamcnLe normale. Le condizioni gravi del paziente non permisero tli r:lt'ro· ~li ere estesamente l'anamnesi; ma d.liiP poche interro,..!·lztun · che poterono farsi non si rilevò nul la che pole~se 1n0111r.: sul decorso del trautn:ltismo :;oiTerto. Hif<>ri che appt'll:\ colpilo cadde a terra, conservando però la cuscieoz L All'esame ohòtl'llivu si riscontrò essrre lo Sculli indrviduo di robusta costituzione, t'OO regolare conforrnaziunc scheletrica, ben nulriiU. Era febl11·it·itanll.'. con :H) t:n di Lr•lllper l tUra. f...t CO de nt l era con~en oli:\. Neltria n,.:olo infer1ore destro del collo, si riscontra' '' uun ~oluzione d1 continuo, a forma -:1rrolarr del di.1ruetrn li l cm., che wan1re:'t~1rnenle era il foro d'entrata di 1111 prnietlile: non -;i notava foro d'usc11a. La pelle aii'Httornu er:1 tumefatla ed arro.,sata. , pecillata la fet·ila. non !)i nu-.ci a I'Ìnlracriare llene l;t strada percor'a dalla p:lllollob. però si rapi che e~sa s1 erd addentrata tino alle t>ertelm~. ~on si uuln\n traccia di emorral!ia, e 1lalla ferita u,civa se.mo liquido siero-sangu1nolentu. Ciò che pi1'1 risulta l'a dall 'e~ am t! dr•ll' infermo. ('rn elle t'SSO muoveva i mu ~rolt della facc;a, moowva un po' il collu r :li arti supenori : del resto quelli mh•riori ed il LI ouco erano completamente paraliu1ti. La facc1.t era !Ibera non ~olo tl.tlla paralisi di moLo ma anche di sensn, e si rilevò che l'udito, l' od•1rato, il gusto erano normali. Leggermente alltlrala la vista. La sensiùilili1 tallil e consen nta nella faccia. indt•llo· lita nt'gli arti superiori. abolita ne:zli 1nreriori. La sensillilitil barica ed elcttnca confusamente conscr\'alc. la termica e In dolorilìca hen r.oo:;er\'ale such arti superiori : tutte poi nholile nel tronftn e ne7ll arti inferiori. Il senso muscolare
lll'!l
\llllOLLO CER\ IC \LE
:)69
doYODI!Ue a!Jolito. J e pupille r istreue e«l immobili. llei rille~si cut:mei conservato 11 pa!mare: un po' esagerati I'IDterseapolare, il mumrnurio, ecl il gluteo; molto e.sagernti il plantnr·e, il cremaslHrico, l'epigastrico. I riflessi muscola1·i e pet·ioslei conservati, ed in alcuni punti degli artt inferiori esngel'nti. 1 r10essi mucos1 non presenla,·ano alterazioni. solo eranu esa.:erali Il palatino eù il farin;.:eo. lle1 teudeini quello del tendine di Arhille, e il patellnre esagerati; il rilles-;o tendineo del brcipite 13 tricipite I.Jruchiala leggermente aumentati; normale il rillesso del mascellnre inferiore Inalterato il dono del piede. Il nllesso ,a-.omotorio marcaLis.simo rwgli arti rnferiori e nel tronco. endentll negli arti super1ori. n~ aente nella f;Jcd.L S• aveva p , r.tli~• dello sfintere anale e "'P·t~mo del \'t>scicale, taotochl'. mrntre perdeva incon:~cia mente te feci, occorreva si~i nga rl o . Per quanto notata una allerar.ione del visus, eu il ristrin)(imeoto delle pup1lle, uoo si potè per lo stato dell'wfermo pr"eedere all'e~am~ oftalmoscop•co; ma s1 ri;;conlrò che era un po' ristreuo il campo ,-isJ vo e con,errata la sen-.ihilitft l't!tJOica pet colon. 11 descritto quadro sintomatico reln.tivo al sistema nervoso era uguale nelle due metà d t~l corpo. Ali 'esame chimico delle secr{'z;uni. non si rtnvennero alterazioni det{ue d1 nola, ·olo un po' d'albume con aumento dell' urea nell'urina. che nyeva r~.tzione alcalina. La temperaLuro , come si è detto. era elevata. mn u~ual ffi611te distrihuila sul corpo. La loquela :.tentata, l' idear.ione un po' coofu a. La re3pirnzione Irregolare nel ritmo, e purnmente diafrnmmatica. Il pol'o pieno ma lento: 58 al minuto. Gl i altri orw1ni e sistemi non oiTm·aoo alterazioo• de;!ne dì outa.
r)70
tr~ CA<;O
or FERITA o'.\R\IA DA ft:OCO
Non prese ctùo durante il giorno. .llla sera il paziente si a;;lo{ra'l"ò e la temperatura -;ali a ~0°. La mauinn del dì :-eAueote il malato presentava questo dt onoro: ('ra dimio.uira la renz.tone intìammatoria all'apertura e~rerna delh ferita, da cui scolara sempre siero ,.an· guinolento; In temperatur.t cr-n salita a .i0°,2 ed insieme coll'anmeotodclla temperatura. il respiro e1-a fallo paù celere, mentre il polso dava appena 60 ballute al minuto. La co· serenza un po' offuscntn. \ ve va perduto :;ponwneamente le feci, mentre er11 -.tnlo neres.;urio ;;iringarlo per vuotare la ve~cica: l'urina ronLene"a albume. aumentata l'urea ed ti peso spectitco, ed n\ ora reazione alcalina. Alln :;ern nuovo eleramt:nlo termico (4.0°,:5) Passù la nulle agitala. ed ehbt> ùelirio. l.a mallina del i) era peggiorato, perchè non solo In temperatura era s:tlitn a ~0".~. il respiro era fallo ">ten· tato ed al polso piu depresso, ma gli arti superiori. dallo stato di paresi, erano anch'essi caduti in stato di parali.;i, e le "ensahtlit:1 vi erano pure nhuhte. Ln coscienza essenùo-i as"ai oiTu:~~:nta, fu unpossibilc un piu attento e:;arne dell' infermo, .;olo si constatò che i rifle:;si si mantenevano come fu lleuo nel prtrno e-.amc. Provato a dare all'ammalato qualche alimento. si el.lbero di ..turhi òi de;.;lutizione . . i notò pure un marcato grado di priapismo. Yerso In ~era la temperntm" 'alì a S. l o : parhH'a a stPnto. L' urin:t. estratta col c.1leleri rno oiTnva una più decisa reazione : 1cnlinn A J'urea era salita al :; • •. Al mattino del dì 6 il peggioramento era gravissimo. \ oche la vescica p,ralizzatn, temperatura t. l 0 .:). poJ,.o Il(), piccolo, respiri :)8, su per· lìciuli ; dalln rel'ita usciva trorcia di pn". Alle nati che cominciavano le le ioni da dect!hito. Tuili i rifle-.si appenn vi~ibili, per::.tstentc il priapismo. o5servato il giorno prima.
OEl. \1 l OULI.O f Eit ru; \I..E
Le condizioni si at!~rtHarono sempre più, e alht mnllinn del 7 la coscienza era perduta completamente, In parnlt~;i di moto e di Sf'O"' g-enerale su tuuo il corpo. temperatura i- 1°.8 fenom eni ri0e'si aboliti. ~comparso al priapi,mo, nn1che manife,taziont della vita erano il respiro 'uperlìciale frequente ed nceompa;mato da gemito in pir:~to rio . ed il pol'o dicroto e sfuj!~evole. La temperatura sulla st>ra snh tino a ~ ~·ed il polso o;i fece impercetllbale. Comparve un sudore freddo. e qonlche ora dopo questo (oru 21 ). il mnlatn mori. Riferirò della oecro•copta qnello solo cht> rt,.mnrda al tr.~tunatismo Il proiellile. colpito il collo nella ru rte piti nltn dt>l Lrit~ttgolo inferiore cioè nell'angolo formato rlall'omoiotdeo colla porzione clnvicolure dello stcrnocleiòomastotdeo ~ i nddt~n trò allrn vpr;~o lo scateno notel'ioa·e e i tes.;uti so tlo~lanti. fino ad intaccare il lunghissimo del collo nll'nltczza tlolla n• ,·ertehrn cet·vicnle. In true.;to tragitto non feri i gro~si vasi diramantisi dal tronco tireo-cervicale, cui passò ueces~a riatnente vicino, 'lttali l'arteria tireouleu 11tf~r·io rc, l'arleri;\ cPnicale ~uperiore e piu di tnttt~ l'arteria cervicale ascendente, 0 1~ beerò il nervo freni co . ma furono wmprumes"i va i u nen i di :;eco ndaria importanza. Colpi l:l (i' cervicale n~l corpo. al 'lavanti sullito del tuherculo anteriore della npofi~a tra--versa, per modu che l'arteria ver tehrale rimase ille:>a. La vertehra fn perforata e non fratturala. ed 1l pro· ielltle, per •a rest:iteozn incontrata nella parete o~o;en oppnsta al punto d' ingre~so . fece qui vi un infus~amen t u, e '\ulti un monmeoto di rotazione d;t destra in aranti . per modo da di~por,;l perpcnùicolarmeote nll'a,se passante pel canale \'erttJ· hrale. In ttuesta posizione lo ritrovammo all'alteua della i• vertebra, che del resh> era illesa. e per e'Lr;trlo fu nece~sn rio dt~arti colare la 7' cervicale dalla sollostnulo Il proiettile a\·eva un caliuro di 3 mm. ~el carlavere la via tenuta dal
:r;~
U:\ CA."O VI I'KRIT.\ o '.\ ll 'lA OA FUOCO
proit!llile t·r<i :-.egnala Llal tli~factm~: oto delle parti rnollt .·olpite. e VI si notaYa le··~era traccia d t suppurazione: un<t o due ;or.cie di pus erano raccolte attorno al foro sca' alo nt:! l,, vertebm. Il midollo. sia al disopra che al disotto del punto colpilo. presentava un prot1esso llo;.:i:-tico Mutissimo etl era spappolato. Per la penetrazione del pt·u•eltile nel canale 'ertt•hralt•. e pcl suo spostamento \'erso l'an10ti, il midollo fu ~in tla pr~mn completamente distrutto, alla qu·1 le mel'caniea cJi,trllzione s1 nn• poi la di:>orr;antzznzione prodoua d ali<~ mielite tr.JUmattca. La pallottola era scesa lino nella 'i' vertebra, peuhi· l"'l proprio peso erasi infossata Slll mitlullo, tanto piu che queste• fu roso più cedevole dull' infiammazione. In primo tempo si tentò cautnmente l'estrazione del proiettile ron i tirapalle, ma non riu-,centlovi :;i pPnsò d1 at'l'l"are sulla vertebra colpila con un ta~lio come quello dte s1 conduce per le~a re l'arteria \'Crlebrnlt•. o po~leriormeotl' con un processo an1lo~o n quello pet· e"eguire la lamnectomi:t. Cons1ghara a fa rlo la <iper,lnzn rhc il midollo non fosse rliri'LLamente fe rito per penetra.done del proielltle nello speco ' er· tchrdle. mn 3ivvero che la vertehm fosse soltanto frauurat:t , e che i fenomeni della le~io n e midollare dipendessero da compressione esercitala e da l corpo eslnweo e da scheggie osi\ee. Si opponeva a rr ue·to pe1· vero la diiTusione Ù1•1 sintomi, ma l?ra lo).{ico ammellerc che alcuni di essi Ùlpendcs,;t'rO d 11la commozione clel mi lollo, ri,;enlita anche ·' d1staoza dal punto colpilo. i aLhnndonò però l' idea ili un allo operaLJYO, che, come mo3lrò la necroscopia, sarehue riuscllo tnutile. Ftn da principio la dHtJ.Inosi di sede in altez1." della ((•·ione e la sua natura non erano ùa discnlt!r''· conoscendn i la Yertebra lesa e la cau"n ledente, como pure
llf.l. 'ITOOLLO CEil VI C. \l.&
er.1 chinro che il midollo orizzontalmente era lutto com· promes·o, essentlo i sintomi diiTu:;i ed uguali nelle due metà del rorpo. Piuuosto restnno ad e;;aminarsi e delucidarsi alcuni l~"ltti. Quanto piil nlla è la sede della lesione del midollo, tanto piti ftt ferita è pericolosa di vita, e nell e lesioni della porzione cen·irale inferiore la mo1·te ~i verifica dopo qualche giorno uppunto quando il procei\SI) rno1·bc•so postumo al trauma si é esteso in alto. E per questa diO'usione di processo nel NI'O nostro si spi e~a co me i sintomi paralitici si sieno pnma mnnife·tnti IIPgli arti inferiori poi nei ·upen ori La paralisi di moto restando in talla la facda. ~ io rapp01 l1l colla lesione dei cordoni laterali, ed è nna caralle,·istit:a delle lesioni ~pinali, che sene a differenziarle da quell e ùi origine cerebrale. La compl eta anestesio da Lulli i lati é iu rapporto con In distruzi one rli Lulla la sezione Lrnsvet·sa dei cordoni poste· riori, e di tutta la sezione lt'JSVeriin òelln sostnnza grigia. ~i :'1.1 che, rP.cisi soltanto i cordoni pO$teriori. è abolita la "onducihilità per le sensazion i tilttili e termiche, ma la seusihilltit dolol'itica viene trasmessa da lla !'Ostanla grigia. l rillessi sono considerati tJUali funzioni autonome del midcJllo, dovute ai centri dAi !'illt>ssi, senr.n però negare la compnrt()cipnziooe del ce rvello. Ora si lrovo no esagernti nelle divisioni lrasverse del midollo, como nel caso nostro, perchè è uuo li to l'influsso modenHot·e dei centri cerebral i ù'arreslo. Le nlternztoni vasomotorie pro,·aoo anche una voltn che nel miùullo esistono vie di condudiJili tit vasomoloria e centri vasomotori . Più importante è l'avere os,ervnto il tiecuhito dopo soli 3 ~iorni ùi !ello. Qunndo si rillettn come certe persone gincciono pet· degli anni sul dor:w senza subire un decu-
5i4
U' 1'\Sil 01 H!IIITA o'.\R \U 0.\ FUOCO
bilo, "i dere ammettere che non sia la sola pressione -:u cJuel tratto di ente che produce la cancrena, ma che sia necessaria una seconda circoslanza per la sua produzione. Il presen tarsi rapido fa presumere che dipende da una condizione nutrillva dei tes. uti, che pnò essere anormale o perchè sono anormnh ~li umori nutritivi. o perchi· è aoormaJe il hn·oro dei rei(olntori trolici. Ora se in un U(IIIIO afTuuo "ano. che sofferse dt una distruzione traumatica del rn•dollo, si determ'oa in podti giorni un decubito, parmi che si debba pensare ad uua alter·azione 1l~i n~;rolatori trolid cau•ata dalla !estone 'te~sa del mtdollo. E a me;dio appng~iare questa teoria. molto discussa. viene il fatto che il decubito si presenta anche · unilaterale, se unilatemli furono le lesioni spinali . Il ca-~ presente vi eno in appoggio alla esislenza del centro cilio· spinale di BudJ.;e, il quale, essendosi lin da principio mostrata l'alterazione della pupilln (ristretta), giacP.rebhe nel tratto cervicale iofer10re, menlre Bernard lo aHebl>e postu a livello della second.t vertebra. Ciò sarebbe la con~e,:uenza della distru1.iooe di qnf'slo centro. mentre come elfello di un semplice stimolo, si anehbe invece la dilataziOne. In quanto ai distorbi respirator ii si sa che sono tlìYer'i a ·econùa dell'altt>W\ alla quale ebbe lno~o la le,ione ùt>l midollo. Lo avere nello culli la respirazione dJarrammatiC<l. mostra a m1o parere cltll l,l lesione era al disotto dell'uscita del neno frentCtl, in cui ce::.:;a il lavoro det mu.;;coli del torace. È \ ennla poi io campo la dispnell perdt~ il processo llo~istico consecutivo si è avvicinalo gra1lo a grndo al frentco. Le mod1 1icazioni del polso nelle lesioni del midollo 'pinale "ono sen'>lhili, ma non hene spiegate. Lau}!ier dice che nei sp·nvi traumi del midollo si ba il rallentamento del
U~L
ltWOLLO C&ll\ tCALE
po(,.c,, ... pecie del midollo r.ervicale : Gurll riferi .. ce alcuni casi in cui il polso e1·a disceso a 36 bn uiti, e la leslolle . era nelle uiLime ''ertebre cerricnli. Que'IO rallentamento è in rapporto con la diminuzione ùella reSIStenza cpmsi totale clt>i vnsi per l' indebolimento del loro tono, che :n fien ~ o quando il centro va:-.o- motono :>t paraliui, o qu.mdo per recis1onc della midolla cervicale C!'SO ve0!-:8 disf,!iunto dalla tna:\sa princjpale dei nen-i ra~ali. Per qnanto t' l•a ..a l' interrntione per altrettanto è maggiore In pnrte del sH>Lt"ma va,colare che rimane innervata, per modo da aversi non p111 di.tnrhi generali ma locali, come accade tjunnùo l' intet·rozJOne avv1ene al disotto del punto di origine de~li ~ptan cnici. Per qneslo indebolimento dt>l tono vnsale liimmuJsce la differenza di tensione fra entramùi i ~istemi, e deYo per necessilit di minuire colla pressione la velocitn della corrente sanguigna, lino ad arrestarsi quando il tono arterioso siasi spento del l!lllo. Cosi nella pre~eo tc le:>iono tlttl m1dollo cervicnle io spiego il rallenLamento del pnlso. Si notò dapprima ritenz10oe di ur10a e perdita di feci, poi incontinenza pure dell'urina. Anche .\ lbert r·itit'ne l' mcontinenzn primitiva dell' unua una vera eccezione. !•uri' unn eccezione è stata l'avere avuto da principto la perdlln delle fecr. perchc nelle lesioni tlel midollo cen 1cale, p~r la parahsi della mu:;colatura intestinale, e per la t] oasi scomparsa della ('rt~·~ione eodo-addomrnale. prima i doHchbe :l\ ere ritenzione dell'alvo con meteorismo, poi mcootinenza. face ndosi molli le feci. L'alcalinità dell'urina deve considerarsi, io credo, non come effetto di decorcposizione 1n vesc1ca, tnl\ di nllernta secrezione renale, essendo alterata l' ionervazwne del rene. E ciò pel fat to che si constatava alcalina appenu esu·aua di VC;,CIC,I, estrazione che, !J6r potei' COOclndere C JIIe:>tO, fu
5i6
C'l f\SO DI Ff.Rlf\ U'\R\1\ fiA FlJOCO
praticata alrune volte a hrevis~irno tntenallo. e ron le opportune precautiont onde non portar nulla in re.;rtca che nllerasse la reazione. L'aumento ùell'urea può ec;sere stato io rapporto con l 1 febbre, ma i• da rtlcnersi anche in rapporto con In diminuita pressione arteriosa, per la «Joale decresce la 1uanù11 d_ell'acqna, ma non del par1 dmunuisce la secrezwne dei principi solid1. ~pec1n lmente drll'nrea . • li priapismo da alcuno considC'rnto 'luast esehl"t'u dell~ lesioni del midollo cervicale. da altri i· legato n lesiuni ~ere· bollari: il caso presente conferma la prima ipote,i. l disturbi di de:,:htt•z1one. credo cùe non dipentle~sero dalla lesione del midollo, poichè oo11 so ne capirebbe il rooli\'o; ma potrebbe il proiettile aver compromesso il nen·o hrlll,teo superiore e quello ricotTenlo, dn cui si staccnuo rami scn!o>Ìiivi alla parte superiore dell' esofa~o. e cosi qrebhero spie}!atl 1 disturui to parola. La temperatura variamente ~i altera nelle Jt•,iun i Ilei midollo ren icnle, Brodie, Uillroth, , imon. Ft,;dser. ne ltaono ron~tatato un aumento: qualche altro os~t·n·atur e dice di aver visto il fatto opposto. Ma nei traurnnrisllli il t:I\SO quasi COstante t' J'aumeDLO ÙeiJa Lermogenesi. I.IÒ clt· pende da che le arterie delle pnrti del corpo che proruraoo la (1tsper~iune del calore. cioè ~pecialmen t e d •Ila cnle, come del re~10 anche quellt> der forolat·i Ili pro,Juziune. pPrdono l' innervazwne vasomotodn. Quindi nltlm~sarnento di pressione. rallcntnmeoto di cirrolo c minor dispersione dt ralore. Insieme a questo hisogn,\ nnche tener couto dell' influenza tle~odi altri di:.turlu concomitanti. <.pHie dc•ll;t perdita della motiht.l rolootaria. Pno rn Ct!rti ca:.i ,lllbilir~i un primitivo a!Jb<hsnmento terrrico per la pat·ali~i irnpror,;,n dei vas1 cotnne1, perchè nel morneuto aumentasi la
UIL HIDOLLO CERVICALE
:;n
disper~ione del calore. data In mn~gior massa nngu1gon che va alla periferia. ma poichè lfne:-lo sa n ~ue non si muove cba lentamente, la dispersione del ca lore è lenta. Vi sono esperienze di ~a un) n e Quincke, che dimostrano che nei cani una l c~ione della midolla cervicale fn eleYare notevolmente la rermogenesi, come o%en·ò anche 11 Tsclleschi~ben. Rol>eOtb.tl, Levizl.). Hie;!el, Schroff. hanno invere conslatnto un ubbas.;amento ti i le mpera tura. per eu i Ì' uecessario dtre che ci r notn più il fallo chr 111 sua sp1egaz1ooe. E che si tralli di una diminuzione di dispersione di calore. e non di aumento eli pro.luzione. l! confortato anche dagli esperimenti di l'chiiger dappoichr nei ronigU c'lti egh aveva reci o la mtdolla al livello della 'i" vertebra ce n icale, non .;olo non rinvenne aumento ma trovò pedino eccessivamente d1minuita In introduzione di oss1geno, e la emissione di addo carbon ico. tiò posto è il caso di associare al rallentamrnto della corrente sanguigna l'indebolimento della respiraztone: cosi mediante que,lt due fauori la disper:.ione del calore da parte dei polmoni e d ell~t cute vione diminuiLa, e si spiega come nei ferili del midollo cet·vicnle, ~i ele\'i In l~mperatu ra del corpo, anche senza aumento della produzione del calore.
37
RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI
RIVISTA MEDICA Dell& atutoae sul t&llolli a et mtop&tiol. - P . RicUER e H. MF.tGE. - (Journal de médecine et chirurl}il', Vol. LXV, No 14), Nei soggetti miopalici, le fibre muscellari man mano che s1 al1·ollzzano sono sostituite cln t••ssulo fibroso. QuesL1 modillr a.done si osserva spec1alnwnte nei muscoli del polr·accio, le cui fibre muscolari sono corte ed ammucchiate e ne ril'lullano molto rapiliamenlo rott·az1on1 tlbrose mollo pr·onunciall.l. Ora malgNldo questa ta·asrormazione, la stozionl' in pioùi •' possibile, perchè il muscolo gasll'ocnomio un po' diminUilo uella t'UA lunghezw agiE~ct• come un vero legamento; la sua tll.iOn" puramente pas!liva s1) limila ad impedtre l•• fle!;siooì in avaoli della ga mba ~ul piede, per conseg:uema a m'lnlener e l'equilibrio nella :-tes:;a JtUisa dei le!!amenh ciell'anca o dt!J ginocchio E fac1le del reslo con ...l8t:ire il raccorciamento, pet·cht.! ~i può notare che il tallone non rq>o a !';W suolo cos1 perfettaml!nle come nei soggell1 normali e si possono aoch.; far scivolare al di!lollo ùì e"SO regoli più o meno spe!Ost. Ma ~u la slazione in piedi è facile malgrado le retrazwni tlbro..e. [UCflle a r recano un ost~colo assoluto alla r mli:sa-
:ione t/ella sta;tone sui w/Ioni. Se st 111 vtta uu miopalico ad ('!'leguire questo moviml.'nlo CO" l faCIIu a realizzare per l'uomo normale, si "ed e cho a:-,olulam~nle !mpo .. sibtl•~ el malnlo di distaccare dal suolo la punta de1 ~noi piedi; le dita ~olo sono leggerrnent•, sollevnt~. Per quanli sfor•zi faccia, e~li non può giungere u pol"arsl unicamente sui talloni. Questo sogno ha una reale imporlanzo, pcwchò, ancho quaudo l' atr,•lia non si l'i vela per
RJ VI ST.\ M&OlCA
579
alcuun moùifh:aziono a ppl'ezzal,ile delle fllrme eslt~riori, e:-110 perm•·tte di afft!rmare con certezza l'mvu•uooe Obroqa delle ma,.se muscolari, e qtundi di confermare la diagnr1Sltlt mio· potia. L'ancapacità funzionale di S>llevore la punta del pie le non ~ dovuta alla debolezza dei muqcoli d •Ila re{li()ne enteroesterna della gamba, per·cué si provtt una Nsislenzo in Vlll ctbìl~ quando st cer~ con la mano dr llellere il pie le c:;uiJa tlllmba. Appena si pun nei cac:;i meno pronun·:i~tli arr·i\'nre Il no a ll'nn~o!o r ello menlrP che ne -.ogqt>tlr normali si lliunge facrlm~nte fino all'angolo acuto. Ciò che imped•s••e la realrt.zrttiOIIe dr que to movunenlu t la re.;islen/.a cun ... rder·e, o le ~he rr:;ulle dalla trac:;formazione fibrosa der musl'Oii della r l'gioue po!!lerinre dello gamba. Un'alll·a conseguen1a di questo occor·rraroenlo dei rnu~>col i F8 lr·ocnemii conc:;iste nel fallo clw r maiali, quaudo camma· nauo, non appoggiano il loro taJic)ne sul suolo coel compie· tanwule comi) lo fann o gli individui sa ni ; a lcu ni cammiua no flulla punta del piede e! loro uguolm3nte imp)ssibile di accmiclarsi, noc&<~!$ilandu qui>"lomovimenlo anche la fle~sìone in a vtJnli delltJ gamba sul piede. Per la me.te ~ima ra~ìone. un og .retto •Jnalsia'Ji interpo~lo tra rl suolo e la punta del pied", uoa pretra. un pezzo di l e~no per ei;it>rnpio, qualun'(ue sra"'i il loro spes!"ore, obblighera nno •Jueslo malato a fermar<:i nella sua mar•caa Tuttr •]Uo:sta segni sono importanti •lurwtunq u•• i mahtti r iehmmino raramente di per se sles~r l'alL•m/.ron~> fiU questo a r~ornento. ma tra essi r rmpo-. ...ibilllà di IA•ne~i s u talloni eosllluis ·e un s~gno rivelalore di primo ordwe, perch.> e!""O può es:>ere al pa•imo in litio delresr terua dr una relratìone fiLro,.a prodotta da ll'uliziante rnaopaLia. {) P ePrs. -
La oontaglostU. dell' amlg4a11te aoata.
(JI)urnnl (le m~d~·clne et de chirurgit•, Vol. LX V, ~· H).
Numerose pubblicazioni hanno damoslrato che alcune ton· s ilhli acute c r·ano eviùenlenwnte coutogrose. Il dott. Pepin
Rmsr~
ha sostenuto questo modo di veder e, in una ~ua te 1, apportandovi nuovi documenti personal1. In una famiglia th cinque persone, egli l1a visto venire successìvomeute colti da toul'lillile la madre e due fanciulli, mentre che ti padre eJ un ft~nciullo soveot1 Cuor i di C8"'8 sfu~girono al <'Onl8Rto. In una scuola frequentata ordinariamente da 175 a 180 allievi, ~i ebbero simultaneamente iO a :'>() as$ell7.e, fJUll~i lulle dovute 8 tonsilliti, di forma beOIEf08 però e <•be P'U&rirono tutte. Pepm cita ancora vari faLli dello sle <tO genl:'l·e, o._..crvali 111 campagna uelle case isolate ove l'iufluenza nel contap;io é per conseguenza ptù racill' ad e'sere •limostrata, e què. le o~servazioni provano sempre più la necessilt\ di curar~ l& l Ons:lhte più &ltentamenle di CÌÒ Che Si fa gt>nPrEÙffiCOle 6 di ndoperare misure protìlalliche. È necesl'lario curar e lelesìoui croniche della toosìllu , cau ... .-~ predisponenti al contagao: ciò divtene indtspensabile n• i sogJ.rl'lli che sono ~ià <;lati all'eHi de tonsillite e rhe !<Ono più espo~ti clegli altt•ì al contaf{IO. Quando si constnla un ca..,o di amigdalile, si dovrò. <~A è po <~ibile, isolare il malato, essendo l'affezione d• br~'"e tiU· ratA, ciò non presenta grandi clifficoltà. Noi casi in rut cin sarò irnpossibil~. si allontaneranno i fanciulli e le per«ono le cui tonsille sono state malate anteriormenl<>. S1 raccomandl!rà aì maiali di sputare sempre in un vaso contenente un hquido antisettico e si sor,·egherà la tlisinf••zione della bianrheria e degli o~getli che loro avranno ser vito. Inutile aggiungere che la ~tes<~a pr ecauzione -.arà presn dal medico pet· i suo1 strumenti (abbassa-lingua). I nfine s1 pOLI'anno prescrivere prevenli"amPnle lavature d•·lla boccli e gargartsmi coll'acqua salicilata l per 1000, con l'acqua fenicato l per 100, e bor1r3 3 per 100. Quantunrrue queste precauzioni o.Pmbr ìno e"8~erate, pure ra d'uopo non dimenticare che pe1· benigna che essa l'Ila d'ordmario, la tonsillite acuta può delt•rminare grava complicacazioni locali (otiti> o a distanza, e che lo tulli i casi essa deprime singolarmente le fOI'Ze e11 è seguita da una con'alescenza molto lunga.
M.KDtCA
58 1
RrcocuoN - Deformazioni oongenlte nelle famiglie ohe hanno oomanemente tuberoolotiot. - 1Journal de m6c(ecine et de chirurgie, Vol. LX V, N" 14). Il dottor Ricocllon dice che la predisposizione alla tubercolosi si mar1iCe ta in cer te famiglie con stimate morbose, con Plati patologici, con deformazioni congenite, la cui coe:tam~a , la cui ri petizione non possono essel'e •·itcnule for·~uite, e che sono per lui come clei segni specifici del terreno organico naturalmente tube•·colizzab1le. Cosi su 4!) famiglie in cia!'tcuna delle quali eg'li aveva constatato dei tubercolotici, egli riscontrò in allri membri di quelle famiglie 38 casi di lussazione congenita dell'anca. Questa sinr;colaro deiormitA, per la s ua rr equenz.a, per la suA faci le conslnlazione, richiama subito l'allcnzione; ma ve ne sono altr·e chP, per esser meno visibili. non offrono ptwò minore mteresse. Basl.a esserne avvertiti e voler·le cer~are per lrovarle. Ricochon ha così nolalo l'asimmetria della faccia, le or·ecchie con margine ira·egolaJ'e, le ineguag lianze nell'altezza delle sopracciglia, le deformìlà della volta naeale, tlella volLa palalina. l'atrofia del labbro superiore, denti male impiantali, la lìmosi, l'inclusione lesticolare, le e•·nie ecc. Tutte queste lesioni sono il r i«ullalo di un' imperfezione vitale o dimostt•ano che nelle famiglie in cui st l'iscontrano, la Vllalilà è profondamente inlaccala, che la lolla per la vita vi divenl& mollo 1liffidlc; la lubercolo!ii perciò ba probabilita di compar·irvi. Co~i. tulle le volte cbe il medico t~ chiomato a vi~>ita J•e un membro di quelle fami~lie un po'sospetto di tubercolosi, anche che sia vi solla n Lo il ùubbio, egli deve sempre considerara la malattia come confermala ed applicare r imedi energici. P er stabilire lo. diaguosi, si d"·• rà semore r irercare 1:1e non !>ianvi nellu famiglia, LI'& lutti gli allJ·i viti, dei membri afl'elLt da lu:Ssazione cong ~nita rlell'anca. È neces:;ariu a g giungere che par·u che i memllri di una famigli a a[elti ma· nifestamenle da deformazione conl?eni ta siPno precisamente quelli che sono meno esposti alla tu bercolos i. Si direbbe che
ll1 V1ST.~
il fallo rlell'est«tenza delln defnrmazione ha eo::a•nilo iu e"~; la preclisposi:rione morbosa che di\'iene cosi una condtztono r i"ervula a rtuelli c he ne sono sfug~ìli.
AmlgdaUte oronloa ooU- baoW.a re. - LERMO,Ez, Ib.L:-o!E e BAR RIER. (Journal de ml!decine et tle cllirur'l'e, Vol. LX V, ~· t .l). Gli autori hanno O"'t" nato in un gio, ane d1 li anni un& tons tllilè dt una fMma ,fel tolto speciale: essa era ru rallt>rizzata do. unan~una che dura' a da vari me" t e rest ...leva a lul'e lo rure, cnn un Cl.'~ udalo CO!:'liluilo da punti biauca -<lri mollo anal o~1 a fJO,.Jii della faringo-mtcnsi leplolricn. ~ 10 si ollenn .. lfl gunr·iginne cliP- con lo s minuzzamcnlo delle ton .. ille s us<~e~uito da caute1 inazioni iodo-iodurate f1 •rll: l'e"ame hallE>rtologico 'i l't!ce ecopr 1re Il balterio coli-comunu quasi allo lt.to di pur t>zza . Clinit·n menl~, ques ln lo 11 ~ illi lo ,·, ra ra tiR. rizzata dolla f-118 evoluzione rt·onicn, dalla ~oua leuacità es trema, dalla ma neonza tli fenomeni dolo roRi o funzionali, da un riverbl'rG notevole f'.ullo ~olato f{ent> rale, non proporzionato con la lesi nn~ locale, dalla mancA nza di r i vet·b<>ro gangi o n are o nelle vici· nanze. I nfine l'aspetto 6 ctuallNislico: l'essudato'" J1 con!'islenza st.>mi-mollP, di coloraziOne btanco sporca. form a piccoli amma ..._i punlifor mi che sporgono fuori delle Cil ''ìlu amJgdahane; var i punti po"'"uno contlUJr e e simulare una fal!oò8 m t' &nbJ•ana !<pe"'sA, l'el'i"teote, non di~<'sociabile n('ll' acfJUtl, ma p01'0 aderente: la SUR esportAzione no n fa 0 1lngumar e 18 mucoc:n cbA. al di~otlo •li essa, non presenta lt•sioni. Q&H·"'l'HITezione ,. probabJimente piu frequente Ji quanto s i cr edtt ed, n part>re degli autori, ha do vuto el:lsere confu"a con la farin ~.:o mtrO~I.
llanlfeataslonl boooaU della neuraatenla. - ME:•mEL. Journ.al de mér/e(ittc et de clururgie, Vol. LXV, ~· 13). ~l e ndol ha citaLo vat•i falli Lendenli a dimos trat·e che la neurasteuia può presentare ma nifestazioni spe(•iali do. parte
l! EOICA
della bocca ; anzi le localizzazioni boccali di que!lto s tato ~e nerale :-embrano mulliple, dall'aumento della sen.11ibiltfti tattl le dei tlaolì, dall' ipereslesia della denlma e d elle mu co~n boccale fino tai disturbi troflci piu pr orondi m nthflcanli i te~~uti nella loro vtla elementar e e cag10nanlt dt~ordllli conl'iderevoli. Il quattro clinico SP.guente, che Vian ha descritto ri(er en,tnlo ella periodonllle crooiea '' un e!lempio di Jueqtj ùislul'l' i lrollci. La !estone io discorso è caraltt>r tzzat.a nel periodo <11 11lelo dalle mobilità mollo grande e tlalla scompar~o quaQi completa delle pareti alveolari e daii'M senza della suppurat ione La malallia non interessa che un -.nlo ed unico dente e le lesiom che essa produce "OD 1 u .. llamente hrntlate 111Ia re~tione corrisponùente 'al den te colpito. l ùenti vicini non prt>senLano alcun drc;turbo Òfl parte dell'alveolo e del legarnento e Mno al contrario molto solidamente flqqati al mn!lcellare. Quaul unqu n la car·i~ dentaria Ria frequente nella boccn in cui fJuesla malattia ::;i osst'rva pare che e$88 non abbta alcuna relazione con quest' ultima. L'evoluzione dm fenoruen r mor•bosi non è preveduta ;,Ja a lcun per iodo inflnrnmalorto arulo. da alcun sintomo subiellivo. Il pr·oces~o è indoler\LP, lrnlement•• pro~ressi ,·o. Lo geng:ivu non presentH che moc.liflcazioni poco sen~i blli. E"s& é leggermente ispesstla, ipertroflc&, scollata mtot•no Ili dente malato. che !'l muo,'e com e in un sacco. Il margine libero della .ten~ivn conserva però ti HlO livello normale e ropre il colletto dell'organo interessato Nell' ulluno pel'iorln, la mobrlità è estrema, la ;len,:tiva è più conge~llo nata, il rlo"sorbunento alveolare (! c •mpleto. Il den te non t• tenul(, che da qunlche fibra e dall'eslremila dellu rathce. l mal11li hanno a ccu.:;oto lievi fltl•• pr nfontle, »OJII'Sggiunto sponlaonalllente, senzn cau"a 8!l[l8renle. Mancanzu c.li suppuraz.iooe. 1\on propagazione at denti vicim. Mendel, che ha citato vari fatti del nwdesi mo ~enerf!. clol lutto paragonabili a ciò rhc si osl"cr vn nellu t•eg ros~ioue !'tenrle. non ec:rta ad attr1bur rli alla oem·ac:l+'OJU, basanclo<~t pr·incipalmenle, per escludere l'ipotesi dì uno seruplrce Il+-!-
RIVIST\
riot.lontile> sul fatto che nei casi in discN·s o si tratta sopt'O!· Lutto di una tlegeue razione del tessuto dentario, alveolat·c e gen~ttvale, e ciJe, nonostante (1uesto te rreno CO!oi b··n preparato per ricevere i naicr<H>rganismi, uo n avvieru• ma1 ~ur· pu1·azione.
Due nuovi segni 4ella febbre tlfol4ea (Ga~ette t!es lltJpitau:r:, ~.
OoRASTZOFF. -
103, Anno LX.Vrt).
Il pror. Ubra <>lzotr ha richiamato l'attenzione ul valoru d1agnoslico e pronostico deliA palpaztone dall'ileo t· dei :moì gflnglii me<;~JnlPt·ìci nella febbre Lifoidt•a. S1 pal pa f;;Opt•allullo la por1.ione terminale d••ll'ìlon. nella fn~Rn iliaca de<~tra; si s~nle un seflrnPnlo d'inLe1:tìrw di'l tlia· mell•o di un LrAver..,o di dito, sensibile alla pre:-,..ione e che tlà un gorght> fino. •rue-t.o ~etzmento dcll'tnteslino di 6, 8 cer.tìmetr i cii lunghezzu, si eslorade ob h'Juamente eli basso 111 nllo e di denlt'o in fuori, perdandosi la s ua t-sll't.llllilt\ supeI'IOre sul lato interno del c1ero, l'mferiore a ll'ingrf'sso ~.lt·l ba cino. in 'ic1nan1a del mar,:cule e..<~terno del retto dcll'<>d· dome de! lato dest r o. Questo RLes>:o !'&gom onLo polrobbe an a· h<• esRere sentito 10 alcuni malnt1 ofl'elti rio febbre r icort·eult•, ro>umalismo articolare, merain~1le Lubercolosa ecr S opra ::!:3 ca•• tli febbre lìfoadea, l'butot·e ha potuto palpar•• qut•sl'a m•a inle!'ìlinale 14 volLe. l casi in cui si c ouRlnlava quesl'anRa, soLto for·ma di un col·tione Jl u•1 lravPr"o di d ilo h spe sore, erano favor·evoll. Uue cac:i in rui l'autore ha trovato quest'ansa dilatat.a ineguale e doloro"a, terminnrono cou uno peritonile 1•er perforazione cd a sLrnia ca1·daRca t'OD feno meni lifol'i mollo prouunc aall. La tecnica della palpaziou~ di quel :-<egulenlo cloll'lllleslinn é In ReguenLe: Ri palpo con le fJU&llro ulllme dJta dt•lla maon destra in uno di r ezione per pcndtcolot·c nl legaro('nto di l< al· lopu', a 7 cenltmelr • al d1sopr·a della Rpina iliaca unter1or P superiore destra, inv1tsudo il malato a fare profonde inspirazioni e de primeudo lentumenle e p t'O~-Cre <>ivamentc le pa· r et1 a ddommall lìno a ra,.t:.n ungere lo fossa iliat'a tnleroa. La palpazioue dct !!Onqlii uwscnleric• ~~ fA nella pnl'l•· medl6
MEDICA
dell'eu Jomu, tra il margine del mu!lcolo reUo ed il colore at'Cendente. Nei casi leggieri i ganglii me~enlerici non sono st•ntiti; not ca!:-i ~ravi, e"si l'tOno piu o meno lperlrolici. Per senltre questi gangliJ, si applicano le quattro ultime elila tmme hatamente infuori dal mal'f{ìne esterno del re\lo dt>U'adtlomo del lato destro, 11 medio all'altezza dell'ombPiico; a ciascuna inspir azione del malato t~ l affondnno le dila di più in piu profondamente dirigendot~i verso la pat·te laterale df'slra del racbide. Allontanandosj un poco 111 basso ed in fuori, Ili cade -.utl'angolo ottuso formalo dall'i!eo e dal grosso inte!'lino ove si l!·ovuno dci ganglu 1perll·oflci. Fa d'uopo procedere con la massima dolrezza . Secondo l'autore. quesli due sintomi de"ono e1;11ere annoverati fra i segni rondamenlali della reb brP tifoi•lea. La loro presenza ha permel'lM a ll'aulorf' di thslinguere una tubercolosi nnlitH'e da una febbl'l.'. tifoidea durante In vile, diagnosi che ru ronfermata all'autopsia. Questi :;egnl avrebbe1·o 'Juindi un ,·alore Jiagno,..ltco e pl'Ono .. lico note\"ole. Una atr&D& epidemia. -
MOLLER. -
( 'vfii.nch . nwd. Wuclt.).
Il Mlìlle1· dà conto d' un' epidem1a d' un esantema limitata u certi luof(lti situati sulle rive dell' Oder e suoi allluenti. Ectsa si monift:lsli\ qutlndo I'Oder straripò io giovani per'lone a:ldetle ai lavori campestri. La compar"'R dell' e!>nntema era f'Ubilanen r.nn brividi: ~PgUi\'9110 fnrlt cefalee P dolor i al tollo, ai lom!Ji e allt· membra. Il dolore all'epigas trio era coslanle e qualche volta ar(~ompagnato da vomito. Gli ammalali ee•ano immet·si nello ~lopor•• come nell'lleobfo le coo!!mnhvo Prano tneellate. la g-ola era I'Jcoperl.a da p<~ouolo membrane e le gla:1dole cet•vicali eranu t[uasi co:;lanteluenle lumefalle. L'urina Hf'l pil.a dei casi nun conteneva so<~tanze anormali: qualche vnll& occorse di trovar e albuu1ina, cilin!lri e globuli sanguigni bianchi e rossi. La temperatur11 tluranle la J• ..t>lhmana si manlent•va a 3!f C ma spesso sali' o ancora. Un'eruzione cutanea imile al morb1llo compariva 'YOI''"O il •• e 5' giomo sulle regioni clavicolar•i e di là si est1mdeva
586
RlVISTA
poi al tronco: essa era cer te volle preceduta da un fuggevole eritema <>ul torace: la faccia ne era spesso risparmiata: l'eruzione era alcune volte emorragica e scompariva in 3-5 gior ni.. L'erpete era frequentemonte notato. l u quasi tutti i casi la temperatura s'abbassava, qualche voll~ per crisi, col manifestarsi dell'eruzione. 11 polso durante l'acme della malattia batteva da ùO a 120 ed anc.he HO volte al minuto. La lingua era fo rtemente impaniata durante i primi giorni e spesso arida. Qualche volta si notava una febbre secondaria. Gli ammalali erano prostrati durante la mala.l lia e la convalescenza era lenta. Lo pochi casi si notava una defurfurazione della superficie cutanea. G. G.
La. perimenlngtte acuta. - MesLrER.- (Jou r nal de Médecine et de Chirurgù: - Gennaio 18!)5).
La perirnenìngite acuta é prodotta dall' iril1ammazione del tessuto cellu lo-adiposo che avvolge la ùura madre. È una affezione molto rara. La sua diagnosi il più spesso difficilissima, ha mollo interesse; perché essa potrebbe in certi casi permettere un interveuto chirurgico per apl'ire una raccolta purulenta peri-meoiogea. Si può ammettere che esistano due classi di perimeningiti acute: le spontanee che compaiono ~enza causa apprezzabile, non essendovi slala qualsiasi tr·accia d'infezione anteriore o essendo essa scomparsa senza lasciare ricorJi o segni ; le secondarie che sono consecutive alle infiammaziqni del tessuto cellulare o dei muscoli VJdoi della colonna vertebra le. l sintomi di questa affezione ofl'r·ono molto spesso una grande analogia con quelli dell'infiammazione degli involucri del la midolla; é però interessante la loro distinzione. Il modo d'inizio della per i·meoingite presenta lJ'e tipi differenti; un tipo acutissimo, segnalato dai brividi, dalla cefalalgia, dai violenti mali di reni; un lip.) acuto con lassezze, malessere, insonnia, dolori, crampi e febbre; un tipo lento cbe può mettete va.t•i mt3si a !'\volgersi.
\IBO IC .\
;; 7
In una ma niera gener ale, ciò che si osserva il più spesso sono ì dolori negli a r ti inferiori, dCIIor i vivi, presentanti altE.rnaltve di r emissione e di e!"acerbazione; ()Uesli dolori po!<sono ri«iedere lungo la colonna verlebrale ed essere accompagnali da r igidt:ua della nuca e degli arti. La reazione rebbt•ile è intensa e la costipazione •' abituale. Io cer ti casi i fenomeni meningilici passano lnavvet·tili. In ogni caso ò da notarsi che uno dei lenomeni più imporranti è il rlolore violento esteso agli a r ti inferiori ed alle pa rti inferiori de l tronco e del basso ventre. Più lardi, quando la suppurazione pe netra nel canale rachidiano, sopraggiunge la paralist ; ma ciò non é la regola generale. Ad ogui modo la malattia asc;ume in 1-"{enerale un carattere infellivo ed Il malato muore in uno stato comatoso. Cosl cosliluila, l'affezione può si mulare 1\>steomielite, la felJbt•e tifoidea, il remnalismo ecc. l\Ia le ,·ere diagnosi, dif0<'ili u s tabilire, sono quelle co11 le nteningili e le mielili. L'assenza del trepiede meningitico, d'allerazioni cerebrali, di com pl icazioni da parla degli occhi, la curva della tempet•Olura fanno subito escludere le meningili cer ebrali. La meni ngite cerebro- ~pinaiP, per il ~uo carattere ep:demico, per la sna associazione fref(uente con la pol monite, con l'endo- pet·icardite, per le sue particolar ità cliniche, é facil e nJ esser e r iconosciuta. P er la meningite spinale le dia gnosi é più difficile; però le pat•aiisi che sono precoci in questo ultimo caso sono al contrario tardive nella per imeningite.
Dbturbl respiratori nel! a. menlDgite tubercolare. - J U L~>S StMON. - (Journ.al de M éclecin.e et de Chiru.r(Jifo). l dive rsi sintomi che può presentare la meningile tubercolare sono la lmenle ir regolari che fa d·uopo conoscere bene ')ttelli che si presentano in una maniera quasi costante. A •tues lo rigua rdo, Jules Simon ins iste spesc;o sopra un segno molto utile, d'una analisi sfortunatamente un po' delicata, ma l'lte é costante e consiste in certi disturbi della respi rar.ione. Questi dis turbi, cile va riano secoodo il t~riodo della malaltin
:;88
RIVIST \
eh P !:'i ossen a, as'3urnono una ~randP importanza, -,opratlullo quando essi E'Ono a ~socia Li ad altri segni più o meno ~o"pell1.
Nt>l primo periodo, il ritmo {1 ineguale e vi sO!lll anche au,.,gullfflianze nell'ompiezzu della resruraziooP, e , ~e si t>'<R· mina il torace con f{rando attenzione, si constata rhe vi ha una specie di dìssocìt~zione tra la re!!~pirauone supcrìorù ~ la re!!lpiraziono inferiore; la re pirazione adclomiuul.. clte t1 ordinariamente pro.lominente, si a rresta mooJ•>ntoncamente e per~i,le <:Oio le rel!piroziono superiore; <:o,·enla anche, pol'n che quosli duo modi di respirazione non cnncol·Jiuo piu, come deYe vea iflcar<:i allo 1.8to norma! . Tu tl JUc,h tli~turb1, è ve1·o, ef!.1gono, pel' essere t·iconosr·i uli, molla pazj,,nza e molla minuzia, ma non ne hanno meno .r imr rlonzo, quando ~>i è ~1 unti a con!-\talar·li. l n questo nwmento, inralli, ì !"a!(ni dedolli dal polso e dalln temr cralu1·a p '~<>ono mancare. e quellt che può rormre la resparuz10oe ~:ono allt•ettanlo piu pt•oziosi per la diaf{nosi. ~el t-econ·IO pertodu, 1 dtslurbi rt!~ptralot·t si o~,enano ancoro, ma quasi Aempr·c associali all'irt·egolarità t•d al t'llllt>nl.8menlo del JYII!'o, all'ahbas.<>umenlo clelia l<'tnperatur.. t>d a d h n si allra segnt elle hanno r eso In tlia~nosi pau fttcde. St osservano, io questo momento, 1rrPgolarilà ddln l't'>-Jllrazionu coo•uslenll ~oprallullo an sospenstona piU o ml'lll> comploto sus~ojluìle da gt·andi I'!Ospiri. Si con<~lal81HI anelli' movimenti inl'piratori moll•> amp1 ai quali ltw!!un" d.t tro piccole espil·aziont Aucces!'ive: queste specie eli respirazione <>ospiro"a i fa cou una g•·nnJ 3 it r~gol arità. Nell'ultimo pea·iodo, in lipent.lcnletnonto do un gru n n•.mero di c::iolomi mollo vt~rtabJli, .... e ne osservano ""empl'e Ira che vanno per cost dare da pari: ossi sono l' tt~'celcrumeuto del pol!<CJ, l'elevazione della lt>mpcralut·a ed i tlic::lurbi •·el'pi· ralor i. Il polso si nccelera e diviene filil'orme; la lempi> ralura, che si era abbassata, puo t·tsttltre a ~o· ed ollrepa-.<:arli li modo che questo ahbas!'amenlo 1iella rnelà dello mnluttia tra l'aumento dt!ll' ioizul e l'elevazton~ della fine, co,titlll"ce Ufl oguo ebba-;lanza ~a ratleri8tico. lntìnt>, la re"pt rAzio"'' pN·
li&UII. \
i)81l
tenta anche nn disturbo par licolore: o questo momento, e
nro, la dJatmosi é certa, ma la respirazione può for nire una tnd1cazione ullle c.lal punto di vieta della pr oguosi. Se es<>a. 1i compie esdusivamente colla porte l'IUperiore della gabbia toracica, se ~>!'sa ~ a scos:;e ~ rapida, <~1 pufJ es re sicuri che lo morta è pr ossima. l segni tratti dallo respirazione hanno qu~ndi un grandi'lsuno intere~>"~' durante tutto il decol'$0 della malatl18, nell' inizio tJ durante il periodo di stato, dal punto di ,i.. La delle pro gnosi.
A. G. AuLo. - Le oap•ule •urrenalt e l& patogeneu del morbo 41 Addltlon. - (Br1l. M ed. Journ.) Degli studi ratti !'IU questo argomen to, I'Aultl ru le ~e f.\'IIPnti O~ervazioni, r,mdandOSI anche ~U~Ij esper1rnenli eli Stillmg e di rizzoni, dei quali il fll'lmo os!:ervò che l'a:-pot·laliOnf' ù'nno cal>sula era ~eguita òall'iperll·otla compensatrice dell'ultrA e dol1'1p~rtrofla tit.>lle C8psule acce"SI't·ie SI tuate 111 vicinotlZB de1 gangli del !'impot1co e il secondo che l'a•portezione di esso eppor UI\'8 una morbosa alterazione òt>l fttlngue, la quale é la base dello coche!"Sit>, le pigml'nlaziont brvnzine della cute dei conigli e gravi alter azioni vesali nel !\l!>~lema nervoso centrale, costituile ùa iniezione ed emorragia sulla soc;tanza ~ riqia del m1doUo spinale ec.l essudazione nei muscoli cerebrali Come la glandola tiroide è una appendice c.lell'opparecchio respil'lllor io, poiché la sua run7ione principale cons1'!le e.<>!'!enzialmenle nel pPrmPllere lo ~cambio fl&S!'O<~o tra il sangue e i tessuti, come la ~landola pituitaria é un' appendtce del sistema uenosl) centrale, alla quale incombo la funzione di portare ul cer\'ello uuu secrezione r icca d'ossigeno e la cui dtslruzione gen~>ra ipolrolla dPi centri nervosi, eo i le capsuiP surrenali possono con!tùor arsi come un'appendice del sistema voso-renale, però in iotlma connes<>ione con parli del sistema nervo~o. La loro runztooe é: t•ta distruzione di pr odotti llllllih del metabolismo che ~ono della nalura delle plomaine; e zo l'elaborazione dt una secr ez.rone, la quale è assolularnente necessaria al
1>90
RIVIS r \
sangue. La ~~~ lruztone delle cap~ttle o seguita da uu·auloimossicazionc e da una profouda alterazione nella rhimica del sangue, la quale cagiona, t ra le altre coM, disturbi nutriltvi e de~eneraltvi sul sistema nervoso e modiOcazioni nel metabolismo cromogenico. OLtVeR. - Cambiamenti ottalmoeooploi ndl"epll..ala • nella parallal generale del'll allenati. - (Br it .\fed. Jour n.).
Oliver rtfel'isce i risultati d'una serie d'osservazioni falle su quesl'argmnPnlo, basale su crrCll duecento casi e conlrullate dopo la morto con·e~ame micro:-ct>pi~o d .. lla rt•lina e deU>~ papilla. ~oll"epilessia quel<ti cambtameull con"t~tono in uno retinile cronica e in una cronica infiammazione perivascolare Associala ad incipiente degenerazion•• dt!l n~>rvo ottico. Quesle allerazioni t~ono 1tev1 e spesso non de· finite. o·allra pa1·te, i cambiamenti della paraltsi generale sono cosi posili\'i e perstslenh nei loro a"pellt cnratter lslici e ro~• distintamente in correluz1one colf'intensìlu Jella malattia da PS"Ser considerali come d>'ci~hi. Le lesinni prin· cipali deJrotlll!o c• della rt!lina !'10110 mollissimo accentuale nel s econdo e ter~o stadio dell'aiTezione e vanuo di pari pagso colle lesioni encerallch~>. F.-.se consistono in tlilala· zionc dei vost con Jspessuneolo dolle pareli: all'entrala dei vasi nel centro della papilla o olia IOt'O uscita i vasi l'Ono di!lle«i e coper ti dR leucocttt in ogni sta Ilo di dtapede-.i. Analoghi caml>1amenlt notansi nelle cellule ner vo!'e, lP quali, unitamenle ai loro pr olungamenti, di,·entano granulo--e e degc•nerano. le cellule di 0->iters pt•oltfa•·ano. Anche lu libra net•vosd cadono in degenerazione e l'autore fa notare non solo il valon• di questi cangiamenti nell'occhio, chP 111 J'l''e· Jano all'oltahnoscopio, ma la ragione pl-lr cui essi corr• ~pon· dono a lle alterazioni cot•licali · ciò clipPrtde dal fallo che secondo le ricerchP di Halscbek, la 1•et na de1 ''erlcbrati e una produzioue c.lirelta del cervello ernbrtonale e quind• eoggella alle i·hmlicht! lesi0ni.
,
llKDlCA
Delle ort.P sutrlohe nell&nefropto•l. - MARCEL BARo\'IOU. - (JourMl de Médecine et de Chiru rgie). Il dottor MaLhieu fu il primo che tlescrissà nel so~gelti ntTelli da rene moln~ le crisi gastriche, forma par·Lrcolare d l'lla dispepsia cn i frequente, sotto a c;peLll .Jifferentr in 'tue~ti welali. Coo der suor a llievi. Il dottor Baralou, ho !ltudiato ' lllll!'llo accuienle che e sovenli ronfu"o con le cri..,, della l11bo o con le crisi di vomiti che si po~sono osservora nei uevro palici o nv~li Iste rici. Ecco ciò che fi l oc;serva abitualmente. In que~h maiali, che sono ordwuriamente donne, le ··auc:e della crisi SOIIO rl piu !<0\'enLi, il r·rtorno der me,trur, il ~u rmenage e le emozioni ''~'·e, cau e nlle quali ::i potrebbe astgiuogPre tn alcuni casi, il lraumalr'<mo (cadula tle un luogo elevato). L'inizio di qut~sltJ cr·isi gastt•rche si fa in due modi: bruseame nte o in sidio~ mnenle, per c ui ~~ potrebber o quas i descri vere due forrne cl111iche: a) forma con inrzro brusco e•l ··volu.done aeut11; b) forma irr .. rdt(l"'8. La forma acutn é evic.Ienlernente la piu rara. Que-.L.1 raptùllà degli a.cc·ulertlt c tal volla tale, e~si soprag~iuni{Ono di primo accl11to con una si grando mlensila, che il medrco può credere ad un avvelenamento. Ma nella grunde maggioranza ùei cast, i vomiti compuiono dapp1·ima con rnlerva lh dr vari ~riorni po!'>cia una o due ,·olle al gior no, specialmente al rnalttoo ed alla sera, e l in •e~u rlo più fre·tueulemente. P O<'O a poco compare l'intolleranza gastrica, rhe tlrvenla a ssoluta; e Cl8scuoa inge~ttone alimenr.are ò t·aprdamenle segurla da r igetto delle sostanze deglulìlc. Il piu spe"!'IO vi hnnno conLt>mporeueemenle dolori ga~ldci ioten ..i, che precedono i \'Omilr Ad O!ltli modo, que ti dolori non mnncanu mai, quando le crisi c:ono nel loro paro ·!'>rsmo,quando 1 vomrlr compaionoi ei e dieci volte al !li Orno. Le Cl'isi gastl'rclw della nerroplo"i ~i compongono 'luindi dt due elementi: doloro e vomrti.
RI\'IST.\
Il dolorE' puù acquistare una grande intensità, ed ,·l soltanto in qu&!l\o ·caso che e•so menta di essere deqcritt.o; talvolta 1 malati si r iTolumo letteralmente pE'r il letto. Sa uota mollo f;pesso un riverbero doloroso nella regioue dol"salE', eù allora si può essere iodotli a credere aU'esa~lenza da un'ulcera rotonrln Quasi Rempre la palpazione risvt>glia il dolore nt>l cavo t'pigastriro, l' opraUutlo un 1o' al disotto ed a de ... lra dell'e•~tremilil libera cl•!ll'appendice xifoade. T vomiti Mno ra picli o tardivi. Qnagi sem pr·e sono rapidi e si producono cir<',a un quarto d'urti od uua mezz'o•·o dopo l'ingeslione dt>gli alimenti. In un caso di .Matbieu, si nola,•u una ~rande dilalazaone del ventracolo con stasi permanente, e, dopo un per aodCI di calma di qualche ~iorno !>Ì aveva una e!lpulsione in ma-sa di una quanhlt\ considerevole da materie li•tu•do e solido accumulale nello stomaco; si potevnno allora riconoscere le sostanzo introdolle nel giorno pr ccedent.e o due giot•ni prima. Questo caso particolare t- molto raro, per chò nella d1spepsia della nefroptosi, come pure uella dispepsia nt-rvo"'a, di c u1 es~a . lullo sommato, non ù che un ca~o ~peci o iP , r(UI'Sle g randi dilatazioni con slasi perma · nenle l'Ono relativamente poco frequenti. E-'requenternenle i vomiti sono alimentari; talvolta i mt~lalJ ri~ellano in g a·arullssima quonlilà un Hquido a equo o, più o meno filante, pe1·ché è più o meno mescolato col muco. ~ una m ~~colanza in proporziQni " a raab1li di particelle? alimentari e d1 liquido mucoso. l vomiti ono laJvolta biho.,.i, e c1n c:a ver ifica !>Oprallullo in due circoqtanze dilfereoti· in "'egu1to a sforzi e ad P~pu l ioni ripetute del contenulo ~c:lrit'.o, ra · cenJo la hile 1rrut.aone a trave r!"o al p1loro, od anche al mattino nei maiali c he ban no una penelrazione conlmua d i baie in conseguenza di uno stato più o meno consaderevole d'in!-1uffic1enza palorica. Infine que!>li vomiti possono esSo..'re sanguigni: queqto è un fatto raro, ma non può es!'ere me!'lso in dubbio. In questo caso l'ematemesi è poco considerevole, ma si compre nde a quale errore diagnostico essa può dar luogo, perchA 'fU&Si inevit~>bilm ente si ò condotti a creder e aU'esislent.a di una nlcea•a r otonda.
