UH,che ridere
SUPERCOLLA Prima che suo padre uscisse per andare nella rimessa dove teneva le auto, Matilde sgattaiolò nell’ingresso per prendere il cappello che il signor Dalverme portava ogni giorno. Suo padre era fierissimo di quel cappello dalla cupola piatta e con una piuma infilata nel nastro. Secondo lui, gli dava un aspetto fiero e disinvolto. Matilde, con il cappello in una mano e un tubetto di Supercolla nell’altra, spalmò un filo sottile di colla sul nastro interno e rimise il cappello a posto. Eseguì l’operazione con cura, mentre il padre si alzava da tavola dopo la prima colazione. Il signor Dalverme mise il cappello senza accorgersi di nulla ma, quando arrivò alla rimessa, non riuscì più a toglierlo. La Supercolla era così potente che, se avesse tirato un po’ troppo forte, la pelle gli sarebbe venuta via. Così, dovette tenersi il cappello in testa per tutto il giorno. Quando tornò a casa, quella sera, non era ancora riuscito a toglierlo. – Vieni qui, te lo tolgo io – disse la moglie. Diede uno strattone e il signor Dalverme cacciò uno strillo che fece tremare i vetri delle finestre. Matilde, raggomitolata nella poltrona, osservava lo spettacolo con interesse. – Che ti è successo, papà? Ti si è allargata la testa? Suo padre la fissò con sospetto, ma non disse nulla. La moglie aggiunse: – È tutta colpa della Supercolla. Quando la smetterai di pasticciare con quella robaccia? Volevi attaccare un’altra piuma al cappello? Il signor Dalverme dovette tenere il cappello in testa anche mentre cenavano. Si sentiva terribilmente ridicolo, e rimase zitto per tutto il tempo. Prima di andare a letto, provò di nuovo a levarlo con l’aiuto della moglie, ma il cappello non si spostò di un millimetro. Il signor Dalverme scoprì che, quando si è costretti a tenere il cappello in testa, dormire comodamente era impossibile. La mattina dopo, la signora Dalverme prese un paio di forbici e tagliò via cupola e falda così che, alla fine, il marito aveva intorno alla testa una specie di chierica come quella dei frati. E davanti, dove il nastro si era incollato direttamente alla pelle nuda, rimasero incrostazioni che non si riuscì a mandar via. A colazione Matilde disse: – Devi toglierti quella roba dalla fronte, papà. Sembrano tante bestioline marroni che ti corrono per la testa. La gente penserà che hai i pidocchi. R. Dahl, Matilde, Salani Editore
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