CHECK MOSTRA
lascia da parte lo star system e si interessa alla società chic e colta
Ritratti di vita. Americana NESSUN LEGAME CON L’ESPRESSIONISMO ASTRATTO NÉ CON LA POP ART, ALEX KATZ INVENTA UN MODO PER DIPINGERE UN MONDO DI AFFETTI.
e lo star system per raccontare la società newyorkese ricca, chic e colta (non sempre le tre caratteristiche sono state in conflitto una con l’altra) e poi si focalizza sul volto di Ada, sua moglie, che replica a non finire in ritratti decontestualizzati: «Ada aveva una bellezza universale; guardava molti film e i suoi gesti venivano inconsciamente da quell’immaginario». Due lavori di Alex Katz. Sopra, After Hours, 1993, olio su tela, (Collezione Mastrotto). Sotto, Libby, 1991, olio su tela (Mart, Deposito collezione privata).
CON OLTRE 40 GRANDI TELE, al Mart
di Rovereto fino al 18 settembre, La vita dolce racconta la lunga storia di un artista che pur non appartenendo alla Pop art — e senza aver mai avuto ambizioni politiche e sociali o concetti esistenzialisti — ha saputo rielaborare molti riferimenti della cultura di massa americana. Curata da Denis Isaia, la mostra nasce da un’idea di Vittorio Sgarbi, presidente del Mart, raccoglie lavori che provengono da grandi collezionisti italiani e svizzeri e si inserisce negli omaggi che a Katz tributano altri due musei internazionali: il Thyssen-Bornemisza di Madrid (fino all’11 settembre) e il Guggenheim di New York (dal prossimo ottobre fino a febbraio 2023). © RIPRODUZIONE RISERVATA
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S T Y L E M AG A Z I N E
FOTO: NICOLA ECCHER
IL FASCINO DELL’INATTUALE e la volontà del fuoriclasse. Il prossimo 24 luglio Alex Katz compirà 95 anni e almeno 75 li ha spesi a dipingere opere di grandi dimensioni che hanno un solo scopo: trasferire sulla tela la grande fascinazione dell’american dream e della sua possibilità di successo quotidiano. Figlio di un ebreo russo scappato negli Usa dalla rivoluzione sovietica, Katz arriva alla pittura quando l’Espressionismo astratto di Jackson Pollock, Mark Rothko e Willem de Kooning aveva già convinto il mondo che il centro nevralgico della creatività non era più l’Europa ma gli Stati Uniti. Prima ancora che arrivi Andy Warhol e la sua Pop art, lui decide di mettersi fuori da ogni definizione artistica ed elabora una maniera per andare controcorrente: sceglie di essere figurativo. «Visto che si dice che l’atto rappresentativo è obsoleto, mi propongo di trovare il modo per renderlo parte del mondo moderno» dice per spiegare il suo andare sia oltre la tradizione decorativa sia il suo disinteresse per l’arte come espressione di tensioni sociali. Quindi, rifiuta anche l’interesse della Pop art per le dive
DI MICHELE CIAVARELLA