MKDICA
1 vomiti !li r11'etono più o meno spesso, multino e sera , nell'iniziO o n ell'intervallo dei parossismi. In cerh casi l'iulolle••attza gastrica o tale che i vomiti <~i pN•ùucouo dopo qualsia"i tentativo d'm~esllone d1 sohdi e lh JilfUiÙI. Infine, nei ca--i più g ravi a ncora, e~"i si pro•lucouo anche t~enza e ~ere pro,•ocali dall'in~esliono eli olimeuli: pssi sì pro.lucono fino a IO c l!> volle per J.!IOrno. Que~ll vomil1 non sono preceduti da nau!:'ee, ~Iullo '<ovenll, es"i mettono llne ad un eccesso d1 gash•al~tia p111 o meno int.•u o. Si com prende cbe quando questo s.nlomo rt ggiunge tu l la la "ua inlensii.A, e"so influisce sullo stato g•·n~rala e conduce al1'111anitioue. Questo cr·isi gMlriche sono Ctlme un elemento oculo, pa· rossislico e p1·edominonle sul fondo camuno della dispepsiA nt~r vo-molr ice. La co~ tipazione e la reg:olo; e.~sa sovenll •'• rlbellf1. Il nervosi!lmO, la ùi~pepsia abituale, le cri <~i di gosl1'slgia, d1 vomiti contribui~cnno a dare aJI'insiemd morbo'~o de;.rli andom~'~nli mollo speciali. l mulaLt <~ono dimap:rili, palltdi. iiOpre ....ional>ili. Nel momento delle cr t«i e«lll diventano p1ù an~micl, il loro nervosi<~mo !<t esagera. In ogni stato simile, la r1cerca della mob1lilil ano rmale dei r en1 R'unpone Le cri~;i ga ,.lriche nr·lla nef1•optosi pO'~'~Ono pre!"entars1 1111 intervAlli più o meno lunghi Una malata ebbe vomiti ripe· tuh verso gli otto ed i dieci snni; essi sono compursi d1 nuovo, e con uoa grandissima inlen«ita, solo al l'eh~ di lr~>n· laCIIIIJUè nnni, in se~mlo a surmenage e ad emozio111. Un'allra malata ebbe una c r1s i prolungata di vomili verso i dicianove anni, qualche tempo dopo la comparsa della me· struazioue, uoa secon•la volla a lrenlanove anni, ed una terza n quaranladue anni. Quanto alla cura, es'~a consiste df.lpprima nel r iposo M· eol11lo, nel decubito ÙOI'Sale, nei calmanti ~as Lrici, come: acctua cloroform1ca, cloridra to di coca1na. eù estratto grasso d1 eannabi.<t indica. :J8
RlHSTA MEDIO
In sogmlo sì fanno port.aru ai :r.nlati deUe cinture, come le consiglia Malhieu, vale a dire in lana a marlie, co,tiluit. da tre fascia della larghezza di una mano, embrlciute m ava nti sull'addome, dm•U.amenle sovrapposl.è indietro. Queste Lt·e fascia possono restare indipendenti ed esset·e lì~sate da spille da nutrice, od essere unite u lmguetle munite dt llbbie Uuando Il rene é mollo spo~tato, SI può IH!gmn~ert> uu cuscino in forma di cono, la cui parte più ~pessll .. diretta 1n basso.
HlVIS'l'A CHIHUHGI CA La. chirargta (Centralhlatt fttr Chtr.. ~. 3, IR!l5).
ANNANDALE, B RIDE, CntENE e BRAMWEt.r.. -
tntra.ora.utoa.. -
Gli studi dei medici scozze~i ~opranominali ~i o~,:rir·ano tolta sullo sle!i~O terna e diedero opporl11uilà n l una arg-11 discussione in ~eno !!Ila ~ocielà medico-l•hit•urgicA eh E·lim· bur~o sopra la chirur,ria inlracranica. Quelltt di~ ~"U""ione ha mes~o in luce lulte le ar·diLezze di questa Rpecia!fl cbtrurgìa, facendo 'ede1·e non es!'lervi rruasa puJ. all'una mulallìa cerebral e cbe non si sta pN•sl.ata od operaZIOni, segutlo pere\ da l'isullati divt>rsi. Orm11i si l~>nde a r i):!uardare la trupanalione quaiP un allo operal1vo per sé ionncenlì' e do ese~ui rsi anche n scopo d1agno!-1Liro. Ma d'altra porlc non si può discooo~cere quanlo r estr da fAre ancora su questo terreno e quante lacune vi sieno anetlrn da riempi1·e prima di ~1\lngere a sl.abilire s ulla ùttso ùi tliaf.!no-.i esalta, le prec1"e iudac.azio111 operatorie ùet singoli cas1. Annanclale !'!labilisce selle dtvet·se inr!tcazion1 per· llllraprendet•P atti opera lot•i sul cer,ello e ::'OJ ra a "uot im·olucri Egli lratlA darprima clelle opC'rAzioni a scopo ùinguo<~ltcn, etl opine che f!uesle sieoo giustificate uei ca~i di clubbia <trigine, i quali mantfeslano stnlomi d1 compresstone cerourale geno·
JllnST.\ CBittURGIC\
595
rahzzeta, o dolot·i Yiolenli e perlinect e che nC\n ablJiano &c· cennaLo ad alcun mie;lioramenLo ùopo sottopostt aù al~ra cut·a. L'infiammazione e la JSuppurazione iulracranica può aver·e origine traumatica oppure essere idiopatica, oppure, com~ avviene spesso, ave re il suo puulo di partenza da una affezione dell'orecchio medio. P er i casi lraumatiei, nola An· nanrlale, che il focoJajo di snppurazione può aver sede lalvoll.a al lato opposto a quello ~'U cui ho agito il trauma, e per la ricerca dell'ascesso egli cr ede si debba andare ad esaminare tanto il cen·ello che il cervelletto medianl~ molle-
plici trapanazioni ; eventualmente s i debba ouchc praticare una conlroaperlura. Nelle eulort'Sf=ie rerebrali, I'C1peraZIOl16 è indicata auclle Re non é pOSSibile ltt diagnos SUlla :-oCBtUJ'Ig'IOe dell' emorragia; la men()mata p1·esstone cerebrale per il solo fatto della trapanazione può eserctlat·e una benefica iofiuPnza ~ncJ1e nelle fratture basilal'i con emorragia. J1 luogo COnsigliatO dall'autore per la lrap8118ZiOne in I]UeSli casi dubbi sarebbe una porzione clelia volla cranica dove é possibile praticare un'ampia apertura senza pericolo di ledet·e uu s ono où •m vaso ondocranico. Se in una operazione jnlrapre"a per l'epile'~sia si scoprono delle cisti, quesle devono es'IPre Lt•aUate lungamenta col dre· naggio o ciò per pre,•enire il rtLorno degli ascessi i quali !;lÌ "ripeterebbero facilmente e spf'sso senza quella precauztone. Se la causa dcll'<!pile;;s•a sta in una iufe:tione eifilit.Jca si dovrà oporare ::soltanto quando siano constataLi f'intomi cer ti di organiche alleraz.ioni contr·o le t]uali sia t•imaslo infruttu n~o un con~t·uo trallamPnlo. AILr·a indicazione della Lrapauozion" vien data da tumori inlracranicì. Bride, tratta rtuest' argomentn limilalamcnte alle affczioui cer•ebrali prodotte dal proce..si suppuralivi delle orecchie, ed ac:cetma ìo specie! modo alle gl'tllldi tlifficoll8. cJ1e si incontrano a diff,·renzial'o lA llebile dei seni, la meningile e lo a~ce~so, P accertalo quesl'ullimo stabilirne la sede. Diffici lìs~hna poi divt>nla la diagnosi se havvi complicanza di piu affezioni. l sintomi più importanti per riconoscere un ascesso cerebrale localizzato sal'ebbero la Lemper atura ed il polso
:;ruì
Rl\'hTA
subnorrnoli in modo perman en l~> . L'ascesso concoocuti"o a Ilehl le dei sen1 si forma ordmar1nmente nel cer vello e non nel cervelletto. L'autore poi r ichil ma l'allenzione sul fallo più volte da lui constatalo che talune atTez1oni suppu1·ativo di Ol'eccblo in segujlo ad inlluenza term~nano felicemente sento opera:r.ione oncbe se accompa~nate da fenomeni cerebrali Cbiene sì ~occupato specia lmente della cura clell\•pilessio; egli assPrisce di avere otleuulo buoni r1sultati dall'oper·azione soltanto nei casi in cui l'affezione era di origtne lraumalH'B e precisamente quon lo Il trauma aveva agito :.ui centri motori in v1cinaoza del solco rolundico. Bramwell, basandosi su proprie osservazioni chnichc o Mcroscopicho, stflbilisce i clifforenli ~radi di opernloilila di tumor i cer ebrali, conchiudendo poi che ben poch•. per non dh·e rarissimi, sono i tumori ct•rebrali che offrano lusinga c.li guarigione per mezzo di atti operati\1. Egli raccomanda in determinaLi casi di estirpare le ~rosso gomme cd anche in caso di lumo1·i inoperabili egl1 non ricu"u l'oper azione ello scopo di combnttero alrnooo cel'li g1·avi fenomeni . Egli si riprometle spor·ialmente un e."< ilo favorevole dAll'operazione se fatta allo ~copo di rimuov~re la neurJle olUcu, e vuole che non si laqci inhn1latn ~a trapauaz10uo anche ne1 gravi ca~1 di inlos!licozione Qalurniua. H« UN N~.H. -
Ferita. d'arme da. tuooo prodotta da.l Duovo tuoUe avts zero. - (Co rre.<rponden;Mact e CPnt ur Chi r. ~. 3, LS!J:;). w
r:arma che aveva prodotta lo ferila e1•a il llUOVO fucile a piccolo calibro, mod~llo l!l 9. Il colpo fu sparato a 21J meta·1 di distanza. Il proit>Uile perror6 e lacerò dapprnna il COJ•er· chio che RLava forlr•mente inORso nella bocca dell'arma o quindi colpi trapas~ando il cappotlo, la "Olluvoste, la camtcia producendo su questi O,:t~elti di ve~tiario un foro rotondo come tagliato collo stampo, penetrò nel corpo a lro centimetri sotto la c lavicola sinislt•a nella fos~a eli Moh1·en· heim, ne uscì al di !-!Otto d1•1Ja spina della scapolo e produs~e sulla parto dor,;ale ciel vestito una ressu•·a lacera a stella
CJ11RUIIGICA
;)97
con tre Mggi. La fer rla d'entrata era r·otonda, a ~tampo, dd drametro del pr•oiellrle; 111 rerrto d'uscita circolare a margmi l'lOtti li, col diamelr o dr l O r111lhmetri e con le pareti circoslanti gonfie, per ~ollostante travaso di sangue, il polmone r estò rlleso. li canalu della ferita docorE<e raQontaodu l'aptce del procesE<o coracoideo rmmedratamente sopra al fascio uerveo·vascolare dirigt~ndol't verso l' omoplat11 e per·for·ando t[tll~sl'as'-e a due ceulimdri c mezzo ~>otto la !>pina. Decorso ed e<~ilo fnvorevole, benché non del tutto asèlllco; nes«una emol'rugra <~l!conda rta. Il NlSO c.limostr·a in motlo vurarnente tipico l'adone dei proiettili n piccolo cahbro. Bench .. il prorettile iocoutranùo P per forando dapprima il coperchio uvesse perduto alquanto d,..lttl sua energra, fu tuttavra CllpaCl' di produrre noi cor·po unn <~lrello canale senza cagionare lesioru collaterali, ~enza le•lcre vt~si e ~rer·vi che {'e-c;o uve"a qua-.t sfiorato nt!l "uo t•n"~8gJ!iO e senta ,.,che&tl!iare l' omoplala.
n valore dell& IOluztone eterea dl jodoformio n el trattamento delle emorroidi. (f'entralu. fii.r C'hir., ~. 1,18!'1:1).
BtCIC -
In ollo casi di emorroi<lr Bel·k ho impr•·~talo le inie1..ioui dr iodofot•mto et! elPr·e (!<oluzione concentrala) t• ne hu olt~ nulo ottimi risultali. Il metodo di q Ul'"la cura " assai $6mplice. Dopo una convernf'ntP lavatura clell'inleslino retto mezz'ora lll'ima dell' opPraziune, .. , applica un supposi torio di morfina e ('ocatna, 11 quin.li, nel caHI non si ~ia nllenuto uoa ~ufficienle ant>sle<~is, ~.ti pratica aucora uoa ini••zìone di cocatna. Al di tliett·o dei nodi emc.>r-rotdali s' IDLI'oduce un tampone iodoforrrrrzzt~lo e <~ubi lo tlopo nel tessuto COnntlttivo che circonda i s mgoli nodi si iniettata in punti titversi la soluzione ~>torca cii iodofurmio. a poeta• goc<'te per volla. Si mtluce con cio nel tessuto connf'LLivalc un ra~~mn :zatnento che Onisr•• roll' atrofl,l dei nodi Sollalllo CJUI!ndo i nodi sono straor·dtnnriamPnte voluminosi é m•<'essano ripetere l'iniezione. La cura <~u<'ccc;"'iva couqjq(e in sornrruni-
RI VISTA
t'trazione di oppio per tr, giorni : poicia ~j du olio rli t•tctno ed olto d'oliva per clislere. Non ;,. affatto inùi--pen~bile t>he l' mfer mo slia a lelLo. Sntr-ER. - &alla. aua.tom.Ja. chirarglca dell'arteria meniugea media - (Cerw·alblatt j11 r Cltirurg., N. ~.t, 1891). Stccomc 1 metodi ,:rrà r•cono ..cwti ed adottati per la ricerc:-.a dell'a r lerta menmgeo medta, molle volle •wn t'iE'icnuo ad otLenet·e lo scopo, o ciò per e-<c:er& l'aa·teria lruppo cot'tll o perchè si a•umifica 111 mor1o nllaot·male, ùi moti , che uon f> po~~ibile delermmare un puntO fi~SO per Ja SUa aiiRCCiatllr8. Sleiner hn pralicaLe accurate incla!!illi sopra 100 c:-rnni ed ho projellalo fili a -.uperflcie olei tnt>oiPsimi i f<olchi va<~cola ri prodotti dall'artet•ta e dRlle "Ile ramitìcaziona Questo studio conclu«"e l"aulor~ 8 slabilare lo• St'~Uenla re~ole. Per Picor care il ramo auleriore dell'arLeria si tira una li11ea dal mezzo delln 3labelln nll"apicr dulrapnll!'li ma&totdea e sul m ezzo di questa ltnen !"i fa cader unn perp•~n dicolar e . Oo\'e questo pel'pendìeolort' tAglia una ltnca condolw orizzontalmente intorno nl cranio e pA<~«arate pPt' la glabf>Jia sta l'an:roJo anl~nort• 111fertorc e parietale. Secnntln que~'lo metodo, speramentalo <~opra 100 crani il rnmo nutet·tore si ò tr·ovato costantem.•nte. Questo metodo po~~iede, -.econdo Ste:ner, un vanlaagio "Opra fUI'IIo tli Krùnletn t. sarebbe che il punto d·incrocinmento giace più in alto, qutndi coinride <'111 canale nel quale Hf;soi sr>e"~<O l'ar·Lt>rta è rinchiu«a; inoltre con r]llesln metodo si /> tenulo conto spP<'ialmenle delhi provenienza anormolt• lellu meningt>a inii'JJrterta ortnlm•ca l' di tutte lf' oltre veriela anolomo h>po~otr·aRche In quanto al <~econ ·lo punto oli La·t~panaztane in cui $Ì trova 00 volle su 100 il ramo po-.lennre dell'arteria meruo!.!e& media, si é del.,rmanato ti punto d·anrrortamento che ri~ulla dall'lucontl'o r!PIIa linea orizzoulo!P più ~<opra riroa·data con una verttcale che Mrende immedralamenle al dinon1i del proce..so mastoideo Per potar tirare 'tue«l"ultima hoea biso~wt che il padrglione dell'orecchio venga !!poslalo t n avanli. Questo metodo l'a evitar·e l' anconlro del c:eno veno~<o.
t: UIItUllull..\
Per aprire il cr·anio in lulli i casi in cui ciò Aia possibile eara formalo un lembo osteo-rutaneo secon•fo ti proe~>ct"O stabtlito dall'autore . Questo sempre do,.rebbe ave re l'altezza e la lunghezza d1 sei centimetri e parimenti b;"ogna che la lmea d'altezza abl>ia a p11rlire dal processo z.igomutico del tem!Jorale c che la lunghezza !118 misurata un pollice loolano dnl margine orbttale 111 dietro vf:'rso ti luogo ùel padiglione dell'orecchiO.
Delle oure da prestarsi at ferttl nelle gr&ntU olttà. F . T&ntUBR - (Progr~tt Medicai, N. i6). L'autore mtentle e"Aminart> lA que ... Lione dt>ll'o«sislenza e delh1 prime cure da pr·esture ai reritt nelle grandi citta, come Parigi, che ne hanno biso~no nello s tl.'!'l'IO modo che l'i cerca di e"ereit.oro i m&lici militari ed anche 'luelli l'lVIIi alla prahca ùcli'MSi ~>tenzn cle1 fer1t1 10 tempo di guerra. ~ell a chi r ur~ia eli j.!uerra queste cut·e sono spes-.o diffiCili e tucom plele per le molte cireo.,tanze contrarte, 1 molli o .. tacoh che vi si oppongono cla ogui parte e malgrauo 1 rnollt e minuti regqlemenlt. Non è cn~• nella l'leirurtotl8 Cl vile la l'Ui pratica st uppogflia Au cou~iùerazioni HCie11 tHlc:he 8S"'lutu, molto st•mplici a forrnularst, ma che c1ò non o.. ta nte l'autore t·tli~>ne non facile polt·rsì 1radurre praticauten te ad una soluzioue d~lle questioni che vi sono inereut1. ~ 8 t>gli IIOil si fu ilfu ... ioni in Pl'OpO~ito e dtce chiaramente chf' •e amministrazione, le prerogeti"u, le abituoltni, la routine, tanto iuflu••nti tn o~n1 tempo snno pronl•l a frenare Oftnt v<'lloltà di indipPnclenza o di abbandono dnlle antiche trad•zi•JOI troppo regolaulenlartzzate, i cui elfelli sono Pon pertanto dt!'&.slrosi. Cercaudo di !òludiare l'a.,sistcn.;a da prestar!i ai feriti p r ima t/el loro lrlMporto a dom irilio o a.ll'o.~pedale comincia coJ de~crl\·ijre c1uanto succt de 01'8 a Ptmgt, mancanza li mezz1 cl1 trasporto, 1gnoranza da porte di tulta •h c10 che l• lll'gente di fare: il fel'llO è !'ernpre trasportato nella bottega di un fa r macista, eh•• non "'8 neppnrP lui ciò che couveoga rare, non o~sendogh ciò insej.tna~o nella scuola di ra rmacta, e
600
RlVIST.\
che inollre, per legge, non é autorizzato a prestare qualsiasi cura, ma unicamente a 'endere medicinaiL - D1 notte poi, cbìuse le farmacie, ,\ al posto di poli;ia che venuono lrasporlali i fer1li, dove per malerìah• di medicazione qj ha una vecchia f,oite tle .~ecours senza neppure del C'Olone idrofilo, che è $OSllluito, secondo l'asserzione in ~enuA di un ageule, da una ,,puana del posto per la puliziK del terilo, e dove uo'iqtruzione ulliciale deliA prereuura, ~tompn la o appesa al mu ro dice che, t n raso di emorragia, /,jsoqna f~'rmttre ti anuue col dico applicato rhrettamente sul pttnto che sannuina, e sosliluirlo poi con dell'amido o delle fllacc1e JmL•bìlt> dì cloruro di ferro. Se pur" più La•·di sì t1·ova llll nwtli•·n. nulla può tenlarl' con "'ìmili 1i-;or~c. Il lf·asr orlo surt'C!'QI' o. al uomicilio n Rll'ospPdale si effettua Alla One o f'Oll 11nA comune e suc•da vettura di piana o <'On una barella ftlll sucitfa ancora. E..,tsle ora a Parigi ancht• un certo numero mollo ltrnitalo in vero, di cettu r e d'ambulanza, le f(IJ!llì perii H•r,·ooo promis·uamenlo per rnaluli acuti e cronici, per colptli da malolL•e conln;.:ioqo e pei ferili L'autore ~i domanda che cosa occorre cf'l•are percht• i .feriti Bieno S•">Ccorsi prontam' nte, m motlo utile e nun JIPricnloto, e dichmra che uu ercellenlt> se•·v•zio fu da lui \'Ì!'lo funzionaJ•e egr<>l!iamenta ~tiA da parecchi anni in ''tme ctlla atnericano, e por alcuni •tua••lieri n Lond•·u , pel !.undo11 1/ospi/al.
Col& 1u l•gui ospedale <~i lJ•ova una v~llura cl'amhuluuztt destinata al tra._~porco dei fe7'iti. l'empr1• pJ•outa, col ca vallo bordato, che viene atlacl'ato autmnalt<' •mente como si usa p~>r la pompe da ine;onllio, e nt>lln \•ettura , in ca•o d'accid,.nte, parlo sempre un gtov1ne clurut·,.to. che oLbia per·ò esprril'nzn sullìciente pet• trarJ'O il rni:zllo•· partito dal limilato malc·ri ule che ei-lsa contiene e cile e spe· cialmente ~:~ddotlo a quo'ilO servizio di cbirurf!Ì S detrli accidenti. Reslo a ~labilire ')Uale sarebbe Il mi~liot• tipo della ,·eltura d'ambulanza, come pure a determmare con cura i meLel'ialt di IIICdJcazioue. glt appaJ"ecchi, 1 medicinali di cui quella deve 6"ser fnt·llita · l'autore 11011 lo ~lab1ln•ce; an erte t ~tcluJicamrnte
CH I RLRI.U.!.\
601
sola111enle che il mate1·iale deve es<~ere piuttosto anliseltico che asett1co, come s1 usa nella chìi'Urgia di guerra , e nella eonsider~wone che trattandosi di feriti , dacché sono le'~l tegumenli, il ferilo dove essere consider ato come contaminalo. Per la mobilizzazione di lati ambul an z~, Par1gi ùovrebbe ventre diviso in un certo numero di è1rco'~crizio111 corr1~pon · denti ciascuna ad un deter minalo ospedale, •li!"lponendo un po lo dì ~occorqo in ognuno di es~i. e melteodolo in comuuicatione Leleronica o lelegraCica coi vari punLi della suo. circo...crizione, co1 posh di poltzia e colle pr incipali rarmac•e. Più il !locco•·so è pt·onlo, e piu crescono le probnbilit.A fH vore,·oli pel feriLo, quindi l'ambulanza devP acco1·rere al luogo dell'accidente il più prontamenltJ pO'-~!Itbile, in A m erica tulli i lram,vays e le velLure s'arrestano o si ~poslllno per Jaqciar il passo all'ambulanza comi' alle pompe. -Tutto un sistema d1 av vi'!ator i eletti'ICI '"' di veLLure d'ambulanza era installato alre~posizione di Cbica~:o dnve refle importanti <>ervrzi. L'autore ;:,i Augura che cio SII!. pure attuato per la pro.....ima espo!<~ iz ioo~· del :noo. ma non osa qu&"i sperar lo. M6dicalo il ft'rilo, fJUeRlO eccezionalmente sara coll'llmbulan~o trasportaln a l proprio domicilio; d1 1·e~ola tlo vra inVPce condursi all"ospt>dale. Quali cure deoe ricfoere il leriw all'ospeclaleJ è la seconda questione che l'auto re "voi~!! con larghezza tli particolari , e ùopo aver VIVùmenle de"cr illo i ~ravi inconvenuwll ùt'l srstema seftuiLo ol pr esente, e hia!'imoto la. uegligt>nza, la tra· scuralezza scit·nllfica e pratica, Ammllli"l1'8llva a d1 reUtva a cnl il medesimo ò improntalo, !husce col dichiara re che il posco cl'ambc,larua per 1 {'·riti della c:itta deve essere composto di: t• una sala destinata a ricevere i fer ili, dtc,mCellarli cam· bi11rli di a biti, a fa r vi il bagno, se pos~ibile, e nt'lla qualu po-.!!ono •'"ser~.> ridotte le lu""azioni se1nplicr, 1\ immobilizzate le rrattur~ ; 2• una sala success1va per la clorofo r·mizzazione se nece ..-.ariA. :i• uu anfile 11Lro pr ovvedu to d1 lutto quanto occorre per
ti()~
RtVI 'lA
fu r~ le operazioni le più deliralt>. e col rnetotlv pnì c•pporluno, anlrsep~i. a <~epsr, o misto. Dopo l'ope1'8Z10ne, il malato è lra <~pol'lato nel r rpor·Lo chi· rurg ico dell'ospedalt>, nel f(U&le J'aul01'6 vorrebbe Cl fo~sero delle sale pei malat1 asellici, allre pt•r (Juelti sell1ci, ed ollre ancora c.li os<~et'vazaone per quelli eucora dubbi. Vorrebbe a ncora che il per~onele addetto a questo ~er· vrzio !JiOrno f' notte ro~"'e sufflcieute e per numero e p ·r abihta cbirur·~ìca vor·r·ebbe un ellirurqo dt uuardta capar~ di praticare lulle le grandi operazioni d'urgenze, e che ab1ti ncll' ospedal~, un chir urgo resirlen.le cioè, poiché un oRp(idalo che ne sia srH·ovvislo gli ~embrA una concezione '-tromr ull'epoce nostrH c colle nostre concezioni "Cieolilkh ... : ai prt'C"'th:n li ne,·e~i ancora A:;:l.dun~er·e uu Cl•rlo num~ro d1 allievi rntemi od e,.,terni A•ldulll esclu.,ivamante al fJ().s/o di llllt'('flrso, atrneno tre, uno pl"r l'anestesia quando o •eorr,.., e due •ruali aiult del chtrurgu, e che siano pl•r·riò e~~i "lessi O«!<olulameute chirut·ghi, l'ioè al cort·cn le dPlle (H'ecliuzioni uoco!'!lflrie, pri ma, durnnlt•, e dopo l'operazione. l~sarn111ali 1 numec•os1 vantag-gi da una simile or~aniua tlone l'autorr termma 11 "UO lfnoro cltcluarantlo rlw quec:la cltirurg-in tie1 rcrtlt ch•lli, chirurgia d' ur(lenza, ana'ogn alla ctururgi'l ùi guerra dovrebbe es8ere <~egu1la dalla rnA'~"'ll118 parte degli studenti, che rendentio p1ù solida e più prltlaca lo loro istruzione si prepare rebbero ro~1 per d tnOn tento 111 cu1 la F1·anc·in avrebbo bisogno della loro 0!•01'8, per a!'~i~teru i suoi fertli.
un. palla nell• l&rlllg e -
SII!\OLOWSKI. -
J(l!lrnal , ••
médeein.e et de efu rurgie, febbt•aio 1895). L'aulot•e ha pubiJiicalo un caf;O di lt•nuntalismo dell11 IAringc• mollo mlel'e"'"81llt> per la ben1~cllln che lta presentnto S1 t1alta eli un inùl\•iduo che l'ice, ella 1111 rnlpo d'arma da ruoco a brevrsqima di.,to nza. Egli ri!'enti un vi \O dolor ... n l'l collo e la ''OC>' si 'el o completamente , ma nella sel'a sltl"'~8 il malato fu collo du un violento ecc...l'!so d1 tos<:•>, nel quale cmtse una J•RIIa ll l r evolver lungu u11 cenltmetro (' mezzo
cmnuRr.rcA
G03
e dr un diamf'lro dì crnque millìmP.lri Subito olopo. egli «i aenl• sollevato. la deglutizione divenne mollo più facile, sollauto la voce r11nose mollo velalll. L'esame laringORI'Of'ÌCO . pralicnlo un po' r•ù lat•ùl, fu mollo anteres;,ant~. pPrcLé permit~e dì fare la diagno"i retro!<petth·a "6.'-'uente: In palio ha toccato obbliquamenle la rnPlà ~inistra dello crrlilapinc tiroi•l~ ed ha per forato In parte C'•·nlr81P dr fJuesla meta ; e~~a •' "Civolola m ~e~uito '>Otto la ror·<~n e l'Ira leM 11r una lerzn parte della sua Ruperflcte inferrore e laterale; por, verosimilmente, il proiettile andò ud impianLar"i twlla pAt•ete po:.ler·ioro della laringt.>, rl'onde l'iutlamma7rone c lo lumefazrone della mu~oc:a e probnbrlrnenle onrhe •lel p••ricondr ro (periconJr·ite acute cr iro- arllenordi&ll8) l'hanno espul.,o. La pniln. dì pkcolo calibro. aveva •IO\ uln pet·c.orrei'e n no f{r·ondbsima di-.tanza e non penetr·o profondllmente: eRse non a,-eva avuto la fiJrza eli allrave~ar·e l'ullimn ctli'Lilaginu e d'nndtlr~-' n fl!lf.ISrl'li nella colortnll ve1 Lehra!e, com•· l'Il o~~>er"n nella mattftiOt' pnrle der Clt~t dr fel'ito della laringe P"'' anna da fuoco. E<>!.!l\ si rra OI'resla\.8, al l'ontr·arro, Mi les--uli la~'. 1 erchc alcune ore dopo il II'Autnalismo, e"'sa ha potuto es<~et•e espui"'S in 1111 acCC'f'SO dt tos«e. TI malatn guar1 con moltA ra<:'ililA.
Della dtatoralone medlo-taraea. tn genera.le e nell'eserolto ln parltoola.re : pa.togeneal e oura. - AN oR•: :'.l A RT IN, medtco uell'ef'ercrlo francese. - (A reluCll s médirales belq 8, genna10, l 9:>).
L'autore {'OIIstala che generalmenlr• non si allrtburtlce <'1Ìe una le~tgiertl importanza dinica ulla drstnr::<ionc medto-tat•sea. Tutlavut se l'articolaziiJnc eh Cboparl comprende legamenti poco f'sten~:~ibili, e se 1... quallro ossa cho In compon· ;:ono non offrono tra loro ..:he rno\lmentr rislrt.>lli, uon é men vpro r he e!v•a abbia un'azrOnf! capitale tl(·i movimenti anormali rlel piede. Si può arnmt::llere che In di.,to!"'ione medio-lar sea t>r pr·oduca <JU&ntlo si ~-segui~cono movrmenli tll lors10n~ delln perle anll'rior~ $UIIa perle po.,ler•ore del piede, secondo gli 8"'f.li anlcro·poslerior·e o tr·a$VI'rsale. Or·a
60i
RIVISTA
que!~la condizione si realizza molto frequentemente nell'eser-cito (specialmente nelle cadute tla cavallo, nell'occasione di un passo falso, durante il salto, ecc). l sintomi obietLivi che !!i osservano sono pochisstmi. Non si o<Jset·va gua'ri di ecbimosi, e la tumefazione é poco prooundata, localizzandosi in corrispondenza delle inserzioni posterior·i del pedidio, alcune fibre tlel quale sono lacerate. Il dolore che risiede m olto nettamente nell' interlinea mediotarsea, diminuisce dopo l'accidente. Esso si manife~La, però, in seguito, a ppena che la punta tlel piode viene a loceat•e il suolo. Di più i movimenti forzati, nell' uno o nell'altro t:.enso, della parte anteriore sulla poster iore del piede, lo riproducono certamente. Tutto ciò, congiuuto alla mancanza di im· potenza funzionale r eale dell'arto, distingue netlameule la distorsione medio- ta ,·sea dalln tJbio-ttwsea. I n generale, la prognosi é più grave e la g uarigione più lenta che nella distorsione tibio-lar·sea, sopraltult() quando. io conseguenza dell'assenza di impotenza, H malato non si condanna immediatamente al ripo!:-o. La statistica del Jottor Ma1·lin, che si rlrerisce a 1 U ca" i di distorsione, os~ervaLi nello spazio di sei anni, in un battaglione ùi fanteria, dà le cifr·e seguenti: Oistor~ioni
Id.
lihio-tar10ee: l H medio tarsee: 27
L'autore, criticando i diversi melodt di cura proposti per le distorsioni, accelt.a il metodo di Reclu:; pe1· la forma tihiotarsea (mas!:'aggio, bagnature e compressione con la fa~cia elastica). Egli lo rigetta, al con lrario, per la varielé. mediolarsea in cui l'assenza di tumefazione e di echunosi nolevoli rende inutili, se non nocive, le ùivet•se pratiche di cui qu.e'llo metodo si compone. L'immobilizzazione ed il riposo deli'llt'ticolazione costituiscono il solo scopo da ollenere. La cura di :\Jartin si limita quindi ad untt larga pennellazione di tintura di iodo :wll' ttrlicolazione lesa, poscia all'applicAzione di un apparecchio al silicato esteso dalla J'adiee àelle dita fino al ùi.;;op ra ùE'i malleoli.
cnuwnGICA
()O;)
Il dolore verrebbe rapidamente soppres!'IO, e la guarigione completa sopraggiungerebbe, in capo a 10 gior ni, in med1a, per i casi recenLi, ed a 20 a 25 gior ni per i casi antichi e croniCI. B.
Della oondotta del ohlrurgo nel oa•t 41 ferita penetrante nel petto per arma blanoa. - HuouET e Pf:RAIRE. - (Archioes médicales Belges, gennaio 18!)j). l n uno s tudio p ubblica lo nella R eoue de Chi r urgie, Huguel e Pèraire raccomandano como condizione la più indispensabile per il successo nella cu1·a delle ferile penetranti del petto per arma bianca, l'immobilitd la pilt assoluta del .ferilo; es~i protestano contro qunlsiasi pratica, la quale, sotto prele<~lo di medicazione e di loeletla del ferito, abbia per risullalo di imprimere al malato scosse più o meno vive od anche semplicemente dei movimenti inutili. T ulLi i chit•urgi sono d'allrondo ui questo pa1·ere: Tillau, raccomanda l'immobilità completa come uno dei migliori mezzi di cura delle ferile in discorso. Delorme consiglia d i applicare un benda ggio del corpo ben str etto, immobilizzante il torace, e di imporro al ferilo il riposo più assoluto. Ma gli autori sono più esigeoti, ed, allo scopo di r eslizzare l'immobilità completa del ferilo, proscrivono assolutam ente il trasporto del ferito. Senza dubbio, questa prescrizione non può mettersi in pratica pe r le fer·ite di guerra: gli autori vogliono riferirsi soltanto bile l'el'ile di petto che si osser vano in tem po di pace, per esempio in seguito ad un duello, ad un tentativo criminoso, o, come non è l'aro di osset·varlo, in seguito ad un accidente durante un assalto d'armi. Se l'a.ccidente ha lungo in un s ito ri parAto (salò d'armi ecc), il ferilo essendo caduto a terra o in procinto di cadere, !li. deve sostenedo, poi farlo scorrere con tutte le cure possibili sopra un materasso immediatamente situato a terra; fa d'uopo impedire a chicchessia di sveslirlo, di ascollarlo, infine, d'imprimergli un movimento qualsiasi; le vestimenla saranno tagliate per scoprire la ferita; questa messa a nudo,
606
IIIVIS'lA
se si é raua uuu emo rra ~ia all'esterno, saré. facile ar·re~ta rla con un tampone di ovatta sterilizzata imbevuta ùi una soluzronf' di <~uhlunato, la ferita sara suturata, quindr ollur a ta cNa collndtou iotlorormizzaLo. ~e• c'a!li di (>mo rra~ia della soUoclavieolare, della mammaria mlerna o tla una mtercostale, sarà necessario dapprrmA dr un•hll'e alla ricer<'ll de• due capi di rtuesle arterie e fa me la legatur11. S• devono a 'JU&Iunf(UB l'OSio evitare movimenti al malato; fa cl'unpo impe<lirpl• di parla re, di s:resLicolare, ed anche, se t> possrbile, di tossrre, di ~putar e e di deglutire: 10 rtue~to intento, non ,:li s 1 sornrninistrerà che qualche cucchiaiata ùa ('tJITè tli una bevnn.Jn co1 roborante alcune ore dopo l'acciden te, t-e rl ferilo eoiTre otl è ~~~i tato gli si rara un'm•ezioue ùi morfina; ul con ~rario, se la depr essione é acceu~uatn , se l'emorragia interna od PSlErna è considerevolE', 'li dovrunno pl'aticaro i11ie1.ioni sollocutanee di siero a rtilicìale sterilizzato afl,•rnetivamellle con u1iezioni di catfeina; Ciò che cosliLuiaco il pr·incipale pericol0 della fer·ite di pollo, il per icolo immt>ll•alo per lo meno è l'emorragia; al!o scopo di ridurt•o I(U e~to per icolo al suo minimo, di iavorìr e la pt·oduzione di coaguli e sopratullo di evitare che •tuesti ceùnno e pt~ rnu•llam' all'emorrag•a dJ ripr odurs i, ti necel'lsario a f)ualuni'Jue co:.<lo ottener e l'immobilizzazione a co~o lula ed tmmeJìnta ùd rer •Lo. Que... to pr••cello h :t tale imp•>rtanza per gli autori eh~ d'-~i non C'-'Ìl&no a con!ligliure, nul ca so in eu• la ferita fù s~ c 11 ri sultato di un duello, ·l• piantare una tenda sul terreno, -e non vi eSJ9l•• ahi l6zionf• vicina al luogo in cu1 ha a\·uto luogo rl dm•llo.
B. Contu•loll1 gravl 4ell'ad4ome. -
MrcoAux. -
(Gazecte
de11 1/opttau~, ~. ;~ii 18!lb). L'aulOI't.i Ilo ratto una comunrcazione alla Soc1etu d1 Clu· rul'gia ùi P ar rgi su ll'inte rvento c hirurgico nelle contuf.'ionr gravi ddl'arldurne. Dopo a.v~L· rammentato le osset•vazion•
(;RIJ\URGICA
607
od i lavori di Bouilly, Chavane, 1\loly. Nélalon, Nimier, ec<'. l·Hlpra quil~la I(Ueslione, egli vit>ne nella conclu·qnue che nl!llt• conlusjoni g ravi dell' adùome, la laparot.omia p1 u· coca t> intllcala. P er Michaux, la laparoto01ia esploralMce o <~eropre lrl•lica!.a; es!'la, per eo:t ere utile, dt've est~ere pre1·oce !!:gli ha riferito 12 cao:ti cosi divisi flollo ìl punto 1h va~La dèlla can~a: 3 acciJeoli di ferrontt, :! calca da CAvallo, :1 cadute du uu luogo elevalo. quallr•, ~chincciarnenli. In lutti i casi al lrAumatismo era stato iulen~o Anatomicamente, •tue~le 12 os~é r vazinna ..; rirert ..cnnu tre volte a lace1·azaoni p1ù o meno complete del fegato. una volta ad una rottura òelle .,ie bihari, lro volte a lacerazioni dt>l me:>enlerio, una volla ad una lacea·azionB probabile del rene, una volla llll una dopp1a pilrfuru1.iortt della vescica pet· fra ttu ra dPl pube, eol infine, in 1111 Cl\'tO, le lP<~ioni er ario loftgie re e constslevano in scntphci cclumosa dell'eptploon e dell'inteslmo. Queste lesionj, pal'Licolarmeute le laceruziotli mesenlet·iche erano accompagnali' da '·asti ver~amPnti ~nn~uignt, la cui quanlalà \&riava da 2 lìll'i a :1, 4 o 500 p-t•arnml. Cllllicamenlr, Michau x ha notato qua!"i c;l·mpro un primo per1odo di choch traumatico, prolung-anlesi raramente al di la di quattro o cinque ot·e, r•rl un prrwdo di r·eozione, carotterizzolo soprallullo dai l"e~n• lornli, r\!trazione del ventt·e, dolore, subollusilà nella r eg-tone traumatica, inOno, Rove nti verso la l :;• ora, un'elevaziune della lempet·a lura a :ISO cn·co. Hias::;umendo, le lesioni doi \'tscera non sono Rempt•e p roporzaona li all'intenstlà Jet tr·aumatismo che le ha proc.loltt>, e.l, 111 secon•lo IUOì!:O, non 'i ha alcun segno Cf'rlo che permPlta d• affermare l'esistenza .ti una lesione vi<~cPrale gt'8\'6.
In 'luesle condiziom , le laparotomia esploralricr> s'impone rome una nect'S!:tilà, perclw l!«stl ~ola perrnellP dt rare una diagnosi sicu ra e ùa trallAre erficacemenle le lf'sioni viscernti prodotte nella contusiOne addominale Ma pet•ché essa c.lia buoni r•ìr:.ultali. è necessario: 1° clw PSRa Rio pt·ecoce, vale a dire pra ticata nelle pr·im~ rpaindit:t o dtl'iotlo ore; 2o che essa sia e seguita il più rapidamente possibile st•nza
60X
RI VISTA
ornellere alcuna delle precauztoni antisettiche né d~lle ricet·che necessal'ie. Mtchaux non ha perduto che due malati, nei quali è inter venuto troppo lardivamenle. HEI\IIERT S"ow. -
Le ooucllslolli 41 our& del o&noco. (The Lan.cei, 12 gennaio 1895).
L'autore rttienP che le malallle cancerigne producano l'(uasi sempre la morto per le quahtà infettive degli elementi cellulari, e per la lor·o meccanica lrasmts~ione u dbtanza; quindi di"cule gli ostacoli che alla cura chirur~tica oppongono le diver<te specie Ili cancro nella ~cala asf'endente della loro compiE>ssità, incominciando dall'ulcera rodente, che secondo lui è meno canf'erif!na d~>gli nltri cancri. Ess11 è la meno procll\·e ttlle metastast, é quella che ba minor lerulenza pr•ogre~<>iva, è rappresentata da un' aberrante riproduzione della struttura de' folli coli dP' sollili peli delle palpebre specialmentE>, non é so~getla a l'iproduzionì secondarie, e .,i puo prontamente e<~lirpare col c-nu<>llco o col collello dentro i pr1mi 18 m..si o dut> ann1 dalla 1'1118 prima appari:ltone. l n uno stadio più avanzalo l'nsporla~1one ò impedila dalla infiltrazione del periosLio che cuoprc le ossa vicine. L8 seconda specil' falla dall'cprtelioma1 cioè dal cancr·o delle cellule epiteliali della pelle e delle mucose, è clinicamente diverf;B dal carcinoma, o canrt o delle glandole ~ecer·n enli, per l'tmporlante r'a!ttone che le particelle metastatiche son trattenute nel pr imo caso delle glandole linfatiche adiacenti, e solo raramente raggtuugono il loJ•ronte circolator io. L'estirpazione radicale tlev'e<>se1·e perciò eiTelluata A<~porLando tutte le pericolose g-landole cootemporan~amenle al tumore, e l'operazione ve eseguitu prima cbe il tumore llia mollo ingrandito. A lal uopo bisogna pr aticamente riconoscer~ tre s ladii t.li sviluppo ne' genglii lintalici c:econdariament.e infillralì: 1' quello d'msidiosa infiltr azione non riconoscibile per al~"u n sintomo; 2° quello di sensibilità alla pres$ione senza aumenti
CUIUURGICA
600
dì voluroe . a• quello clelia tumefazione. Ciascuno dr I'{Ue~u stadii dure l5 gior ni e più, quind1 Il cammino deU'mfeziom1 lunzo il ~i<>tema linrelico •\ l'empre rlelln~to, e su<>celllbil•, dl accu1'8LO proguoslico; onr1' "'• che e voler a ttendere pPr l'op~roziont• fino nlla lurnefat.ione J[!andular·e, i> un voler sacrrficar 18 vita ciel pttlierttFl, perclt~ allora anche or~?ani lontani, pt>r le ,·ie de' !infelici sono p:iunli al pr·imo ~>l8Jio d'infe1.ione. co~l, n ~ll'epr lelioma del labbro, ti cammino tlell'infe:tione À rJuellu dPIIe ~tlandole sollome~cellari ~rtuate all'estremità Anteriore clelia l!lanclola '-&live re, e con eppro<>"lmnzione si può rilt•m· re cho io 111cno tli s• i me..r queste glandole saranno rnnltrale, quinclr non saru pt>rmel><~a re..~llrpazrone d'un cuocro ùal labbro senw la conlemporaoea di~se.t.ione Je' ga n~lii linfaltci <..oltorna<>cellarr, c:ienc, lumefalli o no. fl cancro della lingua "i diffonde• rapidameute, sempre dentro le se1 Eellrmeue, e le glandole so.. petle sono le submascelliH'i nel canc1·o ùe1 due terzi anle r 1ori, lo cer·vicalr rn •tuello del lerzo posteriore. e propr1amente •Juelle ~ituate dietro l'angolo della masc>ella infer1ore. ~el retto c nell'utero In clrirurgia operath·a i> alluabile !<Oio per le lèsroni primarie. 11 cilindroma del retto si svrluppa lentamente. c di rado rrtft!Ua le gùiaudole lrufatrche o l il fegato prima ,Jr duo rne!.'i JaJ <>uo inizinmenlo, quindi dentro r1uosto termine t• rreces11aria l' esci<l$ioue. Il carcinomA dell'utero clev'e.<~sere operato denlro le olio l'ellimane, allrimenti lA ri petrziooe avr·à luogo per la via del plesso liufalico nella «oltomuco..a Yal[inale. Il metodo più razionale ,. quello dell'ampulaliOOe '-~Oprav&Jo(inele, r iser vando la •st.ereclomrtl ai casr nei r1uali i• atl'ett.a la cavità ulerina. Nei sarcomi carallerizze ti do sviluppo rapido di tessuto c>onoelli\'O non '~'incontro l' rnfelione dei ga n~lii per la via clei lio(alici, e se r1uaJche glandola a dislauza da l tumore «i trova ingro~sala, la diffusione dev' e!lsere avvenuta per la. via sanguiuna, e<l é associala 11 melasla'~i ne• visceri. La rrmoz1orre deve quindr aver IUOJlO prrrna che le cellule ..al'comalose !;ieno pas~ale nella corrente del sangue. l sarcotni cJello O!'""a lunglte de,ono ess~re ll'allali con la dr..,arlic•,la-
tl""'
:l!)
fi lO
RI VCSTA
zione, a ca usa della loro intima associazione con la circolazione. :\ella mammella occorrono, come in altre sedi. tumori connellivali, o cistici od incapsulati, quindi poco proclivi alle mfazioni sanguigne. Il cancro melanolico della cute é un prodoLto embrionale dell 'epitelio pigmentalo r:li Malpighi ; e perciò é necess&1'18 l'estirpazione delle glandole victne come nell'epilelioma. Il carcinoma della mammella è quello che offre i maggiori ostacoh alla completa asporlazione, per l'tns1d1osa inrez.lone delle ossa soLLostantl. La malal.tia comiucia sempre in una piccola area d1 tessuto, in un singolo a ciuo mammal'io, rorse in una singola cellula, e lìen dietro all'azione spesso deflnibile di una causa eccitante, che nell' 1l p. 100 è noa violenza meccunica, e nel restante dei casi è un'aberl'azione della normale evoluzione dell'organo. La mammella si sviluppa fra i H ed i 25 anni, per altri dieci anni avveogout> temporanee evoluzioni ed iuvoluzioni relative alla gravid&llza; l' involuziono finale o degenc1·az:ione permanen te comincia al 3i>O anno, ed è quesla l'età pni ·propizia per lo inizio dei e&l'cinomi. L'infezione dei linfat;ci dell'ascella 8''viene precocemente. dentro le prime oUo seUiuiane. a meno che non si t1·alli della l'orma scirrosa che avviene nel denso tessuto del capezzolo, d'un canc ro atrotlco in una mammella avvizzita, d'un ca rcinoma dell'orlo sternale cbe teuli prima d' inrettare d limo per mezzo dei liofalici che perforano le pareti costali. Quando avviene l'ingrossamento dei linfaticì clell'ascella, la corrente lmfalic.a non si compie piu uoJ•malmcnle, ecl ~:~v vengono rigurJlili in direzioni abnorm1. Allora le particelle del cancro passano nell' omero, nel limo residua le, e s1 ha IJuel complesso di sintomi detti steroali, che si avverano uoi cancri della mammella t:be datano da 8 a 12 mesi, che possono esser presi tla atrofia, e I'imaner compalibili con la vi la in 1·are circostanze per an ni ed anni. R ~<'tssa uua mammella dopo 12 setLimanc dalla comparsa del carcinoma, si verificano i sinlomi sternali clopo alcuni anni. Per asportar quindi un carcinoma dalla mammella I(OO speranza dì succttsso, bi-
CHIRURG ICA
1311
sogna operare fro le 6 allo 12 settimane dali 'inizio, pr ima
del ~:ontiore dei gangli linfalici, e pr ima della pl)ssibile inf'ezioo~ ossea.
E non solo Ùl~f!llll rimuover~ abbondantem ente 11 tessuto mammai'IO, ma bisogna vuotare Il cavo a~cellare pr1ma che i linfalici si "'ieno ingor~ali. L'antica operazione di meto•lo che con"i~te nel comprendere rra due incisi0111 ovo.h il tumore Nl asportarlo, e se~Uilo necossttriamenle dalla riproduziont> nella cicatrice fra poche !<ellimane o rnesì. L'autor~ reca in appog~rin .ti queslP sue ve Iute que tlro parlicolareJ!f!iate rdazioni th cancro tiPIIa linf!ua, uno della maRCella, e se.Jic1 della mammella, ne1 tJU&Ii C8!41 ebht• guarigione cornpleta. potuta w r ificare part•ccbi anm dopo l'ope· razione. Ne1 caq! sospetti ti' iniziata in fAzione o~sea, ••gli ht1 ln<::lituito una lunl!a cura d'oppio «ubìlo do1 o la conva lt:!!"Cl'nza, ClÒ 1:lle ~econdo lui ha contribuilo a hmer lontana ogn1 riproduzione. KROGIUs (tl' He l<~ing-for~).
- Nuovo metodo 41 ane•tena looale con la oocatna - (Ga;elte cle.<t f/tJpitau r, nuHI&I'O 21. 189:•).
L'autori.', pur rendendn "mag~10 al melodu dt Reclus, di .ane,.lasia locale con la ructllna, prefl'r isce, in cerli cosi, il proceJimt'nlo che ea:ù !ta iclt!ato ed a ·loperato ìn que'~Li ultimi lt•mpl nella policlin1e:a d1 H ·•l<>io::lfors. Que-.lo procP iiment<l é basato Rul fatto c he un'iniezione di cocoina Rpi nla, nl')n ~ié nello <>pe,.sore del derma, ma nel le<>snlo cellu18l'e solt.lcutaneo, nelle vicinanze di un tronco ner,·oso, pro1ùuce dopo uu cer to tempo, u11'analgP~ia nella zona di distribuz:ione th questo nervo, per un' ··,. len~~ione talvolta nolt.•vole. I n e l.:uni rasi ~i ollengono risullali p1ù ~icut·i, s~ si fa l'miez ione non tn un c::ol punto, ma conflcca n•lo l'RitO pt>rpendic olarrncnl,.. al gl'Ande AR~e del membro e ~>ping<'ndo l'inie%.ione per tulla lo rlu raln dell'inlroduzioo" e dell'esl ra zìooe d ell'dg<>. l n tal modo. s i r!IA"~iungono p1u <:1curumente 1 uerv1 -volul1 e J una solo inie1.tone basta per vari rami n~rvosi.
613
IUriSTA
Co._i, nelle operaz:aon1 S• pro un dalo, "' (a un'iniezione linear e alla radice di questo dilo, alla feccia palmare o nella metà t.lello "!JlttÌO che !!epara i quattro ne,.,., collaterali. L'iniezione da i od 1,5 ceulimelt·o cubo dt una soluziono dt c;ocaioa pt·oduce, dopo '10 minull, un'analgesia completa di lutto il dilo, analge"ia che nou wleressa soltanto la palle, ma anche i lPs uli profondi fino al perioslio inclu!.'ivarm·nle. Per l' aperlut·a da un palereccio non occorre ll)iellare nel ~ilo della lesione, ma ne• tessuti sani circonvicini. Con una debolissiooa dose di <'Ocnina, si ottiene uu'analgesJa cornplota che permelle l'intervento radicale. Krogius indica io "eguito ùifTea enti punii ùi rcpere per le iniezioni nelle difl'eronli t·e ~ioni c conclude che noi suo melo lo di analat·$ia peri ferì ca: t• l'i niezione non deve esst:l'e fatta necessarinmenl(• &ul punto leso, m8 in un punto piu vicino al centro ùa innervazJOne; 2• con dosi minime di cocaina si olliene un' onalgosia estesa; 3' in C81'te rf<g'ÌOIIi, l'anefgestA prOdUC& f'msencotùihtu 000 l'Olo nella pelle, mll anche nei le«<suli profondi.
Dell& rttenzione d'orina poat-traumatloa. - FtLAUDhA v. tJou rn.al de MedeeiR.e el de Cllirur!Jie, aprile 1895). Le osser va:r.ioni di t•itenzione d'orina sopraggiunta dopo lP operazioni sono mollo oumero!'e, e, in una manaera genet'aie, si può ammettere che qualsiasi opertlzione, qualun'lue siasa la sua importanza, la sua <~ede o la sua natura, pu6 da r luogo alla rilr-nzione d'orina. Questa, mollo abaluale uell'uotno a dullo iu seguito alle ope•·azioni chu si pr·olicann sull'addome e sugli arli infer iori, diventa sempr e pii! rul'a a misura che ci allontaniamo da fJUC~le region i. Essa solo occ ezionahnenle si o~~erva dopo le oper azioni praticule sulla faceta e sugli arti couperior i. In gener ale, lo •·itenzaooe d'o rina pocot-lraumatica s'mizia ianmet.lialamenle dopo il Lraumati~mo o dopo l'operazione. Secondo Nicaise, Boursier, Luca l!-Citarnpionoiére essa po-
CHIRURf.tC.\
613
lrebbe imztar._, ~oltanto due, tre e l a nche . tri gior ni dopo l'operazionf' Luca~-Championnière ha nota lo a questo proposito ciao pill l'mizio è lento o tardivo, pii) la rtlenztone diventa per·icolusA c lunga . Una volla co3Lituila, la rlteoztone d'or ina pu(l prl•ecntare due rorme totalmente ditrerl'nU · una rorma indolente ed. una forma doloro ...a. La prima ìlt presenta geuPrt~lmeute negli mdividui r.he non hanno ant.ecel.lenti orinari e l'lCOrnpare mollo pt·e lo: é la form a più comune. La Sf'rOn(lll cl1e sopr agf:!iunge sopratutto neg-li orinari cd ò accompo~nola da vivt dolor·r con tmpossibilitu lotttle di orinare, é sovenlt conc:eeutiva alla prima, ed i tlolor·i pos'JOno essere dipendenti dal ratto che 111 ritenzione è rtm&!<tll sconosciuta tr·oppo tempo o che " _tata vuotata troppo br•uc;camPnle la ve..cica od anche che eRic;le un vero spasmo ureLt•ale. La durata della ritenztone d'orina é molto variabile. Soventi e~sa cede dopo un solo cateterismo e scompor P senza lasclat•e traccia. Piu orùinnriamenlt' dura '·enliquattro a lren· tasei ore. THhoUa, e""a ceJo o ritorno a ,jc,.nda, presf'nl~ndo vere tnlermilleme, ~>enza che c:i sia ancora poluto trovare la vera cuus~ di quest~> osctllazioni; chocchi• ne sia , essa termina ~eneralmente con la guar igione. Ciononr\i.neno, IY importante curare questa rtlenziont> il piu pre<iLO po!lsibile e, per cio, pensare setnpre alla possibilità di questa complicazione. A lcune ore dopo il lraumAtJc:mo, operatorio o no, qi chie· dert' se ti molato ha orinntu; "9 no, lo si tnvitet•é a f11rlo spontaneamente. Si facilitera lo mtzion~> s{l()nt.anea racendo cambtare la posiztone del mAiolo, modrhcando un poco, s~ .e posqiJnle, In medicalurti, generalmente allentnndola alquanto. Se quP..li mezzi non ba!'lt.uno, s i darà al malato un piccolo dist~>re, il quale !'Bra qeguitn d8 uua scarictl sovenli accompagnala da una mizione nalurult>. Se le voglir di orinare fO""~' I'O frt>quenli e.! ar.compognate <la violenti dolori, sarebbe bent• fAr seJ:(uire al chst.ert• un suppoqitorto calmante.
61 i
RlVISTJ.
In lutti i casi si devono proscrivere, roma noci•e, le pressioni violeute sull'ipogask10, la str·Jcnina e la sej.\'ala cornuta. ln fine, in ultimo luogo, si l'icorrerè al cateterismo, chesi fa ra con le pill grandi precauzioni; e si usera per ciò la sonda molle di caucciil rosso, e si lascierè scolare l'orina lentamente ser•ZA cer·care d1 vuotare completamente la vescica.
- n metodo &lembi Delle open.ztoDl ohlrurglohe_ - (Brit. Med. Journ.).
Ca t El" S.
l n vista dei bt•tllauli risullali ottenuti dal pro f. V te tor Horsley coll'aver nel 18f!G iutroùotlo questo metodo M Ila chirur~ia cerebrale, il prof. Chiane, dell'uniwrsilà di E<limburgo, l'ha esteso fin dal 1892 a tulte le operazioni chirurgiche sistemalicarneute e no è tonto contento che non lrova pa1·ole per raccomandarlo abbastanza ai medici. I vanlaf{gi sono che la ferila Jelle par·ti profonde··· a una ccrla di~lauza dalla cule, la eu le sulle ferile prof,mtle non è s tirata, sosLiene i tessuti profondi elle sono stati divisi e lo gunr·i~ione avvié n ~ rapidamente. Il pericolo che la cule infetti le parli profonda~>, ridollo al minimo. L'as~psi rlelle m6ni e degli islrumenli è rùlt1Liv~menLe agevole: quella invece tlellu eu le del pazifmle è difficile, pE'r non dire impossibile come strmano alc\mi chir urghi. Di qui nasce il g ran valoN ùi questo metodo. Il lembo è cosliLuilo dtllla culc e dul Lessulo soLLocula neo; di nor•ma esso deve aver l& forma di luna crescunle e non quella a ferro di cavallo. L'incisione deve cadere il più loutano p<•ssibile dai sili infetti e iJ sangue deve irrorare il lembo dalla sua base. Ciò, perlanto, e di secondaria importanza p..>ichè la principale pr·eoccupazione del chi rur·~o deve essere quello dr tener lontana l'incrsioue dalle sor genti di E<eltica inf~zrorH~. Uno dei pr·imi casi in c•ui il Cblene operò a 'tueslo mod<> fu nell'ottobre 1892 per r·imucoveJ·e dal ginocchio una cartilagine semilunare lussa ta. ~ella cura radicale dell' erni& quE~slo metodo coslitursce un deci~o miglioramento. Dopo la operazione den· er nia s~rozzata puossi appHcare un cjnto mollo per tempo. ~eli' ernia crurale il lembo è rivvllo al-
CHIIU.: llGlCA
l' indeotru, lll8 sulla linea mediana.
(il:) ~eli' ernia inguinaJe
il
l~>mbo ù rivolto in ba-.so e.J all'interno mettendo allo <:coperto
il canale inguinale. Nell'erma ombelicale, se la cute che la c"pre abbac;Lanta ~pes'-81 il lembo é ri.,oiLo in ba"SO. Nella resezione del ginoccltif) l'apice d\!1 lembo anterior~: e tagliato ad un livello inferiore della tuberosil~ aoter aore della t bia. ~el gomito il lembo può essere rivollo in sopra. Nell'a~portazione cJ.j glsndole invase do tuhercolo ..i il dottor Sllles, ha 11doperato il melo lo a lembo. li valore di e""O nella lubPrcoln"i é mollo ~ron•le poit·ha• si e'•ìla il pericolo d'infettare l'areA tnbercolo'<a coi microrgani.. mi cutanei. 11~ni clurur~o cono::.·~·· il pencolo Ielle anfezanni mis le in questtr...asi. Se un muo;colo. come lo c;t.. rnoclta.to nel torcìcollo, o un tendine, come qudlo dt Aclull~ n l piede equir o, f. ruciso con quesl<• melOtlo, il mu ..colo o il lenJine non acquistando aderenzP colla cute st rnu n'>ono libPramPnle NeJI'e,..plnrazione clelia ci"ltfellea, lt>i rP ni nella ga"lrostomia iJ metodi') 8 lembo é molto vaJevOIP. ~d ia c::ulurll delle parli profonde ti Cbiene U'"8 ctul:.:re perdute falle con seta, cat_ut o ti o d'arg,.nto .-\doperan·l(J l'argento, si u~ino, com., raccotnanda ti Kocher. pnr~>cchie gu· gliale di Ilio sollilt.• pmttoc.to che una sola lt (Ilo '"P sso v'ho cosi più pte!thPvolt"zza 1• l ollrell~nla resi• te01.A. Nella sutura della cute sì u~i iJ crine di ravallo. Dall'anno !'ICOr<to il Clùene hA ~radatameute abbandonato i nodt per fis.,.are t punti Il Ilio e lletnplicemeule passat•J tre, quattro o cinque volte come nel pnnlo tempo d'un uo·lo comune. Il rloll. Johuslon ha v 1luto determittare la Lenstane che pn6 '~Opportare co<~ i un tllo t>d ho trovato Phe u~anJo un erme dt cavallo rfoppio, •runllro ~iri $Opporlano una teno;ione di 35 once, tre quella di ::!i, du• fJutlh, di 1:! e uno '/, d'oneta Quanto ptù larga è l'ansa, quautu ma:.r;.dore ù la tii<sla tZI\ tra i p w ti d'ero ·r .!t'rl<~:a tanto ptù numcru,t debbono e"!'er •' i !!iri. Il Chtt>ne lerrn no ti suo scritto rncendo voti che il mete><lo a l••tubn venga e-sle!>amenhl impiegalo u chirurgia .
61()
F EIIlLER. -
RI\'I SI A Cll ll\ lJ Rt.lCA
Ferite del tes&to - (Bt·it ..\ fed. Jo1( r nnl).
Il doli. F eidlca· osserva elle la daa~nosi delle leHoni tlel fegato non ,. racilt'. Alcuna sintomi, come p. o. dolor e locale e ra~gtaole, all.eraziA, aumento del volume epatico ecc. si manirestano llu·di, e frotlanlo il pPricolo nella rna~,:tiOr f arte d"'t Cfl~i é nelle prime 24 o r e del lraumuti-.mo. l meu1 esterni Jocalt non ar restano l'cmorrap:ia Benché non sia pO!'ISibile diagno..licvre le Jes10ni del fegato, la laparatontia '' rtui indicata como nelle lesaoni J'op:ni altru "iscere. Se esiste 1-{ià uno ret'ila delle parela addominali é mollo piu ajlevole cleterrninart'l se il fej!Alo è st.alo ioloressalo. L'nutore •·afPri~l'tJ. tre ca!'li di ferile del fe~talo di lre andivtdUI, dell'età ri~pellivomenl•• tlt 18, 16 e~ anru; nel t• sa kottava dt rollur•a del viscea•e sem~a ferita eslerua. In questo e isLe\'&nu sintomi tli shock e d'•rt·itazione peritoneale: nel 2• gravt sintomi di cmorrttgta int~rna e nel 3° rton si notava tilcun fcnmneuo spkca.lo. Nt>i primi due ca~ i mollo sen~uP fu e<~lrallo neJJa cavità eddr uunale. pocn qunnlita se ne r utvt•nno nel tt•rzo. L'emot'l'B~ia epatica ru a rre«tata collo ZAflìl m un caso P. col tPrmocaul<>rio ti• Pa qm•lin negli altri tlue. Tutti e Ire guariroun henl' È sor•pr entlenl•• il fatto eh t• nel rega lo o nche piccolt• fet·ite po..,. ono del• rminare rorlt emor·ragie. La tendenza all'emostast <opontnnea è molt•j paccola. r rnezti miglio ri sono lo zaflamento, la sutura e il termocuuLPrio. Quest'ultimo nurt rtf'sce a•i a rrestare l'emorr~.>gi11 dei gro~~i vo!li nelle f'erile> profonde: me~Jio è ricorrere alla «ul ura Poiclw la pl'&'<oione !"t\ll!!'Uigna nei vasa epaltci è b&d!'tt. iltam ponamenlo puo sicurumeuto nrresta••e l'emorragia. Coll'uso dello zaffo la reriLa epatica ,·, meglio conlt•ollola dal clurut·go.
