sore della nostalgia intimista di un autore che si interrogava sulla sua identità privata e professionale, Madres Paralelas inflette su quelle regioni natali e materne tipiche della filmografia almodóvariana, indagando però un’identità nazionale ferita e conflittuale che passa attraverso il ruolo sineddotico della straordinaria Penélope Cruz, vincitrice della Coppa Volpi a Venezia 78 per uno dei suoi ruoli più intensi. Se nel suo piccolo Janis lotta contro uno Stato che non garantisce una memoria storica ai suoi figli, quanto è lecito occultare le radici della propria figlia pur di garantire la salvaguardia del proprio statuto di madre attraverso un silenzio ingannevole, che mira a quei pre-
supposti di veridicità professati e ricercati per sé e per la collettività? Conflittuale e struggente, il dilemma morale di Janis si colloca in un’atmosfera in cui, nonostante la tensione emotiva abilmente costruita dall’autore, sembrano acquietarsi quelle tempeste passionali tipiche del suo cinema e delle sue donne “sull’orlo di una crisi di nervi” a causa delle meschinità del maschile. Anche nei momenti più conflittuali, a strutturare il rapporto tra i personaggi è un’armonia intrinseca che non riconosce alcuna violenza, rancore o nevrosi, per tendere verso un genuino incontro con l’altro, privato da qualsiasi necessità di etichettare il tipo di relazione umana, sentimentale
di Umberto Carteni
o sessuale intrapresa, come confermato dal finale: Janis è tornata con Arturo o con Ana? Magari con entrambi? Non importa. Fatto sta che, di fronte alla ferita della Storia collettiva e personale, i personaggi rimediano attraverso la formazione di una nuova dimensione familiare “allargata”, priva di etichette e che, di fronte al riflesso del Male, si erge come risultato benefico di un amore non retorico o banale, né istituzionale, che avrebbe trovato di sicuro la morte di fronte ai responsabili di quelle barbarie, liberato dai tanti pregiudizi che ancora oggi, non solo in Spagna, rischiano di limitarne l’espressione. Leonardo Magnante
DIVORZIO A LAS VEGAS
Origine: Italia, 2020 Produzione: Marco Poccioni, Marco Valsania per Rodeo Drive con Rai Cinema Regia: Umberto Carteni Soggetto e Sceneggiatura: Alessandro Pondi, Paolo Logli, Riccardo Irrera, Mauro Graiani Interpreti: Giampaolo Morelli (Lorenzo), Andrea Delogu (Elena), Ricky Memphis (Lucio), Grazia Schiavo (Sara), Vincent Riotta (Giudice), Gian Marco Tognazzi (Giannandrea), Luca Vecchi (Tullio) Durata: 90’ Distribuzione: 01 Distribution Uscita: 8 ottobre 2020
La storia inizia quando Lorenzo ed Elena, insieme ad amici, vanno in vacanza a Las Vegas. Sono solo dei giovani in viaggio, per di più sotto effetto di peyote, una pianta usata come allucinogeno; in maniera del tutto incosciente, i due si fanno un tatuaggio e si sposano in una cappellina a Las Vegas. Vent’anni dopo Lorenzo ed Elena sono ormai adulti e vivono due realtà e contesti
L
completamente differenti. Elena Martini Goodman lavora all’Enel, è una donna in carriera e sta lavorando ad un progetto molto importante, contendendosi il posto da dirigente con una collega; questa, competitiva e invidiosa, vuole rubarle le idee. Quando inavvertitamente Elena lascia nella fotocopiatrice le stampe di alcuni dettagli del suo lavoro, la collega gliele ruba. Elena è in procinto di sposarsi con Giannandrea Bertolini, un grande imprenditore. Lorenzo invece si guadagna da vivere facendo il ghost writer, lavora in maniera discontinua e condivide l’appartamento con l’amico Lucio che è stato da poco lasciato dalla moglie. Lucio però non ha ancora elaborato la separazione, è ancora innamorato tanto da seguire la moglie per riconquistarla. I due coinquilini hanno molte spese da sostenere tra le quali anche le cause intentate che Lucio deve pagare all’avvocato della ormai 46
ex moglie. Elena ha una collega di nome Sara, suo avvocato che, in occasione dell’annuncio di fidanzamento con Giannandrea, le ricorda che lei è già sposata civilmente. La donna quindi sarà costretta di lì a breve a tornare a Las Vegas con Lorenzo per firmare le carte di divorzio. L’indomani Sara si reca a casa di Lorenzo ma ad aprirgli la porta è Lucio, il quale crede si tratti dell’ennesimo avvocato mandato dalla ex moglie: disperato, cerca di muoverla a compassione rimanendo in mutande davanti a lei. Chiarito l’equivoco, Sara spiega a Lorenzo cosa dovrà fare per aiutare Elena a sciogliere il contratto e dopo varie resistenze, per convincerlo, gli offre una bella somma di denaro. Ovviamente Elena non ha detto nulla a Giannandrea e a sua insaputa i due “sposini”, che non si sono visti per 20 anni, si ritrovano così all’imbarco accompagnati rispettiva-