CURIOSITÀ
LA MELATA DI NOCCIOLO di Riccardo Lagorio
agine e speciali dedicati al miele sono stati pubblicati più volte su questo dorso e da ultimo sul numero 5/2020 (LAGORIO R., Scoprire il Roero e le sue Rocche sulla Strada del Miele, pag. 68) ci si è concentrati su una particolare area, il Roero, dove la produzione di miele disegna il territorio. In quei giorni (luglio 2020) non era ancora stata divulgata la notizia che proprio nel Roero si era messo a punto un miele… nuovo. In verità una melata, la melata di nocciolo. Il miele viene generato dalle api che, dopo aver tratto il nettare dai fiori, lo elaborano grazie ai propri enzimi e lo lasciano maturare negli alveari. La melata deriva invece da
P
76
Un’autentica rarità. Nella prima campagna produttiva il colore è brillante e si colloca tra il rosso mattone e il ruggine. Il profumo ricorda la susina essiccata. In bocca il rimando più diretto è al caramello, con una sapidità finale assai persistente, quasi salina una sostanza dolce che viene prodotta da alcuni insetti (che suggono la linfa dei vegetali) e che le api trovano sulle foglie o sulle cortecce degli alberi. Le api ricorrono a questa fonte zuccherina quando la fioritura è scarsa in quanto ci si trova in zone boschive o non vi sono
fioriture significative. «Qui nel Roero, grazie alla conformazione geologica e morfologica del territorio, è ancora possibile ottenere mieli monoflorali: le colline scoscese impediscono la coltivazione a vigna o nocciola e quindi vi sono numerose essenze arboree. In aree
Premiata Salumeria Italiana, 3/21