6 1i
RIVISTA DI OCULISTICA Oara della. oonglUDUvlte gt"&naloaa ooD l& elettroU•l. Ooll. MAt..GA.L - (Recueil d'oph calmoloute, o. 2, 1895). All'ultimo congr;>S!JO d' otl~hnologia tenuto n Edimbur~o nell'agoslo IS!H, il ùuLl. ~ Malgal l ess~ una comunicazione ,.,uiJa cura ùella cunf'.IUnlivlte g r 11nulo<ta per meno clelia elettrolisi, e 1·ife rl 18 casi di guarigione pPrfell.a su l A curali. Ora egli riporta a ltre 12 nuove O!ISer vozio ni di COIHtiunliviti granulose guarite p1enamente in poclw Redute di elellrolis1, da 7 a 17. Il me!.oùo semplic issitno. Il dotl. Molgal si serve di una pict\Oia macrhina d i Gai!fe a corrente continua munita tli un collettore rallilin<'o. Applica la pia... lra con cu1 t~>rmi nu Il filo corrispondente al polo po~ilivo RU di un b1·accìo o f1•a le due man i riPI mal11to, et! un po rla-a ~:hi munito di un solIlio ago rl i a ct·aa1o m ett('. in comunicazione col polo ne::raUvo pe1· m ezzo di un filo con duttore. La macchlna ùi Gailfe che U<Ja il dott. Malgal ha la rorza d1 LO mlllnmpere circo quando 8i aJoprano In 7 coppie. Ma pt'r la e lellroli:5i delle g ranulazio ni palpebrali non occorrono cbe ~ o 5 coppie al più. P er rare lll opel'8?.10 ne c;j rOVt.'scia la pAlpebra ~upericwe, l'occhio es~Puuo stato precedentomente llOltoposlo all'azio ne del cltlr icl ra to di cocaina, e si applica ~uccessi vamenle pPr ul•·uni second1 la punta clell'ago <>u cia-.cuna ~ro uulazione . Sì ra la stessa operazio ne sulla palpebra inf~riore. Ad ogni seduta di tllt•llrolìsi baSOJ.!08 distruggere quanto più si puo di ~ranulazioni ~enza ttlancaro il malato. Del re."llo l'occhio es~rndo sollo l'azione della cocaina. il dolo t•e provato clai mala ti é quas1 nullo. Il do tt. Malgal n~a sollopo r re i suoi malati t~lla eiPtlrohs1 due volte la sellimana, ma cr~d·~ che ct1 possano ra vvicinare le sedule senza inconveni~>.nLI. L'occluo dopo ciascuna qe-
o
61
Bl\1 'H
·lula si arro ~a e ~i coogesliorut fortemente, ma per· poco tempo ; dopo un c1uorlo d'ora o una mezz'ora al p1ù lullo ritor na allo stato no rmale. Com ~ e ra n prev~de r 'li le alterazioni corneali g\lariscono nel lompo stesso e pur•ollclamenle alle granulazioni. L'elcllrolu~i ha 1l vantaggio ~ugli altri metodi di uon e<:sere dolorosa, oli e~"e1·e d'una g rand~> "empli.:1tà e per· con.,e~uenza d1 puler"i usare facilmente da tulli 1 me hc1 0 di non lasciare alt-una cicatrice con~iuntivale e di rP~liluil·e alle palp<'bre la lo ro no rmale inlegl'ilii. Il dott. Mnl ga l fa 11unsla osset•vozione: Le g•·onnlnzioni congiuulivali wvodono tutta la superficie delle COIIf(IU11Liv8 e qpecialmenlt le pit>(lhe ocul••·pslpehrah, a cui é lmpo• ...ib•le a rrhare nncho rov~~ciando le palpebre con ltt "t'tnphc·~ Ju ..sazione ololln carhla~ne. E IOlllnlO fincbf. çj --onn granula zioni in <JIIC ... ta regione, Ja congmntivile g-ranuloM per"l"lB e le alte raz1oni cor·ueali non l-11 mocllllcano Vi !-Inno due moli per r·imf'diurvl: o &I'I'ololare l•euo la palpebra superiot·e intorno una nppo!lrln pinzetta 111 oJrni l'e.-lula di clellroli~i, il che per mellG oli t<coprire la pio•gtt oculo- pnlpebraiP, 0\'vero esciùere que-.ta piega seconJo 1l torocesso li Gnle~ow ... ki.
E. R OoncUstoDl per l 'ammt.1tone alle diverse souole mJUtari dell'o•erotto tranoe•e rupetto alla aouità vltlv& e &Ila mlopla. - ( Rf>c•ur il d'r1phialmolog io, N. 2 0 189J). Con .ùelermlllazione in data to ollohrP 189i, ill110islro tlella guer ra della ret>ubblica fra nces,. ha .lecuw che lo> l'nndizroni d' idoneit.é per l'arnmi,.,..ione alle t.1 ver· ,. scuole m1ht.eri J'Pr' quanto rigua rda l'aruit.a vil->rva e la miopia sieno le <~egtll'nli: Scuo la speciale milihwe sezione di cavaller ia (Sain L Cyr), scuoladi Saunwr. - Miuimum ùnlln acutezza visivfl ogualo ad l m un occhio, e eguale o supt~rrnr·e u 1/ , nell'altro Massimo deiJa mropia :1 diottrie. Scuola speciale tlr ranter•a (Snml-Cyr), «cuoia mililnrc tli ranl.eria (Sainl-~ laixent), scuola dd "ervizio di sanllà rntlllare 1lt Lione, dottoi'Ì 111 medicina amme!-1!-IÌ rli rellarnento al Valde Grace, Vt'll'l'illtli'Ì rn·aticanli (Slagiai r·es) mJl!lal'i. - Mi-
619
DI OCU LIS fiCA
UllllO della ocule7..ta visi'ç'a, eguale a l in un occhio Pguale o superiOI'e a 'l& nell'altro. Massuno della miopia \ diottrie. Allievi della scuola poliLecnica aspiranti alle armi d'artiglieria e gonio, scuola pei ;:ottulficiali d'artiglieria e f(enio (Versailles}, Scuola di amministra"tione militare (Vincennes), farmacisti di l• classe ammess1 direttamente alla scuola di applicazione del ~et·vizio sanitario, allievi di rarrnacia del ~ervizio stulllario. ::\linìmum di a cutezza visiva eguale o superiot·e a 1/t in un occhio, eguaiP o superiot·e a 1/ 10 nell' allr·o. Ma:>tin111m della miopta 6 diottrie.
E. n. del grande angolo dell'occhio almulantl una malaltta delle vie laorlmall - PHROOx. - (Jaurnal de JU•lccillt' et de Clururui•·. gennaio, l8%).
A1fedo~l
Queste alft>zioni sono mollo spe,.,so l'occasione di gravi erro1•i di diagnos i e non é l'aro vedere delle sedicenti f1stole lacrimali cJw sono cu1'8te per mollo tempo col cateterismo e con allrt tnt>7.zi HSati in sirutti rit·costanze e che non OI Ì gliorano perché ~i tralla di Lutl'allra malatti11 che della 11st.,Ja. Il Joll. Peyroux cita mollt falli nei quali qu~><>to erI'Or e ha duralo per mollo tempo l n uno di questi casi per esempio, un siAIJ lico peggiorò mollo perr.hé l' nlc~ra siHlilica dell'angolo dell'o .. chio e ra slatn prt>~a per unn flstoln del sacco lac1'ima le da un chirurg-o il f[llale affondò unn sonda attraverso l' ulcert~ . I n un ulli'O caso, si prolicc'l per m olto tempo il cateterismo per una dacriocislila, meulre t>i lralla\•a di un cancro delle pa lpebre . Le affezioni simulatrici sono il più spesso l'infiamma?.ione della pelle e del tessuto cellulAre dell'angolo interno, J' a !3cesso, la fis Lola conseculi va; il fo runcolo, Ja ristpola, la gomma ~ l'nlcet·a~ione sifìlilichc; il ca11c1 oid e, le CIS L! prelacrimali, ~ebacec e ùermoidee, l'osleo- perio.,lile d('lla branca ascenden te del ma scella1·e, la fistola M ntal'ia, l'empiema del seno r,•onlale, et;~;. Quasi sempre è fac-ile fare la d1agnosi esalta e basl& far attenzione per non caJere ne,ll'arrorc. Vi sono però c&si tlifftcJli ed a questo r iguardo l'autore cita un'osservazione
6~0
RIVISTA DI OCULISTICA
mollo istruttiva pubbliCflln eia Parinaud. In questo ca~o la le~ione t>rQ 'llela conl'iderata rla vari medici come uno tlslola lacrimai e· qut><>l'atfezione era stata prodoUa da una llul'~io ne denlarta susseguita dn un ascel'so ch>l grancle augolo dell'occhio e tta apriva un po' aJ disotto del punto lacr unale iufertorP. L' nspelto era molto analogo a quello d1 una fistola lacrimall'. Tullavifl una 101ezione praticata per 1 punii lacr1maH ritornava antieramo>nte per il naso, me<~colaLe ad un ro· di pus, nHa per nulla datrorincio fr<~lrlJoso Spi nta dall' oritlcio fl<~tolo'>o l'iniezione r itornava egualmente per il na ... o, mn con una g rontiP quantità da puq In fine, l'esplorazione della bocca race' n a·ihlvAro un piccolo oriflcao fistolose' della J!'en~i,·a ed una iniezione sptnln cfn I"JUei'ta fistola ah·eolare ritornava in porte JH' r l'or·illcro cutaneo salua lo in corr ic::pondenzn del ~acco lncrimale, tn porte pet• le fi) ..Se na~>ali. La comunicazione coll' intermediario del seno ma8cPilar f' delle> tre npet•luro CUll)ll('8, 110M le eu alveolO t'P, l' inleg1•ili\ delle vie lacrimai! e l'origme dPnt.aria degli accidenti "'' trovavano co~l perfeUnnwnte Atabilill . La cura ha consistilo, ollre all'avulsioni' del denlr malato, in iniezioni frequenti N•n uno soluzione nlcoolica o renicnt.n e <~i o1Lt>r11te ben pre!>lo la gua· r·i r:tione.
RIVISTA DElLE MALATIIE VENEREE EDELLA PELLE
--
SUWde della parotlde e della glandola •ottollnguale. l. N~U'IASN . - (.\rch.fri.r DPrmat. und S!Jplt. e Cert traliJ. fù. r dic medie. \Vissenseh .• N. H, \895). Il ~eumann rif••r isce 5 casi, in cui e~li, nel per iodo pr imitivo dello sifllide, 2-12 mesi dopo la infezione, ossea·vò in· sieme a dt'~li c~nnlemi m aculo~i e papulo!>i unti mAI&llta della rarolide, clw lentamente tornò indi etro col traltamenlo
11
RIVISH DELLE " AL.\TT1& VENSIIEB & DELLA P&LLK
6~ f
an lt~ifilitico
Questu malattia era CCISliluila tla un tumore duro pieno f' rotondo, a s uperficie irregolare chiuramenta di$hnto dalle glandole preaurtculari Lumefalle eh~ gli shtvano sopra_ l malata soiTravaoo •li disturbi della mas Ucazaone G tlella t.leglutitione e da abbondante salivazlone. In un sesto caso si tralta,·e di una aiTeuooe gommoso-ulcerosa della glandola •ottolioguale in un mala l.o inretlato do i an11i. ~ PI luo,go •tella Cliruncola sottolinlo{uale A della !Ja<~e ùel rr enulo della lin~ua estsLeva un' nlcera E:rossa quanto una ràv11, a margini infillrali mal determinati, Ja cui fluiva continuamente un liquido chiar o (saliva). Sul pavimento clelia boec.·u ~'~• senti,•o ottr11verso i tessuti un tumot·e della ga·osSl!Zta di una noccil)la, duro, alquanto dol t> nte, che corri8ponùeva a lla glandola <~olloli nguale La "ecrezìoue della $8livo, aumentala slt·aordinaraameote, era con molla probabilità da r1f~rirsi in parl.e u questa glandola, benché non s i potesse ~"llltarn e nle determtuoa·e la parte e llo vi prendeva la l{laodoll.i soLLomascellore; poicllè a coudoLli escretori di ambedua le glandole erano dit-lr·ulli dall'ulcera. Si trovava pure in queslo co o una malattia s.tommosa non anc(Jra stata descrilla c.lella ~lando la dj Bland-Ntlhn nella punta dt>lla lin~ua; questa era gro~sa quasi rtuanlo una nocciola e il suo condotto dilatalo ero accessibile a d uoa sonda sottile. Le inreziooi di osptlraglnato di mercurio e l'iodur o da potassio per uso interno t •rodu~s-ero 111 breve tempo la cessazione dei sinlomr desct•alli.
RI~IST.\ Ul TR~~I(A RSER\'IliO MtDICU ~II LITARE Appareoohlo eU tra~orto dei ferltt. - DE~PREZ (de SainlQuentin). - (A rcluces médicales l~tlfj~:S, febbraao 18!15). Il dottor Oespr ez ha presentato all'accademia di medrcina una burella per trt~sportare j fer1ti, che i• una Lrosrormazioue m ollo importante della barella ordinaria .
lli VISl \ DI n:C:SJC.\
Una dillp.')fltZione cho consi~te nel dividere in due parli l"auali, ~u lull3 lu suo lunghezza, la tela della barella e di rifar ne, in pochi mlnuti, un11 tela unica con un mezzo Iii congiunzrone mollo srmFiice e solido, permeLte, quando un malato affetto. sia da !COlllllure estese, sia da fratture ({ravi, 6 lra..porl8l0 sopra un lt·llo ove deve soggiornarv1, di rare scomparire Ì"lanl.llneamente il cordone centrale di coneiunzi•me della tela che «1 allontana, questa disposizione permelle di soiiPVare lo barPIIa s~>nza la minima ~otTert>ma per ti fer1to, e ~opprtme cn~i gli sposlamenti pericolosi ed i do· Jori \'ivi occa"ionalì dal trasporto di un ferilo, dalla sua barella sul letto, come ::-1 era obbligati di far~ fino ad ore. Qul'... ta lrasform&liOne della barella rerderà ,:trand• l'GrVIZI negli odpedah, che ricevono sov~>nli maiali f!ravemeule alfelli. Quosla barella t> stola presentata «ospesa soprA quali ro apparc!cchi compensativi (~i!llema Oesprez), che sono molto apprezzati uell'asarci lo francese. La combinazroue ù1 •JUt>Slll barella per fezionata con una sospen<~ione cho nulla lasriH a desiderare ne ra un insieme d1 apparecchi di f{rande anenir•e per il lra~porlo di maiali o di rerili dulia cumpa~na alla crlla e dalla crllà alla campagna, es~a permette di raccop:here un rer tlo in un cantiere o nei campi, d1 collocarlo io una 1(1'0~88 vettura ove non avra a sopporlor·e alcun dolore duraute il suo trasporto, per lungo cbe e;ia, fino al l••llo che ~tli si é destinato e sul quale egli 8&rà ~1lualo "enza la mintma sotTt?renza.
Corpo n~ltado lngleae. -
(Brii .\led. Journ.'.
Il corpo c;onilar•o in,:tlec;e (Army medicai Staff; e for mato dì medici i quali vi t;Ono ammessi in segui~o a concorso a secondo. del biso~no. E ..c;, non hanno nell'esercito grado e1Tètlivo, ma r·ecenlemenle é stato loro concesso di uc;are titoli composti che honno la parvenza di effettività dr grado : cosi si dicono chirurgo luogotenente (Sctrgeon lieutenant ), chirurgo capitano (Su.rgeon captain), chirurgo maggiore
E S.E!lYIZlO MEDICO Ml1.ll'ARK
U23
(Surueon major), chirurgo luogotenente colonnellò (Su rgeon. licutenant colonel). chirurgo colonnello (Su rgeon cofonel)ì e chirurgo maggiore f.!enerale (Su rgeon major gener al) Si ~>pt>ra che il corpo venga innalzato alla dignitA eli corpo reale. l candidali al concorso noo possono aver meno ùi 21, né più dì 28 nnn i: debbono aver sana cosUtuz1one tis1cn e '\ISla perfetta. È
tollerato un modico grado di miopia il quale r indi\'lduo a fat· uso di occlllah du ranlP le operazioni. Gli e~ami di concorso si fanno ordinariamente due volte l'anno. in (t!bbraio ed in a~osto: le materie t!i e~!" e sono obbligatorie (anatomia, llsiologia, chil"ùrgio, m~drriJ1a. comprese le malattie delle tiOtHtO e dPi bambini, chimica. fat·macia e conoscenza dei medrcmafi) e far.olLali ve (francese e tedesco, scienze naluralì). l caml idati approvali sono, col nome di chi!'urglti in esperimento (Surgeons on pro&ation) t·iuniLi per un cet'lO tempo alla scuola di medicina militare a Nelley, dove seguono corsi di igiene, c linica medica, clinica c hit·urgico, patologia delle moloLlie e delle lesioni int't·enti al servizio militare. Oul'Ollle lo loro per· manenza cola rtcevono un' indennila di 8 ~cellini al giorno. Finili i corsi sono sottoposti a nuc,vo es:tme il cui risultato stabilisce la posizione definiLi va dt ciascuno ed en trano nell'esercil.o col ~rado di cbirurgo luogotenente e con uno stipendio di 200 sterline all'anno. In se~tuilo Mno norntnali chirurghi capitani e dopo cinque anni di set·vizto hanno lo stipendio di 251 ster line l'anno. Dopo 12 anni di servizio a lutto stipendio, il capitano può esser pt·omosso chirurgo mo.agiore; egli però deve assoggellars• dopo il selLimo a nno di servizio ad un esame sulla cldrut·~>ìa, medicina, rgiene, sut do-.eri deRii ufficiali medtci, sull'organamento degli ospedali, sulle leggi milrlari e sull'amministrazione del corpo sanHa rio. Tulli gli ufficiali medici di grado inferior·e al chirurgo colonnello debbono rilirarsi all'età di 5~) anni; e qltelli di j:(rado superiore a tiO. Un ufficiale con un scr,•izio di IO anni a tutto ali pendio pu6 ritirarsi e riceve un' indennila d i l2n0 sLerline: dopo 'l o ano i ne riceve una di 1800 e dopo 18 anui una di 2500. Marina. - L e norme di ammissione nella marina sono le rlav'e!>set·~ tale rla non obbligare
RJVISTA 01 TEC~ I CA
stesse di quelle dell'esercito. l ca ndidali approvaLi ricevono il grado di chir urgo e vanno a fare un corso d' istr uzione d' igtene, ecc-., all'osperlah1 dt H aslar. Lo sLipendio del chirurgo è di ster line 209,17 s. 6 d. l'anno: dopo 4 anni questo viene porlalo a 267,7 s. 6 d., e dopo 8 anni a 282;17 s. 6 d. Un chirurgo, può dopo i 2 anni dì St'rvizio, esser promosso al gra•lo di maggiore chirurgo (Sta.ff-$ur geon) purché sia risul tato nel prescrìllo esame. A questo f(t'ado ~ annesso uno sLipendio di sterline 3P3,5 s. il ttuale dopo 8 anni di ser\dzio diviene ùi 438. Anche nella marina l'eta d ~ l r ili•·o obbligato•·io e a 55 e 60 anoi. Il ritiro raoollali vo è determinato da condizioni speciali. La progre~sione dei grad1 nella marina è la Set{uente: chil'urp,o (Sur·rteon); maggiore chirurgo (Sto.ff-sur geOII); chi· ru rgo di noua (Fleet surgeon); ispettore gunerale delegato (Deputv-inspeclor·aeneral) ed ispettore generale (IMpector gener a.{).
Esperimenti 41 attend&meu.to aulla. neve. - (Rioi.,ia miUtare italiana, del 1° apri le 1895). Nello scorso invel'no sono slali ratti In Austritl alcuni esper irlleoti di aLLendamento sulla neve ai quali presero parte truppe di fanteria e dei pionieri. Uno di quesli cspet"imenLJ fu eseguito con una lempere.· lura dl - Jo Reaurnur, col suolo copet•Lo da mezzo metro di neve e mentre tirtlva venlo impetuoso. L'accampamento venne posto alle ore 4,30 pom. e tolto alle 8 del mallino successivo. Nelle leot.le per due (1) la temperatura si mantenne
corne l'esterna, cioe a - 7°, e si lasciarono perciò vuote. l o una Leoda per sei la lemperatur·a sall fino a- 2•, verso runa anl. e fino a o• in seguito. Gli uomini avevano doppia copertura di lana, e poterono dormire. Ul Il telo da tenda dell'esercito aoqJro-unguico ha forma di romho e per· mette lo. rormalione d'una tenda anthe c:on due soli t.eli: in Jal caso la ti'nda assume forma di p1ramlde a base qundrata. SI pouono pot eosltorre tende per un numero pari qualunque d'indi1•ldul.
fi SF.IIVIZ10 )lflliCO
\I ILlf\RF.
Unu tenda per ~;ea, senza uumìna denti'<>, ru IJagnala cou acqua eh~ ~elò ammPtliatam.,ule e la ca·ostn di ~hiaccio roa·malasa, fuc... salare nell'tnlaruo la temperatura fino a - '1! verso l'uua ant., e piu Iarda fino a+ J•. Però tale s•stoma uoterac>a·o la stoffa d1•lla tendu '" modo
da renderne a mpo>.~ .. iòile uu ullt•t·aore uso. Un'altra tenda pea· l'lei fu copert~ cou pa:;:ha e •Juindi si verc;o llell'acqun --opr a. La truppa J•Ol' dormir•n e la lemp~raLurn inlea·na vsrit'l da ()o A+ 3•. Co11 que~to I'Ìpiego il tessuto della tenda rimase pol·o o •1nac;i 11iente delt•rioralo dal con..:elamenlo. St col'lru ..J>ero wollt•u •1na ten•la pea· sea uornuu, ed una pl'r lt con uuu piccola stur11 da maltona al centro, il cui camillo era rorrnalo con ~catoiP di cou-;er"a vuole. La lernpel'AlurA c;all nell'inlei'IIO to-;lo 8 t- 2 e quandi a+ a·; però, do 1•o :l ore, la truppa tluvelle abùAaa.lonare le tende, pel g ran fumo pro.lollosi npJI'mlerno. Sì dì~posf!ro anche tend•• per quultro •' per due in semicwcolo, colle apt'rlure rivolt•· ver•so l'iolt>t·no e si acce. e el ceulro un fuoco; questo sit-lemn però presPnlò l'inconveniente cht• al \'Cnto mutando J1rez ont•, mole<>La,·a la truppa giacente soLto la l~nde col rumo e <-OI faa· var·itll'e a·apidarnente lt) temperature. Va ero anollre uu con tinuo per1r-olo d'incendio. Migliore rra tutlf' coi dimn~tro una tenda per d()claci vicino sUa 4uale e sotto vento, sa ero scavulù un ro so di r .scaldarnenlo {l}. LR temperAtura .. ali nell'ìnler·no liuo e J2o o rim ose costante. La tr·uppn t!OI'roì fiCII1.8 mantello. Sa e<>perimenln anche il ri~CStldameulo con acqua cai.Ja e con motloni arroventali, ma l't!levazione di leruperotua·a pro-
dotta durava troppo poco tempn. Jn un'altra giornata una ~o m pagnaa accampò, dopo una murcìa di 32 km., fra le :; e le 7 dì '!eru e rima~e attendata fino olll" _ del mallino succ~·"~'''O. lrnperverc:avu una burrasca eh neve e la lemperaturu era scesa flnrJ a - 12° Reoumur.
(Il llr~;qral•tll; nfln -1 ~ anc.•rll I•OIUifl run• N"e D" 11 mo-lo .ol quale ., co~lru lta qu'!slo fos~n. n" cuml• vli•nu eiTol tual u il rt>ealdnm<>Dlo.
40
636
RI VJST \ DI TECN ICA K SERVIZIO U DICO lllLITU .E
Altrì esporrmr·nti faUr ricop rendo le tende con terra e ne\•e diPdero buonr ris ultati. Sr confermò pero anche i:n Late oc..: ca~ione cl1e il mrghore sistema é •1ueUo della tenda per dlldici con annesso fos"o di riscaldamento. Un tale ac<'ampamento, col terreno ~·rofondamente ~elato di queJia giornata, rrclrie«e due ore e melzo di la"oro
G.
RI V IBTA D'IGIENE Bel&zlone aal valore eU &loUD.l aleri anUdlftericl. - Prof. ScLAvo. - (Laboratoru .scif·~rrtiRci della direzione di santlé). Per incal'ico avuto dnl prof. Paf{Jiani, direttore della sanità pubblicA, il prof. SciAvo ha eMminato il valore di alcurti L~ieri r~l'entornentu fl''''Pil r811 in llalia c di altri provenil:lnli dall'• !llt••·o. Le pr 1m " inùa~'"' vennero falle col metoùo se~urto all'is tituto Pa<~teur·, t> per la l<emphcità sua di esecuzione, e perché con e"'~O, determ111nndo"i la re!"i«tenza acquistata dall'organi<troo animale contro il barillo vivo della difterite anzichè contro il solo \'eleno drtlerico, !"i realizzano nell'esperimen to delle contltZIOlll molt\l :mnili 11 •1uelle che il clinico lr0\'8 nella d1ft··rrt.e dell'uolllo. •
Ma compa•·aucJo tra IOI'O, dopo qualche tem po, i riFuJtati olt»uuli l'A. Ri I'OII\'IIl"6 che troppo grandi sono le cause di errore tnerenli aiJ'po;~ecuz•o•H.· d1 rtueslo metodo perchè e~s'> postta Olf otl.an:~l per giutlic•are del valore di un siero. Gli inconvenienti del metodo dipPndono cerlamPute daliA impossJbiliUt d1 poter in•ellaro quantità nnche presso a poco eg uali di butteri! alle dive•·se ca vie. Non egualme11te •·i~oglioso inf'utli 6 lo sviluppo dei bacìllJ
RlVlSTA o'I\TIE~E
della difterite nei diversi brodi; avendo poi tal uni bacteri len. ~enza a raggrupparsi in piccoli granuli non si 1-iesc~ a di!laccare gli uni dagli allri st>mpr P 10 egual g rado, per quanto si agiU la provellll di collura. Può succeJere pure che alcuni an imali ricevano uri llquhlo meno r1cco di germi perché le massi."! granulari possono avere avut.<, 11 tempo di ùeposilarsi neUe pat•li declivi della sir mgs. Per quanlo conto si tenga dì qaesL,! cau~e tli t>r t·ore e per -quanta cura si s cioperi pPr evitarle, nou è p<>ssiblle otlPner e una mrsurazioue surticienlemente esatta della quantité. dr col· tura con cui SI sa,:tgia la diversa resistenza che le cavie contraggono per mezzo del siero. Venne quindi dala la preferenza al processo di Ehr hch che ~onsiste nel mescolare in. cilro diver~e quantità di siero con il decuplo della dose minima mortale di losl>ina; il volume della miscela si porla a 4 cm. c. mediAnte a ggi unta di soluzione fisiologica dl cloruro soùico e si inietla il lu~lo solto cute a cavie (s enza distinzione dl sesso) cl~l peso di g r . 200·300 ~i r ea. Secondo Ebrlich dicesi siero semplice normale quello di cui occorrono cm. c. 0.1 per neutralizzare compiAtameote il d ecuplo della dose minima mor l.ale di lossina, e 1 cm. c. di tal t~ s iero possiede una unìtd immunì.uante (U. r. pet• abb reviazioue). Se per la neutralizzazione del virus oceorrono qua ntità minor i di sier o, cresce il numero delle unità immunizzanti, e Re pec· t>sempio accorresser o cm. c. 0,001 il numero delle U. l. contenuto in l cm. c. di 'rueslo siero si eleverebbe a 100 (0, 1. 0,001 100). l r isultati ottenuti nelle numerose e'<perienze ratte dimostrarono la grande s uperiorità del metodo rti Ebrlich sull'altro saguilo da Roux e dai suoi collaboratori. In nessun caso infalli si ebba s ver ifiear·e che una cavia mostrasse assenza di intlllrtlzione locale o r·~zionP poco acceutuala, 'luando altra caviA, cui fu iniettata majOtg\or quantità d i ~ ie1·o, rea~i alla tossina eccedente con tlll imponente (euorueno !orale. Parimenti quando la medes ima prova fu eseguila su due
=
RI\ISTA
cavie •li peso quasi ~.>guale, ambedue le cav1e si comportarono prPs~o a poco nPIIa slesEa guisa. 1 é r i!'COntralo ~empre al 2° giorno delr111iez1ont> uno cPrla proporzione Lt-a il fenomeno localt e la quanbla d• to·una er.cedentl!, che il siero della miscela non aveva neutralizzato. Ri ulterebbe dunque che rnenLre gli effetti generali li egu~li r1uantitù di veleno dinerico !"i fanno senlire in modo a<>.,oi ùive1'80 <mpra cavie di eguale sv1luppo, minor1 mvece !'Ono fra 11ue!il1 animali le d11lereuze indivi.Iuali eire~ 11 modo di rt>agirtl loCAlmenlt~ alla to<;sina, nei primi giorni di esperimento. Acqui"la co~i rPalmonte f(randt• importanza praticA, per emellel'"' un f('iudizio «ollecilo sul \'Olore di un siero, la propo!'lla di l~lirlich di t1:mere conto dei falli locali, che in seconda giornata s1 riE<contrano al luogo dell'iniezione, mentre non devesi ar.co1·dare lo s tesso valore alle variazioni del peso deJIII animali rl"contJ·ate al secondo g101'no d• cspe1·1mento, pnlcndo quec;le dipe ndere dalla 'ar1a quanlilà di cibo presu pr·ima dello detel'mlnazloni t!ei pe!'li. S.-condo BPhring 1 sieri Anlidil\~rici di U~O lera peullco JlliD 1Jovrebbt'l'O pORA~de re un valore inferiore alle 100 U . l. e sorehbe appunto intenzione d t•l ~o' erno g:erma111co di portar • a lali 1110 U. l. il liuute di tolleranza per 1 sieri da melterM in rommerc10. Ma 11e."~uno dci "ier• provemenl1 da Hocùsl e dall'istituto di Pasll'UI' !>piegaJ•nno ~ugli animali un'efficacia corrispondente allt> HJ(J U. l per cm. c. l sieri dei tlollori .\/ariini e Be/fanti >"pieaarono un valore superiore alle 60 U. l. ma che uon arriva alle 100 U. l. Per corle.~ia del dotlor Belranli fu ~>saminato anche un campione 1h «1ero pr eparato da Aron.wn. ma r~ ricerche falle mio ero fuor1 •lubbio chn e~so non possiede neppure 3:! U l .
p ·r cm. c. Alt•·i due sit•ri fabbricati in Italia, dal professore Bra,.:;ola e dal clolln1·e Ri.~so, vennero pure esaminati. P er es"i si sono adop,..rull cm. l' O,OH •Il tol'l<>ina come ùose minima morLalc, qu1-1nlilà questu di veleno, rlfl r•ignal'dar ~l come certamente
,
o 'JGI E~E
tro ppo do>bole. ad onta di ciò i due srert non furo no 111 JtraJo
<li "OSLcnere la prova delle 60 11nilà. peru le cavie che rice' ollero Il siero preparato dal professore Br·a zzola, p re enlarono r~nomeni reallivi locali meno nccenluolì e l!Oprovvi<~ sero prù a lungo all'azione drlla lo~~ioa non neulrahaat.a c he non quelle lrallale con il siero del doUor Hi!:!SO. :-.lei render conto di qu~sli e!'tperimenti di controllo, l'A. <~en te lulla l'importanza elle avrebbe un procedunento Il ttuale pt! rmellesse a quanlr !Jreparaoo il siero anlidrflerico in Italia di r!ltiLuire, nelle medesime conditioni, le stes<~e pro'e di conlrol o che <~1 ese~uiscono ner laboratorr della direzione di !'< AniUi . ~l a sopratullo si oppone a tale desiderato 111 propritlà che ba iu los!;rno di atteouars1 gradatamente. L'A. ha credulo per inlunlo ronv~:~nieote dr isL1luir•e ùellu pro,•e dr conserYazione della tos~ina d1fterica ~o tto 11 toluolo e "Otto aiLri l1quidi, o preannun1.ia che se ne pot1 à fare evenlualmenle diqtrrbuzione Ai diversi laboratot'J ilalrlllli dt prcpa r·aziono del Rie ro, nel cuso iu cui 1lalle esper1onza risulti chH il potere tossico di essa si mantc n~A per lungo tempo inalterato. G. V tNCENT. -
Dlatnfeztone delle m aterie fecali. -
(Ga.:eue
""8 !Mpitau.3', N. 32, 1~9j). Vincent ha fallo !'lu questo ar~omento un' intere~aule com unicazrone all'Accademra do•llt> Sdt!nzc di P&l' IJotl, che pul't eq<!ere cosr rtassunla. Il mil{liore agente di di~infaìone tlt>Ue rnateJ•Je f~X"ali e del conteuuto de1 ce.'!~i è il snlfaln oli r·ame. In 2~ oro, si olliene una dtsiufeziono eccellente, cun una propor7.rone dr -: ~rAmmt a 8,5 gr·ammi di solfato d1 ratne per un dec unelr'o cubo di materie, ossia chtlogramrlll 7 a 8.5011 per un met ro cubo dr maLerie. l.n disinf~zione degli esl'rementi rlei tifoi.lei q' ottr~>no nello ~ le so tempo con H Rrammi •Il solfato di romP pt>r· un decimetro cubo di dei••zioni. Quella dell~ .INazioni •·ulet·i clu~ t'ichiodo soltanto 4 grammi di sala. li bacillo-virgola scompare dopo 11 ore eli azione.
6!10
111\'l~lA
E'òiste un cer•to numero di cauc:u su~celLibih di alter·ar& gli efft•tli della disinfezione e dr cui é neces~ario tenerne il più gran conto nella pratica: llui lrtit più o meno grand& delle materie ~li votamenlo, stato recente od antico di qut•sle, f;!ra lo più o meno el~valo tli loro alcalinita, ori~ine normale o petoloJ{iCO d(''tli €'Scrtmenti, lt!mperaLura, ambienl~, ecc. Di questi diver~i futlori, alcum meritano sopmtlull•> da essere segnalo h . l" Gli 8ll"l'ementi palolor.-ricr, r.he sono, iu generaiP. mollo fluidi e conl~ngono micro- orgauj«rni pato:.:eni meno resistenti dei sop ·oflla, sono piu fucilm.,nte rusinfeltnti dell~; materie fecali normah, la ctu con~j~tenza e compcsizlone microbinnn prl'~entano una gr-ande l'esistenza all'azrone dt>gli an llsetlicr • ~ La <~lerrhztozionr dt•lle materie fecaH è nellan•••nte inlluenzala ònlla lc:>mpl'l'8lUI'II ambiente; a contlizroni tullo e~uaH, essa è prù r·epi la ed esige una. proporzione minor·& di nnLi~>elliri in e~tot,.. che rn rnvet•no; !l" Il g r·arlo dì olcalinitil delle unmondizie inllui!'CC esrual~ meute mollo !'lu~h ctf~lti clPi dil'inrellanli, in partic•>laro del solralo di rame o del cloruro di calce. Quando il ltquido JPII& immot1dizle é pulico e putrefatto, ~><~'~o contiene forti propor~ z•oni tlr ammoniaca, che d..cnmpongono il "OI ~'ato di rame e.J alt••nuano, rn f:{ran parte, i "uoi ell'elli. Que'lte t•ogioul hanno ('cmdot•o Vincent a ~ludi u·e i r isullntr fornili tlall' 11zinn,. !'lrmulltlr:ca del solfato di rame e dr una debole IJunntità di A~'ido minerale, destinalo a neutra~ lizzore l'alcalinrtA h·lle materie. L'esperimento ha effettivamente difl'IO"llrnto che '~Ì rinfllrJ.a iu tal morto singolarmente l'alt vito del solfato ram••, permellenùo ttl SUO DOlere an· tiselt.tco di l'~ercitarsi tutto intil'ro I n que~to cuso, h.t materie f~>cali es11endo aciùillcale mediontt• una 'luanlilé di acidn ~olfori,.o Pguale a 10 per 1000: l' P~1' gli ll"CI'lliOPIIti uormali, pulreratti o non, me'~CO Iolr all' ormo E>d alla Lemperatur·a di 16 gradi m medin, la diAinfeuone è ollenula 10 2i ore, •tuantlo sj adopera una proponiom• di !-.olfoil<l dj t·ame eguale a 6 g rammi per un decimetro cubo o () chilc.gt•a mrni per metro cubo;
m
(}3 1 2• Pt?r la dtsìnfezione degli escrementi lifoidei •• la di.. lruz.ioue dt:l bacillo di Ebertn, la proporzione del !:!olfato di rAme non ~ più, nelle sles.,e con.Jizc<'OI dt l~mper·alnra, che ùi 6 grammj per uu decjme lro cubo o di 5 chilogremm t per· mclro cubo di escrementi ; 3° Ba..lano ~t·anHni 3,5 dello stesso dr!inftllanh~ per neulraliuar·e un decimetro cubo •Ji materie contcneul1 U bacrllo d.-l colera. ~e i •lue ultimi easi, la dtsinfezione è otteuula dopP 1:2 ore Jt Cllnlt~lln Mll'nnli"Pitico con le roaiP.rie.
RIVISTA DI STATISTICA MEDICA l 41&gT&mml della alflllde ln lt&Ua. - ~ota del prnfe,;sor GtuserP~ SoR MANI. Letta all'lsttLulo lombardo di scienz~, lettere ed arti. Milano 1895.
Più che colle parole. colle cifre, e mettlio ancora che colla crft·e, con carte e quadri grafici, l'e{:re~io proft•ssor e •li Pavta Jimoslt·a meccepibilmente, come 11 movimeut.o 'hscons10nale, umformt> e concomitante, della mortalità por Hfihde 111 lutto il l'P~no e della mor bosità per• malaUie ,·enet·ee 111 ~·,neru e per '-illlide in "pecie nel re!:tiO e~rcilo, é bruscamente cessali> prect~amenle a cominciare dall'epoca 10 cut. colla le~ot ..w Crrspi, fu cambiato ti sistema •h p roflla~>.si per le mnlallit! veuere••, o che dopo dj quest'epoca si ebbe un bru!'lCO ritoi'OO in peg~•o, li quale ha corn111ciato n modtllean>t coll'altuaz'one del r•·,;olamt>nlo ~icol~>ra, rimanendo però sempre lo stato attuale peggiore &P.!'lai di quello anteriore alla legp-e Cri'-pi. Una carla gt>ogrntka a colori dimosll·o lu mor taltta per si filide su 100,000 abitanti distinta per proviociu. Il primato è tenuto dall'Italia meridronale. Roma, Napoli e Catanzaro
Rl\'h l \
sono 1,.. pro,incie che hanno le mortalilt~ rnassrma, Cuneo, PortomRur izìo, Alessandria, Pavìo, Sondrio, Virenzu. Bell uno ~ odeoa e Rovigo, quelle a mortahtA minore. Un ultimo diagra mma rappre'<enta sehemnticamente non solo al peg~ioro m c nLO avvenuto, ma anchl' il mancato migli~ora menlo, che naturalmente raddoppia la wavita del (ll'!?gioram~nlo.
Della leva sal gtovaal aatl Dell'anno 1873 e delle v1oea4e del R . e1eroito dal 1° l uglto 1893 al 3 0 g iugno 1894 Relazione o S. E. al Zl.l uustJ·o della guerrA, del cltrettore generale delle le'"c. u truppe, colo 111ellu ~ o11F:-o R.oma. t~!l;;. Questo annuale relazione "i pr •·SL n la que'<l'anno alruanto aurnc>nlata nel le<>lo ed arr1cehita eli b•·lle tavole ~ ratk11e. Diorno ai n osi r·i lellori 1111 riu<~sunto de1 eia Li più importAnti in essa contenuti, spec1almonte dr qu.,tJi C'ho clirellAnttmLP e indi rcllernen le riguardano lo slnt<> ~anitlli'IO dei coscl'illì visitati e dell'eo;;ercito. 11 lowle degli uomini v1s1lnli fu di ;l:ll,i :l:>. Di quesl1 furono rtfor mati i-'3 ,6\H u«siA il J;U8 per 100 per imperfezioni e lì,12S ()~sia tl 'l, r; per 100 pPr tlifello di statura . ~ella leva precedente ~ì ~>ra avuto il 12.85 per 100 di l'lformati per trnp..rfezioni e ti tJ,:H di rifot·rnatr per difetto da ~taturu.
La d••flciunza di slalurn, esl"en lo eli rat'iiP constat.uziono, non può dflr luogo u dul>bi ni• A ddf(>renli appt•ezzHtnenti, né ati err·o1101 giuJizti e quindi, la duninuzìone nel IIUill('I'O dell•• r arorme per Lale ··ausa non puo allrihUJrsi cl.ae al maggiot•e sviluppo fl"ico dci J,!iovani nllll nel l 73. L aurn,.nlo inv••ce nel numero df\1 riformAti pl'r malattie ed unperrertonr, aumento che 1 rasc•mlra anche nel numero defCh in~crilll dichiarata rived1bah, si !<piega col fallo che, in segualO alle raccomaoùaziona falle in prorm•ito dal Min asl••ro, vennero seguita dai con~1gli di leva r•rtl€'ri plu rigorosi per dichiarAre gli in ... cr itli i lon"i nl o:;orvizin mililaa·e. iffalle
633
DJ STATISTICA KEDlCA
r accomandazioni avevano per iacopo di far dirnimlire il nu· mero degli individui che, alloro giungere solto le armi, vengono sollopoeoti a rassegna speciale e riconosciuti inabi!J. e di evitare co<~i ìnullli disagi agli inscritli stessi, spese all'erario e danni al servizio. Che tale mlento sia stato raggiunto lo dirnostt·a anche il diminuilo numero dei sottoposti a rassegna speciale. l.e imperl'cziooi o inf~rmila che furono causa di maggior numero ùi rifot·me furono le seguenti: Deficienza di S\'iluppo toracico . Debolezza tli co!>liLuzione . . . Ernie \•isccraU . . . . . . . Congiunlivilì croniche, maoifcslamenle per!lislenli ollre il per iodo della t•ìvedibllilù . . . . . . . . . Gozzi . . • . . . . . . . . . . All~razioni organiche e malattie insana· bili dl'll'occhio . . . . . Vat•iCI . . . . . . . · . Oligoemia ed altre cachessie Atrofia degli arti . . . . . Vizii di 1•onformazione del torace . Gibbo-silA e visLo~i deviamenti dellR co· lonna vertebt·alt! EccAssiva convergenza dei ginocch1. Colto voluminoso . Che••alili croniche Alopecia .
2,00 su 100 vis. t,U • l,:li
0,61 0,61
•
O,i9 0,~ 2
o,u o,:m
•
0,28 0,25
•
0,2~
0,2'1 0,20 0,15
"
Una bella carta g<lografica rappreseola a colpo d'occhio la varia pt'Oporzione dei riformati in gtHlere in ciascuna provincia e circondario. Un altro quadro g rafico rappresenta poi, colla \'aria wtezza Ùl altrellanle colonne verticali, la varia proponione delle cause principali d1 riforma nelle si ngo le pro,·incie. E~prirnìamo il volo che nelle pubblicazjoni !'luccessive anche i dati rappresentati io questo quadro g rafico siano resi manifesti solto la fo1•rna assai più ertlcace
RIVISl',-\
di carle ~o.:•)r.rraficbe, come s1 é faLlo pPr il totale dei r·i!ormali ~ per quello dui r iveJibih. Il mal!gior numero de1 r1!ormuli, in proporzione al totale de• "i"ilali Jo ebbet'O i circondari ui Bergamo (3:1,80 p. 100) L&nu ... u t33,3;;), Or·istsno (2 .~2), Sondrio ('2 .33) , Chiari (28,13), A O!<ta (1!0,09), Clusone (2\60). Crema g;),5b), Lecco (25,51). PaVIa (25, IIJ). Como si \'Cd c, i <'it•o.:ondari compresi in questa li"La o appartengono a regioni wli!stale uotevolmenle dall'endemia gozzigena. oppUt·e sono popolnli ùa razze di bassa s tatura (Ori~Lano e Lanusei) l mandati r i,edtbili furono in numero di 76,a'ii cioè: Per •lebole co;;;tiluzinm: o per· in(ermiLà presunte snnabih. • . . . . • . . . • . . GS,Oitì Per dellc1eute stalura • . • . . . . . . . Perrhé rtc•mo<>cmli inabili ull'c."lero . Pl'rché unpPdili di presenlar>~l per legali moti v1 2,1<60 Il l<Jiala d~>gli arruololt dl>fluitivamenle nella t•, 2" e 3• cal.es;(OI'ia fu di 191,121. Di f!IH~"lì R&pev!lno legl!ere c sct•ivpr•e 112,H8clo(• il58.8 p. llìO.HiKURrdoalle prol'essiort~,96,530 erono conluUIIII 6•1 al'flni, 'i7U cavulloolt, 12,228 muratori, ruinu· tori e ..imih. lii>:l opera• '" IPgno, l 13-i marinai e pesca lo l'i 71~9 c.al;.~oloi el opera• "' pedt. Psercenti prores"tOni libere e sludeoll 1599, esercenti medicina e farmacia 100. Gli 111"" ·rilli di cui fu 1lll8UNtlala ~lRlu ra asceset•o a 32~,1)1:!. Di qu. sll ve ne furono H che 11011 roggiuusero lu statura di 1,25 Quuttro e rano al di soUn d1 uu metro, ed eraoo ri-.pet· livaml•nte nalt ne1 circondari '" Piazza Arm ~rina. Livorno, Mes.~ina, Sondrio e ~o' i Ltgut·e. La statura piu elevala ru osservata al consiglio di levu Iii 'l re vi~l io e fu di 2,0t Le pr·nvtnc•e che ebber o ti mag~ior numt>ro d'inscritli inf~t'Ìnri alla .. laturu di l,s:>, mini111., per la iùoneit.a, furono Cagliari, Reggio tlt Calabria, Callsnis... eUo, Potenza. Girgenli, C:ulan· zuro, Sondrio. Sas<~ari, .A velli no e Fo!!gta, la prima col 1~.02 per· ct•ulo, l'ulllnta coll' 11 ,:>5. Quelle che t-bhAr,., il m11ggior nwnero di iuscrtlli Ili allo statura, c1oé clt 1,75 e piu, furono m vece le seguenti: Udtne, Lul;Cil, Tt•eviso, Vtcot~za, Pado"a. Veroua, Veaezin, Belluno, Reggio Emilia, Livorno; la prima coll' 11,7~ per 100, l'ullimu
DJ STATISTICA ALIWIGA
col 7,65. Anche in quesla leva. come nelle precedenli, hl KLatut·a media generale risul ~ò di cn•ca 1t6;1, m enll·e quella •Ji coloro che r~ggiunsero o superarono la rni"ura legale fu di crrca l ,6i. Una t.abella numerica ed un bel quadr o gratlco òimosLrano c on Lulti i dt.>llagli per ciascuno dei comparlim euli del regno la st~ria zione delle slalure, ossia il numero degli tnscl'illi clu~ '"Opra. J0,00d misurati non r aggiungevauo ogni s111gola sl..tlura. ~ella pat•Le che rignarJa le vicende del regio eser·cito si trovano anzi Lutlo dali mollo ioteressanli relalrvi agli ufficiali. fra •1uesli sono affatto nuovi queUi relativi all'età dej;tlt ufficiali (al t• ~ennaio 189i), consictereta nelle varie armt e corpi ~: secondu i vnrii gr adi. Dulie cif1·e r elative al corpo sanituriu e da quelle del lo tale generale degli ufficiali di ogru ar rna e corpo abbiamo calcolalo, per uso del nostri letlor i. le segu~nli medie: Gru d t
Colonnelli Tl!nenll colonnelli Mag::1ori Caprlani . .
Te11enli . . Sotlolenenli
gtll medla UfHclnll In genere
Corpo sanit.Jrto
. anni 5.<),8
55,:~
62,7
Il
56,8 MI, t
•
w,o
Il
32,5 2ì,!)
:l9,1 31,3
Il
•
~8.5
25,3
l11 Lutti i gradi il corpo sanlLar·io ba un'eta madia superiore A qu,.lla ddla int4ilra classe degli uffì<'iali. Se poi la slaLislica avesse potuto dat'Ci separalamen le I'Pià degli urtlciali di'JIP ''arie armi a seconda della loro provenienUl. ù'llla scunla e dalla accademia ovvero dai solluftìciali, la sravnr evoll' conJizione degli ufficìali medici t•isp.:Uo, non solo a quelli delle ar·mi cosirlelle dotte, ma anche a tutte le oltre a rpa r irebbe, quale efft>llivarnenle é, anche maggiore. Tacciamo delle morti e delle riforme degli uomini di truppa , r·irnRndando i1 lettor e alla rela~ione slaliglica annuale pubblicata dall'Ispettorato di sanità. flipot•Liamo ~olo i seguenti dati relalivi ai s uicidji . Essi rur·ono iu Lullo 75. ln
636
RIVISTA 01 S1'ATISTlCA
~l&DICA
pt·oporziooe alla forza rnodta si ebbe: 0,35 per 100 nt:lla fanleda, 0,3i ne1 disL t•eUi militar i, 0,12 negli alpini, 0,15 nei bersaglieri, O, Li nella cavalleria, 0,28 nell'artiglieria, 0,90 nei carabinieri, 0,83 nelle ecuole e riparti d'is~ruzione, O,oiò ne~Jii slabilimenli di pMa. Secondo 1 mesi in cui avvennero. se ne ebbero 10 in luglio 1893, 11 in agosto, i in settembre, ~ in ottobre, 4 m novembre, 6 in d1cewbre, i in gennaio 189-i, 2 in febbraio, i 111 marzo, 4 in aprile, !l in maggio e G i'n giugno. Quanto al mezzo adoperaLo: G:l con arma da rucrco, 3 coJI'impiccagione, 5 col precipitarsi dall'allo, 3 coll'annegamenLo ed l coll'avvelenamento.
VARIETÀ Giappone•! e ohtnell. l medici mil1Lari g1apponesi, anche nel tempeslosQ periodo rlellfl guer·ro, non scmbt·ano m'lllere in non cale gli stuùti autl'opomet1·ici; anzi hanno collo l'occasione della presenza di soldati chine~i nel loro suolo, come prigionieri di guerra. per fare degli stuùii comparativi tr·a la costituzione fisica del soldato giapponese e ciel chinese. Ecco qui soLlo sommariamenle r•iassunti i r isultati di •tuesli sludii. Queste pochi' cifr e dimostrano come anche dal IaLo fisico i giapponesi su-
perano di assai
loro vicini di terraferma. Giapponesi
Elà . . . . . Statura . . . . Peso del corpo . Circonrerenza loracica E~:~panslone ùel ~<Wa<."e CapAcità polmonare . Dinamomclt'io . . .
2 1 anni e 5 m. m. 1,6;lS k~.
AO,fl
cm. ~5,(\ cm. i.l
eme. :16:31 kg. H
29 anni W m. m . 1,6i6 5},75 cm. 90,2 cm. 6,7 eme. :3129 kg. 31.
1)37 Se la FtaLura e la p erimetria t.o r acica dl'i giappone!li sono al di "'olio, questi ltuperano però i chinesi nel pP"O del cC'Irpn, nella capacita e nella forza muscolar e. Questi dati sono estratl1 da un ra pporto del m~J1co capti clell'esercito J!ia pponese, dollor T shiguro, inserito nel Sl'i-1Kwni medie(([ Jour n.al di T okio.
NOTIZIE L & orem&zione .al campo 41 b&tt&g lt&. Pt> r or·dine dell'l mperalore, come leggiamo nel f'r·oar ds milttaire dell'Il maggio, si sono iniziaLi ìn Ge1•mania degli studi relativi all'incinera.zi•Hae dei caùuvcr1 sul campo di battaglia. L'mcinertuiono dei cadR veri dopo una grande battaglia non è ccrlt. CO!'la nuo,·a nella stor ia rle!lo guel'l'8. Noi 1814 ì ledt>sdu acc.,~ero clegli immensi roahi per consum tu·o m una IJUIII hcma ùi gio1·m circa •tuallromila !>oldaU morl1 solto Par11.d Nel 1870, solto Se>dan, ru pure p•·alicata una specie di cra•mazione, spargendo sulle masse d••• cadaveri già ammonticchiali nelle fosse uno slralo di cloruro eh calce e poi una ~ran quantità d1 catrame, elle ru inceud1alo con paglia irnb•'\'Ula ùi pelroho. Lo SIP.S'30 pres-s'a poco l'l rere !Wl 1871 per 1 morti durante le lolte della Comune. Ma l'inciueraZione regolamentare. o almeno regolamsnlarmenl~ ammes"a nou eqisle presso nessuna oazron~. E a queslu ello rni1·anu ~li sforzi di m olli igienisti, che ne pr•lpugnttno la s uperiorità etnpra quolun'lue all•·o mezzo di disinfl'zrona del teotr·o di unn halla~li e . Ricordiamo o..:he un impol'lunla articolo qu questo argomento ru giu pubbliealo in 'lueslo giot·oale dnl rapitano medico ùoll. Aprosio (anno J80l, pag. til!l).
63~
~OTI ZIE
Nel oorpo unitario mtlltare tra.noue. Con df'creto pre~ndenz1a le del 18 apr1le 1895, il dott. Léon Colin, med1co ispettore generale e capo del cor po sanitar io francese, l'll collocaln nella riser va, in a pplicazione dr• Ila legge per 1 limil• d'età e contempora neamente nominalo gl•and'uftìciale della Leg10n d'onore. L'illustre Colin è uno di •ruei meJici militat·ì che, lascionclo il ser vitio, possono, ~\l&l'tlando indtetro nella loro lunga car1·i~ra, comp1acersi dell'opera lot·o e come ~ienz1ati e come militari. Lungo --arebbs enumerare tullt i mer 1li scientiltci del1'1n~igne uomo, r icordert>tno soltanll, come e coll' iuse~uamen to tenuto per molt1 anni alla scuola del Val- de-Grrìce, o colle ~:~uu opere, taluno delle <JU8Ji ùi lunga lena, sulle malattie t>puJerniche e contagiose e2li abbia portato uno rlet Jllil l'orti e<•ntr tbuti allo ~tu iio della patologia militare, e quindi al wiglioramento t~otienico del soldato. Cile1·erno ira i tan ll lavori : il T ralté dcs maladie8 épidémiiJ!l es, or tgine, écolutiOfl, prophglruie, Paris. 1~i9, 11 Trattè des jlerret. mterm1ttentes, Pars ~. 1);70. gli f.'lutle cltniquu de metlectne militairt~ (186~); D~: la fl~ore typhoulc dans l'armée (18iR e 188~) . C11me militai'& 11 Cohn conta 1-7 anni tli ser.,.izio effettivo. Nella cnmpagoa del 18iO.iJ e ra med1c0 princ1pale dt :!• classe. Era idpe ltore gcn t!rale dal 20 sellembre iE-88. Quanti med1c1 militar1 1 1:11 •lahani che esteri, ebbet'O <'am po nell'occasione del con~ra~so dello scorso li1H10 d1 apprezzare di pre~enza, la genliluzza dei modi, l'elegam:a dél parhlt'O, e la somma affabilità dt questo illusll•e veterano saranno c~t·tamenle concordi con not 1n un sentimento di viva sirnpalta. A succedere al Cohn ru, rollo s les .. o dt><'reto, chiamalo il medico Ì'"petlore Dnjar.tin Oeaumelz, g1é caoo dell'ufficio sa nil.ario al mmistero della guerrt~.
N ECROLOGIA Dott antillo Bebaudl, medico clt 2• cla..se dE>Ua R. marina.
Annunziamo la mMLe av,·enut.a il 3 ma~f{iO a v, nezia del rnod1co di 2• cla sse dellA regia mnrintl., dott. S••slllio Rebaudi, arldello a rruello ~peda le marillhno. E)lh è morto an causa di infezione seUicoemica contratta per una rer 1t.a riportata praltcando un'autopsia nella sala analornica dello speciale. nuovo o locau~lo volontar iamente immolatosi alla ~ci4'm~a, nuovo Rmmael'llt·amento come (COHl che il volgo volrntior1 dimentica) l'arte che l'itlona la vita eltru1 , inR1dia ,h contmuo 'JUelln rh chi la profesl'la! • hiovane stu.liCJsiRQimO e Z>'lanle, il Rebau<li era uno dei più d1slinti urrkiAii medici della r••g•a m11rino. OPCficatosi con vivo tr·aspor•lo agh "LuJii istolng1t1 t.l baUeriologi vi :;i distin· gueva a se~no da !'S~'<er pr esc,..Jtn L1·a i comandali al corso di perfezionamento nell' ilo!irne puhhlìca, e poi rla .qQ<:er nomi• nato clireLtore rlel laboratorio llaller1olo~ico e.J anatomo-pal ologico dello spPdole di Venezia. li mollo ll•'lla flua morte, 1 mer1l1 osuoi !-<CJenllfki, le doti clE'Il'animo fanno della sua dtparllla un vem lutto pet· il corpo qanita1·io della ma1·ioa, al quale noi c1 A~sociamo con lutto il cuor e.
PUBBLI CAZIONI PER VE~ CTE 1\ DO~O btrtHtone per l'anytllsta.mcnto tlì r.1r r' paN1rzni per il tra· {tporto dei feriti, d~l dott. l. ELLnoot:;~. - Jglau, 1895. Die fll'ueren Fortsch rltle der .\ftliciir- Sani(Cil8-Slatisiik tn. Oesterreirh-Un(larn, vou docl. M YROA CZ. - 'Vien, 189~1. l nlorn.o alle sosian.ae a.aolale t/l'l latce e rttl un nuooo preparato clieietico del latfe (ln cioecolata al/atte•). Nola dt G. BtLLITZ. (li:"lralto lal Bollelttn.o chimico /armace!(tico) Du1 c~i di rawulo sr:ollisi r'(}//' t colu~io11e delle pustole da i11rtesto rarr:it1ù•o, del capìtonn medtco C. C\RRATU. Modena, 1895.
640 Sinossi rM:dù.:a, pet• c ura del c.lolt. G. ANGELI. -Copparo, 1895. l'asuisiisclte Beilrlige .mr Paramelrltis purulert.ta, von doelor A. C. ~I. van M oo&SEL. - Jena, 189:). Rapporto tra le di., lanze uditioe per l'orologio e per la ooce afona quale criterio diagnostico nelle malattie deltoreechio, per il prof. G. GRADENtco.- Torino, 18!15. Il colera negli alienati, per il dott. YENTRA. - Nocera inftlriore, i895. Visionario enciclopedico di medicina e chir urgia per uso dei medici. pratici, redalln dal rwof. doll. A. EuLENBURG, fascicoli 100 e U)l. - Napoli, 1895. Sietlistische Beitrilge ;ur terliiiren Luex- Von pro f. docL. A. NEJSSBR in Bt·eslau. Vtenna, 18»5. Ueber Vitilioo mit lichenuider Er11ption. - Von prof. doct. A. NF.rSSER in Bt•eslau - Vienna, 1895. Ein Fall oon sogenanntem bè.;ema follicuÙlre. - Von proli'. dolL. A. NEISSRI\ in Broslau. - Vienna, 1895. Schlasswort su Beit:>ay zctr Cetsuistik des Liclwn ruber. Yon pror A. ~erssER in Breslau. - Vienna. !S!l:'i. Ueber den yegenwartLgen Sla11d ctèr l.tchenfrafJe.- Von pro f. A. NErss~m in Breslau.- Vienna, 1894. Zur Stellttn{] der Pitgriasis r u&ra pilaris une/ cles Lichen ruber acumitudus. - Von pror. dolL A. NEtSSER in Bt·esJau. - Vìennn, 1895. Ueber Mol/u,scum. corttagiosum. - Von prof. dotl.A. Nt:assr::n in Breslau. - Vienna, ~895, Tre cast tU glossite gommosa si.filitica guarici m.ediantc le inie.riM~i intram.uscolari di calome.lano, per il prol'. A. Scuu:szto. - Mtlano, ISfH. Trattato dt palologicl speciale medica e lerapill., del doltor T. SAN'l'OPADl.\1~, vol. t•, rase. s•. - Ferrara, 1895. ll Otrct.t.ore
Dott.
TEFANO lteGrs maggio•· genenlle medico ispettore. ll Collaboratore pe.r la R .• Marina Il Redattore O.r RIDOLFO LIVI 0.• TEODORICO ROSATI Jlwko d' t• &IIJIU Copilano mtdleo. NUTINI FEDERICO, Gerenle.
Al NOSTRI ABBONATI
A datore dal fascicolo di luglio p. v. cesserà la compat•Lecipazione del i\linislei'O ùelln marina alla compilazione e pubbl icazione del nostro giornale, il quale. l'idivonendo c::sclusivamente l'ot·gano scientifico del corpo san ilnrio dell'esercito, prender·à il titolo di Giornale medico del R. esercito. Come è noto a i nostri lettm·i, i lavori scientifici degli ufliciali medici della R . marina trovano ora conveniente e degno postù nel nuovo giornale Annali di medicina nauale, n cui spetla di pien dir·itto non solo il presonla1·e al fJUbb lico i l'isultati dell'operosità scientifica del corpo sa nital'io marittimo, m a anche la lrotLaziono di quelli argomenti o que s tioni in particolar· modo iuter·cssanti la medicina naYale, con quella lar·ghezza che solta nto un per·iodico alfotlo speciale può consentire. Divisa cosi Lro due gim·nali la missione di ra.ccogliei·e una lar·gt1, anzi lo più larga parte del movimento scientifico medico-militare, è chiaro che l'istruzione e il decor·o dei due corpi fralelli non potranno che av,·anloggiarseoe. 41
6,t.2
Avanti cho ceRsi definitivamente questa unione, dut'llla 10 anni con reciproco costante accordo e benevolenza, ci facciamo un ben gradito dO\·ere dt ringraziare tutti i colleghi della marina i qunli colla loro dotln collabor'azione coull'ibuirono al buon nome ed al crescente sviluppo del nostro giornale. La cessaztone della compartecipazione del ~lini stero della marina porta anche seco la diminuzione dei due fogli dt stampa che erano stati aggiunti al gtornole, appunto all ' epoca in cui esso cambiò il suo aulico nome di Giornale di medicina militare in quello di Giomale medico del R. esercito e
della R. nwruw. LA DlREZIONE .
