... E ORA to cca a me!
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Come mi sento PRIMA di iniziare? tranquilla/o preoccupata/o
SOFFOCATI DAI SACCHETTI DI PLASTICA? Se diamo un’occhiata in ogni cucina possiamo scoprire uno sporco segreto ambientale. Sotto il lavandino prospera una scorta stranamente inesauribile di borse di plastica. Si possono persino acquistare contenitori per tenerle in ordine, in attesa del giorno in cui verranno utilizzate di nuovo. Per molti ambientalisti la modesta borsa di plastica è diventata il “nemico pubblico numero uno”. Fanno notare che le borse abbandonate sporcano le città, uccidono gli animali selvatici, intasano i tubi di scolo e restano in circolazione per decenni. L’industria delle borse di plastica sostiene che esse non rappresentano il peggior problema ambientale. Dice che sono al centro dell’attenzione perché si tratta di bersagli facili, capaci di produrre forti reazioni emotive che toccano i nostri sensi di colpa sull’irresponsabilità generale nei confronti dell’ambiente. Hanno ragione? Da quando sono state introdotte, negli anni Settanta, queste borse si sono infiltrate nelle nostre vite. Si stima che in tutto il mondo ne portiamo a casa tra 500 miliardi e 1 trilione ogni anno. Circa centocinquanta per ogni persona sul pianeta: se ne fanno un milione ogni minuto! Ma se anche le borse possono essere uno strumento igienico, inodore, impermeabile, robusto e comodo per trasportare merci, gli ambientalisti sostengono che sono malsane per l’ambiente da ogni punto di vista. Rappresentano uno spreco di risorse: le usiamo una sola volta e poi le buttiamo. Però il problema è anche estetico. Dopo che le borse sono passate dalla cassa di un negozio a una cucina, e magari sono state brevemente riutilizzate per la pattumiera di casa, per la maggior parte finiscono nelle discariche. Però una certa
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