Intervista a LUCILLA CENSI, referente del progetto “Accordi”
La pratica della musica in relazione alle disabilità. Accordi Armonici Com’è nato il progetto “Accordi”? Il progetto Accordi fa riferimento alla metodologia ESAGRAMMA di Milano e successivamente al Progetto orchestra di AllegroModerato sempre di Milano. Fa inoltre parte de “il Sistema” di Claudio Abbado. Il progetto è nato con l’idea di utilizzare la musica per il recupero di qualsiasi tipo di disabilità, ma anche come modalità di sviluppo per la relazione tra le persone, perché la musica è un veicolo importantissimo, infatti suonando con gli altri ci si capisce senza dover nemmeno parlare e spiegare. Attraverso le emozioni e le sue modalità di trasmissione la musica permette questo tipo di attività immediata ed è questo il segreto del nostro progetto. Il progetto muove dall’idea di Abreu, un direttore d'orchestra Venezuelano, ulteriormente rivista da Sequeri di Esagramma, che anni fa si è interessato alle favelas e ai bambini della strada, iniziando quindi a raccogliere i bambini e a farli suonare. In questo modo i bambini hanno incominciato a stare insieme in un altro modo, che non era più quello della strada ma di stare insieme per fare qualcosa di gratificante ed importante. Esistono altri progetti simili in Italia? Così no. Esistono però progetti di musicoterapia di tantissimi tipi, alcuni più validi e altri meno, e anche noi ci siamo posti il problema della denominazione “musicoterapia”. Abbiamo un’inflazione delle parole e delle terminologie e purtroppo in questo campo si rischia di cadere nel pressappochismo, per esempio parlando di musicoterapia qualcuno potrebbe pensare che basti insegnare ad un bambino o ad un ragazzo con difficoltà a batter le mani a tempo oppure a cantare una canzone o altre cose del genere, ma non dovrebbe essere così. Alla fine abbiamo deciso di chiamarci Progetto di “Educazione Musicale Integrata” rivolto alla disabilità ma fruibile a tutti i livelli di età e di realtà sociale. Come avviene l’apprendimento della musica? Più che di apprendimento in senso stretto, si può parlare di vera educazione alla musica con la musica che deve essere accessibile a tutti. Come avviene? Per prima cosa viene utilizzata solo musica colta, complessa ma proprio per questo molto ricca sia dal punto di vista espressivo sia semantico. Il percorso individuale si svolge in un triennio, l’accesso è per ogni tipo di disabilità. L’organizzazione del lavoro prevede una sala prove con gli strumenti dell’orchestra come archi, arpe (eventualmente) e percussioni (timpani, maracas, marimba…). Le figure dei musicisti sono: il conduttore al pianoforte/tastiera, gli affiancatori che operano all’interno dei gruppi. Questo spiega il motivo per cui, per esempio l’arpa, non potrebbe