MlDMOR.IEl
OR.IGINA:t..:I
DI
SUTURA DEL NERVO MEDIANO FOSSA CUBITALE SEGUITO QCASI ~~EDIHAMEnE DAL RJTOR~O CuMPLKTO DELL~ SUA FO~ZIONE Del dott. Gio-ranni aandone , tenente tolonnello me<laeo dlrettorol ~eli' ospedale militare di Yibno
Oggitlì oon vi ha piit discussione circa l'obbligo che ba il chirurgo, da,•anti alla sezione di un nervo, di tentarne al più presto la sutura per allivare il ritorno della sua fun zione, tanto che si dice che la sutura dei nervi va insegnata con altreltanta diligenza quanto la legatura delle arterie. lnvece, anche al giorno d 'o~gi, è sempro \'ÌVO il dissenso sul modo con cui si ristabilisce, per eiTctto della sutura, l'interrotta continuità fisiologica del nervo, special mente perchè il fatto clinico rimane spes o in cootradìzione coi dati della patologia sperimentale. Quindi è, che qualsiasi caso bene accertato di "-Utura di un nervo, segaita dal ripristinamento della sen~ tb ili ta e della motilità, ha una reale importanza tanto ùal lato terapeutico che dal fisiologico. Un capitano di uno dei reggimenti del presidio di )liInno, la mattina del !) gennaio de li 'anno in corso veniva
SOPRA U'i CASO
condotto all'ospedale militare di questa citLà, per ferita da taglio all'avambraccio destro, riportata in uno :;contro alla sciabola. La fe1·ila misurava io lunghezza circa 12 centimetri, e, rliretta obliquamente dal basso all'alto e dall'esterno all'interno, si estendeva dal margine radiale. 3° superiore dell'avambraccio al Ialo interno dell'articolazione del gomito. poco al disollo dell' interlinea articolare. Et•a a tutto spessore delle parti molli, e quindi con recisione complel.a di tutti i muscoli della region~, dell'arteria cubitale e del nervo mediano, tanto che nel suo fondo si scorgevano distintamente le due ossa col legamento interosseo in basso7 e la cap~ula articolare nella fosseua cubitale. Inutile accennare, che erano completamente aboliti t movimenti di flessione delle dita e quelli di aMuzione e di opponenza del pollice, nonchò la sensibilità in Lutti t distretti del mediano . L' arteria cubitale era già stata legata sul luogo dell1> scontro; quindi, provvedutosi alla emostasia definitiva dei rami muscola1·i ed articolari, si fece la sutura dei muscolj prona1o1· rotondo, grande palmare, lle::;sori superficiah~ e profondo delle dita e flessor proprio del pollice, cercand() di raffrontare esaltameo te le rispellive superficie di sezione_ . Per la sutura del nervo, siccome era stato reciso oe~ punto in cui si intromeue fra i due fasci di inserzione del pronator rotondo. ed i monconi si erano ritratti in mezzo alle masse muscolari, si procedette nel seguente modo: flesso il gomito e fissati i ùue monconi del nervo, venne ciascuno di essi attraversato, a lllllo spessot·e e ad Q () centim. e mezzo dalle sezioni , da un doppio tito di seta_ i di cui capi si allac~iarono, con doppio nodo, ai due lati del moncone. - Tagliato quindi uno de: fili a livello de!
Dl SUTUR \ DEL N~:R\"0 VIDI \~0, ECC.
6)5
nodo. l'altro fu fatto sporgere dalla ferila, in modo che ne risultarono quattro capi liberi, due per ogni moneone, tirando i quali l& loro sezioni venh•ano a portarsi a mutuo contatto. Fu necessario ricorrere ad un simile ripiego, perchè non era possibile ravvicinare sufficientemente i due mooconi del nervo senza tenere flesso il gomito, e in q ue~la po izione non si potevano piu d1stingoere bene i capi tra loro corrispondenti dei muscoli recisi ; mentre, se si completava prima la sutura muscolare, non si riesciva piu a trovare i due mooconi del nervo. Invece, lissnti a •]uesLi i fili che dovevano servire per la sutura del nervo e rimesso il gomtto io media estensiOne, si poterono isofare e suturare con 1utta esallezza i mnscolì. e, giunti a livello del nervo mediano. allacciare a due a due i quattro fcli che lo nttravorsavano. Terminata poscia la stl\nrn dei muscoli, si foce, a sopragitlu. quella dell'aponeurosi antibrar.ciale, separatamente dalla pelle. e si applicò la medi· alura, mantenendo il ~omito Oes!lo con un adatto bendaggio. Il genere di sutum praticato per il nervo fu quindi la 3ltlttra diretta o nerrosa propriamente della del Nélaton, -che comprende sostanza ner·vea e nevrilemma . li decor-so della ferita fu completamente asettico, e dopo -g giorni esso. era riunita per prima in tutta la suo. esteo· siooe. Sino dal 3° giorno si era potuto constalnre, che le estremità di tutte le dita nvevnno riacryui~tata In normnle sensibilità, al ;;o l' ulllcinle ~ià le moveva. e quando si tolse definitivamente In fasciatura, si trovò che i movimenti, beocllè ancora poco energici. si compievano in ogni senso. Si ricorse allora al massaggio per nttivare più prontamente la ei rcolnione venosa dell'arto e favorire l'assorbi-.
6~6
'OI'RA UN C."SO
mento di quel po' d'iofillrnzione edematosa rimasta; e iofine a qualche :~ppl ieaztooe di corrente indotta, par agire sulla nutrizione dei muscoli, eccitandone artificialmente le contrazioni . J1 capitano obbandonava dopo 4.0 giorlli l'ospedale nello stato seguente: non vi ~ altro segno della ferita dell'aYaml•rnccio che una cicatrice lineare, in corrispondenza e direztone della quale, e al dt ollo della pelle normalmente scorrevole. si avverte un ~llile cordone più re~istente, ùoYUto al ripiegnmenlo dei bordi dei capi muscolari recisi, fatto allo scopo di dare la sufficiente resistenza ai punti di sutura. La sensibili tà è normale in lutto l'arto; i movimenti della mano sono completi e cosi delle dita, compresi quellt di fle$sione, di abduzione e di opponenza del pollice. Le contrazioni muscolari si mostrano valide ed energiche, tanto che l' uOiciale stesso assicura di non notare alcuna differenza nella forza della mano destra dall:l sinistra. Egli è in grado di servirsene per afferrare e maneggiare li!> sciabola. Tale ò la gen~ina esposizione del rauo, che nessuno puc> contraddire, perchè constatato dalla maggior parte det medici dell'ospedale. - Ciò che da luogo a controversia ne è, come ho accennato, la spiegazione. I fisiologi sosten!(ono. cbe è assolutamente impossthile la riunione primitiva. immediata delle estremità affrontate dei monconi di un nervo reciso, sta che il ravvicinamento mediante la sutura ven~-:a operato subito dopo la lesione, o in secondo tempo, poicbò nell'un caso e nell'allro l'estremo periferico del nervo de~enera fatalmente. D'altra parte, dice Chénu, l'aiTrootamento esatto dei tu bi dei cordoni nervosi è un opera in medicina operatoria impossibile, ed anche ammettendola, la riunione dei cilindri assi tagliati sarebbe
DI !:>UIURA DEL ~ER\'0 ~IDIA~O, ECC.
6i·7
contraria :u dati piu sicuri della li:.iologia generale. ln•ece è anatomicamente dimostrata la riunione secondaria dei nervi sezionati per proliferazione dei cilindr1 del moncone centrale, che mandano le loro propal{gin1 attraverso al moncone periferico, sino alla estremità del ner\"o: il moncooe eentrale cioè, che è ancora io rapporto con l'asse nervoso. prolifera e granoleggia, e dà origine a dei tub1 neno"i i quali allraYersano lo spnzio intercalare, impiegando ne' ca"i più favorevoli (von Lair) circa iO giorni. Questo sa rebbe il primo stadio dP.I processo di rigenernzione, ossm della proliforazione iniziale; ne ·eguirebhero due allr1. cioè tra· YersaLa dello spazio intercalare e prolun~amento nel moncone periferico, la cui durala varierebhe secondo la distanza dei monconi e la lunghezza del segmento pet·iferico. Si può dire però, che per l'allonlannmento di l centimetro le nuove libre progrediscono nello spazio iotercnlnre in ragione di 2,5 dieci miiJ. per giorno: per nn allontanamento di 2 ceni. la velocità aumenta sensibilmente: e diminuisce in"ece per un aJiontaoamenlo maggiore, pre·so a poco in ragione diretta della lunghezza dell' inlenallo ( l ). )fa per ottenere una ristauraziooo istolo ~ ica perretta del nervo, è necessario che questa sia favorita dalle condiziOni meccaniche, per le quali i due moncon1 del nen'o re.~lino a s11fficiente distanza, affincbè le :,riO\'IUli propag~ini del cilindro asse pos'lano arrjvare al tronco periferico. ciò che è appunto lo scopo della sutura. In tal modo è spiegata la rigenerazsone dei nen'i sceondo il co n c~l1o della fisiologia sperimentale, e quindi il ripri'linamento della loro funzione.
(l ) CrttPACLT. Chlrurqle du sy1time lltf"lltu.:r, l'3.rJs, 1895.
SOPRA U • CASO
Ma nel caso presente, il ritorno della sensibilità e della motilità è stato simultaneo, e si è yerificato in un lasso di tempo in cui era impossibile che la rigenornzione del nervo, come sopra è stata de ·crilla, potesse aver luogo, per quanto fosse piccola la d1stanza che separava i due monconi. BIsogna quindi ricorrere all'ipotesi della riunione immediata de1 due !'e~menti nervosi o me;.:llo dei loro cilindri ass1, agen ti essenziali della cooducibilitit, senza della quale non si sarebbe ripristinata, in cos1 IJreYe tempo, In funzione del nervo. Qui è il fallo clinico che parla, cerio o indiscutibile, in contraddizione 1Jeos1 al fallo fì,;ioloJ.:ir.o ma per questo non men ''ero. Son però possibili ,·arie obbiezioni, alle quali è facile la risposta, Prima di tutto, il ritorno 1mmediato della senstbJlitll io seguito alla sutura nenosa può essere dovuta (Bro" nSt'•qunrd, Le Oeotu, La Borde) all'azione dinamogenetica dell'operazione sulle film~ rtcorrentt od anastomottcl1e che il nervo cubitale manda ul mediano. Questa sensibilità, per cosi dire ricorrente. non si può negare. poiche si Tedono scomparire, dopo un certo tempo, zone di ane$Lesia consecutive ulln ferita di un nervo anche senza alcun interYento del chirurgo: la otura accelererebbe sollaoto l'azione dinamogenetica, probabilmente per l' irritazione da essa prodotta sull e fibre nervose. Si può quindi concedere, che nel caso auualt' , il pronto l'itorno della seo~ihilità non sia un argomento l'ulliciente, pe1· dover ammettere la riunione immediata del nervo per effetto della sutura, quantunque si possa invocare la circostanza che è stato presso a poco simultaneo al ritorno della motllitit. Jnve.;e, ba un valore mconLraslabile il ritorno alla loro fisiologica funzione di tulli i muscoli innervati dalle diramazioni del mediano, in modo cosi rapido e completo che
lll ~UTUR.\ U!L NERVO liKIIIANO, KCC.
G~9
nessuna altra spiegazione potrebbe trovnrsi del f•1tto: ed~ facile provarlo coll'appoggio dei daLi anatomici. Infatti , n.mmetlendo pure che il nervo mediano, nel punto io cui fu reci·o, avesc;e già dato il romo collaterale superiore del muscolo pronator rotondo, per cui nessun effetto abbia potuto aYere su di esso la sutura, lo stesso non si può dire per i rami mnscolnri anter·•ori e po~teriori , che per tutta In metà superiore dell'avambraccio si distribuiscono al gran palmare, al piccolo p~lmare, al llessor proprio del pollice, al nessor sublime e ai fasci esterni del nessor profondo delle dita. E ciò è tanto piu ev1dente per i muscoli della eminenza Lena re, corto abduttore, opponente e corto flessore del pollice innervati dalla branca terminale del mediano. Tutti que~ti muscoli, senza il ristabilimento della continuità e quindi della conducibilità del nervo mediano, sarebbero stati per luogo tempo paralizzati e i loro movimenti sospesi, c;pecie quelli di opponenza del pollice. :\è mancano esempi per dimostrare, che nppunto nelle le ioni del nervo mediano i fatti di paralisi più wavi e più diOicili a scomparire sono quelli dei muscoli a cui restano aflidati i movimenti del pollice. Basti citare il caso di Chretien di Nancy riportato nel Traiti d( Tltfrapeoutiqtu chirurgicale di Lafarguc e llt!oltts . Un giovane di 18 anni si taglia il mediano con un frammento di ltouiglia, ed ha tosto l' insensibililit della faccia palmare delle dita con l'abolizione dei mo"imeoti dei mu· scoli dell'eminenza tenare. ' i pratica la sutura, e solo dopo due meRi e mezzo il malato può eseguire qualche movimento, fìnchè dopo 18 mesi tulli i movimenti, compreso quello di opponenza del pollice. si compiono correuamente. Del resto, se la letteratura medica è ricc11 di o,servazioni, in rui il ristabilimento della funzione di un nervo
650
SOPRA
U~
CASO
reciso, dopo la sutura, non è sopravvenuto che lungo tempo dopo, d'a~cordo in ciò con gli esperimenti fisiologici sulla rigeperazione dei nervi; non mancano casi nei quali la sensibilità e la motilìtà sono riapparse in condizioni di rapidilà tali, che si sarebbe quasi tentati di negarli , se non fosse per la quantità delle osservazioni e la qualità degli osservatori. Bo~gehold (1). Sutura in un ragazzo di due anni il nervo radiale sezionato e 8 giorni dopo constata il ritorno alla normale della sensibilità e della molilità. Hueter (2). Cuce il nervo cubitale ferito in una resezione del gomito, e vede la sensibilità e la motilità riapparire al s· giorno. Kraussold (3). Dopo la sezione bilaterale del mediano, del cubitale e del radiale constala la riunione immediata dei sei nervi ricondurre la sensibilità dopo due giorni, e ristabilirsi i movimenti normali in capo a tre settimane. Nicaise (4). Sutura il mediano 6 seltimane dopo che era stato ferito, ed al 1o· giorno la paziente può tmwre in ?rianoun ago, ciò che le (Ira impossibile prima dell'operazione. Kolliker (5) in un uomo in cui erano stati tagliati il mediano ed il cubitale, constata, dopo ~1 4 -giorni dalla sutura, il ristabilimento completo della conducibilità nel dominio del mediano. Nel caso di sutura secondaria del nervo radiale pubblicato dal compianto maggiore medico cav. Di Fede (6) e pre-
(i } Bo&GEIIO~D, Arch. ( . kl. Chirurg ., XXI'/, l881. (2) Boen:a, Deuts. Gesellsc/r.. (. Chirurgie. 1876. (3) K:RA USSOLD, Centralblalt (. Chirurgie, 1882. (4) NtCAISE, Congrè$ (mnçals clt chìrurgit, 1.875. (S) KOLLUlER. Cenh·alblatt {iir C/r.intrgie, iSSi. (6) Dt Feoe. Gi 01·nale ài meclic i riD militare, 1885.
DI SUTIJR! DEL NERVO MEDlANO, ECC.
65f
Sfjntato all' Accademia Medica di Roma, Ja motilità tarda a manifestarsi è vero, ma è già abbastanza evidente dopo un mese dall'operazione. Totli questi fatti urtano di fronte alle alluali cognizioni sopra la rigenerazione dei nervi, ma se non si vuole ammettere la possibilità della loro riunione immediata per mezzo di una diretta saldatura dei cilindri assi, essi restano senza spiegazione. E più paradossali paiono ancora i casi di ristabilimento jmmediato o rapidissimo della funzione di un nervo in seguito alla sutura secondaria dei due monconi già cicatrizzati isolatamente. Se, come dicono i fisiologi, al 4° giorno l'estremo periferico d1 on nervo sezionato è moi'LO crnale agente nervoso, poichè il suo cilindro asse, l' unico elemento conduttore, è frammentato e distrutto, come mai questo cordone fibroso a cui il capo periferico del nervo è ridotto, ravvivato e unito al cilindro asse del moncone centrale, diventa tutto ad un tralto conduttore centripeto dei fenomeni sensiti vi e conduttore centrifugo della motilita 'l Le spiegazioni sono molte e contradditor·ie, appoggiate ad esperimenti che a loro volta si distruggono l'un l'altro. For·se l'ipotesi che sembra più probabile, è che l'estremo periferico di un nervo l'eciso non è fatalmente votato alla degenerazione, e il ristabilimento della corrente nervosa si fa prima che le lesioni Walleriane siano divenute irrimediabili. Infatti , negli animali che più si avvicinano all'uomo accorrerebbero quattro giorni per raggiungere quel grado. Inoltre Wolberg (1) ha creduto di dimostrare, che dopo la sutura la degenerazione si manifesta soltanto col riassor-
(IJ WOLDBRG, Deut.sche Zeit~ehr. (. Chirurgie, 1883.
652 SOI'RA UN CASO DI SUTURA UIL NKRVO MEDIANO , ECC.
himenlo della mieli na, ed il cilindro asse rimane incolume, pronto a continuare la sua parte di condutlore; e Gluck (1) pretende di aver visto nei polli delle sue esperienze, che la degenerazione periferica sarebbe impedita dalla sutora immediata, e che si no dal terzo giorno cellule speciali neoformate salderebbero i tubi dei dne segmenti. Se così fosse in realtà, re;;terebbe chiaramente spiegato il caso· presente, nel quale la sutura è seguita immediatamente alla ferita del nervo mediano. Dopo tollo, però, poco ne imporla la interpretazione, il fatto esiste garantito dalla osservazione di molti colleghi, e di esso precipuamente, per non dire esclusivamente, si deve occupare il p:-atico ; poichè vale a dimostrare sempre piu, di quanta importanza sia la sutura di un nervo diviso nella sua continuità, per il ristabilimento della funzionalità dell a parte a cui si dic;tribuisce. Milano, aprile 18H5.
(l ) Gurc~r, Hrehow'l Architl, l. LXXII, 1880.
653
SOPRAUN CASODI INVEI\SlONE DEI VISGEI\1 Lettura fatta nella conferenza seientiJ!ca del 30 aprile t895 all'ospedale militare principale di Lh·orno dal sottotenente medico di complemen to dott. Ettore Bar~ellini.
Riferisco sopra un caso di traspoS1Z10ne completa dei "Visceri, che fu presentato dall'inscriHo A. D. del distretto di Lucca, classe Hn4, che fu qua inviato in osservazione per congiuntivite granulosa . Dall'i nterrogatorio di esso risultò che dal lato gentilizio nulla vi era d'importante che stesse in rapporto coll'anomalia da lui presentata; egli ebbe da bambino i comuni esantemi e non soffrì altre malattie; però negl'ultimi anni durante l'esercizio del suo mestiere, cioè del fabbro. ebbe a lamentarsi di C{lngiuntiviti molto ribelli alle cure. Riassumo l'esame somatico che feci di lui il 20 dicembre 1894 : Costituzione scheletrica regolare; Statura m. l ,66; perimetro toracico centim. 0,83; colorito della cute giallo bruno ; masse muscolari mediocremente sviluppate, paonicolo adiposo scarso, muccose labiali anemiche, sviluppo gan gli~&re normale, temperatura normale; polso piccolo , debole, freq uente (85 pulsazioni al minuto), eguale per ritmo e per ampiezza. Cranio mesaticefalo, di cui la metà destra è leggermente pit! sviluppata della sinistra; capelli castagni, vortice ca-
SOPRA U\ CASO
pillizio normale, sopt·aecigtìa eastagne riunite alla glabella, muceose congiuntivali iperemiche, ricoperte da finissime gt-anulazioni piu fitte verso il cul di sacco congiuntivale ; tipo facinle prognato, leggiero deviamento del naso a sinistra, bocca ed orecchie ret;olari. Collo eli forma cilindrica, fosse sopraclavicolari leggermenle depr·esse, sollevate da battiti isocroni collu diastole della radiale; all'ascoltazione dei grossi vasi arteriosi si nota che il primo tono è impuro: sulle giugulari si ode un rumore dolce, prolungato, sotnante, ma non il tipico rnml)r ùi troltoln. Torace cilindrico, leggermente piu ampio nella met?l destra che nella sinistra, spazi intercostali ampi, tipo respirator·io costoaddominale, escursioni respiratorie ampie, regolari per forma e frequenza ( 18 ul minuto). Lungo il quinto spazio intercostale destro tra la linea mammillare e la emiclaveare si nota un battito valido, ritmico, cht' per i suoi caralleri si riconosce per l'ictus wrtli~t. Alla palpazione il t'remito vocall• taLiile si sente normale in tutto l'ambito respiratorio a sinistra e spento a destra nella regione ore vedeva3i l'impulso cardiaco. Passando alla percussione, a destra sulla linea parasternale, suono alto. chiaro, non timpanitico sino al margine inreriore della 3" costa, (Jllindi suono olluso fino alla G• costa, a cui si succedeva suono timpanico nei limiti del margine costale; sulla papillare suono chiaro sino alla i • costa, quindi ollusilà dalla .s.· alla 6" cos~.<~: e poi suono timpanitico; suJI'ascelJare anteriore risonanza chiara Hno alla 7• costa, al di sotto della quale suono timpanico; sull'ascellare media é poste· riore risuonanza chiara rispettivamente sino alla s· e o· costa e quindi suono olluso timpanico. A. sinis,ra snono normnle sino alla 5" costa sulla linea emiclaveare, sino al
01
1~\'11:1\SJO\E
DEl \JSCERI
.... 6 ·).)
margine superiore della 6' sulla papillare. sino al 1• spazio intereostale sull'ascellare anteriore, ~;i no all'S'" e 9' co.,ta sulle ascellari media e posteriore: al wsotto sempre ottusità. Dai dati della percussione ri:;u ltò che l'area di ottusità assoluta del cuore si estendeva trasversalmente per cm. 8. dulia mammillare all:l marginosternale destra, e verticalmente per cm. 7, dalla 3" alla 5• costa. All'ascoltazione polmooare mormorio vescicolare normale, esistsnte nei li· miti della ri:;onnnza chiara, a destrn sulla zona di ollosità si ascoltavano i tona cardiaci; sul focolaio della mitrale, o;;sil\ in corrispondenza dell'ictus si nota clae Il primo tono è impuro e prolungato; il tono dell'orilicio aortico si ascolta nel 2° spazio ioterl!ostale sinistro, tJUello della polmooare nel 2, spazio intercostale destro, e su questi orifìci arteriosi l'impuritit del primo tono si acconrua: In tricuspide si ascolta in pl'ossimitù dello sterno verso destra e non presenta alcu nchc Ji speciale. All'esame toracico posteriore ~ono norm :~ li le e·cursioni respiratorie ed il Cremito tatti le; colla jlercu ·sione si ~copre il limite polmonare sinistro sulla parascapolare alla 9' costa, il destro alla 1o• : ascoltando sul Ialo destro si sentono trasmessi i toni cardiaci. Per giudir.are della posi1.ione dell'esofago feci he,ere dell'acqua. mentre posal'o l'orecchio sulla t·egione interscapolare: not.ai il gorgoglio dell'acqua ~he passava lungo In parte destra della colonna vertebrale, fra la. 3' e la 6' apofisi spioo·n dorsnl~. per cui conclusi che l'esofago era diretU> nella pnrle pili ha~a da si nistra verso destra. \1 entre normalmente In colonna vertebrale ha nella regione dorsale ~na leg~iera curva con la concavita ,·olta verso stoisu-a, nel caso nostro si vede rivolta ve~o destra. Adùome molle, elastico, depresso ; l'arcata costale destra
Go6
SOPIU
U~
usO
è leggermente più 3ollevata della smistra; su que to lato nelle profonde inspirazioni si percepic:ce la sensazione di un corpo solido rotoodegginnte che batte contro le dita applirate leggermente sono l'arcata. Percuotendo nell'ipoccndrio si nistro si scopre una zona di ottusità cbe sull'ascellare media mi ura verticalmente cm. 1O •1. e va dalla 7' alla l t • co~ta; sull'ascellare anteriore si e ·tende per cm. l O, dalla i" alla 1t • costa; sulla mammillnre per cm. 9 '/,, dal mar~ine inferiore della 6• all'arcata costale; su lla emiclaveare per cm. 9. dalla 5' costa a t cm. solto l'arcata costale: quindi per i dati della palpazione accoppiati con quelli della percussione dedussi che il fegato era localizzato nell'ipocoodrio sinistro. Passando all'ipo~ondrio destro la ottusità timpanirn rivela la presenza di un orJ.tano solido che giunge anteriormente alla linea ascellare anteriore e misura verticalmente 9 cm. dall 'S' costa al margiM superiore della 11 •; al davanti e al di sollo di esso si ha c;onorita alta, chiaro. timpanitica, che nel limite inferiore costituisce una curva di cui la convessità massima nella linea med1ana giunge a cm. t '/, dalla ombelic,ale trasnrsa, e !\i estende sino alla emiclavenre sinistra. Questi dati semiologici mi fecero coocluder·e per la esistenza a destra di un orgnr.o cavo a comenuto liquidogassoso, cioè dello stomnco; la ollu~itit nei limiti delle ascellari e dell'ipocondrio destro mi mostrò la pre:enz•l della milza. ~el resto dell'addome il suono è smorzato timpanico ; nella fossa iliaca sinistra si hn sonol'itit alta. ch iara, meutl'e nella destra il suono si fa ottuso-timpanico per cui deda o;~j prol.mbile la esistenza del cieco a sinistra e dell'ampolla rett.ale a destra. 11 testicolo destro è piu abbassato del sinistro: ritlessi cremasterici sono egualmente vivi da ambo i lati. La sensibiliti1 taltile provata col compasso di Weuer ri-
IJI l'WJUl,IONE 11111 \ J..;I.ERI
ulla normali : normale pure l:t ..eosilJtlità termica e dolorilkn. il campo della \·i ione e la pcrceziune dei colori. P.1 ..s1i a mi'>urare il «1iametro de~li .trti superiori ed inferiori rispPllivameote nella parte media del braccio e del · fo.vnrnhrarcio, tlclla coscia c della gnmba , ma i ri"ulltHi fu rono quasi perfel~aruente identici, ~olo il braccio sinistro ri:miLù di •;, cm. pilt grosso del desLro. Per tale conàizione. nnitn a tlttella che la metti destra Ùfllln ~ca tol a cranica era piu o;\ tluppnta deiJa · inislra. ero confortato n ritenere che il oost1o irhcriuo fos!'e manr.tnc, 'l'e•·iillmente "eguendo l'opinione ùi t'nloro che aurihuisrono il mancini mo alla co.:-.tituz•nnt• dell'individuo e non ai ri..,ult:lli deU' abitudine e dell'esempio. \ Ilo sviluppo prevalente di una patte del cranio rispetto all"uiiJ'rt Ri delle molta importan7.n por dedurne se un individuo ern destro o manci no. Il K.uchenmeister prese hl rni,ura delle due metà del crnnio a ci rca :;oo persone e rro\t\ che nell' X3,6 o, era p1u o;vlluppaln la parte ~ini5>lra, nel !U • piu ·viluppata la destr:1. e nel 7,?. • , eguali nmbo le pa11t; e~li atrermu r be nei manrini tutti era piu gro~ ..a la metà de$Lra. li Bullr1ck nonostante cita il caso di no mdiv1ùno con ,·i;ceri trasposti a mancino. uel qnale la melit sinistra era pii1 ampia delln ùe~ lm. L'osservando nostro era ttml,idcSLI"o , ciò che dimostra che nlln forma del cranio ed nllo svil uppo degli arti si deve dare una importanza relativa; del resto è intlubilahile cito il mancinismo è certo più frequenlP oelie persone eh~ p•·esenlMo In lrosposiziooe t•ompleta clet vi~reri che nell.t generalità degli nomini, mn ooo acr.nmpa,.:oa costantemente la iiUOmnlia . l rn"i eli trnsposiz•oue vi,cerale completa, dei quali una gran parte trovai registrati nella monngrafut fatta dal prof. )lurtinulli nel Hn~S, e il resto furono puiJhlicati posteriormente 12
658
SOPR\
L~
CASO
a quell'anno, ammontano a circa 135; da ciò si comprende la loro rarità e la importanza di rendere nola la osservazione di una tale condizione organici\ allorcbè ci r.npiti. Le condizioni speciali anatomiche da cui è accompagnatn lu: inversione meriterebbero una descrizione particolareggiata. Per amore di IJreviLa taccio sull'aumento di volume e di peso dell'emisfero cerebrale e cerebellare destro rispello al sini:)tro che ordinariamente ò più grosso, come pure sulla maggiore ampieua del seno laterale tleslro, del corrispondente fora me lacero posteriore e delle arterie cerebrali destre. Piuttosto mi fermerò piu diffusamente sulla disposizione degli organi Lorucici; nonnnlmente c più piccolo e uilobato ti polmone sinistro, trilobato il destro; nella inversione viscerale a destra si tro,·a il polmone ùilobato, a inistt·a il Lrilobato, a cui giun~e nn bronco piti cor·to e largo e meno obbliquo del destro. li ~acco pericardico conserva la rot·ma di nna piramide, la cui base è più esli~::a dal lato destro dol tomce che dt\l sinistro: il cuore ha il suo asse diretto obblirruamante in basso e verso destra ed è situato per '.!h circa nella metà destra del torace. per il resto nella sinistra. La punta del cuore ò fonnata dall'apice del ventricolo destro ed è in rapporto colla lin~ula del polmone destro: l'orecchietta sinistra è abbracciata dal polmone sinistro. 1nvertendosi di posizione le parti del cuore è pure lotalmente camhiata la funzione di esse: infatti la oreccllieua destra, anzichè ricevere le vene cave, raccoglie le polmonari ; il ventricolo deslro di• origine nll' aorta, il sinistro alla polmonare ; le vene polmonari sboccano nella oreccb ietta sin istra. Quindi il cuore arterioso non è più il sinistro, ma il destro che é più robusto e carnl)so: la vah·ola auricolo-
DI l\\ EBSIO'\& Diti VJSCKIU
veotricolnre ùe~tra è la bicuspide o mitrale, la sinistra è i:ostitull.l da Ire se~; m eot i o~sia è trico~piùe. De~oo pure di speciale menzione è l'anormale dPt~Or5o dei grossi vasi: l'art~:~ria polmonare sorta dnl ventl'icolo sinistro a~ceode obliqu.1 mente verso de..:tra collocandosi fra l 'auricola sinistra e l'aorla: ~i unta nella concaviti1 dell'arco nortiro s1 dirige verso rilo del corrispondente polmone, o\·e si divide in tre rami; il destro più breve entrn con due rami nel polmone destro. L'aorta. ongin·1ta dal \entricolo destro, risale e forma un ar·co dirello da destra ,·erso si nistra d1nanzi alla parte inferiore dPIIa trachea, obhraccianùo il bronco e l' nrter1a pol monare di destra, po1 ·i ùiriue in bds:;o e verso destra, dando successivamente il t •·o oco 1nnominato a smistru, poi la carot1de primitiva destra, la succlavia destra, e si va a collocare al lato destro della colonna vertebrale, po•izione che mantiene in tutto il decorso toracico ed addominal e, mentre rorni ·ce i soliti rami , ma in direziona opposta, c10è a :;i nistra quelli che normalmente ~i originano da destra e viceversa. È inutile che ricordi che anche oellt! ' ene si ha inrersiooe dr po~izione e di volume; co~i, delle due inoominate che forma no la cavn :;uperiore, la destra t\ più lunga del doppto della sinistra e decorre ohl iquamente da destra a sinistra al di .;opra della convessi tà dell'arco aortico al dinanzi dt•lle grosse arterie che nascono da e,;so; le ca' e sono situate n sinistra llell.• colonna vertebrnle. Naluralmente anclte ti diaframma risente ùt~ll'im erti la posizione deplt or· gani toracici ed addominali. per cni la mtJtil sinistra rio;ale come cnpoia nella ca \Ìlil toracicn, la colonna sini ~ lrn scende più in basso della destra ed i fori s' inTertono nella loro dispo:-izione. Credo opportuno ricordare che l'e~ofago normalmente descri ve due curve, delle quah la superiore ha
tiUO
SOPhA t;', C.~ "Il
In I'O nravi lir diretta ver o destra e l'inferiore verso <;i ni-
-.tw : queste corve nella tra~posiziorw viscerale ltanno dirt>zione oppo:;ta, per cui l'tHofago ,~ più acce~sihi le nella meta destra del collo, dove ~ abbastanza superlicinle, e non nella sinistra come nelle condizioni ordinarie. H i~ua rdo all'addome non trovo nulla di :.pf'ciale che rirhieg~a di e~sere citato. Si è cercato in qualche modo di enunciare una spie~a t.ione di questa slr:ma e complessa doviazioue dalle condizioni ordinarie. Wioslov.. llaller. Cruveilhier la rifenscono ad una primitiva anomala conformazione del germe nn imale. Ed appu nto quando la embriologia fu coltivala e pr,•se ,niluppo . i tentò ona soluzione più gio,ta e preci!'a dell'arduo problema. ~err·es. partendosi dal fatto dell'enorme sviluppo cho pr·ende il fegalo nella vita fetale ed embrionale, con.:;iderò che quello fosse l' or~>aoo costttuente un centro intorno a cni si disponev:rrro tolti gli altri : (lUi ndi lo spt>slnmeoto primitivo del fegato avrebbe conseguentemente determinato anche quello d1 tutti i vi ·ceri del corpo. E~lt basò l'attendrbilitìt della sua ipotesi su quello che si ossen·nva nei mostri doppi, nei quali i due fe~ati erano fu· i insieml•; per• o·ui quello spo3L'll0 sarebbe 'lato appuntO causa della inrers10nc dei visceri ne1 corpo a cui apparteneva; :->i dichiararono partigiani di quesl:l teoriu. r--idoro Geolfro.\-Sai nt-Hilai re e \'irdto\\. Però ben p1·esto sorsero delle ~~·illcbe alla ipotesi del ~ert·es per le seMuenli osservazioni: 11) che IJ iover,;rone del r.uore fu notata io un perrodo embrionale nel quale non si pNevano nennclro riconoscere i rudimemi del fegato; b) che il fe:!ato poteva e'~ere sposlato senza cbe lo fossero ~li nltri ,·;sceri ~ VIceversa~ c) che ner mostri doppi la inver-ione non era
01 I'WERSIO'\& DEl VlSt:ltRt
661
costan te come il Serres atl'ermnva; d) che l.lisognnva anzi· lolto spiegare la ragione per cui il fegato cambiava posizi•lne. Perciò tnle teoria fu quasi abbnndooata. Il flaor, basandosi sn faui osservati nell'emLrione di galline attribni la inversione al rivolgersi di quello ver;;o il torio col lato destro anzicbè col sini s tro~ il Forster. per prova della verità di questa teoria, citava i mo:otri doppi nei quali :-i l1a posizione normale tlei visceri nel gemello destro pE•rchè si volge verso la vescicola ombelicale col rianco sinistro, mentre si ha completa in\'ersione nel sini· tro che r cosLrelto a voltarvisi col fianco clestro; quindi concludèva che la inversione si dovesse proprio ad ~1na determinata posizione dell' em· brione. Furono favore,roli a tale teoria il D' \lton, lo Schnllze. il Leucknrl, il Reneke: però il Kolli ker. il Rema!-, il Lomuardini notat•ono molLi casi nei tpwJi la inversione esisteva senza che l'embrione avesse rotato col fianco destro verso il vitello e vicever·a. T cultori della embriologia inollre osset·varono che il rota mento dell'embrione avviene dopo l' incurvnmeoto Ilei lubo caniiaco: qnmdt si ammise che ranomalin fosse dovuta piuuoslo :~Ila inversione della curva cardi aca che fon~asse l'eml.lrioue a volgersi da nn htlo opposto all 'ordinario; però consecutivi, ripetuti e pazienti studi dimostrarono cbe il rotamento dell'embrione e l'i ncnr~ vameoLo del cuore erano del lutlo indipendenti. Quindi restò solo la ipotesi che In inversione fo:>se l'eJTeuo nella condizione che il tubo card iaco, anzichè torcersi formando un'ansa rivolta verso destra. oe facesse una dirella a sinistra, e che il cuore occupando ttnn posizione anormale iniziasse la trasposizione simmelrica degli altri organi. Resta la ossernzione inconfutabile che la inversione di un viscere non impl ica nece·sa rio.mente quella deJZii altri.
662
SOPRA U~ CASO
ed infatti non sono infre1juenti i casi di semplice deSll'ocardia .. e quelli, certo pii'L rari, in cui i visceri addominali son tuiLi im'erLili, mentre il cuore occupa Ja sua posizione normale~ D'altra parte, siccome la trnsposizione totale si avvera pit't facilmente della parziale , a r:1gione si cercò una ste!lsa causa che. colpendo tutti i visceri o più raramente solo alcuni, determinasse l'anomalia, ed c:.sendosi notato la frequent.a con cui ò colpilo il cuore invece degli altri organi, :~i fu indolli a credere che quello risentisse ma).?giormente l' elfello della causa ricercata. Come si vede è una questione molto difficile e scabros:~, sulla quale, per quanto le menti negli studiosi si sia no all'aticate e si alfa tichino tn Llora, non si ~ ancot·a potuto proMnciare l'ultima parola. Yenendo ora alla interpretuzione medico-legale della lrasposizione viscerale completa, l'Elenco unico non ci illumina affaLLo, giacchl\ all'articolo 7 1 ci parla tlelln semplice destrocardi&. Quindi dobbiamo o no considerare abile al servizi<> militare ehi la presenta t Possiamo gilLdicare colui che ha visceri trasposti a paritl' di un individuo normale, in cui non si abbiano nè imperfezioni fisiche nè infermiHt tali da mot1varne la riforma? ~ ell'osse rvaodo nostro il pallore delle muccose deponeva per uno stato oligoemico: però i rumori soffianti ascoltati salle giugulari e sugli orifici arteriosi del cuore erano troppo forli per essere prodolli unicamente da quella le~gera discrasia. Quindi bi:;ogoa ricercarne altrove la ca usa. Dalle notizie importanti che accompagnano l'esposizione dei casi raccolti nella monogralia del prof. Martinotti, si vede e h ~ frequentemente alla trasposizione si accompagnarono anomalie gravi del cuore, come pervietl\ del seLlo ioterventricolare od interauricolare. oppure stenosi aortica o polmo.nare. per cui fu resa rispeuivamenle impossibile o moli<>
III 1\\'ER IO'if 0&1 \'1'\CIRI
663
difficile la vita. O' altra pnrle olcuni con vrsceri trasposti morirono per malattie intercorrenti anche in età piullosto tnoltrnta. e questo farebbe a dimostrare che l'anomalia non predispone a contrarre forme morbose :.peciali, anzt w:ora fu tanto compatibile col pieno esercizio di tolle le fu nzioni corporali e con non vita regolare, che negli individui che la presentavano ru sroperta solo per caso, e raramente per gravi disturbi riferiltili a qu,•lla. Però ne trovai anche molli che in vita si lnmentnrono di forte cardiopalmo e di dispnea; quale ne poteYa essere la causa~ 11 ruore è realmente in condtzione da funztonare ùeno come quando resia nella posizione normale 1 oppure, per la Lor·sione specrale che subisce l'arco aortico per ra~giungere h parte de~tra della colonna 'ertebrale. incontra ma!!giot·i rei\istenze ed è costreuo a sistoli più laborio~e per spingerfl il sangue Vt' r:;o la periferia~ Il an~ne scorro liberamente nei grossi vasi, oppure per deviamenti le~-tl(eri o hruschi di quelli forma dei vortici che SI trasmettono al no'ìlro oreccbio come rumori dolci , soffiant i come nel caso nostro? Nulla può autorizzarci ad affermare ciò, ma del r·esto. dinanzi ad individui che offrendo l'anomalia accusano anche disturbi non molro ~rovi per parte dell'apparecchio ci rcolatorio, il solo dubhio che non possano osporsi alle fatiche del servizio senza tJOalche pericolo ci fa concludere che in genere giova e"sere mollo cauti prima ùi assumersi la responsallilità di ammetterli nelle file dell'esercito. Livorno, 30 aprile l !)ii.
66i
SULL'ALTERAZIONE
DELLE SOLUZI0~1 Df SUBLIMATO CORROSIVO .:\ou •h G & elu•rli Carnuei>ta <li t' da.s;se
(da una conC•·renM letl.l netl'O,pt~dala mmtarc di Gaeta~
~ella pratica
profe',.,ionale a molti sarit occorso di notare che le soluzioni di hicloruro di mercurio. dopo qualche giorno dalla loro preparat.tone. depongono un leggero precipitato bianco. Oa tempo mi et-a venuto in pensiero di indagare la ualura dt questo preripitalo e la causa della sua formazione; ritenendo ciò di cptnlche interesso, ntteso il valore che nell'odiemn ant1sepsi si allribnisce n deue sol112ioni ; mn non mi ~arei dec1so ad intraprendere le ideate ricerche, se non m'aves:;e sospinlo una ootn puhhlicala dal signor \'i){non ctrca la con ervaz1one delle soluzioni diluite di snltltmnto cortosivo, che mi a\ venne ùi lej.tgere nel fascicolo eli gennnio 1 89·~ del ./nli mcd tf,. Pharuwcir et di! Cltimtl'. Pure allenendomi in parte alla via seguita dal signor \'i~ n on nelle sue indagini, e cercando di meuermi in condizioni an nloghe per ciò che riJ:toarda il geoc•re delle !iOlozioni da lui an.llizzale, parremi noodtmeoo conYeotente di estendere alquanto piil l'area delle mie ricerche coiJ'e..;amioare anche altre forme dt soluzioni più o meno freqnt>nli ad es!lere pre:.critte. Le solut10ni, tran ne quelle d'uso per iniezion• ipodermiche, vennero preparate al titolo uniforme di p. 1 : 1000; e per veicolo, mi valsi dell 'acqua di cisterna, dell'arqua
SULt'.\LTKR.\.ZIUNE OILLE "0LUZIQ',I. ll!Ct..
{it);)
distillata ·econdo le prescriziooj della Farmacopea ufficiale, e di acqua appositamente ridistillata sul permanganato di polaS!\IO.
Oltre alle soluzioni semplici di acqua e di bicloruro. mi;;i altresì io provu quelle colorate con fucsina. e IJuetle pt·eparate coll'ag~itmta, rispell1\amente, di p. l e di p. 111 pt>r mille di cloruro di sodi o ; - di p. t O di nlcool rettificato; - d1 p. l O di ac1do clondrico; - e dt p. l O di cloron. di ammonio. Di cia~cuna di dette soluziùni si fecero due parti, riponendo J'unn in raso aperto e l'altm in reciptente chmso con tappo smerigliato. Ciò per altt·o non &ùbe alcuna npprezzabile influenza sul modo di compo•·tn•·si delle solu zioni stesse; «Juindi, i dati espo:;ti nei sej.!ueoti specchi si riferiscono tanto alle soluzioni tenute a contano dell'aria, quanto a quelle che si tennero chiu·e. l. -
Solu~ioni ad 1/1000 preparate con acqrta di cisternn.
111-.:SIG~.\ZIONE
--;:nllta ;:::lorurof di men:urio do(Jo l!
l 7 l t5 1
giornl t:~urml ;:iorru
----------------~--
1
l
Soluzione semplice .
0,18 0,3i 0,5 1
Soluztone color ala con fucsma • . .
0,3:J Il,
Precipitato bianco.
W,0,55 Dopo il i ' giorno •lecolorazione c o m pleta con precipi-
~oloztone con a~gmn-
la da NaCI. l/1000. Soluzionecon 8J!~UO· l.a dt NaCI. t0/1000. Solozionecon a giri unla !li alcool.l0/1000. Soluztonecon aj:tp:-iun·
ta di H Cl. l0/1000.
tato !<Curo.
l
0,16 o,:l9 0,50
Precipitato bianco.
0,08 0,19 0,33
Id.
0,~7
Id.
l 0,33 0,38 o,o~
o,t3 0,21
Soluzione con aE{~riun ·
tadi NH'CI. I0/1000.
0,05 0, 10 0,1!1
Precipitato bioncoappa·e?.zabile ~olo dopo b giot•ni. P reciptlalo bianco.
(jlj(j
SU !.l.'ALTERAZIONE
Soltuioni ati 1/1000 p reparate con acqua distillata comune.
Il. -
==~=-~=====-==--~E:=~==~=~==~~====~
liE.SIG:\AZIO\E
Perdlt.\ di ltirlnruro di mercurio dopo
l
! 1 15 lglornltl<>rtll gtomi
Soluzione semplice
0,21 O, iO u,:-),')
Soluzione colora ta con fucsina
0,27 O, i!) 0,60
Soluz1one c:' o n n~;:iunt.a di Na Cl. 1/1000 . 0,22 0,~1 0,-iS Soluz1one t o n a~~lllll· la di 1'\a Cl. 10/ IO!lO. O,i:l 0,18 O, il So!uz1onccon a~tg•unla di alcool.10/ll)()(). O,:JK O, H 0,52 SOIUZIOIIO COli attgiunla di JJ Cl. t0/ 1000 . o,on o,H o,sJ Soluzione con/UI'IliunLa di N 1-1 ' Cl. Hl/000.
O, IL O, h 0,2J
Precipitato bianco, già dopo :?i ore. Parziale decoloramento dopo d a• giorno. Prec1pitato bianco. Id.
Id. Precipitato bianco a p· prezzabile solo verso il 7• giorno. Precipitato bianco.
Soluzioni ad 1/1000 pt·eparate con acqua ridistillata 1ul perman{lonato tli pota,~Mo.
III. -
" 1\ordata In bicloruro tl1 mercurio do1•o
t
7
15
jrtontl ~IOml ,l(iorni
•
•
sotuz1onesemf,'ice . n,oo 0,00 0,02 Soluzione limpida. Soluz1one C() o ra le con fucqina o,no o,oo o.o~ Id. Sohuaon•' con ag~JUn la di Na Cl. t 1000. 0,00 0,00 11,00 Id. Soluzaoneconegulllnla di ~a Cl. 10/1000. 0,1.10 0,00 0,110 Id. Soluzione con ag,:tiunta di alcool. 10/1000. U,OO 0,03 0,07 Lieve nubecola al 12Soluzione con e ~tgi un giorno. La di li Cl. 10/HlOO . 0,00 0,00 0,00 Soluzione limpida. Sol uziooe conn~~i unla di ~ll'CI.I0/1000. 0,0() 0,00 0,00 Id.
667 nelle soluzioni in uso per iniezioni ipodermiche, all' l per l 00 di bicloruro di mercurio, - IJnelle preparate con acqua distillala t•omune, in ragione del tempo indicato nelle surriferite toiJPIJe. sohirono rispettivamente le seguenti perdite: 0,2t, (),4.1, o,:;s ; mentre non s1 ebbe la menoma diminuzione nel titolo di quelle preparate con acqua ridi tillata sul per·man~annto tli potassio. Coll'aggiunta di p. l di cloruro di wdio. la soluz1one in acctua ridbtillnta rimase egualmente Inalterata, e cJuella prepara ta con acqua distill:~la comune presentò. ri~peui vamente al tempo. la diminuzione di gr. 0,1 ~ O. .iO, O) iti di b1cloruru di mercu rio. Quanto alle soluzioni preparate con bicloruru di mercurio e cloridrato di morlina ana p. l cd acqua distillnta comune o ridistillata sul pe1·manganato lli polassio, p. 100 e suhito dopo liltrate; la perdita in sale mercuri co fu in ambo i cnsi di ci rca •:entigrammi 70. Il signor Vignon, limitando ltl proprie ricerche nd una soln forma di soluzioni, variamenLe custodite, polè rimanere oel ùubhio dte l'aria e la luce fos ero la causa delle alteraziOni in e'se o3servale; ciò clte dalle mte prove sarebbe e.;cluso. Convengo con lui che l'alterazione ù l•mitllln se al snle di mercurio si associa l'acido cloridrico concentrato. O\'vero 1 cloruri alcali ni: non per ciO che r1guardu la fuc:;ina. per la quale le condizioni di s1nbilità delle soluzioni mi risultarono peggiorate. Dal complesso degli esperimenti mi pare evidente che 1'alterazione delle soluzioni di bicloruro di mercur1o in genere è dovuta ad un fenomeno di riduzione determinata dalla materia organica presente nelle acque adoprate come solventu. DEI.LE SOLUZIO:-ìl Ol Sl.BLI\l.AIO CORilO'I\ O
668
ULt' \.LTER.\ZIO'\""E
L'acrrua di cisterna da me usata conteneva gr. 0,01~ di mnterin oruanica volutat(l. in base all'ossigeno consumato pel suo dosamemo, e l'acqua distillala sul fosfato di sodio ne conteneva gr. 0,019; laddove l'acqua ridistillala sul permanganato di potassio ne era assolutamente pr·iva. ~l i accer-tai inollre che in nessuna delle suddeue acque contenevasi ammoniaca, almeno in proporzione sensibile ai reagenti chimici, e con ciò parvemi doversi escloùere l'opinione di Tanret cbe attribuiva, in tesi generale, l'altera· zione di liquidi contenenti sublimato corrosivo all'ammoniaca o dell'a,:'}ua o dell'aria. Adottai, come il Taorel, il metodo di Personne: l'am· bieote in coi feci i miei sag~i ara, dal suo punto di vista, pienamente censurabile, perchè non ri mancava la presenza di vapori ammoniacali, e tuttavia non mi riuscì di trovarla neppure nelle soluzioni tenute in vasi aperti, specialmente nei vasi testimoni quali si usano nelle analisi. Certamente, se, come il Tanret, si fossero adopr·ate acqoe leggermente ammoniacali, anche ammessa l'assenza di malel'ia organica, si poteva auribuire la perdita in sale mercul'ico delle soluzioni alla formazione di cloronmiduro di mercorio. Ma nel caso mio ho potuto accertare che non trnllavasi nè punto n!) poco della formazio ne del cloroamiduro, ma bensì di una riduzione di biclontro di mercurio iu protocloruro per opera della materia organica eontennta nelle acque. ~::i può quindi concludere: - che le soluzioni di suLlimato corrosivo devono in massima prepararsi al momenlo del bisogo\J ; - che è boona pralica associarvi. a seconda dei casi, il l O per 1000 di acido' cloridr·ico o ùi cloruro ammonico ; - che per quelle destinate ad uso ipodet·mito ò il·
,.
Dt.LJ F SOI.t:llll'\1 Ili SUBI HHTO CORUO'l\·O
f)() H
lo~ico a·sociare al bicloruro di mercurio :;ali alcaloidici che, 1letermioaodo combinnzioni in~oluhili, rennono quasi inutile
il rimedio: - che non devesi credere ben conservala unn so lozione dt b1cloruro di mercurio se prepan\La colla comune a~qua distillata : potenùosi io' ece fa1· tìdanz'l delle soluzioni fatte con acfjul'l ridistillaLa sul permanganato di
pota.. ,io .
..
RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI
RIVI TA J\1EDIOA
La patogenl& delle morti lmprovrite dal punto di vùta medico legale. - A. L~.GRO~ - (Journal de Me lecin•! et Chirur fJÌe).
Il doli. Lcqros r ttteoe nece~ru·ao praltcare l'aulop..ia per accertare la cau"a reale della morte improvvisa. 1!: di tradiztone l'aLlribuir e questa morte alla rollura Iii un aneurisma, ad un embolismo polmohtue od a una apople.;~ia polmonare; ciò non pertanto lP piu gros<:e le'~ioni po!'lsono sruggire all'esame ester no. Il pror. Lacassagne, per e<~emp:o, ba prat •cato raulopsin di uu inJividuo trovato morto, a proposito d~l rJUBIP era elato eme!'SO uno dci detti diag:nostict; egli ha ri<:conlralo uno echiacciamenlo del bacino, fraLlUI'6 di coste e lacerezioni di vari visceri quantunque Il corpo nou presentasse alcuna violenzn all'esterno. D'altra par te, come risulta dalle ricerche falle dall'autore, le cattse di mor to improvvisa non si preseulano oell'ot•dme di frequenr.a che gener almente si ammette : è il cuore cbe ha maagiore impor tanza in questa pal.ogenia: vengono in seguil<1 pç•r ordine d'importanza: lo slomaco, i r eni, i polmoni ed il cervollo; vale a dire che la morte impt•ovvi~a prodotta da affezione del cervello é relativa mente rar•a, contl'8rtamenle all'opinione gooeralmonle ammes!ta. ~ferilnno attenzione specialme nte le morti improvvise nelle affezioni dell'appara to dtgdstivo, le quali, benchè relativamente fr equenti, sono fot•ae le m~no conosciute e le piu ìoaspeltate.
IUVlST.\ lfEDlCA
671
La roorle improvvisa o rapida ill seguit{) ad ingesLione di acqua ghiacciata o m olLo fredda è stata osservata sopralutto nei militar• dur anto 10 lunghe ma1·ce o le manovre; la loro innuenza é tanto più 8 temere rruanto v'ha riscaldamento precedente del corpo, s tato di vacuità dello stomaco, e quanto più la qua ntità di bevanda in~erila c considerevole. Sotto l'influenza dell"irritaziono esercitata d&lla massa liquida ingerita sulla mucosa si pr odm•ebbe un riflesso che a girebbe s ul cuore coll' int.ermedi&!'io d~>llo pneumogaslrico. La dilatazione dello stomaco può anche essere una causa di morte rapida; essa. può sopraLutto essere uni\ causa adiuvante in Ct>rli stati !Jatologici del cuore o dei polmoni. Lo stomaco dilatato si comporta io fJuesti casi come un enorme tumore; vi ha respingimento del diaframma e, per con!'eguenza, compr essione del cuor e e dei polmoni; perciò una dispnea più o meuo vi,-a ed una sincope che può talvolla avere per· terminazione la morte. Di più, la dilatazione può essere complicata da lelania ed é rapidamente s usseguita da mor te nel 70 p. tOO dei ca~:~i. Si possono a nche OS!Iervare nella dilatazione fenomem ri· fless i coneistenti in disturbi r espiralorii e circolatorii che sopl'aggiungono geoer·almenle dopo il pasto. Si osserva dis· pnea p resentante vari grad• d'intensità, poscia un'oppressione leggiera Ono aU'ortopnea vera, con riverbero s ul cuore destro e morte talvolta in una cr isi di asistolia. Dal pun to di vislli medico-legale, la morte improvvisa neH'ulcera latente dP.llo stomaco 'e nelle perforaz1oni dell'intestino é molto inter essante a s tudiare, perché essa é mollo inattesa ed ha potuto far nasce1•e talvolta l'idea di un avvelenamento criminoso. Essa pun avvenire, sia per emorragia, s ia per perrorllZione seguita da peritonite acuta. La difficoltà nasce dal fatto cbe in certi c:asi, sopr allullo nei vecclli e negU alcoolici, i sintomi di per itonHe possono passare completamente inavver titi. ~ el casi di questo genere é molto difficile p ronunciar<~~i senza autopsia. lnfine, non è impossibile la morte impr ovvisa in seguito a lilias: bili::1re per l'eccesso del dolore. A queslo riguardo, Brouardel ha citalo un caso sopraggiunto in a lcune ore m
ltiVlST A
una giovane che morl in se,;uilo a dolo1'1 addominali mollo violenti sopraggiunli dopo l'mgeshone di un bicchiere d1 &C(Iua ghiacc1ata che essa ere I••Lle avvelenata. All'autopsia si trovò un calcolo rermai.0$1 nell'ampolla di Valer. La morte improvvisa può ttuindl es>~Pre osservata assai . o venti in differenti forme dello atTezion1 del tubo d1ge ltvo. Né devesi dimenlicare che es~a é ao:osai frequente nelle affe:doui dei reni in seguilo ad ure1nia e elle essa si presenta co i molto pul che nellu atl'e zioni cerebrali. Legros ha pure 1nl'1stito sul punto che un g ran numero d1 congesl10n1 o di apoplessie polmonar1 rnorta.li $Ono state p1·eparote da malattie precedenti e soveoti latenti dell'apparato cir colatoriO o che ess~ !'-OIIIl <>allo la clipenden:t.a di due cau e molto speciali; Il} aderenze pleurali e lo s tato di l'ipient<zza ciel ventricolo. Le aderenze pleuraH sono infatti mollo frequenti r egli md1v1dui che muoiono subitaneamente ; si r1scontrano nella propot·zione dell'SO p. 100. Gli lndivitlui i cui polmoni sono co!'ll imp1•igiouaLi come in un busto sono in immiuenza d1 morte improvvisa. Per la molestia chE' esse apportano allu libera dilatazione della gabbia toracica, queste adt>Nnzc favoriqcono qingolarmeote le sincopi. Lo stesso dicasi dello f:lato di l'ipienezza dello stomaco che Impedisce la circolazione ~ può dar luogo a congestroni polmonari o cerebrali.
Del metodo anatomo-oUnloo nella me41otna mentale. Lezione d'aperLut·a della cliruca. d~;lle malattie menLali: ùel dott. A. JoFPI\OY. -
(Proarès M~dical, N. 48).
Pine!, sul finire del secolo ~coNto, liberandosi da1 pl'e~odu dizi d1 un'alt1·a epoca insorgeva contro il barbaro regime rmposto agli alienali, e reclamava per loro lo sl.csso lratt.amcnto che per gli altri ammalali. Esquirol di lui primo dicepolo propone una prima cla~sificazione nosologica delle malattie raentali, prrma tappa dello s ludlo positivo di tali afl'etioni svincolata da ogni pr·eoccupaziooe met,.gti~ica. ~la lo studio is olato della &inlomalologia può dare allo ricerche una base pr·ovvisoria, ma non basta per condurre
liEDlCA
673
a scoperte s tabili e decisive: lo studio tlel sintomo non può lJroJtarsi alla sua constatazione, occorre r•carcarne le condizioni d'esistenza e quelle eziologiche, la patogenia, il dis turbo funzionale dell'organo, e, se po..sibile, determinarne le les100i : occorre impiegare, giusta l'espressione di Charcot, il metodo anatomo clinico. Seguendo fJuesla via, Bayle studia il cervello dei mallHi che avevano presentato i dislu••bi apecluli dell'intelligenza, e le paralisi 1nuscolari già descritte da Esquirol, e scopre le les1oni g•·ossolane deU'aracnìte cronica, dimostrandola una entità morbosa ben distinta e definita e dando per tal modo una base solida allo studio della paralisi ~-tenerale. Fu questa uua delle più grandi scoperte del secolo. Raccogliendo allora eon esattezza le osservazioni dei maiali sospe\ti di demenza paralilica, si poteva all'autopsia avere la prova se i sintomi os"'orvali in vita appartenevano o no a tale malattia: metodo luogo e pazienlt', ma preciso, che permise tli classificare nello sles~o f(Uad ro malati a primo aspalto assai dissimili , eccitali, melanconici, megal&mani, perseguHali, ipocondr-iaci, demeuli; ed imoskò questa dissomiglianza sintomatica esser solo apparente, e la paralisi generalo avere realmente una siutomalologia di una fissile costante ed un andamento sempre identico. Vennero dopo i lavori di Baillarger sulle lesioni delle circonvoluzioni cerebrali. Più lardl, coi progressi della tecnica microscopica, si arriva ad allribuit•e npn più alle meningi, ma alla sostanza cerebrale la par·Le prepooderanle nelle lesioni della paralisi generale. È appunto alla nozione dell'alterazione progressiva del tessuto cerebrale che si lega la nozione clinica che assegna alla demanza il posto principale Lra i sintomi della malaltin. Ora, l'A. é giunto a domandarsi se nella alterazione del tessuto cerebrale non sia la lesione della cellula nervosa la prima a comparire e la più importante; ed assicura che a queste sue ricerche anatomiche !<Uccederanno ancht> a.de!"so, come in passato, nuoTe conquiste cliniche. Altre ricerche han dimostrato che l'alcool, la sifilide .ed allre cause possono produrre nel cervello lesionj specifiche
4a
!UVIST \
d.tfanmlt e ùtfT'u rouzJBbili Ila iJU ·Ile drlla para1isi grmeral••. rnenlre 1 strttowt cita pre!::culauo 4JUC:.Ie mala ttie ~i Il\ vi··inano tanto a qul'lli dulia pot ahst rla rendere la di&!ZIH.>"Ì l!ifficile ed incorln, nort qolo all' inizto ma in Lullo il tl<>cnr!:'o •lell'atl'ezionc. .\llorchè nel l ~H. BroNI ~pin"r più inuanzt 1'11\.l i <~uni p"P lr>rc,sori In pt'•'CÌ'WIIè uella localiaazJOCJe olell'ara-.i '· II'Jlltawlonc csollumente la ~e le alla terza cit•cfJJlVoluzione frontale ~ini,.,tru. f••co il pt·imo l'"~"'o ••ella 'ia dd l t> lornlizzaziont rct·t>brali, CO<tt recow.la dt irnpor·taoli rtsultalt . .\IIorche ll ilzt~ c Ferrier climo~trarono piu Lurdi l'eccit.ahrltlà~ dcllu corteccta l'ct·ebrale »IIH corr·~nle elellricu, ,. lrovarOlll> una wna In cui ecdlaziouc produce,·a mnv11nunti, •' que~li moviuw11ti cranu limilalt a •IU&Iche parte d"lle membra o delhl raccill "ecoudo i punti cccilttti, ~i intra,·ide la po~~i bililà .ti conof'.ce:'l' l• funztoni ~"JICCral• devolute a cio.,cun diparlimoulo c·•·rehralt·. F u solo fll'r ò pox~ftrlrln da l lnhfll'alorìo ùl fisinlogtn ulla cliuica cd a ll'uunloutill palolotricn, chfl ltl •tucsllone poté n vere una t'Oittziollt r·rotico, c le hellu t•icerche di CIPU'COl e dt Pitt'c"' dituo:<tr•at•nuo che uell'uomCJ. come negli auirnali, tt delertninati lPt'l'ilnri d~>lla t·o rtcc·cin cerebrale era no de,·nlule funzioni utolrtr'i, P. !-l polt'·. ru' vicinando le ::-lortu cliniche ed i ri'-ultati twc~r·o"cnpici, do>luuitsrtJ •Jitesta zona molr it·l.!. e dt>~linguarc iu 6"SH .lei crnll·i ~ccondnr1 nelli e pt•eci«i cJ1P p•·e..iedono ui Ul!)\'tlttcnlt dollc nwmbra superior i od 111reri"rt. della faccin. dollu linf!U&, t!CC. l· u ['"r la rnotrlita una -.ro· r orta del tnelocln 11118Lmuo- clinico, "imilo: 8 quella Ji Bl'OCA per Ju ruuzinnn ciel )Ìil!:UagztO. Fin •1ui però 11011 "' Lt·attavn che Ili loculiu.a7iom clelln roohlita. ~> la !(COper ta h Bro•·a eru ancora discus~a r•oirlu~ !'t
]trt•f<etllfl"WHIO 0,8(11'\AI..IOOj t·i~OJ'O"'G 111 CUI ~SÌSlevano clt~lUt'bi ata.,ici !'lenza alcuna alterazione 1lella circonvoluttmH' d1 Brn.:o, allorchc cumpat·vero 1 la\ol't tli \\'ernu.:k,.. e KU8!-òfll8ul. c più tardi quello lliUruvigliu!<O di Cltar·cul a fa r ci rorw:;cL•rtl le ,, fallii! :-en"oriah. t no le!ò<iou~ dol lobulo parielula-infcrior e sin istro !:t Lro\·u accompagnalu dtrll'itupos~tbililà di leggere m a non eli seri-
)lADIC \
Gìii
"ere, 1:!, la lettera app~oa tracciata, il tlllllalo non può più ricnnu~c~>rla.
