Intervista a MAURICE MUTHIGA, direttore de L’Arche Kenya
Cercate perdono e amore incondizionato? Venite all’Arche Kenya! Qual è la situazione in Kenya per le persone con disabilità? Pensi che ci siano molte differenze con i paesi più sviluppati? Ci sono molte differenze: per esempio, solo recentemente il governo keniano ha previsto di dare una piccola indennità (circa 20€ al mese) a queste persone. In generale, non ci sono programmi e strutture con lo scopo di sostenere ed aiutare le persone con disabilità, specialmente intellettive. Le somme stanziate per le persone con disabilità vengono date direttamente alle famiglie di cui fanno parte e quindi non ci sono fondi a sostenere organizzazioni come L'Arche. In Kenya le persone con disabilità sono accettate dalla società? In molte comunità ci sono ancora molti pregiudizi nei confronti loro e delle loro famiglie, che a volte si sentono colpevoli di aver dei figli con disabilità perché non capiscono le loro difficoltà. Un’altra situazione problematica in Kenya è quella dei mezzi di trasporto pubblici, visto che non ci sono addetti o macchine per poter aiutare una persona con carrozzina a salire sull’autobus. Infatti se una famiglia si deve muovere con i mezzi pubblici non potrà portare con sé la persona con disabilità anche perché molte volte l’autobus potrebbe non fermarsi in quanto perderebbe troppo tempo nella corsa. Ciò nonostante negli ultimi anni la situazione sta via via migliorando anche grazie ad associazioni come L’Arche. Cos’è L’Arche Kenya, qual è il suo ruolo e quali sono le attività principali? L’Arche Kenya riceve aiuto dall’estero con donazioni o volontariato? L’Arche Kenya è un’organizzazione di beneficenza che è stata fondata nel 2008 per fornire strutture dove accogliere adulti con disabilità intellettive per farli vivere in una grande famiglia e far capire loro come gestire la loro vita. Ad oggi ci sono 12 adulti che vivono nelle case e altri 13 che abitano invece nei paesi circostanti e frequentano solo i laboratori, dove vengono proposte molte attività: creazione di candele, panificazione, artigianato, allevamento, falegnameria e altri workshops a scelta. C’è anche una pensione dove l’accoglienza degli ospiti è curata da persone con disabilità. Nel programma Outreach le persone della comunità vanno ad assistere le persone con disabilità fisiche nel caso, ad esempio, debbano fare fisioterapia in una clinica. Inoltre tutti i pomeriggi sono lasciati per le attività più creative e piacevoli come parlare di se stessi con gli altri, mentre in altri pomeriggi si leggono dei passaggi della Bibbia con relative foto e rappresentazioni teatrali.