Intervista a MICHELE ZAMBELLI, educatore professionale
“La delicatezza del poco e del niente “ Come è stata la prima esperienza e il primo impatto ad interagire con persone con disabilità? La prima esperienza con la disabilità è stata grazie al primo anno di università, (Educazione Professionale), attraverso un tirocinio svolto presso CDD, (Centro Diurno Disabili). Ricordo che mi presentai agli utenti, ero molto tranquillo, anche se in mente, di tanto in tanto quando incrociavo il loro sguardo, tra me e me mi veniva da pensare “poverini” con un velo di tristezza, ma nello stesso momento mi ponevo alcune domande, alle quali ai tempi non sapevo rispondere, per esempio: loro stessi si sentiranno davvero “Poverini”? Saranno consapevoli della propria disabilità? Molte volte li percepiamo come se vivessero limitati, ma può essere che loro stessi non si sentano tali o che comunque non percepiscano questi limiti in se stessi? Con il percorso svolto durante il tirocinio e molte altre esperienze di volontariato svolte in Italia, Croazia, all’estero ho notato però che bisogna andare oltre quel “poverini” che ci vien da pensare quando li guardiamo, perché non lo sono, perché loro stessi non si sentono tali, quindi perché noi dovremmo definirli tali? Piuttosto mi vien da pensare che forse siamo noi quelli che si stanno limitando, perché non ci concediamo di porgere la mano all’altro/a, di guardare negli occhi chi abbiamo di fronte, di conoscere che c’è altro da noi, di capire che è nella diversità che nasce e risiede la meraviglia. Vivendo e vedendo realtà diverse c’è mai stata un’esperienza che ti ha toccato nel profondo?
fatto riflettere e
L’esperienza che più mi ha fatto riflettere e toccato nel profondo è stato il periodo di volontariato in Africa, in Mozambico. Descriverei quel periodo con la parola “luce”, perché in tutto ciò che ho visto in Africa ho visto luce, e mi piace pensare che un po’ di questa luce possa essere stata donata anche a me nel tempo trascorso là. Aver avuto la possibilità di andare in Africa è stata come una vera e propria rinascita, ho visto e compreso come dal poco e dal nulla possa nascere ogni cosa, come nei piccoli gesti, sorrisi, sguardi si trovi tutto ciò di cui si ha davvero bisogno. La luce che quest’esperienza mi ha dato è una luce che riempie ogni momento che vivo giorno dopo giorno anche qui. Trovo difficile esprimere le emozioni provate, descrivere i momenti passati, posso semplicemente dire: grazie Africa! È difficile tenere lontane le proprie emozioni da ciò che ti succede sul lavoro, che in qualche modo possono influenzare anche la tua vita al di fuori del lavoro?