Con uno leo;ione Ù•'lla prima circon"oluzione tetnporalu sini"-lra i maiali avc\'ano per.lulo la facollle di comprendere ~1nnnlo si dicc,·u, ma ;,i poteva ancora comunicare cou loro m e liante la tiC rillura. In oltrt cocti in cui "' era ctlala perd1la della rur:ollà eli l'CI'I\',.1'6, conlwuaudo a comprt>n.lere la l'arola parlata ed A 1oter "Crh t.Jre si ri,conlrava la le~ionOJ ltmitata alla . . ecùn la dr •on\"oluzions fron tale SIDJ-o-lra. Dall'analicti di '{nesti ùt,ersi di&Lurbi clt~' la parola, della Jellurn e della ,..crittura. Charcot gi un~ll u ,Junoctlrare il mecco 'll""m'l del lin~ua.:!!'io. ed •l concorc:o che l'o"-"-Or>azion~> melotltCB. dellt> lesiont organich{· del cer,ello puo r• rnrc alln p:>tcotogia. E~li ci dice che la pat·ola è u11 el<'lncnlo romple....o, in cui "i out, ri<-ono~c.. re, negli inthvidui t•tiuc·ah, al menn quali l'•> clementi fuodamenlali, e ci1)ft l'immu~ine comml'moralivn udittva, l'immagine ' 'is uale, o due eh•tnenLt mo· tort, l'ilumagim• motrice d'articolazione dato dalla ripetizione le• moYJmenh nece~sari a pronunciare la parola, e l'tmmaj:tine molnce g rafica dala dalla t'tpeliLIOne dei m o\'imenli neceasat•i scl'iveN. IJo 'luec:la noalist della parola r :sulla dunque che t'"'ic:tono almeno tJUStlro m~morie \'erbalJ, 1'101' ru,Jili\"8, In \'fsualc, In molt•ice d'arlieolaziortP, e la molrtce gralka, e chu cinscunu th l!"~e può e,;sere lec:a. iitlero>c:...eta "''Jtat·atmueule. pre;,en· tondo CO"t dei cac:t t<:olati tli amnesia udtll\'11 verbale. da sorùitu ''crbale. di amne!:'ia wrbale vic:uale e dt ce~·tlt'l \'Orbaie
r•·t·
S •bbene •tue!!Le quattro memorie di,·er"e, i~olale, "i 8'"'0emo e si aiutino a Tkeoda. pure la m moria \&t·hale complllln i• la ric:ullan le uelle quattro memor·ie parz.ioli, e ciò è ditno<~lralo dAllo dinica e dall'aoalCJlflili polologico, poiché ciac;cuna di e"'~'' pul'l e~::er pet·duta ic;olalmnente, dando luogo ad un comple!-:iso sìnlolùalico ~pecial··, cut corti!'lponde una leflione con <~ede di.,linta. Tule que!;liouw •mportantissirna in pi.licologia delle momorJe multiple spectali, ora r1so!ta collo sludt•J analomo-clìmco
676
RJ\'IST.\
delle localizzazioni cerebrali, era s tata già intraveduta da Graliolet, il quale contro l'opinionf' dei •moi tempi, ammette va una ~t~emoria speciale cot•rispondenle a ciascun c::enso. f: (a cile capire r importanza della cocoperta delle localizzazioni cerebrali per la mlldicina menl.ak E<:<sa, sebbene ancora incomplela, potrebb~ for~e dare beo pr esto una rì"posta al problema cORI tmportante ùelle follte parziali. Se le antiche nozioni di unità della mf'mot•ia, della sensibJlita. della motilità devono scomparire davanti aJia nozione anatomicamente d imo l r-ata delle loro moltiplicilil, pos"1amo --upporro! cb e anche l'inlelli~;enza, come le allrt> facoltà cerebrali, debba su Jdi\'1· dersi in elementi parzialt, eù t• \'erositmle esistano delle ra· re lisi o dei disturbi parziali t leli' intelligenza come e~islono paralisi par~ìali pet• la motilita e la sensibilità. Gli autori della prima perle di questo Meolo si di1·ec::c::ero al certo ic::linlivam ent~ verso il vero a llorchc aromi ero l'esistenza, oggi contestala, delle folhn parziali. Una delle opplicazioni p1ù dirette della scoperta delle localizzazioni cet·ebrali alla medicina mentale è qut}lla circa il modo d1 comprende1'o le allucinaziont. L'onore di que~lo prog resso si deve a Tarnburiru, 1l quale.dimoslrò che i centri corlicah della c::enf'ibilita geuerale o delle sensibilità speciali, ~ollo l' influenLa d• condiziom patologiche, possono entrare in alti\ ité primilivamente, seoza alcuna ecci !.azione periferica, nello sLe::t~o modo •!he ciò !'i 'eriflca pei centri motori, dando luogo in tar caso alla coo \·ubione: l'epiles»ia Jacksoniana ~arebbe 11 tipo di r1ucsta alliviUi morbosa dei centr1 molori. L'allucinazione, fenomeno dello stesso ordine veriftcante~i in un centro sensitivo o sensoriale, potrebbe perciò ùetinirdi tma conoulsrone tlellrz sensit.ilrtri. Da c1ò risulta cbt• dl!vono esservi tante d essi di allucinazioni quanti araono i centri cerebrali di sensib1btli, c di tale coneello si può fare fin d'ora l'eppHcoz.ione ai centri speciali del linguQggio sop rncitat~ quale una verillcazione di colltrollo · il c~nlro u,Jilivo verbale entra in a ltività solto lo stimolo t!i una parola uditn, se tale aUività sarà provocata invece lla una causa patologica, da una modificazione locale degli elementi nervosi che lo costituiscono, o anche tlella sua
KEDIC.\
677
cir('olazione1 sor ger anno imma g ini uditive verbali ed il 1118.· lato r redera Ji sentire, anzi sentirà f-lfellivame nle dolle pa· r ole t'enza che esse ~ieno r ea lrtlfmle prouuncrale: eqi~>lcrl!. cioè la sensazione uditiva cogli !<les~i caralleri dr quella che vprr ebbé provocata da un iuter locutore: vi sarà allora l'al· lucrna7.ione dei suonr. Partmenli, in !l&gUito alla I:'Cciluione 8pont.anea, interna. del centro verbale visrvo, 1tr a'•rh lo sen· ~azione t o meglio rallucinazione della 'isla della par ola <~Crilta. Tale é l'allucinazione sloriCll del banchrlto di Baldacosar re. allucinazione a!:sai piil r·ara della precdente pcr chè il r elalrvo centro cerebrale si differenzia solo mollo più lar·di, po1ch•· prrma s' rmpara a udrre, poi a parlare, e ;..olo più tar. li a leggeN e scrr vere. Occor re distinguere accanto ai centri motor i proprromente rletti, der cenlr'r di sensibilità muscolare, e la clinico ci oll're spest>o l'occasione di constatare que~lt\ distinzione. Xegh emiplegici, facendo eseguir e dei movimenli pas!livi <.Ielle membra pa ralitiche, tal uni avra r~no, !.'enza Il roncorso della vista, la nozione esa lta dei movimenti subill e della posizione del lo t·o membro per la per·cezione di una ~en~a zrone particolare, che li avvrsa ad ognr momento dello $lato di riposo o dì movimento, della posizrone delle mrmbra stesse: •' In !'OUsrbrhlà, ti senso muscolar e. In un'a ltra clas!'l~ di emiplegici si constala invece, oltre la pet•dila del movimento, anche quella del "ensn mnc;colare; tah emtplt)f,trci non hanno CO!<cienza della posizione e Jet movrmenll comunicotr alle loro membra paralilrche se non coll'aiuto della ''isla o dt>l tatto. Il "ell!IO muscoll}r e ha dunque dei centri speciali. distinti da t cl.'ntri motorr pr opr iamente detti: drstmzione questa a!l ...ai impnrtanl~> nello !;ludio della CO!II della a llucinazione motr ice. F.st!<l& unn memor ra dei movimenti e le immagini motrici coi consPr·vano non n"'l cenlro motore ..lesso, rna In IJlWllo d~l aenso mu~colar•'· Il SOf!DO, ad e!'empio, da chi c ro>de correre o loltare senza pur fare alcun mo'Vimento, o solo molto limitato, sarebbe una allucina~ione motrice &en.ra morunenti nel pr imo ca!!o, o crm morimenti nel secondo, e questa ùirnostr erebbe rziandio che l'eccilumento morboAo può non ri· mane1'8 localizzato al centro sensilivo mul'lcolare, ma r iver-
6i8
Ili\ l l'Il \
<>ar... i Elulle ragioni adiace1111, ed ir:oltre eh!! 1 ÙUtl ce111r1, motore e "en::ili\'0 mu.:colnre, il vono e"'""re vicini. l fenomeni ùel sogno ~o no gli >'li!"~i l'he si verificano nllo stato llt ve~l ia nella nllurmozione ton o "'enza follia. Il linguaggio mler iore, Jl lin~uA~f:io i.lel pensiero è 'a sen"Aliono inter ua di una parola, di una f1·a<~~. pronunciata senza 8\'l'rne udito ti '-uono, senza IHCI'Ilt' fallo i neces<~ari movimenti .!~Ilo labbt'8 e della lingua: 0 )'r,l/ttCITI(I:Ìcme t:erba/~ mOlt'tCC .vn~a mocimento, in cui l't.>cciloziona tlt'i ceulri motori corticnla dellu run.Lione del linguoguio st ri\'er ...a. ill\·ade i centri dellA c:en<:Jbililò muc:colart• do"e -.ono immacazzmate le imma:rin i motrici d'articolazioni?. Se l'eccitazione sarit piu forte, il mnlalo ript!laù le r•aro!e Jel -..uo linguaggio interno, e ... j 0\tQ lo ollttCIIW::ionc ctrbole m'•triee con 111•-Kimento. L'alludnozione vPrbale 111olrtre, come la verbale "'hli' a e quella vi~uale, ha pet• ~>l!de un ccmll'O i'Cnsitivo nella sua l'orma più i'Omplico, può inveuere anche i centri motori prOtll'iamenle dclli, ma solo $CCOtH.Iarlarnen le e per propugazionr. Qut>sLn lll'Opogszi onu •lellt\ nlluctnal.ione può effelluarsi nou solo ai centri vicini, rua anche a dic:tanza, nei ceoll·i p1il Il meno lontani: co~i -.ncredc 'flù~so che all'allucinazione della vi::~to f'i uniPce JUf•lla dell' n•llto, che nel tll.-lirio cronico rh per~ecuziono si cOrt'3tst.a pruno l' allucin~zione verbale uditi\· a, r1uiudi lo vet·Lnle mntrice coeu1a movimenlo e piu tar,h anche con mt ,.,m.-olo. Parimenh l'eccitazione morho,.a t•he produce l'allucinazione flllU !'Ì(lf'l CUO[,.,rqj !"IIÌ Ct'lllrl p!->ICIJjcj e dar Juogo Ol delirio, corna del re,.lo ancltc 1l rleltr10 puu provocare l'ttlludns7.ione. Cosi ne~li epilettici irt cu1 l'eccitazione patologica colp1,.ce pt'llniti,•amenlo 1 centri motori e genera le couvul!'ionl, per~;isle dopo ce"!"&tc questi?, si propaga ai reutri p-.ichici e c:ensoriah e ~enera delirio ed allucinazioni. la geo! l rlu delle locahzzazion[ rùJ'ebrali permise di far~: i delle allucinat.oni un concetto aualoj.!o nel,a sua semplicitù a quello chu ci facevamo di una con' ulsione. SgrazJatament(', mentre no1 conosciamo bene 1 ceutr·i n otori. non ablJìamo che uno nozione as~ai unperfetlo dei centri sensor·iuli: spe· riamo che un giol'llo la pntologia mentale riempirlt quesL& JSCU118.
YE!II! \
(j j!}
Non /o lJUÌ ti ca~o dt riferire tulle le fl('Opcrte falle nPlla tneùit'ìoa mentalr• col socco~o delrunotomiu patologica, soli} l'autore rtcorda le •·icerche t! t Par·ctwppe ~ulle lesi }Il dell" .diOh'-nto, 1 lavori ,Ji ~Iarcé "lltla demenza tenile, et'C. N·· I'0<4'<1'1'VOZione dioica fu meno attiva eù emenr.e ll('l8UO concot•so: essu si vule òi luLle le !<Ctouze, rnn tal volla l • precede, e [Htò in tal ca-<o condurrf"! u importanti scoperte. Fu C•)"l che il pt·o(' Last\~ne, o~i'l'rvator • f;!iuùiztoso, Oun e dL•· Jica~o. in uno memoriu del u;~,t !<egnnlnvo il delirio dt pcrsecu:tOtll'. ,.n... ltluenJo tra i numero~i maloti che hanno delle idee di pct·q,.cuzione in un dato wr11nento rl•·lla malatlia. come '<Ut;cede nell' nlco, lismu, nello poruli"t ~èntrnlc, un gruppo ben t!Cilllltl}, in cui il delir o J er:: ' eu livo <'ll"lilui..ce la nota <iomrnant ·. t' netlnment.., or;::aniualo iu "l~lema logJco, e l'i fortinra (•ol tlecorc:o di que:-ta Hl>Jiallill cronicA c progre&s.i,·a. '\on ba<tlt\\'0 peri) r.ver !tep••ralc> dal !.rruppo det lipemautact tli E«quH·ol tJUe<lta. categorin ben tliRLtnla, occorrovn cercnro lo Ol'tgin t e l'nndameuto rh qnellla nuova forma morbnsa, P fu pre:3LO rill'vata la pnrticoln!'ilù elle ne1 pruni rl t.lelirio in<>orgo a-<"UÌ rapidamente. rne11Lr•r• Pbe nei <:econdt ~i a c:l';i"la n•l un vero periodo pt·odromtco curallerizz:llo dn la cliflidellZIJ 1 l'llll!'!t:lu, e le Ìnterpr tazioni t.lelirnnti, ~eguile ('IÙ tar·h ·lnlle allucinazioni: e piu la malnllin progredisce, più ìJ delirio "Ì completa e si fortifica. Fu qttP!-!t& In scoperta di La!'é:;tue, che ru 1 lard•, prerisenloln, ,Jilfarenziavn il rlelirio ùi pm•c: ..cuzione, propriomeute tlrlto, dallo idee Vl\f!he di per!'ecu7.10I16 che sr hanno nell'olconliHrno 'lUimcuto; c più tardi ancora •li"tingueva da •1ue<tlo f(ruppo tl<.>i veri perseqUJtnti, •Judlo tloi perc:eguilali-pci'Se· culori, in cu1 l'audamanto e la sintornalologln sono affollo .itver... e, ed 111 eu• non si ri..:;coolr•u mni l' nllucinazrone dell'utl ilo. Quac::ta importante gcoperla fu il pr eludio di studi e ricerche rhc :<1 proc:e~uono nncora dopu quar·anla anni, e trn cu1 da,·on"' sr eciolruunte segnnJI\re i la\ori di hlo:;roau, che dimo11trano come 1uesta rnalnUio <'roniefl per eccellenza o che non termina cb e colla 'rta, finiscr' abtlualmente con due nuove fa qi: il delirio umLizio<tO e lo demenza.
680
RJVlST.\
lnli11e anche nella fJUOShone, lanlo dr attuali!~, della r·e· sponsabilihi rlegli alienali, il nostro secolu regrslra notevoli progressi, per quanto vr sia ancora mollo da fare. N•'ln siamo corto più al medio evo, in cui s r condannavano gli alienali alla morte, ma anche al presente nou dt rado si cbiama delrlto ciò che è unrcamenle follra. La questione della re!>poossbrlila legale degli alianslì é esclusivamente medica; è questione dr diagnosr, è la òiffer enziazione clinica del pazzi) dal JelinquenLc; pt•oblema $pesso difficilissimo. talora impo~"tbile a risolvere. l colpilr da demenza a·~olultl, da follia generale furono in ogni tempo •·onsiderat.a come rrresponsaùrlr, ma l'O){\ in que"lo secolo si •· esteso tonto tl campo della esonerazione legale degli alienati, ed i meJici, tonvioti grò essi stessi, coovmsero pure i gìudicr deUa rrro~ponsabilitil dei maiali colpili da dP.lìrio parziule, da follia moralt!, da follia degli allr, l'ollto transitoria , ecc. La questione difficile e scollante dei roppor·Li tra la follia ed il delitto, ru trattata recenlerocnte da~-tli ingegni piu elevati, e so:~o b,.n noli i luvorr di Lombr(>SO, Maudsley, Lo!!égue, Magnan, Brouardel, Féro, e dr tanlr allrr, co"lituenti la scuola d'antr·opologra crimioalu rnoch:rna: rno btllogna riCOrdare che Lratla!ii di una scienzu nuova, e guordt~rsi dalle generalizzazioni troppo precipitate. Si tralla rn SO"''\anza di ricerchn mediche, ed è qu:ndt al metodo anatorno-clinico che dobbiamo atlenercr· ogser vaodo 1 rulLI, constatand{\ le !estoni, accumulando le osser vazioni, giUngat·emo a conclusroni stcut•t> ed importanti. Ora chr la medicina menlule é stata soLLraUa alla psicoIO!Xia,trallandosi di una que><tione di vera patologia, spetta ut medici dr f'ludia rla e di rì~olverla, e in ~·:guito tocchera tti giureconsullì dì prender eLlo della l'IOluzione e farne l'sppli· cazìone pratica. VtERORDT. -
TT&ttamento della 41ftertte ool alero dl
BehriDg. - (DeLtl. med. Woch., H marzo 18!la)
Vìerordl ha trattato 7':i ca i col "iero dt Behring; rn 6;~ ~~ rinvenne il bacillo dr Uifller. Da questi fì:l cast debbono de-
IIEDJCA
681
dursi 8 i quali erano moribondi quando furono uceeltati nell'ospedale o erano aff~Lli da allre lesioni constatate dopo la mor te. La mnrlalil.à perciò fu del H p. 100 invece dal 6i al37 p. tOQ come negli scQrsi sei anni. Se si aggiungono t casi sunnotati dei moribondi allora la morlalil.a sale al 25 p. 100. Tra gli ammalaLi non tracheotomizzali la morlalità fu del 27 p. 100 ed in quelli tracheotomizzali e!:)sa si elevò al 10 p. 100. Dei 2.S individui entrali a laringe intatta solo 1 mori. Di 23 ca~i ammessi con spasmo lariugeo e retraz1one delle par li molli t~ vennero lracbeolomizzati: in 9 di questi 23 casi i sinlumi di stenosi scomparvero senza Lrachelomia in 18-2 ~ ore. Un tt•allamento precoce non p1•evenne sempre la morte. Nessun notevole cambiamento avvenne nella membrana dopo l'iniezione è degno eli nola fu l'assenza di diffusione del proce~so alla laringe. Si notò una Iavot•evole azione sul cuore: l'albuminut•ia non [u notata come pel passato. La paralisi del palato fu ft'equentemenle notata. L'autore non ha constatato mai una raplda defervescenza dopo l'iruezione. Le eruzioni culanee furono notate 15 volte e la r ecidiva avvenne 5 volle. U V. conehiude che nessun eCCello dispiacevole ebbe a notarsi in seguito. Benche, secondo l'autore, questi casi non offrono una prova rigor osamente scientifica, egli è sempre più disposto a crede•·e all'azione specifica del siet·o. n s uo uso e tmpe rativo e il suo impiego non cie ve attendere rl risultato dell'esame baLleriologico. Meno di 1000 unità immuniz-t.anli saranno t·at·amente richlesli nei casi lievi e s aranno ripetute nei casi più g ravi nelle 2i o ~8 ore. PasserA ancora del tempo prima sia provata l'assoluta efficacia del metodo. G. G. FURST . -
L• difterite. -
(8er l. Klinilc ., marzo, 1 95)
Fftrst discute la dia gnosi clini ca e battet·iologica dei casi sospetti di difterite. La diagnosi pr(lcoce può farsi in 24-48 ore. Nella dia gnosi clinica, l'autore discute gli st:ldi indiiTer·enti, gli stadi sospelli e quelli di malattia conre r mata e ne assegna i sintomi. La diagnosi batlerlologica non può escludere quella clinica. Quest'ultima mette m g rado di distin-
682
lU\'lSTA
gnere con una certa appro!'ìsimazione le rorme semplici dalle altre. L'esame buttéri.ologico può fa rsi in 12-24 ore e la presenza del baci1lo non è prova assoluta di difterite come auche la sua a.sseuza non la esclude. L'a~ltot·o conchiude che un soddisfacente esame balleriologico e quasi impossibile nella pratica privata. Si dovrebbero istiluh·e dei gabinetti speciali per eseguire simili ricerche. Quest' esame balteeiologico è dal punto di vista scientifico, pratico e statistico di capitale .importa02a. Il risulta to di esso non ùeve attendersi per poter adottare il trattamento e le misure profilattiche. Il trattamento !ocalo Jella ùiflerite colla miscela di ferro e toluolo di Loftler dev'essere adottato; avendo cura di prelevare una pseudo membrana per l'esame batteriologico. Disgrazialame11Le rruesto rueloùo non può usarsi da tulli nei casi di dil'lel'ile na<:o-t'aringea e laringea. Ogni penoellazione della miscela sarà seguita da gargarismi per prevenire il bruciore. L'antitossina specifica è da usarsi quando il processo non ò limitato al sito d'invasione e quando il trattamento locale è impossibtle. La sua inutilità si manifesta nelle infezioni settiche secondarie, nelle difterite dei bronchi; essa poi non va esente da pericoli. G. G. P . B L AIKIE SMlTH. - Trattamento della. polmonite acuta mediante gll archetti a ghiacoto. - (Brit. Med. Jour11., il maggio 1895).
L'a utore fu indotto a Lrallare la polmonite acuta in questo m odo dall'tmpol·tante statistica del tlolt. vV. Soltan Fenwick il quale facendo uso delle spugnature fredde ebbe una mortalità dél 10 p. 100 mentre trattando la polmonite nei modj conosciuti la morlalilà raggiunse il 23 p. 100. Lo Smith lta usato il suo pr ocesso in cinque casi di polmonite acuta e non ebbe a deplorare nessun mor to. Essù si esegue nel seguente modo. Il paziente, con in dosso una camicia da notte di colone, é posto a letto con un lenzuolo che ricopre jJ materasso. Sul tronco e sullo gambe son sit uati due larghi a!'chetli estendentisi dalle spalle ai piedi. A
m..OlC.\
083
'fUesli arcbelli sono appesi da !lei ad otto secchielli ripit>ni tli ghiacrio: un termometro è attaccalo all'archello supertore o entrambi 1 tra biccoli Mno pr otetti prima da una coperta, poi da tela impermeabtle ed mfino dall'ordinaria coltre. l ~;;ecc!Jielli sono riforniti di ghiaccio non appena questo coUJincia a liquefnl'si (circa ogni 2 e 3 ore). La temperatura dell'aria sotto i lrabiccoli e quella del paziente è presa ad intervalli regolari: il trallamenlo !li continua finché lo lempcratut·a del corpo non è divenuta uormalo. Tulli i ca<~i lratlali a !JlH sto modo erano di polmonite stenlca acuta complicoli a pleur·ite io inruvidui dell'età dot :JO ai ID anni. L'autore ~bbe cura ùi notare la temperatura della sala, quella ciell'arta sollo i trabiccoli e quello del paziente ogni 4 or e. Notò auchc la temperatura ùelh• coperte prima si ~ilnassero glt archeW o dopo esserne l'tali rimossi a cura ultimata, cio~ la temperatura del lelto preparato sul modo ordinario. Rilevò infine la temperatura e~otlo i lrabiccoli prima che vi si sospendessero i secchielli eli ghiaccio e gli effelLi proùolli su que~::~La tempe1'atura dell'uso tiPI ghiaccio. Il 1" ca~o si rtferisce ad un uomo di 30 anni che fu rico''et·ato all'ospeùale uel 1' giorno di malattia. Aveva polmonite che ave\'a impegnato lullo il polmone sinistro compltcala a pl•'urile. Il polc:o era a 106, le respirazioni il, e la temper'a~ura 39",5 C. (103• F., In I(Ueslo raso. prima che ~i istituisse il trattamento antipiretico la temperatura dell'aria solto le coperte era di :H•, I t (8, ° F): dopo 't ore essa !!i ab· ba..,!"ò a 2.2',2~ (72' Fì e tlopo allt·e quattro ore d'uso del ghiaccio discese a 16°,67 (G2o F.): durante Lutlo il lratlamenlù (8 giorni) essa oscillò tra 15•,5 e 21',1 1 (60° e 70° F.) Appena rimossi i secchielli di ghiaccio la temperaltJra del !ello sali a 27•,2 (81' F.}. L a temperatura del corpo non sub1 alcun marcato abbassamento f'~c:a gra,latamente ed alcune \'olle a sbalzi diminut. Il polstl, le respirazioni non sembrarono di essere prtllicamenle influenzale dal traltamento. Il 2o ra,;o é quello d'un uomo che entr·ò nell'ospedale al i-o giorno d'una polmonite ùel lobo superiOI·e destro anche es~a complicata a pleurite. La temperatura ùel !ello era di 2G•,i (80' F.) e quella dc::! paziente di ci l'ca .i ,l• (IQ5o,1 F.). Hiern-
61H
RlVISTA
pHi i secchielli di ghiaccio, dopo due ore la Lempera.tur·a del leLto discese a 22•,8 (73' F.) ma la temperatur-a del corpo non sub1 alcun mutamento. Fino oli"So giorno, in cui avvenne la crisi, colruso continuo del ghiaccio Ja temperatura del letlo oscillò lra 1S•,:l e 23•,;{ (65' e H• F .) rimosso questo la lemperatura sall n 3L•5 (87• F.). In '!Uesto caso gli effetti del lrallament.o sulla lemperalut•a del corpo non fut•ono mollo manifesti. Nel pomeriggio di tre giorni consecutivi il termomelt•o sorpassò i 40°,5: ma all'S• giorno esso discese bruscamente alla cifra normalo. L'influenzo del ghiaccio sembrò più evidente sulla respirazione e sul polso, poiché con una temperatura di 40',5 quella cresce 30-35 al minuto, questo si mantenne a 100 ballili. Renchè, per l'esiguo numero di casi osservati, lo Smith non possa ascrivere a questo Lratlamenlo, rigoro~amente, eseguilo, alcun dec1so miglioramento pure egh è d'opinione che esso ha esercitato una notevole azione sulla temperatura del corpo impedendone l'aumento. Anche il polso e la respil·azione furono beneficamente influenzate poirhé i moti del cuore non furono mai nè frequenti ne deboli e la resprrazione non fu mai cau"a di preoccuJ~azione. Di norma, gli ammalati si sentivano bene solto questo tr•aLUirncnlo. Uno o due di essi si lamentarono di freddo ai pied•: ma l'uso di certe calze fece cessare ogni molestia. In un paziente si ebbe un profuso sudore cbe molto l<' tormentò l'uso continuo del ghiaccio fece cessar·e questo disturbo. Nei primi cas i si notò qualche inconveniente dovuto all'accumulo di vapore acquoso l'IUIIa superficie dei seccbielli che a goccie cadeva sttl corpo degli ammalali: ad esso riparassi coprenùo i secchie!Ji con pezze di lana. Quale è il meccanismo d'azione di l')uesto Lrallaml?nlo 1 Lo Smilh lo fa dipendere e dell'aria confinata solto gli archetti e dai secchieUi di ghiacc1o. La lemperalura al di solto dei tra biccoli fu abbas5at.a di molto col semplice loro uso e l'abbassamento dlvenne molto maggiore coll'introduzione dei seccbielli di ghiaccio. E rlubbio I')Uale di questi due fatto ri abbia esercitalo maggior inllucnza. Lo Smilh inclina a credere che l'uso dci trabiccolì ruramenle e semplicemente sia stato p!il emcace ùella liquefazione del fthlaccio.
\ I&Oit..\
685
L· autore conclude, pur convenendo che il numero dei suoi casi é troppo esi~uo per dare allermazioni r ecise, •·accomandando l'uro degli nrchelt1 a gh1accio come una forma mite dt trattamento antipiretico, conveni••nte a cnsi d1 polmllnite s tenica acut.a, d1 fac1le appltcozionP, non violento nei suoi etlelli e non spossanle per gli ammnlati. G. G.
JUoerohe atatlatlohe aull'ezlologla delle tabt. - fleRBNI. (Journal de Médecine et de Cltirttr(lie. febbraio l8!l5). L· autore ha fallo una serie di ricerche '-latist1cbe sull'eziologia (Iella labe che mettono m luet~ alcune parhcolaritA ancnra dil"cussll su questa eziologia complessa. Esse sono ba<~ale !>.UIIo spoglio di 22:> osservazioni mollo completE' raccolte in vari ann1 nel riparto del prorèssot·e Pitres di Bour· desux). L'mtluenza della sifilide t'· pienatuento dimostraLa senza lrovarvi però quella prepoudei'anza stracwdinaritt 1ndtcala da alcunA "latislicht>. La proporzione, non tenendo ronto che dei cnsi di sifilide certa o probabile, aslra:lione falla dai casi du bbi, é d1 J2~> ca~i sopra :!:!:l, vale a d1r1· ;,5 per 100 circa. Vil1 o lnt)no sr,ve11tì, la s1filide è associata ad allre cause pO~"-ibili, come rered1la nevro-arlritica, ~~~ ecCPS~I venerei, l'alcoolismo; lullavia, ehmmando le caust• rhe pOll!;Ono avere una parte eziologka, ~i trovu la sifilule come solo CSU!>a in 48 casi ~u 22:>, vnle a dir~ :H,:<;J per 100. ~In aq~egoanJo la parte più gt'&llde alla siJllide, addizionando tulh i ca... i di sifill Je ct•rta. probabile od anche dubb1a, rimangono 73 maiali sopra ~~5. o :l:!,1-t per 100 che 110n hanno presentato ulcuna traccia d'mf,.zlone sifililica. Oi pit'1, pure cae in duo atas~ici la La be abbia preceduto la comparsa de;.:li accidenti '-tlllil1ct La "'illlide •11und1 non c una causa necesE~aria della labt'. ~ci ca~i in cu1 la ~inlide non ha avuto parte, ~i deve il piu spesso invocA1·e la creJitu ne,·ro- arlrilica: ven_stono in se~tuto, ma in una manie1·a meno n l'lta, ralcoolismo, glt ecct!~Sr venerd, il diabete.
6'H.ì
Rl\"I~TA
u,~r.>nì richi~rna anche l'aLt.onzione fiOpt•o uno cau<~n secon· dnr10 che p1u•e ahbiu ttj;tito in modo mollo chiaro '~U alcuni maiali, preJi-<po"l• per la mnggìCJr parl" qja dallo sifilide. sia dalla loro erod1Lt\, vale A dire il freddo mlenso e prolungato. Questo fallo il stato osservuto in particolat•o 111 vecchi militari i quali hanno presnnlato 1 pl'ltni fenomeni tabetJca
dopo un fr,•ddo prolungato. l nllne B erem hn ratto uon J•ìcerca, fino ad ot•a non stola
falLa, 11uella cioè •·elativa alla ÙJscendenw de• labotici. Pat·c che la tabe non S'~P.rcili alcuna 10flueuzn tlunoosa irnmedJata sulla discendenza lobolica. l 1unlati, la cui funzione ~enerico è slala rt<=peUaLa, producftllo in generolt! bambini !"&Ili, in ùuouo salute. ~la chi f(aranlrsce che più lnrdi, que~ti bamh111i non saranno colli do una JIP\'l'<)palin qualsia'-i 7
Compltoaz lonl gentto-urlnarle 4ell' ln Jla enza. - (Journal de ttHltlecine l'l de chir•,ruie, febbraio l8!l5)
LA\1 \RQUE.
Si nota sovente nel · mfluunzo una nllllunmazJOne J•asse~. gil'l'8 dei reni,
wla glomerulite le{!!JICNZ con aliJuminurfn. È l'azione piu attenuala d~>l wleno ojpiJ'wlluenza l'Ui Nn i: le orine contellg<)no tr&c~'e .l'albumina p••r •1ualche ~1urno senza che però l'o n iamenlo della malatt.n ~nbis~1 la minima modifìcaz one. !\la oltre a questa lieve ttlbuminurla che dipende, secondo lulle le appnt·enze, •lalrutl 'nsiln della febbre di iniz1o e dell'inrezione, !li possono o"'ér\'aru rt: r e ne(rili, nrfrili graci, eh~> possono tlu dal pr:mo moINln!ttl01'ia
menti> esporre il malato ai pericoli dt•ll' insurtlcienza orint~rie.
Vi sono caqi in cui il malato so::combe rnpidissim&Hlenle alrurl.liOia. ~f a que::>lo esito faLale t' fortunatamente l"ec••ezione; la pro;:wosi delle nefrrh da influenza è ClrJinal'iamente pn. hcni,:tna, la mn!{gior parlP. di esse gun1·iscono, (>t\ alcunt\ passano allo slalo ~uba.culo où allo l>l.alo cronico. E~~e posl!'ono comparire fin dell'initJO dell'influenza, ma la rna~gior parlo uel suo declinare o duranle la convalescenza.
HS'i
'IK!IICA
El>:;e as..,umono or.lina r iarnenle due forme: la forma ~11101' · ra!Jica o lo forrtl(z rilbtw.inosa. :"el primo ca«o l'ematuria ~i prcs•mla como Il primo ronompno rlella neftttr :\f n pìu COffiUllOUH~IlLI' lt~ norrilt rill influenzn 88SUtùOUO il tipo del mule dt Brighi , vnJe 1:1 dire olt•lla n.r{rile alb11min.o~u ('On ulema pitt o men.' 'Jt:nera.li;:ato. Qu •sti ca~i sono ordinarwmente huuigni per le cnu!<CJruenze; 1na put\ accn er.1 che la nofrile diventi coubacuta od anche c•·onica e che la malattia :si ... volga allora como ti uulle
dt Bril:hl ordinat·ìo. Ln IP"'inno renaln dell'ildluenzll 11011 '' semp t•e loculittaLa e~clu~ìvam~nl•• 111 Lubi urmiferi cito formano la so~lnuzo del rene, pult e~ lend orsi allo pnrlt vicine ~ determ:nnru iollamrnawJIIt dei calil!t e det bacmeht ud anela~> del lU'-"Ulo cellulare che avvolfte il rene. Le cowpl.cat.ioui po::.-sono pnriJ inltl1'6-"'!:'are le ve~ci ·a ; Mno stati eilùli \:Bt'i cast Ji ~·stile tnfclli\'8 con ematnt·ta. Fu puto noLnto ello cisltLi pr·eesì;.Luuli sono alalo agga·a vaLe dall' inllu<'nza. L' inliuenz.a può anche. in certi c~'"i, determinare tnflommazJOni dull'urelru ~imulanlt l'urelrth• bleuort-a~tca c si vede allora che lo scolo ~compare conlemporaoeamonle allo malutlia primilava. Anche neLla tlnnna possuno riscontt•arsi lesioni òt>l Ponole tlell'u roLra. Si pos~ouo puro osservm·c sia coulcmpornneamenlu all'urelr tlo. "'Hl ic;olalamenle, lesioni del le~ticolo e net !<UOi tJIIIIUS:.I. N•' può d'altronrle r ccllr tnt'l'i\Viglìa ti ratto di ritwonlr·aro l'orcltile nel corso dell'influenza, malattia infetll"a, se st pen"a ali· orcluli t!ogli uru.-cltiom. tlelle ton illiti del vaiuolo, deiJa scarlattina e •lellu fobbre tifoidea.
n singhtono nella febbre tttoldea.. -
U ,\UI\Eli.. L\N, -
(.To11rtta tb• mhlecine et dt cllirurqie, marzo JS!J5). Qu~:sla complicazione è stata rari!ì--imawenle oss••t'HllU e fino aJ ora non de'lcritla • sludt&la J'Dl'licolert!g~ialumenl~ L'autot·e ha riuni to alcuni cast uwlln inler essanti in una Rua
688
IUVISTA
lesi, e tra gli allri l'osservazione di un professore della faco•là di Bordeaux in eui il singhiozzo ha prese ntato un'intensità del lutto stt•aordinaria. Analizzando e confrontando questi differenti fatti, Daureillan ha potuto dare uno descrizione di questo sintomo poco conosciuto. È da notare anzi tutto che il singhiozzo non fu mai osservato nell'Inizio della febbre, ma in un periodo avanzalo della malattia, in generale dal 15" al 200 giorno. Pare che questo singhiozzo si presenti solto due forme, nlermittente e continua, sia di giorno, sia di notte, allo stato di veglia o cessando durante il sonno. Il singhiozzo si presenta dappl'ima sotto forma di piccoli accessi isolati, separati da lunghi intervalli di remissione, e cosi rari che essi passano •tuasi inavvertiti non solo al m&dico, ma anche a quelli che assistono il malato. In questo momento, il malato si alimenta ancol'a come ordinat•iomenle, il singhiozzo uon disturba che debolmente le sue funzioni e per mette il sonno. Ma ben tosto, gli accessi si fanno piu frequenti e avvicinandosi sempre più cominciano a diventare subentranti, impedendo al malato di godere un sonno ripat·atore. Compaiono i vomiti biliosi, dovuti al singhiozzo; il morale del malato é colpito; il sistema ne1•voso tullo intiero ne risente il contraccolpo. li soggetto é abbattuto tanto dal punto di vista fisico che da quello morale: l'intensità del singbJozzo raggiunge il suo apogeo. Esso perde la s ua forma intermiLlenle per assumere il tipo continuo, non lasciando al malato che alcuni istanti di dilazione. E:;so ass ume soventi anche la ror ma di crisi che finiscono con un accesso di vomiti. È talvolta cosi intenso da manireslarsi anche durante 11 sonno. Dopo aver raçrgiunto il suo apogeo come intensità, questo fenomeno diminuisce in seguito gradatamente. Esso porò può proluogarsi molto tempo, perché in un caso ha. duralo due mesi circa La sua prognosi deve essere molto riservata. I n una maniera generale: il singhiozzo cho si presenta nel corso della rebbre tiroidea è certamente grave e deve preoccupare al più allo grado il clinico. Talvolta quasi insignificante esso cede facilmente ad un trattamento ben di-
MEDICA.
689
retto; t.alvolLa al contrario, la sua intensità é tale che aggrava singolarmente l'affezione al punto di rneLtere io pericolo la vHa ùel malato. ~on è possibile a priori affermare a qual grado esso si arresterà; s i dovrà semp•·e tener conto dello stato generale del soggetto, della gravezza ,]egli allri: sintomi della rnalaltia. I compensi tet•apeutici da usare sono sovratutlo l'eletlrizzazione d,.ei nervi frenici, la refrigerazione e prinnipalmente l'avviluppamento ùel tronco con una flanella inumidita e l'applicazione sulla regione del collo di compresse imbibite di un lì•ruido compos to di i parLi di menlolo e di ~O parti di et~re e di cloroformio.
RI VISTA CHl RUBGI CA JoHN MuRPHY di Chicago. -
Analisi dl cui operati ool bottone dl Murphy. - (The Lancet, aprile 95).
Scorso il tempo della polemica, dei tentativi sperim(1T1tali e delle timide applicazioni chiruJ•giche, l'autore crede che sia ora di tl·arre le conclusioni da un g ran numero di casi 'ope~ rati col suo bottone, esaminandoli prima in massa, poi rilevando gl'insuccessi e valulandone le cause, discernendo cioé quelle att1 ibuibìli alla gravità ùella malattia, alle condizioni generali prodotte dalla molaltia stessa, da quelle che sono inerenti all'operazione, come gl'insuccessi nel rintracciare il vero pw1to della lesione, le conseguenze irnmediale dell'operazione stessa, le cause inter\:orrenli. Gastro-enterosiom ia pet· cancro, ravvicinamento latet•o.IE:: '27 operati, 9 morti. Nel primo degli operati venuti a morte v'era stata imponente emorragia ripeLutasi nelie r1uattro settimane prece4\
1i90
RIV ISTA
de nlì l'operazione. L'emorragia continuò ancora per qualtt•o gior ni, malgrado che l'oper azione fosse stata compiuta in 7 minuti. Il secondo morj in 48 orP per esaurimento. Il terzo, mollo emaciato e depresso prima dell'operazione, rnor i in h! ore, il I'JU&rto ebbe la sles~>a sorle. :\el quinto iusucces:.c• si era usato un bottone troppo piccolo, cbe non pote,·a contenere una sufficiente quantita di tessuto, onde la Luntca intestinale sfuggt dalla I!lOrsa, eJ il contenuto intestinal6 si versò nel peril.oneo. Il sesto mot·to "i ebbe per perHonite cn·coscrilla al terzo giorno L'autopsta rwe16 ravvicinamento perfello dei margini della ferfla, laq~a ulcera dello stomaco, cancro del pancreas, fegato ed allrt organi. N el seUi111o c ho mot• l pet· esa uri mento quattro gior·ni ùopo l'operazioue, il boli.Qne si trovo in silo. L'oLlavo ruorl al sellimo !riorno per peritonite supput•ala, il bollono era a posto. Nel noho morto pe1· perilonite settica, il bottone non era han chin!;o, ed un lembo dello stomaco era 11fuggil.o. I n conclusione, de' nove tuot•ti, due peril'ono per impet·ft!lla operazione, cruallJ·o pel' esaurimenlo. tre pel' perilonite da infeoztone durante l'operazione. Siccome li potet·e l'igeneratno negli affetti da cancro è mollo indebolito, l'auLot•e scarillra con una punla d'ago la ,.uperficie pet·ttoueale dello stomaco e d~ll'tnleslino ne' pwtlt dove deve avvenire 1l contatto, e passa alcuui punti di sutura inlerclsa. a mezzo pollice dal bottone, fr-a l'intestino e lo stomaco per Yinc:ere la relr'8zione dell'intestino. Preferisce la posizione tli Von Hackel' quantunque possa us8l'SÌ anche quella di Wl)lfler, pel più facile pas.sa~gio del bollane nell'intestino. Se n cancro mvolge solo una piccola pot•zione del pilor·o, il meglio é ìncidet•e il duodeno a due pollici sollo Il pilo!'o, ettt·ire i capt vicini con una sutu!'a Czerny-Lembe!'l, ed i lontani riunirli alla par ete pos~eriore dello stomaco col bottone. N~lle opex•ationi ds ravvicinamento della parete anteriore
CRfRURGit'.\
tHl!
dello stomaco, il bottone é caduto nello "tornaco t11111ttro
,·o!le uuanluuque l'autore ahbìs semprt.> u~ato in queste operail bottone cil'colare, riconosco i pregi d··l bullnne ublungo che produce una prù lflr ga apPrlurn. ~l in11eri!'t:tt p1u facilmente, e passa piu libersuncnte n ell'inle<~lino. Dalle pr ecedenti osservazioni l'autore conclude: che la :;to"'lro-eJ•lero<~tomia non dovrebhe mai ""urP -.egulla in infel'llli molto deper ili ; che m que~le opPrazion• ò proft>r·ih1le la posizione di Von Hacker, che uno sutura al d1fuori del bottone può l'Sser·e utile a diminuire la tensione delle viflrert•; che ne' restringìroenti non maligui tlel pilorn il cu{'n òel duoùeno dev'••s<~e re riumto allo parete pMlerioro dello t:lomaco; che bisogno somministrare un nutrimento li•tuitlo all'infermo, appena passati gli effetti dell'a:seslesia. Pilorectomta. - Con l'uso del bottone quest'operazione cliviene immune dallo shock, e dal lrasudamenlo di ll•1uido n (·l p un lo di r uvvicinamenlo. Legato Il met'enlerio del rapo fluperiore dello stomaco, piloro e duodeno in modo eta rormerne un grosso peduncolo, mediante tre o qualtro leglllur e, "e n,_. ra la J'eci$ione; poi si lega il mesenter io del rapo inCPriore au·,~te sso modo, e SI coollPva Il rilnro ruorr dell'incisione addominale. st avvolge con l{tl r7a, si slrmge con r ol.lu"Lo pinze oi due estremi, si esegue un'incisione cu·coiA re nello stomaco che r ecide peritonoo e muscolarn, relralli que~ti tessuti di mezzo pollice s'ill(:ide la mucosa, <~i chiu.ta "(Uesta rapidamente con una couturtt conhnua, indc lo <~iero a e muscolare con una sutura alla Lt>mbert Poi si s tringe 11 duoceno fra due pinze e si reciJe. vi co'iu lt~ure una meta di boUooe, l'altra metà si pone nella parete postcr1or e dt-llo stomaco od un pollice dalla linea di fluture, e le due metu di bottone fli incastrano fra loro. Delle qualtro operazioni eseguiLe in que lo modo doll'riUlore, Ire eùboro e 1to felice, ed rl bottone passò coempre nel duodeno. ColeeistùluodeflO:~torru.a. - In :18 casi 1lr coleliLia ..i fu eseguila quPsL'operazione, e non si ebbo che un dect!SSO al ;o giorno pPr continua emorragia del fegato lacerato nel l iOni
RIVJST \
l"eparare le aderenze. L'obieztono teoretica del hollon~.: che potr~bbe cadere nella ci~ltflllea e r imaner-vt, noo i· stata avvalorala du Ull SOl fallO. IJ perÌI'OIO d'emorra~Ì8 a vet•amenle imponente e bisogna badat• molto alln cli~cis<ltOne dell~ aderenze col fegato. La colectsten~ro!to11lla per tumori malignt non dà buo111 risultati. Ot otto operati selle morit•ono. E!'lsa é irtdtcota nelle ostruzioni del dotto comune. in quella dt l dotto ci<::ltco. nellt> coleci ... titi crontche con tspe~simento delle pareh, nt!lle fistole biliari allorché l'infermo f\ emactato dnlla perdita di bile E conlroindH·atu nella gangrena della cisliJillea. Enteroxlmtlia od approssima;;ione inte~tlinal1• - E questo il vero r~mpo d'azione d~>l bollone nelle t•eseztoni d"intestino per gnn~rena, per ostruzione int<>~o~tmalt>, per Prnta, per cura delle fistole fecali, per lumorì m~:~ltgnr, perforazioni intestinali trauntaltcht· f! patologiche. nelle rec::ezioni del rello. Per gan~rena delt'inlt><::tiuo da o lruztone interna si ,. u-.alo il bnttone H volle, e si é ovulo un llecesM avvenuto in 2t ore m un raf!rllZO dt!bolt nel rJutlle J'o!;lruzroue datava da quattt•o setL1mane. ~elle re!"a;doni per ernia gangrenata, c::u 12 op•'raLioni <::i ebbet·o duu morti, il pr11110 trr 4fl ore pPr perrtonile liellira esistente gitt al rnomenlo delroperazion~, il se<•ondo in 30 ore per uuloinln'!'stcaztoo~ da decomposizione di proleitli ritenuti nel cenale altmeotarc. l Hove casi operati per flstola sLercoracea guarjr ono LuLti, c16 che dimostra ìl l!ran vanlag~io clu ha la re'!ezione e ravvicinamento t.le' capi sul ravvicinamento laterale. P er tumori non maligni l'Autore ha e<::t•~uito }l re<::ezroni, ed ha avuto due decesst; 11 dollot· Price 10 sette OlJCrazroni ha ottenuto Rei gua ri~ioni. Nel primo degli operati dall'uulor~ In per-itonile JriA iniziata continuò, nel sAcondo in<::ucce<>~o la morte avvenne put• aulomtossicazione, nel caso Henluralo tlel dottor P rrco il malato si perde pPr collasso dodici ore dopo l'operazione. Questa stessa operazione eseguita per tumori maligni non .111 t•ic::ullati co<::i soddisfacenti, ma e sempr e preferibile agli altri metod1, perché 111 :30 casi si t•bbero ~olo 7 morti, com-
CUIRLTf\&IC'A
693
pre$e 8 resel.ioni deJ ceco. Le morti &YVunnero per tnfezione dall'e.<>ler no du rante l'operazione, per collasso, per perilonile preeflisLente, per soverchia grandezza de-l bottone che aveva perforat.o l'intestino, pe1• gangrena de' margini compressi troppo dal bottone, pe1· esaurimento. Lt\ morlalilu per perforazione intestinale sia per ferita d'arma da fuoco che per ulct:ra é sempre stata grande. e Lucke nella s ua collezione ùi 3:!2 casi trovò cha nelle operazioni eseguite nelle prirne J2 o1·e la mor.talllà ascende,'& a 58,2 p. 100, in quelle ese.truile dooo i 2 o t·e a i!J,5 p. 100. In l')uanlo ai proiettili penetrati nell'addome bisogna tenere a calcolo il precedente atraticamenlo del paziente. le profuse emorragie, il colpo che rice ve 1l sistema n~t·voso, la molleplicilé delle perforazioni, che include la 1·esezione di lunghi tratlt dell'intestino, o pin resezioni, nel qual caso bisogna applicare più bolloni. R.el$e.zioni del retto. - L'autore ne l a esegllile lre con estlo di guat·igione. Dopo unA. lunga e particolareggiata slattstica delle operaziolù eseguile dall'autore e da altri chirurght inRie«t col suo bottone, operazioni che complessivamen te ascendono a Hl7, egli viene alle seguP-nli conclusioni: l" La cicatrice che sì ottiene col bottone di Murplly non si relrae. 2• l calibri ~. l e N. 2 servono bene per la culecistanteroslomia. :~· l ravvicinamenti degli es tJ·emi recisi, o de' lati recisi, o degli estremi con le superficie di taglio lalerole, devono esser ralli col bottone N. 3, nell'illtestino tenue. io Le !>lesse operazioni nell'intestino crasso richie dono il N. 1-. Que~li diametri sono di 3/i di pollice pel N. l, di 4/6 pel N. 2, di f>/6 pel N. 3, di un pollice pel N. ~. 5• Un bottone spectale di poli. l IJ i con un lungo cilindt·o masc hio può esser vantaggiosamente u!;la l{) in alcuni casi di resezione del retto. 6• Nelle ostruzioni intestinali l'unione de' capi 1·ecisi da risultati migliori che uon l'approssi mazione laterale, lo slesc:o dica~i delle ernie gangrenale e delle fistole fecali.
Rl\'lS l \
7' Gl'infermi devono esser nutriti con alimenti liquidi <>ubilo dopo pa:o ata rane.<~leltia, e bisogna tosto J)rocurdre tl mo"irnf'nto inleslinale, ed ottenere evacuazioui rre,1uenti. • Se il bottone non pas~ dopo due o tre sctl•mane, bisogna esaminare il retto, pereho può esser ritenuto dali<> !'lflnL•lre. !J0 Si ò avuto un caso di occlusione del bottone per o«truzione recale del cilindt•o, cosa che si può evtl.llre sornminish•undo un leggero N\tat·lico subito dopo l'ope1'aziot1c. 100 Quando si ripongono J!' intestina nel cavo dddotmnule, Li<~o~na cc.llocarlA in linet: parallele onlle evtlare CUJ'\Ij lroppo pronuncia te. u· Nessun CIISO di ostruZÌI)IIe prodotta dnl botlone u stato tlnora verificato, ciò prova che l'obtezione traltu da Chopul da Parigi dagli esperimenti sui cadaveri è erronen. 12° Non vi è pericolo che l'atrofia da compa·e~sione ~• estenda oltre la linea compressa. 13° L'adesione primaria pul'l essero a!Trellata ne' Nlsi di Lnmot•e maligno, abt·adtmdo cou un ago la superficie periton~::ole, ciò che non •' nece<~~o rio nei casi non mali.:n,. Ho Una sutura di ~ostegno non é mai neces!!ar ia per assicurar l'unione, ma d~v·es~ere us11la. per rliminuir la tensione, quando le porzioni di vi~cera ravvicinata ~i trovano in posizione rorzata. 15° La membrana mucosa dev'es:<ere ~pinln giù nel cavo del IJoltone prima Ili chiuderlo, e ~e abbontlunte. deve e . ere reci~a con le foa·btci, e mai permettere che ftwci& prola·uslone fra gla occhi del bollone quando si chiuue. 16" Mentre il bottone si pul'l factlmente inserire, le c<'n ~ dizaoni patologiche cbe richiesero l'operazione flOl:\!>OOO l'i clut>dere la più (lt'aude abilitA claia·ur!!ico per assicua·are u11 ril'ullato favorevole. 11• Il bottone dev·e~s~> re di mt•tallo non altaccahale da!{li 81'ÌtJi, deve chiudere in Lulti i punti, la pressione elastica de,··e~sere esercitata nella melà rnascltia del bottone e non nelle. meta femioa. gli or li della superficie di pres~ione Jevouo essere di forma emisferacu, la molla che è solto la coppa da prus~ione non dev'essere troppo forte. l migliori bottoni ~ouo
CDJRliRGICA
quelli di Ryan and Co. Chica~oto, Truax Greone anù Co. Chit'&~o, Geo Tiernauo ar d Co. New-Jork, \\". F . F ord sud Co. New-Jor·k, Down Brolhers London, Scharp Smilh end Co. Cbica~o; Franz Kralzmuller a11d Co. Chicago end Berlin . t. • Se all'apertura della fistola dopo il r&Hirtnamento latera!~ appare il hollone, nòn bi'logno flpingerlo contro l'aper·lura rna bisogna re<~pin!terlo imbetro verso l'aper tura onastomollca e maotlarlo nelrintestino, o rare ntJII'inlestino un'me1sione loog iludinale 0 Lrarlo ruori.
Inconvenienti postumi delle uolsloni eU omento nelle operazioni d'ernia. lngoJnale. - DoTr. SCAFI. - (R;[ormu med"·a, N W del 181'J5). È già s lolo ammesso che l'esc+~ione dell'omenlo ratto per aderenze o per nt'C"=""'ÌW r•p<' ralorie in Cfl'"l di tumor·i nddo· IDIIl81i può Pl'Odurre g1'8\'ISSimr dislurhr per il rormar~i di nuove adt11enze <'ti impat;clii tlog•sllci. li monl~one di escic;iont', per quanto l'operazione <~~i a "'talll condotta asettica, spe..se volle s1 1ntlamma, !"e non altro p••r incapsula n• i fili della legoturn, et! anche qunndo tale inflnmmazione non abbia altra conseguenza il mouconc ~tesso tHJ· m~nlll da \'olumo, ~i rircooda d1 6"'"'Udall e va a (l,.~ar~• ni VI"'Ceri () (IIU rrequenlemunlc al periloneo parielalo, PI'OduCl\JIÙO distur bi o menten,lo spe~so \'er i tumori. L' A . ha nollllo imili fAlli anche nelle e~1<~ionr di omeut( 1n uperllZIOUI dr e1•nia inguruaiP, e~cis10ne finnra ritenuta quasi da tutti innocua e qtunrli e!wguita talvolta onche in t'M I di non a«soluta neces~Hià. Hichtama quindi l'attenzione dei colleghi c::u f1U8llt·o ca<~t da lui os,ervali e che !"Ono molto importan ti anche parchi· 111 uno dì essi, non ponenclo mente l'be le solfere nze palevano esser e dote (come pure il tu more apparunle) dal peduncolo dell'omenlo re"' •caLo, i medici cu1·anti rurono inllolll io grave errore di dioE!no~i (flbr omH), e dr cura d a parototOiflJ mentre l'!arebbero !\Lalt surtìcienli come dr solito 11 ripo"o, l'apphcaziooe eli pomata e ll'illiolo (lO p. 100) e di ahia~rio e l'uc:o inlel'no di ìoJuro di potac:,io, ecc.
RIVI:-. 'lA
Uull' e:-~po~izione clelLagliaUI da 'lucsti 'JilOltro l.'.a«i clinic• l'e,.;CÌ'11006 deJI'omeuln, totale o paniale che e'~!l'R sia, n,u !:'ernprt' • deJ tutlo S<'6'-l'B di inconvenienti (tumori addommali, dolori, disturba, nolla dlge~lione ec..:.), per ttuanlo aseltu:ameute '-ia r•m,Jntla e "j deve pereao limitare a i ,.oli cas1 111 cui ò a solutarnente ne· t i 'lUI la 6VIÙOiltemente !iHO'lstr&lO che
ce'~saria.
U n'tlllra con«ide1·azaone d'in1lole Jl!'ntira eia far~i gull'ar:!O· mento st t\ che dovendo escitlel\~ tfell' omen lo !<&ra sPrnpr e benP, pr Hllrare la lel!aturn in modo da nvere, ll'lllli pi.::~oli peduncoli, 111dipe111lenli, anztchè un groa-.u ed uruco. E vero chn 111 tal modo !'li polrtwno avere tanti centri ò'llllinmmazione, ma lralt.ando=>l da piccoh peduncoh, ('Or·o qnrà l 6'""11· Jalo che si formen\ intorno ad essi u quindi meno prr)IJabil i ed t n ogui t~aso minori i di.,turbt po ... tunll ; la {oerun ma,...«n de~Ji 6S:,U Jnli, lnli6CU, dtP SI flltffi tl llltOI'IlO ad Ull grO"!'IO peduncolo Infiammato, dovra !-cnzn meno 1·roJurrc i ~raYi inconvemGnll di sopra notati.
G. CIIAPOT. -
dome -
Trattamento delle ferite penetranti dell'ad(Bra . .\Ieri. Jo11rnal, 20 aprile 1"~'·•).
Lo Chapul rtfer eudo su d'un caso l'elh~rneute curato da Hocluu·d colla la parotonsia e la stJlU1'8 dell'intestino ciecCJ, rormula tu '-eguenl1 conclusioni relativamente all'inlervcnto chirurgico in simili ctrcostalll.e. Se il paziente ò freddo ed in collasso io meglio aslener,;i dall'operazione. Se pertanto lo shock sembra dovuto ad emorragia, ti c!tirut·~o 1leve operare malfll'8do le grav1 coudizìonl generali: so vi è proi.lnbìlìla di mol'le dut·anle l'operazione é megl to aslerwrsi. Nt•i casi dull!Ji e diffkili, unica KUida dev'e!l~ere In per...onale O"'periPnza. Il trallamenlo e,.,pettanle con\·1ene rruawJo, con una ferat.a che dali g in da 21- o iR ore, d paz10nle non ha alcun di~lurbo, la temperatura e il poJc;o sono not•mah e l'addome è liber o. l n questo caso si puo erede re o che rinlostino non é leso o eh<' la ferila tli esso non è Leoule. La laparotom1a
CUiflURGICA
6tl i
é eonlr oìndicata quando rassislente non (• pratico di questa oper azi oue e quando mancano gli sLrumenli ed appar ecchi a dulti. All'infuori d1 queste conilizioni e di non dubb•e con'l.r oindicazioni, lo laparot.ornia dev'essere eseguila in ogn i coso di ferila addominale penetrante recente anche ~eque sta si limitasse ad una semplice puntura. Cbupul, apt•e l'addome nella linea m ediana a non l'legue il cammino ti'S.ccialo dalla fer ita. Egli conl"ìglia la laparotomia anche in quei casi in cui vi 6 dubbio so la ferita è opput· no pe11etranLe e 111 quelli in cui vi é st.ala vJohmLa •·onlusione dell'addome prodotta da un agente a slretlll superiicie, come per esempio da uo rer·ro di cavallo, purdtè esisl.auo disturbi geuerali. In una ferita dalanle da ph.1 di 2i ore, per operare ùovrebbet·o essere manife~li i seg"ni della peril(\nile. G G.
Implego del vapore d'aoqua neU'eatirpaztone del tumori dagli organi parenohlmatoal. (Ber l Klin., aprile 1895).
Si'I&CiiSJEFF. -
Lo S. riferi<1ce ur1 caso di dsti di echinococco della milza da lui asportala col metodo seguente. Il tumm·e era del volume 1lella testa d'un adul~o. L 'incisione dell'addome fu praticata lungo la linea alba. Il getto di vapore ru diretto verso la convessi tfl tlella milza e i tessuti sottoslaoli divèlllaero 1td un trallo bianch1 c secchi. Una 10cisione compl" tamenLe ìncruenl.n, !unita 7 pollici, fu praticata aLiraver·so la sostanza splenica e il tumore ru enucleato colle dita: l'emorragia, alcuna volta profusa, fu ~ubiLo arrestala non appena vi si dirigevA il gallo ùi vapore. Fu deciso di suturare l e fel'ile dPUa milza tranne in un punto solò, di l'iompir·e la cavità con gar za al iodoror·mio, ùl pl'&licare una piccola inc1sione nelripocondr io sinistro e di fts sare la 1nilza alle par·eti addominali. Nel fat· cio l'arteria splenì<'a fu rerita: l'emor·ragia divenue inqu·lelan le, ma essa benlosto cessò coll'uso rlol ·vapore. li pnzieute guarì, non ostanLe cl.Je ftli si dovelle in seguito asportar e tutta la milza a causa della trombosi arteriosa.
lliVl~T.\
l l "aporo da usor"i é meglio -.io !<Opru riscaldato a 150o-200"C. T ralt.antlo"i dt organi rli. consistenza molle il \'apore non dev'assere 1111 alta pt•ee;qjone ed il ;;.uo getto deve diri~e r~i obliquument+> ._ul luogo c:an~uinanle: nelle opera1.ioni ;;.ullc ossa invcc·~ 11 vapore dev·e,..sere ad alta pressione. G. G. E'l\tCRICtl
e SCHOLL. -
(Deui~ehe
Sleroterapla del carcinoma .
meri. Woch., :r> aprile 1895).
