Il giorno della sepoltura Camilla e Bruno sono costretti a stare insieme per il compimento delle pratiche burocratiche, si sfiorano e si prendono per mano; forse per loro è iniziato un futuro. Il film è un’indagine su come sia possibile cambiare vita anche quando questa è articolata in un meccanismo incessante, senza soste. L’avvocatessa Camilla parte di colpo per un sentiero inaspettato, quello che le dovrebbe permettere di dare un nome al ragazzo morto
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sull’asfalto forse anche un po’ per colpa sua. E se, alla fine di questo gioco dell’oca, dove sembra sempre di ritornare al punto di partenza, una degna sepoltura è finalmente trovata per il giovane, si capisce che tutta la situazione è stata inconsapevolmente usata come uno schermo dalla protagonista. Camilla ha intuito che non è vero che il tempo corre veloce a tal punto da non dare spazio a chi vorrebbe utilizzarlo meglio; basta fermarsi, prendere coscienza di se stessi, dei propri bisogni primari e iniziare la strada della ricerca di ciò che possa fare stare bene. Ecco che questo cammino verso la verità ha, come prima tappa, la ricostruzione del rapporto con la figlia: le due donne capiscono di poter rispecchiare l’una nell’altra sofferenze e aspirazioni, difficoltà e progetti e, naturalmente, quel forte bisogno d’amore per entrambe, finora, negato. In una delle interviste rilasciate per il lancio del film Smutniak ha
di Alexandre Bustillo, Julien Maury
detto dell’accordo nato con il regista Soldini per indirizzare la macchina da presa in modo da seguire da vicino le azioni del personaggio. Questo ha permesso di comunicare al meglio il suo percorso e le sue conquiste: lo spettatore accoglie le ansie, le speranze, lo sconforto, i sorrisi di Camilla in una forte immedesimazione, in un intenso assorbimento dei sensi, a conferma che il mezzo cinema può agire nel profondo, con sensibilità e naturalezza, se sostenuto da registi e attori che sappiano dirigere e recitare. Silvio Soldini è un regista colto e raffinato, quasi aristocratico nel trattare i sentimenti e le storie di uomini e donne. Kasia Smutniak ha provato, come donna, forti gioie e grandi dolori: ne intuiamo la presenza ogni volta che l’attrice ci regala emozioni, coinvolgimenti, pensieri tenaci, desideri, passioni, tenerezze. Fabrizio Moresco
LA CASA IN FONDO AL LAGO
Origine: Francia, 2021 Produzione: Frédéric Fiore, Jean-Charles Levy, Clément Miserez, Eric Tavitian, Matthieu Warter, Natan Bogin, Louis Letterier, Cloé Garbay, Bastien Sirodot Regia: Alexandre Bustillo, Julien Maury Soggetto e Sceneggiatura: Alexandre Bustillo, Julien Maury, Julien David, Rachel Parker Interpreti: Camille Rowe (Tina), James Jagger (Ben), Éric Savin (Pierre), Carolina Massey (Sarah Montegnac) Durata: 85’ Distribuzione: Notorious Pictures Uscita: 5 agosto 2021
Ben e la fidanzata Tina sperano di fare successo postando online i video delle loro gite in luoghi abbandonati e maledetti. L’obiettivo della prossima avventura è un misterioso lago nel sud della
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Francia ma, arrivati sul posto, scoprono che in realtà è divenuto una località turistica, da cui la delusione di Ben e il desiderio di Tina di prendersi una vacanza. Un uomo del posto, Pierre, racconta loro che cinquant’anni prima la regione era stata devastata da delle alluvioni, il paese era stato evacuato e la vallata allagata di proposito, da cui la formazione del lago. L’uomo si offre di accompagnarli in un ramo del lago isolato, in cui è sepolta una casa ancora perfettamente conservata. Sperando di aumentare le visualizzazioni, la coppia si immerge e trova la villa dei Montégnac, in cui sono ancora appesi dei ritagli di giornale inerenti a dei bambini scomparsi. I due si rendono 30
conto che qualcosa di orribile è accaduto nell’edificio, timore confermato dalla scoperta di una stanza segreta in cui sono conservati due cadaveri incatenati sopra un simbolo satanico, con addosso delle maschere da tortura. Terrorizzati, i due cercano di fuggire ma scoprono che la finestra da cui sono entrati è stata murata, sebbene Tina creda che ci sia un passaggio nascosto dato che un pesce continua a entrare e a uscire dalla dimora. Improvvisamente, Tina ha un’allucinazione in cui, rimasta sola, viene aggredita dalle catene. Ben toglie le maschere dai cadaveri e scopre che sono i Montégnac, che si risvegliano e li inseguono.