WSA TN_People. Chiedimi cos'è la fragilità. Interviste su inclusione e marginalità

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Intervista a ALESSANDRA, amica di famiglia con disabilità

“Disabilità”... Di una città Alessandra, tu abiti a Terragnolo; vai spesso a Rovereto? C’è qualcuno che ti aiuta negli spostamenti? Nel tempo libero mi piace molto andare in giro e di solito vado proprio in centro a Rovereto. Purtroppo sono affetta da una malattia progressiva, che mi ha tolto l’uso delle gambe e così da qualche anno mi trovo costretta su una sedia a rotelle. Vivo in un paese di montagna, che non offre molto e quindi mi devo spesso spostare, anche per necessità. Purtroppo mi accorgo che Rovereto non è una città molto agevole e comoda per una persona come me, perché ci sono parecchie barriere architettoniche, quindi deve sempre esserci qualcuno che mi possa aiutare a salire in carrozzina. I posti per invalidi però sono pochi, capita quindi che a volte non trovo il posto idoneo per poter mettere la carrozzina vicina alla macchina e salirci. Questo non succede solo quando mi muovo da sola, ma anche quando mi portano. Perciò la mia indipendenza sta nell’arrivare fino al parcheggio, però poi ho bisogno di aiuto perché altrimenti farei molta fatica a raggiungere la maggior parte delle strutture. Di solito chi mi aiuta è mio marito, a volte i miei figli, anche se devo ammettere che non mi piace pesare su di loro. Quando vado a trovare mia mamma che abita in un paese non molto distante dal mio, ho bisogno dell’aiuto di mio papà per fare le scale che portano all’appartamento. Quali cose vorresti cambiare del tuo paese o della tua casa per poterti muovere con più libertà? Devo dire che la mia casa ora è abbastanza comoda, perché è stata costruita tutta su un piano e perciò non ho da fare scale. Inizialmente non era così, abbiamo dovuto intervenire con delle modifiche per renderla adatta alle mie necessità e soprattutto alla mia disabilità. Mio marito ha anche costruito una passerella, che mi permette di arrivare comodamente alla macchina ogni volta che mi devo spostare. L’unica cosa che rappresenta un ostacolo per me è la posizione del paese in cui vivo, un paese in montagna, naturalmente però non posso farci niente per cambiare questo. Nonostante ciò sono contenta di vivere qui, credo che ci sia più solidarietà in un paese piuttosto che nelle città, perché nei borghi piccoli, come quello in cui vivo, tutti si conoscono e diventa molto più facile dare e chiedere aiuto. È anche più facile chiacchierare con i vicini e instaurare buoni rapporti d’amicizia. Prova a pensare alla parola comunità: qual è la prima cosa che ti viene in mente? Comunità è davvero una bella parola, mi fa pensare alla solidarietà, all’aiuto che ho ricevuto dalla comunità in cui vivo e da molte altre persone. Con la mia malattia ho


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