E. e S. rrret•rc;.cono le loro esperienze circa il trattamento del carc111oma nwdianle il "iero dell'f'risipela. Accennano allo ricerche di Coley riguardanti la cura di tumori ioopt•Nlbtli (curcinomr e sarcomi) con culture in brodo dolio ~:~treplOC'Acco Ùt>ll'eresipela inoculato col b. pro· digioso. Gli autori inoculat•ono lo pecor·o con culture di risipola c llher·ar·ono il siero dei microorga nismi mediante la llllrazinne. Hanno cnrolo co;;.l un certo numero di casi di ca r·cinoma. In due soli ca~i non si ebbe alcun risultato. Danno i rleUal{li di sei alll·i per lo ptù mollo inoltrati e quat!i dispPt'ult: i th esE<i erano rappresentati da carcinflmi mammari recitlivali, uno di carcmoma a rapidissimo ~vi luppo delle mammello iuoperablle ed il sesto da un t•an· croide di anltca dala. Gli autori credono che l'azione del siero è specifica, es<;& rorsf> é p1ù ertlcace nel arcoma che nel carcinoma. Piti recenl.t.> é ìl C8rcinoma piu ~i possono spera? & buoni risullah. Le 'IUAnlllA di !'Jero da impiegare deve dipendere •lal volume della oeororm8zione e dalle condizioni del paz.1ente: da 1 a t c. c. iniettati OJflll 1:dorno nel tumore possono bastare per i piccoli lumort, invece 10-15-20 c. c. po~sono es· "ere uuvllali nei lumora p1ù e!i>lelli ~essun ammalato aecu<>ò moJeqlia per le imoziooi. Ordinariamente non si manirM·lò febbre. Gli elfelli ~ulle con•llzioni generali furono notevoli. Alcuno volle si produsse una pseudo - erisipela che ~urò da 2i -i8 01'6.
l l siero non deYe usarsi solo nei casi dispet·a li, m o iniet-
tot•J prima Jell'operazione e;,."o completa l'opera dfl chirurgo pr evenendo le recidi\•e. Gli autori rachaamano l'attenzione sulle dirflcoltù c $Ull~ ~pe<~r> della preparazione del siero Que ..to nuovo meto.Jo di cura è ancora nell'infanzia e richiede percio molla esperienza clinica G. G. L'lmportt.ll.Z& ohlrurglc& del faolll dl plooolo o&llbro. (Tite Med. Jlagrutne, maggao 11<95) Dacché Huban e Hebler injz1arono parecchi anni ot• sono la da.::cusl'liono su questo argomento, moltir.<:lmi chwurgbi di o:;ni nazione vi hanno preso larga parlo. Chuuvel, Chovasse, ~im1er e Delorme in Francia, Paul Bruus e BerdeJeben m GPrmania, Habert e S •ydel m Au~lria, 0Nnoslhen lll l'l.umania, La Parde e Sliles in Amer ica, Hot>sley e Slevenson, lra ~li aHri in l nghiller•·a, tut li hanno e~pre~so le loro vedute sio in pubbl•cazioni separate s1a 10 nrl•coh di g•ornt~li Notevol• sono quelli anonimi comparsi nell'Unitetl Serrice Ga.aette e quelli del chirurgo 1'. Col. W. F. Stavenson pubblicati nel Lrm.cet del 9 mano. Il doll. Dugald Cht·islie, della missaone medica d• Moukdl)n (Manciuria) ha spedito al Brit. Med. Jotu·n. un inleres~anto re ...econto di quanto egli ba osservato nf'lle ulllmo bollagli& Cl'ltt comballule Ne diamo un r•ccolo estratto. È int~ri!!IS811lc dace il doll Chrislìe, il notare che esistono due cltl~!'i ben da~tinle di ferii", quelle cioé prodolle dai V6Cf'hi 0 dai IIUQ\'1 lu<·lii Alla battaglia di Pìng Yan!Z ~i alTt:rmn che i gu1ppone. • erano armali col nuovo fucile ~urala e lu ferilo o. <>er,ate e Moukden md1car ono appunto un proielllle di piccolo calibru. Nella Manciur•o meridionale in'"ece (C111Lhow, Por l Ar·thut·, Ka•lhow) si r~ce U!;O del fucile d• vecchiO m onello, d' Ull calabro eguale o quello del :\tat•lini D cna·~·. La pallollola 1M Murola ha uno camicia di rame e nichelio, il ~uo diameta·o é di circa 8 m m. il pe::;o di circa 1:-1 ~r. e po'!Saede una velo· cilé iniziale di (iOO m al 1". Il proiellile antico è invece lutto
700
lUVI TA
di piombo e IJUindi molto più molle: il suo diametro e dì
tt mm. il peso di circa :JO ~r. e la velocitA iniziale non è pii1 della melà di rruello 0\10\0. Le ferite prodolle da 'lUesti due proietlìli differiscono considerevolmente le une dalle altre. Nella maggioranza dei casi cut•atì a Mouktlen gli oritlci ne erano piccoli, come puntura, senza contusione o lacerazione. Xon contenevano pezzi di abili e non esisteva apprezzabsle dìfft.>renza lrn gli orìtlcì c.l'enlralu e quelli d'us61a. In un caso il proiettile aveva attraversato il ginocchio destro dall'interno all'esterno. Benché il ferilo avesse dovuto percorrere 2Utl miglia, le lesioni guaria'Onn perfettamente lasciando la giuntura in perfetto stato. Parecchie volLe le ossa et'Ano state perforate nettamente senza fraltut•e o schegE{ie: in due casi però l'o mero fu fortemente !Sminuzzato e le schegge ossee causarono una fedta nelle parli •nolli lacera ed a mat'gini estroJJessi. Si ebbero lt•e casi di ferite penett·anli del polmone, suguiti da rapida guar igione. Gli etletll esplosivi che si alLI'ibuiscono ai proieHili dotali di gronde velocità non t'urono mai notati e lo shoc)< non fu notevole. Parecchi solllnl1 ptWiuvano di compagni ferili all' adJome t quali s'accorsea·o d'essere stali colpili dopo aver percoa·so molla slraùo. Benchè la maggioranza delle ferile cora~e a Newchwaug furono proùotle dal proiettile di vecchio moJeUo, pure pat·eccbie dovevano imputarsi a l nuovo. Dei primi, 20 furono estrallt dalle varie parli del corpo e le fer ite diO'eriscono for temente da quelle già descrillc. Esse sono viu grandi, in ispec.ie quelle d'uscita le quali alcune volle sono Jacere, conlu~e erl estroflesse. r pezzi d'uniforme s' incontrano di frequente rendendo co~l le ferile sellicbe con secrez'.oni fetide. In un grao numet'o di casi. le osf!a sono malamente fratturale e scheggiale e solo l'amputazione può salYare il paziente. Il resoconto del d(•Ll. Clmslle contraddice in molli punti quanto ha affet·mato Uemoslhen colle sua deùuzioni ~pel'i mentali ed ha invece confet' malo quanlo banno asserilo Bl'un:-;, .HaùarL, Seydel cia·ca le fet'ile nelle delle ossa. lunghe. Nelle
70 1 sue comunicazioni all'A.ccaùemia di raeùici na ùr Par igi nel JR~H. Oemostben affermò che in 65 casi di frattura tlì ossa umane pro>ùotlu alle dislaoza di 5-l 100 metri, egli non ebbe mai aù osservare semplici pe1•forazioni senza produzioni di schegge: il che è contrario all'esperienze del doll. Christie. Da ciò si deve inferire che gli eiTelti dei proielLrlr incamiciali non si possono dedurre da e:~perim~ot1 su cadaveri. Dall'esperienza ac.,uislala nella Mttnciur1a :;i pos~ono l'ica vare le seguenti conclusioni: 1. L'emorragia arteriosa primarJa è mollo fatale: sarebbe quindi utile fo r nire ogni solùato di lo L'colare; 2. La laparolomia immediata nelle ferite penelra1tll del· l'addome da proietlili dr piccolo calibro, sembra dovere rendet•e ul1li servigi a causa della piccolezt.a della apertura delle· Ceri le inteslmali; 3. Benché ll carallere delle fer•te può essere più benigno, il nurnero dei feriLi invece sarà g randissimo a causa dello perfezìoni delle armi moderne. -i. I medici saranno straodinariamente esposti se penseranno ad apportare i pt•imi soccorsi sul campo stosso di battaglia. G. G. GtGI..J. -
Fllo- •ega. -
(Clinica modertta, 16 fehbraio t805).
11 doll. L. Gigli ha idealo un nuovo slrlunenlo per segare le ossa profondamente situate. Esso è formalo da un sollilissimo tllo d't~ceiaio rotondo, pieghe,·ole ìn Lulti i sensi, d'una tempra speetale che lo reude resistente, la cui superficie scabra ullacca la ~o. tanzn del· l'os11o. Questo tllo, per consiglio del prof. l\llkulicz, nl quale fu pl'l pr·imo preRenlalo, porta ai !;.UOi estremi due occhielli, che servono a guidere con un filo di seta ordinaria lo slrut:neuto dietr'o le ossa che si vogliono segare, ed a fissarvi poi ì ma· nichi ad tuJcino dBlla sega a catena, coi quali \'iene messo in azione il filo. l vantaggi di questo fìlo-sega sulla sega a catena ~ono molLi: prima di Lutto la sottigliezza; la. facili là di applicazione; la sicurezza e la facilità di una assoluta sterilìzza-
'iO l zione; la nettezza meraviglio$& del taglio, da paragonarlo p:u alla c:ezione eli un tagliente chi.' eli una Sl'fl8, non ultimo e non di~:~prez1 abile vanlagp-ìOIJuellodel costo,che permelleel1 avere a dl'!posizione uo numero g rande ùi slru rnonti da poterli ~>osll tulrea ogni evenienza, cosa impossibil.- con la sega a catena. a meno di non &-;!'!ere in cliniche ricchissime. L'applicazione chirurgica di questo "lrumenlo 6 già lar~ mante provata ha corr1spo~lo benis«imo m lulle lo opPrnZioni falle sul cadavet·e e fu gin aclopet•ato sul vi ve nte nelle re· sezioni del ma steli are inferiore (per la cui durezza «i potr·ehbe dir e operazione di prova), nella resez1one dell'anca, nella re~e:r.1one di coste, e 11 pror. Mikul1cz pm volle lo ha a•loperalo anche nella resez1one del mascellare <,~uperiore.
G. Su~ll ei!ettl della l&parotomla. nelle perltonltl tuberl)ola.rl. (Esper nnenLI). - (Annali delle Un.icersiltl Toserrne, Vol. XX: e Spe1'i-
A. NAN:-IOTTJ ed O. B ACJOCCiil. -
m.entale, 11 mag~io 18!15). Gh autori hanno fttlto 26 esp~>rimeulì :-u animali ( U cani, 12 conigli). Nella lorn memoria però sono riportate anche le slali<~tlche di allri sperimeulatorJ, eci é fallo un lar~o suolo storico della questione. Jn base a tullo ciò gli autori concludono che: t. L a laporotomia esercita induhb1umente una influenza benefica sulle peritor.ili tubercolari, anche negli animali inrer Jor J. 2. :\ei con1.!.th .,, ottiene spesso un miglioramento piu o meno apprezzflbile, per cui gh a nimali operati sop1·avvivono a ssat lungamente a 'luelli non operati , ma non si osservu ma1 guarigione completa. a. Nei can1 solo ecceztonalmente la laparotomia non apporta vantaggio alcuno; ma generalmente invece clelnrmioa una scompar"a as~o lula o f'(Uasi della tubercolosi perilooeale. '\. La involu:.:lone della tubercoloSI peritoneale avvien6 per un cornp l e~. o di fallì islologici, i f{Uati conducono od al
l: IURURG1C.\
itl3
nassorbunenlo completo del nodulo tubercolare od alla ~Ila trasformazione connellivdle. 5. Par la trasformazione connellivale s i banno talvolta svariate atlerenze tra i viscer• addominali e delle an~e intestinali fra lot·o, le qu111i possono arr ecare in se~tUJto le ioni succesl:'ive tal•. rJa costituire allrett.anle entità mor bo..e. 6. La l&parolomia percltt· riesca pienam~nte effir.ace, cle,•e in alcuni rari ca<;i e~~ere ripetultt. 7. La involuzione dei noduli tubercolar i, dietro In laparolomia. o rap1Ja, ma m generale rl'<lln sempre •tunlclw focolaio che tarda mollo a scornpar1re, per cui fa d'unpo e~ sere mollo cnuli nel pa1·lare di guartgione anche qutwdn lt> apparenze cliniche la larebb·•ro ~uppOl'l'O completa . 8. L'elfollo benefico flella lar·arolmnia non "embra pii! accenluatn se es"a è accompagnala dallavacl'o dt'llta ,.a,·ita peritoneale q1a con ac(Jua semplicemente sler ìfuzala, qja con soluzioni nnli<1elticbe. 9. Ln lapa roLomia, ~e solleciLtlmeute falla, oiLL'O u riescire tanto piu efficace, polrà piu facilmente impedire le locali?..zazioni ~ecoodane delle lubercolos•, le quali avven~ono CJUasi sempre in un periodo inollralo della tubercolo~• per itoneale. 10. L'eftòlto tlsio- patologir.o clelln IAparotomia ron~i'lle in una r·eazione intiamwatoria Jella sierosa perilouc>ale ac~ompagualtt cio un aumento notevole del potere 8-;"nrbente ùel peritoneo. 11. 1!; Cl:'l'lO quind• che i bPn~·fic1 •·lfelti della lap11rolomia uelle perit011 lì tu bercolari sono legali alla reazwne intlarnmatoria della sierosa peritoneale p~>r cui si ha, oltre all'aumento del •mo polt>re assorbente, distruzione del varo~ tubercola r~> (f8JtDCJtosi). degPnt>raz1one degli t-lemenlì cellulari. neoformazionc connetLivttle, vascolorizzazìone dei nocluli tubet·cola J'l col successivo lor o ri8S"Orbimento o con successiva trasformAzione fibrosa. Come corollario alle loro conclu"'ioni, gli autori ranno •rualche eppl·f'uamento ~ulln opporlumla della laparatomi11 nella tubercolosi per1loneale dell'uomo. Gli autori raccomandano ca! iam~>nte questo intervento
iO\
IIIVI~I,\
operatorio come quello che, nella maggior parte dei ca<li, hn il potere di determinare unu rapida a completa involu.:ioue ,Iella tubercolosi per 1torwale e con~igliano che la lapat·otomio "la e~e~o."~•ita ttollecitamente. Gli auto r i oon c:ono pr opens1 alle iniezioni intl'8per Jtoneali di nanolo canrorato od alle iniezioru inlra\•enos... di acidn cinnamico pr oposte cln qualcuno per la cura della tubercolotti periloneale.
• Se:-;s. -
L' appendtolte obliterante. -
(Journ.. of tht:
.... m. IIWd . •-tss.). Il pror. Serm richiamu l'attenzione dei medic1 su d'una ror·ma clinicamente e anatomicamente ben definila di appendicitP, 111 qualò fin qu1 venne confusa eolie alt1·e e cui egl1 ha dato H nome di appendlciU.q oùliteran.a. l caratter i di quoslo mulallia sono i segueutl: t• l'uppendicite obliteranle ò IIIICl fru•ruo èOtn pa rativamenlo fi'OCJU60tO dell'iof!ammazioue l'CCi~ divaute dell'uppondice vermirorme; 2• essa è contraddhotin ta •la una pro~ressiva obllterazione del lume dell'appendice. •Iella lo!racluale scomparsa •lell'epitelio e del l.a!suto ~landn lan• e dalle produzione di ~renulaziom emananti dal connettivo 5otlnmucoso, lo quali, lra.,.formandosj in le..<lulo Clrnlriziale. menano nIla c·hiuc:ura del viscere; 3<> le alterazio111 patol o~uche ~·init.iano sia nella mucosa dell'appendice, l"ott.o ro rmn dj ~empllce ulceruzione, <~1a comd pruce<~"~O inter sti;dale ;oep;uendo i linfatic1; ~· stnlomi più costanti che accom· pagnano •IU6$ta forma di appPndtcite sono acute esacerbaztoni l'icorrenli di corta durato, modica tumefazione della regiorw, e P"rsislenza della dolo,•nblltlà di c~sa du ra nte le intermis«ioni: i)D 11 proce ... ~'l obhteranle può cominciare dall'er-trerno perir~riM o centrale o da un puulo intermedio qual>-iaqi, oppure contempot•aneamPnta \la piu punti; 6" l'oblilerut.JOno della pnrl(• cen trale produce la rileozione di m ateriale !'!Pttico, che trovando esito nt>i linfatici determina linrangito r linfatlonile ~ u ppurotiva; 7• una cit•coAcrilLa perilonite plu8Lica a ccompngna I'JU8Si sempre fJuesl'appendicite o ul'-
CBlRURuiCA
703
frella •l pr·ocesso oblìl.aranle, r.• la co rnpla~a (Jb!Herazione dell' appeodrc~ e una sponlanea ~ p••rrnant:anle cura della r.oalallia; 9• in vista della prohmgal.a solTeNmt.a e dei pertcoh che ca...!iona l'allendere l'oblil••razione spontanea, P indica ta un'operazione radicalP, la •Juale deve et-egulrsi non appena la t.liagnasi é divenuta certa. G. G.
RIVISTA DI OCUUSTlCA IOt•
WtL8UR
n. M.Ul.PLE. -
tlnoaoopte.. -
Un port&-lentt ohe faolUta. la. re(T/w Medicrtl Recortl, marzo 1895).
Rilenulu la schiascopia pel miglior mezzo deLerminante i \'izii di refl•azione, l'autore ba voluto eliminarne I'UJtico incorn enionte. quella difficoltà di rambiar le lenli all'os...~rvalo ad un melto dì distanza: e per• ollre un anno ba usato del seguente apparecchio rrr una clinica mollo numerosa. Una lun~a cornice conlietw una seri .. tli lt>nli, ed i> leòula ùall'osservu to pel manico, avvicinando all'occhio l'una o l'altrtl delle lc11Li che sono nella cornice. Le cot•nici sono due, una con len~l conve!"se, l'altra con lenti concavA. Dall'allo a l basso !>i succedouo sei lenti Ja uno diolLria » sei, poi un' allra pil'cola cornice con una sola leule dt 6 U. s'incastra uella cornice luuga, e scorrendo a ~lilLa ~i va a sopt·apporre p.ucceP.sivamt>nle alle altri l'ei, mhurando cosl i ''izir di refrazi<me di 7 D. fino a 12. Per determiuare il vizio con approssrmazione maggiore lli una ùioll r ia, 11er calcolare cioè Le frat.ioui Cra una diottria e l'altra, le duu lunghe cornici por t.ano dopo la lente di 6 U. un'altr·o piccola cornice scorrevo!~ a sliLla sulla più lunga, nella f!Uale sono incastrale tre lenli, l'una di 0,2:>, l'altra di
·iG
706
RIVISTA
0,50, la terza di 0,75 D., ma cruesle tt·e ultime lenti sono po!'l'itive nella cornice dalle lenti negative, e negative nella cornice delle posil1ve. Cosi se un pazhmte fosse all'eLLo da ipcrmatropta di D. 3,50, egli porrebbe dtlvonti al suo occhio la lente positivo d1 D. t, l'osservatore vedrehbe cbe il vizto di rPfrnzione non i'&rebbt> corretto, ed inv1t~>rebbe il paziente a guardare allraver,.o la lente successiva+ D 2, e co~l !luccesslvamenle flno alla lente di+ D. 4 cbe sopt•acorre~gerelJbe il difello. Allora si farebbe scorrere sulla lonte d t+ D. ~la piccola cornice siuo alla lente di - D. 0,25, 11i vl'drebbe ancora elle il difetto sarebbe sovracorrcUo, si farebbe scorrer~ la lente di -0,50 e !li arl·iverebbe cosi ad una gtUsta cort·ezione, ont.le si de.lurrcbbe il vizio di refrazione essere e~ua le a+! D. - o,:.o D. :1,50 D. Sullo piccola cornice che "corre t:~ulla grande \'i' una piccola molla che fwalla fuort un bolloncino il quale entra in un occhietto t.l4 •lla g rande cornice allorttuaudo la lonle frazionale ricopro esaHameole quella a diottrie intere. Pe1· consiglio del dollo1· Gruenin~ l'autore ha follo aggiungere a eia cun lato dello cornice un rilie"·" melalhco onde le leoli non !'Ì opachino toccando la f•·onle o le faccia dell'osservato Lo strumento ò fabbricato dal !lÌf.\'nor Meyrowtlz-West a Nuova York, Thirly-fìrsl Slreel, N. 20. SJt.veSTRI.- Slllla oura ohirurgtoa della mlopla: l'rave. (Accad. metl.jlsica fiorenttna, sedula del 27 magi-fiO 189:J). Dopo alcune considerazioni sui carutteri deUa miopia ed un breve riassunto storico sull'argomento, l'O. deJ:~CI'i\'8 gli elfelLi che si oLlf'ngono dalla ablazione del cristallino nella miopia forte. Anzilulto la refrazione resta corretla fino a raggiungere o ad avvicinarsi molto alla emmeLrop1a . La di· miou.zione della forza refrangenle, che segue ella perdila del cristallino, i> maggiore del valora che questo ha normalmente. Da cio s1 deduce cbe la lente dell'occt:io miop1co ha un potere r efrangente p1ù elevato d1 quello dell'occhio normale. Il miglioramento della acutezza vJsiva i' sempre con-
Dl OCU IISTI CA
707
-siderevole. Gli ammalali possono leggere a distanza, senza lenti, i caratteri che prima distinguevano s oltanto con La ~rrezione completa della Loro miopia. Qualche volta leggono anche caratteri più piccoli. Ciò avviene percbè Ot!IJ'occbio miope reso emmetr•opico con l'ablazione del cris tallino, le immagini reliniche ~:ono pii.L grandi. hanno una intensità luminosa maggiore, ed essendo prodoLle da un ~islema diottrico più semplic(', sono ancbe più nette. Un altro vantaggio -di questa operazione è di dim111uire la conver·genza necessaria per la vrsione da vicino, la quale nella miopia grave ~ sempre mollo forte e causa eli pl'ogresso della miopia s tessa. 1n molli casi di miopia di grado diverso nei due occhi può essere, con l'ablazione bilaterale dei crislallioi, ristabilita la visione binoculare. Naturalmente negli occhi cosi corretti .l'accomodazione viene a mancare e spesso si rende neces-sario l'uso di lenLi convesse per la visione da vicino. Ma ciò .e piultosto un vantaggio che un danno, inquantoché é ormai comunemente ammesso che lo sforzo accomodaLivo è causa .<Ji progressione della miopia e delle sue complicazioni endo-oculari. Oltre a ciò con le lenti convesse si hanno sulla re.tina immagini più gt-andì e perciò la leUura ed il lavoro ne restano facili Lati. È bene che l'operazione venga eseguita in ambedue gli occhi. È stato constatalo che nelle operazioni unilaterali, l'occhio ()perat.o non subiva ullel'iori alterazioni, mentre in quello non operato, continuava l'aumento progressivo della miopia. A fronte dei vantaggi enumerati, si può dire che non esista .alcun inconveniente. L'operazione riesce del tutto innocua .quando sia ese~uita asetlicamente e q11ando venga sorve.gliato lo svolgimento della cateratta traumatica che si produce, in modo da evitare gli efl'elli di un possibile aumeulo della tens ione inlraoculare. Le pr ime operazioni di questo genere datano dal 1887 e non sono s tati annunziati fino ad ()l'a es iti sfavorèvoli. 11 grado minimo della miopia, pet• cui s ia giustificala questa -cura operativa, é di 14 a 15 diottrie per gli adulti e di lO diottrie nei bambini sollo i dieci anni, perché in questi ultimi é da provedersi, colla crescenza, un ulteriore allungamento dell'asse anteroposteriore dell'occhio.
iO
RIVISTA
L'ablazione del cri~lallino v1ene ottenuta princtpahneule per mezzo della dii'Ct"'ione, ma c1uesto metodo ba l'incouveniente di es!'ere nssai lungo, nn<'he percb~ Ja maf(giOI' purle dPgli operalOI'i ronno una incistone capsulare molto piccola. L'estrazione lineare semplice delle ma~se opache ahbrt~Yia notevolmente la durala della cura. li metodo atloperoto dall'O. nei suoi ultimi casi, che 1n lutti sono in numero di 6, dei quali due operati ad ambe lue gh occhi, é 11 S&Jfuenle: Determiuaziono eMUa della miopia e de!rastigmatiE;rno per mezzo della !>Chiaqcopia o del metorlo suhiettivo con ocd11o atropinizzalo o mi~ura delln acutezza. Discisione arnnia e profonda rlella cnp:;uln e dello sostanza della lente con pupilla midrtalica Cosi il cr istallino si opaca rapirlamenll\ e dopo pochi gtorru puo E'St>ere esegurla l'estrazione della massima pa r te dalle masse calaraltoso. Come atto finale può oc<'or rere la discis10ne dalla membrana capsulare. In lullo la cura non dura più eli un mese. L'O . presenln Ullfl nonna dell'et.é d t ;~6 anni con una miopia di 16 diottrie all'occhio destro, di 13 al sinistro e V = 1/ 11 iracomplelo dn nrnbPtlue gli O<'chi, con correzione. Fu operata dull'occhio cl··~lro col metodo ora dt1c;cr1ll0 e sarà in ~eguilo op~>rata dal !lini<~tt·o La <'Ura duro un mese preciso e l'e<~ito fu v = 1/ 18 perftlllO con l. Ebbe ne1 primi giorni macr(lp«1a che poi ~comparve Dall'occhio operato si nota un lieve reslrmc:imento concl'nlrtco del C'3tn po VISI\'0, do"uto probabilmente a llo spO"~lamPnlo mdietro cl ·l piano pupillare. La de.,crizione pnrticolaregpiala dt!gli allri ca i saré fallo • nella pubblicazione pE'r esteso .
+
UD mezso aempllol..tmo per aoovrlre l vlzl eU ren-azioDe, e l ' l.wlutfloleDz& del mu1ooU ooulul. (The Bosron .\1edtcttl ruvl Su raieal Journnl. maJ,:gio 1 95).
FRANK lNGERSOI. PROCTOI\. -
L'autore preoccuptllo della fr·equenza delle cefalee ed emicranie provocate dn v1zi di rofNlzione, conoscendo le difficoltà che in<'ontruno i medici pratici nel procurarl'li un
DI OCULIS Il L.\
armamentario occorrente alla deler•u•uez•one d• B">~i, rendendos-i conlo dell'altra dtffic:olta inereule alla lelteratuJ'8 voluminosa e complicata che ri{:tUarlio lo specialità. o dell' impossibil•IA pet• i medici pratici d' impo!<.SOsFersene e di acquistare rabiJita rkbiesla pel maneEtgìo di mollepliCJ ~lru menli, ba ideato Wl mt>zzo s emplici"~•u•o che <~cuopre. ma non determina iJ grado de' '1zi eli refraz1one o delle insuffic•enz~ muscolari. Untt .;;cala murale ollolipica posta a 6 lnPlri di clb l~Hll& •los:li ncc bi dell'ossen•ando ed a livello degli ocl'lu, ,; co a 11lla portata di op-ni m ed1co. Se la FC81fl u m Luon punto d1 luce, ed il paziente vede d•slmta.u.enle lulti 1 carull~n. egli non é miope, ma può es-ser e ipermetrope L'e!i-anw •h!\'~ esser e fallo separata mente per i due occh11 chiuclbll•to l'uno ' JU&ndo ~• esamina l'altro. PoFla •hnanzi all'occlllo esaminaLo 11na lente di 0,5 O. !>e
il pazienta vede distintamente Lullo lo lellero dalla ::;caln come sanza la lente, è iperrnetrope almeno di 0,5 O. A IJUe!'lla lente se oe può sosLiLui•·e un'aH•·a di 0,75, di J O., e so 1 caratteri sono ancora lelli cb•ur•au•onla, si può es~er certr di una •permetrop1a dj O, 75, di l D. U•moRh'aLe l'e!'llt<lenw dell'lper·rneLI'opJa, 11011 bisogna chiederne a questo metodo Ili misura, n~ la deleru1inaz1ono doll'ip~rwotrop•a lalcmte, ma il medico p ra tico valulera i l valore eliolo,.:ico di quet~lo ''izio dJ refrazione re lali vamenle allu ce fa lei! rìcorJ·uult . P er scuoprire l'a~h:cmalismo ~i usa uua carta 8!1ligltlat•ca posta alla !'~lessa distanza •Iella precedente~ t-o gli occhi ~ono no1·mah, tulte le lint!e appwono chiare, d1stinte, e con o~nbre~~ialura uniforme. S.: qualchtt linea appare im·ece l'cura e chslinla mentre allre si vedono più o muno macchiata eLI indistinte, l'occhio esaminato ~ a~l1gmaLico . Può aceader~ che nessuna lml'fl ~ia w•la d1stinlarueule ulle di"Leuza di 6 metri, allora bi~o~na ~hl.l 11 paziente si avvicuu On che vedrà JHstlotameute alcune linee, e se alln• ne vedré coofu~t'l, l'o(•chio ctarà asli!{multco, ma avnt '(ualcuo altro vizjo ùi •·errazione, o qualche malt~tlia eudocuhu·e. L'aulore omette di traltal' Jella tniopia, percht• nel Ma"i-
710
RIVISTA DI OC ULISTICA
sacllussell dovo egli insegna oftalmologia, la semplice miopia é molto rara, perché i miopi conoscono il loro difetto, e perch~ la miop1a produce sintomi ner vosi in minot"" grado dell ipermolropia e deU'nsligmatismo. Per scuoprire l' in~ufflcienza muscolare bisogna osservu re parzialmente la camera . L'autoN distingue l'exororia, rhe secondo Steven~ é una tendenza della visUllle in fuor i, dall'enòofor ra che 6 tendenzu della linea visuale in dentro, P. dall' iperforia o tendenza della visuale in alto. Pe r e."8rninare l'equilibrio de' muscoli laterali, egli collo~& una candela accesa a 6 metri dal pauente, ed & livello des suoi occhi. Chiuso l'occhio sinistro il paziente guarda la caudt:'!o col de~lro. Il med1co allora pone davanti all'occhi() aperto una bacchetta 1h vetro dalla grandezza di un lapi~ .. e la llene or izzontalmente; in tal posizione il paziente vede. una linea verticale di luce al posto della fiamma dellA candela. In 11ueslo momento il paziente apre l'altr'occhio, il quale vede la flomrna rlolla candela, mentre t'occhio desl•·o vede la lin<'a di luco. Se questa linea luminosa passa direttamente aLtroveJ•so la fiammo., i muscoli laterali sono in equilibt•io. Se In linea luw1nosa é veduta a destra della fiamma~ v' é en,Jororia, 110 é ve luLA a sìnisLra v'è exoforia. Chiuso l'occbro sinlsll'o e leout.a la baccllelta ver ticalmente davunli al rle~lro, si vedP. una linea orizzontale di linee aJ posln della Ila m ma. Se si apre l'occhio sinistro, questo vede la fiamma, mentre I'OC('hio destro vede la linea di luce. Se non esi<>te deviazione verticale deitli as<~i oculuri.la linea di luce incrociera drrettarnente la fiamma, ma se la linea sarà vista • al disolto clelia fiamma, vi sarà iperforia destra, se al disopr·a della fiamma si avrà iperroria <~imstra. Il grado di dev1aziono degli a ...; ollict sarà dato dalla distanza fra la linea luminoso e le fi11mma della candela. In ogni ca<>o biSOftna nver pre<>ente l'osservazione di De Schweioitz, che un equilibr io as<~olulo de' muscoli esterni dell'occhio é raro quanto l'emmetropia, e che le le~giore deviazioni latel·alì spe!!SO non hanno a lcuna importanza.
i li
RIVISTA DELLE MALATIIEVENEREE EDELLA PELLE
--
Ooll. G
PtCCARDI. -
Applloulont loo&lt 41 oalomel&llo
e tr&11Dl&tlollla Jlella oura della alAl.lde. - (Giornale
t/ella Reale Accademia d t merlic·ina di Tortno, marzoaprile J89n). l'A. intraprese questo metodo dì cura per con~iglio del dollor Peroni, il quale fin dal 18tl2 per rl prtmo l'adoperò nelle manifestazioni culanee tardive della sifillrle, ribelli ad ogni cura generale. Gli effetti curativi più caratlerislici il dollo1• Pu~cardi li ottenne in un caso g rave d• s itlloùerma papnlo~o esteso alla faccia, torace eù at·ti. L'infermo aveva contr·atta l'rnfezione (sililo mo al prepuzio) sei mesi prima, rnenlre l'l•l'llzione cutanea era compar~a dopo tre mesi a ccompagnando~i a panadenopaliu speéifìca, lubercoli muco~i alle labbro, cefalea, dolor·i osteocopi a gli ar ti !;Upot•iot·i. La c ura durò dal 22 genna io al 15 marzo 1895_ Furono falle ogni due o ll•e giorm delle leggiere pennt-Uazioni con una miscela di 5 parli di calomelano e 20 di ttaumaticina. Il rimedio, co~i applicalo, rimaneva a derente sulla parte molata sot to forma di ~ollile pellicola che tla btanca chvenlava oscur•fl per elfetlo dello luce. Con 20 penneiiaziorn in lullo sr ottenne il pro~ressivo a ppianamento ed impallidimento delle papule, 1"6 quali finirono per qcomparire unn r·imnnendo el loro po~lo c he delJI! macchie piumenlarie. l falli importanti c he hanno relazione con !ule metodo di cura po~sono es~;ere cosl riassunli. t• Come 1la e~periente di Perori, Jullien, Conchar•J e Ptr cardJ , il calomelano mescolato alla traumaltcina e tli~l(ISO sulla pl'llo viene facilmente assorbito Piccsrdi riscoutrl'l la pruseoza del mercurio nelle urine dopo ~ ore tlalla pr•irna pennellazione.
rt i\' ISTA
20 L'n <.orbuuonto (probabiltneule solto fo r ma di biclo-
ruro) avviene lt•nt.ameutc e J'or~o:anismo rimane mercuriulizzato unche f'l'r un c•crlo tempo dopo la cnra. Picellrdi trovo il mercurio ll•'llt) urine JOJH' R 11iorui dall'ultima pennelJazionc.
~ 11 calornèlano, co~l applicato, puo sostituire le inh•zioni Mltoeutanct• l'd wtrornu,.colari (Scarenzio senza pre"COlarnt: gl'inconvcnrenti, e col vantaggiO di poterne bO~pen dere l'a"~orbunento in case. tl'llllolleranza toclientlo l'ecce .......o eh~ trcJ\'11'-i «nlln pulle mo liante lavature. È pref•·rib1le pni agli UnEtuenti t~~'r pulitin •· cornodrla di applicazione. t• Sr> •' \'t'l'à l'ipohHH di Pellruar·i, che il mercurio nuu ag1sce ~ull'nrrtwonc g~JrwrAio dell'or..ranisruo. ma soltanto !>ulle rnnuirtlstnziour Aiflliliclw, le applicazioni di calomelano e traumatJciua ~lll'<•hbor·o IC' piu ruzionnli, permellendo di curar... la sifilitlt~ localmonlt-, ><onta ~alut·are in egual mhmra Lulte le ptH•ti dcll'or•goniRrno. Dr:; C.
Ooatrlbnztono alla. ettologta della a18Ude terziaria. 'l'u. v. MAI\!'Ir:AL.Ko. (A re/t. fìtr Der m. u.nd Supl•. e rentraflillltl /m rlie medie. ll'ts.'lenach., :N. J ~, 1895). Che il morcur'JO abbw intluenzu nou solo sui lenomeni ~ia mamrc ..li tlelln .. jfllide, rnfl che inllmsca pure direttamente sul virus di questn, val >! a ciiN che aa:isca prevefllivarnenlt!, iJ .\1. lo dcsuuw tlalla nut8 a.Lioue del medicamento sulla tra~mis-,rbililit dello lue ecf anche dal fatto che la malallia nei luogl•i tlnvc . uol~ ··~sere lac:c18la seuza cura mostra molle e ~rrsvi forn1e l·•niarw e fiualmente tlal ri.. ullato concorde dr tutte le !l!tali'-ticht• dr·l.!ll il cor~o lar,Jim della sifilide dopo uenerw~o o iu~uflicieute uc:o del mercurio ne! period<' pr tmitivo. Egli lto potuto hlabihre le "ue ricercile su 6ì:l casi dr siflliJo lerziuriu l' di tuili que,ti ca::;i ha avuto esatti dati anamnr ~til'i :-ulla cur11 nel JllH'rodt> pr•milrvo. l.a sifllitlu mnhgrro pr•ecoel', come pure la tabe e la paralisi progt·esAiva non rurorro da lur pr·ese in considerazrone. L e piit impor tanti conduRioni a cui é venuto per l'esarn" di questo malorinle sono lo SPguenli.
D&LL.E MALHTIE VEN~REE E DELLA PF.l.LE
7 1:l
La sifilide terziaria viene in circa i ,4 p. H O di luUì i casi dì sifilide; colpisce per lo più l'eta media della Vlla, fra 20 e 45 anni, e più frequentemente compal'isce al lì•-s• annCl dopo la inft~ztone, spesso anche nel 2• e nel 3~> ed anche non raramente neJ 1° anno. Dopo 30 anni é molto :-ara. La fjualità della am!ztoue primaria ~ secondaria non hanno alcuna influenza sul compar-ir.· della sifilide terziaria. L a uausa fnudameut.ale di essa sta nella Lolale omiss1ooe o nella •nsurtJciente applicaziouò della cura mercurtale nel periodo primario. L·uso energico del rn~rcurio io primo tempo e poi l'u::o inlermillenle per l ungo tempo continuaLo offrono la miglior<! guar~ull~ia contro lJ Lenitt.rismo. Sembra che una cura anche eneq:ica, mn lroppo Lardi corninctala, non può tenere JUdielro i fenomeni tardt\'i con tanta efficacia come qUt;lla comiuciala subito ùopo la Infezione o al comparire ùei sintomi :::econdari. L u cur·a precnC'e della siillirle è della piit p-rande intporlanza e deve e~Rere quint!i posla in opora con Lullo rlìlig-rnza. Circa la frequenza con cui i diversi or gani sono allaccaLi tlolla sifllitle lerziar·ia sta in primo luogo la pelle, in Recondo luogo Il sislerna osseo, in terzo, nei maiali doli a tn'alica privula, il sistema nervoso, in rJuelli degli ospedali le mucc,se. In piu ùi ' 11 di casi avvennero le affeziom terziarie una volla sola, NH'ameule due volle, più raramente ancora l1•e volle o più spo-~o. La cut·a mercUI·iale ha anch~ nella silìlide tardiva una az10ntj preventiva, solo essa può impedit·e le recidive della malallta terz1aria, non l'Iodio. Perctò per la cu1•a della. siflJit:ld lerzia1·ia si deve inlraprenJero la c ura mista ùi m ercurio e di iodio.
D metodo Ba.ooeW delle lniezioDl en4ovenoae 41 nblima.to nella. a1Alt4e. - (Rioi8la tncerntt;&onale di iaien.t:., anno Y, ~. 11 P. 12).
BLASCIIKO . -
Le iniezioni endovenose del Baccelli ebbero gi~ gli elogi d1 Zierossen, lemma, Nieddu, Colorobini, Lewin ed allri. Il BJascblm cosi si esprime sul va1ore ùel metorlc di Raccelll. Esso ha i se~uenli vanlaggi: nessun tlolol'e in segutto alle
71&,
RIVISTA DELLE MALATTIE V.ENKREE 8 DELLA PELLE
iniezioni "e es~e sono fallo nelle vt!ne. la doso piccola di mercur10 che si r1cluede per avere l'effello curallvo; l'esatto dosa mento del rimedio; il Calto che tutta la quantità ini ellaLa di farmaco vume assorbita , infine la mancanz~ di ogni sgradevole fenomeno concomitante e di ogni sintomo d'avvelenamenlù. L'inconveniente fallo r ilevare da taluni, cioè delle difficoltà tecniche inerenti al metodo, si vincerà farilmentl-' con un poco di esercizio. Di grande va lore è il metodo Daccel!l in tutti quei casi tn cui non pos~ono somministrarsi ~rendi dosi dì mercul'io; cost nei l1S1cl, neglt individui deperiti e nervo~n, come pure in quelli nei quali le g randi dosi d1 met•curio producono fenomeni f'gradevoli. L'importanza pr111cipale del metodo Baccem '>la, secondo il Blascbko, nel suo allo !ltg n1flcalo teorico. Esso c1 insegna come min1me dost di mercui'io ttono in grado di far scomporit•e i sintomi della sifilide, e re nde probaòile la s up;>osi:done cbe con gli altri melod1 di cura solo una piccola parte dd mercurio tntrodotlo è assorbtlo ed entru in at.1one, e elle perciò d'ot·dinario not facciamo un colossale spreco di mercurio. In llne da un allro lato é 1mpor lsnt.P Il metodo Baccelh, 111 quanto che esso inaugura in modo tr ionfale la let•apia intravenosa. Già primo il Baccelli stesso a vea ese~uilo le inieZIOni inlr ovenose di chinina nella malar ia, di lubet•colina n<'lla tubercolosi polmonar e, di sublimalo in molle infezioni. E sttu molli clinici si occupano di queste ricerche teropiche. Per la silllide molli, dopo la pubblicazione di Baccelli, ha nno sperimentato con buon succe!'I..O le iniezioni endo\euose dt c:ublimalo. ~ da sperare che anche per altl'i farmachi verrà tentata la via intruvenosa, seguendo le orme tracciate c;) splendtdamente dal clinico di Roma. G.
i 15
RIVlSTA DI TERAPEUTICA ed altri. - Blaaltati della a1erote(XIII Congre8so dt med1C1niL interna tenuto a Monflco dnl 2 al li aprile 1895. Alorga{Jni, 18 maggio 1895).
1-IEUBNEtt, BAGINSK'I
rap1a nella 4tfterlte. -
~el recent.e conlo{resso di medicina interna a Monaco si rliscu ..se lar~menle "uUa $iE'roleropia nello dtfierite. L'argomento i• co~l inlt>r''"sanle dal la!.o ~c1enti1ìco e dal Ialo pratico, che ci por ultle riassumere quella discus"lione. Heubner. - DA prima uno sguardo allo s"iluppo succe::-biVO delle ideo e degli esper imenti che conJussero Behring alla scoperta del siero antidifter ilico. Discute po1 la que..lione tino a che punto si é autor1zzati ad applicare al letto dell'ammalalo i risultati ollonuli negli an1mali. Con una serie di curve dimostra che il carattere paodemico della diner1f.e, dal tempo in CUI e Stata iniziato la !liero-terapi~:~, non é affatto peggiorato. DA uno sguardo alla statistica dei risullali della cura della din~rile col siero nel 1 89~ in tuUI gli O"~pedali di Berlino, da cui si rileva che la mortalità é r idotta della melil. L'oratore pas~a quindi a disculere le sue proprie o;::..ervazioni che r1guardano 20i casi, di <:ui 26 compltcali, 181 genuini~ tutli furono curati col siero. La mortalità fu d~!l 13 p. 100. F11 11 conrronlo del mod,) di deco•·rere dei casi curaLi col siero e rruelli senza siero. Conchiude dicendo che le rnoditlcazroni della curva te•·mica e la rapida scomparso delle membrane dineriche, in seguito alla cura col siero, uccennano all'intluenta specifica, d1 cui truesto è doLalo. Baginsky. - Sosltene che il siero cur•alivo è un riuwdio l'fficacissimo, il mighore di quelli finora impiegati contro la
i l6
RlVl 'T.\
difterite genuina. Il siero agisce tanlo pii.t erftcacemente, quanto phi presto esso viene usato dopo la campana dei primi Regnl della dJrterile. ù: razionale e deve raccomandarsi la pratica dl associare l'uso del siero aRti antisetL1ci locali iìnora generalmente in uso. Dice che con I'(Uesto rnetodo di cura combinato gli è r·•usctto di abbassare la mortalità di '/ •. L'uso ùel siuro non '-' seguito da alcun accidente e da aleuna malaUia. Gli esantemi, le al1'e:,:ioni articolari, ecc., si sono osservate gia nel corso della difterite. indipendentemente dal metodo curativo. Queste manifestazioni nei casi curali col siero, fJUantun'lue si riscontrino rrequentemenle, non stono pericolose. L'incertezza dello noslr·e conoscenze sul modo eli agire del sJl'ro, non deve avere la menoma innuenza sul suo uso ùl terapia, stanteché la ~<ua e.fficacia contro la difterite é stata stabilita empir·icamenle. V. Wider·bofer. - Riferisce su 300 bambini difterilici curali col siero dall'otl.obre del l894 al febbraio 1895. La morlalilé. é ~la la del 23,7, notevolmente minore della mortali la avuta pt·ima che foase inll·odolla la sieroterapia. L'or~lore i'a notar·e che molli dei bambini curali c.Ia lui col sie1'0 si trova"Vano nAJlo slatlio di slenosi laringea. In 22 casi il siero Impedì la monJfes t~.~zione della laringostenosi. lnollt'f-! r1corda che fr·a i 300 casi, -:7 prBsenlavnuo alburninuria, prima ancora ùelle iniezioni di siero. L'or·alore riferisce, poi, gli esperimenti di immuuizzazione (in lutto 130), da lui falli :;pecialmente slli rratelli e sulle sorelle dei bambini condolli all'ospedale come diflel'ici. Dei 130 bambini Immunizzati, un solo ammalò leggermente di Jii'Lerile. L'orolOJ'e finisce ricor·dando che ner suoi èasi, oltre alle iuiezioni di siero, eseguiva qualche volla la cura locale con gar~at·ismi. La sua allenztOne principale era r·rvolta. alla deholezl!:a cardiaca, contro la quale adoperava con successo le iniezioni di slricnina. V. Ranke. - Dal sellembr e del l 9~ al marzo dì fJuesto anno Ila curato 130 casi .Ji cliilerile nella clinica pediatrica dell'uuiversilil di Monaco. Solo sei di essi non rarouo cut·al'
DJ TEI\.\I'F.liTICA
7 17
col *'iero. 1n tutti gli allri si ft!cero le inieZIOni di siero Uahring, compresi anche i ('U"i complicali a scarlaLLina ed a morbillo. Ln mortalità dei 12 ~casi fu il 22,i- p. LOO L'esame ballerìologico tlirno~Lt-ò la rreseuza dPi bacilli !Iella dinerile nel !12,8 p. lOO dei casi: in 10 ~si in cultura pura, negli allri associali a slreplococcbi. L'ot·atore fa il confronto con lP- statistiche precedenli. Fa inoltre notare che nel siero cumlh•o noi possediamo \Hl r imedio capace in un grande numero di casi di impedire la propagazione del processo dinerico nelle \'ie respiratorie infe1·ior1. Dice che in nessuno dei cnsi dt difterite faringea da lui intubati, il processo si estese alla laringe, mentre ciò succede·,a facilmente prima 1lella siProlerapìa. Tullo ciò, secondo r oratore, non si deve al caso, ma all'azione specifica del siero. Infine l'oralot·e rift!risce di non aver os!'ervalo alcun effello s~radevole della sierotel·apiasugli organi più importanti, come cuor~>, reni, ecc. Gli el'\antemi, che talvolta si manife· stano, non hanno grande importauza clintca. Kohl.s. -Dichiara a bella prima che in seguito alle esperienze da lui finora fatte, non ? grande entusiasta della siet•oterapia. conresaa però che ha potuto disporre ùi un materiale relativamente scarso. l risultati della sìerot.erapio, secondu lui, non chtfet•iscono gran che da qul}lli ottenuti con gli llrdinari metodi di cura. Dalla sua statistica rileva cho il siero non ha una specialA inlluenza sullo stato geuerflle, bensì ha un'inlluenza manifes~ sul processo locale il t(uale si arresta. Gli e.<>anlemi e l'Aibuminm•ia nou hanno speciale impot'tarua. Osservò paralisi soltanto in 5 ca~i. La mortalitù dei bambini tracheotomizzali curati col siero fu di 2!l,U p. LOO, ~(l.lella dei non Lr-acheolomizzali di 7,6 p. 100, cioP un risnllato in g~nerale alquanto sfavorPvole. Seil.z. - Riferisce le sue o~ser·vazioni su f S.O casi che egli riguarda dal Ialo ùeUe complicanze. Fra questr casi in i7 riscontro a lbumina nell' ur•ino dopo il principiO della rura, in 2~ l'albinuria esisteva prima della cura.
/18
Ili VISTA
Dalle sue osservazioni l'oratore conchiude che non si può ammE>ttere cb e la t-ieroter&J•ia abbia un'influenza noc1va sui reni e neppure <>ul cuore In tutto ost:tel'vò Il ca~i di paralisi. Il tumore di milza esisteva solo in 5 casi, era piu frequente acl osl'lervare prima delle iniezioni che dopo. Però gli esantemi sono più frequenti in seguito alla sierolepia, che prima Nondimeno essi non espongono gli inrermt ad alcun pericolo. In lJ•e casi complicali, venuti in cura relativamente tard1, l'oratore notò ~he la convAlescenza ru molto prolunjlata. Nel ma,g~or numero dei casi pero la guarigione f•• rapida. lntìne fa osservare che la sterolt>rapia non fece affatto peggiorare le malattie che si complicavano alla t.llner•te, come pertosse, polmonite, vizi rardiaci, tubercolosi, ecc. Sbnlzing. - Ha curalo 60 e&9i col ..iero di Behring. Dichiara che le sueo osservaz•oni non parlano nt> in favore né contro la sierolerapia. La morlalilA tu del 20 p. lOO. La durata media della malattia ru di 14 giorni. Confrontando questi risultalt con queltt ottenuti nei tempi trascor~;i, roratore non nega che quelli !<Ono alquanto pni favorevoli : nonduneno é possibile che cì6 sia un fallo puramenta acciùent.sle. Un nume1•o di osservazioni co!'\ scarsi) non serve a dimostrar nulla. Trumpp. - Riferic:ce sulla presenza delle dil\erile e di bacilli analoghi ai dinerici sulle mucose de• bambini, fondandosi sulle osservazioni fatte in occasione d'una infezione familiare. Nei bambini con dinerile larmgea si tro,·a"ano freluenlemenle bacilli d•nertci virulenti anche s u altre mucose, in cui non si notava alcun fenomen o morboso. Simili ca'li possono essere la l'IOrgenle delle infezioni domestiche. L'oratore fa rilevare che, in conseguenza di ci(•, i mezzi finora io uso per la disinfezione delle abitazioni e degli oggellJ contenultv1 ~'~ono insufficienti ad evitare il contagio. Rehu.- RiferiSCI} H risultato delle s ue osservazioni e di quelle di alcuni suot colleghi. Nel siero, egli dice, abbiamo un polente rimedio che d'ordinario in poche or e arresta il processo morboso, senza spiegare alctma influenza nociva sull'organismo.
DI T&llAPBUTICA
719
La durata della malattia, curata col s iero, è di 6-8 giorni; nei casi di controllo non curati col siero la durata é di 14 giorni. Osserva cbe in un caso curato con i mezzi locali ordinari egli ''ide manifestarsi le stesse affezioni articolari elle SI)OO state notate consecutivamente alle iniezioni di sier o. Ritiene opportuna la cura locale ollre a quella del siero. Raucllfuss. - Riferisce sui risultati ollenuli in 1- casi nell'o~edale Oldenburg di Pielroburgo, risulleli favorevoli alla sieroterapia, giacchè la sua statistica mostra una differenza del 21 p. iOO in favot·e del siei'O. Il miglioramento t·apido dello stato generale e l'arrestarsi del processo, in seguito alle iniezioni, dimostrano che ti siero ha un'azione sp~cifics. Treupel.- Rifertsce i risult#,lti delle sue osservazioni fat'· macologiche sugli e/Telti del slet•o di Dehriog. lnieltavn ai cotùgli ed ai cani sotto la pelle 200, f>OO fino a 1500 unità immuninanli. In nessun esso si notò lesione nel sito della iniezione, tanto meno ~rnzioni cutanee. Lo stato generale ùegli animali è buono, la pressione sanguj~na non è notevolmente modilicsta. NeU'urìna si riscontra albumina; ciò però non autorizza ad ammettere una nerrite, perché mancavano elementi morfologici nell'urina. Questa lieve 11lbumiouria può anche essere fisiolop;ica. Jendrassik.- Act·enoa alla differenza che esiste tra il principio della immunizzazione e quello della guarigione. J suoi esperimenti negli animali dimostrAOo che il siero ha un potet•e protetti vo già a pircole dosi, mentre· la virtu curativa del siero n~gll animali e quasi nulla. Pare che i buoni risultati ottenuti in pratica dipendano dalla rapida immunizzazione dell'ot>ganismo. Grawitz. -Osserva che la base teorelics della sieroterapia sla riposta nell'az.iorJe dell'antitossina. ma è possibile che ì1 siero di c;angue come tale abbia una certa azione sull'or ganismo. Cosi l'oratore ba visto che, iniettando sotto la pelle di un animalo il siero di un altro animale della stessa o di divers a specie, ha luogo una diJuziooe del sttngue dell'animale, giacché una certa quantità di llnfa si versa nella circolazione venosa. L'iniezione di siero, analogamente a quella di una solo-
720
Rl\'IST.\
z10ne sall1lA . agisce da diureli(·o. .A nche estraendo il ::;angun da una vena di uo <liflerico 5 ore dopo un'iniezione eli siero, <oi trova aumento del contenuto d'acqua del sangue, che si può valutare alfi p. IOG. SiegerL. - Fa notare che, mentre prima neUa clinica pediatrica universitaria di Stratobur~o l'albuminuria si presentava in J/7 dei casi di diflet•ile, essa si manife&ta nei maiali curali col l'liero dl Behring nel 51 p. 100 dei casi. Spinto da questa osservazione, l'oratore studiò gli effeUi delle inie~ioni di siero di sangue di animali normali solto la lf;t pelle di altri animali. Nei cani saul l'mu~zione di 20 eme. di siero di &lngue IlOrmale produsse albummuria accompalnlala sempre da aumento del peso specifico e diminuzione delle quantità d'urina. Analogamente a :;tiscc L'iniezione intravenosa di siero. L'iniezione di Ftr. 0,05 di acido fenico, sciolto in 10 eme. di acqutl, non produce albuminuria. L'iniezioue di 10 eme. di un rniseuglio di siero di san~ue e di gr. 0,05 di acido fenico produce albuminuria. ma non la morte ; mentre l' iniezione dt siero di "'8-ngue defìbrìnato e rapidamente llltrato produce nei conigli albuminuria, aumento del peso specifico. diminuzione della quontila d'urina e morte dell'animale. Dimodoché l 'a~giunta dell'acido relliCO al siero é un g rande \'Bntaggio. v. Met·ìng - Dal llovembre del J89i al marzi) 1ll95 ha curato col ~iero 74 casi, quasi Lutti nei prjmi due giorni rli malallia. ~lorirono solo 4 malati, ossia il 5 per cento. Non ha osservato fennmem secondari nocivi del siet·o. Vierordl. - Conlrai•iamente ad Heubner sostiene che non esiste un ù~terminato tipo febbrile della difterite. l buoni effetti, che ha dato la sier o terapia per ogni dove e che anche J' Ol'&tore ha OS1Servato, sono rol'Se in parla da attribUÌ l'Si alle speciali cure di cui sono altot•niali i difterici curali col siero di Behring. lnollre Poratore ra osserva1•e che ·Léiffiet·, con la sua cura locale ba oUenulo t•ìsultati migliori che con la cura del siero. Bic:ogna , dunque essere mollo caul.i nei giudizi sulla sieroterapia . Non si deve poi dimenticare cile la ryueslione 110n
DI I f. Il.\ l'l CTif \
è oncora l'Ì"Oiuta, o che lauto nel rnorlo di u~ut'lo, (j'nanto uella preparazione del rimedi<'. mollo nncor a rt.>slu a far<~. IIeubner· - Come r·elalort! fa rrlevare 1 • Ile '"U6 ,·ouclm-•om 1 ~eguent. tre punl1 In lutlu la discu""ione c he hu avuto luogo sulln "Ìeroler·ap~a nello. difterilu n"ssun r~Hlo cel'lo 1\ '-latO r1poa·Lato, rl quale pr•u,·i <'he il !'i ero abbia un •]uahtii•JUe ellt!Uo noc1 vo Tutti i rn·~tlici, !ipecialmentc IJUelli di O'•pedale, l'Ire hunno a di"Po"iltOne un VA'Ilo nunh't·o di uwlnli, hauno (ad e~e zh.>rt~• oi1 Kobt<>) otlt•11nto. do('O l'intru<lut.icme dèl o;roro, una note' ole dlmtnuzto:w della mortalità per· dii'l.ea·•le.
" Il o&1fè nelle ernie at'rozzate e nelle oooluatont tnteattnall. - P. Gt I.RIN. - (:\ rrhioe.~ th JUcieeint Nm:afe tu t IJicn•ale. N ~ d.,l t8~"l).
ru
r:inl\tAO di calli\ gìà d'LI'\0 CflffiUllt~ nelle AJllillc per com · hatiRre gh acculo·utr erniea•i. \uche pt'O""o di noi ru odoperato, ma l'&d·le ']Uil..i S<'ffiJ•r~> 1 1 di~u ..., L'11utot'•' r1fer1!1Co di alcun1 l ca~i cli111ci ella eùhero esito fortunate' <·(JII'U"O del caff1>, e "'0!!1-(lllll~te c·lw, "''nza ave1·e punto l'mlenzione dt rar~< •lellu reazront! anlicltirurg1C8, rilit~ne che cyuesta proprielu spectale dt·l 1'8 IT~ può render" ~ ranJi ~prvizii, '' d te perc1ù il chirurgo pt•1ma li'opt>rare non dovrebbe riflularc ul suo molato il hcnollcìo d'un tenlatho cbe non porta alcun ri;;cluo. Nella rt!luziouo clell'ea•mn la pnrle principale '-embra che sp•·ltt allo ea.Oi>lflll ' rtuiwll !IOJ·ebbe mlèresf!Snlt• dJ sper imentare 111 luogo del cafl•· tllwhe il lhe, ti matt•, la noce di Kola, eec. Que~la potenza del c•am' venne "Pie;:.rata iu !ll\•ersi utndt: 1., Lnmare-Pìc•tuot ammc•tle che il calfé nero, r 1duct>ndo Il calibt·o tlei \'8!'11 degli. m·~uru ern1al1, dirniuui~ce per eonse~uenzn il \'Olurno eli qucqto parli e facilita la lor o rien-
trata. :2• Il celf~ ecctta le !'ecrezi(Jni intestinali e combatte l'ir.-
Ml
RI\'ISTA
gorgo delle fA.ci diluendo le materie contenute neU'at~sa erniata~
ao Secondo CeUarier il esiTI' eccila neUo strato muqcohn·n dell'intestino tlet movimenti che dispiegano l'ernia e la lirnno dall'anello verso la ca vi là del ventre facendola cosi r ieulrare. Le due prime ipoLesi sono state abbandonate, e la più parte dea:li sperimentalori banno accettalo l'opinione di Cellarter. L'autore rilielle che gli insuccessi a\'ult tal volla ndla pratica di questo metodo siano da nddobitar·si alla calltva qualità ùel caffè adoperato, e che i'accusa di fat· per•clere un lampo prt;:zioso uon sia giusta, poiclu~ la ridm~ione tldl'et·uia oort si fa mni altPndere più di qualtro ot·e. tempo che iu ogni mndo è qunsi f<&mpre necessario pel' preparat·e quanto occorre peL· l'inter,·enlo chirurgico, per trovare un aiuto, sommimstrare il clorofurm.io, ecc. Nei casi in cui non si potesse usare la via dello stomaco, si polt•ebbe rlcor·rere o ai clisteri che agirebbero fo1'St: più direttamente sulla conlraltililé inle:;Linale, o alla calft~111a per iniezioni ipodermiche. Circa Je dos1 e il modo di sommlnislrarle, il Dllrand consi~liava di fare un inruso tli 25<1 ~rammi di polwre di caffé eia prendersi a Lazze, una ogm quarto J'ora, ciò che equivale presso u poco a 250 grammi dt polvere in 720 grammi di acqua. L'autore !'lì limit.a a p1·ascriver•e del caffé forli!>simo, più fol'te asso i di quello che il paziCinLe ò solito prondore: questa raccomartdazione basts per quelli che prendono ol,iLuulmente calle rorle, ma per le persone non abituale sarà bene non sorpassare la dose indicata da Durand sollo pena di veder sopraggiungere dei disturbi lossici. P er iniezione ipodermica è pt•udenza di saggiare Ja tolleranza del malaLo cou una prima iniezione dì 50 centigrammi e, se questa é ben soppor tata, aumenlat·e rapidam!:'nle fino a grammi 1150 o anche 2 g rammi.
G.
D l nn \I'U' UCA
ll tauulno nelle tebbrl malarlohe ribelli &11& ohJ.o.l.na . - Dottor P ALI x. - (.1 l'c/w~~s •le .\Jédtcine \arul" et Coloniale, N. <l rfel 18!)5). L'autore dice di avere sperimentali') con buon rl<>ullalo <dietr o <"OO!>t!!lio 8\'Uio dal do ttor Bourr·eh··l') I'U"'O del tannino nello cura di alcuni coolclali nflcth da febbre palu<>lre a l ac· ce-.<>ì quotidiani rli rara inten>~tliA, e ribelli a tuttu le <'ure falli'. E~li fere prendere a quu~ti solclati il lanninn In AC'ftUa zucchet•nw a do<~i decresct\nlt di ~ gramm1 il pr tmo E-do rno, 3 ~ram mi ilt.·rz.o j!IIJrno. 2 l-'ram mi il <>eqto ~iorno P l grammo il decimo giorno, avendo curo ùi rnr prQndP!·e ai mah.tt molti<>l"ime ll«ane Cilme COO!C'i:.!lta il Sourrt>lier: il suc•ce!lso fu completo po1chc.\ ... ottennE' caùut.a della tehbre, diminuzione notevole del ,·olum.-. della milzn.
Il tannino uqalcl dal Bourr••lier provtene dalla «cort.R dì una mimosa di cui e~li fa EtrRnrle cu llut·o in AlA'Prio: t(ueslo acido numolnllnH'O avrebbe !>Ul t.annm" ricavato dnlla nol!e di aalla. ti '>anlu!:!gio di e.,"PI't> me~tlio lollerat.o ùallo «lomRco e non dt~turba re le funzioni difl,..<~live. St adoprrR in soluztone, e o~nt boccetta di g:rammi t:,n contiene i ~rammi dJ lnnuino. 11 lannmo deve el",;ere prP<~O a dtJ{IUilO: una ooccetla intiers il primo j:.dorno, divisa 111 { voll••, cioè l ~ru rnmi di medicamento og-ni 2 or e, in un biccbioro di the lei(~otiero N ~Jrli llllervfllli bi«ogna prendere rnohl• bibite dilu~>nh per far penetrare m··~lio e dtftonde!'e 11 medicaw~>nlo nei t~-.<>uti. Due ore dopo l'ultima doc;e, -.j può pro>ndere una rll ine<~lra e bere un pò di vino. Il Fiurno «e~uenle ne .. c;un medicameolo. L'altro giorOI> ~uccessivo «i prPnd•· una metA delln sudd ..lta boccellR m dufl do:!i. Nel 6' giorno infine s: prende la secondA rno>lè tlell'anzidella boccetta pur e in dut• clo.. 1. L'A. rilien•• che la cura ltlntuca del rlollor BonrrtJlier . <>o· pralu tto nelle colo111e, e qctando la eh nina si mo,lra impotente a lroncaru una febbre palustre, «ia d~linala a rendere .grandi e numerO'~Ì servigi G.
ltiV IST\
La galllotoa, nuovo rimedio per le malattie degU ooohl. CARLO ~l CLLJ :-tOl':K. (Corresponderu- Blact dtr Sehw. Aerzte, ~. 8, I 8U~1). Ul gallicino è l'etere metìlico ,J,.•II'acido gallico, il quale ~j olliene col ri ..cnldamenlo di una "ll)uzione di actdo galhco o da U>nniuo nell"clere melilico con actdo cloridrico o acido <:olroraco C(llll''Hill·alo. Dalla <~oluzione alcolica si ottiene cric.;t.elltzzalo in pri<~rni rom baci pl'ivi d1 acqua. e dalle soluzione acquosa calda col t•nlfrerldamento in a!{hi sollilissimi baancltì come ne\ e. Que!'la ultima che é lA forma più adaltnla per uso mediro fonde, 1:ome l'allra in cristalli r·ombict. a 200-202• e <~i <~ctoglìo facilmr.nt~ oltrechè nell'ac.tua bollente. anche nell'alcool m etilico C'd t-liti co c-t Idi e nell'etere. La ro<~tilu1.mne chitnirn tli questo etere metilico dell'actdo ~alltt•n, la CJUOle a·icordo qnulla della t•esorcina e del pirogallolo foce pen~ara che OMo aveHse la stes!'a favorevole tlziouo sui Clllnr·t·i a Rullo rnaloLlin della pelle. Ma la gallicina lw sul pil·ogAIIolo Il vontOKf.tio di non eSSI)re velen0$8. Il Mcllin~Pt' la Lrov(t ulllu (H'Ìrwipalaneute nei catarri coogiunlivah e nellu malatliu d••1.:li occh1 affini alle malattie cutanee. Ftnora l'hn u~att1 MlnJHNalt• in polvere spargenJola con un penuello una o duo voll•' il ~tor·no nel sacco congiuuli\•&1& rome !!i "~UOI furc col cAlomelAno. Il solo disturbo notato in alcuui malati fu un "611qo d• bru..:rore che cessava dopò pochi minuti con qualche bojlnuolo fred11o, e che può anche essere evìUilo con lo in ..tillozion•· di alcunP gocce di una soluzione
di coc~ma al 2 p. 100. Il ~tellm~er ho U"nlo la gallicina in più di duecento casi di calnrri, oli inllamrnazioui Oilll.\nularì e di cheratiti !>UperficJalt con olluno ri!'ultalo. L'hu Lrovatu pure ulile negli sta la catarrali che !<uccedono alle grandi infiammazioni purulente; ma !>pectalmenle In rar<'(IIDallda noll'et'zema della congiuntiva, nelle coqt dfolte infiumrnazwnì flallenulari e nella cheratite superfiriall'. Sopt·a Il f'fllornelan(j avrebbe il vantaggio di polersi usare uncLe rwll~ inllnmmnz1oui flittenulari eon aumentala secr ezionE', agendo fo vorevolrnonte su luLti e due questi slali,
ladrlove l'aumentata ~ecreziono costituisce controindicazione pet· l'uso do! clllomclllno.
DI TER \PEUTICA
BEn rR \:'ID ( Progrèt~
Sul laoooaio e aul auo potere oaaldante. mP.d,,.al, ~- l f' li, 1~95).
Il lacco!-lio sarebbe uua nuova tliast.a~i J<coperlu dal Ber-trand. e ili cu1 egli rite risce in un ~uo lavoro le nUO\'b ~.d importanti~~ime proprieta.
'l'ulle le dia~lasi finora studia LP hanno la propr1etu d1 prootlurr~ idratnzro oi e c:: loppiamenti, ('Ome l'IO\'t?l'lifla, fcrrn~uto
~olubile fie lievito di birra, sdoppia ! et• 1tlrata7.im~~:• l.t moleco'n tli ~c ·ar osio 111 trlucosto P. levuln~io, rnnter1•• lucehel'IM dirci.Lamt!ule fermentescihili che ~i lrallformauo 111 alcool ed R<·ido carbonico. li laccosio lll'\'Cce ha propricw invt•rst>; esso determina una osl'lidat.toue. Quc~ta nuova dia-.Lasi dertva dall'al&tro da lacca del TonciJJno. eli è "otto la "ua azione che si produce la IM<'.a, la llt'lla vernico nera tanto conost:IUla e hmlo ultl••, lu quale t'il'lttlla dalla ossidazione di un corpo, i l lw•colo, cllf' pl'r l'in~ ~terne dellt' sue reazioni si avvicina a certi renolì poliatom ict : facendo agire 11 lacco<>io "U t h e"!'IO o su corp1 analoghi, cotne l'iJroclunone o ti piro~alloln, in prc!Sonza (Jt>ll'os ... igeno, !'Ì ha ossiJaziont> intensa, e l'OH!~Ìgcno llCOIIlpflrt• e vien ,.o,..lituilo da ac~tlo carbontco. l aie fenomeno l'li ravvicina rruasi a l una resptrtltione orlillc•aie, e rorse rappresenta crò che "uccode nPIIa r•e ... piraLIOII'' it>i "e:zelalt: e;:l"o :::.i ris,.onlra d1fellt 111 un grnu numet·o .òi piante, e pur'l os,•dare molt1 corpi che ~i lt'Ovnuo nellu ptanla melle<~iute, come l'acido gallico e.l il taunirm. t tt·allerehbe quindi di ratta ouovi non -.olo. ma di u11a _rondu imporl.anz.a ptlr la cltimrca non l"nlo ma JH r la rlsiolog~a
generale.
Lo :'>Lr>:->'>0 fer·mento fu dal Lui<let scupel'lo nella mela clet ~tid r(): •tuantln ,i ta~l!a o si o::c!Jiaccia q•Je,ta me In. t·~~a prende t~ll'aria una
hul.8 ru;;sa caralle1·i<tlica tlt>vula all'o~<~1dazione
tlel tonnino solto l' intluenzu di un ferm~nlo, diA! rullo 11 fet'll1enlo , ad e:::. colla rollura. l'ossitlaLtone non hn p1ù lut>go. Lo pt•opriula o,;sidanh di qne>-lt reruuwll ~ono dunostrate con parecrhi e 'ari procedimenti. Da que'!li imporlaulii'Simi
Rl\ ISB
fatt1, che genentlizza no la !'ICnper·ta del Rer·trantl, emerge inconte'fllabile lu CClnclusione cii~:~ e~islouo ùue gruppi tli diasla!li a ù effelll oppMli, le pr·unt•, che erano le sole conMriute fino• a, determinano delle ùlrata:;.iolli e degli sdorpiamenti; le altr~, la eu• t•<>istE>nza v1ene ora svelata dal Bo•rtl'aod, hanno la proprietti di effettuare ùe lle ossidazioru. Parrt'bbe pertanto le,:ciltimn ùi &!'<>egnare anche a I}Uesli du ~ruppi rlea nomi che rnmmentino le loro pr(lprietà gen~<rali: <~i a \'rebboro co~ì le ldrCJ!asL l) le Ot(~tdas, come punto di partema per unA <'IRs>~itlcv.:cioue razionale dPJie dia~tasì B LIJM. -
Trattame11to 4 e11& oolellttu 1 - (Munr·ltn. rr:ed.
li'<Jf•/t •• mo• zn 18fl:l)
Blum •·ac:h1amA. l'allenz•one ùei mPtliri pratici ~u l ''alare lel'apeuliro dei grandi clic;Lerr di olio dr oli\'a nel Lr·attamente> della colica brliare. Queste iniezioni r·dtah pos!>ono e"sere soslllurte alle dOHJ gcoerm'le di nlio dal•• pet• bocca, alle •ruoli spost~n gli arnmalnti si I'JtluLnno e clw possono disturbare le funzioni delln tttomnco OllJ·e all'az•or~e colaaoga pr obabile, l'olio d• oliva ha un legg•ero potere la~<~<atho. L'autore .. ~!!Ul' le pr~srrJZJ Oni dJ Flemer rH'Iolar,., '111""'11 cli"<teri. iOO n 5<)() cc. di olio n'oliva pu•·o caldo Mno deppr•inr•pio ogni i-!ÌOt'no a in <~e~uilo a più lunl{ni inlPt'\'&lli, iniell&tì. L'autore ne ha ha avuto ottimi ••isultoti in 5 casi. G: G. R.wm r~CHEK. - 11 btoloruro di mercurio nella toa1e ooll· vulalv a . - (Thfrll.p Jfonac~h.).
Il B. cono«CP.ndo ).:1' insucce<~-.i dell' Ol'<iinario trattamunto della to..,~<A convul'~• va «i dtorise a u«are oei "noi tra bambini Il b1cloruro di mer•cut•io. Dopo av~>r •mbevulo un batuffolo di et•lone d• una -.olu;wme di 0.10 p. 100 di sublimato corro"t\'O, lo Jlllr•llhJ«<~e no•lla bocca e uo spremè il liquido sullo bui<~.< della lingun fareu.Jolo cosa giuugere all'ept~<lottide e alla lat·mge, m SO!lllilo lo estrasse spenuelltmdo J'u~ola, le ton-;ille e il Vt>lopendolo. Ciò ru praticato O!mi gJoruo o d a ~iorn• alterni a «f'cunda dello g ravità del caso ottenendo si onimi r •sultati non -.;olo rH•i tre casi soprnccennati ma anch &
Dl TERAl1 EUTICA
i~i
in l~ nllri bamhini ruraLi allo ~lol'lso modo. Il miglioramento notoc:~i già al 2• e .lo giorno del lrall8rnenlo e gh ammalali guartrono cornplelnmente o fuosi in ~-1 ~ gior ni. Un cac:o sembrò P.lil.,ere arro~loh.1 nel !<Uil ~viluppo con ciruJllO appli· cazioni della <ooluziouP. L'aulore crecle eh~ non debba lemersi alcun P.!Tello lo~$ico. G. G. n carbonato 41 guaiacolo. - (Brrt .\!ed. Jortrtt., 12 ~enmuo 1895 o Bc,.f. klin. Woclt., ,J dtcernhrc 189.$-l.
Hol.<lCUER
Holscher ha tmpre,:taln IJUe,.tt :-o!"lanw con buoni ri-.ullalì i11 lOO casi di ltsi d'a~~iungerst nt fìU rtftmlt nel gennnlo dello scot'f'O anno. Egli t'il'hiarna in pl'imo luogo l'attenzione sui vanla~~i che ha qut""to medtrarnento :mi cr eoc:olo e c:ul o ste!""<O guaiacolo puro. Le runzt ma digoe ..li\"l non "ono ll'·-turbatf'l, la quontità di éR!lO asflorbila dal t~angue ò p1ccola e quintll l'azione ne •" blanda. L'autore opina che il vole11o che cirrola nel -.an:we dot li<lici 1 neutrahzzalo dal uuniacolo. Lo arnwini'ltra per lo piil a do«i di 2 n :1 gr. al ~torno in dul' volte: nei casi 1n cui Sl'li PITetLi larciano a mururestarc:i egli ..aie gradatamente alla rlnAe di 6 gr. Ilo notato r·•sultati sor pr'tHt<leuti ul alcuni casi 1li Lisi avanzala. L'opp.. uto è aum.•nlalo ~ l"aAsimilazJone 1101 cibi é rarilitata. Ot•Acrive minutamente se• cast, i qttali erono mollo avanzati quando furono snltnpo!{Li al lra.llamcnlo : due eli essi datuvuno da quattro antu. Il rarbunato dt ~uaiocolo •• pr'Olicameulo inulilt• n ella lubercolo!'lci milinre acuta.
B loroma.to dl potuaa nelle malattie dello atoma.oo. -
T. R. FRASt·.R. - (Wiener med. 1~/rltler e Cenlralbi.Jur lite med.
Wt~sen.'fclt .. N
2, t895).
Il fra ::;er ho usato •l bicromato di pota:;Aa, già caldamente raccomandato da Vulpian, in molLi cusi tli malallin d1 stomaco con mollo buon resuJlamen lo. l cac:1 CO"J trottati ftJrono 18 volle d•'"lUl"bi dispept1ci ·enza «t ~ni d'ulcera di s tomaco, c LO volle con siulomi d'ulcera rotonda del Vl.!nlracolo.
In lullt i 28 cas1 il uledicnmPnlo fu u<:ato da ,..olo, falla ccc,.zioue dui pur~anli, C<l"Ìrclu\ la <:ua azione potè P~s~re n ~tH·vala cou P:-allezza. E'so ftt dulo alla do:se di 5 malligrammi lino a 1 cenli;{I'IHnrno lre volte al tfÌOrno a digiuno Jler ché lo slomoco fO!O:-C, pui cho po~ ..ibil", vuoll). Sì u<:6 oa·a iu . oluzione, ora in l'illolr·. Qunndo fu necessario, <>pociallllf?lllt' con le do"i piu fot·ll, fu fnlto prendere nel siroppo .!cl lolù o nel l'liroppo d'tll'aur.io pt>r correJ!gere il sapore. '\elle !'emplic-• di:Qpepsie, anche nelle piit piccole rlm<i, ag• 1110ll• fn VMP.volmenl"; IOI'-e in breve lempo il 1lnlor••, il st'n:-o d dt"gtt"lo il voruilo o la "P.nc:ibililà alla Jll'e-<>irllle rtt>ll't•pi:zastrin . l n •Juellu J•"JIOfl"'•e che accompa~nano l'anemia a nella costipazione nou ha alcuna intlueuza. come pure non lw fnvorevole uzwne ne1 CIH•t ùt ulcet"a ~.tcuta del1•1 «lorllal'o cou vormln ~u;mi~tno. Non iuflui!'r.e in alcuna ~UÌ!'a sulla ernnr•·agta. 0 (.!•'Mr·c pm uota••e l'he il bicl'Omsto di potuqA9 possiedo lln8 rorle ozirme &llliputr•ida, cosicd11~ f'. prohabilmeult> questa u11u dellu cuuso d!!lla :ma benelìcl\ ozione Mille nllezioni dispepticlu•.
e RoGEl\. - Bleroterapta della febbre puerperale. - (Soetetà di biolot}tfl eh Pai'I!JÌ, Gau. m."a dt Torino, 31) ma,:rrcu) 11!!1:,)
CIIAtHliN
:\t>llu !'S<lula del :!3 rebhrair) ChSlrl'lll e Roger fecero una cc•munkszinno l'IOpra un lor·tJ lenta.tico di sieroterapia nella 'ebbre }1/terp• rnle. Prendllut.lu puulo di partenzA da quanto avevano m rwecelenli "" •Priuwuli cuustalalo, elle cio" .. ,
puo, vare111anrlo ,.:l t anunal1 t'f11tt1·o lo streplococro, cnnrerir·e al lorCl "h~r·c• il prrlore eli nllcnuare il virus e dt comhnllcrnt• il suo ~viluppo (18~)2), mlleru vedere sa l'inwtìone uell 'uomo tlel ~iero tollo tlu 1111 animale opportuuam~>ulc Jll't•paralu a·/ looc, poteva ll"'t!rcittlrù be•wfica influeut.a ;;uiJ'infet.ioue pwmicA, tl•Jlla 'filAl e foc:sc per caso &ffelto. Siccum~ pt l'Il pe1· l'uomo ot•r.orron(l ~··andi 'luanlilà di si~ro, co..l ~li autori r1cors«>ro agli equ111i e !<celsero un mulo. Pre~e •rurnoli delle c·o!Lur·~· in l1ro.Jo di ert>sipefa. ùell'etu di IO g•orni, co•u.:eutt•aroun il lltrui lo a bagnomaria sino o r·idurlo ad lJ10 ùel suo volumu primitivo; questo lirpudo r·es!ùuo por·llll'ullo QUinùl noll'aul.oclave alla temperatura dì l lr>"
Dl TE:IIAI'F:UTIC.\
e "'enza tlllrarlo. co~i che in PS«O si trovano i microbi e le loro to;:: '111!. Lo in1el!arono rtuindi in unn vena del mulelto alla do,e th :lO cc. per volla. fecero in &ulln otto an•eziom, a quincllc-i giorni di di~lanza l'una datrnllrn. Il mulellrJ ric-evetle perciò in lutto 240 CC. eh liquido l'Oncenlralo, pet'i a :HOO cc. 1li rollurn sterilizznla. Que,le tmezioni non produsee•·n IIMIRIID dieLut•bo all'a11imule P qumdici giorni dopo l'nllmta 1il 0"'"'• estraLto il !'languc e con~ttntalo clte il rispettivo 'iero owva proprietà eus'8livu coruH 11 siero dei coni!!li vaccinati, penearono di sperJmAnlnrln nell'uomo. 11 6 febba·aio l'oc~ro infatti la Ju-ima initn10ne cnl siero da loro prt.>pttralo a l un' ttmmalata afl'ell11 •la mfPziona puerperale a forsnl ~Ptli ·etnica, "em:!l localiaazioni. L'ammalata avevn una tpl'rtermin di iO" C, ma gli x cc. di "lero miellati turono <>enza rt~ullato: ad ogoì modo l' 311lllllllnw non ut'! aveva punto sofferto. Jl !!iorno "'e::mr•ule ,......enrlt ancor•a la temperatura a 1-11• pralicnvano una .... ,·onda ruif'zione P~ualmenle rlt 8 cc., dAlla quale per·t, non f-Ii oLLenJJUI'O rilevanti risulloli; il r.dnt·no nppre::so la temperatura er·n tlio:cel'8 al mattino a :m•.:J, mn nllu ,era era ancora ri<;ahla a i0",5. F~cero allora una terza rnit>~ione, 1111:1, qu~sla volla, di :!:, cc. eJ tl giltruo ... eguentt• 111 tPmperalura di'-Cèqe u ·17•,7 nl mallino, e a."",8 nlla ..era: ~t.ato :::enerale buono, oriue pcr·h non ancora abIMtlllonti. Il ~iorno n ppre!'so (IO fc,!Jbr·aio) l'ammalata a ve,· a al 1118l1Ìllfl :Jj•, e queq((l lempes·olura nOli (u più !>Up(>J'SW. ~el giorno tlcHn c trnunicr11.1one ~Jia era cotnpletamenlt' guarit&. 'l rn\lasi in 'lue,to ca'-O, os<:tlrvann gli nulori, di una rnèrR coilwidenzn 'l Non "'i può Ji•·a · solo ullerro•·t rtcer·che potranno perrrwtll'l'" di t•ic;ponÙI"I'" in modo osaurlenle a que!ila domanda.
TT&8fu•tono od lDlezione di acqua aalata. - (.'\.Juneft. ml'rl. \Vocll .. 11. l t, l '951
La Lra ..ru .. ront> l"an::.:ui~na per· la dilllrollti della tecnica, e fo1 '-e Alll'lw pel non ave r sempr··· ps•oula lA matAria prima, il -;angue. ha ma11 mano crJulJ il c.arnpo alla infusione «nllOCUlallUA o•i o>ndoven0"'8 tll ~oiUZÌOilll O._iolngira tl1 clorUrO soclieo: c:hu·ur:.:!Ji e l o,.tetrici, che ~ono 'JllOlli clte ~i trO\OIIQ
no
IIIVISl \ ll l TEC:"\ICA
più sovr•nt(• u t'ronlegglore ca">i di anem1P acute e g ravi lanto ùa r icluerle•·e 1111 mt<>r\entn i111roeùialo. r1corrono. si puo d1re, senza ecN•zione, ull'inrusionc d1 ur•1ua ~alata. Von Z1em"!:'en re~lo invect! parti.stlflno rlella Lrssfu«ione sanguigna e della più a ntica d1 Lulle. •fu~::lln eh., ~i pratica dtt brace1o a bracc1o con sangue non dehhrinolo: !"~conùo lui la soluzione di cloruro ~o ileo uou unebbo clu~ un etletto passeggero di poche ore, ... ovra tullo uei ca«i d1 anemie <::ro111che da perdite rJpetute di san,.!Uf>. A "-Rnzlouare que.cta te---i r1por1a un caso di ant-aua (lr;tve ùa ~-:a trorrngu~ l'lpulute cito migliorò subito con un'iufusiouf} di &CtJUO l'la ln la; ma dopo J2 ore ricadde in m o.Jo che fu n••cli ~81'18 In t•·asrus10ne han!!uigna. c!le produsce un benes!"ero permurwntc, ed un miglio•·amenlo pro~ressi'o quantunque lenlc) - nr•lla crasi :sanguigna.
RI~I~TA DI n:CNI~f\ 1?, ~~RVlllO amDJLU MILITA Rg
- --
n aervlzlo aaoltarlo nella •pedlzione 4el Ma4&g&aoar. -
(Pr O(frCs mMlt•al, N 10, del 18!15.
Que!'ILO gtor uole r•iporl.a 1nolte notizie ed informazioni sulle disposiz1om ciel ~llm!!lero Mila ~uPrra per le asse~na~ioai del pe~onale, le ùoutzloru, le ri<;erve di aue1-ra del materiale sanitario per In 'Pildi1.ion" ciel ~Iada~ascar. di cui accenntamo a qualcuna delle piu 1mportanli. Tutti gli uomini, g rllcluati e truppa desLmati a far 1arte della spe l•ziont>, senza alcuna eccezione, devono subir e una speciale e diligente -.i ..ita medica, in cui il pe1'1lo Jev1 rivoll!'ere 'llecinle aW•nzion11 allo stalo de!:!'li organi r espu·alorì. dt•l cum•t:t, dell'lld·Jom.•. (ft>getlo e milza): con esclu'-iono di coloro che p re~t!nleno l'lc't.rlll eli tm paludismo, di infezione venerO;t o sifliiLICtt, degli ermo i. Of!lll ulliciQiu od a~-.imduln, ~ott'uillciale o soldAto del corpo di speclhdorH' •' tn1111ito ùi un pacchetto di medicazione, seco11ùo Il pre•H.:I·llto dello deriS~ione mi n isLeriale 2ì gi ugno 18fH; sollanlo, iuvece d1 P"~sel· distribuito in precedenza
E SERVIZIO \fEDlCO \fiLlT.\RE
7:11
e porl&lo dai '"IÌilgOJi individUI oluranle Il via~~IO, il f'ACchello da metlicuziQne non dovrà c~sèrtl consegnato eh ~ a l momeulo dello <>barco al MatlagHscar. Per il mnteraale '-'amtario, ìl cor·po da ~pedizione ali~pon~ da: ambulanze N. l, per divisioni di fanteria con circa 71)!() medicazioni, l:t:! barelle, 10 coppie di portantine (littér .~) e 20 eli caco/ets , ombulan1.e ~. 2, per di,·isioni Iii cavalleria il truppe mobali p~r la chre~a dt'i for li. CQn 800 medicttzioni e ~ barelle; ambulanze ~. 3, per truppe operanti in montagna· il qolo mater·1alo (16!"8 908 chilo~a·nmmi, c contenuto in Cl'"li a cas:.za e portato da 22 muli da bn<~to, t• conlit~na I:!OH mc· dir~zioui: il tra<;pOrlo ùei (eri ti molati é puru 8S!'!ÌCU18lO cnn muli; o"peJali di campagna, quattro por dtvlsione, ognuno dei quuli può as~icu rare H trallamenlo di ! fiO maiali o rerali per lt•e mesi di cure. Inllne, nBl com puto delle risorRo ìt a rnllo di mo.ter·inlA tta· nit.arro, d~>vasi ancor·a leuer conto dt qu~lle tli cui sono rornlll i singoli cor pi coml.lallenU. SEs:-~.
- Oaaaetta. medlco-ohlrurgloa. moderna per uao mWtaT&. - (J/-edical Record, Hl mart.o lì'rl;:,)
Il pror. :'\. Sonu di Chica go ha propo~lo per U"'O clui Il l l!· t.iici mililat i unn cassetta la quale sooldist'a a lulle lù c.~i gent•· alluali pel lratt.amento d>'1 casi di meolicma e chirurgia: gli oggetli --ono di.. posli in moJo da occupare pochi imo l'pnio, il che torna a ,-ant.a!lgio .tel loro numero e d,.lfa rlirninuzion•• del ("IA!IO. l m.-Jicmali "ulidt sonn rolto rorllla di di~cbetl1 o eli lossnghe e ,.ono contenulr Ìll io;calult> oli for ma pat·alleleptpetla ùi alluminio~ i li•Juidi !:!On contenuti in bolllgue non pill dr vetro ma anche di allum1nio "ul cu1 Ln· racciolone t> sct'lllo il nome. Tutti gl1 o~gt'llJ !>Ono cuu l~>nuti in una valigia ùi cuoio, su ct.:i è sova·appor-lo un foglio d'nl· luminio per rendel'la ptù imperm ~>abile oll'ac•JUS. l•:... ~n pettu sole 76 libbrt• e rt•rtllt>ne lullo qunntn e più ancot·n. a' al· lnalmente contenuto nei due cofani re~ola. rncntor•t dcgh Stati
13~
IIIVISU Ili UCXIC\
Uniti, i ']U&Ii p~stwo 185 libbre. At lali della C88Sella ~ono lìssale du~ robu!"le maruglie lo •Juah pennetlouo al -.uo trasporto AU muli o cavulli. Il coutenulo della cosselt.a ,. di!>poslo 111 n()vc scomparlitnenl• numeralr sicchè riese<> facile rimell~rli a po:\10 dopo U!<8ll. t.a cassetto ha le ohmenl5tOni di l:! 1/ 1 X l :! '/1 X :2!) pollici. Oltre alla swlùesrrilta ca~ella il pror. Sem1 hn ra1lo adotl.arc una bu~La chirut•gtcll Ul -;cabtle. 1-:ssa misura 1 1/ 1 X-J. ''.,X 5
poli aci e pesa ROlo 19 once. cunlione selle pinze emosta tit.)he, uno scalpello por lo opc•razioni sul crauto, pinzette ~ souda pet• l'e><lraztOno• dei pro.eltili, un rac:;t-htoloìo, un catetere taultiplo e gl'islrumenti necesge•·• per e"eguire urnputRZIImi o lnp&rotomie Tullt que .. li oggetti sono conteuult in una busLa di nic·helio, h\ qnalo in cac:;o di hi<>ogno puil e,.!ooerc t·it>mpil>4 di soluwlm anttselLiclw. l bishll't o 1 coltelli !-~Ono lulli co-.lruiti m modo che le lame st po"'~1mo ~wpurare dal mantco melallil'o per rut'tll'e con una pt>rrP.tla dt tnfeziono. G. G.
n aervblo mWt&re dei medlol e le riforme dell'inaegna.mento me41oo. -
(Pr oarès .\1Mical, J!l).
L n a 1·ec. ute tle~t!"il)ne del )Jini,lro della g:.terrn in Francia, molto ravorevolmenle accollo n,...J mondo mecliC'o, :>lnbilisce che gli sluclenli 111 ruedlcilul che compiono ti loro "'ervizto militare ... teno pn«li u ùi!"(tO'IJZione del ruechC'o capo del reggimento pet' e .;ere ul•lizzalt per i bi~ogni del ~ervttto !-&nìtario e <:econùn la rispettiva altitudine e capadlH. Ln misura e rrconoserula buona ma incumplelfl, e ~i VOI'· rehLe veni<~ e c·omplt>lolu accordMdo aglt !':ludeutt di lllt!tlit•inn il permes!'o d t rilarJare il c:;ervtzt<> lino a 25 o 21i a uni, t'Id m <'Ut !'at•ebbern lutti laut·oatt c> coll'ohhhgo nllorn dt ~~~ anno dì ser\·izio come airlc:-!-m(1Jù r.~ di 2' classo tlt t·i!'et•va. SarehLe ctue:-lo un :.oist• ma, per la loro preparatìona al c;et'\ izto in guerra. molto !oUper iore all'alluale, poteh•' ora t m~dici di I'Ìserva 1100 hanno aiLra pt·epat·nzione per la tllO·
hJiil.azione che il tempo p11«sato al rPg~-t•munl•J conw ~oldalt
e le chiamate per l'i!>li'Uzione: e lulli sanuo ']Uanto •tue,te
E ..,RRVIZIO \IIDICO MILliARE
/33
siena brevi e rare, e come viene impiep:alo illempo di servizio sotto fil armi ~ollo il punto di vista medico. L'orgunìzzt.\Zione del sistema cha ~J desiderer~bbe veder(} alluata sar ehbe as;.'ai semplice. Al finire d'ogni anno scolastico, in ago~lo, tutli gli studenti m medicina che si laur earono sarebber·o nominati airle:~-majors di 2- classe dì riserva e distrrbuili m tult1 1 corpi tlell'esl'rCi~o dove compirebbero lulto il s;;orvizio rnizi&nùosì CO::ll alla pratica deUa rnedicina e della vila militare. Cor si speciali, conl'er·enze, eserciz1 pratici a completarn~:~ l'islr:.~zione, compr·enderel>bet•o l'amministl·azione P i l'•,golamt'lnll nulitarì, patologia e t!Ziene militar e. manovre d'nmbulanza, servizio i11 campa~na, equitazione. Distribuili in lutti i corpi assi imparerebbero a couoscere l'e~istenza dei metiicr militari, e n~ \'edrebber o e potrebbero apprezza rne le dillicollà, l·· amaNzze, e rientrati nella vita civile el:.'~i giudicherebbero meno st:!veramenle i medici mi· lilari di cart·iera. che durante un anno inliero essi avrebbero visto uii'Qpera, costrelli a contentare Lutti in unu volta H comando, le truppe, l'opulion9 pubbllcu cd il mo11do medico, mis.Qion•• mollo difllcile e ùt cui coluro che non ne ft1rono mai incarict~li non hanno la menoma iclefl. L'anno di servizio let•minerebbe colle manovr•e, a cui questi giovani medici prend~rebber•o parte pr•ima di a!lsere congedati. L'autore enumertl e dimostl•a i vantaggi di questo Sl1$lema: migliore prepara1.ione al servizio di guerra pei medici di riser·va che ora uon ne rtè~vono alcuna: mrglioramento del ser vi1.io sanilnrio nei corpi dove i medici militari in servizio alllvo verrebber·o aiutali da tult.o quoslo nuovo aw1uale elemento ddSLinato poi nlla r iser·va: l&dcianùo 1 nuovi giunti n l servizio nelle guornigioni, mentre quelU dell'anno preced~nle prima di es«ere congedaLi prenderebbero par te alle manovre, sr a vré'bbero così sempre dei medici subulter·ni in servizio tanto M lle guarnigioni che 111 campagna, a lutti avrebbero la sLessa prngressioue di iuc;egnamunlo, gli slessi metodi, la slB-'iS{l pratica. Questa riforlllll dovrebbe esse1•e accompagnutn da altre misure non meno necessarie, non meno ulili all'esercito e che ne det·iverebbero come conseguenze logiche e dirette.
73i
RIYI.,T.\ DI TI::C~IC \
Primi!3t'8m•·nle la "10ppre ~ione d~g-li aides-rJJ.ajf'JrB di :!" cln.<1tte, dl'll'allivila, o ......;,. di carroera. o come dice"i da noi
ell~ltivi : ~~ veramente ~tra no che •lopo cinquE' ann1 di medirinu ... j d1a un solo nallune 8d un oJOllore, mentre a ..sai pì\a Jll'e"LO per eta, gli allievi di Fontain••blet~u lasciano la scuola col g rado di luflgoteuent•• Al Val-de Gruce tutti gli ellievi dovrel,bPr o essere aide.~-litOjor,q di 2" classe. come a Fonlainebleau sono sottoteneull, o al lot·o uscire dalla scuola nominnli eli l' cJasse, come ali altr1 lenenti. Jl servizio non ne ~otrru·ebbe sia pef•ché 1!5"0 e u~oruale nei due ~radi, "i8 pt>r··h,.. v1 "nrehbero sempre qu•·lli di "econda cla"s~ destinati, dopo un anno. a p8'-sare alla ri ...er,·n, e la Francia produce tanti dottor1 tla -.opperire u OSl'lll 1'-<igenz'l eli serç-izio. Lo ~te~«o metodo rlovrebbe e ..:-ert3 esle$0 ai farmaci.,ti ed ai v~termar1 Rtguardo ai veterinari non ~<&.rehbe che giustizia il tiare loro all'tng rcsso noll'cserctlo ùuo galloni, LnP.ntre ne avl'ebb••r o uno alla scuola d1 l:ieaultlur Lr1gJi••ndr11t ella attuale urlante e bizzarra situazione, metà soLLurHdali. metà urt1ciali. Comp ~i vede 1 colleghi fran cesi combatlono ancora per l'ndot.iona di un si .. lemn cl!! noi m jlran parle adottalo da lungo tempo, per una po:sizione e dei vanlagci di cui nr•i godiamo tln un pezzo. A rtue!lla riforma nell'e«~ereito l'autore vorrebbe poi anr.he collPgaru una riforma oell'iMt•gnameolo medico e nel t~er \'izio degli ospedali, che egli v1 t•eputa slrella meute collugata. T ult1 ess0odo laur,•ali a 2:1 o 2tJ anni, ognuno dovrebbe fare rl suo anno di med1co m ilitare prima di cominciur•e la carriera civile, gli inlern1 degli ospedali, dovrebbero reclulars i AOlo f1•o i doltol'i: .. ; a ''l'eh be coc;l la soppressione dell'internato per gli slutlenh, il li vello dei concorsi p tu elevalo, i concorrenti piu numerosi, pìil iqtruili. più maturi, più lib••r• e p1ù olfet.ronali alla loro nussione, aiuti ptù competenti e m I'Pgola colla leg.t~. che \'tela l'e-;erc1zio della rned1C1na a chi no n a Ù()tlc)r o, capac:i di collaborare 6 sostituire i caplll~>rvit.io, e di insegnare.
E SKI\\'lZlO
~IWlt:O
\t ll.lT\IlE
W. F STEFE~~O'I, luogotenente colounello medìco eli bri~otala. - Sull'importanza oh!rurgtoa delle armi a piocolo oaltbro. - (The Lancet, mart.o 1895). ~econdo un articolo del luogoten~nle medico St•le!', ~tli el· reti! formidabili ed e~plasivi Jei rucili di piccolo calibro a hre'~ di,.lanza <>arebbero spie!!al,ili con la t~:()ria idraula!a, la •Juale con.,idera il corpo umano corna un va5ll •'luu"o e r1pteno di l•cJu•do, che quando é pent>Lralo o.la un proiotlll~ di (.U'Bnde v~>lo<'ita, SJ frantuma in 111oll•· f'Brli, e le f•·t~lturc molt~'plic• ~i reuJono indipend~nli dnlla pel'foruiont' rnui>ala dal proiellile, cd eRprimono il prodotto della pre.,~iouo e,:cual•} ec:cr cilala dal lir1uido contenuto iu lulle l•• dit·eziuni. So ciò ro~se "e1·o, la più ~ravi leR1oni di un mPrnb1·o ferilo ~i ùovrebbero verificare ai lull dt>lla linea pl'rcor"a dal pt·o•ellilo, me-nlt·e 1nvece s i verdica•w n~lle ad1acenzc~ delle osso perforate. Quando un pl'Oiellilo r•·oduco etl'ell• esplo!"i\'i, il tramite che esso l'orma r·appr'csenla un imbuto, co1t la pot•zione Luhulare del foro d'enlraln all'os!'O, con la porzione allersratn rlnii'M<>o al foro d'u~ciLA. Alh·avrr~o le parli rnulli la resilllenza i• pl)ca, ed il lram•le ha un diametro 111fc•riore ul proiettile~ dalpur.to di frnltur d m poi l~;~ r·e. Ì'~lN17.8 aumenta, sono spinti innanzi frammenti e ~ch<>p-glt' con la rnol'nte eo~t·~·a acqu•~lata dal proielllle e perdutfl por nell'urlo, ed allor·a le llcheggie, le par·ticelle di l•·llsuto molle, i liquidi ste!-'"'1 u~1~oono come proiettili <~crondari in tullo le direzionr, producendo distruzioni <>inn al foru d'u~r•ta che ~ ,:randil!"imo. Frammenti ossei s~appnno fuorr ùal fn1·o di u«cita o dali~ larera1.ioni cut.anee a.linrent•.' mu.::eoli e lt'ltdtnl, vasi e nero. i fan protru«ione dal foro d' U!'l••ila, Pd ti punto di frattut•a l'eo,;la privo di !'Ch"Etgio. mostrando consi· derevole perdita dì sostanza fra 1 due cap1 osse1. Spesso si tro\·ano <:cheggie involte nf'lle parti molli ad una cerla d1stanza daUa ferila, ma gli effclli dtstrullivi del proiettile si rinven~;rono sempre nello tlirez•one òa e~"O segulla, non verso ~op ra o ver so solto, o nell'entrala al por • che nell'uscita, come a v verTebbe se quesli effetti fost:~ero do-
13fi
IU\"I'T\ 111 TEC\IC.\
vuti alla !Jl'C"'ione idrau.icu, c come uccade n~lle e-.rerienz~ d1 tiro su tut.1 di !'lagno l'l pieni d1 lirruido. l n una parola. gl• etretll esplosivi dei liri a IJI'eve òii'Lan~a sono dovuLt di,.~llameole al pr oiellile, iudireUamenle all'azione d0lle particelle dei let<~utt, o«sa. purli molli e liquidi sp111ti annanzi con grande Vl\loctlil. Questa é l'opsnione di Longmon•, e nell' isl<h!-<O genso Delorme ri~ono~ce che si è aUr·ibUita troppa mtporlonza alla teoria itlrauhca, accettabilr per gh organi cavi C<lme lo stomaco, la ves1·ica, il cuot·e. ma non pe1· gli or:;tanl soliùi conlenenti poch lli(!UJdi rome il rervello, lu milta, il fesrato, i reni, nei quaU bi~ogttll &!:l::;egnar molla p&l'te alla ::.o!'itunza solida spinta innanzi. Bruns d Jpo numerosi e;o~perimenli conclude che gli oll"elli diFlrullivi d"lla pressione iolraulicn ;~ono proporLiouali alla resistenza delle pareti, qumd1 ritiene chè rl'!lativarn~utc al cra01o, la teorta idraulica sia suiJictente a sp1egare ltt numerose fC'allurc di esso. Egli aggiunge, che stccomo i proiettili con invJiuppt di melllllo duro rat>amente , 1 deformano. CO!'! tueno facllmenlo 1 moll,.rni pro1ettili hanno ell'elti +!!lplo~i VI L'autol'e, conlinuantlo la critica t lei lavoro di Stil '"'• concorJa con l' opiniorw liti lui espre..!'la c1rra tl fatto rh~ fluo alla dtRtanza di 1800 meh•i. In dovaslnzioni fli'Odotte neiJG O"'~"a sono in ra~ione inver'Ril della distanza, mn ollre i J800 metri, ù1minui~ce l'energsu ut'quistata dal prolt'tltll•, o le frallu1·~ comminulive divcn,..ono più frequenti, pPrchè il proiettile segue allora la (•arte declive della sua trutelluria, e colpusce obhquAmeoto, cs o~ con la sua maggios· ~upcrhcie. Oltre a c1ò aven.lo ti protelLIIo perduto gran parh• llt>lln sua energia propul"tYu, e ritenendo ancora la sua intct a velocìlà ùi J'Olazioue, subisce una lor:<ìonc sul suo aS"C. cagione dei magsnor1 ~cheggiamenli. L'autort, accollllndo come probubtle la prima cl• IJUo:.te ra~ioni, non puo un.rormar"i alla seconda perché ,.·è unu l't'laziooe diretta e costante fra il moto di tran ... Jozione e quello dt rotazione nei proietLJli, e ne suggeric;ce un'altra. l mod~1·ni proiettili, per la lo1·o !.(l'onde lunghezza in pro-
E SEliYIZIO liBOICO MILITAR!
737
porzw n~ del peso e del daarnetro, ver-oo la lìnf' clelht loro cor:-a romancaano n ùondulare, ed han11n un rnovuneuln ~i mite u quello di un fu<;o quauùo rallenl.ll la "U•I veloctlà nel ~trart>, cd allura il lungo asse dPI proi~>tllle I'UOto intorno ad 1111 punto che •· ai•IU811lO intlaelrn all'aptce, '(Utnt.li <>e colpisre un nggelto, lo colpt~ce cui suo Ialo lungo, cioe con la sua magg10r !o(uperncae, e dann<~~.tgla lrlop;szìornaente lt• ORM. Il clolt. conchiut.lc• clte -.e i protelt li modernt pr.-~ dur•orto ta,.:lt recisi, e..ercitant> debole azione espfo,ava, <iCbeggiano o scompongono m,.no le ofl;o;e, famlfi pi<~cole ferile di piu fttc le ftU&rigìone ed n<>eLliclte, ma 1 iù racrlmcnle fJUCsle L
me"
ferrle ..an~uin1um. L'autore 0"'"erva che P, 11ece ....erio uua piil lunga e<>perienza per valutare 1'8~10108 dt Uruns, clJe le armi mo.Jeme !-OliO non ..,olu le mtgliott, 111a unche le pift umane, perché "cemaao erli orrort della gnerru. E non .. , puo negare cbe le condu ..rorti Lrolle da espt•rinll'nti e"<'guili an lt•glri:terra ed an r-·rnncia sui cavalli, ct abbiano dalo una nozio11o molto e~aget•ata ~ull'elfetlo dei piccoli proretllll, perclu'> si é tenuto cnn lo deii'Pccessrva rest!' teuzA delle ost>a dei CAVAlli, 111 confrolllo di 'Juelle dPII'uomo, cJò dte ò stolo provato dall'tll&me delle ft>rilt' !'!111 caduvPro e ~ui vi\'i da Lo~arde in Amrrica, e tlo allra nel conltnenle. Un'altra "~• rie J'errorì t• "tatu trotta da esperamentt o dis.tanzo tls.<~e cnn cartt'hu ri.lotl••, r·d al doll. Uemostben dell'e<~erctl,o di
H()manìa .. pf'rimeulaudo con rat·ìche regolari
ha ùuno!>lralo che le eptfllli delle ossa lunghe sono mollo eomminutamenle fraUut'f.ltt• tanto n lungA cito a breve distanza, tanto a 1011 eh~> n l HJCt metri. e che le condu<~roui di Bruos, d t 1-laltnt•t, th s,,, del e di allrt no11 sono corr ette, che le rerile a cnnale delle Pptli"t !"ono ecceL.ionali, Almeno al dt qua di f.OO mPtri, cito in tifi cflsì dt fra ttura alla di!>lanzu d& metra 5 a ll!IO egri nmt ha mai visto una sempltce 1 error&Ztone qen;r.a "rhE'~~~O e rt•ammentt, e chP l l&J:Ii recisi delle parli molli favori ..cono l' emol"''agia anche ùei piccoli va~i. rruinda nou ~>i !'fl riMiver P a riconoscere un <'8· ralte re umanit.ario ai modPrni protellth. Ma v'è Ull punto importanti! da COlll!iderare, ed è l'i m·
+7
i:J8
HlriSlA rH TEI.:\IC.\ t' SHIVIZIO
~!!DICO \liJIT\8E
pos~:11bllilu di andare innanzi cui t·e~olaroeott europm a tluali ~ui pruni floccnt·si sul campo di battaglia. Oper~ndo co~i
11'1-ippt·•''SO alla linea di fuoco, il per,.onale medti'O avra bi'-ng'IIO dì atuto o dì Lratlaruonto chn'Ur~ieo quanto quelli chu ~''"0 va a !-Occorrere. S~conùo Slilel-l, le r. rìle penetranti nell'addome saranno l· 1 tu micidiali, ma es"endo ptccoJì;. ...une ed a 1.8!-rlio red'-O c·ou'" quelle dcllu cule, <>aranuo le pni :;u~celtibili di Wl !ral· lmnr·nto con la IHnaroLonua pet· la sutut·a inLe,.,tinale e per l'•:rnoslasi. St•,•or~tlo Deforme, anche le ferile d•!l polmuue ''"''Aono ltuont t·t ... ull81J Nell' ultimn guerra del Chili cumbttltuta con fucil1 ~Iannl1clto r ...i ~:i.Jbe una mot·lalit.ii minima irr confronto con le guet'l'O passate. :\lu 11 parsgon6 statistico fra ilnuiiH'I'U di'i mul'tl e fer1lt avul1 con fucili auliclli, a qnello che ~~ ullif'lle cou le anni ruodernl', polrehbe a pr ima "'"Lu fat· serufjr(li'O che le at·rni di lunga portata protiurl'anno tniiiM danno •lulle unlicltP.. Glt ingle~i messi fuor1 combaLlilllGIIIO a WAlet•lotl asceRoro al 23 °/o, meutre nello g uert'll •lei IRìU·ìJ !-l l'!Jbero par••Jil.. che o&CJJlavaoo t.lal ~ ul 1:1 of,. Pt!rn Stile!.' oprurlunatucnt.•• os«eJ va che la Yern "lalistica ùoncbbe espr1mere 11 r uppot·lo fra 11 numero reale dei com· hultorltJ o qupJJo dci morti e l'eri li, (l~t·t·h•~ non lulte le for;.e di un'~trrnal.s ~i tro,·auo conlemporant>ament~ impei{uate in u IHl bau.a~lta. Secondo l'aulol'e il dt .... culere ora sul probabile nwnero det morti e fer1li uclla guerra futura t~ una vera pet•dita di tt>mpo, ma "'' put\ rttenere come regola generule che que..to numero, me o 10 rela;.ionc con 1Ut>Uo degli uomini impeguali nel combattimento l'arit grandemente aumenlalo.
RIVIST A D'I GI ENE
Ptltraztone delle aoque potabUl - GcJsocuET. farmeci<>.ta capo della Char•tt.!. - {JOtt rnal ,fe Mt'de~ine et de c/li-
,.u.rqie, rebbra1o lS!1:1). Da un accurato ~tut11() fallo dall'autore '!UIIn quest1one cieli ti epura:;ior~t, della /lllra•ione t dd fa sterili;::cuione del/( acque
potabili. ri"ulta cht~ pre~eniP.menu• non u.. i ...te alcun tlltro il l fU&Ie imp~d•scu in motlo certo il passaggio de1 microbi. Da ciò pl>rò non si devs coochiuùe1·e che la filtraziOne per·tla tutta la sua 1mporlanta. St ~;a per una parla, 10 fatti, che il numero dei m1c1·obi ha un'azione capit11IP nella propa!?azione delle infeziont o che alcuni m1rrobi •soluli possono riman~>re ~enza pt·oùurra alcun danno là ove gli sta"si or~anismi riuniti in gran numero e«erciterebbero iofHllibìlmente un'a7Jone ooci"a; per altra parte, si può, mediante cur·te precauzioni rendere sufficienl..menle ~mcaci i tlllt•i e spl:)cialmente il lillro Past.:ur. GuinocheL dimo..tro, in fulli, che le caudt!ll• non laRciano passar~ i mic1·obi eh~.> dopo es~et·e ~lati u-<ali por l.dl c•·rto tempo
Se, a questo momtJnLo :-t hu cura d• nelhtrle e di ~lerilizzarlc con cel'l1 proceùuneuti, i mtcrobi cessano ùi passa1·o per un nuovo periodo di ltompo c "l pO<~!'ono coRi rendere indeflnilameu te impermeululi. L'aulot·e odopet·a per dò una ~<oslanza dt:>bt•lmonte anti<~elL•ca, il permanganato pnl a ~sico. Nei lìltri orJinari, dopo avere di falle le cundele p•·r spazzolari e<' SCÌQCf[U81'h• individunlrnenll' COli l';lC'IJUO ft•eddo, Si imffit>t'gOOO 111 una f'Oiuzione di permaugauato polll,.~ico sll'l per tOOO, a si la,ciaoo in contatto col li JUido anlisl)ftieo un ~}uat·lo d'ora circa, -:;1 scuolvno per rare scolare iiiHJuido che
71.0
l:ti\'ISTA
é penetrato nell'interno, si risciacquRno con ac•1ua fredda e si rimettono u posto: non si t•accoglie l'acqua filtrata che allor-qmtndo P~sa e tiellult.o iucolot·.-.. Questo modo di slerilizzazion~ può evidentemente applicaz·si u tuili i tlltrt òi poreellana, di amianto o di pie.tra. Il permanganato ster iljzza perfettamente eJ a freddo, pii. raphlamenle ancora a caldo,lulle le parli del fìllro: esso mollre n~lla contempor uneamenlele candele di porcellana ossidando le materie organiche glutinose che impregnauo le candele, non solamr-nto all'esterno, ma che penetrano anche nei pori della poz·cellana per· oUurarli. lofatli, come s1 ha cura di fat·e pasc:at•e, ristabileudo In cor·rente d'acqua, il permanganato a traverso lutti i pori dellu candela di porcellana, ne deriva che es::so brucia tulle le materie orf;taniche che vi sono impegnale. Fa rPuopo soggiungere, d'altronde, che la piccola quantità di permanganato che può reslar·e nel flllt·o non può avere alcun inconvenieute pet• la salute. Uu altro punlo molto importante a tl'atlar e è la dir.linuzione della quantilil d'acqua esitala. Si sa che do!)o un certo tempo nelle candele di port·.ellana., 11ualuoque !lia Il modo di neltamenlo adoperalo, si vede diminuit-e a poco a poco la loro produzione, Cercando un mezzo pet· rendere loro il loro e~ilo primilivo. GuinocheL ha Lro,·ato che era sul'ncienle dopo l'azione del permanganato polassico, alla dose però di 5 p. JOOO, dj fare esaLlamenle la ste«="a ope· razione con una soluzione di bisolfito di soda all'i per 20, a cui è hene aggiungervi nel momento io cui s i usa, cinque centimetri cubi d'acido clor.idl·ico orJrnario per lilro. Guinochel concbiude che le candele in porceUana, delle candele Chamberlend, costituiscono altualmenle il miglior apparecchio di d isi n rezion e; esse fvrn iscooo un 'a equa p t'i va di ~er mi per un cer to tempo, ed, u~ando alcune prec.auzioni, po~<>ono darne indefinitamente. Hia~sumendo, si potrebbe cosi formulare un'istruzione per la conser vazione dei OILri Chamberland: Fare lutti i gior ni uu netlamenlo superficiale collo slroHnamenlo; Fare tulle le seLLimane (pilt sovenli se l'acr1ua f> mollo
ì4 1
o'IGlE:\g
1mpura) una sll'l'ilizzazione a f1·eddo mediantn una Mluzion • di permanganato polao:tsico alrt p. 1000, Fare tre o quattro ''Oite all'anno un neltamento 8 ron•lo facendo u~o sucees"ivameu le di una soluzione di permanl{a· oalo potallsico al 5 p. t ()tJ() e di una soluzione di bi~lllto all't p. 20. In queste condtzioni l'acqua tlllrata !Oura !!.Utlicient.emente pr1vata eli 'Jualsiasi microbo e gli -.tessi flltri potranno !'1•rvire '1118"1 mrlefinrtameote. Fa d'uopo so~f{iungere l'ha alcuni e~peri111enlalori hnnno oltenu~o risultati piu favorevoli col filtro "8111.8 pre"s , .... cha c ol filtro n presc;:iono. Jnllne, come à mdiRpcnaabile 8\'t>re buone can•lele, Ciumochet consiglia di pro''arle nel modo "eguente· si •mmerge la candela urr·ov ~~ci ala 10 un ''8~0 eli vetro contenente acqua ben hmpitlu, si unt~<'e il mamm<>llone ùella <>ondata all'esleewilà di una piccolt~ po111pa ad urin l' si 111ietla co~1 all'111ler·no dell'aria tu! nllll pressiOIIf' 1h una a due atmo~ft~t•e; .-e vi ha la pitt toggie1·a fessura, si vedono delle bolle ù'uria scalUI·ire da questa e ~volger~i nell'tlcqua. '
Organlsn.sione pratioa 41 una. macelleria mllttare. - (Reoue scicn.iifl'Jue, l i maggio 1805).
NANSOU1'V -
La CArne è la base dell'aliruenlazione del soldato. L'nuloTilà militare, dice l'autore, prende tutte le precauzioni posSibili pe1·ch~ l'~!"a l'ia òi buona qualità e molt1phca i mezzi di conlrollo. Ma lo scof{l'o più importante é purtroppo il preuo d'ac•tuislo Prima 1.h lullo le ri!"Orse del bilancio .;ono limitate, e la cosidetta mdennita rappresentativa (l) della razione ~ ~resso infer1ore alle offerte che può fure anche il fMnilore più coscienzioso; in secondo luogo ~i i• vl<~lo In cPrte guarnigioni rorrnarl'i d~>lle vere e prop1·1e ~oalizioni per for·za1· lo mano all'autorilt\ toililar e ed ottenere un au111ento dell'1ndmuula rappre~ental1va.
-
-- -
-
__________ ...:..,_
(IJ Nell'nrUrolo hti,Jiograllco, lns.,rll" nel rnseicnlo dl 11ennato anool corrl"nte (pal(. H7), o. Jtropo~itn di un'altro pubhllcn.:liooe lllou••sto stc~su autor", e daln SJHeg,u•ooo olel modo o1i ealcol:ue e •li rl1~1rtlre l'fllt!11ll tnd~nnlta
li.I VIST\
l l mezzo migliore 1'6r resistere .. iltoriosamentt! a coalizioni dì qu~sto ,.rencra è la creazione d1 macell»rie •mhtar1, le 'JUillt runzionano già In cerle guarni;zioni, specialmente a TouJ. L'autore ~i é proposto appunto di indicare come una !"imilt• ic;liluzione potrei b· rego}Jtrmeote funzionare t' quali or~an1 "0110 necessari. Quanto all'acqUisto ' preferibilc quello Callo t.lirtJttamenle, senza inlermeùìa1·i. Il compratore dovrebbe es~ere un sotlufficJOI<>, mucellaio d1 professiOnt'1 di onesta riconn::-ciula. E,M r ,'cevorebbe una gt·abficazion•• d1 30 franchi al nw-.e ed avrt•bbe a sua d i~po!lizione uu caporale aù un sololato. essi pure maet>llal dt pror.. <~~ione. Qu(•sto "ervizio funzionerebbe sotto la soi'Veghanzn della commtssione reggimentule dei viveri, la quale r~J;tole1·ehhe tullc le questioni dì contabililà. Quanto al locale bl\slorebbe uno ~cuderia capace di una ''eutina di b('slie, un abbeveratoio, un ma;azzino per Il taglio o la ùislribuzionu La macellnzione si farebbe all'am • mazzalolo municipale del luogo, e cosi si assicur••rebhe anche il conh•ol lo dolio sal ubrilà dolla ettt·ne. Il IIOllutficiale cmnpt•olore dovrebbe r1 volger~i c.lir eltamenlt• ni proprietnri del be~tiamò, i lf U&li in gt>nerc ~ono parli ~oltu•menle allettnl1 dal pagamento a pronlu 1'8"'16. Le best1e 'flrebhero con.IoltP alla caserrna a cura dc1 proprie lari, eccezionalmt>nte dni soldat1. L'auloro eutra po1 in dettagli &rnl\Jinistralivi, che ci di«pen«ittml) dal rtfer1re in quanto cbe sono più ::pecialrnf' nte applicabili alla rontabilltt militare france"e, ma che servono a dimo!::<lral'e il tornaconto che r ammini'-lrazione avt•t>bbe con que~lo si~lt:!ma, e l'incontestabile maggior toicurezza dt poter dare al l"olùuto un'alimentazione courorme ai suoi bisogni, ai suoi d1ritti
Sull'uao delle oarn141 animali avvel enati colla atrloniua. - (La Clinica Vderin,aria, IO giugno 1895). AdMt\ ru consultalo da un avvocato, il quale voleva s&pe,·e se l·· per one che mang1Rno la selvafo{gina morta pPr avvelenamenlo elricnico potn•bbero alla lor volta soiT1·1re.
re~-~~antlier. al 'Juale venn" "Olloposi..Q la que .. lioue. ri!'lpose: che, in ~eucrale. la <'arne d1 animah avvt"lenati colla stricnma dov'esser•• considerato cnme mal"aun, perlcoiO"Il, to~sica, sus<·t'tlibilu di ,.rovnrore malallit• e avvelenamenti. All'autopsia liE'gli ouimali avvelenati con --lru:uina, la carne Pi trovo b1·unn, qun~i nera, mtror~ata di sangut•, comft f[Uelln deglj 1ndiv1dui morti dt ft<&fis>;l8. E:.:li non ron 1sce e~emp1i di avvolenl.llnelllO 111 fa~uito nll'ì11gestione tli queste carni. ~la ti vero allresi che 11011 Lutl1 ì ca!<i di nvvelonnmento Vt>ll· gono constatati. •l raranwnle ~i ricerca In cnu!'a reale che li ho 1 rodotti . E t·erlo pero. cl1t> f)uasi htppcrlulto ~~ àn·elonano a. L.-lla po,.ta colla sLricmnn i volulil1 collo scopo ù1 rar !òl'l'VÌr8 l (Ol'O C8ti8V81'Ì fh•r lll'I'Ìdert> AIIÌlllllh nocivi, Jupi, ''olpi, caprioli, ere. Ma questi vulatili avvelenali ùireltumPnla c la 'eh·ae:.:ma nvvelennta da rpte<&ll po~"ono avvt>leiiUI'a l'uomo che w• mangta ? ~dio Lort'na o allro,·a coloro i (rualt mon~-rinno le \'Oipi e 1 cervi avv••lenali preudono la precauzione tl1 svcntrura utcuralamenle que~ti animali prima di ammanuh·li. E peli, 1'!-t· ~Uialo lutl't~llro che ~aporill, ne mnngianu b n poco. rullo cii• ~ptt>ga che gh a,·velt>narneuli aono t'ari. lnlurpellato Il pror. Keurmann. r1~pos.- l'ile ba<>andoc;l "Il nnalogic, su vi~l" teorellche, In cat•ne deJ.tli onimali nvvele· noli con la ~lricnìna non t.lonl.'bbe essl'rt~ nociva; pt•rocrltt• l'in{leslione tlì rorli dosi produce un avveiCitOrnonLo ropìclo, mentre la rnag;nor parte tlt•l \'eleno rtmane mtcora nell'u le"' lino~ e lu per h• assorb1t.n r. h~ dPlermma In morte è rt>lalivamenle piccola e SI .,panrlt• pet' tullt> l'or~onismn. "P"cia\mente noi fegato, ne1 r•enlri IHWvosi e nri muHcoli. Percu•, elimrnando i vi8COI'Ì addominali dt>ll'an1m•Jie fl\'veleuulo, che sono rtuelli c-he contengono la magg101' porte del \deno, il t"oo-umo del re<&to del cala,·er e non do,•rr•bbe ,J.'lt•rrnin~~re la morte in 1·hi Rtl ne ribu. t\ nchP. pPrchù il çadavPre non viene man;.ti11to in una ~ol volla, la lltricnina contenuta nelle !:lUe car111 non verrcbhe assorbila che grartatnmenl<', a ffii'<Ura l'ha !>i compie la di~e-.t.one. Qu ..sla opinione, p€'1'0. non è <:onrortata do alcun ratto: e se K fos~e coo<~ultalo 111 propo.. ilo, certamente non con ...iglierebbt! di mangia1•e rnrnì
III\'IS JA li\ v~Jcnalc
da "lr•cninn. Asf•&ltaudn il verJetto deii'""P"rienzn, convi•'ne con"ld~:ru:·o le cat•ni avvelena ti:! con ~h·i cnina C'ome improprie pl'l con<:umo, prescntan io una cert11 lt'"'"ICILII CbP polr»bbe di\·enire IIOCÌ\'8. Per COOl:I~>ZuP.ozn, prima ,Jj aiTcrrnnra o ne!!'are as"olutnIIIOnle la lo"'siciUl delle caJ•ui provi'n1enb da ammali 8\'\'t'lenati cnn ~lricnma, bi.::op1111 nspellnre i risultati che ci polru fOI'nire l'os'~ervnz,nna e le f·~rH~r·•euzc futur·e. (Bull rle la S11e. dtJ méd. ctJt. prat., 1!!9:>, pa;c. !lt)). Diagoo.t batterlologioa del baolill ti1loi. Loro e•t.teoza nell'ambiente anohe In ... enza della malattia (lirr. tl'f,Jtr.'lle e m~tl. prul., :!iugoo J8!l;)/.
LO!o>Piler. (A rbetlen. awt de m l.ai.o;u/ìchen Glf8tmd/;eUsamle, Od x r. IR95) ra O<IS61'\'Qrl' COlliO Allualrnente la tlìagnosi dol hnclllo t1fico <~1a 111ollo più duliratA che nou rosf'e ~<ullc pritn<', e comP gli clornenll di dilfero11ziazirme a voiLn A volla ~l udinH non llÌflno lutti Ili ''A'IIAir vnlrwe Col"i, a l Mempio, 11011 può uti l i~zars;i il metodo dello cultura :>ia per ~>lri!'c•u lrl•·nlo, f<ill pe1· 111tl~~>ion" in 1-wlal•na, trt!losio o sJeJ·o, e Heppnr•• lA 18piohla più o meno j;;t'anolt di "'iluppo. Xon ~i può r tlenero cnme carattere sr oc•llco nè lo l'lCOluramento cful brodo, ru• la pro iuzi•me eh cJ•islalli noli t> cullur,.. f<U gelatma. Le cullurtl in rneZ7.i colorali non hanno corri!<posto alle "Sperant." di Pnt !tl, Caen, Ouchnèr, tl aru.tlo~ameote l}llelle in infuso d1 Ì~''Jrtirit!J (Kaufmatm) 11 111 lnUe d1 noce di CllC'co (Stt•rnber p-). Lo slt•st>o put\ d1 rs1 dt>llo 1wiluppo ù"lcfro;:eno f<Oifor·otn (.\ rlow~ki) e di a ci-lo ctu·bonicll {fl esse c \\'eJiand). Il bacillo litlco ha potuto :-\ ilupp~1·,.i in ffil'Zzi nutt•iltvi in l'Ili era g ui cresciuta una pri111a c·ultura. La res1slen:t.a al t•Alor e, all'aciolità dell'aJuhiente, all'a.t.Jone dei ' '8pol'i di forrnnlùla (S lulcl), la colluJ•u :ou ~elatma con aw;..rìunta eli urea, o ~li csper11nenti !11 ìuoculazione non pos!'ono neppure pcrm~,>llcre una dislinzione. L'A. 8'~"6.!tiiA magg1or~ irnrorlan7.a ai dieci earall.. r i !16p;uenti · f o A<:~p"tlo dull<' C11lonie super ficiali su pia.c;Lre di go•l nL111o; 2o Grande mnhìlilù dei 1Jo1·ilh; 3• Abbondanza di ci gita
u'u:u::a disposte ~u luHo il perirue tr~•: i-e> Decolor azione col metodo di Gram ; 5° Assenza di ga~ nei nwn1 atld•ziouAl i rli zuccb~ro eli cannu, di uva, di tolte; (lo A""enzu cii coat!ulnzione d1 lall·•; ;o Direuo d1 produzione rl'iudolo, Ko Produz1one moderota (meno tlel :l '/,) d1 acido nel !"lor o d1 latte: !IO Sv1luppo identico, ..,uJia <:tec::sa patata, a quello tli una cultura autentir.a òi bacillo l10r.o; w• lmpossibilila di cnll•va z1oue in un mezzo glicc r inatn p1·ivo d'albumina. Nesguno di tluesti carall... t'i ballla da solo; bisogna che 5iooo luUi r1unili per permeltere una cnnclnsiooe !licura. L'.-\ ha M ervalo cin'lue volle bucilli R\'cnli lulli in!'llf'me quegli caralli~r1, in condizioni che non pole,•ano far pen ..are alla feLbre l ifoitlc. La pr1ma osser·vazionH è stata fatta nel ca·laverl' d'un rnaiale. r-he et-a "lato inrt!Uato col microbio tetro;::eno c pOI snlterrato. L'A. Ila J'I ..CO!llrolo poi lo ste..;:«o microbio nellA terra tli un campo, nell'acqua del laboratorio, nel contenuto t! i una latrtna. llue dei hnt•11!1 t'O!:'t I"'OI8l1 si <>ono cop~enoli 111 modll a~Miutomente iuf'nLico nl bac1llo lifico, per riFtUfli'Clo n! f'iero cii animali imnlllllÌZ7ali contro queelo hactllo (uwtodo di Pfeilf....r). LP ricPrCht> dt>li'A, per tanto ~embrano f-labilir e la po!>!>ihilila dell'ectl'-l~nza del b11ctllo hfico nell'ambtente ~Poza che vi s•ano ;.Jnli ca~i di ft>bbre lifoìde, e dar,.. t•ugione della comparso in qualche ci:·costanZA apparentem~nt~" ~pontanea di •1uesta molattin.
Dl•lntezlone delle polveri a1olutte degU appartamenti. -
(Hio. d'I!Jrene e med. pr·ar., giu~no JR9a).
r.ome ri'lullalo di una lun !la o:terie d' c<~pet·ienze, il tloltor M1quel (.\nnales r!P mtrroqrapltie ,.. Reo. rfltVfl· P./ de poi. 8anit., u i, ISfl:l) coucluudc> che la di .. inf,•ztone generai~ delle polvert é tanto più difficile quanto p1ù va!>to é 11 locale di ab1tnzionl'. Pllr rag~iungere lo scopo, luqogna proporsi· Jo di riCavare dall'nntisetttco tul\Q l'effetto tli cm t capar;e: 2o .li prot~>g;:ere clu ranl~> il ~uo u<>o le pc•r ... one che abitano .:!'h 11ppartamenh conl1gu1, ~~~ ag-enl1 mcoricnti delle operazioni (' pt~i gli ohillmll che rit>ntrtno negl1 apporto mt>ut dis111reLtall;
ii6
llti'ISlA
:lo di gart>nlire •iall' azion•• de:.~l'odanle ali og~eLii espo,.li : 4' di fare in modo che il di ·infettante operi automalicnmenl•>, ~enza l'inlel'''ento di moni estranei', dre potrebbero eRagerarue o restringerne gli eiTell1. Nella pt•alica poi occorre chiudere ngorosamenle i locali per jmpedire il disperdrmeulo ùei ~as o vapori; moltiplicare i focolai e le superficie di evapora~one degli age1\ti m•crobiciùl; provvedere m p••ecedetJza ai mezzi per aerai'(' t:li ap[l&rlomenli, dopo compiuta la dìsiufezione, ed ev1tuN l'uso dì soslttnze che possano conside t•at·si o soggiornare su1 mobili, su1 povrmenli, su1 pa.nneg~ì. Infa.U.1 alcune di llUt'ste sostanze possou divenire piu tardi cauc;a di intossicazione l••nta per ,zii abitanti; adesempio, i pt·odolli polimer·i dell'aldeule formica. L'A. non considera come antis•·tlici seri eol efficaci co11Lro le polveri che i seguenti, clas~iOcali per ordine th atlh'llil 8 di rrontezza di azione: ! 0 il l'lOJ'O ga~soso; 2° ga.s UCidO cloridrico; 3° altleide formica; 40 ipoclOI'tlo lli 'Sodio; fio 1'loru1'1> di benzile. Se:!ondo l'A., l'aldeide formica t>tl il cloruro di benzile, uJI, !'lffllo gassoso, sono le 'Wle sostanze cbe semhriuo IJrr,,ro deslrnate all'u~o per la rJjqjnfezione degli appartamenti furnili di mobili soggetti a racih detertoramenli. Il clor o, il ga..; acido do r idrtco, l'ipoclorito di «odio si pr~tan o, invece perreLLam,.nle alla disinfezione dei locali iot.luslriali, delle csm~ l'l' nude delle prigioni, delle sale d'ospedale, i cui ogg<'lll po..:sono es>-ere facilmente prfllelti contro l'azione corrosiva 11i tali sostunze. G. S1Ms \YoooREADE e G. E. CARTWRIGIIT ·woou. - L 'effl.oaola dei filtri ooai detti domeatlot. - (Br d. Jlet!. Jov.rn.., 29 dicembre J89i).
Questi due periti igienisti hanno fallo un'inchiesta p,;.r incarico del BrLti.sh Medicai Journal delegalo dall' As!'lociuzione medica brHa.nnica, sull'eflicscia dei .fiJlri cos\ detti ilom('slici messi in vendtla cla varie Case cogli appellalivi piu l;onori e colle lodi più spe•·Licale. Poici.Jé molti cii que~>Li flllri
o'tGIK'il
i ~i
sono iu veuJita anche J:rel':!;O noi, non sera inutile rife1·in~ I)Ui le cor~clu~ioni alle quali sono ~iunll gli egr~>gi aulot·i. Es'~i hanno esaminato .con lulla la !'crupolo.,itù scienullca fìltrt dP.lle seguenlt Case . The sllicet-?d Carbon Fillet• Co., Londra: Doullon e Co , id.; Matgncn's Filter Rapide e An.ti-caleaire, id.; Tho Atkins Fillers and Engitleering Co., til., Th~ Ltp"combe el Co., itl.; The Ni.. Leslo:s Ftller Co , id. Tlte Magoelic l•'tlter Co , id.; Thl'l Spou~ lr·on Filler Co .• id.; Tbe Morris Tube Co, tJ., l'he Fullwm Pollery an l Cheavin Ftlter Co., Jd., T he Croson Filler Co., td. Jecob Bor"low ano So11<~, id.; AlcarnMs Fmer Roelt Branlt - Pale11L - id.; Slack and Brownlow, Monchoslflr; London and GPue•·al Weler puri(ying Co., Londra; J Derrie" and Soos, iJ.; 'l'ho Willmann Ftllers, id. _ ftllrt c!elle Ca"e suonominale !'Ono co::;liLuili ordiuurtemenle da carbone, pietra pomic•·, pezzi di porcellartn. amianto, o~:osido dt ferro, ecc. t'\t•ssuuo di ~::;1 è sl8lo lrnvato rispondente allo scopo ~iacché se e~~i tolgono all'acf)ua lt> impurità gro~~olane vi l&!lciano Pll"l'lare inosserçali i !.alteri pelo~eru. l filtri con amianto agi!:'cono perrettamr-ute come flllri put•amenLe meccanici e il pel'icolo ciel loro uso ò ri<lollrl al minimo Rlanle la grande rltl'Ji thl e la poca Sf16!--8 colla quale si puc\ rinnO\flrO il mall•rrnle tillranle. Quanto pot ui fliLrt con carbon rossi!~ è molto più difficile decidet·e quah raccomandare in ''Ìl':la della facilità colla quale il car·bone ra ve~etare alcuru micror·ganÌ"Illl. c..rlarnenle se il materiale llllranle "enr"se ,.pe.·so puhto e rlnno,·ato, molli incon\'enionlt verrebbero eliminati, n1a ciò implica molle ~pese e JisturiJo. D~i filtri a car bone, l(uclh della Casa \Vtllmann pr•e:=~ontano alcuru vanlaggt sui congenert poiché uon
i i8
RI\'IS IA o ' t GIK~B
pO'-'"I'~I{ono turaccioli o altra fiO!Ilanza facilm~nte deper1bilo e poichu pOS!"Ono facilmPnte pulirsi. Gli e~regì autori hanno inollre e~amioali i illtri di alcune Case francesi e li hanno trovati perfetlarnenle ..ispondeoti allo scopo di e-.itaru la propagazione di malattie infettive. Sono i seguenti ~ F1ltre Chamber land, Syslt\mc Pasteur, P arigi ; 'l he Berkefeld Fillcr Co., id ; At\r 1-llltre ~Iallié, porcelaine d'amianto. - Maison-Mallil\ id. ~Ia in lulli •1 ue~ti filtri, il procos11o di fillrazione l-! m olto lento e per accAlerarlo bi"o~na riunire molle candele (bougie~) dolio quali e;ono compo li, formarle. cioè. come suoi tlìrsi iu lmtterie. Ci(l aumenta 1 per1coli inerenti o a l una cundela imperfetta o 81 facili guasti delle connes!<ioni tll'lle varie candele tra loro · m entrambi 1 casi la fiiLrazione è r esa inutili.'. Ad ogni modo volendo fai' uso di questi fillri, gli autori raccnmawiAno di impie~arll conle llltt·i a pressione per aver sempr'" una sulllcieuto quanlila d'acqua da servire per lulli ~.:li usi domesti.!i e di OVilat•c ogni pos~ibile disturbo alle per~one 111caricalo della filtrazione e co-.i ottenere che no11 rnonclu tnai l'aCtfua ftllrala. Gli <lUlOt·i finiscono rol parlar e dei cerltlìcati "eramonle flplenduli cii cui é munito ogni llltro. I filtri, come si é dello, sono msullicienLi t1al punto di \'l~la batter iologico: i cerlitlcati aumentano a dismlsut•a 1 ptlricoli del Joro uso poicha danno all'acquirente Ull8 SICUrezztt re.Jsa, cne gli fa trac;curare di bollire l'acqua, Il miglior mezzo per slerilizzarla Ess1 raccomundano di non crt~dere a s1m1h cerlltìcali e consi~liauo, ac tuistato che SI è un filtro, ù1 far·Jo esaminare da perilone e"p •rte, del eu1 indrp~>ndent~> ~iu lizio potranno lìòarsi.
RIVISTA Dl STATISTICA MEDICA Jlortalltà. nei oomUDi oaplluogo dl pro-vlnola Dal riepilogo gene1·ale del Bollettino clemooraflcn dei ('amuni capiltwqlti tlì praoincia, pPr l'anno 18:J~. or ora puoblicalo dalla Direzione generale della SLalistica, togliamo i s••guenli importanti dati : Morti. - Nel Jfl9-i morirono nei copoluo{lhi d1 p l 'O\'IIIcia 13L,088 in dividui; si ebbero cioè fl3 morti ogni 100 uoli; nel H!!J!l la propOl'Zione fu di 85 morti ogni 100 naL1 . I n lutto il Rogno si calcolarono invece 69 morli og-ni 1()(1 nati nel 1~93 e i2 nel 1892. Rllggua~liala la cifra dei morti o 1(){)(1 abitanti, '~Ì c()nlurono nell'anno 18!H nei Comun1 capoluoghi di pro,·iucla 2i,63 morti e nt>l 18!13, 26,00. In lutti 1 Comum del Regno, prt•si insieme, fJUO~lo rappor to ru di 25,3G per iOOO abitanti nel 1893, e di 20,3i nel l 8~l2. Conviene però avvertire che fra 1 131,0118 morii noi 18>04 ne1 Comuni capoluo~hi di prov1nc1a, 1:2.859 erano pm•;;one elle non ave,'ano dimora sLabile in quuì Comuni, 1118 eruno vEJnute ùaila campa!lna per cercare rico,·ero ed a. ~i,..lenza negli ospedali ed ospizi della città. 1 quozie nti p1ù bassi ùi mor lalilA <>ono dali dalle cittA di Lecce ( 17 mo1·Li ogni 1000 abito n li), Porto Maut•izlo (18), T reviso (20), Ravenna (20), Livol'llo (20), A ncona (2tl), Ma cerata (20), Roma (20). Potenza (20), Alessandria (21), Torino (21), Sondrio (21}, Lucca (2 1), Pe;.aro (21), A!lroli Piceno (22), Aqmla (22), Bar i (2'1). Trapani (~2), Cagliar·ì ('l :!), Genova (23), Forh (23), M as~:;a (23), Pisa (231, Sa~sar1 (23) , i quozienti p1ù alli Jalle cilla di Foggia (40), Man tova (36),
7:.>0
Ili V1ST.\
Cremona (35), No vara (3-i), Salerno (:}i ), Cata111a ro (3~). Pa rma (32), Pract.mza (3-2), Siena (3 1), Reggio Emilia (30), V u~er!la (30), Heg~ro Calabria (30). Parlrcl'larmcnle flt'l' Crt!mona. ~tan tova , Siena e Sa lerno il •:tuozieule di rnOI't.alitfl é a~gravttlo dal forte numero di
in.iivrdut tlV\'entit i tnorli nt•gh o<>pedali e nei brerotroll che hanno sede i11 quei Comuni, Fra i morti nl'l 1t<!H nei Comuni capoluoj:.!bi se ne conta· r nno i6,988 cio· 35, !'U 100, che non supt:r&vano il •JUinto anno dt eta; nel J8!J:It morh entro i pr·imt cinque anni erano ,.tal t J7 .r. su l 00. Nel comple.~o det Comuru del Regno i morti uei J•rimi <~mque nuni tli I"Ui furono nel rapporto di ~7,92 su 100 per l'anno 1 8~9. di W,78 nel 18'10, eli iH,!J8 nel l !li e nel lh!l2 di 4-i,BO. ~ elll~ grandi ciliA ~uno Jllìl numero~i. in conCt·ooto alln popolazione tolule. gl' intltvidu• 11dullt che non nei Comuni rur·aJi j porrhè 11 0110 prirne lA nalrvilà Ò più bassa j e dj più t>!'::;e l'ORli ono uve r e gro!-<~6 guurntjUOIII mtlllari e 'l aftlUI!-'Ce dni Comuni cirt•ostantt un gran numf'J'O rh operat e di per«nne oli ,ervizio in cer•ca ,Ji occup11zione lnollre uu C'erto numero eli bambtn• nuti nelle! citta ::ono collocali a ùalìu in cumpegna, e se muoiono durante il per iodo tlt allsttamer l•J, !II,JilO compreQì r:~lla !'lali<>ticn del Comune nel quale avvenne Ju mor te. Cau.~c di mo ri~>. - Il prospetto contiene ancora una clns~itlcat.wrh.. dct morlt nt"l 1 8!1 ~ . nei 69 Comuni capoluo~lri di provtm•ia, gecondo alcuno rnalallie che sono piu spel-'~O cau~a di n1or·lt>. Siccome In !<tat•slica delle cause di morto fu iniziata per t Comun• capoluoglu fluo .lal 1881, con metodo uniforme cl' indugi ne, po~~iamo, confl'onlando fra loto i dali relativi o cia::-cun un no del p• t lodo 1 'J-9~, rìcono,.:c.. •re :;e le condizioni t:antlarie tlet tnllggtOrl Ct!rtl r i di popolaztnue siano in que,Ln fl'atlon•po mi~lioral~ oppure peggiorate. l 6!l Comum capoluo~hi di provincia al 31 dicembre 1881, dola dt1ll'ullimo certsi •nen lo, co nLavano 4,509, liJ!J abitanlt e al 3 1 dicembrè 189~ ne contavano 5, ~2~ ,002 ; cioè in lredìci anni aumenltH'Ono di 91~.3-i3 a bilan li.
01 STA'J ISllCA MROICA
Le ctfl·.., dei UJOJ'li nel 11$9i. coufl•onlhte con •1uelle de~li anni pl'eceJenll, indl<'ano m genernle uua diminuzione di mortalità peL· le maluttie infellive pt'ese in esame Il ra;uolo elle dal 1881 al 18lSt aveva causato una m ortar eiULivam••nL'3 bassa, 8 SSUUSI3 nel 1885 firOpOT'lÌOnÌ {!l'OVÌ e l'et•idemia fu anche più inleo!"a negli anni sus!'ep:uenli 11no al 1888; dopo quell'anno la li)Orta!Jia per 'ajuolo é di nuovo ~cemala notevolmente. Conviene avvertire the la legge per la tutela dell'Igiene e sanit.A pubùlica, approvata Il 22 dicunbr•e IRSR, Ila re!"O ol.lhli~aloria la pt•at1ca ddla ''IICt•inaziotH'; e elle la Direzione dì sanité, pre$"0 li :\Hm~Lero clt>ll' inler·n~', t1a aptwto m Roma uu lslllulo vat>CIIIOgeno che procura la Jinla anirnale per gl' lnnesU a lutti i Comuni che ne fa uno
ma
rìcJtiesla.
Ln mortalità per morbillo presenta oscillazioni irregolari nei quattordici anni del periodo di osset·vaziono ; lo stesso dicasi della scarlattina. per la quale pero La Lendt•nza è m ag.f.{iormeute prouunmala nel senso Ji una dirnmuzLOne. P er lA difter ite si poterouo dare le notizie soltanto a comittclare dal 1)183; perché nel 18!)1 e nel l :l i morti per diflerile furilnO C\Omma li inslerne sì morti per c1·up. Negli .anni corsi fra il 188:J e il Ili!/~ si 110lo una diminuzione pt•u.gr·essi va nella morll\lllà per !'jueslH CRU!<8, ma il 189:l e il 1894 sc.goauo t,lì nuovo un aumento. É dimrouilo nolesolmenle il numet•o dei rnorli pe1· t1(0 e febb re tifoìd··a e,I all.clle r1uello dei morti per feù/J r i da malnri<t, ad ec1•erione tli una le11gera rccrurlescl!nza avvenuta nel lR85 a uel l 1*16. l casi di morle per febb re t•rterperale e pe1· alt r~ malattie del parlo e cld puerperio avvenuti nel 1!\fJi. sono, in con fronto della popolazione, rnt>nu numerosi di quelli av\'Pouli negli arwi pt•ecedenli. Da11883 in poi è pur e scemata sensib•lmentt~ la mortalità per lllberco/osi di!<~eminata in più organi, oppur e localizzata nei polmoni, o u.-111! meningi, o nel mesenlerjo, o nella pelle, o nelle arllcolaziooi. La lll/ilide, che noi t&H 8\'eva causalo nei 69 Comuni capoluoghi di provinCie. 10911 morli e nel 1 8!)~ 107\ nel 18!:1:1 ne cau~ò 1 HS~ e nel l 9.i H Oi ; per contro la pellay ra cuusò nel IR91 99i morti, nel 1892 1018, nel 1893 ~olamente 6RG e
7::)3
RI\'ISTA 01 SUTISriCA " l.llli,A
533 nel l !t~. La morlaht per alcoo m10 aculo e er?nico, causò nel 1891 16i- rnol'l1, nel 189-2 21 ~. nel J8f);} 216 e nel
189' 157. l morti di broncltile acuta e crMica furono 1293.1 nel 189:!, tl73l nel 1~!>3 e 1166~ nel 18!H. l mu r l1 di pMm.onite acuta. furono t ;>3(i8 noi 1892, 15315 nel l893 e l nso nel 189i, c1uelli per malattie di cuore 86\7 nel 1892, 8a55 nel 11m3 e 8109 nPJ J!19~ ; quelli per enteri/; e d:arrea 12!17i nel 1892, 13~23 nel 1893 c 12700 nel 1891:. Finalmente i mo1•ti per suicidio ful'ono 654 nel 1892, 641 nel 1893 e 656 nel 189~.
VARIETÀ. I~ NOTIZIE Ilote •111 oUm& 41 Braool&no e •al •uo pollgouo del Jott GIOVANNI ConNoLot, lenente medtco nel :!7• reggimento
artiglieria, gul dirigente il !'lf't'vizio !-&nilario del poli~ono. Dalla cerd1ia di mon~t più o meno elevati che limtlano l'orizzonte della campa~na romana spicca a N. O. la ltuea dei Sabattni, che si aggt•uppano mlornu aJ g1~antesco CI'atere, kasrormalo in lago per lo sprofondamento del cono ceutrnle, e che dalla victna ciltò che ì specclua nelle sue limpiJis~ime 9cque, é <·onosciulo solto il nome di lago ùi Bracciano La l'O"'ltluziono geologica comune a quasi tutto illerrilorio che va dai monti Sabalini ai colli Albani é un deposito di or1gine vulcanica, e gli onticb1 vulcani rhe ne dt'lcrminal'ono la formaztooe, !!pargendo ancho a g•·andi dist&nze lave, ceneri e lapilli, avevano il loro centro dn uo lato sui Cl'lli Albani enall'altro nei monti Sabaltm L'eruzione ebbe luogo dop•> la deposizione dai ter r eni pliocenìci e posL-pliocenici che ne sono direUament.e ricoperti. Il colore del tufo, <'.be rapJ resenta il deposito d'origme vulcanico p111 cospicuo, u qut ,:;e-
:\OTlZrE E Y.\RIF.T\
neralmcnle giallo-hruuo o ro<~ctigno per In pre~enza di o"'~idi naelallìci Var iu ne ti In c''JD~ISlPII:t.a, e 'l'l&odo è l'tulticiPnle per cosLiluiru uun pietra da Laglio, tlir~esa tu.(o lituule, che l> un malersnle a!lct81 economico. Impiegalo nelle cosll·uZIOUì d1 Roma, !'ebbene prese n li ti difdlo di ritener» l'um idi là. Si rinvengono an••he dello colale di Ja,·e ordinarie, nert>, ~ompaltu e molto tluro nll'altrilo, le· qunli <oi +'~lra~or~ono per formare• que1 '"11~"'1 cubacn-piramtclale clotti .~elri. tanto u--ati per il lastrico delle vie d1 Roma. Tnh lave, abbondanti prt"sochè in Lulls la r·asnpnJtna. si trovano <~pecialmente intorno ai Iagh1 Sabalaui dove for·mano dicchi u colale di non poca e"'lC'n'lione, maf'~ime Aul lerrstorto dt Bt·aPmano. BrACCiano, antico municipio romano (Forum Clodit), f•Judo de~li Or:;mi nel med•o·..,,·o.- Il gran !10«0 d 1m ponente Cll· l'lt.. llo Ilei rruah i• ogg~tlo anclw o~;.{l th cursosità e tli ammirazione.- "orge in umanissima siluo/.ione, "UII' orlo del Jn~O nmonjm(l, [)alla p1t1ZtPtta C'"'lllrtt}(', delta della fiOCCa, diramnst~i due strade, llonchcgl.lìole du case ben coslruitt~, "e;.rnalOmenle quC'IIa che cnndure all'ex-(•ouveoto dei Cappul'cuu, lielro 11 CJUal~ tr0\'8SÌ il poligunu. Il poligono dr Bt·accmno é situato a l'irca dne chilom,•lrs a S. O. della stuzione ferro\'i&rrn, la quulr. e sul limitare MI pat>~e \1 si acc~'de P~'~' wta ùelle due <.lrade or ora accennale, quella cio•·· che, dopo avet·o per·PorM luUo il pnt•~>e, racando un legtrero ~omilo al Castello, cwa desrli Ode~culchi, pro.,e~-:ue ùiritLs, con dr~creta qahls, Uno alla villa dei Cappuectnl, donde <~i giungtl ~ul Curnpo di tiro. seguendo- coc:t1 a destra come a "'llll~lru- In via VlcinAie che lo eost<'ggia. Il l'ohgono occut·a una zona d1 forma tl'iongolare allungala, col Ialo mino!'fl \nllo a N E Sorge BU terreno molto on.dulat.o e conReautmtemenle ha alltludmt ,.ariabilr~<:~1me, chi>, in media, misuruno ctrca 23\J m. <~ul livello ùt•l mare. La suo superllrie o di cit•ca l ~.ooo m. q.; è ~poglio o quasi di vc~reta?ione Ar·borf'tl, p1•ivo di ca<>e. povero di strade. A pr·oposilo di .;lrade, IIUelle che allraversauo il roh.,.:ono sono alquanto trascurato e perc16 mollo polverose o rongo~e. a secondo delle ~tu ~ioni e delle condizioni metereolo· g1che: t.l possibile tuttav1a percorrerle con veicoli qual:'• tullu.
·i8
'iOTIZlE l
VAR I Ef~
La loro pendenza c mod••rala, inferiore cioe - a l!CC••zione di qualche punto ri,ll'ello - al lO per 100. La v1a provlllci» ,. (l' antiCI\ « viu Clotlia •) C' le poche sf.rade consor;dali cht> fanno capo •· partono da Bracc•ano sono invece chsct·etsnwnle mnnlc•nute. LP rondiziom cio\ ll·rr eno (:;c si eccellua che sono •fui piu accentuale le d1ffcreuze di hvello) non oçar•ano mollo da quelle che in gonerale "Ì o .. cr,·ano nella csmpa~na d1 Rorna. Lo !'tlralo !O:Uperticiale è argilloso, e il suo spes"ore e variabile du poch• l·enlimetr1 a. 1111 mel•·o, di rado piu. Sollo d1 questo, n •JUOI'Ii dovunque, e:-,i~t~. come gia si ~ a(·cemutto. uno strato lufactJo, Lalot•a n1olto profondo. p.:r cui le &Cf\lle eh• l eotlosuolo "Ì lt·ovano auch'esSl' a una certa profnnrlilà. Dn qut>sla. condiziom•, da ctnaulo .... odetto sulla lopo::t•alia lh'lla 7.ouu eli cui q1 put•lu, dAJlu t\ellciente derh·aziouc ch•llo• acque meleor•iche -.:rH n cauah artiflciali, ~ia al I&J!O rli Brttcciano, sia a terreni irt••gabili, ne conseguono condizioni non l'ttvor evo\i alla iglt•tlf-l dulia t·egione. Si comprende in!a.Llt elle ~c il lt'rl'<'no p1u ~<upet·lìclftle f:i (H'PRt•nlH arso e polvPror:<c' nei nwsi iu cui 11 !<Oit• eRtivo - .,enzn l'interruzione dt rJHRichc pioggia beut>flc~ - bAlle su questa camp~;~~na, co'-1 non debba. t:""ere anchr• dei ~uoi "lrali ~oUo~;lanti ~ poiché questi. clata la natura emin••nl~menle ar~nllo'-a. e qtundi poco permeabile d&l lerr·eno, "01111 e rm1anguno (malgrado la siccilA diurno dell'atmosfera) 1111lltrati rli umiùilù. E quest'umiùita del terreno é cosp1cua nulla &ta~ione 1lell•· ping-~i•, talora oslinate, durante la quale i luo::rhi più decli"i clmmgono addirittura \m•ghe e impraticabili pozzanghere. Ecco le condizioni della zona dove t>. situato il pohgono, condizioni che nece~c::ariurnente fanno r·tsenlir· · d loro infiU""O sulla !~Bhthri lil del pae"c e che allontaneran no. chi sa per fJUilll lo LPmpo ancora, Ftli uomini animati dalla miFliore "Oiontà. dal J'lah•litarP. terreni. t'ho polrebber o diwnlan• !'IOr~enle rlì
rit·ch('z:tll.
On un erudilo del paese mi fu assicuralo che le conùizionì i~ienicbe dell'agt•o dt Bracc•ano erano in un passato non lontano (c1oe verso ti principio del secolo) a1t1uanto mtglìori; egli crede dì rwlot· attribuire questa salubrilA alle follu boscaglie
:'\OIIZJI lt V lllll\
-ontle era ricopet·La la cre~t.s del oolli dislel"i in Mlt>nll, a <;. del terrtl<'rio. rra l'origine d t> l tlume A rront> nel Lago, A Mo nh• S Vìlo. lo rtl~>ngo che non per rouc;a delle follP ~>d ampie selve, ti mio inter locutor e Bve!lc;e r agione, ma pE'r ché que<>le, sta per In loro posizione elevata, :-ia per l'altezzA d•·llu piante che le formu vano, opponevano 1111 o<:.tacolo non piccolo al vento rostanle cba spira riai S 'et·so Bracciano, lulll i giorni n~l pomerigtl'i(). l venti li S. iufalli -.ono qui i piu pernictosi in quanto 11pirano t•adentlo il ~uolo dopo esser pasRSII sul Medtler•rnllt>O l! aver percor.<>o lP paludi Pon\ine, e giungono evidenlelllenle caldi, nebb:oc;i e pregni di umidità. ,tuste,., gt'aece notlws noudnalur, quonillm est nebulosu3 et llllmeclus (tre Ilio). Per la ~teq"8 ragione ritengo che la grand~> villa o.lt•l cappuccmi col suo folto parco, in"t~'me ad alcuni trnlli viciniort di terreno, pure rtcoperti di piante d'allo fusto e siluati. rispetto a 13r~cciano, in motto ,la opporre r1paro m v~Jnti appot·Lalori di umldilé o talora di germi ,!ella m~1hn•ia, val~a a pt·eservAre l'obilalo del capolnoj:Co da 'luelle CllU'!e di malaltia che allltggono mvece chi é co~lr.,llo a lavorare e viverP nell' as.rro. E<i P.CtO la ragione pPr lo '1uale è da rit~ner:oi Bracciano, contro il comuni! pre,:riudizio, nn sito salubre. n terreno sul quale fu <otsbililo il r.ampo permaneute della truppa, fino a che ti numero di uotntm e l'insutlicierll.a rlei locali adalli in paese, ba re"o nece!!sario d• rir.orrtH'O nlle tende e alle baracche, non Mio !lì trova>a riparatn dat venti -di S O. dali P or ora accennRlt• macchie, ma era atwora posto in posizione abbastanza P levata dn spicg11re racilmenlc perché gli uomini accampali siano filali preqervnti lfU&Si compleLamenLe da g ravi affezioni rcutualirlte e m!llartcht•. Tale ri'<ul· talo pe1·o io rtlenf!'O debballi aLLrtbnire in parte anche alla secchezza rt•laltv~:~. o insolite avuta nell'estate ctcor~n, p~>r la quale fur·ono rare, anche uul re-.to della proviltcta, le forme e&tiM·arttunnali, o gravi delln malaria . Il clima, .rorJinario, non hu c•ambtamenll bru..;;r.hi e perreolo~i tH temperatura; tuttuvia la nebbia, ptù o meno ùen~,
che talora si solleva dalla campagn11 e dal lago ùuranle la notte, e attraverso la quale il qoJn appena dopo l(ualche or·a
i 56
:\0117.1E E VAR IET.\
riesce a penetrare r·o' suoi ra::nd, non può non e"et•cilare uo'intlueut.o danot>sa sul corpo dì chi (come spesso debbono fare i no!(tt·l solda li), è coslrellu a le\'ar-.i prima del ~iorno e a pre~t.a rst a opere fatico~e nella c~uupagoa . l veutt pt edominnnlt di SO. cui fu accennalo c;ono co«lanti ollre che par la dt r ezione, ancbe pel' le ore in cui spirano (dalle 11 fino verso il tramonto): essi talora sono rorti, raramente impetuo~i. VeN-il la metà dt•llu notte si levo rl' ordinario un \'Pnlo lll dir!!ZtOne opposta, ma che non ha ni· la forza. nè la coetanza, né ht dut•ala dei [!rimi. Dii molto tempo e"t!-lP. a Bt·acciano un acquedotto m mu· ralura, cha prende lo tiCIJUe sorgive dul Monle della l<'iora in qu(!l di Ot•iolo, e, ~Oli un lungo giro giungo in paese dalla parte det Cappucr·ini. Il più t.lello volle è solterran(•o, ma t.alor·a, come là dove altra vet·sa valli o strade ìncas"ale o declivt, re~l8 all'aper to ed é soc;tenulo da pilastri rollegali da archi, 11 foggia dello ontiche coMruzioni romane. A un chilornr~ lro clt·ca. do! pacRe la sua acqua è parzialmente irnmessll in un tubo eli ~hi"O in esso cooLAnuLo, il qua l ~ poi s1 stocca dal condotto Jli'ÌncipaiP e arri"a direttamente a Bracciano, clove ra copo a 4 fontane spar8e nel pnose, e quest'a equo é adibita t\ uso potabile. La maggior porlt.> però di della aequo pr tJC6dl} rwl condolto in mut·atura, e Jll'irna di arrivare in pue.. e vione ulilizz~tta come forza motrice di alcuni mulini, poi coolinua a !'correre. ma scoperl8, a ll\·ello del suolo {per cui è neci'"'"Rrìamente espesta a tutte le cause d' inquìnomenl.o); 111ft ne melle capo al cosl detto • Fontanone • . Queslo dovrebbe essere precluso a qualsiasi alh·o scopo che non fosse quello di lavanrla; però non solo vi s i conducono animali ad abheverarst, ma talora vi ..i attinge anche acqua per bere, cat..rione unica questa dell~ ·li~senlerie sporadiche osservate noll'ttutunno ciel 1 ~. fortunatamente troncate p~r la pronlcua con c11i i dottori R ivalta e Palazzi ne rile\•arono la cau~.<a e reclamarono immediati p t'O\'vedimentt .
Altr·a 8C(JUa sorgiva i> quella che per la s ua prossimità all'Ospedale, prende il nome da esso. È incana lata in un con· dotto di murutura por una lunghezza nou completamente ri-
l'\OTIZIE R VAJtlEÙ
757
conosciuta, poiché fu poLula seguire solo fino in corriqpondeoza alla località dello • PraLaterra • dove appunto l'nltro annr> era piantato raecampamenlo, r estando quivi circa 1:1 m. al di sollo della superficie del terreno (l). La buona qut~lità però che quesL'ac.1ua ha conservalo rn1 fa ritenet·e che o l'incanalamento di essa sorpasSI la zona del • Pralalerra • ()vvero che, a cagione dell'elevatezza di que~lo campo e in virlu della riconosciuta azione nilrilJcante, depurativa pro· pria del terreno. siano sempre "<lati neutr·alh.tali i mater•ali 'in•Jilinanli a meno a mano che sj producevano (2). L'acqua dell'Ospedale fn capo a una fontana cui è anne.<>qo ttrl grande lavatoio e abbevPrat.oio; zampilla a un livullo un poco più basso del paese, ed é ritenuta migliore dt~lle sumrnen;~,ionale acque potabili: ha la portata di t ires 4000 litr~ all'ora. Sulla sinistrà della !ilrada che conduce a VicArello e Trevi~narto e!'i!!Le un'altr a sorgente di acqua. ciJiornala ~ la CisLerna •; oltima pet qualité. e della portata di cir co 5000 i ull'ora. Uoico incoovenieule di quosL' acqua è quello di trnvarsi a cn•ca un krn. dal paese e a un livello ~no llo pii\
m1
bUS FIO.
Nel terri torio comunale, fuori 1lel paese, vi ~ono Vfll'i Con· rtanill con abbeveratoi. In paese inollr·e esistono 3 pozzL pr ofondi llJlprossimalivamente rn. lfi. Non si riLiena che questi pol<sano essere riempiuU io poche ore; il tempo a ciò tleee-;sa rio del reslo dipende clalla 'fll&ntità di pioggia, caùuta
(l ) 0< IJI~t'gneri at!dctli :li luorl rerrovll'lrl sentii &prlrrtera la oplnl.mA rhc l'~t')ua In p:uola pos~a provenir<', per nltrnziooe attraverso IILerr~no.lla quella
:1tossa llell'aC~Juedotto Ili llmteiaoo, e th~> troverehbe l'uselc.n attravtrso una breccia •Iella courtuione, dove questo e sotterranea. (!) Certo l'aec.. onata prorond•til Ili questo corso d'Ar.qua, prollahllm~nle non inc:at1AI4ta, e la natura tlel lPrreno poco porosn conltuìs<'OOO rorullxlonl rnvorevoll nlltt ~ua buon:l coosen·azloruJ, non venulà meno DI'Mello qua111lo, pf'l" plò 111&1, un 11r.eamrmmento ru stahillro In ou' IU'ea dlreUn.mentu "'prutanlc. lo non crl)do tlllt.win ebA In conclnslono cui port.arcbho Il\ OSJioJrlem~a del •1ocor.'IO nnno nhhla ad aecettal'Sl .~enza cliscus.~lòne, )IOlch6 non ò Ila rlhnontlc.'lre chtl l'lls~olnt:. lllllncanza dl Jlloggio. lamentata In tultn l'est!IIA 1804, po· trtlllhù essere ~tnta la J)rincipa.le ~agione d~l flOD t1Vven 11to lnquhuunentQ.
'\OTIZIE B VAfii8T\
di recenLe. L'acqua ù1 questi pozz.1 non 1> usata J)61' bere, ma solo per alki usi domestici. L'alveo dei torrenti, che sono scarsi 10 questo Comune, non offra correnti solto ghiaia. Due lavatoi pubblici esistono nel paese, ampi abbastanza e comodi, Cormti di acqua perenne; uno, come si <! dello~ annesso l:\lla sorgente dell'Ospeùale; l'altro piu grande (t:irca 110 m. di lato) al lim1tare del paese, ma sulla sLrt\rla di Vicarello. Il paese, che conta poco più di 3000 abitanti. ba case private nelle quali si potrebbe al uiso~.wo trovare ljlloggio per 150 ufficiali, non più. Difettano i locali demaniali e comuuali 7 sicché non riLengo fac1le d1 accaulonare convenientemente più di 350 uomini ùi tt·uppa. Il Cornw1e ha due med.!c1 condolll. che reLribui~ce a !l;;()() lire annue ciascuno, ollre i proventi int>renti ai servizi estranei afla comlolta. Ha un ospedale con 12 letti per gh uomini e v per le donne, destinali esclus1varnente alle malattie medicht::. Il terriLot·io comunale é ricco di Heno, vintl, olio, lt~gna da wdere; ha pascvlt e be5Ltame eccellenti (le caro t ùa rnaceiJo d1 Bracciano sono ::uerit.amente rmumale). Oal lago che ha una ci1·conferenza di 33 km., un dtamelro d1 13 e una profoudita dt 300 rn., i!econdo il Litta, e rnolt.o piu, secon do altri, si es~rae gran eopia. di pesce, che fo1•ma una delle ricchezze del paese. A. Roma infatti sono rinomate le trote e le anguille di Bracciano ; e già fino da Slral;>one e Columella era nola tal~ specialità ùel lago bracc1auese, i cui l11pos aura/.t.1.1stftle t'armavano la delizia degli antichi romam. Nel paese vi sono 5 mulini mossi da forza idl'uulica, e capaci di macinare 9 ttuinlali nelle 12 ore dd g1orno; naturalmente il doppio se lavorano anche la nolle. Vi sono InOltre 10 forni, capaci di cuocet·e io med1a 11J t(Utntali di f11r10a per ogni infornaLa. C'è anche una l'abbri<·P. rli aC{)ue ~azzose e seltz. Fra non mollo Bracciano (sempr,.. in vit·lù della forza m otrice idrauJìca onde è prl.lvvtsto) sara illuminato a Ju··p elet.triea. Le case di Bracciano sono fornile ùi Jatriue, i cui con·
'iODZIR & VAIUBÙ
dotli ra.nno capo a coJlettor J disposti cou una certa pendenza, però e latrine e t'ognalut•e non sono prive di dtfetLI rilevanlt. Le prime mancAno Ji acqua, di qualsiasi chiusura erme tica, e hnuno spesso il eoodotto dì ~cartco incaslr·ato nelle pareti; la rogna tura pure manca dì acqua*' per l'impol:'~ilJihlà ùi provvedervi artificialmente durante i periodi dì siccità non ri~ponde che incompletamenle allo scopo ùi convogliare e trasportare lontano anche quel tnalcrittle di rilluto, che dali~ puhblica via do,•t·ebbc pa,:sarc in essa dil'etlumeute. Quru;la è la priucipalr. cau;,a di egsJazioni meiltiche che talora !'i a\\erlono m~llt: strade, non senza qualcht! pt~rioolo per la pubblica l"OlOlP. La mor·bositt\ e ia mortalìla di Bracciano non !"Ono rilevanti, e questi liuti slatistici conLI'ailicouo al pregiudizio inval~<o intornu alla salubrilit del luogo. Yolendo dire qualchR co,n m particolare ~ulle causo più comuni <li malattie e rfi morti, ricorderil che un gran contmgente di malaUie è daLo dall'mtluenza, li\ quale in quesl1 ullinu anni «i è metJil',..~lata ripetutamente in rorma epidemica, !=~ebbene non grava, e di sohto suJ finire dell'euLunno o sul principo deltA pr imavera. Nt!U'inverno si ha un numero, non eccedente la mcJianormole, di malallie -acute de:;1;li organi 1·espiraloril (bronchiti, polmoniti, pleur•iti). Appl'esi che si Rono vel'illcate ripelulamenle alcune piccolo epidemie di lonsilliLe rollicollwe, specialmente in bambini, caratterizzate da sintomi locali non solo, u1a anche da reazione generale piullosto intensa; la malaUia però si risolveva c;cmure iu pochi ~iorni. Riguardo ali~ fnrme lifoideP ho .constatato e«ser··1 rari i casi di Lil'o classtC'O; ciò che può t•ecar e qualcl t~ sm·pre~a. considerando i dlfPtli già ricordnli delle latrine r della fognatura. Sono invece relali\amenle più frequenti le •forme di febbri infeUive, spesso peMist~>nli; d' el'tote sono pure frequenti i catarri inteslinali, prodotti da cause comuni. lnollre nell'aalalA del1893 ebbo luogo una pìr.cola epid~mia dil!$enlerica, la quale come accenri11ì, fu cagionala dall' uso potabile delle aCJ.JUe del • Fontanone •: infatti è stata limdata
alle sole fami{Jlte e/te cweoano falla uso di 'J"'·st'aequa. Una affezione o predispostzione piullosto comune é la elia-
ìljf)
~OUZUI E t'AIUEÙ
tes1 uricR accom pa gnata •lull~ ordimli'IO sue cornplicazionì (crotta, calcolo!>i ecc.). Es!<& trova, a mio a vviso, la sua cagiono pr incipale nella viLa poco AllivA che. una parle di ')lle~ta popolazione agiulu conduce. Fra lo con~efruenzc di quet:tLa diatesi non sono rare le enùoat·terili t! le cardiopati!', in genere, mentre poco lo sono lo cirro;;\i epalic!Je ; ciò che se ru r. tenere es~ere l'ecce,.!'liva incliniiZIOne di ulcuni verso il \ino una concausa d1 Lulo pretlisposizione. e~clu.le però l'akooh:-;rno. Rì,:uardo olln malaria 11011 SI ver11ic11no <JU8!<1 1n111 cas1 d1 infezione pJ•irnilive entro l'abtt.Alo: o CO!"l pur~ i pochi militari colpiti da •tne~ta malallta la contrassero o all' ocrampamenlo o al l)nligono per qt•r\'17.10. l cast d'inf•·ZH'ne primillva che st rt-.c,,utrano ìu (11\(!:se, si riferiscono a iudl\'ldui chela I'Onlra!-!sero, nlll)rche si trova Vflno p~r lavori campe~trì o ,J, l>Orufica a Ce1·vel~'ri. Pali~lor·o. Mac<'ar· l:-6. Casi oli mnlurra si wrificano pero nel terrilorto .Id comune, com•· del rt•sto 'Jli8SJ ,Jovun JU••nellncaropagna ~~~Roma. La frazione ùcl comune d~ttn Pia~cint'ellt, lnveN~, IIPII'ostale l'ome n'autunnO, Ù RfJJitla tl8JlH f<ll'lllfl 811Che J•iil j.rl'HVI. [ n •fUC"la frazrone, (ol pari ili ultre ~pnr e per lo cowpagnn), 1~ me.le.lti~ in geuer·ald ux:-umouo 111111 ~o:t·avita u J•rii(JOl'l.tor:e mag:;doa·e che 11011 11 Br·acc•ano; cJI'I che tlipenJa nnn olo dal l'alto che S!Jel<:-o '-Ì r·icor re al me.lico o nwlatlia inoltrata, ma anche p• r·cbè quo~li deve ~oslenel'•' uun vera lolta r.ont rn i pr e1--"iudiz.i dell'ìnf••rmo e cl~> Ilo donnìet:1uola che lo circondano. ConcluudentltJ 1n1 ~ono con,·inlo che r•guar·do. alla malaria vi é per In me n<,, tlell'e.,ag. ralione; lll1Jilale cr edn di pnler allribuire alin tilcililà cou cu1 molli. lropr·o pre 1ccupnti dall't>n.Jemia, nou "i per·"uadono facilmente ..:be tanto lllfllatlie febhrili ripetono IR loro ol'ipn,. da nllrn ,·ausa cht> 1'111fez•one palustre. Anche la cifr a 1lolla mor tnlitn è r·elotivamente ~rar!'a. Le rAu<>e p1ù COIIIUIIi ùi morte sooo: nell't là mfantile le ent..l'lli croniche ,, (P. loro complicazioni: nt:gh adulti talorn lnOuillce la cacht•f;!'liu malarica 1n 'Juanlo ò capace di Rggr avar e rnalallil' ~8 uliuac••iuse per -.o f;leS!IIe: nei vecchi iuOuif;<'..e indirellamenle l'accennata diato... i urit a. 111 alcunl' uo com· pii rAZIOni, !>Opl'l.tlnlln nefriltche e <'ar.lifJ-vascolat•i: un n rare sono le emort'llg'e ter·ebt'all.
'\OIIZIE E YARI.EÙ
761
Du.ranle la scuola di tiro del 181l4, alle quali io pres1 parte (quello del 27• artiglieria, e quella centrale per le artiglierie d'asRedio) il numuro degli urficiali sali talora oltre il centlnaio ; quello della truppa a$cese a circa un mi~liaio. Delle 11 compa~otnie ili cui era composto il 27• a•·tiglieria, 5 soltanto furono accantonale, e cìoé una al palazzo ùel comune, del quale uccupava lo 5tanze più ampie e. migliori; una in un granaio del paese, le cui tloE' .. tre erano sfornile d'invetriale e d'imposte e munite "'olo tlt inferriate, ~icchè i soldati dovellero provvedere con i leli da tenda; altre 3 compagnie nell'antico convento degli AgMfiniani, ùove hanno sede le scuole. QuJ se non faceva difeUo la cubatura non vi si ritrovavano però le allre cond11.ioni pur capitali per Ja salubrila tli un luogo abitato, fra cm acc·enner6 solo allo latrine poco igieniche, alla venlilntione tlullclenle ecc. La tttaggiot• parte delle flrtestr·e m.~uevaon m u11 cortile picCtllo, umido, chiuso da muri a lli, nel •JUBie cot·rispondevaon pure le hHr•ine, che erano così pi~cole. mcornfule o qumdi anttgieniche, cbe la loro conveniente pulituJ'O - malgrado 111 migliore volonl.à - è !ll.l.lla sernpt··~ un problema inS<llubtle. Tuttavia le condizioni m l:.'leorolo~rche buone, e lo ~pazio suftlctenle lasciato a Ciascun individuo, hanno r eso anche ']Lteslo accantonamento, nel complesso, discr·Plo. L'ac:c~mparnenLo sorgeva nella locaUlfl della 11. Prata terra" tra la rcrrovia, elle •1ui fa un gomito pronunc:talo. e la s trada dei Cappuccini La compagnia S. M. e il deposito erano allo~giale enlt•o bat·nccLe di legno, costruite pot· la circostanza, e che quindi avevano i ùirelli tnerenti alla fr"'l~ f:' alla precartelit della co~lt•uzione. Que~C>ti però fur·ono dimtnutli dalla vi~ilanza e dalle ~iuste esigenze del dtrellore della scuola, coadiuvato ùa chi scrive, vet·so il Comune. lnfiM, altre :J compagnie erano ricoveralP entro lenùe modello Rl'ma, t o lultv 9; delle quult 2 erano t!sposle cotloro lati lungl11 da S.E. a X. 0 ., uns in continuaz_ione dell'Altra: e le rirnanenU 7, coi loro lati lunghi esposti da N. E. a S. O., er ano collocale pat·allelamente trA loro. Non mi dilungo su ']Ueste, potché credo che siano nolo a lutti. Pur non disconoscendo glt inconvenienti comuni agli attendamenti in genere, le
i62
:\O I Il.ll l
V.\IIU>t\
r•len~o
in comple,..-.o il mi;. mr· melZo d'allog~iamenlo per la truppa, ogni qual volto uu coruune non offra (cw che accade di ft•equeulc) locali per accanlonum~nlo ampt ad un tempo salubt'l. Le compnguia lt·eno uon ha potuto escrere alloggiata ~hu 111 un vecchio casctnale, stluato sul poggio Colognola ; la scuderiA eJ·a ari un livello più basso dal tPr• reno circoslaute, e lA camerata in un locale sopra,.lante appena 3 m. dal piano della scuderia, dn cui era crepul'llla per mezzo di a"'"i logo1·i e sconnescri e talora perfino inlPrrolti nelle commettiture. Tulli mdi~hntamente i mililari di truppa aLbero un ptl~lie· riccio ed uuo cnpel'la di lana. La pri~ilme e la c:ala crono slabtlile 111 Lencle coniche pres"o l'accampamento, ciii clu~ FOtto Il ruppor·to t,dt•nico - non r-. "t uza uwonver11euti nello orè prù calde delle zioruate e'-tive e ltt'Ì giorlll molto piovo"'· Le cucine erano ~lab1lil•' sotto tettoie impron sale, rqarnte dal vento; una pa1·te all'uccampamcnlo predetto, e unn pat·le in urL cm•lile annosso al summeozionalo convento degli A;to· elin1ani: esse non ofl't-i vuno al cUli notevnll' iocoov• ·nif•ule. Per u~o tl'lll(f'IJ'tnerw r111·on u udlh1l 6 \'Uni th mediA e picrola capacita. ~itueh al piano "Uperiore delle cuole. Le condt:tloni in cui questi locali furono conset:tneti. erano t.almet le tntproprie all'ueu pot• cui erano destiuAlt, ••fio io reclamot e nt· Leoni non solomoute il loro aumento (!1\ 5 a 6, ma ancut·a la loro complet.A riparazione. Nou si poté pe1· questa volle, loglìere rad1caltnenle il diretto d1 unn lall·ina qopra~lant• • che ìnqumava il muro e~te1·no. Nel compiOl"!<O però, usando tutta le poss1bilt precauzioni igieniche nece~~ot·ìe, non si ebbo a lamentare da questo fallo alcun inconvenitmte. Ui delti locali 2 o 3 al p1ù (capaci di !l o 10 posti) pre entavano le condizioni per potere accogliere individui Li~<o,:rw volt di cura In uno dei locali vi é anrlte la comodtté. di un fornello. L•• condizioni sanitarie della truppa prima del campo oraM l'late ottime, e!t"'8 giun!-1., a Bracciano o n P riparU, per ft•r· ro\'Ìa. Pmna però ~i ebbe cura di etimi naro o;crupolosarnl!nte tuLli gli indiv1dui, la cu1 opera poteva e,...:ere inuUJ .... pel ..er· vizio, :lannosu por loro stessi. Durante~ la scuola di ltru vi
1'
763
ru una distribuzione di caffè al mattino; una dt anice, unito all'acqua, durante il g iorno (un centilitro e rnez1.o) e una 1H vi n C> al secondo rancio (250 g.). La pasta, la carne, 11 lardo, la verdura, il ralfé ecc., furono acquistali a Bt·acciano e tutli •1ueslJ generi furono cosLantelllente di ottima qualità. Anche 11 pane Ju munizione è stato CaLLo a Bt·acciano: la sua coLLura non era cosi perfeLla come (fUèlla dei panifici roilllari; talora la rrosla e ra Lr·oppo colla e poco in vece la mollit;a. La 'lualilà d~lla far·ina era buona. o il sapore del pane gt•atiiLO. Non furotlO mollu le malattie g ravi occot·se durante il campo, e questo in parte furono curale all'ospedale militat·~ ùi Roma, altre all'nspedale c1vile di Bracciano o, per ragioni d'opportuoila, all'infe 1·meria stessa. F1·a le malattie merhche pt·eval!';ero lti forme gastro-reumatiche febbrili, Jovute gener·ahneote a cause comuni, per cui hanno anche cedulo rupidunlenle in segu1L0 ai ùoYull riguar,li o a oppol'luoa curtl. LP. poche fe.bl.H'i malat•iche ~?ìà accennate tst.Jì 111 Lull.o) guarirono senza lasciore conseç(uenze Nulla che merili di essere acceunato riguardo alle malatl1e oftalmiche e veneree. l ra lo malallit> chir·urgicbe merita menzione il numero eli quelle lraumaliche, piullot"to t•ilovanL~. di cui r•icorder6 Mio le più gr· avi: una ferita del ter~o inferiore della coscia sinistra con 1!1'8''6 e ampio scheggiamenlo del femore e par leeipazaone couseculiva dell' aJ•ticolaziOnf> del ganocchio, prodoLia da uo cannello a \'Ile proietta lo dal pezzo all'atto ùello sparo (gunr1gione iu 4 magi circa); uua rerila tl1 moschetto al tot•ace, trasl'oS!'a, inlerassante i l polmone sinistro, il lra·giLlo della quale tlecoi·~,. lra la pa ret~ laterale del pcllo e il cuore (gua!'i~one completa in 45 giorni); una ferila pu1·e di moschello, inLeres~an le i t~ssutt molli e duri ssll·atoradci di destra, anteriormente, complicala a grtsvi:>sima routusione dal polmone corriwondente, in segui Lo al!a quale l' iufclice ferito mori dopo 21 giorno. Era il caporah• maggiore Sorice Sa\'èrio rimast., villima della ferocia di un suo mfe1·iore, che lo colpiva prodiloriamenle mentre dormiva.
itH
HIVJSTA BIBL IUGHAFlCA
L. Ro:-.coR0:-11. - Tn.tt&to oliDloo dell'eplle••la. lardi Editore, Milano 1&1 >, 1 reuo hr" 10.
Val-
Ct (a ~l'mpre piacere di fl<ller c:alutare l'apparire di 1ualehe opera originale che vienu 11d aumenlat•e la olumè! poco numero~a !'erie dei trattati :~crilt1 e peusoti da autori italiani ed u llbN·urci a poco o poco da r[Uella aorvilù scienLitlca dto uncors, por nostra colpa, ci ronno pesare addosso l''ranrll\ o Gorrnonla, resa talora più ~t·nvo H pono:::n, doll11 IIOI.!Un e dolio 11Lill' anliilaliano eJop~ralo dai frettolosi traduttori. E lanlo più al.biamo da compJOcerci >edendo un truttalo come quec:to,comple1o. succo"o o pratico. L'A.. vt ba mescto non soltanto il frullcl della sua O"pertenLa, 1118 ha ratto largo tectoro • dolio letteratura estera e dello na1.ionale, la tJUale. !'U fiUec:to llt'I{Omento, è ricca piu di qualun'(ue oltt·a. Lo prama parte tratta dell'e~ioloaia, la secondo del19 stntomatotogia rrenerale, la tert.n delt'aer.esso epilettico t/pico, la qum'IO, r h e g iustamente ha oslon"'iOIH3 maggiore, parla delle ji>rme speciali dell'epilessia, ~e;.cuono poi· s• anatomia JHl-
toloyica; ()• natura dell'eprle~rfia; ;• diaiJnosi, decorso, pro-
unos'; s· e"ra; \)& con.~idera~ioni speciali.
.e
come "'i vet.le un trallulo completo. e perciò utiiP. a qualunque medico. L'A. con"acra rla uiLimo un bruve rap1tolo all'epile~,ìa dei milil.at•i, do,•e giu!:tameute in~i'llù per l'accurata ricercu. ctorVt.'l.fliflnta e consecutiva clnntntwoue dall'esercito def.dt in.Jivtrlul alfetli dalle va r ie forme dell'epilessia.
Rl\"lSTA BTDLJOGJIAFICA
765
A prnposilo rlelle l'iforme per epiiO!ISid egli dice: ' pre" S~'ntemenle il mil ilare sul quale ... or~e il sospetto di epilessia • é in\'ialo in osser,·azione pres~o uno O!~pedole militare, • dove è lenulo fin.o a cfte finfermitti oen.ga rrgorosamente c con.siatata, OS$ia praticamente tloché SOI'ga un accesso epi• lelLico cornplet.o. Pr>r· lo piu se, lrascot•st due mesi, J'acce~so a non si manifesta, il soldato continua ali essere abile. 01·a • rrueslo metodo, non può dare buoni risullaLi ecc. •. Qui Jobbiamo fargli osservate che l'Invio 10 osservazione non è obbligatorio (e ciò fino dal 1888) che per gli inscritti di leva che si dichiarano aflàUI da epilessia alla visita del consiglio (art. 22 dell'elenco unico)~ ma la durala dell' osservazione non è &s!:!Oiulamenle hmitata a due mesi (N. 27 dell'awerlenzo ull'elencol.Quant.o ai militar• in aUivilcà di serv1zìo, e quindt anche ai coscriUi sospeLti epilettici e dichiarali abili dopo l'oMervazione per mancato accesso, gli articoli 25 e 26 dichiarano espressamente che non A necessaria Ja osservazione io uno spedale, e che l'autori la militare può pronunziarne la rifot·ma sulle dichiarazioni degli ufficiali medici ai corpi quando basate su fallì ineccepibili, personalmente da ess1 rnedici tesumooiati. Le Jeggi del reclutamento, dunr1ue. ùt cui l'autore eviden· Lemenle ignorava i termini pt•ectsi, non potrebbero facilitare di più l'eliminazione degli epilellici, lanto più <'he l'art. 22 dell'eleuc.o dice semplicemente Epilessra, solto il qual termine si possono comprendere tutte le rorme Ottima ci paro la pro?osLa che vi sieno molti medici mililari ~pecialisti psichiatri e neVl'opalolol{i; e anche a questo desidcratum s i è comincialo a soddisfare mandando medici militari alle cliniche universilar·ie non escluse le psicbiutriche. Però l'averne almeno uno per r eggimento, andrebbe forsd al di lo dei voli dell'autore stesso, se si pensa che il piu doli e volle 1 J'eggimenli hanno un solo medico a far l.'ervizio, e che è forse piu frequente il caso che un medico serva due reggimenti, anziché due medici servano lo stesso reggimenLo.
766
RIVISTA DIBLIOGRA'FICA
« La medicina mUltar espaiiola. "·
Questo nuovo giornale ha cominciato le sue pubblicazioni col 1° aprile; A diretto dal dott. De Larra y Cerezo, medico prtmero del corpo sanitario spagnolo. ~ei due primi numeri che abbiamo r1cevut.o segnaliamo gli articoli : Sul servizio sanitario negli f?coce rc•ti coloniali. - Igiene dei bagni. - Laboratorio centrale ùei medicamenti ecc. Con questo periodico, la Spagna viene ad essere la nazione meglio fornila di giornali me lico-mllitari, avendo gia la Revista sanidatL militar, e il Boletin de medicine naoal. Gli a.llri giornali medico-militari del mondo, per quanto sappiamo, sarebbero H, cosi J'iparlili: 2 in Italia, 2 in Francia, 1 nel Belgio, 1 in Olanda, l in Germania, i in Austr•ia, 1 in Svezia, l in Danimucu, l in l nghilterra., l in Russia, 1 nella Repubblica Argentina, l al ltiappoue.
CONCORSI
Concorso al premio &IBERI per gll uf1lolall medici del B . eaeroito e della R . marina. scadente U 80 novembre 1896. -(Circolare N. 65 del 16 maggio 1895. Gtornale militare uJ!iciale, parte 2-', disp. 19).
PROGRAMMA
Cura delle lussa;i,ni, distorsirmi e contusioni delle pr in· cipali articola~ioni e dei loro postumi. Importan::a di queste lesioni in rapporto alla medicina le[Jale militare e alla loro .freqnenza nei militari. 1. Nèssuna memoria, per quanto pregev.ole, potra conr:~e-
CO~CORSI
767
guire il premio, se l'auLora non avra soddisfallo a tutte le esigenze del programma. 2. Le memorie non premiate potranno, ove ne sieno giudicaLe degne, conseguire una menzione onot•evoie. 3. Le dissertazioni dovrauno essere inedite e scrille in lingua ìlaliana, francese o IaLina, con caratteri chiat•a-menle leggibili. i. P otranno concorrere solamente gli ufficiali medici df:!l R. esercit{) e della R. marina, tanto in effettività di servi~io quanto in posizione dj servizio ausiliario, di complemento e di riserva. Ne sono però eccettuati i membri dell'ispettorat.o di saoilà militare e delia commissione aggiudicatrice del premio. 3. Ciascuna memol'ia dovrà essere contrassegnata da una epigr·afe, la quale verrà rip~Lula sopra una annessa vi scheda .suggellata, conlenenle il cognome, il nome, il grado ed il luogo di residenza dell'autore. 6. Sarli evitaLa qualunque espressione che possa far conoscere l'aut.or·e, all.l'iroenti questi perdera ogni dirilLo al confet'imenLo del premio. 7. Verranno apet•te soltanto le schede della memoria premiata e delle giudicate meritevoli di me11zione "Onorevole; l e altre schede s~ ranno abbruciale senza essere aperte. 8. l/estremo lir:nì!.e del tempo stabilito p~!r la conségoa delle merool'ie àll'ufficio dell'ispettorato di sanità militare è il 30 novembre 1896; C"Jilelle che pervenissero in·tempo posteriore sarebbero considerale come non ricevute. 9. La pubblicazione nel Giornale medico del R. e.3ercito dell·epigrafe delle memorie presentate al concorso, servirà di ricevuta ai loro autori. 10. li manoscritto delle memorie pt•esentate al concorso apparterrà di diritto all'ispettorato di sanila militare, con piena facoiLa ad esso di pubblicare, per mezzo delle stampe, quello della memoria premiata. L'autore però della memoria premiata è a!Lresl libero di dare, collo s tesso mezzo, pubblicità al proprio lavoro, anche emendato e modificato; purché in questo caso faccia sì che
70l'!
C.:O~COIISl
da una prefazione o dal lo to do! libro si possano conol'lcere tuUi gli emendamenti e le roodifle&ziooi ìnlrodoltevi po~t.e riorrnenle all'aggiudicat.iona dl!l premio. Rorna. il H maggio t81n.
P. f Ispettore eapo di. sanìtd militare REGI$
Il Ministro -
.MocENNt.
11 DirC!t.tore
DotL. STBrANO Rscts maggio•· geoerale medico ispettore. UColla..bora.toro por le.~ R.• Ma.r1na
Il Reda tt.ora
O.r TeoootuCO ROSATI
D.r RIDOLFO LtVI
J/141~ di P
clou•
NUTlNI FEDERICO, Gerente.
CapltaftO medleo.